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::maki kusumoto::
maki kusumoto, nel nostro paese ai più sconosciuta, in patria può vantare un curriculum di tutto rispetto: una carriera che dura da quasi 15 anni e che vanta tra le altre cose una fastosa riedizione della sua prima opera a fumetti. il motivo per cui abbiamo scelto di recensire le sue opere, che sono in realtà classificate come shoujo anche se l'autrice non disdegna mai di inserire storielle o scene in cui l'atmosfera sia volutamente ambigua e tendente allo shounen-ai, è proprio quello di darle maggiore visibilità perché pensiamo meriti di essere conosciuta anche al di fuori dal giappone.
lo stile che caratterizza il suo lavoro è molto particolare ed immediatamente riconoscibile: occhi grandi e bocca quasi deforme, estrema cura nell'abbigliamento [è lei l'ispiratrice del fenomeno di costume conosciuto come gothic lolita, che ha cominciato a diffondersi in giappone proprio sulla scia del successo del suo primo manga kiss xxxx, in cui una delle protagoniste si vestiva con abiti che sembravano presi in prestito da antiche bambole] e maniacale attenzione ai dettagli sono i tratti che costruiscono tutti i suoi personaggi; divisione simettrica della tavola e contrasti cromatici d'effetto come l'accostamento di colori apparentemente di cattivo gusto, in realtà rendono l'impatto finale molto “stiloso” ed elegante.
i suoi lavori sono permeati da un'atmosfera inquietante, a tratti violenta, sono mondi abitati da figure anoressiche, dedite all'automutilazione, bellissime ed inquietanti allo stesso tempo; i ragazzi hanno l'aspetto delicato ed efebico tipico dei giapponesi, dietro il quale però nascondono atteggiamenti violenti e disturbati.
stile è la parola chiave per comprendere l'arte di maki kusumoto: l'immagine deve prima di tutto essere esteticamente perfetta e l'attenzione ad ogni minimo particolare di una tavola o di un'immagine ci fa capire quanto questo le prema. altra caratteristica è l'indubbia influenza dell'arte contemporanea, tant'è che l'autrice stessa non solo ama spaziare nel concettuale e nel minimalismo più puri, ma più di una volta rende omaggio ad andy warhol, padre della pop art e simbolo di tutta l'arte del nostro tempo, riproponendo l'immagine-icona della lattina di zuppa campbell.
queste particolarità ci fanno capire quanto l'arte della kusumoto spesso vada oltre la semplice denominazione di manga, che le sta sicuramente stretta, non solo per la cura con cui i suoi prodotti sono presentati al pubblico (copertine setate, vellutate, confezioni elegantissime e lussuose) ma anche per la loro struttura interna che spesso non è lineare ed univoca, ci sono volumeti difficilmente classificabili esclusivamente come manga o come artbook, perché toccano entrambe le definizioni, proponendo un'inscindibile mistione di illustrazioni e fumetto.

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