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Scelta
d’amore
-Kaede’s
Diary-
“La mamma del Tensai ti porge i suoi saluti!!” gli
dico, tutto allegro. “Come stai, mia bella volpetta??” è la mia domanda,
mentre mi accoccolo al suo fianco, prendendo il diario. Sbircio la sveglia sul comodino: un’oretta scarsa. “Allora.. stamani, ho fatto un sacco di cose, sai? “Comunque.. dicevo: le ho tostato il pane, bello
dorato-dorato, le marmellatine
spalmate sopra, il succhetto di frutta, il caffé nero bello fumante e
tutto il resto.. ho portato il vassoio in camera sua, e poi l’ho
svegliata.. “Hana, tesoro.. hai lasciato qualcosa sul fuoco?” Io la guardo –smarrito- per un attimo, e poi le risponde serafico: “Certo che no!! Non ho neanche acceso il gas, oggi..” E, proprio in quel momento, un chiaro sentore di bruciato giunge alle mie narici.. mi catafiondo fuori dalla camera, verso la cucina, con lei che mi tallona, la colazione dimenticata.. Faccio scorrere gli shoji, e un odore acre mi colpisce, sgradevole. “Cosa accidenti..” chiede lei, con educata perplessità, dietro di me, che le nascondo la visuale.. Il cucinino sembra Londra alle 8 di mattina: una densa, fitta nebbia aleggia nella stanza.. “Il tostapane, CAZZO!!” esclamo, correndo a spegnerlo. “Hanamichi!!” mi rimprovera lei, non so se per la volgarità, o per il disastro. “Scusa, mamma..” farfuglio, staccando la spina dall’aggeggio infernale. Lei apre le finestre, e l’aria si fa di colpo più respirabile.. “Se arrivano i pompieri, glielo spieghi tu!!” –è la sua minaccia, puntandomi un dito contro. Devo avere una faccia davvero contrita, perché lei scoppia a ridere, pizzicandomi una guancia.. “Il mio tensai pasticcione.. Non è che da grande vuoi fare il piromane, eh?!” Io estraggo il pane carbonizzato dallo scomparto.. fa
quasi impressione.. e lo getto veloce nella pattumiera, in modo tale che
lei non riprenda la ramanzina.. Poi ci siamo preparati, e siamo andati a fare la spesa, così –per una volta- non deve trascinarsi da sola pacchi e borse.. ne ha approfittato per mettermi in mostra con le sue amiche.. Ho ancora nelle orecchie il loro coro di vocette
estasiate: Rabbrividisco, al ricordo delle loro velate avances.. velate, mica tanto!! “Ritornati a casa, abbiamo cucinato insieme il
pranzo, e poi siamo andati al laghetto, per un bel giro in barca.. una
volta o l’altra ti ci porto!! Il Tensai è un rematore formidabile,
ovviamente!! E’ da quando avevo 5 anni, che si ripete questo
rituale.. non c’è pioggia o tsunami che tenga: papà ci caricava sulla
barchetta e ci scorrazzava per il lago, io davo da mangiare alle ochette..
Pensa! Una volta una m’ha beccato sulla testa, perché le avevo sottratto
il mangime all’ultimo minuto.. e un’altra ancora mi ha rincorso, perché mi
ero avvicinato troppo ai suoi piccoli.. sono pericolose, che ti credi?..
ma il Tensai Sakuragi correva al sicuro dai suoi geniali genitori.. e poi
concludevamo la giornata facendo un pic-nic, lì nel parco. Invece, stasera mamma deve lavorare, quindi siamo
rincasati un’oretta fa.. Ad essere sinceri, il suo turno inizia fra quasi due
ore, ma lei ha capito –perché è la giusta madre di un Genio- che io avevo
bisogno di vederti, almeno un pochino.. quindi mi ha dato libera uscita,
con la scusa di volersi riposare, prima di.. beh, ecco.” Concludo,
sorridendo, ripensando al modo discreto con cui lei mi ha fatto
capire che potevo anche lasciarla sola, che avevo egregiamente adempiuto
al mio dovere di figlio devoto, e che sapeva quanto fosse importante per
me essere qui.. “Salutami Kaede!” ha detto, spingendomi a viva forza fuori
da casa, e sbattendomi la porta in faccia. “Che ne dici..? leggiamo un po’?” propongo, apprendo l’agenda al punto dove ci siamo fermati ieri.
13 Settembre. Lunedì. “Meno due alla fine. “Rei?.. REI??!!” –esclamo, alzando di un’ottava- “Ohi! VOLPE!!! Prenditi meno confidenze, con quello!!” esplodo, schiumando rabbia…. e gelosia. “Rei mi ha passato un bellissimo alley-hoop, che
ci ha riportati in vantaggio a -2 dal termine. “Se metto le mani su quel Kuroi, gli faccio passare
la voglia di ronzarti attorno…” è la mia minaccia gettata al vento. “Ore 21.00, dopo l’ennesimo incontro con la mia
Baka Saru. Ed è strano, il mare mi inquieta, nel suo eterno
andirivieni senza requie. Lui mi chiama da lontano.. Mi chiama, ma non gli
rispondo. Voglio che si avvicini, che sia con me. In realtà, sono più che sveglio.. Solo che
continuo a far finta di dormire.. La gente ama definirmi un figlio di papà: un
ghiacciolo borioso, saccente, ipocrita e menefreghista.. Non sa quanto mi costi averlo vicino, e non
poterlo sfiorare, se non con i pugni. Perché cazzo mi sono innamorato di lui? Sono rimasto lì, aspettando che lui facesse
qualcosa, qualsiasi cosa.. E di colpo lo sento sbuffare, ma so per certo che
non è seccato, sta trattenendo una risata. Il suo respiro mi fa solletico. Non so se il tempo si sia congelato, ricordo solo
i suoi occhi, e le sue labbra troppo vicine.. “Ben svegliato, Kitsune..” mi augura lui, con tono gentile. La sua bocca che si muove.. sembra un messaggio
subliminale. Mi fermo un istante, per racimolare l’ultimo morso
di coraggio, lo sguardo a lui che mi sorride, incoraggiante. “Scusa, Kit.. ma
cerca di capirmi.. sono stato preso dal panico! ..Mi sono difeso
nell’unico modo che conosco, nell’impeto della concitazione.. dopo che non
sono riuscito a trattenermi, e ti ho accarezzato i capelli.. ho temuto di
essermi scoperto troppo.. avrei voluto baciarti, non l’ho fatto
perché temevo ti avrei perso..” mi giustifico, annotando l’ennesima
occasione mancata.. sembra che la nostra relazione sia un valzer senza
fine.. “Frantumato l’incanto, un altro mio gancio parte in automatico, un po’ per la delusione, un po’ perché mi ha fatto incazzare.. non può illudermi, anzi, no!! P-R-O-V-O-C-A-R-M-I così, e poi piantarmi in asso.. altra cosa da mettere in conto a quel carciofo!” “Ti ho già chiesto scusa, mi pare!!” scatto, sulla
difensiva.. questa volpaccia cocciuta è capacissima di rinfacciarmelo da
qui all’eternità.. Ciò non toglie che lui resti un idiota!! Mi spaventa il potere che ha su di me.. so che non l’ha chiesto, ma ce l’ha. Com’è possibile?” “Sai, Kaede.. i ragazzi mi hanno fatto un regalo particolare, prima di partire: è una targhetta, con incisa una frase.. “Nella sua grandezza, il genio disdegna le strade battute da altri e cerca regioni ancora inesplorate.” Forse.. la mia regione sei tu.. L’aveva detto Abramo Lincoln, molto molto tempo fa.. e credo che mai,
pensiero sia stato più azzeccato.. La porta si apre appena, infrangendo i miei pensieri. “Hana-kun, è..” “Lo so, lo so..” la precedo. E Saito-san scompare, così com’è venuta. “Scusami.. abbiamo letto solo di una giornata..” chiedo perdono, ricordando anche un’altra confessione spinosa.. “Domani… beh… Vedi.. lo so che le cose si sono accumulate, ma non dipende da me.. L’Armata mi dà già per disperso.. ha detto che mi sequestrerà tutta la domenica, per una giornata tra noi.. non ho potuto rifiutare.. hanno insistito tanto.. Posso, Kit?” chiedo, attendendo un inutile permesso. Sbuffo.. Sentendomi assurdamente, nuovamente in colpa. “Dai, Volpe, su!! Un giorno senza Tensai lo saprai passare, no?!” lo provoco. Ma chi sto cercando di convincere? Lui..
…continua.
Note dell’autrice: - Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia. -La frase citata: “Nella sua grandezza, il genio disdegna le strade battute da altri e cerca regioni ancora inesplorate” appartiene ad Abramo Lincoln. (1809-1865) - La storia
si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA. - Chiunque
desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di
aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy:
elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti. - Per
ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo. Arigato (_
_) elyxyz
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