DEDICHE: In primo luogo a me, che ho sudato 666 camicie per questa ficcì. La volevo, però era struggente slashare il mio amato Corey…

A Rasha, la quale stava per rimetterci la pelle quando ha letto di Joey (non preoccuparti è tutto tuo LoL), aishiteruuu…

Alla Volpe dei miei calzini, il mio uketto preferito (come promesso ;P), ti voglio bene cessino mio (questo è tutto amore venerativo lo sai, eh?) ed infine alla Zia LiLi, che da poco legge le mie ficcì, ed in sincerità mi dispiace di averle sottratto anni di vita…

Comunque sia, raga grazie per i vostri commenti in diretta su msn, mi fate sbregare dalle risate ogni volta, e mi rendete una slasher felice ed appagata…

(fino a un certo punto, meglio specificare… LoL)

Ancora un grazie a Rasha per tutto… tu sai già…

Stay (sic)

 

RATING: NC 17 JoeyJordison x CoreyTaylor

(uno spreco solo scrivere LoL)

 

Ehi dudes, i personaggi sono miei, anche se in realtà non mi appartengono del tutto T_T’, in ogni caso giù le zampe ;p




 


 

 

Whisper

 

di Starforsaken

 



Lo  incontrai quando avevo 17 anni.

Allora era tutto molto diverso, almeno credo…

L’unica cosa che non è cambiata dentro di me è la tenacia con cui mi piace combattere per i miei ideali, che sia uno qualsiasi degli altri otto fratelli o che sia proprio lui  a contestarmi, non piegherò mai questa mia dannata testa.

È così.

Siamo nati così...

Volevamo dire “No!”, lo vogliamo ancora…

Ma… a volte ho l’impressione di aver perso qualcosa di me, che ora giace dentro di te, indelebile, incatenata.

Sono cambiato con te, e grazie a te.

Cristo…

Mi piace poter stringere a me i miei fan, fare piccole cose come scattare una foto insieme, togliere la maschera e fare l’ennesima intervista al Kerrang, qualsiasi altra cosa, ma alla fine nei miei pensieri ci sei solo tu.

Sai, non immaginavo che la mia vita potesse avere un risvolto del genere…

Ci pensi mai qualche volta?

A noi due intendo, a quello che abbiamo costruito insieme…

Non reputo la nostra una grande fama, e non credo che siamo amati da tutti, ovviamente, però è stato interessante vedere l’evolversi delle cose, e quando dico ‘le cose’ intendo tutto quello che ci è accaduto, quando tutto nacque nella desolazione del nostro amato/odiato Iowa.

Adoro Elvis, se non avessi cantato una delle sue stupende canzoni in quel fottuto negozietto per pervertiti a quest’ ora Shawn molto probabilmente non avrebbe minacciato, come invece ha fatto, di tagliarmi la gola se non avessi provato a cantare seriamente con voi...

Mmmh… voglio bene al Clown.

Ognuno di voi è un mondo singolare e specialissimo che mi piace esplorare, siete magnifici, e lo sapete, siete i miei fratelli, però c’è una cosa che nessuno sa, nemmeno Scarlett, nonostante io ci abbia fatto tre figli, che adoro, e si fida ciecamente di me.

Tu l’hai gia intuito, te lo leggo in faccia.

Sei un figlio di puttana, lo sai.

- - -

 

Come stavo dicendo, avevo 17 anni, ed ero giovane e ingenuo.

Non lo diresti, lo so, ma lo ero.

Io ero convinto, dico ero perché ora non lo so più, di sapere cosa volevo.

Mi spiego meglio.

A me piacevano le donne.

Comprendete, cari amici?

Poi lo vidi, e fu come quando cadi dal letto e ti alzi bestemmiando dal male che hai provato sbattendo per terra.

Scaraventato sulla superficie di un nuovo mondo, che non riusciva ad apparire ai miei occhi se non sgradevolmente.

Stavi di fronte a me con quel tuo grugno incazzato, la tua solita faccia imbronciata, con la bocca leggermente piegata verso sinistra, ma gli occhi attenti, lo sguardo che non si lascia sfuggire nulla.

La tua solita espressione da frocetto insomma.

Ti guardai e pensai: “Chi cazzo è questo nano?”

Shawn mi riscosse dai miei pensieri dicendo:

“Ehi dude, questo è Joey, il nostro batterista!”

“Tu con quella faccia un batterista? andiamo… tra l’altro sarai alto 1 metro e 60  al massimo!”

Te lo giuro, mi sembravi un perfetto sfigato, e non so neanche perché.

Ovviamente io non mi fermo mai alle apparenze, e voglio lasciarvi intendere molto, miei cari amici…

“Corey, piacere”, ti tesi la mano e strinsi  la tua, e avvicinandomi a te mi accorsi che eri proprio piccolo, si…

Mi arrivavi alla spalla, e avevi i capelli neri, lunghi fino a metà schiena, lisci fino all’inverosimile.

Nessuno specchio potrà mai riflettere l’immagine che vedo tutti i giorni con i miei occhi.

Non dovrei dirlo forse, perché poi ti monti la testa, ma sei dannatamente bello.

Poi ti ho sentito suonare. Cazzo...

Tu non sei un batterista, sei un alieno.

Ho imparato ad apprezzare di più il death anche grazie a te.

Quella grazia felina con cui aggredisci il tuo strumento, la naturalezza con cui ti passi la bacchetta tra le dita mentre stai suonando ad una velocità umanamente impossibile ad altri, la tua testolina che va’ su e giù mi hanno fatto perdere il senno.

L’eleganza con cui ti alzi e te ne vai in completa normalità dopo che hai suonato così stupendamente, e so che lo sai dude, ti rende ancora di più la persona straordinaria che sei.

- - -

 

Sei venuto a casa mia.

Non dovevi…

Il vecchio Corey sta ancora dando fuoco alle piume del piccione che era morto in quel buco del mio garage.

Ti ricordi che ci divertivamo con poco?

O forse dovrei dire: con una tale innocenza?

Volevi una cosa quel pomeriggio, ce l’hai ancora.

Ero seduto per terra con le gambe incrociate, e aspettavo che la campagna tramutasse in oro nella mia immaginazione, quando ti vidi sull’uscio del suddetto buco.

Non ti ho sentito arrivare, eri lì chissà da quanto.

I tuoi occhi azzurri mi squadravano con una freddezza raggelante, e non si chiamerebbe freddezza se non fosse raggelante, giusto miei cari amici, ma la sensazione che mi trasmetti ogni volta che poggi il tuo sguardo su di me è qualcosa che mi getta nel panico più totale, mi fai sentire inadeguato, incompleto…

E tu sei libero di seviziarmi come vuoi, con i tuoi sguardi, con le tue parole, con le tue mani…

Sembravi fatto per stare appoggiato lì dov’eri, e non avresti dovuto muovere un solo passo.

“Corey”, mi saluti, e mi fai sobbalzare, perché mi sarei aspettato di vedere chiunque eccetto che te, lì con me, da soli.

“Joey…”, il tuo nome scorre perfettamente sulle mie labbra, e non smetterei mai di pronunciarlo…

A piccoli passi mi hai raggiunto e mi ti sei parato davanti.

“Corey alzati”, ed io ti ho obbedito. Ti sei avvicinato a me.

“Corey…”, mi hai soffiato dentro un orecchio, come se per te fosse normale starmi così appiccicato… ed io morivo di caldo tutto d’un tratto…

Nessuno mi crederà, ma io sono stato etero fino a quel momento, fino al momento in cui tu mi hai baciato.

Come se fosse una cosa usuale per me sentirmi accarezzare la bocca dalla tua lingua. Da te, che sei un uomo come me.

Sei sempre stato crudele, non hai mai lasciato tempo alla mia testa di abituarsi alla tua presenza nella mia vita, quando prepotentemente mi accorsi con una felicità sgomenta che eri già dentro di me, e adesso non posso fare niente per mandarti via, ed infondo non lo voglio.

Sei mio, you’re mine…

“Joey che cosa stai facendo?”, mi stavi toccando il petto, le tue mani erano fredde, ma tu eri audace, e mi toccavi sempre più lascivamente, anche la schiena, seguendo la linea della mia spina dorsale, graffiandomi le scapole...

Sentivo il sangue pulsarmi nelle orecchie.

Hai appoggiato la tua bocca sul mio collo, e me l’hai succhiato lentamente, il rumore della tua bocca era ipnotico ed afrodisiaco, mi hai fatto eccitare, e te ne sei accorto.

Hai ridacchiato e mi hai detto:

”Cominci a capire Corey…?”, ed io non ho potuto fare altro che gemere quando me l’hai toccato, quando la tua mano si è appoggiata sul mio sesso, che pulsava in cerca delle tue attenzioni.

Dammi una ragione per credere che te ne sei andato, che non sei più con me.

Che non sei più accanto a me nel nostro letto…

ti sento ancora addosso a me, sento ancora che mi hai slacciato l’unico bottone dei jeans e ti sei inginocchiato davanti a me.

Per la prima volta nella mia vita vivevo un’ esperienza così… estrema per il ragazzo che ero un tempo, il ragazzo a cui piacevano le ragazze intendo.

Mi tenevi fermi i fianchi con entrambe le mani, e intanto ti divertivi a torturami.

Ti avvicinavi a me, ci soffiavi sopra, ti allontanavi ed io gemevo di disappunto.

Ti avvicinavi di nuovo, e stavolta mi graziavi con la tua sola lingua, muovendola ipnoticamente, piano, per poi fermarti.

Ti ho afferrato i capelli e ti ho costretto a fare sul serio, perché non ce la facevo più.

Scusami se ti ho tirato in malo modo i capelli…

La tua bocca era calda, umida, paradisiaco quello che mi faceva.

Mi mordevi, ma non sentivo male, mi leccavi, e sarei potuto morire dal piacere che provavo, credimi, ma quella prima volta non mi hai concesso di venirti in bocca, bastardo.

“Spogliato almeno”, ho ansimato, in preda alla follia nella mi stavi facendo affogare, e tu hai riso, e il tuo sorriso è una pugnalata per me.

Senza fiatare ti sei tolto i vestiti.

Le tue minute mani percorrevano i tuoi abiti, e il meraviglioso corpo che celavano, per disfarsene.

Sono sicuro che lo facevi apposta ad essere così lento, a guardarmi così maliziosamente mentre ti sfilavi i boxer, e quando sfilavi anche i miei, assieme al resto.

Sto dormendo o sto morendo? È l’inferno o il paradiso?

Banale dualismo…

Se avessi saputo che ci fosse stata una via d’uscita a tutto quello non avrei esitato a salvarmi.

Ma che cazzo sto blaterando… mi piaceva da morire, anche se mi sentivo una schifosa puttana a farmi prendere così in piedi in quello squallido posto.

Mi hai spinto contro il muro e mi hai sussurrato:

“Corey sei vergine?”, ed io ingenuamente ho risposto di no.

Hai riso di nuovo.

“Intendo se sei mai stato con un uomo…”

“Quindi questa per te non è la prima volta”

“Certo”, mi hai guardato negli occhi, ed io ho seguito per un istante la linea della loro forma un po’ allungata.

“Cosa?”

“Sta zitto…”, mi hai chiuso la bocca con la tua, che è piccola e carnosa, mentre la mia è disegnata ed un po’ meno tornita della tua.

Quando penso alle nostre bocche fuse insieme vado in estasi, perché rappresentano un’ unione perfetta nella loro diversità.

Improvvisamente mi sono trovato allacciato al tuo bacino, completamente esposto a te.

Ti sei mosso contro di me.

“Aaah…”, questo ero io, ma poi ho sentito te ansimare sulla mia pelle, ardevo, e credevo che avessimo potuto prendere fuoco.

Mi hai leccato il mento.

“Hai un buon sapore… fa qualcosa anche tu diamine!”.

Arrogante e lussurioso.

Ho sgranato gli occhi, tu volevi che io ti toccassi?

Era giugno.

Il cielo era chiaro come i tuoi occhi, ci leggevo tutto.

Lo volevi, eccome.

I miei palmi hanno saggiato la pelle del tuo petto, ti ho morso il collo, tanto, ti lasciai un segnaccio proprio cattivo…

Hai abbassato la testa e l’ hai appoggiata su un mio capezzolo, incominciando a succhiarmelo, e hai fatto lo stesso col suo gemello.

“Joeeey…!”, cristo, come mi piaceva…

“Ancora un po’…”, richiesta inutile.

Mi hai messo di nuovo giù e di nuovo me lo hai preso in bocca, la tua saliva cosparse il mio membro, già congestionato…

Quando sto per arrivare, e mi senti fremere nella tua bocca, ti sposti.

Ti rimetti in piedi e mi porgi due dita candide da lubrificare.

“Perché?”, chiedo.

Ridete pure, cari amici, ma non arrivavo a capire.

“Sei duretto lì Corey”

Ecco, mi sentii terrorizzato tutto d’un tratto.

Tu volevi ficcarmi le tue dita nel mio buco del culo?!

“Sei pazzo?!”, ho urlato, ma tu mi hai accarezzato i capelli e mi hai sussurrato con un tono di voce dolce, dolcissimo:

“Si fa così, chiudi gli occhi…”, e io ti ho ascoltato, mi sono fidato.

Tu hai canticchiato la canzone di Elvis che cantavo anch’io quel giorno in negozio… non me ne frega un cazzo del destino, ma se non l’avessi mai cantata ora non sarei qui con te…  forse…

Delicatamente ho sentito le tue dita farsi spazio dentro di me.

“Mi danno fastidio… si puo’ dire?”

“Immagino… non ci pensare, sssch…”, più cantavi e più mi rilassavo.

Qualcosa annebbiò la mia mente, o forse la rischiarò, perché quel tocco mi stava facendo impazzire, mi fai gemere indecentemente ogni volta, ed adori  farti pregare.

“Posso ora?”

“Siiih…”, non avevo neanche più fiato in gola.

Non urlo così neanche durante Surfacing dolcezza.

Hai indugiato davanti il mio orifizio, sfiorandolo piano, atroce come sempre.

Me lo stavi sventolando piano davanti…

Cari amici, capite la mia situazione?

“Joey dannazione, muoviti!”

“Non così”, quanto sei sadico.

“Mmmh”, ho piagnucolato per te.

“Su, Corey…”

“Joey, non ce la faccio più ad aspettare… voglio averti cazzo”

Ridendo, sei entrato.

Benvenuto, ora ti appartengo, non ho nessun legame con la terra, e volo libero verso la tua più vera ed intima essenza.

Ti muovevi dentro di me, prima piano, poi sempre più velocemente.

Ho avuto la forza di anticipare i tuoi movimenti, di venirti incontro, non so come, i nostri bacini sbattevano e sentivo le ossa toccarsi.

Tu sfioravi il mio intestino e la mia prostata.

I tuoi capelli profumavano di foglie bagnate dalla rugiada, e di vento.

Sentii il tuo calore prendere parte al mio, e poi venni sul tuo stomaco.

Tu avevi un espressione di puro piacere stampato in faccia, ed un rantolo mi avvertì che eri finalmente soddisfatto di ciò che avevi ottenuto.

 

- - -

 

Dopo quell’ incontro ci siamo visti altre volte.

Con te è diverso, anche se ora non stiamo più insieme.

Mi sentivo un uomo realizzato quando sapevo di poter appartenere a te, di essere tuo.

Quando sapevo che avresti fatto tutto per me, anche se non lo diresti mai tutt’ora, ma io lo so...

Tu conosci la ragione per la quale tutto è finito?

Era tutto troppo ambiguo?

Mi manchi Joey…

Mi piace il tuo modo di fare, mi piaceva sapere che ero il centro del tuo contorto mondo.

Voglio cantare per tutta la vita, ma so che la musica non basterà a riempire il tuo vuoto.

 

- - -

 

Hai appena finito di suonare, non ti lascerò andare via senza dire nulla stavolta…

“Joey, aspetta”

“Dimmi dude”, i tuoi capelli mi hanno sfiorato il viso quando ti sei voltato.

“Joey, ti ricordi quando ci siamo incontrati?”

“Si…”, lo soffi quasi.

“Ti ricordi come?”

“Si…”, sei incerto?

“Ti ricordi di noi due?”

“Certo”, sei di nuovo sicuro di te.

“Tutto…?”

“Corey… potrebbero baciarmi 1000 uomini e 1000 donne, ma non riuscirò mai a togliermi il tuo sapore dalla bocca”

Stavolta quello stupefatto sono io.

“È l’odore del sesso…”

 Stavolta voglio ascoltare i miei sensi.

Sono furioso.

“Per te era solo sesso?

Quando ti dicevo che sarei morto per te era perché volevo scoparti? Quando piangevi depresso e mi dicevi che ero la tua unica ragione di vita scherzavi per caso?

Quando ansimavi il mio nome sotto di me era sesso?

Quando mi volevi e dicevi che non era scontato ero solo uno dei tanti?”

Ho urlato.

Ho la gola secca, e gli occhi umidi.

Il cuore potrebbe sfondarmi la cassa toracica.

Ti guardi le righe bianche delle tue Adidas nere.

“Rispondi motherfucker!”

“Non hai mai avuto paura delle conseguenze? Tu sei sposato!

Suoniamo in un gruppo di soli maschi, come la prenderanno loro? Penseranno che siamo dei pervertiti?”

“Joey, tu non dovresti avere paura. Non di queste cose almeno… e dovresti fidarti di noi”

“Invece ne ho tanta, perché non ti voglio perdere.

Non capisci… sei tutto per me, vivo solo per sentire la tua voce…”

“Piantala!”

“Ho paura Corey, si, e allora? Ciò non vuol dire che non abbia mai smesso di provare quel sentimento che si chiama amore nei tuoi confronti, e che non mi fidi di voi!”

Allibito, senza parole.

Tu non mi hai mai detto queste parole.

“Corey I love u, dude… fucker!”, vuoi abbracciarmi ma fuggo da te, mi allontano, devo respirare…

“Corey, ho creduto che fosse meglio perderti piuttosto che farti vivere squallidamente, ti stavo accanto e…”

“… ti bastava?”, lo dico piano, sperando di non avere nessuna reazione eccessiva.

“No, dannazione…”, mi guardi in faccia.

È di nuovo giugno per me, leggo tutto nei tuoi occhi, come 16 anni fa.

Ti avvicini a me, e piano mi abbracci. Insistente come sempre.

“Glielo diremo”

“Corey…”, perché piangi?

“Can u shut the fuck up, please?”

“Tua moglie…”

“Joey, quando facevo l’amore con lei pensavo solo a te…”

Mi guardi severamente, ma poi scoppi a ridere.

Aggrotto le sopracciglia.

“Wtf…?”

“Anch’io con la mia “ex fidanzata” se vuoi chiamarla così…”

Allibito, di nuovo.

“Un giorno non so come non riuscii a chiamarla ‘Corey’ ”

Scoppiamo a ridere.

Arriva Shawn, ma non sembra sorpreso di vederci impegnati in effusioni così tenere…

“Che c’è dudes?”

È il momento… O_O

“In realtà, Shawn, io e Joey dovremmo dirvi una cosa…”

“Cosa??

Ehi Joey perché sei sbiancato ancora peggio di quello che sei?”

Rido…

 

- - -

 

Mio commento (ogni tanto ci vuole):

Mmmh… anch’io voglio bene al Clown **

Volevo dire che l’idea di questa ficcì è venuta per caso durante il solito ascolto serale (23.11) di Skin Ticket e dopo molti consulti con la cara Rasha… (grazie ancora per l’incoraggiamento ^^)

è un piccolo ma insulso omaggio a due dei nove che con la loro musica hanno fatto tanto per me e continueranno sempre…

Stay (sic)