DISCLAIMERS: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes..

DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’…

 NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-…

-_- la storia  è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei  da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego!

RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan *_* e Kieran*_* e la Nipo love love *_* di esistere, a Pam e Saku per le risate ,a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!

 RINGRAZIAMENTO SPECIALE: a tutte le persone che stanno commentando VISIONS: grazie mille di cuore (_ _), siete gentilissimi/e !

 DEDICA DEL CAPITOLO: augurissimi, geme :)!

”buona” lettura!...^^’’’’ spero…


 
 
 
VISIONS

di Tesla

capitolo VI di ?

 

***

BRACCIALI E LOMBRICHI

 

Al termine delle lezioni Harry saluta Ron ed Hermione con una scusa e sale di corsa nella Torre di Grifondoro, e poi su, dritto nel dormitorio deserto dei ragazzi del sesto anno; la porta non è ancora chiusa che ha già estratto il bracciale di Malfoy, avvolto nel fazzoletto. Lancia la borsa verso il baule, si rifugia nel letto e tira le tende scarlatte del baldacchino.

Oltre di esse, il mondo ha cessato di esistere.

Harry si concede un lungo attimo di pausa, e realizza finalmente quanto sudate e tremanti siano le sue mani, e quanto affannoso sia il respiro costretto nella carne del suo petto.

"Ora calmati, Harry" si ripete più volte mentalmente, ma è una impresa ardua rilassarsi , avendo sotto gli occhi il piccolo involto sul copriletto, a pochi centimetri dalle sue gambe incrociate. Afferra un lembo del fazzoletto e lo tira piano verso l'alto, liberando il bracciale d'argento sul lenzuolo. Harry si concede un minuto buono ad osservarlo, cercando contemporaneamente di calmare il cuore che batte come impazzito.

Lentamente, MOLTO lentamente, avvicina le dita al bracciale e…

…le ritira rapide al petto.

"Ma cosa sto facendo?!?"

AH! In fondo è solo uno stupido braccialetto, niente di importante! Si sta comportando in maniera ridicola, ha decine di cose più importanti da fare… e non ha poi tutto il tempo di questo mondo: tra poche ore dovrà andare alla Punizione di Piton…

Si alza bruscamente, spingendo con una manata le tende di lato, e si piazza in mezzo alla stanza, i mobili delineati dalla luce pallida di un sole che va tramontando. Con la bacchetta in mano, Harry esclama deciso:

-          Ora iniziamo da Trasfigurazione Umana!

L'attimo dopo si sente un perfetto idiota. Chi teneva ad informare del suo programma, le finestre?

 

(Se ora sfiorassi i vetri… mi rivedrei ripetere questa frase?)

 

"Concentrati, concentrati!" prende a ripetersi febbrile Harry. Si prende un paio di secondi per stropicciarsi il viso con una mano per scacciare via i pensieri superflui e si punta la bacchetta contro il petto.

 

(Cosa avrà visto quel bracciale?)

 

- Brancheus!

La pelle tra le sue dita e quella immediatamente dietro le orecchie rimane liscia e senza grinze.

Ok, forse non era perfettamente concentrato.

 

(Cosa vedrò toccandolo?)

 

-          Brancheus!

 

(Quali ricordi ?)

 

-          Brancheus!

 

(Vedrò LUI?)

 

-          Brancheus!

 

(Devo sapere, DEVO SAPERE)

 

-          BRANCHEUS! BRANCHEUS! BRANCHEUS!

 

(Finalmente saprò a chi credere?)

 

-          Bran…

"Oh, al diavolo!" pensa furioso Harry. Sbatte la bacchetta sul comodino, con tanta forza da fargli temere con un piccolo angolino del suo cervello di averla rotta; si risiede sul letto e tira le tende. Il bracciale è ancora lì, affogato tra le pieghe del lenzuolo. Si asciuga i palmi umidi di sudore strofinandoseli sulle cosce, serra i pugni, strizza gli occhi e fa un grosso respiro profondo.

È inutile prendersi in giro: ha bisogno di sapere, e ne ha bisogno adesso.

Harry riapre gli occhi e fissa il braccialetto; il cuore batte forte

 

(TUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUM),

 

il suo corpo trema leggermente. Dal nervosismo, e dalla paura, e anche da qualcosa che, sconvolto, Harry riconosce per eccitazione.

"Finalmente scoprirò tutto. Nel bene e nel male".

Senza pensarci una seconda volta, Harry trattiene il fiato e afferra il braccialetto.

E non succede assolutamente nulla.

Continua a fissare la catenina d'argento incrociata che fuoriesce dalle estremità del suo pugno.

"E adesso perché non funziona???" urla frustrato nella sua mente.

Lui… lui sta toccando il bracciale, no? Quando aveva avuto la visione con Lupin, o con Draco, in infermeria, non era servito altro… una stretta di mano, un tocco, e aveva Visto.

Adesso perché non vede altro che il suo letto, e la sua mano chiusa?

Perché le cose con Malfoy devono essere sempre così maledettamente complicate?

Prova a ricordare le istruzioni che Silente gli ha fornito nel suo studio, ma tutto ciò che gli ritorna in mente è la pasta densa e ambrata che ricopriva il viso ferito di Lupin; la stanchezza che lui, Harry, provava in tutto il corpo; e il desiderio intenso di ritornare a letto il prima possibile.

Ricorda che il contatto fisico è fondamentale… che era seduto mentre stringeva la coppa… e ricorda…

… il puzzo dolciastro e nauseabondo che lo aveva aggredito, odore di sangue fresco, ancora caldo di vena.

Serra i denti, scuote la testa con forza e stringe il bracciale nella mano.

Niente.

"Ma perché?"

Stringe più forte.

Nulla.

Più forte, e sente i ganci dentellati della catenella affondargli nella pelle del palmo della mano, con rabbia, e con forza.

Ma è inutile. Tutto inutile.

-          PERCHÉ NON FUNZIONI?!?- urla rabbioso scagliando il braccialetto contro le tende; lo vede sbattere contro la stoffa pesante e atterrare con un tonfo appena udibile sul copriletto scarlatto.

Sospira pesantemente e si infila le mani nei capelli.

Beh, cosa si era aspettato? Che solo sfiorando un bracciale di Malfoy avrebbe potuto sapere con certezza cosa provasse per lui Draco? Che lo avrebbe visto piangere, strapparsi i capelli, battersi il petto disperato perché amava troppo Harry, chiuso nella sua stanzetta nei sotterranei?

La visione che ha avuto nell'infermeria, Malfoy che gli stringeva tenero la mano… può dire tutto, ma può anche non significare nulla.

Potrebbe essersi sbagliato, o aver frainteso.

Potrebbe essere un episodio di mesi prima. 

Potrebbe essere qualunque cosa.

-          Perché non posso semplicemente dimenticarti?- mormora Harry fiacco con una morsa che gli stringe il petto, fissando il braccialetto. Se fosse Draco potrebbe rispondergli, ma è inutile stare lì, a cercare risposte in un braccialetto chiuso nel suo silenzio.

Harry si alza, raccoglie i libri per i compiti e la bacchetta e si dirige verso la Sala Comune. Sulla porta si ferma un attimo, e la tentazione di tornare indietro e riprovare, tentare ancora un'UNICA ultima volta  è così forte che il suo corpo è già girato a metà, quando si ferma nuovamente.

Si sta solo torturando mentalmente. Se ne rende conto da solo.

Restituirà il bracciale a Malfoy il prima possibile, e forse allora riuscirà a capire un po' di più in quale Draco credere… se in quello che ha attaccato Ron in corridoio o in quello dalle dita tremanti e le guance rosate dall'imbarazzo e nervosismo.

Sì, forse allora…

Un ultimo sospiro; poi Harry si chiude la porta alle spalle e va alla ricerca di Ron ed Hermione.

 

***

 

Harry passa il resto del pomeriggio ad esercitarsi sull'Incanto Brancheus, il suono della sua voce che sovrasta appena il fragore della tempesta oltre i vetri delle finestre; alle nove meno dieci saluta Ron ed Hermione intenti a finire il tema di Erbologia e si avvia verso i sotterranei di Serpeverde. Bussa piano alla porta dell'ufficio di Piton , nutrendo la flebile speranza che Piton non ci sia, o lo rimandi indietro, indisposto, ma è un sogno che avvizzisce dopo pochi istanti quando sente la voce dell'insegnante di Pozioni sibilare un "Avanti".

Sospira pesantemente ed entra.

Piton è in piedi vicino alla scrivania, intento a controllare il contenuto di alcuni barattoli sugli scaffali della libreria. Gli lancia un'occhiata disgustata e arriccia le labbra.

-          Sei in ritardo, Potter.

Harry guarda il suo orologio, e vede che mancano ancora diversi minuti alle nove.

"Cominciamo bene" pensa cupo .

Piton ripone con calma gli ultimi barattoli nella libreria e si dirige verso la porta.

-          Andiamo, Potter, è ora che inizi la tua punizione.

Harry segue Piton lungo il labirinto dei corridoi dei sotterranei; quando si fermano davanti all'aula di Pozioni, Harry guarda la porta piuttosto incredulo.

-          È qui che …- domanda sorpreso. Sembra quasi impossibile che Piton voglia fargli mettere ancora piede lì dentro oltre il necessario, dopo quello che ha fatto con Draco.

 

(Caccialo dalla mente, avanti, Harry!)

 

-          Sì, Potter- conferma Piton con un ghigno perfido dipinto sulle labbra aprendo la porta,- è qui che sconterai la pena.

Un puzzo rivoltante aggredisce le narici di Harry, tanto forte e intenso da fargli lacrimare gli occhi.  La maggior parte dei tavoli e delle sedie sono impilati lungo le pareti, e solo le ultime due file sono al loro posto; al centro dell'aula, nello spazio lasciato libero, ci sono una decina di barili ricolmi di frattaglie putride invase da vermi. A quanto pare, ha appena trovato la fonte di quella puzza.

Harry si volge a guardare Piton, orripilato.

-          La farmacia che mi rifornisce normalmente ha combinato un bel pasticcio- lo informa Piton in tono serafico, - e ha mandato l'ordinazione di lombrichi insieme a quelle frattaglie. Ora separerai i lombrichi dal resto e andrai a gettare gli scarti vicino al capanno di Hagrid. Mi sono premurato di fargli scavare già una buca apposita prima di cena, per l'occasione.

Harry passa incredulo lo sguardo dai barili a Piton.

Questa volta ha esagerato… crede davvero che resterà lì a separare lombrichi da interiora marcite  e a trascinarle fino all'orto di Hagrid sotto un acquazzone tremendo?

Piuttosto… piuttosto, pensa fermo Harry, lascerà la scuola.

-          Se non avessi intenzione di subire la tua giusta punizione, Potter, stai pur certo che il signor Weasley e la signorina Granger passeranno veramente un… assai SPIACEVOLE periodo scolastico.

Harry serra i pugni così forte che i tendini schizzano contro la pelle in sfregi bianchi. Rivolge a Piton un'occhiata di puro odio furioso; poi, cercando di respirare il meno possibile, si siede davanti al primo barile e si prepara al lavoro.

-          I guanti, Potter- dice Piton passandogliene un paio di una sostanza simile al lattice babbano, - non voglio che graffi per sbaglio quei lombrichi, li rovineresti.

Agita la bacchetta ed Evoca una serie di orci di vetro ("per i lombrichi", spiega Piton) ed un grosso sacco di juta ("per le frattaglie").

Digrignando i denti in una furia cieca e rimboccandosi le maniche, i guanti infilati, Harry prende una prima manciata di lombrichi e carne marcia ed inizia a separarli.

 

Va avanti così per delle ore.

Minuti e minuti passati chino tra un orcio e il sacco, dividendone il contenuto; quando il sacco di juta si riempie fin quasi l'orlo, Harry lo trascina per i corridoi, scale, sul prato del castello trasformato in un immenso pantano fangoso dalla tempesta e lo svuota nella fossa scavata da Hagrid. Poi di corsa al castello. La pioggia batte forte contro la sua pelle… e il piccolo di Torliopa è ancora in libertà.

In uno dei suoi viaggi sente un clangore di catene in lontananza, dietro l'orto delle zucche, ma con la tempesta la visibilità è ridotta al minimo, ed è Harry è gelato fino alle vene, distrutto dalla stanchezza e nauseato fino alle lacrime dalla puzza dei resti delle interiora putride che gocciolano dai guanti. Sinceramente, non ha la minima intenzione di andare ad indagare oltre, e se ne torna al castello col sacco fetido in mano… inciampando… cadendo nel fango… rialzandosi… arrancando verso il portone di ingresso di Hogwarts.

Ha voglia solo di … accucciarsi in un angolo e scoppiare a piangere, per la rabbia, il nervosismo, la stanchezza; ma stringe i denti e inghiotte le lacrime. In nessun modo si farà vedere debole da  Piton.

Quando svuota l'ultimo sacco e torna in aula di Pozioni, grondante acqua, battendo i denti dal freddo e lercio di fango e carne marcia, Piton lo osserva a lungo, un sorrisetto perfido e soddisfatto sulle labbra.

-          Bene, Potter, hai quasi finito. Ora levati quei guanti, o insudicerai tutto, e rimetti a posto i banchi e le sedie. Dopo, potrai andare.

"È quasi finita" si ripete Harry più e più volte, per resistere ed andare avanti. Risistema sedie e banchi camminando a fatica, i muscoli rigidi e doloranti dalla stanchezza; mentre termina di mettere a posto, subentra una sensazione di pace.

"È finita, finalmente".

Appoggia una mano mentre cerca di uscire dalla fila di tavoli e …

WUMP, urla, urla, c'è qualcuno che urla.

La visuale di Harry è ampia e distorta, molto più bassa del normale; impiega qualche secondo a riconoscere Piton, livido in faccia e una mano alzata, quasi vicina alla spalla opposta.

C'è qualcun altro davanti a lui… più basso, con capelli biondi e il petto scosso da un respiro affannoso.

-          CHE DIAVOLO TI È PRESO, DRACO?- urla Piton.

Vede Draco indietreggiare di un passo e quasi inciampare contro un banco rotto alle sue spalle. Dall'angolazione in cui si trova, Harry non può scorgere il viso di Malfoy.

-          Cosa significa tutto questo?- continua a gridare furente Piton. - Ti allontani da lezione dicendo di star male e scopro che in realtà ti stavi… e quelle foto! E ora la professoressa McGrannitt mi è venuta a riferire ciò che tu e Potter stavate facendo nella MIA AULA! Sei impazzito? Spiegati!!!

Malfoy non dà segno di aver sentito il professore.

-          Draco, guardami!- esclama Piton, ma quando il ragazzo obbedisce, il suo tono cambia… il suo viso si trasforma in una espressione di sgomento.

-          Ma cosa ti ha fatto?

Draco esita un paio di secondi, poi si porta le mani al viso; anche da lì, Harry li vede, i riflessi delle candele che brillano sui polpastrelli umidi di lacrime.

E arriva un singhiozzo.

Poi un altro.

Sotto lo sguardo spaventato di Piton, Draco inizia a piangere disperato.

WUMP!, Harry è di nuovo in aula Pozioni, nel suo corpo, nel presente.

Strappa via la mano dal tavolo e la tira al petto, gli occhi sbarrati, il cuore che batte così forte, e fa così male, che Harry trema, e ha paura, perché non si può sopravvivere ad un dolore simile.

Non quando si è così… tristi.

E soli.

La Visione…la Visione che ha appena avuto…a quando risale? Al giorno in cui lui e Malfoy si sono lasciati?

 

(Non stavate insieme, Harry, non glielo hai mai concesso)

 

Ma perché Draco piangeva così forte? Perché Draco piangeva in quel modo… oh, Dio, Dio, Harry non riesce a levarselo dalla testa quel pianto, quei singhiozzi disperati penetrano nella corazza della stanchezza che lo ricopre e gli stringono il cuore in una morsa dolorosa.

Perché piangeva?

Perché?

-          Potter!- lo richiama bruscamente Piton, ed Harry lancia un urlo, colto di sorpresa. - Che c'è, Potter, ti eri addormentato in piedi?

-          No, io… io… il tavolo…- biascica Harry, ma la sua bocca non sembra intenzionata a collaborare, il suo cervello occupato da un solo pensiero

 

(Perché? Perché piangeva così?)

 

-          Ah, QUEL tavolo…- mormora Piton in tono indecifrabile. - Che c'è, Potter, hai… VISTO … qualcosa?

Lo sguardo di Harry si fissa su Piton.

 

("Che c'è, Potter, hai… VISTO… qualcosa?")

 

"Perché ha usato proprio quel verbo?" pensa frenetico Harry.

 

(“Il professor Piton prima  ha provato ad aiutarci, è un Remnomante abbastanza abile,  ma non è riuscito”)

 

-          Non sei ancora stanco, Potter? Se hai ancora energie da spendere, sono certo di poter trovare qualcos'altro da farti fare. In caso contrario, vai a lavarti e fila a letto.

 

( È   un Remnomante abbastanza abile. Un Remnomante  )

 

-          Anche lei è un Remnomante- mormora inconsciamente Harry.

-          Ovviamente, Potter. Chi è abile in Occlumanzia spesso lo è anche in Remnomanzia. Sono due branche della magia molto legate… e si basano su procedimenti di base simili.

Piton si ferma e fa un cenno col capo verso la porta.

-          Ora vattene, Potter, non farmi perdere altro tempo, o leverò cinquanta punti a Grifondoro.

Harry lancia un'ultima occhiata stordita al banco ed esce dall'aula alla velocità maggiore che il suo corpo esausto gli concede. Arranca su per il primo, secondo, terzo, quarto piano. Al quinto si ferma nel bagno dei Prefetti e si lancia addosso un "Gratta e Netta"; l'acqua bollente della vasca si porta via il resto del sudiciume e gelo dalle ossa che la magia non è riuscita a togliere.

Arriva in dormitorio con il corpo mosso unicamente da volontà; il pianto disperato di Draco è un eco nella sua testa che non riesce a cancellare, ma la stanchezza prende la meglio, e il cervello di Harry si sgombra di tutti i pensieri secondari.

Harry ha sonno, vuole solo dormire.

Solo dormire, e dimenticare tutto per qualche ora.

Tasta al buio il copriletto per cercare il cuscino, e le sue dita sfiorano qualcosa… qualcosa di freddo e sottile, dentellato.

Il braccialetto di Malfoy.

È per la seconda volta nella notte, Harry Vede.

 

Buio. Qualcosa gli preme contro, qualcosa di scuro ma poroso, e pesante; sente intorno la presenza di funi sottili e chiarissime, non sa cosa siano, non ha mani per tastare e capire. Sotto di lui, nel… terreno?… in profondità, un battito ritmico. La terra pulsa, calda.

TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM….

"Dove sono?" pensa confuso Harry.

 

(Cosa sei, Harry?)

 

TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM…

 

-          Non hai un bell'aspetto, Draco- dice una voce. Harry la sente chiaramente, ma sembra lontana centinaia di metri.

 

(Draco? Ha detto "Draco"? Dove sono? Chi è che parla?)

 

-          Non mi piacciono quelle occhiaie. Dormi abbastanza la notte?

-          Sì. Sì, signore. Abbastanza.

 

(Draco)

 

-          Allora cosa c'è?

-          Nulla, signore. Sto benissimo.

TUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUMTUTUM…

-          Non mentirmi!

-          No, signore, io…

TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M…

-          NON MENTIRMI!

Silenzio. Fruscio di cielo nero sopra Harry. Battito nelle profondità.

TUTU.TUTUM.TUTUM.TUTUM.TUTUM.TUTUM…

-          Si tratta di Potter- dice la voce sconosciuta, e dal tono disgustato, Harry riconosce Piton. La sua è una affermazione, non una domanda. La terra sopra cui Harry è steso pulsa, freme, si smuove.

-          Vorrei… io… vorrei vederlo morto- bisbiglia Draco. - Vorrei UCCIDERLO con le mie mani…

La voce di Draco prende a tremare, la terra sotto Harry anche.

TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M…

-          … così… così almeno avrebbe un motivo per non ricambiarmi.

Ancora silenzio.

-          Pensavo tu avessi preso una decisione definitiva sulla questione con Potter.

-          Io ci ho provato! Ho provato! Ho … il terrore di dargli altro potere su di me! Non è così che doveva andare… Odio LUI, odio come mi fa SENTIRE; odio non poterlo tornare ad odiare, odio … il tremore che mi fa venire alle mani quando ce l'ho vicino.

TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M TUTM'TUT'MTUT'M…

-          È un tradimento così abissale non poter scegliere chi desiderare… non è razionale, non ti lascia libero arbitrio. Dicono che è "bello", e "stupendo", ma sono solo un mucchio di stronzate da Grifondoro! Cosa c'è di bello nel volere così tanto una persona? È … ORRENDO! Sono lì, a due passi da lui, e vorrei toccarlo, e farmi guardare, e… invece non posso fare ASSOLUTAMENTE NULLA! Se non odiarlo, perché non posso fare altro, perché non posso avere altro che il suo odio!

 

(Stacca le dita dal bracciale, Harry, o ti perderai)

 

-          Ci sarà sempre una parte di me che lo odierà a morte per quello che ha fatto a mio padre. Una parte che lo vorrà far soffrire per tutto il dolore che mi provoca, e che vuole distruggere tutto ciò che ama e che lo tiene lontano da me… e mi combatte dentro con una parte che non sarebbe mai dovuta nascere. Ora sono qui, e non posso cancellarla,  non posso ignorarne l'esistenza. Tutto per colpa di un fottutissimo sbaglio. Perché non era così che doveva andare, capisce? Non così…

 

(HARRY, STACCA LE DITA!)

 

WUMP, Harry tira via le dita dal bracciale, ed è di nuovo lui, qui ed ora.

La stanza è nel buio, se non per la luce di un pallido quarto di luna in cielo; le russa di Ron e Neville sono solo un ronzio di sottofondo al suo cuore sul punto di scoppiare.

Perché?

Perché tutto insieme?

Perché ha visto?

 

(Hai visto quello che volevi vedere, Harry. Quello che avevi bisogno di sapere)

 

( “Sarà il legame remnomantico a cercare nel tuo inconscio i ricordi… di cui hai bisogno …e a cui sei legato… separandoli dagli altri che non sono di tuo interesse” )

 

I singhiozzi di Draco.

L'odio disperato di Draco.

È… troppo per questa sera, troppo per Harry. È stanco, ed esausto, e vuole solo dormire… dormire…

 

(Odio non poterlo tornare ad odiare)

 

Deve dormire, sì.

 

(Odio il tremore che mi fa venire alle mani quando ce l'ho vicino)

 

Solo… solo dormire. Abbandonare tutto per qualche ora.

Appallottola il copriletto con ancora dentro il bracciale e lo butta per terra, ai piedi del comodino, si spoglia e si rifugia sotto le coperte; con le ultime forze, chiude le tende del baldacchino.

Domani… domani ci penserà.

Appena poggia la testa sul cuscino, Harry si addormenta.

 

***

 

^^’’’ siete ancora svegli? Complimenti a chi è arrivato fino a qui ^^’’’’… eventuali critiche costruttive o commenti possono essere fatte all'indirizzo tesla_vampire@yahoo.it ^^, grazie!

 


 

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