Questa fic è interamente dedicata alla mia adorabile sorellina Yurika per il suo compleanno! Auguri soriii!!!^*****^

I personaggi ovviamente (e purtroppo) non sono miei ma della sensei Minekura però…..siccome sori Yu adora Gojio ed io adoro Hakkai…beh…la coppia ovviamente è scontata!^___^


 

Verità o menzogna?

parte VI

di Miyuki


Erano passati tre giorni dal rapimento di Hakkai ed il ragazzo era stato confinato a letto per tutto quel tempo. Con l’ottima cucina di Meg e tanto riposo era riuscito a riacquistare rapidamente le forze mentre le ferite si erano rimarginate quasi del tutto, grazie alle cure tradizionali del medico della città ed al potere del demone.

In ogni caso ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo prima che potessero riprendere il loro viaggio e stranamente a Sanzo non dava fastidio il fatto di dover trascorrere ancora qualche giorno a Rodesia.

Dopo che la voce della scomparsa di Jaleb era circolata in lungo e in largo, la popolazione aveva organizzato una grande festa in onore dei loro salvatori, alla quale avevano partecipato solo il bonzo e Goku, con enorme soddisfazione del suo stomaco. Gojio era rimasto ovviamente al fianco di Hakkai, a vegliarlo e riempirlo d’attenzioni.

Faticava ancora a credere che ora, lui ed Hakkai, erano diventati una vera coppia. La loro vita aveva assunto delle sfumature di perfezione che non avevano mai provato prima…sembrava come se le loro anime avessero vagato per tanto tempo solo per potersi incontrare e riunire.

Era come se fossero stati destinati ad amarsi….e la cosa non dispiaceva affatto a nessuno dei due.

Quella mattina il moretto dagli occhi verdi, come tutte le precedenti, si era svegliato tra le braccia del suo compagno. Gojio era sveglio già da un po’ e si stava intrattenendo accarezzando dolcemente i capelli dell’amato, con un sorriso sereno sulle labbra.

Hakkai sospirò beato sentendo quelle dolci carezze e si strinse maggiormente a Gojio, affondando il volto nell’incavo della sua spalla. Si sentiva così caldo e protetto.

“Ciao piccolo….come ti senti?”

“Ciao….- mormorò - …al momento sto una meraviglia.”

Il rossino ridacchiò scoccandogli un bacio sulla fronte.

“Bene…mi fa piacere sentirlo…”

“Quando hai intenzione di andare da Netan?”

“Subito dopo colazione. Mi ci vorrà un po’ di tempo per andare e tornare e voglio fare le cose con calma.”

I due ragazzi, infatti, avevano deciso di comune accordo di restituire a Netan le fedi che aveva prestato loro per la messa in scena. Quei due gioielli non appartenevano a loro e per quano il ragazzo avesse detto di non averne più bisogno, sapevano che in realtà avevano un grande valore per lui. Quindi non era giusto che fossero loro a tenerli, soprattutto ora che avevano svolto il loro compito.

Hakkai non poteva negare di essere un po’ dispiaciuto nel restituirli, perché gli piaceva illudersi che fossero davvero il simbolo del loro amore….ma quello stupido pensiero veniva subito allontanato. Lui aveva già Gojio ed era l’unica cosa che contava veramente.

“Che ore sono?”

“Le nove e mezza.”

“Allore forse è meglio che tu vada.”

“Credo anch’io…una volta giù dirò a Meg di portarti in camera la colazione, tu cerca di riposarti.”

“Sono giorni che non faccio altro…non sarebbe male fare quattro passi per una volta.” rispose con voce annoiata.

“Eh no caro mio….il dottore ha detto cinque giorni a letto e tu non te ne sgattaiolerai fuori da qui prima di allora.”

“D’accordo….mi rassegnerò al mio destino…”

“Bravo…” sussurrò prima di baciarlo con passione.

Hakkai chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalle sensazioni. Ogni volta che le loro labbra si incontravano erano un brivido lungo i loro corpi. Gojio possedeva un ardore ed una sensualità che lo facevano infervorire ad ogni tocco e desiderare che accadesse qualcosa di più…entrambi lo volveno.

Volevano andare oltre, fondere i loro corpi e diventare una cosa sola ma non avevano potuto farlo a causa delle sue ferite. Hakkai sapeva quanto doveva essere difficile per Gojio contenere la sua natura passionale ma quest’ultimo aveva sempre risposto con un sorriso dolce, dicendogli che le sue condizioni erano più importanti di qualsiasi altra cosa.

Dopo alcuni minuti i due si separarono, con i respiri affannati ed i volti leggermente arrossati.

“Non dirmi che è un destino così crudele…” disse Gojio sorridendo sornione.

“Si…devo ammettere che ha anche delle parti positive…” rispose con un sorriso identico.

Gojio gli diede un ultimo e fugace bacio prima di scivolare fuori dal letto e cominciare a vestirsi. Hakkai si mise lentamente a sedere, appoggiandosi sui cuscini, e vedendo il letto improvvisamente libero, Hakuryu svolazzò verso il suo padrone per accoccolarsi sulle sue gambe.

“Bravo Hakuryu, tieni compagnia ad Hakkai fino al mio ritorno.” disse il rossino accarezzando affettuosamente la testolina del draghetto, una volta pronto per uscire.

“Non vuoi che ti accompagni? Faresti prima con lui.”

“No, preferisco camminare.”

“Sicuro?”

“Si tranquillo…tornerò prima di sera vedrai.”

Gojio diede una rapida carezza al volto del suo amato e poi sgattaiolò fuori dalla stanza per andare a fare colazione nel salone. Lì incontrò Meg che lo accolse con un grande sorriso. La donna già sapeva, senza neppure avere il tempo di dirglielo, di dover portare la colazione in camera all’altro ragazzo. Ormai era diventato il suo scopo quello di preparare manicaretti nutrienti per Hakkai…e non credo si sarebbe fermata neppure se glielo avessero vietato.

Come aveva detto spesso l’allegra locandiera, aveva avuto un debole per loro dal primo momento che li aveva visti.

 

 

Circa due ore dopo Gojio era giunto finalmente a casa di Netan. Ad aprire la porta fu la sorella.

“Salve Meiho!” salutò allegramente il rossino.

“Oh! Signor Gojio, è lei! Sono felice di rivederla! Ho saputo che lei ed i suoi amici siete riusciti ad uccidere il demone….non so davvero come ringraziarvi. Ci avete liberato!”

“Non ce né bisogno…era un nostro dovere aiutarvi. Non potevamo lasciarvi in simili guai.”

“Ciò non toglie che ve ne sia immensamente grata….i parenti delle vittime ora hanno ottenuto una degna vendetta.” disse la ragazza con voce cupa, poi scosse il capo e tornò a sorridere “Ma cosa posso fare per voi? Qual è il motivo della vostra visita?”

“Sono venuto a parlare con tuo fratello…ho alcune cose da restituirgli.”

“Entrate…Netan è nella sua stanza…purtroppo non è uscito molto da lì in questo periodo…”

“Non lo si può biasimare…”

Gojio si diresse verso la porta della camera da letto e vi entrò lentamente. Il ragazzo era seduto davanti alla finestra ed osservava con sguardo spento la natura che cresceva rigogliosa fuori dalla casa. Sembrava che ogni traccia di vitalità avesse lasciato quel corpo. Se non fosse stato per le cure di Meiho era convinto che si sarebbe lasciato morire.

“Ciao Netan…come stai?” chiese il rossino avvicinandosi all’altro ragazzo.

“Come dovrei stare?” mormorò con voce vuota.

“Magari un po’ meglio ora che il demone non è più in circolazione…”

“Ne sono senz’altro felice, ma la soddisfazione non riesce a cancellare il dolore ne può riportare in vita mia moglie….comunque vi ringrazio di cuore, almeno la sua anima può riposare in pace adesso.”

Gojio sospirò appoggiandosi alla finestra con la schiena. Poteva capire fin troppo bene il suo stato d’animo. Quando Hakkai era stato rapito e poi lo aveva ritrovato in quelle orribili condizioni gli era sembrato di morire. Se lo avesse perso non avrebbe più saputo come tirare avanti.

Probabilmente si sarebbe ridotto come lui.

“Non penso che tu sia venuto qui solo per parlare.” disse infine Netan, costringendo Gojio ad uscire dai suoi pensieri.

Il rossino si mise una mano in tasca ed estrasse le due fedi, porgendole poi al ragazzo, che le fissò un attimo sorpreso prima di distogliere di colpo lo sguardo.

“Sono venuto a restituritele”

“Perché me le hai riportate? Vi avevo detto che non avevo più bisogno di loro.”

“Sbagliato, siamo noi a non averne più bisogno…e poi non ci appartengono. Per te invece sono importanti.”

“Servono solo a ricordarmi che mia moglie è morta…perché dovrei volerle in dietro?”

“Non mi dirai che vuoi dimenticarti di lei? Ha così poco valore per te?” chiese con espressione severa.

Netan si voltò di scatto pronto a ribattere che non era così, ma le parole gli morirono in gola perché sapeva che stava facendo proprio quello. Stava scappando…stava scappando dal dolore cercando di dimenticare Shiori.

Abbassò lo sguardo vergognandosi del suo comportamento. Lui non la voleva dimenticare…però certe volte era così difficile sopportare l’idea che non ci fosse più.

“Lo so. Sembra molto più facile fuggire da ciò che fa soffrire. Anche io ho provato a farlo….ma alla fine è risultato tutto inutile…e poi non ne vale la pena. E’ pur sempre una parte della nostra vita. Non la si può rimuovere come se niente fosse.”

Gojio si avvicinò a Netan e gli pose nuovamente gli anelli, che questa volta prese con mano tremante.

“Si può solo convivere con il dolore e questo un po’ alla volta si affievolirà, anche se non scomparirà mai del tutto. Alla fine potrai ricordare questi giorni con una vena di tristezza però non li rimpiangerai perché sono comunque preziosi e ti hanno aiutato ad essere ciò che sei e sarai. E poi non credo che la tua Shiori ti vorrebbe vedere in queste condizioni a causa sua!”

“Hai ragione….ma non è facile…”

“Mica ho detto che lo sarebbe stato!”

Gojio sorrise incoraggiante prima di dargli un paio di colpetti sulla spalla e voltarsi per uscire dalla stanza. Quello che doveva fare lo aveva fatto.

Fu fermato dalla voce di Netan poco prima che raggiungesse la porta.

“Ho sentito che il vostro amico è stato ferito gravemente…..spero che adesso stia bene.”

Ci fu un istante di silenzio, poi parlò.

“L’ho quasi perso tra le grinfie di quel demone. Se fosse davvero morto credo che sarei nelle tue stesse condizioni….e di certo non mi troverei qui a darti questo genere di consigli.”

 

Gojio tornò alla locanda un po’ prima del tramonto. Meiho aveva insistito che si fermasse a pranzo da loro, visto che ormai aveva già tutto pronto e servito a tavola. Oltre a questo si era dovuto fermare da Sanzo e Goku per fare un breve salutino e consegnare loro un regalo di ringraziamento da parte della ragazza per tutto quello che avevano fatto per la loro città.

Il regalo consisteva in un cestino con le specialità migliori che era in grado di cucinare ed ovviamente il più felice di poter assaggiare quelle prelibatezze non poteva che essere Goku.

Svolto il suo dovere si recò a fare due ultime commissioni personali e poi fece ritorno da Hakkai. Meg, da brava complice quale era, aveva tenuto d’occhio il compagno al posto suo, assicurandosi che mangiasse fino all’ultima briciola che gli veniva servita, prendesse le sue medicine e riposasse.

Quando entrò nella stanza, illuminata del rosso del sole all’orizzonte, trovò Hakkai pacificamente addormentato con Hakuryui acciambellato vicino alla sua testa sul cuscino. Il draghetto alzò la testolina sentendolo avvicinarsi.

“Bel lavoro Hakuryu.” si complimentò Gojio della sua sorveglianza, accarezzandolo prima che svolazzasse via in direzione del tavolo.

Il rossinò, allora, si potè concentrare sul suo amato, il cui volto nel sonno aveva assunto un’espressione dolce e serena. Gli spostò una ciocca di capelli dalla fronte per potergli posare un bacio indisturbato, poi ne depositò un altro sulle sue labbra.

Lunghe ciglia nere cominciarono a vibrare, segno che Hakkai si stava per svegliare. Infatti alcuni istanti dopo Gojio si ritrovò a fissare due splendidi occhi verdi, ancora velati dal sonno.

“Ben svegliato.”

“Gojio…sei tornato…da quanto sei qui?”

“Da poco.”

“Che ore sono?” chiese mettendosi lentamente a sedere.

“E’ il tramonto…ti avevo promesso che sarei tornato in tempo no?”

“Già…è andato tutto bene?”

“Si…Netan ha ripreso gli anelli e credo che si rimetterà, anche se ci vorrà ancora del tempo. Meiho ti manda i suoi saluti ed anche la signora Salei.”

“La vecchia fioraia?” chiese i moretto sorpreso.

“Si, sono andata a trovarla questo pomeriggio e mi ha dato questi per te.” e con questo Gojio raccolse da terra due enormi mazzi di fiori, che aveva appoggiato sul pavimento accanto al letto per poterlo svegliare “In verità solo uno è da parte sua…l’altro è un mio regalo.”

Hakkai fissò a bocca aperta i due mazzi che stringeva tra le braccia. Erano così profumati e colorati. Cominciò a studiarne uno, cercando di ricordare la lezione sul linguaggio dei fiori  che l’anziana donna aveva impartito loro quel giorno.

Quello era formato da rametti d’Edera, che rappresentavano l’amicizia, di Artemisia, che erano un augurio di buona salute e da alcune Camelie, che stavano per ‘bellezza perfetta’.

Hakkai sorrise. Doveva essere il mazzo di Salei…ricordava che non aveva smesso un attimo di lodarlo per il suo aspetto delicato.

Il suo sguardo, poi, passò sull’altro….del quale riconosceva i fiori ma non i loro significati. Beh, le Rose rosse sapeva che rappresentavano un amore passionale…e già quello bastò a fargli arrossare il volto…ma ignorava cosa dicessero le Orchidee ed i Non ti scordar di me, anche se già il nome di quest’ultimo era una mezza rivelazione.

Aveva quasi paura di chiedere spiegazioni perché non credeva di resistere alle sensazioni che stava provando…ma lo fece comunque. Gojio sorrise nel rispondergli.

“Dunque…l’Orchidea significa ‘sensualità ed eleganza’ mentre il Non ti scordar di me rappresenta la fedeltà e l’amore eterno..”

Hakkai arrossì maggiormente. Quei fiori erano una specie di seconda dichiarazione. Gojio lo trovava sensuale. Gojio lo amava con tutto sé stesso e lo avrebbe fatto in eterno. Sembrava ancora tutto troppo bello per essere vero.

“Grazie…” disse in fine “Sono davvero meravigliosi.”

“Sono felice che ti piacciano…ma sappi che ho ancora un regalo per te.”

“Gojio…non dovevi farlo…lo sai che non voglio niente…” lo rimproverò.

“Oh sciocchezze! Lo hai apprezzato il ciondolo e non puoi negarlo….” sorrise sornione “E sono certo che questo ti piacerà ancora di più…dammi solo il tempo di mettere nell’acqua questi fiori.”

Hakkai fece un cenno d’assenso col capo sospirando rassegnato e Gojio si affrettò a mettere i due mazzi in un vaso e a posarli sul comodino vicino al letto. Poi si affiancò nuovamente al suo amato.

“Pronto a scartare il tuo regalo?”

Il moretto doveva ammettere di essere diventato un po’ curioso adesso. Gojio pose tra le sue mani una scatoletta quadrata piuttosto sottile ma larga, che era sigillata da un nastrino giallo.

Hakkai sciolse il fiocco ed aprì la scatoletta. Al suo interno erano stati sparsi petali di fiori rosa pallido, sembravano quasi petali di ciliegio, ed il vero regalo giaceva comodamente posato su quel morbido tappeto.

Gli occhi del ragazzo divennero enormi mentre fissava sbalordito il contenuto e le mani gli cominciarono leggermente a tremare. Poi alzò lo sguardo su Gojio, che aveva assunto un’espressione stranamente seria.

“G-Gojio….queste….” però non riuscì a terminare la frase. Troppa era l’emozione.

“Hakkai…lo so che forse sto correndo troppo, che probabilmente avrei dovuto aspettare e che, se accetterai, questa cosa sarà ufficiale solo per noi ma….per me ha molta importanza. E’ questo quello che voglio…è questo quello che desidero….voglio trascorrere il resto della mia vita con te, voglio che tu sia il mio compagno a tutti gli effetti…” chiuse gli occhi, prese fiato e poi chiese “Vuoi sposarmi? Anche se non ci saranno cerimonie a rappresentare la nostra unione…”

Hakkai gli regalò il sorriso più dolce che avesse mai visto comparire su quelle labbra mentre calde lacrime cominciarono a solcargli le guancie.

“E me lo domandi anche?” rispose allungando una mano, la sinistra, verso di lui.

Gojio ricambiò il sorriso e prese quella mano tra la sua, afferrando con l’altra una delle due fedi giacenti tra i petali ed infilandogliela all’anulare. Era di semplice oro, con l’unica eccezione di due pietrine lucicanti nel mezzo, una verde e una rossa.

Hakkai fece lo stesso procedimento con Gojio…e l’attimo dopo gli si era fiondato tra le braccia baciandolo con passione. (bwaaaaaahhhhh!! ma che cariniiiii!!!ç____ç NdMiyu&Yu che lanciano riso e confetti sui due neo sposini)

Gojio lo strinse forte a sé ricambiando il bacio mentre il suo cuore era sul punto di scoppiare di gioia. Hakkai aveva accettato. Non ci poteva credere! Ora era veramente solo e soltanto SUO! Il moretto era in condizioni simili. Le lacrime gli bagnavano ancora il volto ed era tutto un tremito…fremeva di una felicità appena contenibile.

Quando si separarono per riprendere fiato si fissarono con occhi colmi di un tumulto di emozioni.

“Gojio…” susurrò “Fai l’amore con me.”

Il rossino lo fissò a bocca aperta mentre una certa parte del suo corpo, sentendo pronunciare quelle parole da quelle dolci labbra, cominciava a svegliarsi. Per troppo tempo aveva voluto affondare in quel corpo perfetto e perdersi nella mare di sensazioni….ma ancora una volta non poteva farlo, non voleva fare del male al suo compagno.

“Hakkai….lo sai che non possiamo, non ti sei ancora ripreso e le ferite ti si potrebbero riaprire…” disse con voce tormentata.

“Io sto benissimo e le mie ferite si sono rimarginate del tutto ormai…non dirmi di no!” e con questo il ragazzo riprese a baciarlo, per poi trascinarlo giù con sé sul materasso.

Ora Gojio giaceva sdraiato sul corpo di Hakkai, con le loro labbra sigillate le une alle altre. In quel momento Gojio mandò al diavolo tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni per concentrarsi sul suo compagno…chi era lui per negare loro una cosa che avevano desiderato da un’infinità!

Così fece scorrere la lingua lungo le sue labbra e poi la intrufolò dentro la sua bocca, approfondendo il bacio mentre le sue mani gli accarezzavano il corpo attraverso i vestiti.

Hakkai si sentì andare in fiamme sotto quei tocchi e mugulò di piacere stringendosi maggiormente a lui con le braccia attorno alla sua schiena. Gojio abbandonò le sue labbra per scivolare lentamente a baciargli il collo…le sue mani ormai si erano intrufolate sotto la camicia dell’amato.

“Sei sicuro di volerlo?” gli sussurrò sensualmente all’orecchio.

“Si….” fu la flebile risposta.

Gojio allora riprese le sue dolci attenzioni da dove le aveva interrotte. Cominciò a mordicchiargli la pelle del collo fino a raggiungere la spalla mentre con abili dita stava sbottonando gli indumenti di Hakkai. Poco dopo la camicia giaceva completamente aperta, esponendo così il suo addome dai lineamenti perfetti.

Fece scorrere i palmi delle mani sul suo petto ed Hakkai non riuscì a trattenere un gemito quando queste sfiorarono, seppur leggermente, i suoi capezzoli. Gojio stava facendo apposta ad evitare di toccare apertamente quei due adorabili bottoncini…si divertiva a stuzzicarlo lanciandogli piccoli imput.

Sorrise sentendolo inarcarsi contro di lui alla ricerca di un contatto maggiore ed in questo decise di accontentarlo. Dopo averlo marchiato per bene sul collo con un evidente succhiotto si allontanò da lui quel tanto che bastava per rimuovere la sua maglietta…poi tornò ad adagiarsi su di lui.

“Ah…Go..jio…”

Pelle contro pelle si sentirono ancora più travolti dal calore del corpo del compagno. Allora Gojio decise di passare oltre e scivolò lentamente sul suo petto, lasciando dietro di sé una scia umida con la sua lingua. Stuzzicò appena un capezzolo con essa, strappando dalle labbra di Hakkai un altro gemito, prima di prenderlo il bocca e cominciare a succhiarlo e mordicchiarlo.

Hakkai si contorcerva irrequieto sotto di lui. Gojio lo stava facendo impazzire. Non credeva possibile che si potesse provare qualcosa di così intossicante e travolgente come quello che stava provando con lui….le sue esperienze precedenti avute con Kanan erano niente in confronto a questo, eppure credeva di amarla….ma l’amore che provava per Gojio non poteva essere misurato da tanto era grande e lui sarebbe stato il primo ed unico uomo con cui avrebbe giaciuto.

Gojio continuava a giocherellare con i suoi capezzoli con la bocca e la lingua ma le sue mani avevano intrapreso una traiettoria diversa. Stavano scendendo sempre di più verso il basso fino a quando non incontrarono il brodo dei pantaloni.

Lì rimasero qualche istante ad accarezzare la pelle che li contornava e solo quando sentì Hakkai alzare il bacino per incoraggiarlo ad andare oltre, inserì una mano all’interno di essi.

“Oh ..K-kami…aaahh…“

Gojio aveva afferraro la sua erezione, ancora intrappolata in quegli inutili indumenti, ed aveva preso lentamente a pomparla, mandando Hakkai al limite della coerenza. Il suo cervello ormai era stato travolto dalla passione e non riusciva più a formare frasi sensate, se non gemiti o mugolii.

Il rossino tornò a baciare il compagno sulle labbra mentre rimuoveva completamente i suoi vestiti ed i propri, lasciandoli completamente nudi.

Si staccò dalle sue labbra solo per poter ammirare quella splendida visione che era alla sua mercè. Hakkai aveva il volto arrossato e gli occhi socchiusi. Il suo corpo era candido e perfettamente liscio, con l’unica eccezione della cicatrice sul suo ventre…che però non lo sfigurava affatto anzi, sembrava renderlo ancora più accattivante.

Gli occhi di Gojio ardevano di desiderio e non perse tempo inutilmente. Per prima cosa scese a cospargergli di baci la cicatrice, azione che causò alcuni tremiti in Hakkai, poi si avvicinò al suo sesso e ne leccò la punta.

Il moretto si contorceva sempre di più sotto di lui ed i suoi gemiti lasciavano trasparire numerose suppliche che aveva intenzione di esaudire al più presto.

Gojio prese in bocca la sua erezione e cominciò piano piano a succhiarla ed allo stesso tempo portò le sue dita alle labbra di Hakkai. Il ragazzo cominciò subito a leccarle ed a succhiarle con gli stessi gesti e le stesse attenzione che il suo compagno stava dedicando al suo sesso.

Gojio portò Hakkai al limite ma non gli concesse alcun appagamento. Lo lasciò scivolare dalla sua bocca ed allontanò le dita da quella dell’altro per portarle poi tra le sue gambe. Queste sfiorarono la piccola apertura nascosta tra di esse e cominciarono un poco alla volta a farsi strada al suo interno.

Hakkai aprì maggiormente le gambe quando sentì il primo dito penetrarlo e cominciare a muoversi dentro di lui. Non provò alcun fastidio neppure quando se ne aggiunse un secondo…solo al terzo sentì una lieve fitta, ma passò subito non appena le dita sfiorarono un punto particolarmente sensibile del suo corpo.

Gojio capì che era giunto il momento ed allontanò le dita per tornare a sdraiarsi su di lui e posizionare la sua erezione contro il suo orifizio. Hakkai gli accarezzò dolcemente una ciocca di capelli e sorrise, con occhi colmi d’amore e fiducia incondizionate…il rossino non ebbe bisogno di nessun’altra conferma.

Lo penetrò con un unico e lento movimento. Hakkai si morse un labbro per trattenere un gemito di dolore mentre si sentiva riempire dal sesso del compagno.

Gojio, una volta entrato, si fermò per dare il tempo all’amato di abituarsi a quell’insolita sensazione e non si mosse fino a quando non sentì il corpo sotto di lui spingere contro il suo bacino. Solo allora cominciò a muoversi…ed ai due ragazzi sembrò di raggiungere il paradiso.

I loro corpi erano in fiamme, bruciavano di passione. Le loro menti erano libere da qualsiasi futile pensiero.

Esistevano solo loro in quel momento.

Hakkai si aggrappò saldamente alle spalle di Gojio assecondando ogni sua spinta nella speranza di approfondire quell’unione. Potevano provare le emozioni del compagno attraverso i loro corpi uniti così intimamente. Era la sensazione più bella ed appagante che avessero mai provato….sembrava davvero che avessero vissuto tutto quel tempo solo per raggiungere una simile completezza l’uno nelle braccia dell’altro.

Gojio prese a penetrarlo con forza sempre maggiore mentre soffocava i loro gemiti in un bacio profondo e pompava la sua erezione con lo stesso ritmo delle sue spinte. I due non resistettero ancora a lungo ed Hakkai si inarcò contro il suo compagno, svuotandosi sui loro ventri. Poco dopo Gojio lo raggiunse riempiendolo del suo seme.

Il rossino si accasciò stremato ma soddisfatto sull’amato, che lo avvolse teneramente tra le braccia.

“Ti amo Gojio…non puoi immaginare quanto mi hai reso felice oggi…credevo di morire di gioia…”

“Non ci provare…tu devi vivere con me per ancora molti e molti anni…”

“Mmmhhh…un programmino davvero interessante…”

“Non immagini neanche quanto…” disse Gojio con un sorriso malizioso, uscendo gentilmente dal corpo di Hakkai e stendendosi al suo fianco, per poi riattirarlo a sé.

Hakkai si accoccolò contro di lui usando il suo petto come un cuscino. Gojio afferrò le lenzuola e lì coprì entrambi. Ormai il sole era tramontato del tutto. Avrebbero dovuto cenare da lì a poco ma questo avrebbe dovuto aspettare….si sarebbero riempiti lo stomaco dopo.

Ora non volevano far altro che restare così, abbracciati e felici….e magari riposare in previsione di un eventuale bis. Prima di assopirsi Hakkai strinse la mano di Gojio tra la sua, facendo incontrare il metallo delle loro fedi.

Era vero che non potevano celebrare apertamente un vero e proprio matrimonio ma a loro cosa importava? Avevano appena svolto la loro cerimonia personale…ed ora non c’era più nessuno che li potesse dividere.

 

 

*Fine*




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