Disclaimers:   i personaggi dei Weiss Kreuz non sono miei ma dell'autore etc. etc. etc.


Il tormento e l'estasi

di Bombay

parte II


La pioggia cadeva incessante e violenta, di tanto in tanto dei lampi illuminavano la notte e i tuoni squarciavano il silenzio. Nessuno si sarebbe azzardato ad uscire con un tempo del genere.

Omi si rigirò nel letto per l'ennesima volta, non riusciva a dormire, nonostante fosse stanco morto; fortunatamente quella sera non era stata affidata loro nessuna missione.

Era passato un mese, da quando era stato catturato. I suoi compagni lo avevano cercato ed erano sulle sue tracce. non gli fecero domande a riguardo della sua fuga. come avrebbe potuto spiegare.

Con un colpo di reni si mise a sedere sul letto sbuffando. Continuava a pensare a Nagi a quello che era successo tra loro.

Rabbrividì ripensando alle labbra di Nagi sulle sue, alle sue mani sul suo corpo. Voleva rivederlo, ma non sapeva come contattarlo e poi... scosse la testa. Non poteva innamorarsi di Nagi. Non poteva e soprattutto non doveva. Loro erano nemici. E poi cosa ancora più triste probabilmente Nagi non provava niente per lui. Solo attrazione fisica e nient'altro.

Scosse la testa e scese dal letto doveva smettere di pensare e rimuginare non gli serviva a niente... a niente... se non a stare più male.

Un rumore attirò la sua attenzione. Un rumore ritmico continuo. "Oh no, si è staccato lo striscione pubblicitario" pensò, infilandosi un paio di jeans e un felpa, prese l'ombrello e uscì dall'appartamento.



La pioggia batteva sempre più forte e l'ombrello non serviva a molto, Omi ripiegò alla meglio lo striscione cercando di bagnarsi il meno possibile.

Stava per rientrare quando il suo sguardo fu attirato da una figura scura accucciata nell'ombra sotto la pioggia battente.

Omi trattenne il respiro riconoscendo la giovane figura. Gli corse incontro e cerco di ripararla con il piccolo ombrello.

"Nagi" mormorò con il cuore in gola.

L'altro sollevò il viso e lo fissò per un lungo istante, poi abbassò lo sguardo.

"Vieni dentro o ti ammalerai sei completamente bagnato" gli disse afferrandolo per un braccio e facendolo alzare, senza riflettere, mosso solo dall'istinto.

Nagi lo seguì docilmente lasciandosi guidare su per le scale fin dentro un appartamento.

Omi chiuse la porta a chiave, cosa che non faceva mai. Ma se gli altri Weiss avessero trovato Nagi lì sarebbe successo un putiferio e c'era anche il pericolo che lo uccidessero. Ma non ci voleva pensare. Si girò verso Nagi e lo osservò: era completamente vestito di nero, fradicio dalla testa ai piedi e stava tremando come un foglia.

"Vieni ti do qualcosa di asciutto" gli disse trascinandolo in camera.

"Avanti togliti quei vestiti bagnati" mormorò aprendo l'armadio

"No"

Solo un sussurro ma deciso, determinato.

Omi gli si avvicinò e cominciò a sbottonargli la camicia.

Nagi chiuse gli occhi e li strinse forte...

"Mio Dio, Nagi, che ti hanno fatto?" domandò allibito facendo scivolare la camicia dalle spalle del ragazzo, rivelando la pelle chiara segnata da dei lividi scuri.

Nagi non rispose appoggiò la fronte alla spalla di Omi e iniziò a singhiozzare sommessamente.

"E' a causa mia vero?" gli sussurrò all'orecchio

"Io... io... ho fatto del mio meglio per celare a Shuldich i miei pensieri fino ad oggi e... e..."

"Shhh calmati. Per il momento qui sei al sicuro." mormorò asciugandogli le lacrime con il dorso della mano.

Nagi si scostò da lui "Non avrei dovuto venire qui. Sto mettendo in pericolo anche te."

Omi scosse la testa "Nessuno sa che sei qui. E fino a domani non sarai in pericolo. Fidati di me. Adesso asciugati!" gli disse porgendogli un asciugavamo.

Nagi si tolse i pantaloni e si sedette sul letto asciugandosi i capelli.

Omi prese i vestiti del ragazzo e li stese in bagno perché si asciugassero. Quando tornò in camera Nagi si era steso sul letto rannicchiato in posizione fetale, indifeso, vulnerabile e stava ancora tremando.

Omi si tolse la felpa e i jeans e gli si stese accanto circondandogli la vita con un braccio stringendolo a sé cercando di scaldarlo, di far si che smettesse di tremare.

Nagi nascose il viso nell'incavo della sua spalla e sospirò.

Omi chiuse gli occhi. quanto aveva desiderato un momento come quello. Risentire il corpo caldo contro il proprio, respirare il suo profumo, assaggiare il suo sapore.

Lentamente sollevò una mano e la passò tra i capelli scuri e ancora umidi di Nagi, scivolando lungo la sua schiena. Lo sentì rabbrividire deliziosamente a quel suo tocco delicato, rabbrividì lui stesso quando senti le labbra di Nagi baciagli il collo e succhiarlo piano.

Omi si tirò indietro e rovesciò Nagi sulla schiena catturandogli la bocca con la propria baciandola, succhiandola, leccandola non voleva perdersi nemmeno un millimetro di quel paradiso che per settimane aveva solo sognato e che al suo risveglio era svanito come un bolla di sapone.

Intrecciò le dita tra i capelli di Nagi e scese a baciarli il collo lentamente senza fretta. Gli passò la lingua sui lividi come a volerli cancellare. Voleva fargli dimenticare le percosse subite.

Nagi lo lasciava fare muovendosi piano sotto di lui e mormorando il suo nome.

Gli accarezzò il petto glabro, liscio, sodo. Lasciò una traccia umida di baci. Gli prese un capezzolo tra le labbra e cominciò a tormentarlo con la lingua giocandoci stuzzicandolo un poco con i denti.

Nagi inarcò la schiena per aderire di più al corpo di Omi. Per far si che si toccassero ancora più intimamente. Gli accarezzò la schiena e scivolò sotto l'elastico dei boxer ad accarezzargli le natiche.

Omi rabbrividì poteva sentire l'eccitazione di Nagi crescere ogni istante di più così come la sua. Ma se avessero fatto l'amore un'altra volta, sarebbe stato un errore e lui non avrebbe più potuto fare a meno di Nagi e se gli fosse successo qualcosa o se si fossero trovati l'uno conto l'altro, in entrambi i casi avrebbe sofferto e non voleva far soffrire Nagi

Si sollevò e si stese accanto all'altro che mugolò una protesta.

"Perché ti sei fermato?" sussurrò accoccolandosi contro di lui.

"E' un errore noi... noi... non possiamo... non sarebbe giusto per entrambi... siamo" deglutì cercando le parole più adatte ma Nagi gli posò un dito sulle labbra, Omi gli prese la mano e se la posò sulla guancia "Non sai quanto vorrei che funzionasse ma... non potrà mai funzionare siamo due assassini e facciamo parte di due squadre diverse, l'hai detto tu ricordi?"

Nagi lo fissava tristemente annuendo piano

"La verità è che... in questo mese non ho fatto altro che pensare a te... e a quanto pare tu a me." sussurrò passandogli un dito sulla spalla.

Nagi posò la testa sul petto di Omi e sospirò "Si ti ho pensato molto" mormorò arrossendo

Un lungo silenzio calò tra i due intervallato dai tuoni e dal rumore della pioggia.

"Io... credo. di essermi innamorato di te"

Omi smise di respirare per un lungo istante. Non poteva crederci... non... poteva essere vero... non...

Le labbra di Nagi sulle sue a suggellare quella confessione, non poté fare a meno di resistere, rispose al bacio schiudendo le labbra, invadendo la bocca dell'altro con la propria lingua. Si staccarono senza fiato.

"Ti prego Omi, fa l'amore con me, voglio sentirti dentro di me. Come una parte di me."

Omi sorrise e gli sfiorò una guancia con la punta delle dita.

"Siamo qui adesso è quello che conta. Non credi?" domandò sulle labbra dell'altro.

"Si." rispose portandosi nuovamente sopra Nagi e ricominciando da dove aveva lasciato. si sfilarono i pochi indumenti che ancora indossavano.

Le labbra di Omi percorrevano avide il corpo di Nagi. Assaggiando ogni centimetro del suo corpo voleva imprimersi nella mente ogni particolare, ogni piega, per poterlo ricordare nelle notti di solitudine che si sarebbero susseguite per un tempo imprecisato.

"Sei sicuro?" gli domandò mentre la sua mano scendeva ad accarezzare piano la piccola fessura tra i suoi glutei e facendogli emettere brevi mugolii.

"Si!"

Omi lo fece voltare e gli baciò il collo, la schiena mentre si faceva largo con un dito nel corpo tiepido del suo compagno che si irrigidì istintivamente e gemette piano.

"Rilassati." gli sussurrò unendo un secondo dito al primo e muovendolo avanti e indietro facendo il più piano possibile per permettere a Nagi di abituarsi a quella intrusione.

Nagi si moveva contro la mano di Omi mugolando e sollevando i fianchi costringendolo ad affondare di più.

"Ti... prego. "

Omi lo fece voltare, per guardarlo in viso, gli occhi socchiusi una mano sulla fronte. Eccitato all'inverosimile. Omi si passò la lingua sulle labbra e si chinò sulle labbra rosee di Nagi e mentre lo baciava scivolò piano dentro di lui.

Nagi smise di baciarlo e si tese  stringendo forte gli occhi ed emettendo un gemito soffocato, Omi rimase fermo per qualche istante e poi riprese ad affondare, era stretto, caldo, fino a quando fu completamente dentro.

Nagi gli circondò i fianchi con le gambe e apri gli occhi sorridendo beato, il dolore era stato sostituito dal piacere che aumentò appena Omi incominciò a muoversi piano stimolando il suo membro fra i loro corpi sudati.

Nagi si posò una mano sulle labbra per non gridare quando l'orgasmo travolse i suoi sensi. Sentì Omi pulsare dentro di lui riempirlo completamente, rovesciare tutto il piacere accumulato dentro di lui come un fiume in piena. Lasciandosi cadere al suo fianco esausto ma appagato, felice.

Dopo qualche istante Omi lo avvolse in un caldo e confortante abbraccio gli baciò la fronte sudata e coprì entrambi con il lenzuolo. Scivolando in un sonno ristoratore.



Il rumore di una porta che si chiudeva fece svegliare Omi, che si ritrovò solo nel suo letto.

Nagi se ne era andato. così come era arrivato.. All'improvviso.

Si alzò con l'intenzione di raggiungerlo, di fermarlo, di...

Tornò sui suoi passi nella tenue luce dell'alba,  si accorse di un foglietto sulla scrivania.

Un indirizzo di posta elettronica. Il suo..

Si sdraiò e si rannicchiò tutto, nel letto c'era ancora il suo calore, il suo odore. In bocca aveva ancora il suo sapore.

"Non ho avuto nemmeno il coraggio di dirgli che lo amo" sussurrò tra sé chiudendo gli occhi.

"Lo farò la prossima volta" pensò addormentandosi nuovamente.







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