Genere: PWP, e direi che chi a meno di 21 fa meglio ad astenersi SI___SI mi flescio da sola.
Commenti: La solita storiellina di studenti superiori che si tormentano, ma poi lo fanno e lo fanno un sacco.... diciamo che non è nulla di nuovo.... banale, sdolcinato, prevedibile.... e poi dite un pò voi 


Strani sentimenti

di Mokuren

parte II


Al suo risveglio Ricky non c'era più; probabilmente era già tornato a casa da un pezzo visto che il sole era già alto nel cielo, ma perché non l'aveva svegliato prima di andarsene?
Poi si riaffacciarono alla sua mente le scene della notte appena trascorsa; mio Dio, non riusciva ancora a crederci, si era fatto il suo migliore amico ed era stato fantastico, non aveva mai goduto tanto con nessuna delle ragazze con cui era stato; ma perché Ricky gli aveva permesso di farlo? Che anche lui.., era assurdo, ma quale altra spiegazione c'era?
Si vestì in tutta fretta e uscì, voleva rivederlo per capire cosa veramente era successo tra loro quella notte, se si trattava solo di attrazione sessuale oppure c'era qualcosa di più!
Ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte, a casa non era ancora tornato, non era neppure al bar, nessuno l'aveva più visto dalla sera prima; ma dove cavolo si era nascosto; che si fosse pentito di ciò che avevano fatto e ora magari era da qualche parte solo e tormentato dal rimpianto.
Continuo a cercarlo per tutto il giorno, ma non riuscì a trovarlo; rientrato a casa si buttò sulla poltrona coprendosi gli occhi disperato. Dove si era nascosto, perché era scomparso così?

La mattina seguente si recò a scuola di malavoglia, sperava di riuscire ad incontrare Ricky almeno li, ma ne dubitava.
Entrato in classe però lo trovò comodamente seduto dietro il suo banco che conversava con gli amici  come se nulla fosse; quella vista lo spiazzò completamente, ma era solo lui che si faceva dei problemi? 
All'ora del pranzo lo prese per un braccio e lo portò su nel solario della scuola, non era permesso agli studenti di entrarvi, quindi sarebbero potuti rimanere soli.
"Volevi dirmi qualcosa Jess?"
Come poteva rimanere così indifferente mentre lui era agitatissimo:
"Ecco..Io vorrei... Ieri noi...Quando insomma.."
Non riusciva proprio a tirar fuori una frase di senso compiuto, ma era troppo imbarazzato in quel momento, con Ricky che lo fissava a quel modo, aveva pensato a mille cose da dire nel momento in cui l'avesse rivisto, ma.. ora tutto si era cancellato improvvisamente dalla sua testa, non appena l'aveva fissato negli occhi era sceso il buio più totale nel suo cervello.
Come sempre fu l'altro a toglierlo dall'imbarazzo, gli si avvicinò e, accostando il viso al suo, gli sfiorò delicatamente le labbra con un bacio:
"Non so cosa ai provato tu, ma per me l'altra notte è stata fantastica!"
Quelle parole lo sollevarono da un enorme peso, gli sorrise e poi lo afferrò ritrovandosi ad affondare la lingua nella sua bocca sentendo crescere dentro di sè un'insopprimibile voglia di toccarlo ancora, di sentirlo nuovamente suo, cercando la conferma che tutto ciò che avevano sperimentato assieme in quella magica notte era stato veramente così meravigliosamente esaltante come lo ricordava.
Si staccò da quelle labbra di malavoglia, ansimante ed eccitato, tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella e loro dovevano tornare in classe, ma prima voleva assolutamente sapere una cosa:
"Ricky. perché ieri sei sparito a quel modo, ti ho cercato ovunque? Cosa ti è successo?"
"Ti racconterò tutto stasera,... a casa tua" e detto questo gli strizzò l'occhio e se ne andò.
Quella sera a casa sua?! Si stava già eccitando solo all'idea, Ricky era forse intenzionato a ripetere quell'esperienza ancora una volta? Era sicuro che se l'avesse rivisto da solo nella sicurezza della sua abitazione non avrebbe potuto fare a meno di possederlo nuovamente, di affondare in quel suo calore intossicante, il suo corpo si stava già risvegliando al solo ricordo. Quello poi era l'ultimo giorno in cui potevano stare soli, l'indomani infatti sarebbero rientrati i suoi genitori e non sarebbe stato più possibile fare sesso nell'intimità della sua casa.
Si agitò per tutta la sera aspettando il suo arrivo, finalmente, verso le nove, il campanello suonò e lui si precipitò ad aprire.
Non appena lo vide lo invitò ad entrare e subito dopo aver chiuso la porta d'ingresso gli circondò il collo con le braccia e lo baciò con tale impeto e urgenza da stupire persino se stesso, si ritrovò a stringere Ricky contro di sè con un tale desiderio dentro da rimanere quasi senza fiato; sempre tenendolo stretto al suo corpo lo spinse fino a farlo sbattere sul legno della porta appena chiusa; e ve lo schiaccio contro continuando a divorargli la bocca.
Era eccitatissimo e si mise a spingere i fianchi contro l'inguine dell'altro per fargli sentire la sua pulsante erezione; l'eccitazione crebbe ancor più quando avvertì la reazione  altrettanto fremente del corpo di Ricky che rispondeva ai suoi baci mugolando e strusciandoglisi contro con la stessa urgenza nelle vene.
Iniziarono a spogliarsi a vicenda, quasi strappandosi i vestiti di dosso, lì nell'ingresso mentre continuavano a baciarsi furiosamente; le loro mani erano rese impacciate dall'impazienza dei loro corpi che sembrava non volessero aspettare un attimo di più per sentirsi liberi da inutili barriere.
Quando finalmente rimasero entrambi nudi le loro mani si mossero fameliche, carezzando e stimolando ogni centimetro di pelle che si trovavano a sfiorare.
Era esaltante tutto quello che stava provando in quel momento, desiderava poter restituire a Ricky tutto il piacere che la volta prima lui gli aveva donato, per questo si staccò dalla sua bocca e si inginocchiò davanti a lui per poter prendere il suo pene tra le labbra, non appena la sua bocca si chiuse su di lui Ricky ebbe un sussulto violento e gli si inarcò contro. 
Era strano fare quelle cose ad un altro ragazzo, ma non era spiacevole, tutt'altro, sentirlo fremere contro la sua lingua così turgido e gemere di piacere grazie ciò che gli stava facendo, lo esaltava; ben presto quella sua pratica venne premiata con uno schizzo di seme caldo che, come aveva fatto in precedenza il suo Ricky, bevve avidamente senza sprecarne neppure una goccia.
Soltanto all'ora si rimise in piedi e lo schiacciò nuovamente contro la porta. Ricky in quel momento aveva la testa riversa all'indietro e il respiro gli usciva irregolare per l'orgasmo appena provato; era una visione eccitantissima così abbandonato tra le sue braccia, in suo completo potere. 
Gli afferro una gamba sollevandola e attirandolo ancor più contro di sè, contro la sua palpitante virilità che ancora doveva essere soddisfatta, questa  infatti premeva vogliosa contro i glutei sodi dell'amante mentre lui gli titillava i capezzoli con la lingua rieccitando il suo Ricki che gli affondò il volto nel collo mordendolo fino quasi a fargli male; non poteva resistere ancora, gli afferrò le natiche e si spinse con forza dentro di lui; questo gli artiglio le spalle affondando il volto nei suoi capelli.
La penetrazione stavolta era stata più facile, il corpo di Ricky non aveva opposto troppa resistenza, ma ugualmente, almeno al principio, doveva essere stata dolorosa per questo, perché lo senti gemere irrigidendosi; Jess a quel punto si immobilizzò, ma il dolore durò soltanto un attimo, poi il posto venne ceduto al piacere e fu lo stesso Ricky che, dopo averlo afferrato per i fianchi, lo spinse ancor più profondamente dentro di se desideroso di sentirlo sprofondare sempre più giù nel suo corpo ormai febbricitante.
Iniziarono a muoversi così l'uno contro l'altro con sempre maggiore impeto, sentiva il sesso di lui premergli contro lo stomaco e questo lo infiammò ancor più; le sue spinte si fecero più violente tanto da far sbattere la sua schiena sulla levigata superficie della porta; ad un certo punto le loro menti si svuotarono completamente, l'unica consapevolezza rimasta era costituita dalle esaltanti sensazioni che stavano provando; quando arrivò l'orgasmo si baciarono con impeto soffocando l'uno nella bocca dell'altro il grido di appagamento che eruppe dalle loro gole.
Si stavano ancora stringendo ansimanti e sudati, si trovava ancora dentro di lui, quando Jessy improvvisamente si rese conto di cosa era appena successo, Ricky era andato da lui quella sera solo per parlare di quello che era successo due giorni prima, per spiegargli il perché della sua scomparsa, e lui l'aveva invece praticamente violentato sulla porta di casa.
Uscì delicatamente dal suo corpo e lo aiutò a rimettersi in piedi, Ricky teneva gli occhi serrati, quasi non riuscisse a trovare il coraggio per guardarlo, era sicuro che anche lui aveva goduto, ma forse il suo corpo aveva reagito alle sue stimolazioni senza che la sua mente potesse opporsi in alcun modo, senza volerlo.
Si sporse a raccogliere i loro indumenti e glieli porse mentre iniziava a rivestirsi imitato dall'altro, in completo silenzio.
Poi lo invitò ad accomodarsi in salotto versando due dita di Scotch in un bicchiere che gli porse.
"Mi spiace, .. non era mia intenzione comportarmi così!" Disse tutto d'un fiato fissando il bicchiere che stringeva tra le mani.
Ricky rispose dopo un attimo di silenzio scandito solo dal ticchettio dell'orologio nell'ingresso:
"Non devi preoccuparti per me, non hai fatto nulla che anch'io non desiderassi!"
"Vuoi dire che ti piace fare quelle cose?"
"Credo che sia piuttosto evidente il fatto che mi piaccia, non credo di essere così bravo da fingere una simile reazione" Rispose Ricky sorridendo tristemente.
Davanti all'implicito significato di quelle parole dette con tale naturalezza e noncuranza Jessy fu preso dall'ira, una rabbia ingiustificata che non riuscì a frenare:
"Non ti capisco, mi vuoi forse far credere che sei un omosessuale convinto e che magari avevi già avuto altre esperienze del genere prima!? Che hai fatto sempre finta di niente quando eri con noi, ma in realtà le ragazze non ti sono mai piaciute!? Che magari io ti ho sempre attratto da questo punto di vista e per questo apprendere che sono un frocio non ti ha poi così sconvolto e disgustato come temevo, anzi, ne sei stato felice!? È questo che vuoi darmi ad intendere..."
Non sapeva neppure lui perché si fosse messo a sparare tutte quelle cavolate, era felice per come erano andate le cose, ma quella sua sicurezza, quel suo sorriso sapiente l'avevano ferito, era stato malissimo credendo di provare dell'attrazione per una persona che, sapendolo, l'avrebbe solo compatito ed ora, davanti a quella candida e semplice ammissione, era esploso senza motivo.
Era già pronto a chiedere scusa quando Ricky iniziò a rispondere a quelle sue assurde affermazioni:
"Si, sono gay! Sono diversi anni che so di esserlo, è per questo che mi vedi così calmo, ormai mi sono abituato all'idea; per quanto riguarda noi due, hai indovinato anche su questo, mi piaci praticamente da sempre, ma credevo che i miei sentimenti per te non avrebbero mai potuto essere corrisposti, quindi ho preferito cercare di restarti amico piuttosto che perderti del tutto; lo scoprire quindi che anche a te interessavo è stato un sollievo, non posso negarlo, so di poterti sembrare cattivo, capisco perfettamente quello che devi aver passato, anch'io l'ho vissuto in prima persona, ma l'apprendere che non ero più solo, che ora avrei potuto aprirmi con te, che ti avrei potuto voler bene senza nascondermi, mi ha tolto un enorme peso dal cuore. Per quanto riguarda l'ultimo punto.. No, non sono mai stato a letto con nessun altro,  non nego di aver scambiato qualche bacio, delle carezze piuttosto... intime, ma nulla di più."
Era sbalordito, lui non si era mai accorto di nulla in tutti quegli anni di convivenza. Ma se quello che aveva appena detto era vero, perché quel giorno era sparito senza dirgli una parola? Ormai voleva sapere tutto, era importante per lui:
"Se quello che mi hai detto è vero...; perché sei sparito quel giorno? Ti ho cercato ovunque al mio risveglio, mi sentivo malissimo credendoti pentito e disperato per quello che avevi fatto per me, arrivando persino a credere che mi odiassi; io..io.."
"Ho avuto paura!"
"Cosa..?"
"Si! Ho temuto la tua reazione e il tuo disprezzo! Quando quella mattina mi sono svegliato così stretto a te, credevo di essere in paradiso: poterti finalmente toccare, baciare, poterti sentire mio insomma, era un sogno che si realizzava, ti vedevo così sereno nel sonno, così dolce; e poi..poi mi sono reso conto che per te quella notte poteva non aver significato quel che era per me! forse non rappresentava altro che una folle e nuova esperienza che era servita solo a farti ritrovare la perduta serenità. Se dopo quella prima esperienza per te fosse tutto finito, di me cosa sarebbe rimasto? Non avrei più potuto neppure esserti amico; magari il mio lascivo atteggiamento ti aveva disgustato e ripensando poi, lontano da quel turbine di emozioni, alle libertà che ti avevo permesso di prenderti sul mio corpo ne saresti rimasto schifato. Ho temuto di vedere la repulsione e il rifiuto riflessi nei tuoi occhi quando li avresti riaperti, è per questo che me ne sono andato; dovevo allontanarmi, prepararmi in qualche modo a qualsiasi cosa fosse venuta dopo, prima di poterti affrontare. So di essere stato sciocco e codardo, ma sono sempre stato insicuro e pessimista per ciò che mi riguarda, che ci vuoi fare!"
Era sbalordito, erano stati sempre vicini, a scuola, alla palestra, la sera con il gruppo e lui non si era mai accorto di nulla, se era vero che gli voleva così bene e che per questo aveva vissuto dei momenti difficili, lui non l'aveva minimamente notato; si rendeva conto solo ora di essere una persona egoista e opportunista. Ma da adesso in poi voleva cambiare, ormai non aveva più dubbi, era omosessuale, ma non gli importava più, era strano scoprire di aver sempre cercato qualcosa che era in realtà così vicina, anche lui voleva bene a Ricky, probabilmente quello che provava per lui era vero e proprio amore e ora che lo sapeva non voleva perdere un solo attimo del tempo che potevano trascorrere assieme. 
Gli si avvicinò mormorandogli all'orecchio le sue scuse e confessando di volergli a sua volta molto bene, poi strinse il suo volto tra le mani e lo avvicinò al suo dandogli un tenerissimo bacio, carezzandogli le labbra con la lingua.
"Ho voglia di rifare l'amore con te" Gli mormorò sulla bocca prima di continuare il suo bacio.
Stavolta non ebbero fretta, si spogliarono guardandosi a vicenda; Jess trovò estremamente sensuale osservare il suo Ricky mentre si denudava in maniera molto seducente per farlo eccitare; poi, così, nudi, si diressero nella sua camera.
Si stesero sul letto e iniziarono a carezzarsi con trasporto, stuzzicandosi a vicenda; ad un certo punto Ricky gli afferrò le braccia portandogliele sopra la testa e immobilizzandolo ed iniziando poi a baciare ogni centimetro della sua pelle, quando lo sentì fremere si soffermo su un capezzolo prendendolo delicatamente tra i denti per mordicchiarlo e poi succhiarlo, adorandolo con infinito trasporto come se quel duro bocciolo fosse la cosa più importante al mondo. Jessy a questa squisita tortura si inarca contro l'amante bramando di avere molto di più, si sentiva crescere dentro il desiderio che monta come un fiume in piena; a quel punto Ricky inizia a scendere lungo il suo corpo fino ad incontrare il suo sesso che cominciò a tormentare e stimolare con una lentezza e una perizia che lo fecero urlare di frustrazione, quell'intimo contatto lo scosse fin nel profondo e per poco non raggiunse l'orgasmo quando si sentì avvolgere da quella bocca calda e umida che lo voleva suo, ma non era questo che desiderava, o almeno non solo questo, voleva venire con lui, sentendolo dentro, smaniava per poter essere lui ad accoglierlo stavolta, la sola idea di poterlo racchiudere dentro di sè, teso, duro e palpitante lo eccitava da morire.
Lo afferra per i capelli attirandone il volto verso la sua bocca:
"Stavolta voglio essere io a sentirti dentro, desidero raggiungere i vertici assieme a te,  essere tuo come tu sei stato mio; ora! ti prego."
Davanti a quella confessione Ricky gli sorrise, dopo di che si alzò e si allontanò lasciando la stanza.
Ma dove stava andando? Cosa aveva combinato stavolta? Non voleva possederlo? Ma questo tornò pochi attimi dopo con un tubetto di crema tra le mani.
Non aveva mai pensato a quello, non si era minimamente preoccupato di alleviare il dolore della penetrazione con qualcosa che ne facilitasse l'entrata, la premura del suo compagno lo fece vergognare di se stesso:
"Mi spiace, io non avevo proprio.."
"Non ti devi preoccupare, è stato bello ugualmente, ma voglio che per te sia perfetto!"
"Ma non è giusto, non.."
"Silenzio! me lo hai chiesto tu se non sbaglio! questo è quindi il mio turno di farti raggiungere l'estasi e non voglio sentir storie su come dovrei fare per riuscire a conseguire il mio scopo!"
Gli si stese a fianco e riprese a baciarlo sedando così sul nascere le sue proteste.
Riprese anche a torturarlo con nuovo impeto e quando poi lo carezzò nell'incavo tra le natiche l'urgenza di lui si fece tale da farlo star male, ma il suo aguzzino non aveva fretta, continuo a carezzarlo e baciarlo e mentre penetrava la sua bocca con la lingua fece scivolare un dito dentro di lui; era una sensazione stranissima, mai nessuno l'aveva carezzato lì, per un istante la vergogna lo bloccò e lo fece irrigidire:
"Calmati, respira e cerca di rilassarti, vedrai sarà fantastico quando mi sentirai dentro di te, quando inizierò a muovermi assieme al tuo corpo intimamente uniti.."
Mentre parlava continuava quel suo massaggio delicato e, pian piano, il suo corpo iniziò ad abituarsi a quell'insolita presenza e si rilassò.
"Bene, sento che ti comincia a piacere!" e detto questo lo baciò nuovamente continuando quel massaggio prima con due e poi con tre dita.
Non ne poteva più di quella tortura, il suo corpo era talmente eccitato e teso che se non avesse trovato subito l'appagamento sarebbe esploso; lo voleva, non poteva più aspettare un secondo di più!
Si voltò bocconi invitandolo a possederlo subito, senza aspettare un attimo di più.
"No! voglio vedere il tuo viso stravolto dal piacere mentre vieni contro di me, mentre ti vengo dentro"
Detto questo lo lasciò sdraiandosi sulla schiena, invitandolo poi a sistemarsi sopra di lui.
Jess ubbidì a quell'insolita richiesta, e gli si mise a cavalcioni sopra.
"Avanti, voglio che sia tu a infilartelo dentro Jess"
Quella insolita posizione lo rese insicuro; era imbarazzatissimo e non sapeva proprio come fare per assecondarlo, cercò di sistemare il suo corpo in modo tale da riuscire a farsi scorrere dentro quell'enorme membro turgido, ma non vi riuscì, visto così sembrava ancora più grande di come se lo ricordava, troppo grande per riuscire a farlo entrare dentro di sè senza essere spaccato in due, provò ancora e ancora, ma l'iniziale dolore lo bloccava ogni volta, non sapeva proprio come fare, avrebbe preferito che fosse lui a penetrarlo infilandoglielo dentro senza che lui potesse opporsi, voleva sentirsi riempito da lui sopra ogni cosa, ma così non ci riusciva proprio.
Vedendolo in difficoltà Ricky lo afferro per la vita bloccando i suoi tentativi maldestri:
"Se non ti senti pronto possiamo smettere, non ti devi preoccupare, io adoro accoglierti in me"
Quelle parole così premurose lo convinsero del tutto, come vi era riuscito Ricky a riceverlo così avrebbe fatto anche lui.
Si chinò per prendere il suo pene in bocca così da renderlo più scivoloso, era veramente enorme, ma non si sarebbe tirato in dietro a costo di essere rotto in due.
Quando lo sentì gemere e tremare si alzò, gli si posizionò sopra iniziando a premere per farlo entrare; sentiva male, ma non si voleva fermare, prese fiato e con un unico movimento lo fece scivolare completamente dentro di sè. 
Venne attraversato da una fitta di dolore e trattenne il respiro per un attimo, si sentiva pieno,completamente aperto, la sua pelle tirata fino quasi a squarciarsi; si immobilizzò per cercare di abituarsi a quella sensazione per riuscire a riprendere fiato anziché singhiozzare, sentiva Ricky sotto di sè che cercava di trattenersi con tutte le sue forze, per permettergli da abituarsi a quella nuova situazione, poi il dolore iniziò ad attenuarsi cedendo il posto a  una nuova, inspiegabile sensazione che andò, via, via aumentando d'intensità divenendo sempre più forte, più violenta; a quel punto non poté fare a meno di divincolarsi conto il bacino che lo impalava; Ricky a quella nuova sollecitazione perse il controllo del suo corpo, iniziando a spingersi in lui sempre più velocemente, sempre più profondamente.
Il dolore si fise al piacere in una miscela esaltante, senza poterlo evitare Jessy iniziò a contorcersi mugolando, sentì Ricky che afferrare il suo sesso pulsante frizionandolo sempre più velocemente. Era meraviglioso; sentì il membro di Riki fremere dentro di sè; stava per venire, la sua espressione di pura estasi in quel momento era quanto di più meravigliosa avesse mai visto, e, nel momento esatto in cui lo sentì riversarglisi dentro, raggiunge anche lui un violento orgasmo che lo fece gridare lasciandolo senza fiato. 
Si  accasciò sfinito sul petto di quello che ormai era diventato il suo ragazzo, appagato e felice.
Lo guardò negli occhi e sorrise, ormai non aveva più alcun dubbio sul fatto di essere gay, ma non gli importava, non si era mai sentito più felice di così, sudato e ansimante stretto tra le braccia di quello splendido giovane che amava più di se stesso.
Ormai appagato Jessy poggiò la testa nell'incavo del suo braccio così da sentirne sotto l'orecchio il forte tamburellare del cuore dell'altro; finalmente era sereno, si accoccolo ancor più vicino a quel corpo che amava addormentandosi beato stretto tra le sue braccia.


FINE!



Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions