Nota: Un uomo che parla del suo amore perduto o quasi. Scoprite un po' voi se vi inspira..La storia è nato da un attimo di follia e non c'è un vero e proprio protagonista ma semplicemente un uomo rimasto solo con se stesso.

 


Solitudine

di One1290

 

A volte mi sento solo.. Qualcosa manca nella mia vita.
Manchi tu.
Tu che mi facevi battere il cuore, tu che mi emozionavi quando parlavi, quando i tuoi occhi celestiali pieni di entusiasmo per la vita mi fissavano ingenui.
È proprio questo che mi manca di più. Eri capace di riempire ogni singolo attimo della mia vita, renderla speciale, indimenticabile, anche quei momenti che sarebbero sembrati infinitamente brevi e ora, mentre io penso a te, tu sei andato via. Via dalla persona che ami e che ti ama, dove abbiamo sbagliato? Abbiamo avuto una vita per vivere e invece la passiamo a rimpiangere momenti passati. È ingiusto. La vita è ingiusta.
Tante volte quando sul pianerottolo di casa ti fermavi a salutarmi e a ringraziarmi della meravigliosa serata passata insieme mi baciavi e dicevi - Tu sarai il mio amore eterno.. non me ne andrò mai… io ti amo!- Ora dove sei? Non sei qui. Sono solo davanti al caminetto. La mia mente non si distoglie dal tuo ricordo. È come vedere il proprio fiore appassire. Non ti sembra?
Mi hai lasciato solo in questa vita, questa vita che non vale niente senza di te, solo tu la sapevi rendere interessante. Quando ti sei chiuso la porta alle spalle troncando, così, anche la nostra relazione, non mi hai lasciato il tempo per dirti addio e me ne pento. Avrei voluto fermare quel maledettissimo treno e salire su con te, raggiungerti, baciarti, stringerti a me per una volta ancora, una, un ultima volta mi sarebbe bastata. Sto mentendo. Avrei voluto averti per l’eternità, allora forse sì che avrei potuto lasciare questo posto con l’anima lavata da tutti i peccati e felice di me stesso, ma così, rimane una barriera ricoperta di spine che si infittiscono col tempo ed è sempre più difficile scavalcare. È la solitudine che mi sta uccidendo , niente ha più importanza al di fuori di te.
Una domanda rimbomba nella mia testa, martella , mi assilla, nn riesco a dormire. Perché sei fuggito? Hai fatto le valigie e sei scappato via. Senza dire niente. Sei fuggito come una lepre fugge dal suo cacciatore. Ora sono solo a pensare. Ho preso le mie decisioni. Ho fatto la persona matura. Ho deciso di scappare come hai fatto tu, però in un altro modo. Forse questo ti farà male se un domani dovessi tornare da me.
Ecco, la casa è vuota, un odore forte raggiunge la periferica centrale del mio sistema nervoso, sonno, mi accascio sul pavimento. Odore di gas. È freddo e tutto sta perdendo il suo bel colorito, la vista stessa sta diventando sempre più scura. Il tatto diminuisce. Mi sto lasciando andare al piacere dell’abbandono fisico e mentale. Il piacere della morte. Sento i suoni affievolirsi. Ora un rumore forte in lontananza. Si. Lo riconosco a mala pena. Un urlo. Un urlo straziante penetra il mio condotto uditivo. Qualcuno sta camminando sul pavimento di legno. Una figura opaca. Un clic, forse ha spento il fornello, peccato, emanava un più buon profumo. Le finestre si spalancano. L’odore si dissolve. Ora la figura si abbassa su di me, mi raccoglie come un uccellino ferito caduto da un albero. Mi sento così piccolo e indifeso. Ora . Solo ora so di essere al sicuro.

Un letto. È qui che mi trovo. Sono morto? Probabile. Questo è il risultato dell’amore. La disperazione dell’anima. Apro gli occhi, una luce mi abbaglia, la luce del giorno, sono giunto davanti alle porte del paradiso? No, è una lampada al neon. Sento delle parole bisbigliate piano. Qualcuno sta pregando. Il cervello ordina ai muscoli del collo di voltare la testa. Allora non sono morto. L’inquietudine mi riempie il cuore. La persona che era fuggita ora è tornata per salvarmi. Il mio salvatore. Forse è proprio vera quella frase che afferma: Non ci si rende conto di quello che si ha finche non si rischia di perderlo.

“La vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.”