Ebbene sì! Eccomi qua. Quella che leggerete sarà la mia prima ed ultima esperienza nel campo dello Shounen-ai..... quindi siate buoni. (dai che siamo a Natale!)

So che ho un sacco da fare con le altre fic, ma giuro che questa mi è uscita di getto durante la lezione di francese.....

La storia si evolve attraverso gli occhi di un paio di personaggi diametralmente opposti: Sanzo e Goku, provando a dare una dimensione alla distanza che li separa... al ossessivo autocontrollo del bonzo e alla paura del rifiuto della scimmia.

Comunque, questo scarabocchio è solo una mia interpretazione dei conflitti interiori dei due..... quindi non pigliatemi per matta.

Ho scritto questa fic. per dare un tono personale alla coppia più amata dalle fan. di saiyuki......

Io, sinceramente, preferisco quella GojyoXSanzo però non avevo la giusta ispirazione per scrivere una ff. su di loro (anche perché sarebbe sicuramente venuta fuori una VM18...). Quindi beccativi questa ( è un po' particolare ma spero che vi piaccia..)

 

 



Scintille nella fiamma

parte I - Distanza di sicurezza

di Eva


 

Osserva la tua immagine riflessa nello specchio appeso ad un muro malamente intonacato e con la superficie sbrecciata, probabilmente, dall' illimitata cortesia di qualche cliente di questa ennesima, rustica locanda.

Nonostante la penombra vagamente rischiarata da un' insignificante lucerna ad olio, riesci a vederti bene, no?

Capelli biondi, occhi viola, sguardo austero..... sei tu.

Bhe, adesso potresti anche mutare espressione. Nessuno ti è attorno, pertanto rilassarti anche solo un istante non dovrebbe essere un compito tanto scabroso.....

Certo, già lo sai, quindi scegli di abbandonare la superficie riflettente e di dedicarti alla contemplazione del cielo, plumbeo come uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto, attraverso il vetro opaco e unto della finestra.

Non vuoi vedere il tuo volto cambiare. Rimanendo innanzi allo specchio non riusciresti a riconoscerti, e ciò ti urterebbe fastidiosamente.

Accetti la consapevolezza dell' atto di modificarti per un breve intervallo di tempo, ma ne ignori volutamente il senso pratico.

Preferisci che tutto accada lentamente, quasi inconsapevolmente ..... in modo tale da eludere il disagio che il fatto di sentirti diverso ti mette addosso.

Ma la poca calma concessa, giusto il tempo di un battito di ciglia, viene interrotta da un bussare vellutato alla porta.

Non reagisci in alcun modo, mantieni l' imperscrutabilità con cui scruti le cupe nubi che scivolano leste verso ponente. Lasci che i minuti passino lenti.

Sei quasi certo di aver udito un sospiro profondo provenire da oltre la lastra lignea.

"... Buonanotte, Sanzo.." Senti la presenza, inizialmente marcata, farsi flebile fino a sparire.

La sua giovane voce stagna nella tua testa per qualche attimo prima di estinguersi in un' eco lontana ed è strano, poiché non desideri veramente che essa svanisca ma, nel contempo, sai che non ti va di proprio di trattenerla.

Vorresti semplicemente che si insinuasse nella tua anima, che fluttuasse nella tua mente sovrastando ogni turbativa, divenendo a tratti altisonante e a volte muta.

Ma, del resto, non te ne importa poi molto. Senti Goku ciarlare a vanvera ogni singolo giorno, per ore, e, pur sapendo che niente dura per sempre, non conoscere con esattezza il momento in cui lui sarà troppo distante per costringerti ad ascoltare le sue lagne immette in te un senso di velata sicurezza.

L' illusione di avere ancora molto tempo.

Purtroppo, costretti nel loro eterno conflitto con la realtà, i miraggi vacillano.

E hai paura.

Ti irrita parecchio la metafora che accosta lo scorrere del tempo a quello di un fiume. Poiché il primo non può essere arrestato con una stupida diga.

Talvolta, quando sei solo, l' impressione che lui si stia allontanando ti assale, ti attanaglia le viscere e ti mozza il respiro.

A quel punto esci dalla stanza e bazzichi per il corridoio, con la scusa di accertarti che tutto vada bene, e ti accosti un po' più del dovuto alla sua porta, sperando solamente che a quella scimmia non salti in testa la malsana idea di aprire senza preavviso.

Sai che se ti vedesse dubiterebbe certamente della tua salute mentale, cosa che anche tu (obiettivamente) ogni tanto non ti risparmi.

Probabilmente ti rivolgerebbe le solite, premurose domande ( "Qualcosa non va?", "Ti senti bene?", "Hai bisogno di qualcosa?"), fissandoti con i suoi occhioni languidi e ambrati che sembrano invitarti a rivelare qualsiasi cruccio ti tormenti, e ti assicurano tutto l' appoggio, morale o fisico, di cui hai bisogno.

Peccato che su di te l' influenza benefica di quei due infiniti pozzi di dolcezza ottenga drasticamente l' effetto opposto: ti fa sentire infinitamente stupido e fuori luogo..... spogliato di ogni difesa.

E questo ti fa incazzare da pazzi.

Detesti il suo credere di riuscire a scioglierti con un sorriso da infante, la sua fissa di accertarsi del tuo benessere in qualsiasi situazione e il suo deliberato ignorarti quando lo insulti.

Ti inquieta la percezione dei suoi pensieri e desideri, la cognizione, al momento giusto, del punto da andare a toccare, la mossa da fare, la facilità con cui leggi nei suoi grandi occhi da bambino cosa vorrebbe che gli dicessi e tu, proprio per non uscire dal tuo ruolo,( e c’è da dire che sei pure una gran testa di cazzo), gli neghi di proposito.

Nonostante tutto credi di aver inconsciamente cercato in lui del sostegno, ma il fatto di aver così pressantemente tentato di non ammetterlo ti hanno condotto a ferirlo e a non ammettere alcuna forma di perdono da parte sua.

Speri così di demolire, nel contempo, l’effettiva esistenza di questo orribile legame, e il panico che ti prende quando pensi che la cosa potrebbe essere reciproca e che quindi potrebbero venire vanificate le barriere che hai eretto attorno alla tua persona, anno dopo anno.

Tuttavia ti senti attratto da lui per il fatto che è il tuo effettivo opposto e, pertanto, credi, il tuo esatto incastro....

Ma non vuoi, non puoi, non devi cedere né alla forza che ti traina verso di lui, né a quella che ti spinge a ricambiare le sue attenzione con un minimo di umanità.

L' unico mezzo collaudato con cui riesci a fronteggiare le sensazioni contrastanti che ti si accavallano dentro quando quel ragazzino ti dimostra un affetto che reputi spropositato è l' impassibilità, l' intolleranza e una certa dose di crudeltà.

Poiché per salvarti dall' impulso di sussurrargli un sentito "grazie", e per obbligarti a mantenere la mansione che sei stato destinato a svolgere sin dalla nascita, sei costretto ad importi due alternative: allontanarti da lui o allontanarlo da te.

E, ovviamente è scontata quale delle due scegli da sempre: la più semplice.

Inizialmente hai pensato anche di riuscire ad andartene lontano da quell' invasato ma hai ben presto scoperto che qualsiasi luogo, privato la sua presenza, è vuoto, monotono, squallido, triste.... brutto e ti riporta alla mente il periodo durante il quale sei stato davvero solo, quello che ha sfregiato la tua sensibilità (celata da un tempo che ti pare infinito) nel profondo.

In sincerità, però, anche solo definire "semplice" la separazione da Goku costituisce un palese paradosso.

Il termine "conveniente" è decisamente più appropriato.

 

Perché sai che anche se tu lo scacciassi a calci in culo a miglia e miglia da te, lui tornerebbe, sfoderando inizialmente quel celeberrimo atteggiamento da cane bastonato che segue tutti i vostri litigi, per poi rischiararsi gradualmente, fino a riequilibrare la situazione e a tornare il ragazzo allegro di sempre......

 

.....ma tutto ciò altro non è che mera falsità.

 

Che accadrebbe se un giorno lui non tornasse più?

Che accadrebbe se un giorno i ruoli si rovesciassero e lui si allontanasse da te, o peggio,....... se fosse lui a mandarti al diavolo?

Tutto quello che di fittizio e illusorio ti sei creato per sfuggire all' orrenda prospettiva di avere bisogno di qualcuno e che credevi poggiare su una base di cemento armato, si rivelerebbe invece un fragile canneto.

E verrebbe miseramente spazzato via.

Sai che non reggerai a lungo pressato tra il dogma "vivere per sé stessi" e la disperata impellenza d' affetto che strenuamente reprimi, e sai anche che non esistono termini di mediazione tra i due.

Devi scegliere.

O te lo tieni stretto o lo fai sparire.

Vorresti parlargli... per dire cosa?

Continui a pensare che, dette da te, parole come "ti voglio bene" o "non te ne andare" o (oddio) "ti amo" suonino, più che come affermazioni, come dannatissimi intercalari.

-Non è da lui- pensa chiunque possa credere di conoscerti.

Che stronzata. Come fanno gli altri a sapere chi sei quando nemmeno tu stesso puoi dire di saperlo veramente?

Neppure Goku saprebbe rispondere all' irrisolto quesito: "Chi è Genjio Sanzo Hoshi?"

Se, in teoria, riuscissi ad aprire bocca, perfino lui penserebbe che tu sia posseduto da un demone parassita solo a causa del tono che adopereresti parlando.

Inoltre, ogni teoria ha almeno una conseguenza pratica, ma, purtroppo per te, le due sono distanziate da un abisso.

Tu sei sull' orlo di quel baratro.

Per realizzare ciò che hai in mente devi saltare.

Se tutto fila liscio arriverai al fondo incolume. Ma ci sono delle complicazioni: potresti cadere male e non riuscire più ad alzarti o, nel peggiore dei casi, trovare un appoggio instabile ed essere costretto a risalire, a fare i conti con la parte di te stesso che hai sacrificato, a doverla ricostruire....

E' una percentuale di rischio che devi essere disposto a correre e sicuramente l' hai fatto, visto che stai scivolando silenziosamente oltre la soglia della tua camera.

 

Il corridoio ti sembra terribilmente lungo e oscuro. Cammini a passo felpato ma, in prossimità della tua meta, un asse scricchiola sotto il tuo peso. Non ci fai troppo caso. Dai scontato che, vista l' ora tarda, lui stia ronfando come un ghiro in letargo.

Giungi davanti alla porta della sua stanza e, per un secondo fuggente, ti pare di distinguere la sua sagoma attraverso la superficie liscia e bianca, unico ostacolo che si frappone tra te e lui, e ti ricorda quel singolare tipo di spettacolo, basato interamente su una luce costante e su un certo numero di figure in legno che si oppongono ad essa, proiettando le loro ombre su una stoffa candida tesa a mezz'aria. Una forma di intrattenimento gradevole.

In questo momento, però, quella rudimentale forma di teatro non ha alcuna attinenza con la motivazione della tua presenza davanti a questo uscio.

Ti senti un cretino.

In primo luogo perché sei certo che lui stia dormendo profondamente, e, in secondo luogo, per il semplice fatto che non avresti un cavolo da dirgli.

Sai bene che l' essere umano non possiede alcuna forma di istinto e che quindi non puoi sperare in un' improvvisa pulsione che ti faccia fare la cosa giusta al momento appropriato; considera che, arrestandoti dove sei ora, hai l' opportunità di bussare o quella di tornare indietro.

Non puoi startene lì impalato come un perfetto coglione nel cuore della notte e sei fin troppo consapevole che, tornando sui tuoi passi, continuerai ad aggrapparti a quella falsa speranza che ti sussurra che non necessiti della sua vicinanza, confondendoti.

Non sai come e quando è cominciata questa storia, in che momento hai iniziato a perdere la testa e, con essa, il tuo unico obiettivo di sempre, e come potresti riorganizzare le tue considerazioni in modo da costringerle in un ordine coerente e conciso per cercare tra loro quella sbagliata. Dato che sai che nulla gira per l' esatto verso, ma ignori cosa di preciso si muova nella direzione errata. Non sai nemmeno quale cazzo sia questo presunto contromano!

E' da un pezzo che quello che provi per lui ti fa paura, perché non sai definire se, nel complesso, sia un'esigenza o un desiderio, forse ambedue, e sarebbe il peggior caso.

In fondo, non sei in grado di discernere se sia consigliabile lasciarsi logorare l' anima dalla propria esistenza zeppa di dubbi e di cognizioni non tue, per rendere il meritato onore a chi ti ha insegnato tutto ciò che sai, oppure abbandonarsi al presente e fare ciò che non ritieni giusto ma che brami più di ogni altra cosa, buttando nel cesso una vita intera.

Disgraziatamente sei assorto nei tuoi pensieri quando la maniglia si abbassa lenta, senza emettere il minimo cigolio.

 

L'anta pallida ruota verso l' interno dell' alloggio.

Sparito l' ultimo impedimento.......... o l' ultima protezione.

Ti ritrovi a fronteggia un ingresso oscuro e percepisci nettamente il suo respiro.

"Non dormi?"

Fai in modo che non sia lui ad aprire la conversazione.

"Non ho sonno."

Mentre pronuncia quelle parole lo senti sbadigliare in maniera contenuta, capisci che mente.

"Domani dobbiamo partire presto, vedi di riposarti."

"Va bene."

Domande e risposte studiate. Un dialogo schedato.

"E tu? Qualcosa non va?"

Ti viene quasi da ridere.

"Controllavo che tutto andasse bene."

Ennesima scusa da repertorio.

"E da Gojyo e Hakkai non controlli?"

Altra domanda, altro schema.

"Di solito sei tu quello che di notte deambula in cucina..."

"Allora perché non sei andato in cucina?"

Se n' è accorto. Cazzo. Si è accorto che sei stato lì impalato a rimuginare più del necessario. Ora sta cercando di metterti alle strette ma, in questo genere di cose, sai chi ha sempre l' ultima parola; non hai nulla da temere.

"Nel caso non fossi stato in camera, avrei controllato anche in cucina."

"E perché non lo hai fatto?"

"Ma perché eri in camera.."

Alt ..... Com' è possibile?

Vicolo cieco. T'ha fregato.

"Come sapevi che ero in camera..? Non hai bussato... e non sei qui da poco." Il suo tono è calmo e sommesso.

T'ha pure sentito. Inutile dirlo, l' hai sottovalutato, lo fai da sempre.

Non ti resta altra consolazione che maledire tacitamente quel fottuto pavimento e il branco d' incapaci che l'ha costruito.

Un nodo ancora lasco ti stringe la gola e la fastidiosa sensazione di essere parso scemo ai suoi occhi si fa largo in te.

"Taci e dormi, stupida scimmia.." pronunci la frase magica. La formula per troncare qualsiasi discussione.

Ed infatti così accade, solo che lui non ti sbatte le porta in faccia come invece dovrebbe fare.

No; ti osserva ancora per un fuggevole istante.

Anche se non riesci a distinguere i tratti della sua faccia, credi che stia sorridendo..... come ha sempre fatto. In qualsiasi situazione, nel bene e nel male,

il primo sorriso a sbocciare e a ridicolizzare un po' le ombre che, in varie occasioni, hanno avvolto la combriccola di "pezzi assemblati a caso" è stato il suo.

Per te, star vicino ad un simile essere equivale pressoché ad essere accarezzato ogni volta che sbagli.

Come sta facendo ora........

Le sue dita delicate scorrono sulla tua guancia, timidamente, confidando ben poco in una tua reazione che si differenzi dalle solite scenate che rasentano la nevrosi.

E questo ti infrange come un sasso frantuma un vetro.

Basta poco, una carezza, per sbriciolare quel fragile equilibrio di ossa e cristallo che ti costituisce interamente................

Un impulso sconosciuto tanta di spingerti ad afferrare la sua mano... a baciarla... a stringerla.

Vorresti sentire il suo respiro irregolare mescersi al tuo, in una strana, bellissima musica senza ritmo, senza canti, senza strumenti, senza note o qualsiasi altro tipo di traccia da seguire e rispettare......

E, così facendo, illuminarti e scoprirti privo di memoria.... o di rimpianti....

 

Stupido.

 

Ti senti un perfetto idiota.

-Perché...?-

Riesci ancora a porti interrogativi di questo genere pur sapendo che, né con la ragione, né con l' anima, sarai in grado di trovare una risposta plausibile a questi snervanti quesiti.

Continua a provarci e vedrai che pian piano ti andrai ad incasinare, e ti ritroverai con un groviglio di pensieri confusi tra le mani che non saprai come sbrogliare.

Vai avanti così e ti tradirai, ammazzando definitivamente l' uomo che ha esalato l' ultimo respiro a causa tua...

 

Quel riflesso condizionato vecchio ventitré lunghi anni ti fa sdegnare sgarbatamente il tocco del ragazzino.

Lo spingi all' interno della stanza, ti sporgi oltre la soglia, afferri saldamente la maniglia e tiri, sbattendo la porta con forza, diffondendo un rombo altisonante in tutto il buio androne.

Distanza di sicurezza nuovamente stabilita.

Giri i tacchi e, senza badare ad assi che scricchiolano, tegole che cadono, asini che volano torni nel nascondiglio offertoti da questa singola notte.

La prossima, sicuramente, ne avrai un altro. Non preoccuparti.

 

Son Goku sta riuscendo a mandare in crisi tutte le tue certezze.

Per questo, continuerai ad odiarlo.

 

 

 

Vi prego... siate gentili con i commenti sennò mi scoraggio.....

Ah! La frase " plumbeo come uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto" l' ho presa da un libro di William Gibson.

 

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