I personaggi di Saint Seiya sono di proprietà del caro Signor Masami Kurumada e della Shueisha, io non ci guadagno nulla a scrivere cose di questo genere, solo un perverso divertimento, che già non è male.

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L’ultimo scontro

By Athed

 

Sono svenuto solo per pochi secondi, ne sono certo, ma a Saga sono bastati per mettermi in posizione di netta inferiorità. Mi tiene, con la mano sinistra, i polsi fermi sopra la testa, l’altra mano è ferma, salda sulla mia coscia destra, mentre la mia gamba sinistra è imprigionata dal suo peso, in quanto ci si è accovacciato sopra.

Divincolarmi non serve, anzi, lo diverto soltanto in questo modo, e sinceramente ora è l’ultima cosa che voglio, però non capisco cosa voglia lui in questa posizione.

C’è anche qualcos’altro che non riesco a capire, tutte le ferite che mi segnavano il corpo sono svanite, ma mi sento debole come se ci fossero ancora, l’unica persona che possa avermi curato, si fa per dire, è proprio Saga, ma perché?

Abbassa il viso sul mio, mi bacia, o almeno cerca, schiudo le labbra per far scivolare la sua lingua nella mia bocca, quando la sento che mi sfiora la mordo, si ritrae di scatto (1). Comincio a capire cosa possa desiderare, ma sì da il caso che io non voglia, se solo riuscissi a liberarmi. Non posso, sono troppo debole, se no non ci sarei finito neanche in questa posizione!

<<Cederai presto Ikki; ci puoi scommettere>> mi dice con tono sprezzante. Non faccio in tempo a pronunciare la mia acida risposta che dalla nostra destra si alza una voce adolescenziale secca e decisa.

<<Lascialo immediatamente!>> io e Saga ci voltiamo contemporaneamente nella direzione da cui la voce è giunta.

<<Seiya!>> grido, colmo di gioia nel vederlo in piedi senza gravi ferite e pronto a duellare per la scena che si è trovato davanti.

<<Ragazzino, sarebbe meglio per te che te ne fossi rimasto lì sdraiato dov’eri, ti saresti risparmiato un altro bel po’ di dolore.>> appena Saga finisce di enunciare le sue parole gli si schianta contro un Pegasus Ryuseiken alla massima potenza, che mi spiace dirlo, respinge alzando semplicemente una mano e non gli procura nessun tipo d'escoriazione. (Sempre detto io, e non solo io, che Seiya è scarso. Nda)

Saga sposta lo sguardo dal mio viso a quello di Pegasus, più disperato del mio ora che si è reso conto che in quelle condizioni non potrà mai essermi d’aiuto. Saga sorride, di quel sorriso perfido che non fa presagire nulla di buono, ho paura, ma non per me.

La spalla di Seiya sta perdendo sangue, e lui si è accasciato a terra cercando di bloccare l’emorrargia con l’altra mano. <<Maledetto, questa me la pagherai!>> poche volte sono stato così furioso, ma neanche col corpo carico di rabbia riesco a scuotermelo di dosso.

Si è girato verso di me, il suo sorriso è sempre quello di prima, ma ora coi suoi occhi guarda solo me, con quegli occhi iniettati di sangue. Non ce la faccio a sostenere lo sguardo, volto il viso verso Seiya che mi sta guardando, il colpo che ha ricevuto non è grave, ma in quelle condizioni…

<<Baciami!>> i miei ragionamenti sulle condizioni fisiche del mio amico sono interrotte così, in modo poco gentile.

<<Cosa?!>> ora sto guardando il Sacerdote, i miei occhi sono perfettamente puntati sui suoi, cerco di leggervi dentro qualche segno ironia, ma niente, era serio quando mi ha dato quell’ordine, ma che io voglia obbedire e tutto da dimostrare<<Mai! Razza di…..>> la voce mi muore in gola, ha alzato una mano e la sta puntando verso l’altro cavaliere in ginocchio che lo guarda con odio. Guarda Seiya, poi sorridendo, guarda me <<Dall’espressione che hai direi che capito quello ho intenzione di fare>> annuisco<<Bene, allora accetti o vuoi una vita sulla coscienza>>annuisco ancora<<Azzardati a fare quello che hai fatto prima e lui è morto. E già che ci siamo vediamo di metterci un po’ di passione e piacere>> Deglutisco, baciare un uomo, baciare lui, ma non eravamo nel bel mezzo di una guerra?!

Si abbassa su di me come gli avevo già visto fare, questa volta non mi resta che accettare di buon grado quell’intruso nella mia bocca e giocarci. La sua lingua segue il ritmo che le impongo io, è lento e sensuale. Mi faccio più audace e comincio ad esplorare la sua bocca, scivolo sui denti, poi sul palato finche l’altra lingua non viene a rintracciarmi per un’ultima piccola lotta prima di uscire da me. Sto ansimando un poco, cercando di riprendere fiato, e vedo che non sono l’unico.

Provo a liberarmi ancora una volta, cercando di coglierlo alla sprovvista ora che è distratto, ma da solo non ce la faccio. Due braccia gli cingono il collo, non sono solo, Seiya, sta cercando di aiutarmi, ma neanche lui ce la può fare, infatti viene spinto via molto facilmente e ricade in ginocchio alla nostra destra.

<<Noto con piacere che se t’impegni ci sai davvero fare. Vediamo dunque di proseguire>>

<<No, te lo puoi scordare, lasciami!>> Faccio un ultimo deciso tentativo di divincolarmi, ma quando sento la sua stretta farsi più salda sui miei polsi abbandono l’idea e mi accascio sconfitto.

Per tutta risposta Saga ride e annuncia<<Finalmente avete capito entrambi che non avete speranza. Ikki, ti consiglio di obbedire senza fare tante storie, altrimenti che ci andrà di mezzo sarà lui!>> finisce la frase volgendo lo sguardo all’altro cavaliere.

Dalla mano del sacerdote esce un lampo di luce gialla, si dirige verso Seyia che cade per terra addormentato.<<Dormira per un paio d’ore>>lo guardo con aria interrogativa <<Non credo ti avrebbe fatto piacere avere uno spettatore, tantopiù se ha la mania di non farsi mai gli affari suoi>>

Ha ragione, anche se è seccante ammetterlo. Ormai ho accettato, ogni mio rifiuto causerà dolore ad un’altra persona, mi domando solo fin dove Saga abbia intenzione di arrivare.

Ho gli occhi chiusi, li apro quando sento il peso del suo corpo lasciarmi, lo guardo, in piedi, imponente con quell’armatura che risplende ai raggi del sole della Grecia, sono affascinato e non dovrei esserlo. L’armatura si stacca da lui e gli si deposita vicino riunendosi a formare il suo simbolo. E’ rimasto torso nudo e tiene gli occhi chiusi, beandosi del sole che gli scalda pelle.

Mi muovo, cerco di alzarmi, il mio corpo è ancora intorpidito per la posizione scomoda a lungo sostenuta, ma non ci riesco, perché lui mi fa ridiscendere a terra. I suoi occhi sono diversi da poco fa, sono sempre iniettati di sangue, ma non c’è più l’odio e il disprezzo che vi leggevo prima.

Mi inchioda ancora al suolo, ma questa volta la stretta è meno salda.

<<Perché?>> devo saperlo, perché mi sta facendo tutto questo.

<<Perché lo voglio! E vedrai che tra un po’ lo vorrai anche tu!>>detto questo mi solleva la maglia fino ai polsi e con quella me li lega (2).

<<Fossi in te non ne sarei tanto sicuro!>> La mia risposta non ha il tono convinto che avrei voluto imporgli, in realtà non sono neanche sicuro di quello che ho detto, c’è una parte di me che ha apprezzato moltissimo quel bacio, e vorrebbe anche approfondire. Ma non devo farla vincere, ne va del mio onore.

Mi accarezza il petto, rimasto senza protezione, con i polpastrelli, in un tocco quasi impercettibile, quando arriva a sfiorare un capezzolo, sussulto, come se fossi stato sfiorato da una brezza fredda, intensa ma breve, ho la pelle d’oca per tutto il corpo. A livello dell’ombelico il tocco che aveva usato fino adesso cambia, sento le unghie, leggere ma dure che ne disegnano il contorno. Non posso negare che mi piaccia, anche se cerco in tutti i modi di far sì che mi disgusti.

Non sento più le sue mani, si è fermato, mi sta guardando, cerca di captare in me qualche segnale di piacere, ma non avrà vita facile, il mio viso fa trasparire tutto in questo momento, ma non piacere.

Alzo la gamba sinistra per mettermi più comodo.

Mi disegna le sopracciglia con un dito, lo fa scorrere giù per volto, fino al collo, si sofferma un attimo, chiudo gli occhi, lo sento muoversi. Mi lecca, mi sta leccando il collo, l’incavo fra le due clavicole, la linea di separazione tra i muscoli pettorali, la fine dello sterno, gli addominali, le sue mani si muovono con la stessa velocità della lingua, ma sui fianchi del mio tronco.

Sollevo anche l’altra gamba, così che Saga si viene a trovare in ginocchio fra le mie cosce, certamente si sta più comodi.

Arrivate alla vita le sue mani mi sollevano un poco verso l’alto, facendomi inarcare la schiena e permettendo una breve carezza alla mia spina dorsale, molto felice, che per tutta risposta s’inarca ancora di più.

Non mi deve piacere, non mi deve piacere! Non voglio dargliela vinta, ma come faccio, il mio corpo sta reagendo in maniera incontrollata, ed ho come l’impressione che siamo solo all’inizio.

Infatti, notata la mia reazione, la lingua s’è subito impossessata di un mio capezzolo, e si sta preparando ad iniziare un bel giochino fatto di morsetti e leccatine, mentre una mano e scesa fino ad insinuarsi al mio fianco oltre la cinta dei pantaloni, sotto la stoffa e non ha alcuna intenzione di stare ferma.

Lo sento sollevarsi un poco, giusto quel poco che gli permette di posizionarmi a pancia in sotto, mi bacia la nuca, e scende verso i glutei posando una striscia di baci, per tutta la colonna vertebrale, per poi riprenderla con le dita, e tracciare strani segni. L’alito caldo mi solletica il collo, mi gira ancora, prima di riaverlo sopra me lo trovo di lato, come se fosse veramente un tenero amante.

Così non va, i miei buoni propositi stanno crollando sto cominciando ad avere caldo ed ansimare.

Mi ritrovo ad avere il naso che sfiora il suo <<Mi sembra che ti cominci a piacere>> ride sommessamente leccandomi le labbra. Non posso rispondere, lo so che è vero, che tra un po’ perderò il controllo ma il fatto che lui sia così sicuro di se mi dà ai nervi. Giro il viso accaldato da un lato per far sì che non possa leggere quel poco di desiderio che ho nei miei occhi.

Pessima mossa voltarsi, ora il mio orecchio sinistro e succube della sua insaziabile lingua, e io sto emettendo piccoli gemiti, che salgono di volume quando comincia ad accarezzarmi le braccia, ancora sollevate sopra la testa, scendendo dai polsi fino alle ascelle, chi l’avrebbe mai detto che quell’uomo avesse delle mani così delicate e insistenti.

Mi volto di scatto, lo incateno con le braccia, passandogliele per la testa e lo bacio. E’ sorpreso del mio gesto, ma non s’irrigidisce, rimane calmo, in pochi secondi comincia a ricambiarmi. Mentre lo bacio mi rendo conto che ormai le mie difese sono nulle. Lo voleva, l’aveva detto, e non ci a messo molto per farlo volere anche a me.

Cosa succederà ora, se Seiya dovesse svegliarsi prima del previsto, se Shun, Shiryu e Hyoga dovessero destarsi e deciderei venire qui ad aiutarci, o peggio se arrivassero tutti, compresi i cavalieri d’oro e Saori, in fondo la freccia nel suo petto dovrebbe già essere scomparsa, sarebbe un bel guaio, spiegare questa situazione, sarebbe alquanto imbarazzante, anche perché si capirebbe lontano un miglio che la cosa non mi dispiace affatto.

Le nostre lingue stanno lottando freneticamente, non so per quanto tempo andiamo avanti. Mi stacco per respirare, sto ansimando vistosamente è lui non è da meno.

<<Cosa ti dicevo, visto che ti piace!>>stavolta non eludo il suo sguardo per paura di quello che potrebbe leggervi, non c’è molto da leggere, mi sembra di essere stato abbastanza esplicito. Ma quando mi si para davanti con quel fare saccente proprio non lo sopporto<<Ma vaffanculo!!>> è l’unica cosa che riesco a dire, sventolandogli le braccia legate davanti.

<<Mi vuoi togliere ‘sta dannata roba! E non ridere! Razza di perverso!>>, non gli parlavo così dai tempi in cui era il mio maestro, ma in quelle occasioni non rideva di certo, anzi me la faceva pagare cara, e anche le sue mani, non si erano mai levate su di me se non per colpire. Perché ora fa questo? Che sia libido pura e semplice, mah, non lo so, non so più che pensare, voglio solo che mi tolga questa dannata cosa che mi tiene legato, voglio giocare anch’io adesso.

Finalmente ho le mani libere e posso muovermi a mio piacimento.

Lo distraggo leccandogli e mordendogli le labbra, e intanto ne approfitto per invertire le posizioni, a gesto compiuto mi ritrovo a sfiorargli i fianchi con le cosce aperte. Missione compiuta. (Bravo, Tom Cruise non è nessuno in confronto a te! Nda)

Ora nel suo sguardo c’è qualcosa di simile alla disapprovazione, non credo che abbia apprezzato il cambio di ruolo, lo sento sotto di me che si sta muovendo, sta cercando di sbilanciarmi per tornare come prima.

<<Scordatelo!>>Ordinatogli questo mi avvento sul suo collo mordendolo, in modo non certo gentile, finche non sento un lamento provenire dalla sua gola Lo lascio, osservo i segni arrossati della mia dentatura sulla sua pelle dorata, e scendo più in basso, contornando l’aureola scura del suo capezzolo destro, e stuzzicando l’altro con la mano.

Saga sta gemendo, non posso negare che l’averlo ridotto così con solo due tocchi mi fa godere tantissimo. Lo sento armeggiare con i miei jeans, sbottonarli.

Sposto tutto il mio corpo verso il basso, impedendogli di continuare quello che stava facendo, per farlo io a lui, ha l’espressione di un bambino al quale hanno rubato il giochino preferito, non resisto<<Oh povero bambino, e ora…>>.

Una mano si avvicina alla mia gola fino a stringerla, l’afferrò con due mani per toglierla ma non ci riesco, soffocherei se il Sacerdote non mi venisse a salvare con una cosiddetta, respirazione bocca-bocca, raggiunto il suo scopo, lascia la mia gola e le mie labbra, ma rimane comunque seduto di fronte a me.

Lo respingo a terra con la forza, so che potrebbe liberarsi con un piccolo gesto, lo sa anche lui, ma non ha intenzione di farlo. Finalmente ho carta bianca e posso continuare quello che stavo facendo, gli slaccio i pantaloni e glieli sfilo. Ora sì che ci possiamo divertire come si deve. Comincio a sentirmi molto perverso. (Non sai io!! Slurp slurp!!Nda)

Nonostante i nostri battibecchi e le distrazioni la sua erezione è ancora in piena forma.

Comincio mordicchiandogli l’interno delle cosce, per risalire fino ai testicoli e infine in vetta. Mentre succhio lentamente lascio che una delle mie mani vaghi sul torace cercando uno dei capezzoli, lo trovo e comincio a stuzzicarlo con le unghie, con l’altra mano mi limito a giocare coi peli pubici che si trovano vicino alla mia bocca al lavoro. Sento dei suoni inarticolati provenire dalla mia vittima, cerco di sollevare lo sguardo per vedere la maschera di piacere che di sicuro gli si è dipinta in volto, ma non vedo altro che la carne morbida del collo che si trova sotto il mento, decido di staccare la bocca dal suo sesso, voglio vederlo, devo. Sarà la mia mano a prendersi cura di lui mentre vado ad accertarmi del risultato di quello che sto facendo.

Si è accorto di non essere più avvolto dalla mia bocca, lo percepisco dal mugolio di dissenso, che ritorna gemito al contatto con la mano.

Finalmente lo vedo, gli occhi semichiusi, la bocca aperta, il viso imperlato di sudore, i capelli umidi sulla fronte, lo saluto con un piccolo morso sul naso, lui ricambia leccando il mio.

Ammetto di essere pienamente soddisfatto, torno giù a finire il mio lavoro. I muscoli sono ormai sono rigidi e contratti, l’orgasmo è vicino, qualcosa mi riversa nella gola di sorpresa, lui s' inarca e ricade subiti dopo schiena contro il terreno.

Mi sollevo, sistemandomi in ginocchio all’altezza delle sue spalle. Sta ancora ansimando, ma il respiro sta pian piano ritornando regolare.

Guardo Seiya, è ancora svenuto, mi alzo per portarmi vicino al mio amico, voglio assicurarmi che stia bene, ho sbagliato a lasciarmi andare così, non avrei dovuto. Non posso fare a meno di pensare cosa accadrebbe se arrivassero gli altri, la colpa non è solo di Saga, accidenti a me, non l’ho fatto solo per evitare la morte di Seiya, in realtà una parte di me l’ha sempre voluto, fin da quando era il mio maestro, ma arrivare a questo punto!? Ero venuto per eliminarlo, non per portarlo all’orgasmo.

<<Seiya, mi senti>>

Due braccia forti mi abbracciano da dietro, mi sollevano e mi portano lontano dal corpo inerte di Pegasus. Vengo posato su un grosso blocco di pietra, liscio e dall’altezza di un tavolo.

<<Non arriverà nessuno ancora per un po’>> cerca di baciarmi, ma mi giro offrendogli solo una guancia.

<<Come fai ad esserne tanto sicuro! E fammi scendere da qui, spostasti!>>

<<Si dà il caso che sono un cavaliere d’oro, ragazzino. E se proprio lo vuoi sapere gli altri con la vostra cara Milady si trovano alla terza casa, ci metteranno più di un’ora per arrivare qua, senza calcolare le varie soste per curare i tuoi amici. Ricordati il nostro patto, rifiutati e il tuo amico ficcanaso andrà a fare una piccola crociera con Caronte in pochi secondi. E poi sii sincero, non ti ho certo costretto a farmi un pompino, ai fatto tutto da solo e non puoi negare che ti sia anche piaciuto. Quindi i tuoi sbalzi d'umore e questa finta morale puoi anche evitarli. Se non fossimo in questa situazione mi supplicheresti di scoparti qui e adesso>>.

Odio non essere in grado di difendermi, e ora non posso proprio, ha ragione su tutti i fronti.

<<Ma…>>no, non ho proprio la forza di rispondere e poi cosa potrei dire, la verità è che, sì, se non fossimo in questa situazione gli salterei addosso.

Sospiro.

<<Mah. Cosa? Ikki>>

Piantala di guardarmi così, te lo vuoi proprio sentire urlare in faccia.

<<Si hai ragione, vorrei farmi fottere da te, qui adesso. E non me ne frega niente del motivo per cui sono venuto qui, degli altri che stanno salendo e di Seiya che di sicuro sta meglio di me lì svenuto!>> Ecco, l’ho fatto, gli ho urlato in faccia tutto, ho negato il mio compito di cavaliere e la mia amicizia verso gli altri, tutto per un piacere carnale che nella mia vita non equiparerà neanche a un secondo.

<<Aspettavi solo questo, ammettilo Saga?!>>

Ride, di quella sua risata perfida e superiore, come posso desiderare uno così? Come ho fatto a lasciarmi andare in quel modo? Come ho fatto a fargli quello che gli ho fatto e a provare un piacere così profondo?

<<Sì, e una parte di me da tanto di quel tempo che non puoi neanche immaginare>>

Senza tanti preamboli mi stende.

Ho la schiena contro la fredda parete del blocco di pietra, e le gambe che penzolano nel vuoto dalle ginocchia in giù.

I jeans mi vengono sfilati con forza, mi ritrovo completamente nudo sotto lo sguardo attento ed eccitato di Saga.

Cerco di allontanarmi da lui strisciando all’indietro sul blocco, con il solo risultato di venire bloccato con le gambe piegate con le ginocchia rivolte in alto.

La stretta che mi costringe sdraiato è forte, mi tiene i polsi lungo i fianchi ma li stringe talmente tanto da farmi emettere un piccolo grido di dolore. A quel suono la stretta vieni allentata, e le mani del cavaliere si spostano una sul mio petto, e l’altra sul mio membro che si ridesta sotto quel tocco.

Ci guardiamo per un attimo, sorride, e scende fra le mie gambe aperte, mi lecca, mi succhia.

Stupendo, mi sto lasciando andare a questo piacere intenso.

<<No..!>> Ha smesso, perché.

Mi vengono offerte due dita da leccare, le afferro delicatamente coi denti e poi le prendo in bocca accarezzandole con la lingua, ad occhi chiusi. Ma in poco tempo mi priva anche di quelle.

Apro gli occhi.

Sta leccando le stesse dita che mi aveva donato, con quegli occhi rossi che non premettono nulla di buono in solite situazioni, ma questa non può di certo essere definita solita.

La lingua è tornata a tormentare dolcemente il mio pene in piena erezione, mi sto anche lasciando sfuggire dei piccoli gemiti di piacere dalle labbra socchiuse.

Sento le sue dita umidicce che scendono dai testicoli all’apertura tra i glutei, e una di queste scivola lentamente dentro di me, sono troppo concentrato sul piacere che mi provoca la bocca di Saga per farmi distrarre da quel piccolo fastidio penetrato nel mio corpo, soprattutto perché ormai quel fastidio a lasciato posto ad un piacere più intenso.

Ora mi sto irrigidendo, è entrato un altro dito, è solo un piccolo dolore continuo, ma sento che non fa parte di me, chiudo gli occhi cercando di trasformare quella debole sofferenza in piacere. Ci riesco grazie ai lenti movimenti che quei due piccoli intrusi stanno compiendo dentro me.

L’orgasmo si avvicina sempre più rapidamente a causa della doppia stimolazione a cui sono sottoposto.

Vengo con un urlo che soffoco mordendomi il braccio, inarco la schiena e vedo il mondo che mi circonda sfocare, come un sogno al risveglio.

Ricado sulla roccia.

Non so per quanto tempo rimango a fissare il cielo in questo stato catatonico, era stato molto più intenso di tutti gli orgasmi che avevo provato finora.

Un’ombra mi copre la visuale, ho ancora la mente annebbiata, so che è Saga, ma non riesco a delineare i contorni del suo viso.

<<Non era solo questo quello che volevi. Manca ancora qualcosa, non ricordi>>

….vorrei farmi fottere da te, qui adesso…

La nebbia nella mia mente sta cominciando a diradarsi. E’ vero avevo pronunciato quelle parole, e sono ancora convinto di quello che ho detto.

Lo guardo, non posso vedermi, ma credo di avere un’aria lussuriosa da farmi passare per un pervertito.

Mi poggia le mani sulle, così chiamate, maniglie dell’amore e mi fa scivolare verso di lui, sento la punta del suo pene che sfiora l’apertura fra i miei glutei. Mi tiro su a sedere. Non ci riesco, si china su di me fino a schiacciarmi contro la roccia.

<<Non dirmi che hai cambiato idea, perché io non ho proprio intenzione di fermarmi adesso.>>

Deglutisco sonoramente, comincio ad avere un po’ di paura. Perché non può pronunciare questo genere di frasi con un tono meno sadico?

Siamo fronte contro fronte, mi respira addosso, faccio uscire timidamente la lingua dalla sua tana e gli lecco le labbra, le apre, mi assorbe, mi accoglie nella sua bocca e da buon padrone di casa si presenta leccandomi insistentemente, per poi farsi più timido e farmi esplorare con foga tutto l’arredamento, incisivi, canin..

Gemo nella sua bocca.

Ha cominciato a farsi strada dentro di me. Avevo ragione a pensare che in confronto al suo sesso, per larghezza e lunghezza, le due dita di prima erano il nulla assoluto.

<<Shh, sta calmo rilassati>>mi dice mentre lentamente continua il suo tragitto.

<<Rilassati tu!ah… e non farmi shh! Non ho due anni!>>

Saga sta ridendo sommessamente.

Gli avvolgo le gambe attorno ai fianchi attirandolo dentro di me. Il dolore è s improvviso, ma sta già passando. Ne è rimasto molto sorpreso, ma ha capito che è stato meglio così, il dolore sta già cessando e sta lasciando posto a qualcosa di molto piacevole. Mi sto eccitando molto, e siamo ancora qui fermi, nessuno da segni di voler cominciare un qualsiasi movimento.

Alla prima spinta anche la mia erezione si ridesta, ma rimane bloccata tra i nostri due ventri. Negare di provare dolore sarebbe stupido, fa male, ma un lieve dolore di fondo che diminuisce ad ogni spinta.

Sto sudando copiosamente e mi sento bruciare la pelle al contatto con quella di Saga.

Mi sento impazzire da quanto mi fa godere questo insieme di movimenti, da una parte la penetrazione, un piacere nuovo e intenso che cresce man mano che aumenta la consapevolezza di cosa lo provoca, dall’altra l’erezione imprigionata fra i due corpi che viene stimolata, grazie al sudore che funge da lubrificante, dai nostri movimenti sempre più veloci.

Gli mordo un braccio per soffocare i gemiti che stanno raggiungendo livelli non consigliabili, l’orgasmo è vicino, risalgo alle sue spalle, stringendolo ansiosamente e soffoco il mio ultimo grido di piacere contro la sua spalla.

Subito dopo anche Saga si libera dentro di me e mi si accascia sopra.

Nessuno dei due è in grado di ragionare, ci limitiamo a respirarci addosso a vicenda un alito caldo, che mi dà brividi.

Guardo la testa del cavaliere di Gemini che mi è poggiata sul petto, muovo una mano a toccargli i capelli, li accarezzo. Lui si muove un poco e poi lentamente si alza.

I suoi occhi non sono più iniettati di sangue, sono azzurri e i suoi capelli sembrano più un azzurro pallido che un grigio. Mi sorride, mi sfiora le labbra per un tenero bacio. Quando si risolleva è tutto come prima, ha gli occhi rosso sangue e la capigliatura grigia. Devo essermi immaginato tutto.

Tengo ancora le gambe intorno alla sua vita e il suo sesso dentro di me, non voglio che si allontani, stringo di più le gambe.

<<Lasciami andare, Ikki. Adesso è tardi>>

Lentamente mi scosta le gambe e si libera Esce delicatamente dal mio corpo. Rimane qualche attimo a fissarmi. Ricambio lo sguardo. E’ finito tutto, è questo che mi vuoi dire guardandomi così, vero Saga. Si allontana, raccoglie i vestisti da terra e si riveste, per ultima indossa l’armatura.

A questo punto, cosa ci sto ancora a fare qui sopra. Mi siedo e salto giù dal blocco di roccia.

Cado, l’orgasmo è stato troppo intenso, e fatto movimenti troppo rapidi, le gambe non mi reggono e la testa mi gira, per non parlare del dolore debole ma continuo che sento verso il basso.

Vengo preso in braccio da Saga che mi porta a sedere su una piccola roccia e mi aiuta a rivestirmi.

<<Non avresti dovuto muoverti velocemente. Stai ancora ansimando>>

Lo guardo, non c’è il minimo sentimento nel suo sguardo, è freddo e sprezzante come all’inizio del nostro incontro.

Mi sento ancora sollevare, questa volta mi lascia in piedi vicino a Seiya che dorme profondamente, beato lui. Gli tocco un braccio, fa un piccolo movimento ma continua a dormire.

<<Combatti!>> Mi urla Saga.

Combattere, ma siamo seri, la mia armatura è finita i frantumi al suo secondo attacco, neanche Seiya è riuscito a fargli un graffio e dopo due orgasmi io sono un pelino stanco. Nonostante questo mi alzo sono pronto a partire all’attacco, almeno finche non arriveranno gli altri.

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Se siete arrivati a leggere fin qui siete dei grandi!!!
La realtà è che questa fanfiction l’avevo suggerita ad un’amica, ma lei si è rifiutata perché i personaggi le ispiravano poco, così mi sono dovuta arrangiare da sola, ma lei me l’ha cmq corretta. Un Ikki-Saga la volevo tanto! Anche perché tutte queste Shun-Hyoga vanno bene, ma ci sono anche altri personaggi da far divertire.

note (1)-(2) Ringrazio tanto mamma Ozaki per i suggerimenti.

Ikki: Vorrei solo far notare che IO non sono così volgare e lussurioso.
Solo perché in TV ti guarda anche la fascia inferiore ai 18anni.
Saga
: Bè dai un pochino lo sei, ammettilo.
I
: Ci mancava solo lui, dopo sei pagine ancora qui che rompe.
S
: Stai cercando guai, vero ragazzino?!
I
: Ragazzino a chi!?
Per favore non litigate, vi prego sono le due di notte e mi piacerebbe riuscire anche a dormire.
Cosa?! Alla faccia del litigare! Via immediatamente dal mio letto, giù, fuori, sloggiare!
Oh santa pazienza….


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