Disclaimers: i personaggi sono dei detenenti copyright
Note: dedicata a Jar ,al suo Karim che amo col tutto il cuore e a Tora-chan che mi ha sopportato a Torino Comics vestito da Bikky


Rimpianti del tempo che scorre

parte I

di Schuschu


A volte gli uomini vincono ma troppo spesso perdono. Chi sa esattamente quando vincere e quando perdere?
19 anni. Alcuni direbbero che sono solo un ragazzo ma sono sono gli stessi che ora mi guardano come se fossi un adulto solo perchè vesto di nero e raccolgo le lacrime della mia migliore amica.
Cosa avrei potuto dirle? Le ho solo detto la verità ed è per quello che ora tutti mi guardano come se fossi un uomo : non l'ho compianta, non le ho raccontato la bella favola del paradiso che un tempo lontano mi illuse. Non potevo e lei me ne è stata grata. Mi ha ringraziato silenziosamente mentre si martoriava il labbro inferiore con gli incisivi per non piangere in un pianto dirotto.
19 anni e sono di nuovo solo.
COme Carole, come JJ, come il cane che passa solitario nella via di notte, pisciando contro il muro della vita.
Torno a casa. La mia casa. Si ma per quanto ancora? Sospiro e i miei vestiti si afflosciano in terra, l'uno accanto all'altro, formando una scia nera e umida di pioggia.
Odio quando piove ai funerali, in breve ti trovi a spalare fango. Odio il rumore del fango che si affloscia sul coperchio della bara; è uno di quei rumori che ti rimane dentro e ti spezza.
Sono così esausto.
Sono distrutto.
Sono solo.

"Sono solo sì non so se ce la faccio a passare la notte 
Sto piangendo e il pianto che mi sto facendo è per te
(voglio il tuo amore abbattiamo il muro tra di noi
Non renderla difficile, metterò da parte l'orgoglio
Ne ho abbastanza, ho sofferto ed ho visto la luce"

Le note della canzone degli Aerosmith si piantano nel mio cervello, tra le lacrime che rigano la mia pelle scura. Vorrei solo poter pensare che quelle parole non siano per me , che Peter, nella stanza accanto non abbia sentito i miei singhiozzi.
Mi asciugo velocemente gli occhi.
Vorrei spaccargli il culo a quel bastardo!
Posso scometterci le palle che quel bastardo mi ha sentito piangere.
Gli batto nel muro ma lui finge di neppure sentirmi e anzi alza il volume.

"Sei il mio angelo vieni a salvarmi stanotte
Sei il mio angelo vieni a mettere le cose a posto
Sei il mio angelo vieni a salvarmi stanotte
Non so cosa farò di questi sentimenti che ho dentro
Sì, è vero la solitudine mi ha preso in giro"

Dee...ma perchè cazzo mi viene in mente lui!? Lui... lui è di papà. Lui ama Ryo e nessun altro. Lui.. lui mi ignora.
Ho cercato di fare di tutto per farmi notare. All'epoca ero convinto di farlo veramente per proteggere mio padre da Dee, ero fermamente convinto che la mia missione fosse unicamente quella. Lo credevo anche quando provai a sedurlo.
"Per papà" mi ripetevo ma dentro di me, la mia coscienza urlava con una voce flebile "PEr teeeee". Ed era così solo che mi ci son voluti quattro anni per capirlo. Amavo Dee. No non lo amavo, lo desideravo.
L'amore venne dopo, inizialmente era solo una sfida.
Una di quelle sfide sciocche che facevamo con Cal, niente di più.
Lei aveva capito, aveva capito prima che io potessi accorgermi di cosa provassi realmente.
La mia più grande scommessa fu anche il mio errore più grande.
Quella sera Ryo non c'era, era andato a trovare una vecchia amica di infanzia con la quale avevano mantenuto i contatti e che si trovava per un viaggio di piacere poco fuori città e così in casa eravamo rimasti solo io, Cal e Dee.
La serata si consumò nei soliti litigi. Sinceramente non ci feci molto caso, ma Dee mi confessò dopo che Cal gli pareva irrequieta e stranamente silenziosa. Non so se proprio non lo notai o se piuttosto fosse stata la mia mente a cancellare quel fatto volontariamente, ma se fossi stato meno cieco probabilmente ora Dee sarebbe ancora un mio amico.
Erano le 11 quando Cal decise di ritirarsi adducendo un lieve malessere dovuto alle mestruazioni, lasciando Dee alla mia mercè.
Eravamo tutti e due un po' brilli, o meglio lui lo era! Io fortunatamente ho ricevuto il dono divino di una soprannaturale resistenza all'alcool (dote che mi è spesso servita per far valere la mia superiorità).
"Ehehehe quanto sei carinoooo" commentò ridacchiando mentre con il rossetto che mi aveva lasciato Shannon, una tipa con cui avevo avuto un "good intercourse" la notte prima, mi disegnava il contorno delle labbra come si fa con le bambole quando appaiono troppo pallide. Era completamente ubriaco e non ci voleva molto a capirlo.
Sorrisi assecondando il suo stupido gioco infantile: tutto andava secondo ai miei piani.
Se quella notte fossi riuscito a portarmi a letto Dee, Ryo avrebbe finalmente capito che razza di porco lo stava cercando di irretire!
Scivolai alle sue spalle ammiccando e stringendo le labbra a cuore, rosse come il sangue che scorreva facendo battere forte il cuore per il trionfo ormai vicino.


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