Ohohohohohohohho! Ma che è ‘sta roba? Possibile che sia il nuovo capitolo di Rebel? Non è che magari è uno scherzo di quella pigrona dell’autrice??

Chissà!

no, dai…questo è sul serio il nuovo capitolo di Rebel e questa spastica introduzione serve per dire a) che la colpa di tutto quello che ho scritto è di Cainhx, quindi prendetevela con lei b) che, come al solito, siccome questa ficcina è nata per Carol, continua ad essere dedicata a lei (anche se questa volta la dedico anche a Cainhx^^) e c) che sono graditissimi i commenti, anche se, vista la mia assenza prolungata oltre ogni dire e priva di ogni scusante, non è che me ne aspetti chissà quanti.

Ma bando alle ciance…andiamo a incominciar!!!!!!

RATING: NC17 (seeeeeeeee…credici!!!)

NOTE: siccome questa ff è stata cominciata prima dell’uscita del sesto libro di Harry Potter, ho deciso di ignorare completamente ciò che è successo in esso e ciò che succederà nel sette.


 


Rebel

parte VII

di Ashlynx


Cado a terra con un tonfo sbattendo mani e ginocchia. Il respiro che fino ad ora ho involontariamente trattenuto si fa strada in me ed esce con forza dalla mia bocca, netta conferma del fatto che sono ancora vivo. Ma non grazie alle mie sole forze.

Alzo la testa e mi guardo velocemente attorno. Mi trovo in una stanza chiusa, dall’odore acre, ma il buio è così fitto che non sono in grado di dire quanto sia grande. L’unica fonte di luce proviene da una finestrella semichiusa, ma è decisamente troppo flebile per i miei gusti. Sento, però, una presenza vicino a me. Il respiro di un’altra persona. Mi sposto di scatto: per quanto ne so può anche trattarsi di un Mangiamorte!

<<Chi c’è?>> chiedo alle tenebre.

Mi risponde solo il silenzio, ma il suo respiro non si interrompe.

<<Dimmi chi sei>> continuo.

Non risponde, ma io so che c’è qualcuno. Ne sono certo! Qualcuno che sa che sono Harry Potter nonostante il mio aspetto!

<<Adam? Peter? Siete voi?>> domando speranzoso.

<<No>> mi volto di scatto.

La voce proviene da dietro di me.

<<Lumos>> urlo portandomi la bacchetta davanti agli occhi.

Per un attimo vengo accecato dalla luce abbagliante che illumina l’intera stanza. Quando il dolore passa mi trovo faccia a faccia col mio nuovo salvatore.

<<Tu!?>> sbotto sorpreso.

<<A quanto pare…>> risponde Logan incrociando le braccia al petto.

<<Come diavolo hai fatto a scoprire la mia vera identità!?>>

Sbuffa.

<<Sono un bravo legilimens, molto semplice. Talmente bravo che non ti sei nemmeno accorto che ho frugato per qualche attimo nella tua mente>>

Gli punto addosso la bacchetta.

<<Mi vuoi uccidere? Io ti ho appena salvato la vita>>

<<Dove siamo? E chi sei in realtà?>>

Ride.

<<Calmati. Non sono dalla parte di Tu-Sai-Chi e nemmeno da quella di Silente. Per quanto riguarda la tua seconda domanda…dovrai attendere un attimo: almeno il tempo che mi ci vorrà per riassumere il mio vero aspetto>>

<<Che…>>

Non mi lascia finire la frase. Si punta la bacchetta al petto e dice, con un tono totalmente piatto:

<<Finite incantatem>>

Un’intensa luce verde lo avvolge completamente, rapendolo alla mia vista. Per alcuni secondi odo solamente il suo soffocato urlo di dolore. Deve essere doloroso…almeno quanto l’incantesimo che Peter ha fatto a me. Pensandoci bene, può anche essere lo stesso.

Appena la luce si esaurisce, davanti a me compare un ragazzo pallido, con la fronte madida di sudore ed il volto ricoperto da lividi e tagli.

Rimango impietrito nel riconoscerlo.

<<Malfoy…>> dico flebilmente.

<<Esattamente>> risponde sistemandosi i vestiti <<Sei in debito con me, Potty>>

<<Non chiamarmi Potty, non sono un cane>>

Soffoca una risata, ma non dice nulla. Si limita ad allontanarsi da me e ad avvicinarsi alla finestra per dare un’occhiata fuori.

Per un attimo accarezzo l’idea di tornare alle mie reali sembianze, ma desisto: è più prudente rimanere Lucas per quando me ne andrò da qui.

<<Dove siamo?>>

Si volta a guardarmi.

Dio…i suoi occhi…

<<A Londra. Più precisamente nella soffitta dei Black Wizard>>

Lo guardo allibito.

<<Cosa?>>

<<Hai capito bene>>

<<Ma…ma…come fai a conoscere questo posto?! È segreto!>>

<<Secondo te?>>

Ci penso un attimo.

<<Sei in combutta con loro!>> sbotto dopo poco.

<<Bingo!>>

Lo guardo male. Non mi piace questa storia.

<<Da quanto tempo?>>

<<Più o meno da quando me ne sono andato di casa. Stupito, eh, Potter?>>

Rimango in silenzio, ma non posso negare di essere realmente attonito. Adam e Peter nascondevano Draco senza che io ne sapessi nulla. Non che loro mi debbano dire sempre tutto ma una cosa del genere! Perché me l’hanno nascosto?

Sento Draco sbuffare.

<<Se ti stai chiedendo per quale sordida ragione non ti hanno detto nulla di me, sappi che ho chiesto loro di mantenere il segreto>>

<<Perché?>>

<<Perché cosa?>>

<<Perché me lo hai detto?>>

Rimane un attimo in silenzio, preso alla sprovvista.

<<Non fare domande idiote, Potter>> risponde infine, gelandomi con uno dei suoi famosi sguardi <<Piuttosto>> aggiunge puntandomi contro la bacchetta <<che ne dici di tornare al tuo aspetto originale? Tanto da qua non ci muoviamo>>

Rimango colpito dalle sue parole. Da qua non ci muoviamo? Ma…la battaglia?

<<E lasciamo gli altri a combattere senza di noi??>> chiedo allarmato.

<<Tra poco ci raggiungeranno>> risponde tranquillo.

 Scuoto la testa.

<<Non se ne parla nemmeno! Come possiamo lasciarli lì!?>>

Non mi perdonerei mai se dovesse succedere loro qualcosa.

<<Non essere idiota: se la sanno cavare molto meglio di te>>

<<Ma là c’è Voldemort!>> urlo mentre la semplice preoccupazione bussa alla porta della disperazione.

Trasalì nel sentire il suo nome.

<<E allora? Pensi d’essere abbastanza forte da riuscire a batterlo? Ti ricordo che sei vivo solo grazie a me!>>

Ha ragione, lo so perfettamente, ma non posso accettarlo. Non riesco ad accettare il fatto di rimanere qui mentre Adam e Peter rischiano la vita combattendo contro Voldemort, contro colui che vuole a tutti i costi la mia fine.

Le parole mi escono dalle labbra senza che io le pensi realmente, guidate solo dalla mia disperazione:

<<Come faccio a sapere che non sei dalla parte dei Mangiamorte? Potresti benissimo trattenermi qua solamente per consegnarmi a loro!>>

La sua espressione muta all’improvviso, come se l’avessi colpito con uno schiaffo, divenendo iraconda. Non l’avevo mai visto così arrabbiato prima. Non è un semplice capriccio o il solito orgoglio ferito, ma qualcosa di ben più profondo.

<<Non sono un assassino>> dice categorico.

Ci guardiamo negli occhi e, per la prima volta, i suoi smettono di cercare di farmi vedere qualcosa che non c’è e mi lasciano libero accesso al suo vero essere. Il suo primo sguardo limpido e sincero.

Gli credo. Non so bene perché, ma mi convince.

Sono io, questa volta, a sospirare.

<<Va bene, ti credo>> dico.

La sua espressione si rilassa nell’attimo stesso in cui capisce il senso delle mie parole. Per un secondo sembra anche stupito. Un abbozzo di sorriso gli solca il volto, subito respinto dalla sua serietà abituale.

<<Comunque rimaniamo qua e niente storie>>

Sbuffo, per nulla contento della cosa. I suoi occhi mi ordinano di non insistere oltre, che tanto non cambierà idea per nulla al mondo, ed io decido di smetterla.

<<Come vuoi>> cedo.

<<Bene. Allora non c’è più motivo che tu rimanga in queste sembianze!>>

Per l’ennesima volta mi ritrova la sua bacchetta puntata contro.

<<Finite inca…>>

Uno spaventoso gorgoglio lo interrompe. Lo vedo sgranare gli occhi e portarsi una mano allo stomaco.

Rido.

<<Non dirmi che sei affamano, furetto!>>

Mi guarda, leggermente rosso in volto. Adorabile.

<<A quanto pare…>>

Rido nuovamente.

<<Seguimi: ti faccio un panino. Rimandiamo a dopo l’incantesimo>>

<<Sul serio?>> domanda incredulo.

<<Cosa?>>

<<Mi farai un panino?>>

Annuisco.

<<Ti sembra così strano?>> chiedo tornando serio.

<<Decisamente!>>

Sorrido.

<<Tranquillo: non voglio avvelenarti!>>

Mi dirigo con calma verso la porta in legno che si trova alla mia destra. Sento Draco seguirmi.

Quasi non credo a quello che sto per fare: preparargli da mangiare. Vabbè che è solo un panino, ma si tratta pur sempre di cibo!  La cosa ha dell’incredibile, eppure non mi dispiace minimamente! E poi, chissà, potrebbero esserci dei risvolti interessanti!

*

Sono le tre di notte. La casa è irrealmente silenziosa.

Draco, seduto sul divano accanto a me, fissa un punto nel vuoto, lanciando ogni tanto un’occhiata all’orologio. Il tempo sembra non passare mai.

Adama, Peter ed il giovane Vin Diesel, che altri non è che Blaise Zabini, non sono ancora tornati.

È da ore, ormai, che li aspettiamo con il cuore in gola, senza poter fare nulla per avere loro notizie. Ho persino ripreso le mie vere sembianze, convinto che ci avrebbero raggiunti presto, invece ora scopro che mi sono sbagliato in pieno.

È insopportabile.

Ho paura che sia successo loro qualcosa di grave, che siano feriti o, peggio ancora, morti.

Temo di non rivederli più.

Non voglio che ciò accada. Per nulla al mondo.

Draco si alza in piedi dopo minuti di completa immobilità. Lo guardo negli occhi. Una nuova luce brucia in essi: la luce di chi è stanco d’aspettare.  

<<Non ce la faccio più>> mi dice <<andiamo a cercarli>>

Mi alzo anche io. Non avrei sperato in parole più belle.

<<Dove andiamo?>> chiedo senza alcun indugio.

<<Torniamo al campo di Quiddicht, il punto di partenza. Non perdiamo tempo a trasformarci>>

Annuisco. L’importante è andare. Il fatto di venire scoperti è secondario.

Senza attendere oltre, mi circonda la vita con un braccio. Per un attimo vengo avvolto dai brividi, ma lui, ovviamente, non se ne accorge. Ci smaterializziamo senza proferire parola, troppo preoccupati sia per renderci conto del reale pericolo che corriamo lasciando il covo in questa maniera, sia per sentire il dolore dei nostri corpi che si scompongono e si ricompongono.

Quando ci materializziamo, lo spettacolo che ci si presenta davanti è il più desolante che io abbia mai visto. Il campo in ci poche ore fa si è svolta un’emozionante partita di Quiddicht è completamente distrutto. I pali delle porte sono caduti a terra e le tribune sono a pezzi. Una tetra nebbia rende l’atmosfera irreale, mentre la luce della luna illumina quanto è rimasto.

È proprio la luce della luna a rivelarmi, tutti intorno a me, i corpi senza vita di centinaia di maghi.

Mi porto una mano alla bocca, trattenendo il fiato.

Tutti questi morti…

<<C…cerchiamo gli altri, svelto>> mi dice Draco.

Annuisco. Ha ragione. Dobbiamo trovarli al più presto.

Cominciamo a muoverci, insicuri, tra in cadaveri, senza sapere dove mettere i piedi. Mi guardo bene intorno, cercando ogni possibile movimento umano. Niente. Totalmente inutile.

Mi assale la disperazione.

<<Perché non c’è nessuno di…vivo?>> chiedo, stupendomi della mia stessa voce.

<<Non lo so>> mi risponde, anche lui con un tono tremante <<forse siamo nella zona sbagliata. Usciamo dallo stadio>>

Si muove verso le uscite e io lo seguo. Ad ogni passo che faccio cerco nei corpi ai miei piedi il volto di qualcuno di conosciuto. Persino di Ron, Hermione e dei Gemelli. Potrebbero essere morti anche loro.   

<<Perché quelli del San Mungo non sono qui? La battaglia è finita…perché non ci sono?>> chiedo.

Perché non ci sono Ministri, giornalisti e Auror?

Perché questo silenzio?

<<Non lo so, maledizione! Come potrei saperlo?!>> sbotta lui.

È spaventato, lo so. Lo sento dalla sua voce. Lo è almeno quanto me.

Usciamo dallo stadio e ci blocchiamo. Ci sono delle luci in lontananza. Luci che si muovono come sospese, nel buio e nella nebbia. Dei maghi vivi con le loro bacchette, come tante lucciole in un campo d’erba. Come noi, ance loro non sanno come muoversi, i morti sono troppi. Sembrano immersi in uno sconfinato mare di sangue e cadaveri. Auror, Mangiamorte, bambini, ragazzi…tutti morti. Uno spettacolo agghiacciante.

Sento le lacrime pungermi gli occhi. Non posso fare nulla per fermarle, quindi le lascio scorrere.

Voldemort ha fatto tutto questo.

Terribile.

Mostruoso.

Oltre ogni previsione.

Mi muovo. Non possiamo rimanere con le mani in mano. Siamo qui per uno scopo ben preciso.

<<Troviamoli, presto>> riesco a dire.

Finalmente cominciamo la ricerca. Assieme, ci muoviamo silenziosi tra i cadaveri, invisibili agli occhi dei pochi maghi ancora vivi. Veloci, controlliamo i volti di tutti coloro che troviamo, nella speranza di trovare qualcuno di vivo.

Ho bisogno che ci sia qualche sopravvissuto. Uno qualsiasi. Per rinnovare la speranza, per alleggerire il peso che ho nel petto.

Lancio un’occhiata a Draco. Il suo volto è segnato dall’angoscia e i suoi occhi sono bagnati, ma non dice nulla, non alza nemmeno lo sguardo verso di me. Cerca senza sosta. Cerca Blaise, senza ombra di dubbio.

Sospiro. Spero di trovarli.

Sento un movimento alla mia sinistra. Distante, ma chiaro, nel silenzio. Rimango immobile. Forse ho sentito male. Pochi secondi e il rumore si ripete.

Passi. Sono dei passi. Lenti e impacciati, ma pur sempre passi.

Veloce, fisso lo sguardo vero il punto delle loro origine. Non si vede niente. Aspetto, me li sento avvicinare.

Sembra passare un’eternità, ma, infine, riesco a distinguere due figure nella nebbia. Due ragazzi. Uno di loro si trascina a fatica, sostenuto dal compagno.

Il mio cuore manca un battito. Forse…

<<Draco>> chiamo.

Si gira e, in pochi passi, è da me.   

Gli indico, ancora incerto, le due figure davanti a me. Sgrana gli occhi e lo sento trattenere il respiro. Anche lui non crede a ciò che vede.

Ci guardiamo.

Basta quell’unico sguardo per capire che, sì, possiamo rischiare d’essere scoperti.

<<B…Blaise?>> domanda Draco alla notte.

I due si fermano. Per un attimo sembriamo fissarci senza vederci, attraverso la nebbia sempre più fitta.

Mi sento il cuore in gola.

<<Sei tu, Draco?>>

La tensione mi scivola di dosso come acqua. Le labbra mi si increspano in un sorriso.

Sono loro.

Peccato che siano solo in due.

Chi manca all’appello?

Correndo, li raggiungiamo.

<<State bene?>> chiedo non appena mi trovo a pochi passi da loro e riesco a vedere il volto coperto di lividi e tagli del Serpeverde.

<<Io sì, ma Peter è ferito>> mi risponde Blaise, ancora sotto false spoglie.

<<Non è…nulla di grave>> mormora Peter alzando la testa, fino a quel momento ripiegata in avanti, verso di me.

Lo squadro. Ha un taglio molto largo sulla nuca, dal quale scende copiosamente del sangue, i jeans sono squarciati all’altezza del polpaccio sinistro e macchiati di rosso ed il suo braccio destro ricade senza vita lungo il suo fianco. Deve essere rotto.

<<Cos’è successo?>> chiedo.

<<Ho…avuto un incontro ravvicinato con un Mangiamorte, dopo che ve ne siete andati>> spiega.

<<E Tu-Sai-Chi?>> domanda Draco.

<<Non appena ha recuperato la bacchetta si è scagliato contro ogni Auror che ha incontrato. Era furente. Poi se ne è andato>> gli spiega Blaise.

<<Dov’è Adam?>> domando.

Lo sguardo di Blaise cambia, mentre Peter non riesce più a reggere il mio.

Mi gelo sul posto. Adam non può essere…

<<Voldemort…se l’è portato via>> dice Peter.

<<Cosa?>> sussurro, senza fiato.

Maledizione.

Non può essere vero. Adam rapito da Voldemort.

No.

Questo è mille volte peggio della morte.

<<Non sono riuscito a fermarlo>> continua il moro.

<<Ma…ma…perché?>>

è colpa mia?

Lui l’hai rapito perché io gli sono sfuggito?

Peter sospira.

<<Penso che Voldemort stesse cercando la Chiave di Ulach>>

<<La…la Chiave?>>

Non capisco. Non era un artiglio?

Annuisce.

<<Andiamo a casa. Vi spiegherò tutto>>

 

 

Continua….

 

 

 

 

Eh eh eh….sono sadica come i creatori di Prison Break e mi fermo qui^^