Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte XIII - Wanted

 

di Ermione

 

    

 

Wanted  _ The Cranberries
Sittin' in an armchair with my head between my hands, I wouldn't have to feel like this…
Too many misunderstandings causing such delay and if it doesn't work like this, well, I'll try another way…

 

 (Voluto
Seduto sulla mia poltrona con la testa tra le mani, non avrei mai voluto sentirmi in questo modo…
Troppe incomprensioni causano ritardi e se così non si riesce ad andare avanti, bene, proverò in un altro modo...
)


 


”Stupido coglione!!!” _ Tyler se lo ripeteva da giorni.

Aveva rovinato tutto e perché? Per mera viltà? Per paura? Per superficialità? Forse per tutte queste cose assieme.

Quella notte era corso disperatamente dietro ad Ailil, ma il ragazzino sembrava aver messo le ali ai piedi e lo seminò in poco tempo.

L’aveva cercato, dio se l’aveva cercato. Al pub, da Frankie e Martin, a scuola, ma sembrava essersi volatilizzato.

Nemmeno Joy sapeva dove fosse. Tutto ciò che sapeva era che era malato, almeno così sosteneva Martin, e che una ragazzina dai capelli rossi era venuta a prendere le sue cose.

A casa non era più tornato e Ty era rimasto lì, in attesa del suo ritorno.

Quella maledetta notte era rincasato di corsa. Ogni traccia del piccolo elfo era sparita e lui aveva cominciato a singhiozzare fino a crollare esausto.

Lo amava, ora ne era più che certo, ora che, forse, era troppo tardi. Avrebbe lottato fino alla morte per riaverlo, per strappare via la Banshee (1) dal suo cuore… se solo avesse saputo dove cercarlo… non si dava pace.

Stava male, troppo male. Le sue notti erano insonni e le sue giornate sfiancanti. Vagava senza meta per Belfast alla ricerca del suo amore perduto e aveva pregato dio che glielo riportasse o che almeno stesse bene.

Ma i giorni passavano e ogni suo sforzo si era rivelato inconcludente; i ragazzi della band erano tornati a Dublino, infondo il loro “compito” lì era finito, ma lui si era rifiutato categoricamente di partire.

Lentamente ma inesorabilmente si stava facendo avvolgere da una spirale autodistruttiva. Non mangiava quasi più nulla e leniva il dolore con cocktails di alcool e sonniferi. Ormai era un involucro vuoto; credeva che, a quel punto, non ci fosse più nessun dolore che lo potesse ferire ma si sbagliava di grosso.

Era strafatto, come quasi tutte le sere. Fu un miracolo che riuscisse ad uscire da quel pub di bassa lega sulle sue gambe. Quella era la zona peggiore di Belfast, lo sapeva bene, nemmeno la gente del luogo si arrischiava ad addentrarcisi di notte ma a lui sembrava non importare, o, forse, quell’ennesima sfida alla sorte era l’unico barlume di vita che gli restava. Avrebbe dovuto ricordare quel detto che dice: “Chi gioca col fuoco, perirà in esso”, se lo avesse fatto, si sarebbe evitato l’ustione di terzo grado che stava per travolgerlo.

Camminava incerto nella notte, senza meta, quando venne abbordato da un tizio di mezz’età, apparentemente distinto, che, senza troppi preamboli, lo invitò  a bere qualcosa in un locale lì vicino. Accettò.
Quando riaprì gli occhi l’ultimo ricordo che aveva era di l’immagine di lui che sorseggiava un Bushmill's (1) con quello sconosciuto.
Era confuso, aveva la vista appannata e un senso di timore stava crescendo in lui. Gli ci volle qualche minuto per mettere a fuoco la situazione e quando ci riuscì si rese conto di essere in trappola. Era disteso su un letto, completamente nudo, coi polsi e le caviglie legati alla testata. Non poteva muoversi.
Sentì lo sguardo famelico di quell’uomo su di lui… terrore. Sapeva fin troppo bene quale sarebbe stato l’epilogo.

Sorrise con malizia lo sconosciuto, mentre la sua mano cominciava a vagare sul petto del ragazzo. Sfiorò uno dei suoi capezzoli, lo prese tra le dita e cominciò a giocarci distrattamente. Tyler sussultò mentre i suoi occhi azzurro cielo si fecero lucidi di lacrime amare.
La mano del suo aguzzino si spostò sull’altro capezzolo, mentre quella libera scese verso il ventre fino a toccare il suo sesso. Lo strinse nel suo palmo e cominciò a massaggiarlo. Tyler provò a reagire, voleva gridare ma le labbra dell’uomo si incollarono alle sue, impedendogli di parlare. Non poteva fare altro che subire quell’attacco passivamente e sperare che fosse breve.
Fece scorrere la sua lingua sulle le labbra  di Tyler, cercando di forzarle ad aprirsi sotto il suo tocco; non fu facile ma ci riuscì; approfondì voracemente quel bacio strappato.
Il ragazzo piangeva e non appena l’uomo si staccò da lui voltò il capo per non vedere ciò che gli stava facendo.
Lo sconosciuto era schifosamente compiaciuto. Fece scivolare la sua bocca dal collo alla spalla del biondino e, una volta arrivato sul suo petto, prese tra i denti uno dei capezzoli ed iniziò a morderlo, mentre l’altro veniva torturato dalle sue dita. Intanto la mano sul suo sesso continuava incessantemente il suo lavoro e, dopo un tempo che a Tyler parve interminabile, le dita scesero a giocare con i suoi testicoli mentre la bocca dello sconosciuto scivolò lentamente fino a  sfiorare il suo orifizio. Tyler spalancò gli occhi irrigidendosi. Tentò di divincolarsi ma fu tutto inutile. L’uomo continuò indisturbato il suo “lavoro”, massaggiandogli l’anello muscolare e premendovi leggermente contro. 

Improvvisamente si staccò da lui, ma fu solo per un attimo, il tempo di prendere la vaselina. Tyler si sentì morire.
Con un ghigno compiaciuto si inumidì le dita e le introdusse nuovamente contro l’apertura della sua vittima, muovendole incessantemente. Si staccò nuovamente da lui, ma solo per spogliarsi. Ty  ebbe il tempo di guardarsi i polsi e le caviglie ormai pieni di lividi ma era troppo stanco e devastato per riuscire anche solo ad emettere un suono.
Il carnefice si posizionò tra le sue gambe: “Rilassati angioletto, vedrai che ti piacerà”.

Lo penetrò con un’unica spinta.
il giovane si inarcò nel letto, urlando di dolore. L’uomo si fermò pochi istanti per guardarlo, poi riprese a muoversi lentamente dentro di lui.
Dopo il buio più totale.
Quando riaprì gli occhi non era più legato ma adagiato su un letto morbido e una ragazzina dai riccioli rossi lo guardava sorridendo.
“Sono morto” _ pensò.


 

1 Whisky prodotto nell’Irlanda del nord