Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte IX - Dreams

 

di Ermione

 

    

 

Dreams  _ The Cranberries
Dreams

My life is changing everyday, in every possible way, and my dreams: it's never quiet as it seems.
I know I've felt like this before but now I'm feeling it even more…
…And then I open up and see the person falling here is me...
I want more impossible to ignore!

(Sogni
La mia vita sta cambiando ogni giorno, in ogni modo possibile, ei miei sogni, non sono mai tranquilli come sembrano.
So di essermi già sentito così ma adesso lo sento ancora di più…
E allora mi guardo dentro e vedo, che qui la persona che sta cadendo  sono io...
…Voglio di più, impossibile ignorarlo!
)



Ormai erano quasi due mesi che vivevano assieme. Ailil si era inspessito grazie anche alla boxe. Quello sport era arrivato proprio nel momento in cui lui era alla disperata ricerca di una nuova valvola di sfogo e una sera, per caso, un suo compagno di scuola gli aveva proposto di provare. Non era una passione ma sicuramente un diversivo più sano dell’infilarsi 2 dita in gola e poi, in qualche modo, lo stava aiutando a socializzare (anche con se stesso).
La palestra era aperta dalle 8 alle 24 per cui gli era possibile andare ad allenarsi senza trascurare il resto. Di solito andava nel pomeriggio, prima della scuola e la mattinata la dedicava allo studio. Josh, il proprietario della palestra, ci sapeva fare coi ragazzi. L’aveva aperta proprio con lo scopo di toglierli dalla strada e insegnar loro il rispetto di sé e degli altri attraverso lo sport. Ailil si trovava bene con lui, quando andava la palestra era quasi vuota a causa dell’orario insolito ma Josh era un uomo di poche ed essenziali parole e al ragazzo andava decisamente a genio.

Dal canto suo anche Tyler si era assestato; da quando era cominciata quell’insolita convivenza Tod, il suo lato oscuro, sembrava essersi eclissato e il vuoto allo stomaco era quasi scomparso. La sua vita era frenetica e spesso i 2 si incrociavano a malapena ma l’idea di tornare a casa e di salutarsi frettolosamente o anche solo guardarlo mentre dormiva gli dava una certa serenità e uno strano senso di appagamento. Non aveva nemmeno più cercato avventure occasionali. Era come se non lo appagassero… voleva di più e quel di più si chiamava Ailil. Il problema è che non sapeva molto di lui se non ciò che il ragazzo gli aveva detto, ammesso e non concesso che fosse la verità; insomma, poteva essere tranquillamente etero per quanto ne sapesse lui.

Quella sera Ailil fu il primo a rincasare, si sentiva molto stanco, come se non fossero bastati il lavoro, la scuola e la boxe, ora ci si metteva pure quello strano senso di incompletezza a sfiancarlo. Si buttò sul divano e accese la Tv _”Solo 5 minuti_pensò mentre faceva zapping ma delle note familiari lo ridestarono dal torpore, una vecchia ballata irlandese, The foggy dew (1): “As down the glen one Easter morn to a city fair rode I.There Armed lines of marching men
in squadrons passed me by. No fife did hum nor battle drum did sound it's dread tatoo. But the Angelus bell  o'er the Liffey swell rang out through the foggy dew. Right proudly high over Dublin Town they hung out the flag of war. 'Twas better to die 'neath an Irish sky than at Sulva or Sud El Bar.And from the plains of Royal Meath strong men came hurrying through. While Britannia's Huns, with their long range guns sailed in through the foggy dew. 'Twas Britannia bade our Wild Geese go  that small nations might be free. But their lonely graves are by Sulva's waves or the shore of the Great North Sea. Oh, had they died by Pearse's side or fought with Cathal Brugha. Their names we will keep where the fenians sleep 'neath the shroud of the foggy dew. But the bravest fell, and the requiem bell rang mournfully and clear. For those who died that Eastertide in the springing of the year. And the world did gaze, in deep amaze,
at those fearless men, but few. Who bore the fight that freedom's lightmight shine through the foggy dew. Ah, back through the glen I rode again and my heart with grief was sore. For I parted then with valiant men  whom I never shall see more. But to and fro in my dreams I go and I'd kneel and pray for you,
for slavery fled, o glorious dead,  when you fell in the foggy dew…”

Grida e sgomento attorno a lui. Spari, esplosioni e fiamme. Gente che fuggiva, madri che piangevano figli dispersi, poi, di colpo, il silenzio. Una calda luce bianca lo avvolse, si diradò pian piano e mostrò davanti ai suoi occhi un giovane; guardò meglio, aveva il corpo traforato dalle pallottole ed era immerso in una pozza di sangue; corse verso di lui, vide il suo volto e…
“Angel, nooooooooooooooooooo!!!”
Il grido di Aili fu agghiacciante, spalancò gli occhi e si ritrovò fra le braccia di Tyler.
“E’ stato solo un incubo, sei a casa, stai tranquillo” gli sussurrò accarezzandogli i capelli.
Ailil si arrese, era troppo anche per lui e scoppiò in un pianto disperato.
Il tempo sembrò dilatarsi per entrambi. Ailil, steso sul corpo di Tyer, avvolto nel suo abbraccio, si calmò. Si sentiva al sicuro e avrebbe voluto non staccarsi più da lui.
“Va meglio” gli chiese il biondino sempre tenendolo stretto.
“Sì… molto meglio” rispose.
I loro occhi si incrociarono nella penombra lunare. Erano vicini, sempre più vicini…
Ty socchiuse le palpebre mentre cominciava a baciarlo piano, Ailil assecondò il suo bacio e immerse la  lingua nella bocca dell’altro che piano si dischiuse per accoglierlo. Il musicista gli succhiò dolcemente il labbro superiore, per poi passare a mordicchiare quello inferiore: si fermò per un attimo ad ammirare le forme del ragazzo e invertì le posizioni, ora era sotto di lui. Sorrise e  iniziò a baciarlo delicatamente sulla linea del mento, lasciandogli una scia rovente lungo il collo, poi prese a baciargli e a leccargli il lobo dell’orecchio… Ailil gemette piano.
Le mani di Tyler presero a vagare sul petto, sugli addominali e sullo stomaco del piccolo, mentre le sue labbra si posarono leggere sui suoi capezzoli… lo sentì gemere di nuovo. Si stupì non poco quando le mani sottili del ragazzino gli sfilarono la felpa con un gesto veloce e preciso per poi passare ai jeans. Senza quasi rendersene conto si ritrovò nudo, i vestiti buttati in un angolo, sul pavimento. Sentì crescere il desiderio sotto i pantaloni di Ailil, vi poggiò sopra la mano carezzandolo lentamente e lo sentì gemere forte. Slacciò il primo bottone e vide i suoi occhi di metilene annebbiarsi dal desiderio ed il suo petto  alzarsi ad un ritmo veloce. Con un gesto fluido gli tolse i pantaloni e i boxer: ora quel corpo si rivelava davanti a lui nudo e perfetto. Poggiò le labbra sulla punta del suo membro palpitante, il suo gemito eruppe forte e Ty lo soffocò unendo le loro labbra, Ailil lo cercò con gli occhi, ferito da quell’abbandono, Ty sorrise e continuò nella sua esplorazione. Lentamente la sua lingua passò dall'asta al morbido sacchetto per poi scendere alla piccola fessura tra i glutei.
Il volto di Ailil era contratto dal piacere. Poggiò le mani lungo i fianchi di Tyler. Un roco sussurro uscì dalle sue labbra mentre le dita del biondino cominciarono ad invaderlo lentamente, una per volta… Si sentiva ardere ed un senso di gelo lo colse quando si staccò da lui, ma fu solo per un istante, pochi secondi dopo lo sentì appoggiarsi alla sua apertura mentre le sue mani continuavano a prendersi cura di lui, in una danza ipnotica.
Entrò piano, un gemito inarticolato uscì dal moro, che, però si abituò presto  alla sua intrusione e quando arrivò a sfregare quel punto particolare non poté più trattenersi: Ty... Sììììììììì!_ gridò.
Allacciò le sue gambe attorno al musicista, pregando che quell’estasi durasse per sempre, ma il piacere divenne troppo grande, venne e il suo seme si spanse lungo i loro corpi uniti e un momento dopo, con un ultimo affondo deciso, venne anche Tyler.

Si sdraiò su Ailil sorridendo, gli passò le dita tra i riccioli neri, e lo guardò dolcemente.
Con movimenti lenti uscì da lui e sfilò il condom, si alzò per andarlo a buttare.
Il ragazzino si sentì smarrito, gli mancava già il calore del corpo dell’altro.
Ma non ebbe il tempo di indagare su quel pensiero perché, un attimo dopo, Tyler era chino su di lui, lo prese in braccio e lo adagiò sul letto stendendosi accanto a lui e abbracciandolo.
Ailil si abbandonò in quell’abbraccio.
“Ti amo, Ailil”_ sussurrò piano.


 



 

1 The Foggy Dew (in italiano "La nebbia del mattino") è una ballata irlandese, che descrive la Sollevazione di Pasqua del 1916 con lo scopo di incoraggiare gli irlandesi a combattere per la causa irlandese, piuttosto che per gli inglesi, come molti giovani stavano facendo durante la I Guerra Mondiale. È stata scritta da Canon Charles O’Neill, un parroco irlandese: dopo aver assistito alla prima seduta del parlamento irlandese volle dedicare una canzone alla sollevazione di Pasqua, che è considerata uno degli eventi più importanti che portarono all'indipendenza dell'Irlanda. O'Neill scrisse il testo mentre per la musica si limito ad apportare delle modifiche ad una vecchia canzone d'amore irlandese "Star of the County Down.
La canzone è stata interpretata ed incisa, con vari arrangiamenti, praticamente da tutti i più grandi nomi della musica irlandese e di area celtica, da Alan Stivell, di cui ha sempre rappresentato un brano fisso nei concerti fin dagli anni'70, fino all'ultima versione dello storico gruppo dei Chieftains, assieme a Sinead O'Connor, nell'album "The Wide World Over" (2002).

 

2 Una mattina di Pasqua attraversavo una valle a cavallo verso una bella città, mi passarono davanti marciando file di uomini armati. La cornamusa non suonò il tamburello non rullò. Si sentì solo la campana dell'Angelus suonare e di lontano lo scorrere del fiume nella nebbia di quel mattino. Innalzarono fieramente la bandiera della battaglia sopra Dublino. Sarebbe stato meglio morire sotto il cielo irlandese piuttosto che combattere con inglesi a Sulva o a Sud el Bar. Dalle pianure di Royal Meath arrivarono correndo altri uomini forti., mentre con i cannoni arrivarono gli inglesi invasori sulle loro navi nella nebbia di quel mattino. Se l'Inghilterra avesse lasciato fare alle nostre Oche Selvatiche quelle piccole nazioni avrebbero potuto essere libere. Ma le loro tombe stanno ora presso le onde del Sulva o sulle rive del gran Mare del Nord. Oh, fossero morti accanto a Pearse o combattuto con Cathal Brugha! Ma serberemo i loro nomi dove dormono i Feniani nel manto della nebbia di quel mattino. Oh la notte buia cala e lo scoppio dei fucili che fanno vacillare la "Perfida Albione". Nel mezzo della via coperta di piombo, sette lingue di fuoco scintillavano sopra le linee di acciaio. Per ogni lama lucente, una preghiera era recitata, dicendo che per l'Irlanda i suoi figli saranno giusti. Ma quando la mattina irrompeva, la bandiera di guerra ancora sventolava nella nebbia di quel mattino. I più coraggiosi caddero e nel silenzio le campane suonarono tristemente il Requiem per coloro che morirono in quella Pasqua di primavera. Il mondo guardò con grande stupore quei pochi uomini coraggiosi che sostennero la lotta perché la luce della libertà risplendesse nella nebbia di quel mattino. Tornai in quella valle cavalcando e il mio cuore pianse di dolore, perché avevo lasciato uomini valorosi che non avrei mai più visto. Ma quando il mio pensiero torna a voi m'inginocchio e prego, perché la schiavitù è fuggita quando voi, o morti gloriosi, siete caduti nella nebbia di quel mattino.