Noi sempre

parte XV

di Tifawow


 Sirius e Fayenne stavano uno di fronte all’altro, silenziosi.

Da quando Sirius l’aveva incrociata nei corridoi, non si erano detti una sola parola; in silenzio avevano camminato fino alla torre di Astronomia, che in quelle ore era vuota, erano entrati e si erano seduti su due banchi, uno di fronte all’altro.

Ma non parlavano.

I loro sguardi, così simili anche in quel momento d’ansia rifuggivano l’uno dall’altro, come se si vergognassero di qualcosa…identici, troppo perché non Sirius non si accorgesse della veridicità delle parole di Remus.

Fayenne non aveva intenzione di dire niente, non toccava a lei parlare e soprattutto non era stata lei a chiedere quel colloquio. Era solo agitata…forse Sirius era lì per ribadirle in faccia quello che aveva detto a Remus poco prima…in quel caso cosa avrebbe fatto? Sperava con tutta se stessa di riuscire ad assestargli un bel pugno in faccia, ma in realtà temeva che sarebbe ancora scoppiata a piangere.

Sirius dal canto suo non sapeva cosa dire.

Quando si era accorto degli occhi gonfi e arrossati della ragazza si era sentito immensamente in colpa…si, era ancora convinto che lei avrebbe potuto essere certamente più gentile, ma capiva anche che infondo la colpa doveva ricercarla anche in se stesso.

Si sentiva da schifo…per prima cosa aveva fatto arrabbiare Moony, e in secondo luogo si era fatto sentire da quella ragazza che più di tutti avrebbe dovuto essergli vicino.

Non la capiva.

Non capiva se stesso, come potevano pensare che capisse lei se era vero che erano due animi identiche?

Impossibile.

-hai pianto…- disse infine, non trovando altre parole per iniziare la conversazione.

-no- rispose lei, cercando di nascondere l’ansia nel tono di voce.

-si- riprese lui.

-ti ho detto di no-

Il ragazzo strinse appena i pugni. Cominciavano bene –non sono qui per tenere un comizio su questo…- disse infine, cercando disperatamente di non perdere la calma –senti…arrivo al sodo: so che prima hai sentito quello che stavo dicendo a Rem…- imbarazzato, distolse lo sguardo da quello della ragazza.

Ecco.

Lo sapeva.

Era venuto a ribadirle quelle parole meschine…strinse appena i pugni guantati sotto le lunghe maniche del mantello dell’uniforme –come hai fatto a capire che ero lì?- domandò titubante.

-per questi…-da sotto le pieghe del mantello tirò fuori i di lei occhiali, porgendoglieli con un gesto tranquillo –devono esserti caduti…non sono in molti a portare occhiali di questa forma…-

Fayenne allungò la mano prendendo i suoi occhiali…si sentiva quasi nuda senza –ah…- mormorò mentre, dopo averli puliti con un lembo del mantello, se li rimetteva, tornando a vedere finalmente con chiarezza.

-senti…- ah, quanto coraggio ci voleva per domandare scusa…ma se non lo avesse fatto, Remus non glielo avrebbe mai perdonato…-mi dispiace…- concluse, senza alzare lo sguardo dal pavimento che per lui in quei minuti interminabili stava diventando sempre più interessante.

Fey alzò lo sguardo di colpo, osservando il ragazzo da sotto le ritrovate lenti degli occhiali.

-co…come?- domandò, incredula per quello che non era sicura di aver sentito.

Sirius Black che si stava scusando? Il mondo era probabilmente alla fine.

-mi hai capito…-sbottò il ragazzo alzando lo sguardo verso di lei- mi dispiace…non volevo dire quelle cose…o meglio, volevo dirle, ma non le pensavo seriamente…-una pausa…che altro dire? Si era già scoperto abbastanza…ancora un po che andava avanti e si sarebbe messo a raccontarle della sua vita.

-mi hai ferito…- la voce di lei gli fece strabuzzare appena gli occhi…non pensava che se la fosse presa così male –sapevo di non piacerti particolarmente, ma…insomma, pensavo che nonostante ci fossero delle divergenze alla fine saremmo riusciti ad appianarle…non era mia intenzione origliare, credimi, ma quando ho sentito quelle cose…bhe ci sono rimasta davvero male, non credevo di essere una persona così schifosa…- si morse il labbro inferiore, quasi a voler fermare il fiume di parole che le stavano per uscire dalle labbra.

-tu non sei schifosa –le parole di lui interruppero il flusso dei suoi pensieri –tu sei esattamente come me…- riprese dopo qualche attimo- penso sia per questo che non andiamo molto d’accordo: io non mi piaccio particolarmente, anzi, se devo proprio essere sincero fino infondo, mi detesto dal profondo del cuore…Remus dice che in te odio quello che non mi piace di me stesso, e credo che abbia ragione…ma il mio maledetto orgoglio mi impedisce di prendermela con me stesso…credo sia per questo che mi sono scagliato contro di te Fayenne…ma non volevo ferirti…quelle sono parole che mi sono scappata in un momento di rabbia, ero ancora incazzato per la litigata di stamattina…sono stato meschino e mi dispiace, non pensavo davvero quello che ho detto-

Fey scosse leggermente il capo…quella confessione la lasciava spiazzata, erano le stesse identiche cose che pensava lei…erano davvero molto più simili di quello che credeva –penso…che siano le mie stesse ragioni…- disse infine, dopo qualche attimo di riflessione –credo di non essere nemmeno io una santa…e se devo essere sincera ho fatto di tutto per provocarti –un sospiro- anche a me dispiace Sirius, abbiamo iniziato con il piede sbagliato –

-non ti devi scusare…infondo io potevo essere più gentile fin dall’inizio…cioè, non avevo minimamente pensato a come ti potessi sentire, portata via da casa tua e cose del genere…non mi sono mai sforzato di vedere le cose dal tuo punto di vista, immagino che i tuoi si saranno preoccupati…insomma, credo di aver causato un po di problemi-

Fayenne ridacchiò leggermente…una risata amara, e questo non sfuggì a sirius –problemi? Tzk, il massimo dei problemi che si staranno ponendo adesso i miei sarà come raggiungerti per ringraziarti…- si voltò, dando le spalle al ragazzo e avvicinandosi a una delle finestre, dalla quale spirava una leggera brezza –no…nessun problema per quello…anzi, forse è stato meglio…-

Sirius la seguì con lo sguardo senza dire nulla per qualche attimo.

-perché?- chiese infine.

Quella situazione gli pareva fin troppo familiare, come se in qualche modo stesse rivivendo qualcosa che era successo anche a lui.

-è semplice…non mi vogliono- una pausa –tu sei purosangue vero?- non si voltò nemmeno per scorgere il cenno di assenso del ragazzo –non puoi capire cosa vuol dire nascere in una tipica famiglia puritana come la mia…perbenisti schifosi che ritengono che qualsiasi cosa sfoci dalla norma sia demoniaca…ed io sforo dalla norma Sirius, e di brutto anche…-

-tu non…-

-non dire niente per favore…lo so, me lo avete detto mille volte che qui essere maghi per voi è una cosa normale, ma alla fine riesco a non essere normale nemmeno qui…- un sospiro interruppe le sue parole –comunque sia, da quando da piccina ho iniziato a dar fuoco a tutto quello che trovato, da quando i miei poteri si sono manifestati, loro mi hanno sempre trattato alla stregua di una vagabonda…non mi vogliono in casa ma hanno paura della mia vendetta e non mi mandano via…non mi permettono nemmeno di stare accanto al mio fratellino perché temono le mie reazioni violente-

Silenzio.

Nessuno dei due parlò per molti attimi.

Per un attimo Sirius rivide la storia della sua vita: troppo strano, troppo diverso dagli altri Black per essere accolto con piacere dalla famiglia, tuttavia troppo importante essendo il primogenito per essere diseredato come molte volte avevano già minacciato di fare…allontanato da tutti, e quelli che non lo emarginavano cercavano di cambiarlo, di renderlo come loro, fino a distruggerlo quando era chiaro che non ci sarebbero mai riusciti.

Improvvisamente si sentì vicino come non mai a quella ragazza.

-ti capisco fey…- mormorò, alzandosi a sua volta e avvicinandosi alla finestra, ponendo al di lei fianco destro- ti capisco fin troppo bene…anche io sono la pecora nera della mia famiglia e ho un’idea ben chiara di cosa vuol dire…-

-James mi ha accennato qualcosa…- mormorò- so che la tua famiglia è Slytherin da generazioni…e che non hanno apprezzato molto il fatto che tu sia finito in Gryffindor…-

-non è solo il fatto della casa di appartenenza…è che essere slytherin è un po uno stile di vita…se sono entrato nei Gryffindor vuol dire che non sono adatto allo stile di vita che i miei genitori avevano scelto per me, e questo non va bene, come non va bene che io frequenti figli di babbani come Remus e Peter, come non va bene che io continui a creare problemi al buon nome dei Bl ack…per un po avevo anche cercato di mostrarmi degno in qualsiasi caso, ma alla fine ho capito che effettivamente io non ero adatto alle Serpi e che il mio modo di fare era decisamente diverso da quello della mia famiglia…-

Fayenne sorrise leggermente, voltandosi nella di lui direzione –siamo due reietti…che ci vuoi fare, è il destino dei migliori-

Sirius la guardò per qualche attimo, leggermente stupito, poi scoppiò in una risata allegra e divertita –non avresti potuto trovare parole migliori di queste…- ancora qualche istante i suoi occhi indugiarono sulla di lei figura, tornò a guardare fuori dalla finestra, come se improvvisamente avesse trovato qualcosa che lo rendeva effettivamente simile a quella ragazza che fino a qualche ora prima aveva odiato –direi che per noi inizia tutto ora…no?- si azzardò.

Fayenne rimase in silenzio per qualche attimo.

Ricominciare da capo.

In fin dei conti il loro non era odio l’uno per l’altro, ma semplicemente odio per se stessi…potevano essere amici, e questo era chiaro dalle poche parole amichevoli che si erano scambiati in quei pochi minuti –si Sirius…- voltò finalmente gli occhi verso di lui, sorridendogli leggermente –ricominciamo…-

Il ragazzo ricambiò di slancio il sorriso –ti ringrazio Fey…- rimase fermo per qualche attimo, poi buttando via tutte le sue riserve si avvicinò a lei del passo che li separava portando le braccia a cingerla in un abbraccio amichevole e protettivo, in quel gesto di amicizia che fin dal primo giorno le aveva rifiutato e che ora aveva finalmente capito servire terribilmente anche a lui.

********

James Potter era confuso.

E non era normale per lui esserlo.

Pensieroso, il ragazzo camminava lungo il corridoio che lo avrebbe portato in Sala Grande per il pranzo, affogandosi da solo nei suoi mille percorsi mentali…da quando Fayenne era uscita dall’aula con la scusa di andare a cercare Sirius e Remus, tutto si era fatto decisamente poco interessante per lui e senza un minimo di attrattiva.

Non c’era stato nulla in grado di farlo tornare anche solo per dieci minuti il solito Potter di sempre.

Nè la Evans che per la prima volta in sette anni di Hogwarts cercava di attirare la sua attenzione.

Nè Peter che tentava disperatamente di coinvolgerlo in una discussione costruttiva sui prossimi scherzi da fare a Snivellus.

Nè tanto meno Remus che si era categoricamente rifiutato di dire dove fosse andato Sirius.

Niente di niente.

In quei giorni si era ritrovato a pensare…non che di solito non lo facesse, ma nella norma pensava decisamente poco, e il ragionare su una cosa che non fosse il quidditch per più di dieci minuti era un gran passo: Fayenne.

Ecco qual’era il centro dei suoi pensieri.

Da quando quella ragazza era entrata nella sua vita, tutto per lui era cambiato…in suo modo di comportarsi, il suo modo di parlare…accidenti, persino il suo modo di pensare!

Era bastato veramente poco: i suoi occhi che lo fissavano gli mandavano in brodo di giuggiole il cervello, la sua voce perennemente alterata ma sempre velata di una certa dolcezza e malinconia avevano il potere di fargli perdere il controllo dei suoi pensieri, le sue movenze, che poco avevano di aggraziato ma che risultavano tuttavia delicatissime, lo facevano completamente sclerare.

Se gliel’avessero detto qualche mese prima non ci avrebbe creduto; si, era sempre in mezzo a qualche situazione strana (infondo lo sapevano tutti che il nome Potter poteva solo significare guai) ma nemmeno nei suoi più lontani pensieri si sarebbe immaginato di salvare un’incendiaria e di innamorarsene.

Si, perché ormai ne era sicuro: era innamorato di lei.

Non che ci volesse uno studio per capirlo.

Lui di certo non nascondeva il suo crescente interesse per quella ragazza…era tutto quello che poteva desiderare: decisa, fiera, sicura di se, e anche se non era certo quella che si potesse definire un tocco di gnocca era sicuramente molto graziosa.

Avrebbe voluto fare qualcosa per attirare la sua attenzione in qualche modo, ma aveva paura di combinare qualcosa con i suoi modi di fare…alla Evans non era mai piaciuto il suo modo di comportarsi. Eppure sentiva che con Fey le cose sarebbero state diverse. Era solo una sensazione, ma sentiva Fayenne particolarmente vicina al modo di pensare suo e dei malandrini…bhe, se come diceva Dumbledore lei era il doppio di Sirius, allora non c’era da stupirsi.

Con un sospiro alzò le braccia sopra la sua testa, stiracchiandosi rumorosamente.

Aveva fame e non vedeva l’ora di riempirsi lo stomaco a pranzo evitando per qualche minuto di fare pensieri così complicati.

Al suo fianco, altrettanto silenzioso, trotterellava Peter.

Al contrario dell’amico, i pensieri che affollavano la sua mente erano dei più tranquilli del mondo: nonostante in quei giorni avesse imparato a conoscere ed apprezzare la nuova arrivata più di quanto facesse inizialmente, non era certo il centro dei suoi pensieri.

Il massimo dei suoi problemi si specchiava in altro: il compito di trasfigurazione che avrebbero avuto la mattina seguente.

Non sapeva niente.

Non era riuscito a prepararsi a dovere, non ricordava praticamente nulla di quello che aveva studiato…eppure ci aveva passato ora sopra quelle definizioni, si era concentrato e aveva cercato di memorizzare tutto il possibile.

Evidentemente non era stato abbastanza, ed ora stava cercando di escogitare un qualche modo per riuscire a copiare l’indomani.

Dietro di loro, Remus avanzava tranquillo, senza parlare, forse consapevole del conflitto interiore che si stava scatenando nella mente non molto abituata a pensare del suo amico James.

Avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo, ma era una battaglia che doveva combattere da solo.

Da parte sua aveva comunque molti altri pensieri per la testa: uno a caso, Sirius e Fayenne erano riusciti a chiarirsi o avrebbero dovuto sopportare ancora a lungo quei due? Contava particolarmente sulla prima ipotesi.

Anche se da un certo lato era infastidito dal tipo di legame che univa i due ragazzi, sapeva di non avere rivali in quel senso, e sentiva già di volere molto bene a Fayenne…la cosa che più voleva era vederli andare d’accordo. Forse sarebbe rimasto solo un pio desiderio, ma continuava a desiderarlo.

-ragazzi…-

La voce di james interruppe il flusso dei pensieri dei due ragazzi.

Remus allungò appena il passo per mettersi al pari dell’amico e poterlo guardare in volto mentre parlava –si Prongie?-

Peter non rispose, si limitò a voltarsi in direzione dell’amico mentre camminava, pronto ad ascoltare qualsiasi cosa volesse dire.

-mi stavo chiedendo una cosa…- il suo tono di voce era leggermente pensieroso, privo della leggerezza che usava di solito –mi prenderete per cretino forse, ma voi siete i miei migliori amici…-

Remus sorrise tra se e se…forse finalmente il ragazzo che sapeva sempre cosa fare si era deciso a chiedere il loro aiuto per quella situazione che gli era completamente nuova- lo sai che puoi dirci tutto Prongie…-



-si- annuì Peter con decisione –siamo a tua disposizione e lo sai…- si era accorto in quei giorni che il suo amico era strano. Non era certo abbastanza sveglio per capirne il motivo, ma si accorgeva quando un suo amico mutava atteggiamento.

James rimase qualche attimo in silenzio.

In realtà, per lui che era sempre stato abituato a trattare con le donne, parlare di certe cose con i suoi amici risultava un po imbarazzante –è per Fey…- si decise dopo qualche attimo –io…non so come comportarmi con lei…-

-in che senso?- domandò Peter, stranito da quella domanda. Lui che non era un acuto osservatore non si era certo reso conto che il cambiamento del suo amico era coinciso esattamente con l’arrivo della ragazza nelle loro vite.

-non so come comportarmi…-ripetè

.

-è la prima volta che senti qualcosa del genere vero?- lo interruppe Remus, con in sorriso più naturale del mondo.

James annuì appena- ah ha…io non so come fare, come prenderla…si vede che sta male, vorrei consolarla ma ho paura che tale confidenza possa non piacerle, non so come potrebbe reagire a qualsiasi mio approccio…e non nego che quando parlo e la faccio innervosire ho quasi paura che mi possa dare fuoco da un momento all’altro…- rabbrividì appena- insomma, sono totalmente inerme in questa situazione, lei è troppo strana, troppo diversa dalle altre ragazze con cui ho avuto a che fare…-

Camminarono in silenzio ancora per qualche attimo.

Remus sapeva perfettamente cosa volesse dire james, come sentisse in quel momento…infondo aveva fatto il filo a Sirius per anni, e poteva tranquillamente dire che fosse la stessa identica cosa.

Tuttavia aveva un tipo di sensibilità e un modo di concepire l’amore diverso da quello dell’amico. Forse gli era stato più facile per quello.

-secondo me non ti devi fare troppi problemi…- disse dopo qualche attimo il licantropo –dopotutto lei è uguale identica a Sirius…sei riuscito ad essergli amico proprio con il tuo carattere, non credo proprio che causerebbe fastidio a Fey…-

Peter scrollò appena le spalle a quelle parole. Non che lui fosse un ‘esperto di certe cose, ma lei era pur sempre una ragazza –bha, mi sembra abbastanza semplicistica come soluzione…voglio dire, lei non è proprio come Sirius…-

James annuì –esatto…anche se Dumbledore ha detto così, io non li vedo così uguali…-

-è perché l’ambiente in cui è cresciuta lei è diverso da quello in cui è cresciuti Siri…- asserì Remus –è vero, sembra scontrosa e chiusa, ma lo è solo perché non ci conosce ancora bene…dovreste provare a ricordarvi com’era Siri i primi giorni, quando ci siamo conosciuti, non mi sembra fosse molto più socievole…-

-si, anche questo è vero…- sospirò appena James –ma no è solo questo che mi preoccupa…è che lei mi sembra così distante, non sorride quasi mai e cerca sempre di evitarci in un modo o nell’altro…credi che riusciremo mai a diventare almeno buoni amici? A convincerla a fidarci di noi?-

-non lo so amico mio…questo proprio non lo so…-

Le loro parole si interruppero quando si accorsero di essere arrivati davanti all’entrata della Sala Grande.

Davanti al portone, presi da una fitta conversazione, stavano Sirius e fayenne, che parlottavano tra di loro come vecchi amici, ridendo e scherzando.

Questo scenario prese tutti alla sprovvista.

Nessuno si sarebbe mai aspettato di vederli in quel modo, vicini a ridere e soprattutto a parlare civilmente senza insultarsi. Sembrava che due settimane di litigare non ci fossero mai state.

-Hei ragazzi!- esclamò Sirius nella loro direzione quando si avvide della loro presenza –vi stavamo aspettando! Muovetevi che abbiamo una fame da lupo-

-si muovetevi!- la voce di Fey seguì quella di Sirius. Tranquilla, divertita come mai lo era stata in quei giorni.

James alzò gli occhi verso di lei.

Il cuore perse un battito quando si accorse del sorriso che lei gli stava rivolgendo…un sorriso sincero e spensierato, di una persona che finalmente stava bene con se stessa.

Non poteva fare a meno di sentirsi felice mentre lui e gli altri facevano il loro ingresso in sala grande.

Quello era per tutti loro un nuovo inizio, e Fayenne finalmente aveva capito che in loro avrebbe sempre trovato degli amici.