DISCLAIMER: I personaggi non appartengono a me ma al rispettivo autore e nel mio in sensatissimo lavoro non vi è alcun fine di lucro ^^

SPOILER: La storia è ambientata alla fine del sesto libro della saga ‘Harry Potter e il principe mezzo sangue’, potrebbero pertanto esserci spoiler per chi non l’avesse ancora letto.

    
 


 

 

Nemesi

 

parte X

 

di Hikaru

 


 

Harry era sicuro che il baule di Draco fosse stregato, probabilmente con un incantesimo che rendeva l’interno molto più grande dell’esterno, perché Draco aveva gia tirato fuori tantissime cose dal baule (che era impossibile secondo le convenzionali leggi fisiche che ci potessero stare) eppure quello era ancora MOLTO pesante. [ C’è l’intero Malfoy Manor dentro? >__< ]

Il baule, cesellato in lucido legno massello rossastro, aveva una serratura intarsiata in argento con la toppa per una piccola chiave. Draco si diresse alla libreria e dalla copertina verde di un libro fece scivolare fuori un anello con attaccate tre piccole chiavi sottili: la prima in bronzo, la seconda in argento e la terza in oro. Le porse a Harry con un sorriso.

<<Ehm…Qual è?>> Chiese il moro, sospettando gia vagamente la risposta.

<<Tutte e tre>> Disse il serpeverde con un ghigno.

<<Bene, ci metteremo un giorno intero!>> Esclamò Harry e Draco si mise a ridacchiare in modo molto poco rassicurante.

Mai avrebbe potuto immaginare quanto fossero profetiche le proprie parole, seppur conoscendo il ‘dolce’ caratterino che il biondo si ritrovava. [ XD Cominciate a tremare! ]

La prima chiave che infilò fu quella in bronzo, dopo due giri il coperchio si sollevò da solo rivelando tutto il materiale scolastico di Draco.

La mascella di Harry rischiò di cadere a terra per lo shock mentre sgranava gli occhi: non solo gli oggetti erano sistemati in un modo che rasentava il maniacale e lo spazio era all’incirca il triplo di quello che aveva immaginato, ma Draco sembrava aver svaligiato l’intera cantina di Mondo Mago!

Sul viso del biondo si apri un ghigno che andava da un orecchio all’altro: <<Buon divertimento e non mettere niente in disordine>> Disse con voce zuccherosa, prima di stendersi sul proprio letto e riprendere a sfogliare l’album fotografico di Harry.

Harry richiuse la bocca e, con uno sbuffo tra l’allibito e il divertito, infilò una mano nel baule.

<<Harry?>> Lo richiamò il biondo.

<<Si?>>

<<Se metti qualcosa in disordine ti faccio riordinare tutto>> Disse con la medesima voce falsamente zuccherosa.

<<Sei un sadico!>> Esclamò Harry scioccato.

<<Su tesoro, non adularmi!>> Rispose Draco riportando la propria attenzione sulle foto.

Harry soffocò una bella dose di insulti e si mise a frugare curioso.

Oltre al materiale classico richiesto abitualmente dalla scuola, Draco aveva una svariata collezione di piume dei tipi e fogge di disparate (Harry ne apprezzò particolarmente una lunga e nera con la punta in argento), una scatola con inchiostri colorati e dagli effetti particolari (uno veramente curioso era di un blu elettrico e ciò che veniva scritto con esso poteva essere letto solo dall’autore) e pergamene di vari spessori e granature. C’erano anche alcune gomme che fungevano da detector per rivelare gli inchiostri e, ovviamente, il set di colori e carboncini di Draco, che avrebbe fatto invidia ai più grandi maestri.

Harry si divertì per un po’ sotto lo sguardo di Draco a provarli, al biondo pareva di vedere un bambino che scopre per la prima volta l’uso di tutti quegli oggetti.

Dopo aver risfogliato l’album Draco lo rimise accuratamente nel baule. Lanciò uno sguardo d’insieme a tutti quegli oggetti, alcuni erano degli autentici tesori ma, a parte quelli, c’erano veramente poche cose (almeno secondo il suo metro di misura). Gli sembrava impossibile che il moro avesse davvero così pochi possedimenti. Così, intanto che Harry richiudeva il baule e inseriva la chiave d’argento, gli venne un idea.

<<Ehi Harry, quando andiamo a Diagon Alley facciamo un po’ di shopping>>

Nuovamente il baule si aprì da se al secondo giro di chiave, rivelando tutto il suo splendido guardaroba.

<<Perché, non mi dirai che hai altro da comprare?>> Chiese Harry ammaliato.

C’erano pile di abiti, uno più splendido dell’altro e per ogni occasione, tutti fatti su misura. Harry non aveva parole, soprattutto perché, solo con i suoi abiti estivi, Draco aveva gia riempito un intero armadio e anche metà del suo e li c’erano forse il doppio di quelli che aveva tirato fuori.

<<Si, ma non per me, per te>> Disse il biondino inginocchiandosi alle sue spalle e abbracciandolo.

Harry lo guardò come se pensasse che lo stesse prendendo in giro: <<Draco, non sono una ragazza>> Gli ricordò.

<<Che centra! Sappi che io ho l’abitudine di fare regali alle persone a cui tengo>> Rispose sicuro lui.

<<Beh, grazie del pensiero tesoro, ma non ne ho alcun bisogno>> Ricalcò il moro.

 <<E dai, lasciati viziare un po’!>> Disse Draco con voce dolce baciandogli una guancia <<Per me certe spese non sono niente e tu qui mi stai offrendo vitto e alloggio, no? E poi non ti fatto regalo di compleanno>>

Harry cercò di ribattere, voleva dirgli che a differenza del mondo babbano nel mondo magico poteva permettersi ciò che voleva, che non doveva preoccuparsi del regalo di compleanno perché allora tra loro non c’era niente, ma la bocca di Draco scivolò morbida sulla sua e dimenticò tutto il resto.

Draco insinuò la lingua nella sua bocca alla ricerca della compagnia di giochi preferita, accarezzandola lentamente con dolcezza, mentre il moretto rispondeva con altrettanto sentimento e passione. Scese posando baci leggeri e affamati sulle guance e sulla mascella, scendendo ancora sul collo dove però trovò subito l’ostacolo della maglia a dolce vita e si staccò deluso e imbronciato.

<<Che c’è?>> Sospirò Harry rapito e contrariato dall’interruzione.

Le mani si Draco stropicciarono un po’ l’orlo della sua maglia, guardandola un po’ torvo con quel broncio adorabile: <<Questa maglietta ti sta benissimo, ma non mi permette di coccolarti>>

Harry rise dolcemente a quelle parole. ‘Coccolarti’ questa ancora non gliel’aveva detta nessuno. Intrecciò una mano fra i suoi capelli sottili attirandolo nuovamente a se per baciarlo.

<<Allora facciamo così...>> Gli soffiò poi sulle labbra <<...Finiamo di vedere queste belle cose e poi io mi tolgo questa bella maglietta e tu potrai coccolarmi fin che vuoi>> Finì baciandolo sulle labbra.

Il biondino mugolò soddisfatto e sorrise: <<Sembra allettante come proposta, lo devo ammettere>> Disse leccandogli sensualmente le labbra, prima di scostarsi un po’ e rivolgere lo sguardo al proprio baule. Spostò una pila di vestiti alla ricerca di qualcosa. Quello che ne estrasse era un piccolo cofanetto, anche questo in lucido legno rosso, con intarsiati dei Draghi. Un oggetto molto raffinato che piacque subito a Harry.

<<Guarda qua>> Disse Draco aprendo il cofanetto che si rivelò contenere gioielli

Harry restò a bocca aperta: <<Ma quanti ne hai?!>>.

<<Veramente qui ci sono solo i miei preferiti>> Disse il biondo in tono neutro, come se avesse appena annunciato che ora fosse.

Harry non replicò, chiese solamente: <<Posso?>>

Draco annuì mettendogli il cofanetto davanti.

I gioielli erano per lo più di foggia semplice ma molto fine: un orologio in oro, un fermacravatta in argento a forma di serpente, due paia di gemelli (uno in oro e uno in argento) e altri oggetti simili.

<<Questo è un regalo di mio nonno>> Disse il biondo prendendo dallo scrigno una spilla in argento per chiudere il mantello, a forma di Drago con occhi di smeraldo <<Anche lui si chiamava Draco come me, eravamo molto legati, è stato il mio precettore da bambino>> Gli rivelò con un sorriso. Spostò un braccialetto in argento e prese una sottile catenina d’oro a cui era attaccato un ciondolo con la sua iniziale: <<Questa è la mia preferita!>> Esclamò aprendola e mettendosela al collo <<Da qualche parte, in giro per Parigi, c’è una splendida ragazza con una collana identica a questa>> Disse con voce insolitamente dolce.

Harry sentì il cuore perdere un battito, guardò la scintillante collanina al collo del biondino e per un attimo ebbe il folle impulso di strappargliela di dosso. Riportò lo sguardo sul cofanetto cercando di far finta di niente, ma Draco doveva essersi accorto di qualcosa perché sogghignando gli prese il mento fra due dita obbligandolo a guardarlo. Harry desiderò prenderlo a ceffoni e cancellargli quel ghigno dalla faccia.

<<E’ una mia parente, Harry>> Disse il biondo.

Harry sbatté un paio di volte le palpebre sentendosi all’improvviso terribilmente stupido, emise un piccolo: <<Oh>> E quando il sorrisetto di Draco si allargò ulteriormente si sentì ancora più idiota.

<<Geloso?>> Chiese Draco senza nascondere la soddisfazione nella voce.

Il moretto arrossì e liberò il viso dalla sua presa:

<<Beh, non ho il diritto di essere geloso del mio ragazzo?>> Chiese piccato.

Silenzio.

Harry si voltò lentamente a guardarlo nuovamente e rimase sorpreso, il biondino era li immobile a guardarlo e lentamente le sue guance divennero rosa acceso.

Draco non riuscì a proferir verbo, alle parole del moretto sentì qualcosa di simile ad una bolla di calore esplodergli al centro del petto e tutto il sangue affluire al proprio viso mentre Harry lo guardava stupito.

Prima che potesse dire qualunque cosa Draco gli prese il viso tra le mani e lo baciò tanto bruscamente da lasciarlo senza fiato. Lo attirò a se così all’improvviso che Harry perse l’equilibrio e quasi gli cadde addosso, mentre Draco lo stringeva possessivamente, tanto forte da fargli male.

Harry mugolò rispondendo maldestramente al bacio mentre cercava di riprender fiato. Tutto inutile, non capiva più niente. Gli cinse il collo con le braccia mentre i polmoni cominciavano ad infiammarsi per la mancanza d’aria. Quando si sentì quasi svenire Draco gli liberò le labbra e la testa gli ricadde sul suo petto annaspando in cerca d’aria, sbattendo le palpebre per schiarirsi la vista mentre il sangue ricominciava nuovamente a circolare verso il cervello.

Draco continuava a tempestargli di baci i capelli e il viso, poi scoppiò a ridere incredulo, gli occhi brillanti di felicità: <<Sono il ragazzo di Harry Potter!>> Disse continuando a ridere come se fosse la cosa più divertente e assurda, ma senza smettere di tenerlo stretto possessivamente.

Dopo un po’ anche Harry si mise a ridacchiare. <<E’ assurdo vero?>> Chiese ridendo più apertamente e pensando per la prima volta: “Sono il ragazzo di Draco Malfoy!” Lo ripetè a voce alta, come a voler dare fisicità a quel pensiero e Draco disse: <<Si>> In un sospiro.

Harry alzò il volto a guardarlo, chiedendosi se fosse la risposta alla sua domanda o alla sua affermazione, e rimase senza fiato: Draco lo stava guardando con un sorriso e uno sguardo dolce come non l’aveva mai visto prima d’ora.

Era semplicemente...bellissimo.

Sentì il cuore distintamente aumentare i battiti mentre Draco si avvicinava nuovamente per baciarlo.

“E’ il mio ragazzo” Pensò, ancora incredulo, socchiudendo gli occhi mentre si baciavano nuovamente, stavolta in modo più dolce. E il tempo come al solito parve rallentare sino a fermarsi, mentre i due si ritrovarono a sperare che non ripartisse più.

Quando si separarono Harry nascose il viso contro la sua spalla ,sfregando la fronte contro il suo collo e senti la consistenza dura della collanina, infilò un indice tra essa e il collo di Draco e disse: <<Toglila>> Strattonandola un po’ per sottolineare l’ordine.

Draco si mise a ridacchiare ma disse con voce ferma: <<No>>

<<Perché? Devo vedere al collo del mio ragazzo la collana di un'altra?>>

<<Anche io devo vedere al collo del mio ragazzo la collana di un altro>> Disse afferrando il ciondolo della collanina che gli aveva regalato Ron.

<<Ma lui è il mio migliore amico, è come un fratello per me!>>

<<E lei è mia cugina e anche per me è come una sorella>> Disse semplicemente Draco.

Harry fece una faccia molto poco convinta.

<<Non ci credi? Vuoi vedere qualche foto? Siamo cresciuti insieme, questa collanina l’abbiamo comprata insieme a Roma, abbiamo la stessa iniziale>>

<<Se siete cresciuti insieme e siete così legati, come mai non ho mai sentito parlare di lei?>> Chiese allora il moretto, più per curiosità che per scetticismo.

<<Perché abita a Parigi, frequenta Beauxbatons, ha la nostra età>> Spiegò con semplicità Draco.

<<E’ bella?>> Chiese il moro.

<<Molto>> Confermò Draco.

<<Purosangue, immagino>> Disse Harry e il biondo annuì.

Harry non aggiunse altro.

Bella, ricca, purosangue e strettamente legata a lui. La fidanzata perfetta, insomma. Il fatto che fossero cugini era insignificante, le famiglie aristocratiche si sposavano spesso fra consanguinei per mantenere il sangue puro.

E lui…beh…lui era un borghese, mezzosangue e cosa ben più importante maschio. Quindi impossibilitato a generare un erede. La famiglia di Draco non avrebbe mai accettato la loro relazione. E poi perchè si metteva tutti questi problemi così all’improvviso?

Mica se lo doveva sposare! Insomma, cavolo, avevano appena 17anni!

“Fregatene Harry, questo è l’ultimo dei problemi! Pensa a Voldemort, quello si che è un gran del problema!” Gli disse una vocina nella sua testa, che era identica a quella di Hermione.

Il filo dei suoi pensieri venne però interrotto da Draco, che scoppiò nuovamente a ridere:

<<Ehi, te la immagini la faccia di Weasley quando lo verrà a sapere?>> Chiese continuando a ridere.

Harry sbianco di colpo a quel pensiero.

Oh si, se lo immaginava eccome!

Avrebbe urlato e anche parecchio e per parecchio tempo conoscendolo. Non avrebbe MAI accettato quella relazione. Gia sarebbe stato un bello shock dirgli che era gay…Ma dirgli che stava con Draco…No, quello non l’avrebbe accettato manco morto!

<<Ehi che c’è?>> Chiese Draco preoccupato.

<<Come cavolo glielo dico? Hai presente la reazione che ha avuto quando gli ho detto che eravamo amici?>>

<<Oh…Beh…Chi se ne frega, no? E’ la tua vita,puoi scegliere chi ti pare! Lui non dovrebbe avere niente da dire se sei felice, no? Insomma è questo che fanno gli amici!>> Disse Draco, ma Harry dubitava che sarebbe stato così semplice.

<<E lei?>>

<<Lei chi?>> Chiese il biondo perplesso.

<<Tua cugina, come la prenderebbe?>>

Draco fece una pausa di qualche secondo immaginando un ipotetica scena:

<<Benone! Lei è una tipa decisamente libertina! Le piacerai!>> Disse ridacchiando al pensiero.

<<Sul serio? Ma non dicevi che erano contrari a certe cose nella tua famiglia?>>

<<Lei se ne frega! E poi non è una Malfoy, è una Black>>

<<Una Black? Come si chiama?>> Chiese pensando all’arazzo.

<<Desirè. Desirè Black-Ambra>>

Harry non ricordava nessuno con quel nome nell’arazzo. E poi perché due cognomi?

<<Ehi dobbiamo finire di vedere il baule. Non hai ancora visto la parte migliore. E i disegni, ricordi?>> Disse Draco all’improvviso e il moretto decise di rimandare ad un altro momento le domande.

Rimisero lo scrigno a posto e richiusero nuovamente il baule.

Harry inserì la chiave dorata, fece due giri e per la terza volta il baule si aprì, rivelando…il paese dei balocchi!

Per l’ennesima volta Harry rimase a bocca aperta.

Le prime cose che notò erano due: lo splendido manico di scopa in lucido legno nero, la Nimbus2001  e quella che aveva tutto l’aspetto di essere una custodia nera per chitarra.

<<Suoni la chitarra?>> Chiese Harry sorpreso.

Il biondino sogghignò e afferrò la custodia, ne estrasse quella che sembrava una chitarra elettrica, di un brillante verde scuro con disegni simili a tribali neri.

Ma l’eletricità non esisteva nel mondo dei maghi e infatti Harry non vide nessuno spinotto a cui fosse possibile attaccare cavi elettrici, ne dedusse che non potesse essere una semplice chitarra.

Nell’altra stanza Lady Malfoy aveva ripreso a suonare da un po’, al momento suonava un pezzo molto movimentato che ricordava le musiche di Mozart o Beethoven e che Draco conosceva molto bene. Iniziò a suonare lo stesso brano, seguendo la musica alla perfezione, dalla chitarra di libro un suono melodico molto leggero simile alle note del piano, quando la musica si fece più veloce anche le note cambiarono diventando più cupe e prolungate in tutto simili a quelle di una chitarra elettrica e poi di un basso, cambiando come se Draco avesse pigiato una pedaliera elettronica.

Harry lo osservò allibito: non solo la chitarra era indiscutibilmente magica, ma Draco ci sapeva fare eccome, meglio di un chitarrista metal! [ Avete presente i Nightwish? *__* ]

La musica cambiò gradualmente senza più seguire il brano che suonava Narcissa ma esclusivamente il gusto del biondino, che concluse con un ultima prolungata nota, come se avesse usato il distorsore. Rivolse un altro ghigno ad Harry aspettando qualche commento, o meglio qualche elogio, che arrivo subito:

<<Cavolo! Sei bravissimo! La chitarra è una favola, come funziona?>>

<<Cambia suono a seconda del desiderio di chi la impugna>> Rispose con un sorriso provando la stessa nota in diverse tonalità.

Qualcuno bussò alla porta e quando diedero l’accesso spuntarono le teste curiose di Lupin e Tonks.

<<Ero sicuro che fossi tu a suonare, sei bravissimo come tuo padre!>> Disse Remus con un sorriso.

<<Bella chitarra!>> esclamò Tonks ammirata, inciampando inavvertitamente sul baule di Harry mentre si avvicinava e travolgendo Remus che fu costretto ad appoggiarsi al moretto per sorreggersi.

<<Tuo padre?>> Chiese Harry stupito, mentre sosteneva Remus.

<<Si è la sua passione. Vuoi provarla Ninfadora?>> Disse il biondo.

<<Posso? E chiamami Tonks, per favore>>

Draco le passò la chitarra, ma il suo viso si era un po’ incupito alla richiesta.

<<Non posso chiamarti per nome? Siamo cugini…>> Andromeda, la madre di Tonks, era sorella di Narcissa <<…o un Auror non può dare confidenza ad un Mangiamorte?>>

Tonks sussultò a quelle parole: <<Oh, no! E’ solo che non mi piace il mio nome, insomma che schifo di nome è Ninfadora?>> Disse lei e Draco ridacchiò <<E poi…Non sono mai stata accettata dalla famiglia Black>> Aggiunse in tono un po’ più mesto.

<<Che lo accettino o no, tu lo sei!>> Disse con fermezza il biondo <<Lo dimostra la voglia sulla tua mano, è una voglia ereditaria>>

Sul dorso della mano di Ninfadora c’era una piccola voglia color cappuccino, simile al Fleur de Lise francese, Draco sposto un po’ il collo della camicia mostrando che dietro l’orecchio ne aveva una identica.

<<E poi io non sono un Black, sono un Malfoy>> Aggiunse con un sorriso, facendole il baciamano.

<<Grazie Draco>> Disse lei con un sorriso radioso e poi aggiunse a bassa voce, in modo che la sentisse solo lui: <<Bel succhiotto>> Facendolo arrossire.

Intanto Harry stava ancora cercando di assimilare l’idea di Lucius Malfoy con la chitarra in mano:

<<Davvero tuo padre suona la chitarra?>> Chiese incredulo.

<<Oh, si! A scuola aveva un orda di ammiratrici urlanti che lo seguiva ovunque!>> Fu Remus a rispondere <<Era un anno avanti a noi e l’unico motivo per cui lui, James e Sirius non si scannavano è che all’epoca il suo fidanzamento con Narcissa era gia di dominio pubblico. Ma quando James e Lucius erano in cielo: era guerra!>> Esclamò il licantropo con nostalgia.

Draco e Harry si sorrisero, riconoscendosi alla perfezione in quell’ultima affermazione.

<<Beh, che ne dite di andare a pranzo?>> Esclamò Tonks, restituendo la chitarra al biondo.

<<A proposito, quando sei arrivata?>> Chiese il moretto perplesso.

La ragazza lanciò una fuggevole occhiata al licantropo e poi arrossì lievemente: <<Ho passato la notte qui>> Disse alle sue scarpe.

Harry sorrise sornione: <<Si direbbe che tu sia in ottima forma Remus>> Insinuò serafico, vendicando Draco.

<<Gia, mi sono ripreso del tutto>> Confermò Lupin, senza badare alla malizia del suo ex-alunno.

Stavolta sul viso del moretto si aprì un sorriso sincero, era bello sapere che al mondo c’era un po’ più amore, soprattutto in tempi come quello che attraversavano.

<<Allora andiamo?>> Chiese Draco dopo aver rimesso al suo posto la chitarra.

Dopo un assenso generale si diressero in cucina.

 

Harry rientrò in camera sbadigliando e stiracchiando le braccia sopra la testa, seguito da Draco.

<<Ti è venuto sonno?>> Chiese il biondino osservandolo.

<<Gia. Beh, non è che abbia dormito molto stanotte>> Rispose lui, ammiccando all’indirizzo del compagno.

<<Ti ho stancato così tanto?>> Chiese Draco con un sorriso malizioso.

Harry gli lanciò un occhiata critica: <<Che ci vuoi fare? Ho deciso di andare a letto con una serpe…>> Disse con un sospiro, buttandosi a peso morto sul letto sfatto <<Avevo gia messo in conto il rischio>> Completò, beffardo.

Draco sbuffò con aria sprezzante: <<Non vuoi finire di vedere il baule?>> Chiese acido.

<<Si, però ho sonno, ti scoccia se dormo un po’?>> Chiese più dolce il moretto.

<<No, tranquillo>> Disse Draco, stendendosi sul proprio letto e prendendo il libro posato sul comodino.

Harry si rialzò in piedi, osservando le lenzuola candide stropicciate per le troppe evoluzioni del giorno precedente <<Dovrei cambiare le lenzuola>> Disse con tono svogliato, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli ancor più del solito.

<<Vuoi dormire qui?>> Propose il biondo.

<<Sarai scomodo a leggere, però>> Disse Harry

<<Posso spostarmi alla scrivania>> Disse Draco con un alzata di spalle.

<<OK, allora ne approfitto>> Disse il moretto con un sorriso assonnato, sfilandosi i jeans e infilandosi sotto le coperte dopo che Draco si fu alzato.

Prima che si allontanasse Harry gli afferrò una mano e chiese con malizia: <<Niente bacio della Buonanotte?>>

Draco fece uno sbuffo divertito e disse: <<Sembri un bambino che deve fare il riposino pomeridiano>> Prima di chinarsi e posargli un bacio sulla fronte e poi uno più consistente sulle labbra morbide. Quando si scostò Harry gli regalò un sorriso dolce e lascivo, che gli fece venire l’istantanea voglia di infilarsi con lui sotto le lenzuola a fare tutt’altro che dormire. Draco si morse un labbro, cominciando a sentirsi un animale nella stagione degli amori, tanto era provocante il suo ragazzo. Ma Harry con beata innocenza aveva gia chiuso gli occhi, cullato dal profumo di Draco sulle lenzuola.

Con un sospiro Draco si sedette alla scrivania, riprendendo a leggere, accompagnato dal respiro regolare di Harry e dal rumore della pioggia sui vetri che non accennava minimamente a diminuire.

Dopo un oretta però il biondo non aveva più voglia di leggere, così si mise ad osservare Harry profondamente addormentato che si agitava da un po’, probabilmente preda di chissà quale sogno! Harry si rigirò tra le lenzuola mugugnando qualcosa di incomprensibile e la serpe soffocò una risatina sentendolo borbottare nel sonno, poi però si accorse del suo volto pallido e delle sopracciglia aggrottate e capì che non era affatto un sogno, bensì un incubo.

Il moretto allungò un braccio come a voler afferrare qualcosa e Draco sentì mormorare un flebile: <<No…>> Prima che una lacrima cristallina gli rigasse una guancia.

Draco gli si accostò veloce, ben deciso a svegliarlo.

<<Harry…>> Lo chiamò piano, passandogli una mano tra il groviglio di capelli ebano.

Il moretto scosse un po’ la testa, socchiudendo gli occhi, si mise seduto con un grugnito e si passò una mano su gli occhi e sulla guancia, guardandola poi sorpreso scoprendola bagnata e capendo di aver pianto. Si lasciò ricadere pesantemente sul cuscino, chiudendo gli occhi imbarazzato, ultimamente piangeva un po’ troppo spesso per i propri gusti.

<<Grazie di avermi svegliato>> Disse in un sussurro roco, senza aprire gli occhi.

<<Un incubo?>> Chiese Draco accarezzandogli i capelli, osservando le lunghe ciglia nere bagnate da piccole gocce, come pizzo ornato di gemme. Harry annuì silenziosamente, godendosi quelle carezze mentre Draco si sedeva accanto a lui, non si sentiva affatto riposato e pensò con sofferenza al sogno in cui aveva rivisto la morte di Sirius.

<<Quando non dormi con me ho sempre gli incubi>> Sussurrò socchiudendo gli occhi e immergendoli in quelli del biondo, color della pioggia.

<<Allora è lo stesso per entrambi>> Constatò Draco, con quel sorriso dolce che dedicava solo a lui <<Hai ancora sonno?>>

Harry annuì con un sospiro.

<<Vuoi che resti qui con te?>> Chiese Draco e il moretto annuì ancora, grato, non sarebbe mai riuscito a chiederglielo.

Il biondino sorrise e si infilò sotto le coperte con lui, Harry subito si accoccolò contro il suo petto, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo e respirando il suo profumo. Draco lo osservò strusciarsi su di lui in un inconscia e muta richiesta d’affetto e lo strinse di più a se con un altro sorriso.

Dopo un po’ Harry posò la testa sul cuscino accanto a quella di Draco che riprese a passargli le mani tra i capelli, come era ormai abitudine. Ogni tanto socchiudeva gli occhi e incontrava quelli del biondo, sempre posati su di se.

<<Sta venendo sonno anche a me…>> Mugolò Draco e harry sorrise <<…Il tuo calore è ipnotico>> Aggiunse chiudendo gli occhi.

<<Allora dormiamo entrambi>> Concluse il moretto, sfiorandogli le labbra con le proprie.

Poco dopo si assopirono entrambi.

L’ultimo pensiero coerente che ebbe il biondino fu che in quel momento stava benissimo così, senza desiderare nulla di più.

 

Riaprirono gli occhi più di un’ ora dopo.

Il primo svegliarsi fu Harry che si ritrovò stretto fra le braccia di Draco, con la schiena poggiata al suo petto, un braccio che gli cingeva possessivamente la vita e l’altro a fargli da cuscino. Si rigirò nel suo abbraccio il più piano possibile per non svegliarlo, sorrise guardando il volto angelico del suo ragazzo, neanche la più pallida ombra di incubi! Anzi aveva la sensazione di aver fatto dei bei sogni, anche se non li ricordava, ma il quel momento non gli interessava ricordarli.

Sentendolo muovere Draco lo strinse di più a se, sino a cingere le spalle del moretto con il braccio su cui posava la testa e far scontrare i loro bacini, facendo si che Harry soffocasse un ansimo.

Il moretto osservò il suo viso rilassato chiedendosi se quel gesto fosse voluto o inconscio per via del sonno. Il respiro del biondino era lento e regolare, pareva profondamente addormentato e Harry alzò una mano accarezzando i suoi capelli sottili per poi posare le proprie labbra su quelle soffici e rosee del compagno. Le labbra del biondino si schiusero come in risposta ad un richiamo e la lingua di Harry le accarezzò delicatamente prima d’insinuarsi in esse con più decisione, venendo prontamente accolta. Le lingue scivolarono morbide l’una su l’altra, assaporandosi, lente e insaziabili e il bacio si infiammò, divampando come un incendio.

Quando si separarono col fiato corto, Draco aprì gli occhi argentei perfettamente sveglio.

<<Stavi fingendo di dormire>> Lo accusò il moretto con voce un po’ affaticata.

<<Da quando godersi il calore del proprio ragazzo ad occhi chiusi è fingere di dormire?>> Chiese il biondo con voce bassa e sensuale.

Harry si sentì prepotentemente arrossire, impossibile non cogliere il desiderio in quella voce roca e suadente, si mise seduto dicendo: <<Sarebbe ora di finire di vedere il tuo baule>>

<<Stai scappando da me?>> Chiese il biondo, mettendosi a sua volta seduto e imprigionandolo tra le proprie braccia sino a fargli nuovamente poggiare la schiena al proprio petto e iniziando a cospargergli la nuca di baci affamati.

<<Ma no, è solo che è da stamattina che vorrei vedere quei disegni>> Disse il moro, senza riuscire a trattenere i sospiri a quella piacevole tortura.

Le labbra della serpe si erano spostate dietro il suo orecchio, seviziando con baci e lappate ogni punto lasciato libero dalla maglia collo alto.

<<Puoi aspettare ancora un po’>> Sentenziò, allungando la lingua a sfiorare con la punta la carne sensibile sotto il lobo, mentre le sue mani gli accarezzavano il petto stuzzicando un attimo i capezzoli da sopra la maglia, prima di infilarsi sotto di essa <<E’ ora di togliere questa bella maglietta>> Soffiò poi nel suo orecchio.

Harry ansimò mentre quelle mani gli accarezzavano il ventre, sottolineando ogni linea marcata degli addominali e quella bocca pestifera gli succhiava e mordicchiava il lobo dell’orecchio.

<<Non avevamo detto dopo i bauli?>> Biascicò Harry.

<<Non vuoi le coccole?>> Replicò Draco, mordicchiando la sua mascella per risalire alle sue labbra.

<<E queste sarebbero coccole?>> Ansimò il moro voltandosi con lascivia un po’ più verso di lui.

<<Precisamente>> Rettificò il biondo prima di rapire le sue labbra.

Harry cedette e una sua mano si insinuò tra i capelli biondi, poggiandosi sulla nuca e premendolo maggiormente su di se, baciandolo con foga.

Quando dovettero separarsi in carenza di ossigeno Draco ne approfittò subito per liberarlo della maglia, ammirando per un attimo lo spettacolo di quello splendido corpo coperto dai suoi marchi, prima di tornare ad occuparsi del suo collo, stavolta saggiando appieno quella pelle.

Harry posò la testa sulla sua spalla inclinando il collo per dargli ancor più spazio d’azione e gemendo alle attenzioni di quella bocca e di quelle mani che ora esploravano il suo petto.

Una delle mani del biondo scese ad accarezzare l’evidente erezione nei boxer del moretto, che gemette in totale abbandono tra le sue braccia.

Harry potè sentire distintamente il sorriso del biondo contro la sua pelle, mentre iniziava a liberarlo dei boxer.

Draco non riusciva a non ghignare vedendolo abbandonarsi con totale lascivia alle sue cure, cosa che non era propriamente da Harry e gli sembrò un po’ strano, ma doveva ammettere che gli faceva un enorme piacere averlo totalmente in suo potere, lo eccitava da morire, il viso di Harry era la rappresentazione stessa della lascivia e della lussuria ed era suo e solamente suo!

Harry dal proprio canto era consapevole di essere completamente in suo potere e l’unica cosa che riusciva a fare con la mente annebbiata dal piacere era percepire il lavoro di quelle mani sul proprio corpo, che ora dispensavano tutte le dovute attenzioni al proprio inguine masturbandolo con lentezza, impossibilitato a contraccambiare dato che il biondo non gli permetteva di muoversi dalla prigione del suo abbraccio.

Draco era eccitato all’inverosimile, non vedeva l’ora di possedere il moretto e al contempo non riusciva a smettere di cibarsi di quella visione, i gemiti del moretto erano la musica più sensuale mai esistita e voleva farlo impazzire di piacere invocando il suo nome.

Cosa che avvenne ben presto:

<<Ah…Draco…Draco, ti voglio…Ah…!>> Gemette Harry, cercando di soffocare i propri gemiti con una mano. Merlino, non capiva più niente! E sotto un certo punto di vista forse era anche un bene, perché il proprio orgoglio non gli avrebbe mai fatto accettare di lasciarsi andare così.

Draco ghignò soddisfatto con gli occhi brillanti di desiderio, lo torturò ancora qualche secondo con qualche lento movimento di mano, per poi sospingerlo guidandolo a mettersi carponi. Le sue mani lasciarono il corpo di Harry per liberarsi del carcere dei pantaloni e il moro gemette di disapprovazione.

<<Solo un momento tesoro>> Disse baciandogli una spalla, con voce così roca da esser quasi irriconoscibile.

Harry voltò il viso per seguire le sue mosse e solo in quel momento si rese conto che il biondo era completamente vestito, a quel punto parve riprendere un minimo di lucidità e voltandosi verso di lui afferrò i due lembi della camicia separandoli con forza facendo saltare tutti i bottoni.

Draco lo guardò incredulo, prima di vederlo avventarsi sulla propria bocca e divorarla senza ritegno, mentre con le mani finiva di slacciargli i jeans abbassandoli in contemporanea con i boxer. Dopo di che si rimise carponi, aprendo le gambe per lui e chiamandolo con desiderio.

Un gemito strozzato uscì dalle labbra del serpeverde a quella visione, fu costretto a chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro per non avventarsi su di lui. Gli passò un braccio intorno alla vita tenendolo stretto a se mentre lo penetrava lentamente sino in fondo e l’altra mano stringeva il suo membro riprendendo il suo lavoro.

Harry sibilò, più di appagamento che di dolore. Il biondo gemette di puro piacere, prendendo un ritmo deciso, cercando quel punto dentro il moro capace di farlo sciogliere e trovandolo ben presto.

I gemiti si alzarono, mentre il sangue bruciava nelle loro vene insieme alla consapevolezza di essere di nuovo uniti. Non più Harry, non più Draco, ma un nuovo essere.

Il moretto stava perdendo contatto con la realtà, mentre il piacere lo travolgeva a ondate sempre più forti: <<Draco, più…Ah…Non c’è la faccio più…>> Gemette sconclusionatamente.

<<Non resistere allora…>> Ansimò Draco con voce spezzata dal piacere <<…Lasciati andare…>> Gli disse con voce affaticata, accelerando il ritmo sul suo membro, facendolo capitolare poco dopo.

Ma il biondo non si sentiva affatto soddisfatto: <<No così non va…>> Disse uscendo rapidamente da lui e ribaltandolo, mettendolo prono, schiena al letto. Per un momento Harry fu colpito da un forte senso di abbandono, ma durò appena un attimo perché il biondo riprese subito possesso del suo corpo: <<Voglio vederti in viso…>> Ansimò riprendendo a muoversi dentro di lui, schiacciandolo con il proprio peso e portando le braccia del moro sopra la sua testa, sovrapponendo le mani e intrecciando le dita con le sue.

Harry sorrise, per poi cercare il contatto con la sua bocca che arrivò subito soddisfacendolo.

<<Draco…Draco…>> Gemette il moro, reclinando il capo all’indietro in cerca d’aria, esalando quel nome come se avesse mille significati.

Il biondo non resistette ad avventarsi su quelle pelle ambrata esposta e salata per una leggera patina di sudore, sentiva l’erezione del moro risorta sfregare, intrappolata, tra i loro ventri.

<<Più…più veloce…>> Implorò Harry.

Draco gemette: <<Non riuscirò mai…a saziarmi di te…così…>> Ma il moretto ricatturò la sua bocca, trasmettendogli in quel bacio tutto il suo bisogno e Draco non potè che accontentarlo.

Harry esplose ed implose, sentendo il calore del compagno dentro di se, prima che l’impatto dell’orgasmo colpisse entrambi come una granata, sfumando ogni cosa in un bianco accecante.

Rimasero immobili, ansimanti, il viso del biondo nascosto nell’incavo del collo di Harry.

Dopo poco Draco sollevò il viso, il tanto che bastava per incontrare quegli occhi di giada.

<<Wow…>> Fu tutto ciò che Harry riuscì a proferire.

<<Mi stai facendo i complimenti?>> Chiese Draco a fatica con un sorriso.

<<Impari sin troppo in fretta>> Ammise Harry sorridendo a sua volta.

<<Ho un buon maestro>> Soffiò lui sulla sua bocca prima di baciarlo ancora, le mani ancora intrecciate.

Draco fece per scostarsi e uscire da lui, ma Harry lo imprigionò fra le sue gambe:

<<Non osare muoverti>> Lo redarguì <<E’ esattamente quello il tuo posto>> Disse con voce decisa e il biondo sorrise.

I loro sguardi si incatenarono e, come era gia successo, il biondo sentì due parole formarsi nel proprio petto e incagliarsi in gola, inespresse.

Per la prima volta Harry ebbe paura, paura di perdersi, perdersi in quegli occhi, su quelle labbra, fra quei capelli, nel suo profumo. Capendo che c’era un nome ben preciso per quel che provava e che per esso non c’era futuro.

<<Non posso più vivere senza di te…>> Sussurrò il moro con angoscia.

<<Fuggiamo via…>> Propose Draco <<…Su un isola deserta, dove nessuno sa chi siamo>>

Harry lo guardò incredulo: <<Sarebbe bello>> Sospirò <<Solo noi due e il nostro…>> Si bloccò.

<<Il nostro?>> Lo invitò Draco a proseguire.

<<Niente…Solo io e te>> Disse Harry con un sorriso.

Draco non replicò, aveva capito che il moretto si era bloccato prima di dire qualcosa che riteneva ancora troppo prematuro, ma accostò nuovamente il viso al suo in un nuovo bacio passionale. Quando si scostò però gli occhi di Harry erano nuovamente turbati.

<<Ma..?>> Chiese Draco.

<<‘Ma’ cosa?>> Fece il grifondoro.

<<Avanti Harry, lo so che c’è un ‘ma’. Hai detto ‘sarebbe bello’…ma?>> Disse il biondo.

Harry sospirò prendendosi il tempo per rispondere, abbassò un braccio osservando le loro mani unite e poi le avvicinò al proprio viso baciando quella di Draco sul dorso pallido.

<<Ma non è possibile. Non ci sarà mai tempo per noi. Io ho una missione da svolgere e il destino del mondo, magico e non, tra le mie mani…>> Disse con voce ferma, ma afflitta da un peso ormai accettato da tempo, rassegnato al proprio destino <<…E tu, tu sei Draco Malfoy, l’unico e legittimo erede di una delle famiglie più antiche e, anche nel caso che la guerra lasciasse vivi entrambi, dovrai sposare presto una bella ragazza aristocratica e garantire un futuro al tuo casato e…>>

Il fiume di parole angosciate del moretto venne arginato da un nuovo bacio brusco, possessivo, ma dolcissimo di Draco.

<<E non me ne frega niente>> Finì per lui, con decisione il biondo <<Non me ne importa niente se non ho te. Hai detto che sono tuo stamattina, dov’è finita tutta quella decisione?>> Lo rimproverò Draco <<Non me importa niente se sei il ‘Prescelto’, sono egoista e non me ne frega niente del futuro del mio casato!>> Disse con voce capricciosa, ma poi aggiunse con voce molto più dolce e un sorriso: <<Io voglio solo te>> Prima di unire le loro labbra in un bacio più dolce e lento, ma non meno passionale.

Le mani intrecciate si sciolsero, solo per stringere di più a se l’uno il corpo dell’altro, premendosi il più possibile l’uno su l’altro e annullando anche le distanze più infinitesimali.

Harry per un momento sperò, disperò, pregò che il tempo si bloccasse, congelandosi su quell’istante, che il mondo stesso smettesse di girare o che, come nella leggenda di Perseo e delle Gorgoni, venissero tramutati in pietra, statue di amanti immutabili nei secoli.

 

Harry era accucciato di fronte al baule di Draco, mezzo svestito e con i capelli ancora umidi, grondanti goccioline.

Avevano deciso di fare la doccia separatamente, onde evitare ulteriori tentazioni, il moretto aveva avuto il primo turno e non aveva resistito a riaprire il baule mentre questi era appena entrato sotto la doccia.

Il suo sguardo vagò curioso fra la marea di oggetti presenti nello scompartimento della chiave in ora, c’era veramente di tutto. In effetti era stupito dal modo in cui la serpe li avesse suddivisi nei vari scomparti, conoscendo lo spropositato narcisismo del biondo si era aspettato che ciò a cui tenesse di più fossero i suoi amati vestiti e i gioielli, invece Draco aveva associato alla chiave d’oro tutti i suoi hobby.

Esaminò con gli occhi la marea di oggetti perfettamente ordinati e in bella mostra e infine il suo sguardo venne attirato da un oggetto apparentemente insulso e incongruo fra tutte quelle meraviglie: un semplice quaderno con copertina in pelle nera.

Harry sentì serrarsi la gola e non potè impedirsi di allungare una mano ed afferrarlo, la sua sola vista gli aveva dato un forte senso di deja vu, era terribilmente simile al diario di Riddle.

Apri la prima pagina e tirò un sospiro di sollievo, recava come intestazione:

Proprietà di Draco Lucius Malfoy.

Harry fece una piccola smorfia alla solita possessività del ragazzo.

Che fosse il suo diario? Si chiese, titubante se sfogliarlo o no, lanciò un occhiata alla porta del bagno. Draco era appena entrato sotto la doccia e conoscendolo ci avrebbe messo altri 20minuti buoni. [ XD E addio a l’acqua calda! ]

Alla fine la sua spropositata e congenita curiosità vinse il suo lato grifondoro e si sedette a gambe incrociate sul pavimento cominciando a sfogliarlo. Aprì una pagina a caso e lesse la frase annotata perplesso, scritta nella piccola e sottile calligrafia del serpeverde:

 

Il cuore muore di morte lenta, perdendo la speranza come foglie. Fin che un giorno non c’è ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.*

 

Decisamente non gli sembravano parole sue, troppo profonde, troppo ‘sagge’, come a conferma le parole erano datate ad un giorno d’autunno di quando il biondo era ancora bambino. Si chiese accigliato dove o da CHI le avesse sentite.

Riprese a sfogliare ancor più curioso.

Draco non scriveva solo riflessioni o pensieri, ma anche frasi, poesie o citazioni che l’avevano colpito.

Un'altra frase attirò l’occhio del moretto, datata ad alcuni anni prima:

 

Non dobbiamo piangere

Che è la resa del corpo

Nei confronti del cuore

Niente più della dimostrazione che

Non siamo in grado di gestire

Ciò che chiamiamo cuore.*

 

Di nuovo rimase senza parole. Sembrava un tipico insegnamento ‘Malfoy’. Guardò la pagina un po’ torvo, per il semplice motivo che quelle parole erano veritiere, niente più di piangere ti fa capire di non avere controllo su te stesso e uno orgoglioso come lui difficilmente accettava l’idea di lasciarsi andare alle lacrime. Eppure, anche se veritiere e ragionevoli, quelle parole avevano un che di ‘sbagliato’. Perché a volte si ha bisogno di piangere, di lasciarsi andare fregandosene di tutto il resto, perché le persone sono deboli e hanno bisogno di una valvola di sfogo per il dolore.

“Ma tra i Malfoy non si accettano debolezze, non è vero?” Pensò con una strana, empatica, amarezza dentro di se.

Si affrettò a cambiare pagina e si accorse che tra le date c’era qualcosa che non andava, un salto temporale dall’estate prima a quella di quell’anno, alcune pagine erano addirittura strappate.

Draco non aveva più scritto da quando era entrato a servizio di Voldemort e aveva ripreso a scrivere il 31 Luglio di quell’anno, il giorno del compleanno di Harry, il giorno del loro arrivo a Grimauld Place.

Harry osservò le parole riportate sotto con non poca sorpresa, riconoscendolo subito come il pezzo di una canzone babbana [ Per praticità qui vi metto direttamente la traduzione ] :

 

Le porte del paradiso non si apriranno per me
con queste ali rotte sto cadendo
e tutto quello che vedo sei tu
questi muri cittadini non mi sono cari
sono sul cornicione della diciottesima storia
e oh, sto urlando per te
torna, per favore sto invocando
e tutto quello di cui ho bisogno da parte tua
presto sto cadendo

mostrami cosa è bello
essere l’ultimo rimasto
e insegnami lo sbagliato dal giusto
e ti dimostrerò cosa può essere
detto per me
dimmelo
e lascerò questa vita dietro me
dimmi se vale la pena salvarmi

presto sto cadendo
.*

Harry osservò le parole come ammaliato. Era un pensiero stupido, ma gli sembravano parlare di lui e Draco. Forse era colpa del suo ‘complesso dell’eroe’, come lo chiamava Ron, ma quelle parole gli sembravano una tacita richiesta d’aiuto da parte del biondo.

“…tutto quello che vedo sei tuinsegnami lo sbagliato dal giustoe lascerò questa vita dietro medimmi se vale pena salvarmipresto sto cadendo…”

Era riuscito a darglielo quell’aiuto?

Poco più sotto il serpeverde aveva annotato altre poche parole che fecero sorridere il moretto:

 

Oggi è decisamente un giorno che rimarrà negli annali della storia:

Harry J. Potter e Draco L. Malfoy hanno sotterrato l’ascia di guerra!

Ed è pure il suo diciassettesimo compleanno, tanti auguri Potty-Potty! Anche se il giorno che te li darò di persona mi ricovereranno al San Mungo!

 

Ridacchiò tra se e se, riusciva quasi a sentire il tono sarcastico di Draco nelle orecchie.

Sfogliò ancora qualche pagina a caso sino ad arrivare alla data di alcuni giorni prima dove, con sua nuova sorpresa, trovò annotate le parole che lui stesso aveva detto a Draco e che a sua volta gli erano state dette da Albus Silente:

 

Sono le scelte che facciamo che dimostrano quello che siamo, molto più delle nostre capacità.

 

Harry sorrise immaginando e sapendo, perché vissuto in prima persona, che effetto dovessero avere quelle parole sul biondo e il suo sorriso si allargò ulteriormente, accompagnato da una piacevole sensazione di calore che gli allargò il petto, quando si accorse che nella pagina seguente Draco aveva annotato il testo di Enjoy The Silence, la canzone che Harry stava cantando la mattina dopo.

L’ultima pagina scritta aveva la data di oggi e recava una semplice annotazione seguita da una poesia:

 

Stamattina Harry mi ha fatto tornare in mente una poesia, anche se non ricordo dove lo sentita:

 

Il Paradiso non è più lontano

Della camera accanto

Se in quella camera un amico attende

Felicità o rovina

Che forza c’è nell’anima

Che riesce a sopportare

L’accento di un passo che si appressa

Una porta che si apre.

 

E al moretto tornarono in mente le parole che aveva detto a Draco quelle mattina:

“…Sei il mio Paradiso…”

Evidentemente, anche se sul momento il biondo le aveva liquidate come una sciocchezza, gli avevano fatto piacere.

Con un sorriso ebete stampato in faccia Harry rimise il diario al suo posto, aveva sbirciato anche troppo senza permesso, e riprese a frugare nel baule.

Alcune boccette dai colori sgargianti catturarono la sua attenzione: la scorta personale di bagnoschiuma, shampoo e lozione per capelli del biondino. [ XD Ma si può? ]

Sogghignando Harry afferrò una boccetta di bagnoschiuma e appena l’apri le sue narici vennero invase da quel profumo sensuale di fiori cosi tipicamente ‘Draco’. Harry inconsciamente socchiuse gli occhi e sorrise a quel profumo famigliare, eppure c’era qualcosa di diverso, sulla pelle di Draco quel profumo aveva un sapore differente, più eccitante, più spezziato. Harry si rese conto che il profumo di Draco era unico e inebriante e l’aveva gia sentito prima dall’allora e gli soggiunse il ricordo di un aula dei sotterranei invasa dal vapore delle pozioni, davanti ad un calderone di pozione dorata che odorava al contempo di torta di melassa, del legno di un manico di scopa e di fiori che poteva aver sentito alla Tana. L’odore dei fiori percepito nell’Amortentia, l’odore dell’albero di Magnolia nel giardino dei Weasley, l’odore del bagnoschiuma di Draco.

<<Che fai li imbambolato e mezzo nudo?>> Lo fece sobbalzare la voce sarcastica e leggermente strascicata del biondino.

Harry non fece in tempo a voltarsi e rispondere che venne circondato alle spalle nude da un abbraccio caldo e leggermente umido, venendo letteralmente investito da quel profumo inebriante.

<<Hai deciso di prenderti un accidenti?>> Chiese quella voce sensuale al suo orecchio, dato che indossava solo i pantaloni.

<<Non ho resistito>> Rispose il grifone, riferendosi al baule.

<<Il solito impaziente>> Lo riprese il biondo divertito <<E se avessi toccato qualche oggetto oscuro?>> Disse ora più serio.

Il moretto si voltò a guardarlo con i grandi occhi verdi comicamente sgranati: <<Hai degli oggetti oscuri qui dentro? E non mi avverti prima?>> Esalò preoccupato.

Draco gli restituì uno sguardo tra il divertito e il corrucciato:

<<Si ma non li tengo di certo a portata di mano di chiunque (anche se altamente improbabile) trovi le chiavi del baule! Per chi mi hai preso? Non sono tanto sconsiderato!>>

Harry era ancora incredulo, lo guardava con un miscuglio emozioni che traspariva da gli occhi di giada, ma quelle decisamente predominanti erano incredulità ed apprensione.

<<Beh, che c’è? Ti sei dimenticato con chi hai a che fare? Sono un Malfoy, Harry, non scordarlo mai>> Lo redarguì il biondo, serio.

Harry deglutì a fatica, si chiese che razza di oggetti il serpeverde si portasse dietro e tornò a volgere la sua attenzione a gli oggetti nel baule.

Draco passò le labbra dietro la sua nuca, così impudentemente esposta e scese con una scia di bacetti sulle prime vertebre, facendolo rabbrividire.

<<Vestiamoci prima di continuare, tesoro, non vorrei essere costretto a farti da infermiera>> Disse con un ghignetto malizioso prima di scoccargli un sonoro bacio sulle labbra e rimettersi in piedi.

Cinque minuti dopo erano di nuovo di fronte al baule, stavano per rimettersi a frugare quando vennero distratti da un lieve picchiettare alla finestra.

Harry si alzò e andò ad aprirla facendo entrare due barbagianni fradici di acqua piovana.

<<Sono le lettere di Hogwarts! Mi ero scordato che dovessero arrivare oggi, ma come mai non sono arrivate stamattina?>> Disse il moretto slegando velocemente le lettere dalle zampe dei gufi e lasciando che volassero via.

<<Sarà per via del maltempo>> Disse Draco pensieroso, raggiungendolo e rivolgendo al cielo tempestoso uno sguardo di apprensione.

Harry seguì il suo sguardo, il cielo era così cupo da sembrare gia notte e in lontananza si vedevano ogni tanto i lampi azzurrini dei fulmini. Cercando di convincere se stesso che non c’era niente di strano in una giornata di pioggia estiva a Londra e che la cosa non avesse niente a che fare con Dissennatori a piede libero, richiuse la finestra e aprì la lettera.

Trovò come al solito la lista dei libri per il nuovo anno e il biglietto per l’espresso 9-3/4 alla stazione di King’s Cross, firmato da Vitious il nuovo vicepreside.

<<Oh, non sono più prefetto…>> Gli arrivò all’improvviso la voce di Draco <<La McGranitt mi ha scritto alcune righe di suo pugno>> Disse scorgendo la sua lettera <<Dice che non vuole mettermi troppo al centro dell’attenzione, ma che comunque avrò una stanza tutta per me per essere più al sicuro. Poco male, niente più turni di ronda…>> Disse in tono leggero, poi il suo sguardo si illuminò di colpo <<Sono capitano! Sono il nuovo capitano della squadra di quidditch di Serpeverde!>> Esclamò tirando fuori la spilla con un sorriso a 382 denti.

<<Fantastico complimenti!>> Disse Harry contento per lui, poi ghignò <<Ti aspetta un lavoro ben più pesante di quello di prefetto, allora…>> Disse poi con aria saputa <<..Soprattutto perchè dovrai giocare contro i MIEI schemi>> Disse strafottente il capitano, gia dall’anno precedente, di Grifondoro.

<<Te l’ho gia detto: quest’anno non vincerai Potty!>> Rispose con il suo tipico ghigno Malfoyesco stampasto in viso, poi aggiunse <<Certo che entrambi cercatori e capitani! Questo è proprio il destino!>> Esclamò poi divertito.

<<Come è destino che ti soffi sempre il boccino da sotto al naso o che io e te stiamo insieme?>> Chiese il moro beffardo.

La risposta della serpe fu immediata, gli piazzò un pacca sulla nuca e poi con un sogghigno disse: <<La seconda, bello, la seconda!>>

Si aspettava una risposta a tono come al solito da Harry, ma il ragazzo alzando la testa di limitò a sorridere con dolcezza e il biondo non riuscì ad impedirsi di poggiargli nuovamente la mano dietro la nuca e attirarlo a se per baciarlo.

Harry rispose immediatamente al bacio con tanta intensità da farlo miagolare, cingendogli i fianchi se lo attirò addosso facendo scontrare i loro corpi e strappando a entrambi un gemito.

La mano nivea posata sulla sua nuca si perse nei capelli nero inchiostro, mentre l’altro braccio si aggrappava alle sue spalle quando le gambe di Draco cedettero come burro.

Harry fece scorrere le mani su i suoi fianchi sino a serrarle sui suoi glutei, lo sollevò di peso facendolo sedere sulla scrivania, senza smettere di saccheggiare quella bocca, incuranti di ciò che travolgevano o pestavano. [ Tanto perchè volevano evitare le tentazioni =3 ]

Dopo pochi minuti, o forse ore, si separarono annaspando in cerca d’aria, ma le mani non smisero un attimo di muoversi sul corpo dell’altro.

Una delle mani di Draco era ancora immersa fra i suoi capelli e l’altra in un momento non ben precisato era finita chissà come sotto la maglia di Harry ad accarezzargli avidamente i muscoli guizzanti della schiena. Mentre quelle del grifondoro si erano insinuate dentro i suoi pantaloni, sin dentro i boxer a palpargli il sedere, senza neanche sganciarli.

<<I disegni…>> Disse il biondo con voce un po’ affaticata.

<<Si, solo cinque minuti…>> Soffiò Harry sulle sue labbra, prima di carpirle nuovamente.

Le lingue si cercavano, si sfioravano, si respingevano, si scontravano in un duello destinato a non avere ne vincitori ne vinti. Un bacio affamato, desiderato, un bacio che sembrava urlare a gran voce ‘Mio, mio, MIO!’ pieno di appartenenza, di un sentimento che sembrava crescere giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, bruciandoli, per rinascere a nuova vita come un nuovo essere. Trascinandoli in un'altra dimensione, dove tutto il resto perdeva importanza, un mondo dove semplicemente era giusto stare insieme,come se fosse la cosa più naturale al mondo, ancor più che respirare. Opposti e complementari, come il sole e la luna, come due facce della stessa moneta, il bianco e il nero, due frammenti della stessa anima crudelmente divisi dal destino.

Quando si separarono riaprendo gli occhi fu come risvegliarsi di botto da un sogno in comune. Il tempo riprese a scorrere, la pioggia a battere sui vetri, la luce a risplendere. Sensazioni inutili e non richieste.

I fiati si mischiarono, annaspando, la fronte poggiata su quella dell’altro, condividendo lo stesso respiro, lo stesso calore, gli occhi persi in quelli dell’altro. Rimasero immobili, il tempo scandito solo dai loro ansiti e dal battere dei loro cuori che lentamente tornarono alla normalità.

Harry fece scendere Draco dalla scrivania. Rimettendosi in piedi lo abbracciò dolcemente, cingendogli nuovamente i fianchi e affondando il viso nel suo collo niveo respirando il suo profumo, mentre il biondo gli allacciava le braccia al collo, lasciandosi avvolgere da quel calore, da quell’affetto, di cui avevano entrambi bisogno più di ogni altra cosa. Realizzando che solo fra quelle braccia si sentivano veramente vivi.

“Non lasciarmi mai” Pensò il biondino, affondando il viso tra l’intrico dei suoi capelli.

Quel pensiero parve esplodere nella mente del moretto, attraversandolo con la violenza di un fiume in piena, colpendolo e folgorandolo con la potenza di un tuono, scaldandogli il cuore come fuoco.

<<Mai>> Sospirò Harry sul suo collo, posandovi un bacio delicato come una carezza.

 

Dopo quasi mezz’ora che si stavano divertendo con le mille cianfrusaglie del baule, Harry mise finalmente le mani su la cartella che conteneva i disegni.

Era una cartella marrone di pelle, chiusa su un lato con un laccetto di seta nero.

Si sedettero comodamente sul letto e il moretto l’aprì.

I primi disegni raffiguravano tutti paesaggi.

Il primo che si trovò fra le mani era un tramonto eseguito a pastelli, i colori erano così vividi da catturare, concentrando lo sguardo sulla destra al sole morente dietro le montagne innevate, incendiate da rossi, arancio e violetti.

Draco studiò il volto rapito di Harry, fremendo in attesa di un commento, ma sembrava che il moretto non avesse parole.

<<E’ la veduta della mia camera al Maniero>> Gli disse il biondo.

<<Che meraviglia>> Fu tutto ciò che riuscì a proferire dopo diversi minuti. Con riluttanza spostò il disegno, solo per rimanere nuovamente rapito dal successivo.

Stavolta a carboncino si presentava la veduta del Lago Nero e della Foresta Proibita, dalla Torre di Astronomia di Hogwarts.

Draco aveva ritratto tutti i luoghi che più amava. Il moretto riconobbe la sala comune di serpeverde e la Sala Grande con il suo soffitto incantato, una veduta dall’alto di Hogwarts come vista da in sella a una scopa e conobbe il Malfoy Manor, con la stanza del biondo compresa.

Quelli che seguivano erano i ritratti dei suoi familiari: Narcissa seduta su un divano, immersa nella lettura. Lucius con una sigaretta fra le labbra e una chitarra fra le braccia. I due coniugi ad un ballo. E altre immagini semplici di vita quotidiana.

Harry cominciava a capire qualcosa della tecnica di draco, nonostante non fosse un esperto: era chiaro dai disegni che il biondo prediligesse il carboncino, la parte su cui si concentrava di più erano sempre gli occhi, che catturavano immancabilmente lo sguardo dello spettatore e spesso erano l’unica nota di colore. Il più delle volte lo sfondo sfumava come nebbia, come i contorni di un ricordo non ben definito.

Harry si fermo sul ritratto di un uomo anziano, dal viso saggio e cipiglio altero, aveva corti capelli neri brizzolati e gli occhi parevano diamanti grigi, come quelli di Draco e Lucius.

<<Mio nonno, Abraxas Draco Malfoy>> Fece le presentazioni il biondo.

Era chiaro che Draco doveva essergli molto affezionato, lo si percepiva dal tono di voce con cui ne parlava e c’erano più disegni dell’uomo che dei suoi genitori messi assieme. L’ultimo disegno però, era quello di una lapide che ne portava il nome.

Sentì Draco irrigidirsi accanto a se e si affrettò a cambiare pagina.

Quello che ritrovò davanti era il ritratto di una bambina di circa 7anni, con lunghi capelli castani che si arricciavano in riccioli a cavatappi e una frangetta ordinata, nel visetto d’alabastro erano incorniciati due vispi occhi d’ossidiana, un naso a bottoncino e due piccole labbra atteggiate in un broncio infantile. Vestita con un abitino in raso color bronzo, stringeva tra le braccia un coniglietto di pezza. Sembrava una bambola, una bimba d’altri tempi.

Sul viso di Draco si aprì un sorriso dolce e disse una sola parola: <<Desirè>>

<<E’ molto bella>> Dovette riconoscere il moro.

Voltò ancora pagina ed il soggetto era lo stesso, ma doveva avere almeno 11anni, vestita di un abito che pareva velluto, con le braccia leggermente aperte e gli occhi chiusi, al centro di una sala cantava una ragazzina fatta di carboncino sfumato.

In un altro ancora lei e Draco ballavano ad un ricevimento, dovevano avere 13anni circa. Disegno dopo disegno diveniva sempre più matura e bella.

Un altro, splendido, presentava la ragazza vestita di un capotto invernale, di spalle con il volto sorridente girato il più possibile verso l’osservatore e sullo sfondo il cielo di Roma con in controluce il profilo del Colosseo.

Nell’ultimo era ritratta sino al busto, distesa sull’erba folta in cui i capelli ondulati si spargevano come arabeschi, la luce dava l’idea che fosse stesa sotto le fronde di un albero, le labbra morbide e i dolci occhi scuri socchiusi, il braccio sinistro mollemente abbandonato sullo stomaco e l’altro al lato del viso, leggermente sopra la testa, sulle vene del polso spiccava la voglia dei Black. Era datato al Luglio dell’estate precedente.

<<Desirè è la figlioccia di mia madre, passavamo sempre le vacanze insieme ed era molto affezionata anche a mio nonno>> Gli raccontò il biondo <<Avevano (e lei ha tuttora) una voce straordinaria. Il nonno l’aveva soprannominata ‘La Principessa Cantante’>> Disse ridacchiando, preso dai ricordi <<Ci accomodavano in salone e il nonno le diceva: ‘Principessa canta per me!’ e allora lei scattava in piedi con un sorriso, mi prendeva la mano e diceva sempre: ‘Draco canta con me!’>>

A Harry batteva forte il cuore guardando il biondino così rilassato raccontargli del suo passato, rimase incantato a guardarlo sentendosi un po’ geloso per quei sorrisi e al contempo ridicolo, perché non poteva pretendere che Draco sorridesse solo a lui. Gli incorniciò il viso fra le mani e gli posò un soffice bacio sulle labbra: <<Grazie>> Mormorò scostandosi da lui.

<<Per cosa?>> Chiese il giovane Lord, confuso.

Harry scrollò le spalle: <<Per tutto questo>> Disse riferendosi ai disegni e ai ricordi, al modo in cui Draco gli stava aprendo il suo cuore e ricevendo un sorriso tutto per lui.

Harry riprese a sfogliare, quelli che seguivano erano ritratti di ragazzi e, soprattutto, ragazze di Hogwarts. Per la maggior parte compagni di casa della bionda serpe, ma c’era anche qualche corvonero. Quando trovò lo splendido ritratto di una ragazza mora fu sicuro che molte delle ragazze ritratte fossero ex-amanti del biondo.

Era ritratta addormentata su un letto con lenzuola di seta nivee, il lenzuolo arrivava a coprirla sino ai reni e su la schiena candida erano sparsi i lunghi e ondulati capelli neri.

Rimase qualche minuto ad osservarlo infastidito, era un immagine decisamente sensuale, la ragazza era molto bella ed era ovvio cosa fosse accaduto prima su quelle lenzuola.

Ebbe per un attimo il folle impulso di strappare quel bellissimo disegno in tanti, minuscoli, pezzettini.

Facendo un respiro profondo osservò gli altri ritratti, alcuni li conosceva di vista, con altri aveva scambiato due parole (o nel caso dei serpeverde due insulti) in qualche occasione. Uno che riconobbe con sicurezza era il ritratto di un ragazzo di colore della loro età, con ricci capelli corvini e due profondissimi occhi blu come la notte, che sembravano perforare l’osservatore, trapassandolo come una spada. Il serpeverde Blaise Zabini, uno dei ragazzi più belli e ricercati della scuola.

<<Che occhi!>> Non riuscì a trattenersi Harry, Draco aveva reso alla perfezione lo sguardo tagliente del compagno di casa.

<<Gia, lo ritratto solo per quelli>> Draco non riuscì a trattenere una punta di fastidio nella voce, non gli andava che il suo Harry si soffermasse così tanto a guardare quel ritratto.

Harry andò avanti curioso e quello che vide lo lasciò spiazzato: ombreggiati da qualche ciocca nera c’erano due occhi, nient’altro era ritratto, il resto del viso era sfumato come nebbia, due occhi verdi come le foglie di rosa, i suoi occhi.

Il volto basito del moretto si voltò all’indirizzo dell’artista, che l’osservava con espressione indecifrabile e uno strano miscuglio di sentimenti nello sguardo.

Ansia?

Aspettativa?

Curiosità?

Paura?

Difficile dirlo.

Harry osservò ancora una volta i propri occhi sulla carta bianca e poi voltò pagina restando nuovamente spiazzato. Quello davanti ai suoi occhi era un Draco 11enne, in piedi su uno sgabello, riflesso in uno specchio, ma lo sguardo del biondino non osservava il proprio riflesso. Il suo sguardo era posato sul riflesso di un altro ragazzino, in piedi su un altro sgabello, un ragazzino magrolino con capelli neri spettinatissimi e due brillanti occhi verdi celati da buffi e antiquati occhiali tondi. Il loro primo incontro da Madama McClan.

<<Draco…>> Mormorò con un filo di voce.

Il biondo lo abbracciò alla vita, poggiando la fronte su la sua spalla, celandosi così al suo sguardo.

Harry andò avanti, sempre più stupito: in piedi davanti ad un calderone esploso, nell’aula di pozioni, si fronteggiavano con sguardo carico d’odio un Harry 13enne e Severus Piton.

E poi Harry che studiava in biblioteca, grattandosi distrattamente i capelli con la punta della piuma, il volto per metà illuminato dalla luce proveniente da gli alti finestroni.

Harry che rincorreva il boccino a cavallo della Nimbus2000, la sua vecchia scopa.

Harry seduto all’ombra di un albero su le sponde del Lago Nero, in compagnia di Ron e Hermione, tuttavia l’unica cosa definita nel disegno era lui, tutto il resto compresi i suoi amici, erano poco più che abbozzati, come se non avessero reale importanza.

E ancora Harry che scendeva dalle scalinate all’ingresso di Hogwarts.

Harry contro l’Ungaro Spinato.

Harry che rideva con Ron, che aveva un braccio posato sulle sue spalle.

Harry addormentato in un letto in infermeria.

Harry che insultava la Umbridge a lezione.

Harry che parlava con Silente all’ingresso in Sala Grande.

Harry 15enne che piangeva sulle sponde del Lago Nero.

E tanti, tanti altri ancora.

Il cuore del moretto batteva in modo a dir poco furioso, lo sentiva sbattere così forte contro la cassa toracica da far quasi male, si vedeva chiaramente anche a occhio nudo il suo torace sussultare ad ogni battito.

Le mani di Draco strette attorno alla sua vita tremavano e ad ogni fruscio, che segnava la scoperta di un nuovo disegno, quelle braccia serravano un po’ di più la loro presa.

Il cervello di Harry sembrava impossibilitato a formare un qualunque pensiero coerente, i suoi occhi si cibavano di quei disegni memorizzandone ogni dettaglio, sentiva il proprio sangue pulsare nelle orecchie al ritmo impazzito del proprio cuore e lo stomaco tanto aggrovigliato da impedire ulteriori capriole, avrebbe fatto invidia al miglior contorsionista del circo di tutto l’universo.

“…Ti ho sempre osservato, ti ho sempre studiato da lontano anche se tu non te ne sei mai reso conto…”

Le parole che Draco gli aveva detto la sera prima risuonavano nella sua testa con un eco infinito.

C’erano più suoi ritratti dei paesaggi, famigliari e amici messi assieme, e molti di quelli Harry non aveva idea di quando avrebbe potuto realizzarli o di quando lo avesse anche semplicemente visto.

Come quello in cui era ricoverato in infermeria, che Draco fosse andato a trovarlo mentre dormiva?

A cosa diavolo aveva pensato in tutti quegli anni per non accorgersi dello sguardo del biondino su di se?

Nei ritratti in cui Harry rivolgeva il suo sguardo al biondo gli occhi erano pieni di rabbia, disprezzo, disgusto…

Era tanto preso dalle sue elucubrazioni mentali da non accorgersi che Draco aveva sollevato il capo dal suo nascondiglio e ora lo osservava alla ricerca di una reazione.

<<Io ti ho odiato, per tanto tempo ho odiato te e i tuoi amici. Perché tu non mi guardavi mai, perché loro avevano tutti i tuoi sorrisi e non vedevano quanto fossero preziosi, perché per me avevi solo disprezzo…Ero pronto a qualunque cosa pur di aver la tua attenzione, se volevi disprezzarmi ti avrei dato un motivo vero per farlo. Meglio essere odiato che ignorato>>

Quelle parole colpirono Harry come una fucilata in pieno petto, a ritmo di una mitragliatrice.

Era sconvolto, stordito, imbarazzato, lusingato e…emozionato…si sentiva il cuore in gola. Deglutì pesantemente, rimandandolo al suo posto.

<<Tutti questi quando..?>> Chiese con voce flebile.

Draco posò la guancia su la sua spalla: <<Memoria fotografica>> Disse solleticandogli il collo con il proprio fiato <<Ogni immagine è impressa a fuoco nella mia memoria>>

Cadde un silenzio intimo e vibrante.

<<Vorrei un tuo disegno>> Disse improvvisamente il moro.

Draco sussultò per la richiesta improvvisa, era piuttosto attaccato ad ognuno di essi.

<<Quale?>> Chiese.

<<Non uno di questi…>> Disse Harry posando l’album al suo fianco, voltò leggermente il viso per specchiarsi nei suoi occhi, afferrò la sua mano destra posata sul proprio fianco sinistro e la posò sul proprio petto dove il cuore correva senza freni <<…Ne vorrei uno di noi due>> Disse con un piccolo sorriso imbarazzato e le guance deliziosamente imporporate.

Draco premette più forte la mano sul suo petto percependone ogni battito all’unisono con il proprio e nascose il viso nella curva del collo del ragazzo, mentre la vista diventava sfocata per via degli occhi lucidi.

“Batte per te” Pensò Harry lasciando che quel pensiero arrivasse sino al compagno, che tremò e col pensiero chiese in tono che gli parve quasi disperato:

“Sei davvero mio?” Stringendolo possessivamente, come un ancora di salvezza.

“E di nessun altro” Gli confermò Harry, posando le braccia su le sue e poi voltandosi lo strinse a se prima che potesse protestare, lasciandogli nascondere il viso contro il suo petto e percependo a sua volta il battito frenetico del suo cuore.

<<Mi ci vorrà un po’ per farlo>> Disse il biondo cercando di nascondere il tono tremante della voce per via della troppa emozione <<Ho bisogno della giusta ispirazione>>

<<Non ho alcuna fretta>> Rispose Harry posando un bacio tra i suoi capelli, per poi accarezzarli con dolcezza.

Persero entrambi la cognizione del tempo, beandosi della reciproca presenza, si lasciarono pervadere da quella sensazione di benessere e completezza, come se tutte le cose fossero finalmente andate al posto giusto.

Harry poggiò le spalle alla testiera del letto con la guancia posata alla testa del biondino, gli occhi chiusi respirando il suo profumo cosi eccitante e rilassante al contempo.

Draco stava semidisteso su di lui, tra le sue gambe, abbracciato al suo busto con le gambe scompostamente distese di tre quarti, l’orecchio poggiato al suo petto ascoltando il suono ritmico del suo cuore che batteva più tranquillo ma ancora troppo veloce per essere definito ‘regolare’. Una posa decisamente poco signorile, niente affatto Malfoy, ma al diavolo tutto! Aveva Harry tra le braccia, l’abbraccio caldo di Harry tutto per se, il mondo poteva aspettare.

Così li trovò Remus Lupin, diverso tempo dopo quando andò a chiamarli per la cena, teneramente abbracciati e quasi addormentati.

 

Il maltempo all’esterno stava diventando alquanto inquietante, il cielo era illuminato da lampi frequenti e in lontananza di udiva il rombo dei tuoni.

Draco steso sul suo letto a leggere pareva teso come una corda di violino, i muscoli delle sue spalle aveva un guizzo ad ogni tuono.

Harry gia sotto le lenzuola lo osservava perplesso.

Un lampo illuminò a giorno la stanza seguito dopo pochi secondi da un fragoroso tuono, stavolta molto più vicino e il biondo sussultò palesemente.

Harry inarcò un sopracciglio: <<C’è qualcosa che non va?>> Chiese dalla sua postazione.

<<No, perché?>> Chiese Draco ostentando disinvoltura, ma prima che il moro potesse rispondere si ripresentò la medesima scena: nuovo lampo, nuovo tuono, nuovo sussulto.

<<Per questo>> Disse Harry, ora con entrambe le sopracciglia arcuate.

<<Non mi piacciono i temporali>> Disse il biondo senza staccare gli occhi dal libro. Nuovo tuono, ancor più vicino e stavolta dalle sue labbra proruppe un piccolo singhiozzo oltre al sussulto.

Le labbra di Harry si arricciarono in un sorrisetto incredulo e divertito, infastidito e oltraggiato il serpeverde sbottò: <<Sono quasi stato folgorato da un fulmine da piccolo>> Per schermirsi.

Ancora un tuono, stavolta decisamente vicino e quasi assordante e quello che sfuggi dalla gola del biondo stavolta era decisamente un gemito.

<<Hai paura dei tuoni?>> Chiese Harry cercando di non ridere, ma poi si rese conto che il ragazzo tremava e sembrava a tutti gli effetti terrorizzato.

Ancora un altro, tanto vicino e fragoroso che il pavimento tremò, Draco chiuse gli occhi e si strinse tra le braccia, ora il suo lamento pareva l’uggiolio di un cucciolo terrorizzato.

Harry, stavolta serio, si alzò e lo raggiunse stringendoselo al petto: <<Ehi tesoro, va tutto bene, sta tranquillo>> Disse con voce dolce al suo orecchio.

Il biondo cercò di respingerlo per orgoglio. <<Smettila non…>> Ma un altro tuono squarciò l’aria e con un singhiozzo si strinse a lui di riflesso.

Quello che fiorì sulle labbra del moro stavolta era decisamente un sorriso intenerito, Draco tra le sue braccia aveva gli occhi serrati e tremava come un pulcino.

<<tesoro e tutto OK, non c’è niente di cui aver paura>> Gli accarezzò i capelli rassicurandolo come avrebbe fatto una madre con il suo bambino

Negli occhi di Draco riviveva una scena del passato.

La pioggia, il vento gelido e sferzante, il lampo che illuminava a giorno il cielo, il suo urlo terrorizzato, suo padre che si gettava su di lui per proteggerlo scaraventando entrambi a terra, nel fango, e l’albero accanto a loro che si incendiava colpito dalla folgore.

<<Draco guardami>> Imperò la voce di Harry preoccupata. Il biondo scosse il capo affondando nel suo petto e Harry gli afferrò il mento in una morsa salda e gentile obbligandolo ad aprire gli occhi ora lucidi.

<<Va tutto bene, la tempesta è fuori, niente potrà farti male>> Scandì con decisione, piantando i propri caldi occhi verdi nei suoi. Si abbassò sul suo viso coprendolo di baci leggeri, coccolandolo nel suo abbraccio caldo e Draco comincio a rilassarsi un po’. Poggiò le labbra sulle sue, seducendo quelle bocca a schiudersi per lui e il biondo lo assecondò docile, sciogliendosi come un ricciolo di burro fra le sue braccia.

Draco si concentrò su quel bacio e presto la tempesta divenne un suono ovattato.

Senza staccarsi da quelle labbra morbide, lo fece distendere nuovamente sul letto, sotto di se.

Il libro, dimenticato, cadde a terra ma nessuno vi badò.

 Le mani del moretto slacciarono la casacca del pigiama di seta nera del ragazzo, rivelando la pelle nivea e percorrendola con le mani, stuzzicandola ad arte e cominciando ad impennarne la temperatura. La bocca scese sullo stesso percorso e Harry lo fece sollevare di poco, per sfilare la casacca dalle spalle.

La maglietta grigia in cotone del moretto, vestito solo di quella e dei boxer, la seguì ai piedi del letto e il biondo se lo attirò addosso accarezzando a piene mani i muscoli delle mani e della schiena, mentre reclamava nuovamente la sua bocca.

Niente parole, solo ansimi e sospiri, provvidenzialmente coperti dal frastuono della tempesta.

Anche i pantaloni di seta raggiunsero i piedi del letto, seguiti a breve dall’intimo di entrambi.

Harry preparò il biondo con accortezza, portandosi le sue gambe sulle spalle.

Le loro mani si intrecciarono e il moro le portò sopra la testa di Draco mentre lo possedeva lentamente.

Il biondo ansimò inarcandosi, stringendo con forza quelle mani per esorcizzare il dolore.

Harry si bloccò osservandolo, inchiodato al letto come una farfalla, la più sensuale e perversa delle visioni.

Draco aprì gli occhi puntandoli nei suoi, scuriti dalla passione e del medesimo colore della tempesta la fuori, mosse il piano il bacino in un esplicito invito.

E Harry cominciò a spingere, con il movimento lento e deciso che lo contrastingueva.

La temperatura salì, il respiro si fece grosso, il cuore accelerò, le coscienze si persero e si fusero, il piacere dilagò. Il gemiti si persero nel frastuono dei tuoni, i lampi proiettarono le loro ombre allacciate sui muri e presto il ritmo si fece esigente e serrato.

Una mano di Harry perse la presa su quella del biondo serrandosi sul suo membro, quella di Draco artigliò il lenzuolo portandolo con se quando si inarcò, sciogliendosi entrambi.

Quando ripresero coscienza Harry era crollato sul biondo, lasciando che le sue gambe tornassero in una posizione più comoda e la tempesta al di fuori andava scemando d’intensità.

Nessuno dei due pareva anche solo in grado di pensare a qualcosa, avevano ancora il fiato grosso e il cuore in tumulto, storditi. Stavolta era stato qualcosa di decisamente TROPPO, ogni volta  che facevano l’amore pareva essere sempre più intenso e travolgente e la sensazione di appagamento e completezza seguente pareva crescere di pari passo. Bruciavano come cera sino a consumarsi.

Una strana inquietudine fiorì nel petto del moretto, catalogando quel sentimento come perdizione.

“Credo di amarti, Draco” Realizzò per la prima volta quel pensiero, ammettendolo almeno con se stesso. Lentamente uscì da lui e gli crollò nuovamente addosso, esausto. Posò la testa suo petto, baciando delicatamente quel punto prima di appoggiarvisi e Draco prese ad accarezzargli i capelli umidi in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Harry respirò profondamente, il profumo di Draco, così intenso adesso, era qualcosa di intossicante. Quella stessa inquietudine lo portò a chiedersi se non fosse tutto un sogno, troppo dolce, troppo intenso per poter essere reale.

<<Benedetta, benedetta notte! Ho paura

Che essendo notte questo sia solo

Un sogno, troppo seducente e dolce

Per essere realtà*>> Ruppe quell’irreale silenzio la voce dolce del biondino.

Harry sussultò rendendosi conto di quanto quelle parole collimassero con il suo pensiero, poi la sua mente intorpidita realizzò un'altra cosa: <<Ma questo è Shakespeare!>> Esclamò incredulo alzando il viso per cercare i suoi occhi.

Draco annuì con un sorriso: <<Oh c’è un po’ di cultura anche questa testolina spettinata>> Lo sbeffeggiò al solito.

<<Tutti conoscono Romeo e Giulietta!>> Sbottò risentito.

<<L’opera preferita di mio nonno!>> Rivelò il biondo <<Mi ha fatto studiare tutta la biografia di Shakespeare e le sue opere!>>

<<Si, è davvero…Aspetta! Frena, frena! Ma Shakespeare era babbano!!>> Esclamò il moro, collegando finalmente i neuroni.

Draco lo guardo con un sopracciglio alzato e uno sguardo pieno di pena, tipico di chi ha appena assistito alla cazzata del secolo.

<<Shakespeare si sta rivoltando nella tomba, per questa illazione, lo sai vero?>> Disse serio.

<<Ma…>> Tentò Harry.

<<Niente ‘ma’ Potter! Ma hai mai aperto un libro di Storia della Magia in vita tua?! E che cavolo! Tutti sanno che a quel tempo i maghi erano pochi e malvisti dai babbani, la segretezza era una questione di incolumità!! Ma che ci stai a fare affianco alla Granger se non impari un‘H’?!>>

Harry sbuffò oltraggiato e demolito, mettendo su un broncio da record, borbottò qualcosa che pareva: <<Ti preferivo durante i fulmini>>

Draco lo osservò ancora per qualche secondo, poi la sua espressione si addolcì e rivolto al soffitto citò: <<Il mio unico amore, nato dal mio unico odio!>>

Harry ridacchiò, Romeo e Giulietta era una tragedia, ma applicata su di loro quella frase risultava stranamente sarcastica, sottolineava l’ironia della sorte.

Draco si voltò a guardare il ragazzo sorridente accucciato sul proprio petto, luce, quel sorriso era pura luce. Infilò una mano tra le ribelli ciocche corvine, fece in modo che Harry alzasse il viso verso il suo e congiunse le loro labbra. Accarezzando quei soffici capelli recitò:

<<Sorgi bel sole,

e uccidi l’invidiosa luna, gia

ammalata e pallida per il dolore

che tu sua ancella sia più bella di lei…>>

Harry rimase incantato a guardarlo, lo stomaco fece un triplo salto mortale, neanche fosse veramente Romeo quello che aveva davanti.

Leonardo Di Caprio era un dilettante in confronto a Draco Malfoy!

<<Sai c’è un bellissimo film di Romeo e Giulietta, forse un giorno potremmo vederlo insieme>> Disse Harry.

Draco fece una smorfia: <<Uno di quei ‘cosi’ babbani?>>

<<Ne vale la pena te lo assicuro. E poi Romeo è un bel biondino!>> Esclamò Harry.

<<Ehi! C’è un unico biondino che tu puoi guardare, chiaro?!>> Disse Draco indignato, mollandogli uno schiaffetto su una tempia.

Harry sghignazzò: <<Quindi se non sono biondi posso guardarli?>>

Draco assottigliò pericolosamente gli occhi: <<Harry James Potter!>> Sibilò <<Vuoi restare in bianco per le rimanenti vacanze?>>

<<Dai, tesoro, scherzavo! Tu sei il mio UNICO Romeo!>> Assicurò preoccupato Giulietta/Potter sfarfallando le ciglia.

<<Bene!>> Intimò Romeo/Malfoy, lo bacio possessivo <<Mille volte Buonanotte>> Recitò con voce più dolce.

<<Mille volte cattiva notte, se mi manca la tua luce!>> Lo sorprese, recitando in risposta Harry.

 

FINE CAPITOLO 10

 

Postfazione:

 

HIKARU: Ah! L’amour!

 

            Scrib-Scrib

 

DRACO & HARRY: …. (Rumore di piuma su pergamena)  

HIKARU: Ragazzi che fate? O__o

DRACO: Firmiamo le dimissioni!

HIKARU: Sicuri? E i dadi? E lo specchio? E la fedina di James?

HARRY: O_O Questo è un ricatto!

HIKARU: Eh! Il mio lato serpeverde che affiora! >__< (Evil smile)  

 

*Le frasi citate sono prese rispettivamente da:

-Memorie di una Geisha.

-Bleach vol.4.

-Savin’ me dei Nickleback.

-Il paradiso non è più lontano di Emily Dickinson.

-Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Feltrinelli editore, traduzione a cura di Agostino Lombardo.