Milk & Chocolate

parte II: Inferno e Paradiso

di Laurana


“Immagino che quando Dio decise che per i peccatori il luogo dove scontare le pene fosse estremamente caldo non abbia proprio immaginato che potesse divenire l’Eden.
Insomma, come la giri e la volti, dopo la vita c’è sempre un Paradiso.
Che tu sia peccatore o meno.
Seguendo questo ragionamento comincio tuttavia a chiedermi cosa sia dunque il senpai. Poiché, a rigor di logica, un angelo dovrebbe condurre fra i cieli.
E lui, invece, mi ha accompagnato in un bel luogo caldo e confortevole.
Dove essere perversi è permesso.
L’Eden è giunto a me… anche se per ora sono completamente cieco.”

- Shinji…

“Sento qualche vocina indistinta, ma nulla di particolare.”

- Shinji…

“Aspetta un momento, questa non è il nulla di particolare… questa è…”

- Shinji, come ti senti?

“La voce di Kaworu!”

- Bene!!!
Tiepido calor di coperte e di una stufetta affianco al letto.
Aprir gli occhi solo per permettere all’animo di inebriarsi dell’estasiante visione di un angelo.
Il fuoco dell’inferno che arde si solleva fino a giungere alle gote.
Perché, provocante, era a solo qualche centimetro dal suo volto.
- Bentornato nelle valli dei mortali, dunque. E perché mai sei partito per il mondo di Orfeo così subitaneamente? Mi hai spaventato…

- Io… cioè, sono…
- Svenuto.
- Esatto.
- Era ciò che avevo detto.

“Per quanto accetti di buon grado ogni sillaba che provenga da una fonte così autorevole come solo un angelo può essere… no, non aveva detto quello! O, semmai, in qualche linguaggio poetico e astruso che io povero idiota non posso comprendere.
Perfetto, Shinji, adesso abbattiti ancora di più!
Come se questa situazione così estremamente imbarazzante non ti facesse sprofondare abbastanza…
Forse a furia di sprofondare sono arrivato davvero all’inferno…”

- Perdonami…
- Per… per cosa?
- Forse non avrei dovuto mostrare il mio affetto così apertamente. Ma perché poi nascondere un così puro sentimento? Comprendo, Shinji, non sia cosa comune fra gli uomini esprimere le gioie dell’animo. Per tanto, mi scuso solo per averti colto alla sprovvista.

“Indubbiamente l’angelo più incredibile che abbia mai volato o messo piede sulla Terra.
Puro sentimento? Forse non si rende conto di tutte le implicazioni che la sua presenza comporta su di me.
Non si rende conto di niente ecco!
Shinji, smettila, sei tu il perverso… però, ormai penso male di me senza che sia Asuka a suggerirmi i nuovi insulti.
Ecco perché lo chiamano inferno…”

- Ah… di nulla. Anche se… non credo di aver capito bene…
- Semplicemente… ti voglio bene.

Buio.
Per la seconda volta.

“Mi sento morire…”

***

- Professore! – furioso urlo, richiamo facile per studenti annoiati e per il concentratissimo insegnante alle prese con un teorema inspiegabile anche per lui.
Dietro le spesse lenti notò una speranza…
Che forse credeva fosse giunta in sua salvezza per risolvere l’enigma di equazioni, logaritmi e rapporti?
- Soryou… vuoi…
- Uscire professore!
- Ma…
- Grazie.

Ed aveva abbandonato la cella.
Dove il torturatore non riusciva più a raccapezzarsi con i suoi stessi strumenti di tortura.
E dove le vittime trovano pace nel mondo di Orfeo nel mentre.
Per ritrovare il fido cucciolo dalle zanne aguzze.
Sarebbe tornato perché gli aveva fatto sentire l’odore della carne…
Strana sensazione: come il cucciolo si fosse perso nella vasta landa dopo l’ultima corsa incontro a un bastoncino inesistente.
Chi ingannava stavolta?

- Asuka! Asuka!
Vocine da oche a disturbare la linea del suo pensiero.
- Che succede?
- Abbiamo visto di nuovo quel ragazzo! E’ adorabile! Insieme a Shinji poi!
Angelo a privarla del suo cucciolo…
Del suo giocattolo…
Se avesse visto diversamente quel sentimento non sarebbe riuscita a gestirlo…
Quante lacrime può versare un bambino allontanato dal suo cucciolo?
- Insieme a Shinji?
- Sì… lo portava in infermeria. Penso fosse svenuto, poi non so…

Mai sconvolgere troppo gli ormoni di un quattordicenne!
Chissà che non avesse lanciato il bastoncino davvero stavolta… e fosse finito troppo lontano…

***

“Va bene… Ora riapri gli occhi… lentamente…
Attento, preparati psicologicamente e… anche fisicamente visto che ormai cominci ad avere problemi anche su quel piano di fronte a lui…
Ecco, bravo, buono…
Adesso mi riprendo, mi inserisco pian piano nella realtà e metto da parte la mia incredibile, gigantesca perversione appena nata…
Oddio, può nascere così d’improvviso la perversione?
Basta Shinji, cerca di calmarti, sarai pure all’inferno adesso… però fattelo piacere, è chiaro? Anche perché, quando c’è lui, sembra così tanto il Paradiso…”

- Shinji…
- Uhm…
- Shinji stai bene? Ti prego, non farmi preoccupare…

“E chi desidera farti preoccupare…
Guarda che sono io che mi preoccupo…
Mi preoccupo di non starci più tanto con la testa…”

Sfiorar appena la fronte del fanciullo.
Come per percepire un eccessivo calore…
E non sapere che l’alterazione era dovuta proprio a quel contatto…

“Qualcuno mi salvi…”

Avvicinar le labbra, appena…
Posarle sul capo, come un bacio casto, per ingigantire quel fuoco…
Involontariamente.

- Shinji Ikari! Piantala di fare il moccioso e alzati!
E fu un diavolo rosso, seducente e graffiante, a ricondurlo nella terra dei mortali.
Solo sbattendo la porta, entrando con una furia non indifferente e fissando lo sguardo glaciale sulla scena.
Scontro fra Cielo e Inferno…
Poiché sembravano bramare entrambi la stessa creatura…

L’angelo si limitò a sorridere. Il più micidiale dei colpi.
Ché su un diavolo aveva un solo effetto: aumentare l’ira profonda che serbava per chi cercava di rubarglielo.
Lei rispose, avanzando, furiosa come una gatta. Sapeva attaccare restando sulla difensiva.
La splendida dea degli oscuri abissi…

“Più che un aiuto mi sembra un’ulteriore maledizione…”

- Shinji…
- Uhm…
- Idiota apri gli occhi, lo so che stai bene!
- A…Asuka… però calmati…

“Kaworu aiuto…
Non hai idea di quanto la tema quando è così furiosa…
Se avessi evitato di concederle quel dolce sorriso non sarebbe finita così…
Dico, se dovete scontrarvi non potete farlo dove nessun mortale possa essere invischiato nella faccenda?”

- Bah… non sono affatto nervosa!
- Eppur un fuoco arde su un mare cristallino… gli occhi son lo specchio dell’anima…

“L’angelo ha zittito il suo avversario…
Sono fra Paradiso e Inferno…
Chissà, forse un giorno mi troveranno la giusta collocazione…
Ehi, un momento… se non ricordo male c’era qualcosa fra i due?
Shinji… fai riposare il cervello… hai sforzato già troppo questi poveri neuroni…”

- Ma cosa diamine fai, torni a dormire? Shinji, muoviti!

***

“Son trascorsi giorni, poco più di due settimane per essere precisi. Tempo che mi divide dalla data ormai definita: Viaggio da Paradiso a Inferno. Poiché non posso certo negare che l’alba portò con sé, insieme alla consueta sbadatezza, una creatura divina.
Gli angeli, si dice, giungono nel momento del bisogno.
Quando più forte è la tristezza, la malinconia, il dolore… eppure in quel periodo ero solo totalmente apatico. Forse mi ci voleva una giornata un po’ più movimentata… per quanto si sia conclusa in modo pessimo.
Parole, erano solo parole, ma davvero… feriscono più di mille stiletti.
Non sono una bambola…
Non sono privo di sentimenti…
Non sono… mia sorella…
Eppure con lei si è sempre comportato con riguardo, con dolcezza. Per me mai una parola di conforto. Soffro anch’io, cosa credi padre?
Già… non ho nemmeno la voglia di chiamarlo papà. Sembrerebbe troppo affettuoso…
Non mi pare ci sia mai stato un simile sentimento tra noi…
Son trascorsi i giorni e sono stati tutti monotoni. Nessun contatto con il mondo, nessuna parola fra me e Rei – il che rientra nella normalità – solo qualche sguardo con Asuka – ed i suoi erano decisamente seccati… chissà perché poi… - e…
… qualche saluto con Kaworu.
Un angelo può scendere in Terra, regalarti un po’ del suo calore, ma non operare un miracolo…
Un angelo deve pensare a tante persone…
Non essere egoista Shinji…
Non sognare…
Ti sarà concesso solo il suo ricordo…

Tra Cielo e Inferno, esiste il Purgatorio. Ivi sconti le pene per i tuoi peccati.
Ditemi solo cosa ho fatto di male.
In fondo è normale per noi miseri umani desiderare creature immortali…”



 



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