Questa storia è ispirata agli ultimi due episodi di Recipe di Yuki Shimizu: Il signore che mi piace  e Il signore che mi piace molto. Sono storie molto semplici, ma mi piacciono molto e ho riconosciuto le mie fantasie ai tempi della scuola che odiavo: anch’io avrei voluto trovare un signore che mi piacesse molto e che mi facesse evadere da quella triste realtà… ma ero sempre da sola… Ma nell’originale giapponese Satoshi lo chiama davvero sempre Signore o è tradotto male? Però a me piace  molto… Dedicata a Silvia,Dodi e Niki

 



Little Strawberries - Fragoline

di Puma


_Signore sono contento che abbiamo fatto finalmente l’amore! Adesso sono diventato davvero il tuo fidanzato, giusto?

 _Comunque il mio fidanzato non mi lascerà per andare a Los Angeles, vero?

_No, non ci ritorno, sai? Non mi va di stare lontano da te Signore. Per questo oggi ho telefonato a mio padre e gliel’ho comunicato…

 IL VERO AMORE

Sono passati già sei mesi da questo dialogo.

Satoshi non è tornato a Los Angeles e vive con Renji, il signore che gli piace molto.

Nella segreteria del policlinico Sunohara, Renji si sta confidando con il manager e suo fratello si innervosisce come sempre.

 _Da un po’ di tempo la vedo sereno, dottor Sunohara.

 _Già… è perché ho trovato quello che cercavo da sempre: l’amore, il vero amore.

Suo fratello che sa tutto e disapprova, batte i pugni sulla scrivania fulminando Renji con lo sguardo.

Renji lo guarda ridacchiando.

Un’infermiera bussa alla porta e lo chiama.

Renji la segue.

Mentre percorre i corridoi dell’ospedale ripensa a Satoshi, il suo Satoshi… le sue parole così dolci… il suo sorriso innocente… da quando vive con quell’angelo ha ritrovato la voglia di ridere, di scherzare, si sente leggero come non era mai stato!

Dai finestroni guarda la neve che imbianca le aiuole del parco dell’ospedale come quella notte… quella gelida notte di diciotto anni fa quando aveva trovato nella neve il suo tesoro, il suo Satoshi.

Davvero non credeva di poter amare qualcuno così tanto!

 

Satoshi guarda fuori dalla finestra della sua classe il cortile della scuola imbiancato dalla neve, gli alberi secchi… si vede proprio il gelo nell’aria, e ripensa al calore del corpo di Renji mentre dormono insieme, alle sue carezze, ai loro discorsi, alle loro risate…

   _Sunohara! Sunohara! SUNOHARA!!!

Satoshi si scuote dal suo dolcissimo sogno a occhi aperti richiamato bruscamente alla realtà dalla voce stridula di una professoressa vecchia, acida e legnosa

 _Sunohara, mi ascoltavi? Cosa stavo spiegando?

Satoshi la guarda confuso.

Tutti ridono e bisbigliano.

 _Sunohara, di cosa parlavo?

Satoshi pensa che se Renji si  distrae come lui, quando è in sala operatoria può dimenticarsi un ferro nella pancia di qualche paziente e ride da solo…

 _Sunohara! Mi prendi anche in giro?

Satoshi non ha capito niente, ma non gli importa assolutamente di aver preso una nota: per lui conta solo Renji, il signore che gli piace molto.

Ko gli fa vedere sul libro a che pagina sono arrivati e Satoshi gli fa un sorriso metallico mostrando l’apparecchio che da qualche giorno gli “decora” tutti i denti.

 

_Signore, mi piaci, mi piaci, mi piaci!

Queste parole che aveva gridato  a Renji la prima volta, Satoshi le scrive sul display del cellulare e invia un sms al suo signore che gli piace molto durante la ricreazione dopo aver pranzato alla mensa della scuola.

E nel cortile della scuola gli arriva la risposta di Renji.

 _Anche tu mi piaci molto.

Altro sms.

 _Mi manchi Signore.

Risposta di Renji.

_Voglio passare la serata accarezzandoti.

 _Ti amo, Signore.

 _Anch’io ti amo, Satoshi. Ti voglio mangiare come una fragolina.

Un pallone rimbalza contro le gambe di Satoshi.

 _Palla!

 _Sunohara, sei sempre lì con quel c…. di telefono in mano!

Satoshi butta il pallone ai suoi compagni, scrive ancora un messaggio e si mette a giocare a basket  con loro. Forse riuscirà  a non pensare per un po’ che prima di incontrare Renji ci sono ancora cinque ore!

Qualcuno dei suoi compagni ha la ragazza, altri inseguono amori senza speranza, Ko sta con un uomo più grande, altri all’amore non ci pensano ancora.

Satoshi ogni tanto li osserva e si sente felicissimo di amare Renji e di poter vivere con lui, con il signore che gli piace molto.

UNA FRAGOLINA CHE MI PIACE MOLTO

Satoshi sonnecchia davanti al fuoco che scoppietta nel caminetto, con la televisione accesa, un vocabolario e dei libri sparsi sul tappeto. Quando viveva a Los Angeles e non pensava a Renji studiava più facilmente: ora è così distratto!

Finalmente Renji entra in casa.

Satoshi si sveglia e gli salta in braccio.

Fuori sta nevicando, ma nella loro casa e nel loro cuore c’è caldissimo.

Mangiano la pizza sul tappeto davanti al caminetto.

Si sono tolti tutti i vestiti .

Satoshi sta a cavalcioni in braccio a Renji e tra un boccone e una risata non smette di baciare il suo collo, le sue guance e di giocherellare con i suoi capezzoli e con…

 _Signore, mi piaci!

 _Perché mi chiami sempre signore?

 _Tutti ti chiamano Renji, ma io ti amo, tu per me sei speciale, sei tutto e io ti voglio chiamare in modo diverso da chiunque altro… ti dispiace?

Renji come risposta bacia la sua bocca.

Satoshi si ritrae.

 _Ti fa effetto l’apparecchio?

 _No, mi piace molto: tutto di te mi piace molto.

Si baciano a lungo.

 _Signore, vuoi mangiare ancora qualcosa? C’è la torta in frigo e…

Satoshi fa per alzarsi.

Renji lo trattiene e lo fa scivolare disteso sul tappeto.

 _C’è una fragolina che è tutto il giorno che voglio mangiare…

Satoshi comincia a non capire più se è sul tappeto, se è sul letto, se è in macchina come al loro primo incontro nel parcheggio dell’ospedale…

Quello non era stato proprio ciò  che si dice un incontro romantico: Renji gli aveva infilato un preservativo dicendo:_Lo prendo in bocca guardami.

A Satoshi era dispiaciuto che Renji mettesse una barriera fra di loro, che si esprimesse in modo così freddo e volgare, ma il signore non conosceva il ragazzo, non si fidava, non poteva ancora amarlo…

Ora Renji lo ama e non ci sono più barriere fra di loro…

Satoshi rabbrividisce e si scioglie tra le labbra del signore che gli piace molto.

Renji lo accarezza a lungo, poi delicatamente scivola dentro di lui.

La prima volta temendo che Satoshi tornasse a Los Angeles era stato così impulsivo: gli aveva fatto male. Aveva perso la testa. Ora non farebbe mai più così.

Satoshi mormora:_Signore, mi piaci…_e accarezza la fronte sudata di Renji e i suoi capelli brizzolati.

Con la testa sulla spalla di Renji si addormenta esausto.

Renji lo copre con una trapunta e resta a lungo a rimirare l’espressione beata sul viso da bambino di Satoshi.

È così dolce e meraviglioso, pensare che al loro primo incontro non gli era sembrato niente di speciale. Ora per lui è tutto!

 

Alla mattina Satoshi apre gli occhi lentamente: le carezze di Renji lo hanno svegliato.

La casa è fredda… e poi la scuola, quella professoressa insopportabile, la nota, forse sarà bocciato…

 _Signore, cosa fai?

 _Mangio una fragolina prima di andare a lavorare… come mi piaci, non mi basti mai!

Satoshi si sente estremamente felice.

Si dimentica tutto quello che aveva studiato.

Probabilmente si distrarrà e prenderà qualche altro brutto voto, ma cosa importa?

 

Renji lo accompagna a scuola in macchina.

Prima di farlo scendere davanti al liceo lo bacia e gli sussurra all’orecchio:_Oggi sono a casa alle tre: abbiamo tutto il pomeriggio per noi…

Satoshi lo guarda negli occhi e gli fa un sorriso mentre Renji gli accarezza una guancia.

Renji fa scorrere un dito sul suo apparecchio:_Satoshi come sei bello….

 _Signore, mi piaci… mi piaci molto!

                                                              FINE