*So bene che con questa fic mi metterò contro molti amanti di questo manga, ma sono masochista e lo faccio lo stesso, mi sono messa in testa di farla e la faccio veramente ! E' una Zoro X Rufy...scommetto che non l'ha mai fatta nessuno! Ma che volete farci, io me li vedo più insieme di Zoro e Sanji...non so che farci, la mia testa non la controllo! Baci io*

 

 


Lascia che sia

di Akane


 

CAPITOLO 1: " SORRIDIMI!"

 

Stare distesi sotto il sole mentre un delicato venticello accarezza piacevolmente la pelle spettinando i capelli, tenere gli occhi chiusi e ascoltare le voci degli amici parlare e scherzare farsi sempre più lontane perché il sonno sta prendendo il sopravvento, sapere che fra loro c'è anche la persona a cui si vuole più bene, che rimarrà sempre lì facendo sentire tutti al sicuro, lasciarsi andare essendo consapevoli che finché ci sarà lui niente potrà andare storto, nessuno potrà far del male a nessuno, lasciare completamente la propria vita nelle mani di questa persona speciale mentre si diventa completamente indifesi nel momento stesso in cui ci si addormenta, sapere che quando ci si sveglierà lo si ritroverà ancora vicino e lasciare che ciò che deve accadere accada fidandosi assolutamente delle sue forze.

Questa è beatitudine allo stato puro e anche ora per Zoro è arrivato il momento di abbandonarsi ad essa mentre l'immagine di Rufy che sorride ingenuamente e apertamente gli rimane impressa nella mente.

È da sempre che il ragazzo dall'insolito colore di capelli prova questi sentimenti verso il capitano Rufy e sin da subito non si è scomposto, non è andato in crisi come sarebbe stato normale da un ragazzo che scopre di essere innamorato di un altro dello stesso sesso, non è nel suo stile, perché preoccuparsi di amare una persona interiormente stupenda come Rufy?

Al contrario ne è stato felice, non gli pesa il fatto che lui non se ne sia ancora propriamente accorto, hanno comunque un rapporto speciale, diverso da quello che hanno gli altri, invidiabile, si capiscono al volo e l'uno non sta senza l'altro troppo a lungo, è come se le loro menti fossero collegate da qualcosa che li rende unici...come ad esempio il loro passato, quello di Rufy a pensarci bene lo conosce interamente solo Zoro mentre il suo non l'ha mai detto nemmeno a lui, ma sembra che siano insieme dalla nascita e provare a descrivere la loro relazione è un impresa impossibile; l'uno sa le capacità dell'altro e non intervengono in nessun caso se questo non lo vuole, si rispettano e hanno fiducia fra di loro; senza contare che hanno la stessa forza e quell'unica volta che si sono affrontati (seppur per una stupidaggine) l'ha dimostrato, erano spettacolari...

Mentre lui si lascia andare in una delle sue dormite profonde nelle quali potrebbe venire l'Apocalisse che non se ne accorgerebbe nemmeno, dalla quasi pace che regna nel ponte principale dove stanno gli altri a cazzeggiare, si leva uno strano ed insolito rumore, come un brontolio, cosa che non stupisce affatto la ciurma che conosce molto bene questo gorgoglio, infatti si tratta semplicemente dello stomaco ultra affamato di Rufy che reclama anche oggi la sua bella razione di cibo pomeridiana, inevitabilmente arriva anche la richiesta supplichevole del capitano ora più somigliante ad un bambino piccolo:

- Saaaaaaaaanjiiiiiiiiiiiiii...fammi qualcosa da mangiare, ti prego, sto morendo di fame...-

E così dicendo si attacca a mo' di Koala alle gambe del biondino che guardandolo seccato lo spinge via con un calcio:

- Abbiamo finito le scorte di cibo, con tutto quello che mangiate tu e Usop neanche una crociera intera di scorte non basterebbe...-

La terribile e crudele verità colpisce il moro come uno schiaffo e con le cascate del Niagara che gli escono dagli occhi al posto delle lacrime grida:

- Oh no, siamo costretti a morire di fameeeeee!! E adesso???-

Tutti si mettono a fissarlo come farebbero con un deficiente, forse perché in questo momento lo è veramente!

La prima a reagire è Nami che colpendolo con il consueto pugno che usa per far rinsavire quelli che dovrebbero essere i membri della nave gli grida isterica:

- Idiota! Basta fermarci su un isola e fare rifornimento!

Ma cos'hai in testa?-

Ma come se non gli avesse fatto nulla, Rufy si alza esultante e facendo un gran casino comincia a saltellare per il ponte contento che fra poco mangerà per cui nessuno morirà di fame, queste scenate sono abituali ormai, lui è fatto così, di mille sfacettature incredibili che non sconvolgono più di tanto gli amici; senza aspettare nessun ordine si accingono a buttare l'ancora essendo giunti finalmente su un isola.

Si tratta di un buco di terra tutto vegetazione e bestie selvatiche che sembra disabitato, non è neanche disegnato nelle cartine nautiche di Nami, sembra proprio dimenticato dal mondo per cui non dovrebbero avere problemi a fermarsi il necessario a recuperare qualche animale.

A Rufy non serve il parere di nessuno, alla prima occhiata veloce decide che quel posto tranquillo gli piace...era ora di incontrare un isola normale...senza pensarci un attimo con un frettoloso:

- Vado io a cacciare.-

Allunga il suo braccio gum gum fino ad afferrarsi ad un albero poi con una spinta scende, anzi più che scende si butta giù atterrando di peso sull'erba, in breve si rialza con un sorriso che va da un orecchia all'altra e con una botta in fronte li saluta felice e contento più che mai visto che fra poco potrà mangiare.

- Ehi, Rufy fermati, non mi fido mica di te, portati qualcuno!-

Il diffidente è come al solito Sanji, quando si tratta di cose da mangiare sta sempre molto attento...ed ha ragione, visto gli elementi che si ritrova per compagni!

Rufy si ferma e dicendo che non ha capito torna ad allungare il braccio per risalire sulla nave, peccato che non riesca mai a controllare l'atterraggio che casualmente va ogni volta a scapito di un certo spadaccino addormentato, cosa che succede anche ora: con un grosso tonfo finisce addosso a Zoro costretto a svegliarsi in questo modo barbaro e schokkante!

Tossendo riapre a fatica gli occhi, credeva di morire e si stupisce di constatare che è ancora vivo e quasi vegeto, quando mette tutto a fuoco e si ritrova Rufy disteso in mezzo alle sue gambe con la schiena appoggiata al suo petto, non ha il tempo di arrossire per la posizione particolare ed equivoca perché il pensiero di come è capitato lì lo fa arrabbiare prima di ogni altra cosa:

- Rufy, quante volte ti devo dire di non buttarti così quando sali e scendi dalla nave? Esistono altri modi meno pericolosi per la mia vita!-

Ma il sorriso disarmante e sincero che gli si para davanti agli occhi lo smonta all'istante, così decide anche sta volta di lasciare perdere, tanto è impossibile cambiarlo.

- Senti, per quanto tempo pensi di rimanere disteso su di me? Credi di essere leggero?-

La risposta e immediata e con la consueta ingenuità:

- Certo, sono di gomma no? Non dovrei pesare troppo! Senti?-

Così dicendo si mette a saltellare sul suo stomaco ridendo felice come un bambino; non è che lo fa a posta a stuzzicarlo, gli viene naturale, quando trova qualcosa da fare che lo diverte non vede perché trattenersi, è così che ragiona lui e ci sono abituati.

Peccato che non la pensi allo stesso modo la pazienza di Zoro che per quanto gli voglia bene, essere lasciato in pace è ciò che viene sopra ogni cosa, difatti non sta molto a sopportare, con un calcio potente lo ributta giù dalla nave, facendolo finire sull'erba, si rialza subito ovviamente ridendo; viene interrotto di nuovo da Sanji che ripete di portarsi qualcuno dietro e nemmeno questa volta il capitano ci riflette, allunga il braccio e afferrando Zoro per il collo se lo tira addosso come fosse un giocattolo; per la seconda volta in pochi minuti si trova in posizioni imbarazzanti, ora, ad esempio è a cavalcioni sopra Rufy e i brontolii non si risparmiano:

- Rufy, te l'avevo appena detto, la finisci? Mi spieghi perché mi devi sempre prendere per il collo? So camminare, sai?-

Con un altro dei suoi mega sorrisi risponde:

- Perché il collo è la prima cosa che riesco a prendere...la prossima volta cercherò di prenderti per il braccio, se preferisci!-

Questo lascia un po' interdetto Zoro ma dura giusto il tempo in cui le spade tirategli da Sanji lo colpiscano in testa scuotendolo, alzandosi neanche con l'ombra di un sorriso, tutto l'opposto di Rufy che sembra sbellicarsi invece, si chiede perché mai ce l'abbiano con la sua testa e il suo collo, ma non trovando risposta senza aggiungere altro con la sua solita aria truce si incammina per un sentiero nel bosco seguito dal moro. (scusate il dislessico di questa frase ma non sapevo come impostarla! Ndio)

In breve sono nel mezzo della vegetazione e non per questo si preoccupano di vedere se si perdono...figurarsi, quella è una cosa secondaria, l'importante è stare attenti alle bestie da cacciare!

Soprattutto Rufy non bada molto a dove vanno, ora ad esempio è tutto occupato a seguire col fiuto le tracce, o meglio, l'odore, lasciato da una possibile vittima; basta che ci sia la promessa di mangiare e per lui ogni cosa va bene, anche questa è un occasione per sorridere; non pensa molto a come deve fare una data cosa, se questa è difficile o le sue possibili conseguenze, bensì è felice per il motivo per cui la fa, con chi sta, cosa gli permette...vive l'attimo godendosi l'emozione del momento.

Adesso il solo fatto di procurarsi del cibo con Zoro, la persona di cui si fida di più al mondo, lo fa stare tranquillo riempiendolo di gioia, non si crea nessun problema, non c'è nulla di male nel provare sentimenti così strani e forti per uno come lui, non si è mai chiesto della natura del loro rapporto, non è mai stato bravo in questo genere di cose, preferisce le azioni per spiegarsi...come ha sempre fatto.

Il pomeriggio sta per terminare e i due stanno scoprendo a loro spese che cacciare non è poi così facile, ma meglio così, se è difficile c'è più gusto alla fine quando riusciranno nell'intento!

Ovviamente nel frattempo Rufy si è ben stufato di stare all'erta, già da un po' ormai si è messo a chiacchierare di continuo sparando cazzate a tutto andare con l'obiettivo di far ridere il suo compagno musone, al che dopo vari tentativi in cui ha fatto scena muta, il ragazzo di gomma facendosi stranamente serio chiede:

- Ma Zoro, non mi fai nemmeno un sorriso?-

L'interessato lo guarda indeciso, non sa se prenderlo seriamente oppure no come è solito fare, è raro sentirlo parlare con un tono normale per cui prima di rispondere si accerta delle sue intenzioni; dopo averlo fissato per un lungo momento negli occhi ed essersi perso nella loro profondità dice altrettanto serio, come se qualcosa di invisibile gli avesse detto che può lasciarsi andare:

- Bè, io non è che ho mai riso tantissimo, fin da piccolo...sarà perchè ho perso subito i genitori e il mio carattere ha inciso molto sul mio modo di fare, di essere e di pensare...non riesco a ridere per ogni sciocchezza come fai te, cioè le uniche volte che mi viene da farlo è quando sto per combattere per affrontare un avversario forte...ma quello è una sorta di ghigno...non so, cosa dovrei risponderti esattamente?-

L'altro non esita neanche un attimo, risponde subito semplice e "pulito":

- Che mi prometti di sorridere più spesso anche senza motivo! Hai un bel sorriso!-

La domanda sorge spontanea:

- Ma scusa, se hai detto che non sorrido mai come fai a dire che ho un bel sorriso?-

Di nuovo ridendo fa:

- Lo immagino! Dev'essere bellissimo!-

Zoro rimane nuovamente senza parole, riesce ancora a stupirlo a volte...ora però se lo conosce bene non aspetterà la sua risposta dando per scontato che lui raccolga la promessa che gli vuole inculcare a tutti costi.

- Che bello! Visto che mi hai fatto la promessa voglio subito un sorriso! Ti prego!-

Con due occhi supplichevoli lo fissa aggrappandosi al suo collo come solo un bimbo farebbe e continua così dicendo:

- Dai lascialo venire, su...-

finché lo spadaccino si stufa di camminare in questo stato assurdo trascinandosi un peso del genere e si gira fino ad avvicinare il viso al suo per sembrare più minaccioso, apre la bocca per dire qualcosa di cattivo in modo da sbrogliarselo, ma un occhiata più attenta al suo volto infantile gli fanno dimenticare ciò che voleva dirgli, così si limita a spingerlo via prima che la tentazione di lasciarsi andare abbia il sopravvento.

La cosa buffa è che nel movimento di Zoro, Rufy cade ma il colmo è che dietro di lui c'è una specie di fosso/trappola che lo fa finire proprio là dentro con un rumore pazzesco, per di più facendolo svenire...ops, il vocabolo appropriato è addormentato, è così che fa Rufy quando riceve botte in testa troppo forti.

Zoro non crede a ciò che vede, si inginocchia e prova a vedere se è vivo anche se lo sa già ancora prima di controllare; alla conferma di ciò che pensava qualcosa gli si muove dentro, parte dalle viscere, gli contrae fino allo spasmo lo stomaco, gli sale su fino in gola artigliandogli il collo, cerca di bloccarlo, di non far uscire questa specie di esplosione che ha paura di non poter fermare e controllare, ce la mette tutta ma alla fine vince lei: il ragazzo tanto musone che l'unico sorriso che fa è un ghigno di sfida per combattere, ora scoppia in una fragorosa risata senza freni, proprio mentre colui che poco fa lo implorava di fargliela sta dormendo e non lo può vedere!

Il suo leggendario autocontrollo viene a meno per un bel po'.

Prova a chiamarlo per vedere se si sveglia, sa che è inutile conoscendolo e difatti non serve a nulla visto che continua a ronfare, si guarda intorno grattandosi il capo...l'unico modo di tirarlo fuori da lì è usare le braccia di gomma di Rufy ma se lui dorme non può di certo utilizzarli...non può fare altro che aspettare rassegnato a passare l'intera notte così...certo, era da sempre che desiderava tornare a dormire e passare un po' di tempo solo con lui, ma non in questo modo, vorrebbe poter parlare ed essere ascoltato, o almeno potergli stare più vicino e provare ad essere seri entrambi.

Non gli pesa il fatto di non poter confidargli i suoi sentimenti, sa bene che è ricambiato, l'ha capito da tanti suoi comportamenti e frasi , anche se è tutto a livello inconscio...ma appunto per questo sa che basterebbero poche parole dette al momento giusto senza nessuno fra i piedi a mutare la situazione; pensava di farlo in questa occasione ma se lui dorme come diavolo fa?

Sta ancora riflettendo con la fronte corrucciata quando i suoi sensi avvertono qualcosa, un movimento alle sue spalle e inconsciamente con un gesto veloce, senza neanche aver formulato il pensiero, si ritrova con la mano che sta estraendo la spada, la sua mente si blocca all'istante lasciando il posto al suo istinto, si volta, sa già dove guardare.

Ora di fronte a lui c'è una tigre (non prendetevela con me, mi serviva un animale feroce...io non ho nulla contro gli animali, anzi, ma per sopravvivere...e poi siamo nel grande blu, qua questi animali sono nulla confronto a ciò che si può trovare! Ndio) che aspetta solo di mangiare, la tigre che odia l'uomo per istinto, lo stesso che spinge Zoro a difendersi anche a costo di ucciderla.

Ma la frase giusta da dire è 'ciò che spinge Zoro a difendere Rufy ora vulnerabile!', perchè è questo che preme allo spadaccino, come succede ogni volta che il suo amico si trova in difficoltà, lui è sempre lì pronto a prendere il suo posto, a tenere occupato l'avversario quel tanto che basta all'altro per rimettersi in sesto, ad aiutarlo, sa che Rufy è forte e se dice che ce la fa si ferma senza intervenire, ma la voglia di proteggerlo ce l'ha sempre; adesso è un altro discorso, il suo compagno è completamente indifeso e non permetterà a nessuno e per nessun motivo di toccarlo, non ha mai avuto paura di combattere, tantomeno ora contro una tigre.

Per di più dovevano cacciare qualcosa da mangiare, no?

Bene, due piccioni con una fava, meglio di così...il solito ghigno di sfida, esaltazione ed eccitazione gli si dipinge in volto rendendolo più pericoloso del solito.

FINE CAPITOLO

*Questo è veramente l'ultimo capitolo della serie ke io inizialmente non avevo progettato proprio così ma ke come al solito i pg prendendo vita propria hanno deciso di cambiare. La dedico a: chiunque abbia pensato che Rufy non fosse degno di Zoro perchè è troppo deficiente o cose del genere; a tutti quelli che non credevano possibile una loro unione perchè vedevano solo la coppia ZoroXSanji; infine a tutti quelli che volevano che io gli facessi cambiare idea sulla coppia ZxR con questa fic. Ringrazio invece coloro ke mi hanno scritto intimandomi a continuare x il fatto ke la coppia ZxR piaceva, spero di aver soddisfatto tutti ma in caso contrario pazienza xkè io ho scritto x esprimere i miei sentimenti riguardo a questi due magnifici protagonisti e ritengo di esserci riuscita! Una dedica speciale va a quella mia bella dolcezza di nome Ise! Baci io!*

CAPITOLO 2: "Perfezione"

 

È passata circa un oretta dalla battaglia, le stelle sono alte e numerose nel cielo di un magnifico blu scuro, intorno si sentono i soliti rumori notturni accompagnati dai canti dei grilli e delle cicale, qualche lupo in lontananza ulula alla luna, l'erba è fresca e un piacevole venticello soffia accarezzando lieve e delicato la pelle dei due ragazzi che dormono lontani l'uno dall'altro, i capelli scompigliati e i volti di entrambi rilassati.

Zoro è appoggiato al corpo morto della tigre con cui ha combattuto prima, tiene le mani dietro la testa e le tre spade vicino a lui pronte in caso di pericolo; Rufy anche se in una posizione alquanto buffa e scomoda russa senza ritegno più tranquillo che mai, ignaro di tutto il casino fatto dall'amico per difenderlo e per non annoiarsi nell'attesa del suo risveglio che non è ancora avvenuto.

Pensare che fino ad un momento fa Zoro stava lottando contro la tigre, ricorda ancora ogni particolare seppure si trovi ancora nel dormiveglia.

Come si guardavano con lo stesso sguardo selvaggio e feroce, concentrato e sicuro, da nessuno dei due traspariva la minima indecisione, paura o esitazione; l'istinto dominava nei loro animi, i corpi dai muscoli tesi erano pronti a scattare all'istante, le mani del ragazzo stringevano le spade ed una terza dall'elaborata elsa bianca (spero si dica così l'impugnatura...altrimenti è colpa di Mikako! Ndio) tenuta saldamente fra gli incisivi, gli occhi verde acqua erano minacciosamente socchiusi, non aveva importanza che quella di fronte a lui fosse una tigre, per lui era solo una nemica da abbattere per poter sopravvivere, questa è la legge della giungla, uccidere per non essere uccisi ed in quell'istante Zoro era più simile ad un felino feroce che ad un uomo. (anche se non saprei dire chi era più bello fra lui e Mowgli! Forse quest'ultimo lo superava di un tik! Ndio)

Con uno scatto velocissimo si era mosso in avanti nel medesimo istante della tigre, correvano fulminei l'uno verso l'altro e come se i loro sensi si fondessero con l'aria facendoli sembrare invisibili si erano scontrati, ma nell'attimo in cui la tigre lo stava per artigliare in volto si era abbassato finendo sotto l'animale e con le spade aveva tracciato una croce in profondità nella pancia.

Il resto della lotta si era svolta in silenzio e velocemente, senza spettatori a questo spettacolo particolare ed ora l'unica prova dell'impresa è solo la carcassa della tigre posta sotto la schiena di Zoro che un po' ripensa e un po' sogna l'avvenuto; rimarrà comunque vivo e vero nei ricordi dello spadaccino, come per ogni altro suo scontro dal quale ha imparato qualcosa.

Nell'assoluta calma e tranquillità della notte arieggiata si leva un rumore che è tale da svegliare il dormiente Rufy, cosa può essere?

Semplice, si tratta nuovamente del suo stomaco che sta ancora attendendo del cibo, in breve è la fame a destarlo!

Gli ci vuole un po' di tempo per capire dov'è, come e perché; gli fa male la testa che nonostante sia dura a volte i bernoccoli si formano ugualmente, è pieno di confusione, a fatica riesce a capire che ha fame e che sarebbe il caso di uscire da lì; allunga uno dei suoi bracci per afferrarsi a qualcosa e tirarsi su, peccato che quello a cui si aggrappa sia il piede di Zoro che dorme ancora, ovviamente se riposa rilassato non può certo fare forza a tirare su il compagno, al contrario è lui ad essere tirato giù nel fosso insieme al moro con un enorme boato che interrompe la pace che regnava fino a poco fa.

Il povero spadaccino che dormiva beato, quando si sveglia si ritrova disteso sopra Rufy, con il volto sul suo e a questa posizione non sa se cedere all'infarto che lo minaccia oppure all'eccitazione che si fa strada in lui sempre più prepotente.

La ragione gli suggerisce di togliersi da lì prima che le sue mani prendano il via libera per esplorare il resto del corpo del ragazzo sotto di lui che inspiegabilmente sta fermo a guardarlo negli occhi.

Così a fatica si stacca da lui mettendosi a sedere; dopo aver pronunciato un flebile :

- Deficiente...-

Che dovrebbe convincerlo che è tutto a posto, la voce gli muore in gola non facendogli pronunciare più una parola dal momento che si mette a fissarlo penetrante per cercare di capire cosa gli passi in questi attimi di blak out apparente in cui cade a volte.

Lo conosce bene e sa che non è stupido, potrebbe sembrarlo perchè fare il matto e poi subito dopo il serio e silenzioso non sono comportamenti fra i più normali, inoltre per un sacco di altre cose il ragazzo di gomma viene giudicato deficiente oltre ogni limite, ma questa è superficialità e ignoranza, i suoi compagni lo sanno bene quanto Zoro, conoscono quanta umanità e forza d'animo abbia il moro ingenuo e infantile; gli piace il sorriso e la spensieratezza perchè ritiene inutile stare a rovinarsi la vita per cose contro le quali non si può fare altro che accettare per come vengono poste; ama la vita quanto ama dimostrarlo; si ritiene più che fortunato ad avere ciò che ha già e sa che qualunque cosa riuscirà a prendersi ancora prima della fine dei suoi giorni l'accoglierà a braccia aperte, per questo quando morirà lui avrà il sorriso stampato sulle labbra; coglie l'attimo senz a farsi domande, preferisce parlare con le azioni, ha dei principi e valori incrollabili che se gli vengono toccati è capace di trasformarsi e diventare irriconoscibile nonché fortissimo; non gli importa nulla del dolore fisico perché è convinto che ci sia qualcosa di più importante come il cuore e l'anima delle persone ed è disposto a tutto pur di difendere ciò che sta a cuore ad un altro, allo stesso modo è pronto a rischiare la vita per i suoi amici senza esitazioni.

Lui ha un modo tutto suo di vedere le cose e così facendo le trasforma completamente; c'è un intero mondo da scoprire con Rufy.

Insomma gli piace vivere!

Lo sguardo che ha in questo momento è uno di quelli indecifrabili che usa quando è in uno stato d'animo particolare, ma non arrabbiato; Zoro non può fare a meno di chiedere a fior di labbra:

- Cosa c'è?-

Rufy non riflette molto su quello che dice, come ogni volta, e mantenendo un tono serio ma allo stesso tempo semplice e leggermente sorpreso risponde:

- E' strano...quando adesso ti sei alzato da me ho sentito qualcosa dentro...dispiacere...stavo bene com'eravamo, ma del resto mi piace sempre stare con te!-

Non prova imbarazzo ad esprimere i suoi sentimenti, gli sta dicendo ciò che prova per lui con la più naturalezza del mondo e Zoro lo sta ascoltando a bocca aperta per la spontaneità e sincerità con cui si sta aprendo.

- Io sto bene anche con Nami, Sanji, Usopp, Chopper...ma con te è diverso, non so come dire...vorrei sempre annullare la distanza che c'è fra noi, ma non so come fare e non capisco bene il perché di queste cose. Ad ogni modo siccome non mi fanno male neanche mi spaventano questi miei stati d'animo strani e incomprensibili.

Capisci quello che sto dicendo?-

Finalmente il ragazzo di fronte a lui si ricorda di chiudere la bocca lasciata aperta fin ora, ma in fin dei conti lo sapeva che anche Rufy provava i suoi stessi sentimenti, si era sempre chiesto quando se ne sarebbe reso conto ma più di tanto non ci faceva caso, a parte quando per un motivo o per l'altro finivano per scontrarsi oppure si ritrovavano ingarbugliati a causa dell'esuberanza di Rufy nell'usare i suoi bracci gum gum.

E' sempre stato bene così Zoro, in parte perché ha una forza di volontà fuori dal comune, la stessa che gli permette di fare cose assurde con risultati vincenti, che gli permette di portare avanti le sue idee, i suoi sogni, le sue promesse... in parte invece perché era certo, come per ogni cosa in cui lui crede, che Rufy avrebbe capito da solo ciò che prova per lui.

Lo spadaccino non ama parlare e anche ora dimostra di essere di poche parole, tuttavia fa solo quello che si sente di fare, non gli sembra vero di potersi lasciar andare in questo modo, di mostrare una nuova parte di se, di scoprirsi, e ne è contento perché di fronte a se ha Rufy, colui che lo conosce e comprende meglio di chiunque altro, colui che gli vuole bene senza nemmeno saperlo esprimere, colui che è disposto anche a dare la vita per lui, colui che gli starà accanto fino alla fine dei suoi giorni.

- E dimmi, così il tuo bisogno si soddisfa almeno un po'?-

Detto ciò si avvicina quel tanto che basta per sfiorare le labbra con le sue portando lentamente una mano sulla sua guancia, mantiene gli occhi aperti per vedere la sua espressione che impercettibilmente si rilassa sempre più diventando via via più a suo agio, un senso di gioia incontaminato si fa strada nel ragazzo moro che si limita a chiudere gli occhi, posare le mani sulle braccia del compagno e a schiudere la bocca per far approfondire il bacio.

Solo un secondo si interrompe per rispondere alla sua domanda:

- Sapevo che mi avresti capito.-

Per poi riprendere il discorso coi fatti da dove l'avevano interrotto.

Finalmente Zoro può lasciarsi andare senza pensare più a nulla, è libero di esprimere i suoi sentimenti quanto e come vuole, libero di amare quella persona fantastica di cui si è innamorato ormai da tempo, può lasciare che i loro animi prendano il volo senza il loro permesso perché è tutto perfetto così com'è; ora le parole sono veramente superflue ed ha appena trovato un nuovo modo per esprimersi che non sia il combattere; gli sembra strano poter provare questo tipo di felicità diversa da quella che prova solitamente con gli altri del gruppo, ma lui è abituato a non farsi domande sulle sue azioni e non lo farà nemmeno ora.

Fa scorrere anche l'altra mano lungo il suo fianco fino a salire piano per arrivare ai suoi capelli neri, immerge le dita lunghe in mezzo alle ciocche spettinate unendo i loro corpi mentre Rufy infila le sue sotto la maglietta del compagno accarezzando la schiena calda dai muscoli tirati e tesi come quelli delle braccia, questo gesto fa gemere impercettibilmente Zoro allora l'altro incuriosito dal motivo per cui gli abbia fatto provare piacere continua per vedere in che altro modo è capace di ridargli la stessa sensazione, con la punta delle dita risale la spina dorsale poi è costretto a staccarsi dalle sue labbra per procedere meglio l'esperimento, mette la testa nell'incavo del collo e mantenendo gli occhi aperti guarda le mani e la schiena che si muovono, per permettergli una migliore visuale di ciò che sta facendo gli alza innocentemente la maglietta stretta; una volta terminato tutto lo spazio a disposizione sul dietro passa al davanti con molta tranquill ità, non ci vede nulla di male e anche se non capisce bene il perché, gli piace sapere che la fonte del piacere di Zoro sia lui, se trova qualcosa che gli piace continua a farlo senza fermarsi a pensare.

Con molta curiosità procede sui pettorali e addominali ben scolpiti solcati dalla lunga e profonda cicatrice che a suo tempo l'ha fatto soffrire anche senza darlo a vedere, è concentrato su di essa e non nota lo sguardo di abbandono dell'amico.

Con sua immensa ingenuità ritenendo che anche lo spazio a sua disposizione sul torace sia finito e credendo che non ci sia più altro da esplorare, torna sulla bocca di Zoro lasciandolo leggermente stralunato...eh si, dovrà fare un gran bel lavoro con quel ragazzo!

Le prime luci dell'alba li sorprendono abbracciati sull'erba fuori dal fosso e accanto alla tigre morta, non stanno dormendo ma guardano il cielo che sta albeggiando, la mente è vuota e gli animi leggeri, sereni, come se ogni tassello del puzzle sia andato a posto.

Rufy candidamente si decide a parlare per primo (non c'erano dubbi che fosse lui il primo ad interrompere questo maestoso silenzio! Ndio):

- Senti Zoro...in questi casi cosa si dovrebbe dire all'altro?-

Zoro abbozza un sorriso per la solita spontaneità nonché incredibile serietà con cui gliel'ha chiesto e non può fare a meno di rispondere allo stesso modo:

- Immagino che andrebbe detto qualcosa tipo 'ti voglio bene', che ne dici?-

L'altro finalmente torna al suo bel sorriso contagiante e disarmante:

- Si, mi piace...suona bene!-

Questa risposta fa sorridere a sua volta il ragazzo che il più delle volte sta serio, cosa che non sfugge al compagno tanto che saltando in piedi davanti a lui si mette a gridare saltellando felice come un bambino:

- Mi hai sorriso mi hai sorriso!-

Ignorando che l'aveva già fatto quando lui dormiva!

Lo spadaccino senza farsi troppi problemi si alza e prendendosi le tre spade in una mano e la coda della tigre nell'altra si incammina in silenzio.

Al moro non ci vuole molto a capire dove sta andando e mantenendo il tono gioioso di prima fa andandogli dietro:

- Si che bello, andiamo ancora a caccia così Sanji sarà contento!-

- Perchè, la tua pancia no?-

Le risate e il sole che continua ad alzarsi nel cielo accompagnano i due ragazzi che completano un quadro veramente perfetto, testimonianza che nulla è cambiato.

FINE CAPITOLO 2

*Ecco io...veramente all'inizio non avevo intenzione di scrivere un seguito su questa fic, ma molti mi hanno pregato di farlo che alla fine ho ceduto, non immaginavo fosse piaciuta così tanto! Grazie ancora! Ovviamente la dedico a tutti quelli a cui è piaciuto il mio lavoro, a tutti quelli che mi hanno chiesto mille volte di continuarla e a tutti quelli che la leggono nonostante il genere yaoi non piaccia! Mi date un sacco di soddisfazioni, spero che continuiate a darmele che mi fanno solo che bene! Come sempre non badate agli errori di grammatica e logica!

Volevo anche dirvi che dal titolo si capirà che aspettarsi dal capitolo, a chi da fastidio questo genere(parlo per chi non piace molto lo yaoi)di cose, magari legge tutto evitando quella parte...ero indecisa se metterla o no, ditemi se ho fatto bene, altrimenti rimedio con un cap 4!

Grazie ancora e...Via!

Baci io!*

CAPITOLO 3: "LA PRIMA VOLTA"

 

E' una maledetta sera d'estate, si scoppia dal caldo e l'ultima cosa che verrebbe voglia di fare con quest'afa sarebbe allenarsi al chiaro di luna, eppure è proprio questo che fa Zoro.

E' seduto a gambe incrociate su uno dei cornicioni del ponte e come fa sempre per allenarsi in solitudine(lui o dorme o si allena), sta alzando e abbassando uno dei suoi enormi manubri di ferro; è a torso nudo e le goccioline di sudore gli corrono lungo i muscoli ben scolpiti della schiena e del torace muscolosi, la bandana nera dai riflessi verdi è legata al braccio sinistro e i tre orecchini al lobo tintinnano impercettibilmente, i capelli corti dai riflessi argentati a causa della luna sono spettinati e bagnati dal sudore, l'espressione è la sua solita: corrucciata, musona, sembra che stia dicendo: 'ma che cazzo vuoi?'.

" Ma cosa devo fare con lui? Che tipo assurdo! E' la millesima volta che mentre mi bacia 'esplorando' il corpo, arrivato all'altezza dei pantaloni si ferma sostenendo che non c'è più nulla da 'visionare'...io non sono bravo a parole, come glielo dico che c'è ben altro da...'visionare'? Prima mi eccita e poi ingenuamente si blocca lasciandomi in uno stato di eccitazione pazzesco! E mi viene pure a dire 'che fai?' con quel sorriso innocente...allenarmi è l'unico modo che conosco per sfogarmi un po'!"

A quanto pare non gli vanno poi così bene le cose nella nuova vita di coppia con Rufy!

Bè, bisogna ammettere che non è facile essere fidanzati con uno che ha il cuore puro e innocente, ingenuo come quello di un bambino, ma del resto Zoro lo sapeva , sapeva benissimo come sarebbe stata da li in poi, conoscendolo meglio di chiunque altro era inevitabile questa situazione, ma il fatto è che lo spadaccino non ha quel tipo di carattere buono e paziente da spiegargli come si fanno certe cose e cosa si deve fare in determinate situazioni, non è il più indicato ad indirizzarlo in quel senso e il corpo ha bisogna anche di altro oltre che a coccole semplici e dolci!

Rufy non ha colpa, non ha mai avuto esperienze del genere perchè fin da piccolo ha solo pensato ad allenarsi e a diventare un forte pirata, anzi il Re dei pirati, quindi non si è mai interessato a questo genere di soddisfazioni ed ora è alla sua prima esperienza, vuole molto bene a Zoro, prova un sentimento profondo per il ragazzo, speciale ed unico, ma talvolta non basta questo per soddisfare l'altro, e questo lo deve ancora capire interamente, anche se è decisamente sulla buona strada!

Con lo sguardo fissa l'orizzonte del mare che si vede appena grazie alla fioca luce argentea della luna che si riflette sul mare nero, profondo e infinito, è assorto e si rivede con gli occhi della mente la scena di poco fa...non si accorge dei passi che gli si avvicinano dietro di lui, stranamente non sente una presenza accanto a se, forse perchè non è minacciosa e lo spadaccino aguzza i sensi solo per quelle pericolose.

Mentre lui è con la testa da un'altra parte, rilassato in un certo senso, allenarsi lo fa rilassare, una cosa gelida gli percorre la schiena, parte dal collo, scende lungo la colonna vertebrale per arrivare lentamente appena sopra l'osso sacro e fermarsi proprio lì.

Infine una voce familiare gli arriva all'orecchio sfiorandolo con le labbra e facendogli così venire ancora più brividi di quanto quella cosa fredda gli abbia trasmesso:

- Come sei sudato...hai caldo?-

La faccia di Zoro è encomiabile: occhi spalancati, bocca che tocca il pavimento, mille goccioline di sudore freddo che gli cadono sul viso.

Per evitare di cadere in mare decide di prendere almeno un po' il controllo di se e di scendere da quel cornicione non più tanto sicuro, in piedi davanti a Rufy si fissano con sguardi completamente diversi, il moro ha malizia e ironia, invece l'altro è stralunato e basta.

Con una mano tiene ancora il manubrio pesante e grosso e scrutando il giovane davanti a lui riesce a constatare che ha un cubetto di ghiaccio in mano e il suo solito abbigliamento trasandato nonchè il sorriso di sempre stampato in volto, la cosa insolita è che ha lasciato il cappello in camera, dove erano poco fa insieme.

- Visto che prima sei uscito mentre ci coccolavamo e ti sei messo ad allenarti ho pensato che avessi caldo, così ho cercato di rimediare...ora che ti vedo così sudato credo di aver fatto bene, no? Guarda, sei bagnato perfino nei pantaloni!-

E dicendo ciò decide di fare la mossa più furba della serata: mette il cubetto dentro i pantaloni e slip del compagno che a sua volta sbianca di colpo e torna a spalancare occhi e bocca, peccato che come ciliegina sulla torta si fa anche sfuggire il manubrio di ferro dalla mano facendolo finire sul suo piede...quanto sarà stato? 1 tonnellata? Ecco, immaginatevi una tonnellata di ferro sul piede!

Cacciando un urlo che fa sfondare i timpani di Rufy non sa che fare per prima, se togliersi il peso dal piede oppure il ghiaccio da quel posto sacro!

- Ehm, Zoro? Stai bene?-

Il capitano notando la brutta cera che ha il ragazzo di fronte a se comincia effettivamente a preoccuparsi, ma non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello che la causa possa essere stato lui!

Rufy non lo fa apposta, è fatto proprio così!

Nella cabina di Zoro, qualche ora più tardi, c'è l'interessato con il piede fasciato da Chopper poco prima, e Rufy che lo fissa con un aria lontanamente preoccupata, seduto di fronte a lui.

Non c'è bisogno di specificare il muso lungo che ha lo spadaccino, gliene capitano di tutti colori da quando sta con Rufy, sa bene che non se ne rende nemmeno conto e di certo non per questo gli vuole meno bene, anzi...l'amore che prova nei suoi confronti non muterà mai, ma si chiede ancora come fargli capire come si trattano i fidanzati, come spiegargli in cosa consistono i bisogni sessuali?

Dubita che ci riuscirà mai!

Tutto ciò ovviamente non giova al suo umore che già di natura è scorbutico, ora con questo problema è diventato ancora più ombroso e intrattabile e Rufy ha subito notato questo cambiamento e non sa mai come aiutarlo a tornare sereno...nei limiti del suo carattere naturalmente!

- Zoro, ma ti fa tanto male?-

Senza accennare ad un sorrisino risponde:

- Non è per il piede che sono così!-

- allora stai male per qualcos'altro? Magari hai fame? Dico a Sanji di portarti qualcosa da mangiare.-

Il moro cerca di rendersi utile, gli dispiace vedere il suo ragazzo in questo stato.

- Ma no, non ho fame stai qua.-

La voce di Zoro comincia ad addolcirsi vedendo i tentativi simpatici di rendersi utile; capisce che non vuole vederlo così corrucciato, crede che stia male fisicamente per qualche motivo misterioso, invece si tratta di un altro tipo di malessere, uno di natura più naturale e ovvia anche se per Rufy non è così semplice da comprendere, per lui è un malessere strano e incomprensibile.

E' diverso da quella volta che Zoro ha avuto la febbre alta, quella era a causa della ferita profonda infertagli da quel tipo dagli occhi di falco, in quell'occasione la ferita già grave per conto suo, si era infettata e combattendo contro Arlong e i suoi uomini pesce si era aggravato facendogli venire la febbre. Non era al pieno delle sue forze, Rufy l'aveva capito subito, conosceva bene la sua potenza e di cosa era capace, ma in quello stato era stato anche più bravo delle aspettative, aveva combattuto e fatto fuori una grossa quantità di uomini pesce insieme a Sanji, sapeva che non sarebbe riuscito a sconfiggere anche Arlong perchè stava troppo male ed era svenuto già altre volte nel campo di battaglia, quella volta ha saputo come aiutarlo, non si è nemmeno preoccupato per lui, era forte.

Ma ora come aiutarlo?

Non è lo stesso tipo di malessere.

Non capisce.

- Cosa posso fare? Come posso aiutarti?-

Dice avvicinandosi ancora di più al volto sorpreso del compagno.

No, Zoro non ce la fa più, vedendolo così vicino a se e preoccupato per la prima volta per lui, non riesce a stargli ancora lontano.

Senza pensarci più molto decide di lasciarsi andare e dire e fare quello che gli viene, lascerà che le parole vengano da sole.

Zoro si tende a sua volta avvicinandosi di più al moro e piegando la testa dall'altro lato in modo da mostrargli il collo libero dice con voce bassa e roca dal desiderio che torna prepotente ad insinuarsi in lui:

- Baciami qui!-

Mentre col dito indicava il punto in cui la giugulare batteva invitante.

Rufy non comprende bene il motivo di questo, come può sentirsi meglio in questo modo?

Ma se Zoro gli ha chiesto questo avrà i suoi motivi, non si metterà di certo a contestarlo, e poi questo è un metodo decisamente piacevole per curare!

Senza rifletterci più di tanto si siede a cavalcioni sopra l'altro e appoggiando delicatamente le labbra nel punto indicato, prende a dargli tanti piccoli dolci baci, sente la giugulare battere sempre più freneticamente e questo dona piacere anche a lui, si lascia andare ancora di più, oramai non si controlla, lascia fare al suo istinto come sempre, lentamente comincia ad aiutarsi oltre che con la bocca anche con la lingua, alcune ciocche nere dei capelli gli ricadono sul volto coprendoglielo e sfiorando a loro volta la pelle abbronzata dello spadaccino creandogli altri brividi di piacere, ora sta decisamente meglio.

Questo modo di indirizzarlo non è affatto male, lo dovrà tenere a mente, senza ricollegare più il cervello per nessun motivo al mondo sposta la mano che prima indicava il collo, ora è al centro del petto:

- Ora qua.-

Rufy non se lo fa ripetere e senza avere alcun pensiero nella mente si limita solo a fare quello che gli chiede il compagno e il suo istinto, con la lingua si sposta silenzioso e lento nel secondo punto indicatogli e riprende da li da dove aveva interrotto.

Beatitudine ed eccitazione si insinuano in entrambi, Zoro non può fare a meno di mostrargli un altro punto, il capezzolo:

- Qua-

Senza esitazione o imbarazzo si sposta sensualmente prima leccando poi succhiando privo completamente di coscienza, sente le mani di Zoro fra i suoi capelli e questo insieme al sapore della sua pelle per lui è come un droga che gli impone di continuare e volere di più.

Sa che c'è di più.

Al gemito di piacere che esce dalle labbra del ragazzo sotto di lui si sposta da solo sull'altro capezzolo con la voglia di dargli ancora di più, di dare e prendersi.

Zoro buttando la testa all'indietro fra i gemiti di piacere riesce a pronunciare solo una parola:

- giù-

Il moro prosegue il suo viaggio di 'soccorso' percorrendo sempre con la lingua la lunga cicatrice che attraversa l'addome e lo stomaco del compagno, delicato e seducente come non lo era mai stato, sembra un altro e probabilmente a trasformarlo così è stato il desiderio di aiutare il suo ragazzo che quella sera più delle altre volte non stava bene.

Cominciando a muoversi impercettibilmente e inconsciamente sopra di lui, Rufy sente la voce tremante e carica di emozione e desiderio.

- ancora di più.-

Non si accorge che le sue mani hanno preso sicure i pantaloni del compagno e glieli stanno tirando giù, per la prima volta da quando sono insieme sta succedendo, sta passando oltre, non è più il ragazzo ingenuo e puro di sempre, per il suo amore è riuscito a cambiare e non se ne è nemmeno reso conto, è una cosa a livello interiore, inconscia.

- lì-

Dice solamente Zoro, a queste parole Rufy non può fare altro che arrivare al membro eretto dall'eccitazione e toccarlo timidamente con la punta nella lingua. Anche se non sa come fare perchè non ha mai fatto una cosa del genere, si lascia guidare dal suo istinto.

Sa che gli piace, gli piace immensamente, gli piace Zoro eccitato fino all'inverosimile a causa sua, la sua espressione sensuale e abbandonata, la sua voce roca e al limite come il resto del suo corpo che sembra debba esplodere da un momento all'altro grazie al suo tocco, come lo chiede e lo desidera, come lo accarezza, il suo corpo atletico e muscoloso che si tende sotto le sue mani e la sua bocca, la sua lingua assetata di lui, gli piace questo nuovo modo per dare piacere al suo compagno, sapere che c'è ancora qualcos'altro che lui può fare per il suo amore, gli piace chiamarlo amore fra un bacio e l'altro lungo la sua pelle sudata e imperlata.

Gli piace il suo sapore anche ora che è venuto nella sua bocca con un gemito incredibile che solo quello l'ha fatto eccitare il triplo.

Ed ecco che ora finalmente può tornare ad unire le loro labbra dolcemente e sensualmente, scambiandosi sguardi languidi che chiedono ancora di più l'uno dall'altro.

Continua a muoversi audacemente e seducente sopra Zoro, facendo strofinare le loro virilità attraverso la stoffa dei pantaloni di Rufy; ad entrambi sfugge un mugolio mentre la mente continua ad annebbiarsi sempre di più.

Desiderano di più.

Devono liberarsi insieme ai loro animi incontenibili.

Le dita di Zoro vanno sui vestiti del moro e mentre scendono per arrivare ai pantaloni slaccia anche la maglia senza maniche facendola cadere via con le labbra che prendono a baciargli e accarezzargli languido il petto. Quando anche lui è nudo si alza tenendolo per le gambe che allaccia intorno al suo bacino immediatamente, Rufy chiude gli occhi preferendo lasciarsi fare completamente dal compagno, cerca la sua bocca e trovatala inizia un altro bacio pieno di passione.

Ora Zoro ha disteso il moro nel letto sotto di se e adagiandosi sopra di lui delicato porta le labbra all'orecchio per sussurrargli dolce come non lo è mai stato:

- Stai tranquillo, fidati di me.-

Cingendogli il collo con le braccia risponde:

- Mi fido.-

Con un'ultima carezza si alza leggermente, porta le gambe dell'altro sulle sue spalle e scivola leggero e piano dentro di lui.

Il dolore è acuto ma ora sono l'uno dentro l'altro, un unico essere, un tutt'uno, la perfezione, l'amore che si può vedere e toccare per una frazione di secondo, neanche ora hanno bisogno di parole per esprimersi e capirsi, completi come lo sono sempre stati.

Ora la calda notte estiva può proseguire tranquilla e serena come lo è sempre stata e lo sarà sempre, mentre la luna continuerà il suo corso solitario ma in fondo non tanto, fra le stelle che abitano il cielo.

La luna, regina incontrastata di quel meraviglioso manto nero, è l'unica testimone di due splendidi amanti che quella notte hanno raggiunto il segreto primo dell'amore, si sono fidati lasciando che ogni cosa prenda il suo corso.

Lasciando che sia.

FINE CAPITOLO 3

*Molto bene...eccoci con calma e tranquillità al quarto capitolo...so di essere lenta ma per Lascia che sia devo avere l'ispirazione con la 'A' maiuscola se no non mi viene bene e come voglio. Devo concentrarmi ed immergermi nel bellissimo mondo dei pirati di One Piece. Spero di esserci riuscita anche stavolta! In quest'occasione ho voluto puntare l'attenzione su tutta la ciurma mitica. Cosa lega gli altri? I loro sentimenti e i loro rapporti...non volevo trascurarli! La dedico ad Asuka, la fan numero uno di Lascia che sia. Vorrei postarlo prima di partire per le vacanze(se parto) se lo state leggendo prima del 15 agosto vuol dire che ce l'ho fatta!

Ancora una volta buona lettura!

Baci io*

CAPITOLO 4: "RAPPORTI"

"Buio. Cos'è questo buio? Che confusione...mi fa male la testa. Non capisco nulla...dove sono? Non ricordo che è successo...non ero alla nave? La sera era già calata e stavo aspettando quei scapestrati dei miei compagni...non ricordo altro, che ci faccio qua? Che posto è? La vista pian piano ritorna. Voci, anzi no, risa, risa sguaiate, che fastidiosi, fate silenzio animali! Non riesco a parlare, non ho forze...mi gira la testa, mi sento molla come se fossi di gomma, ora capisco cosa prova Rufy! Mi fanno male i legamenti delle ossa, ogni nervo...che confusione...che strano odore...narcotico, questo lo capisco. Narcotico? Ma allora mi hanno drogato...rapita...maledizione! Come al solito è colpa di quei deficienti, se arrivavano puntuali non mi succedeva nulla....forse un po' è anche colpa mia che invece di salire in nave mi sono messa a contare i soldi che mi rimanevano...mmmm....ora va un po' meglio, ho riacquistato la mia volontà e l'uso del pensiero...almeno quello. Vedo meglio. Ma chi sono questi? Non devono essere pirati, non credo vogliano tesori o distruggere Rufy, sono dei banali teppistelli armati del necessario per rapirmi....come hanno osato? Appena mi riprendo la pagheranno! Ah, no, ho perso il bastone, e ora come faccio? Bè, arriveranno di sicuro gli altri a prendermi!, è questione di tempo, resisterò a qualunque cosa mi facciano, se si illudono di spaventarmi o farmi piangere e urlare si sbagliano di grosso, questi bestioni non sanno di che sono capace, ho sopportato di molto peggio. Al diavolo anche i ragazzini! Quando cavolo arrivano quelle lumache? Quando servono subito non ci sono mai! Ma arriveranno, lo so, non ho paura, arriveranno e tutto tornerà come prima, sono piuttosto tranquilla, ho fiducia in loro...oppure è l'effetto della droga che mi hanno dato a non farmi realizzare che dovrei agitarmi? Sarà per quello che sono così calma? Non si sono nemmeno accorti che sono sveglia, sono troppo occupati a discutere su ciò che possono farmi e a decidere i turni! Mi hanno anche legato! Forse non sono poi così sprovveduti...la loro sfortuna è stata non conoscere noi! Se ne pentiranno appena arriveranno gli altri!

E' questione di poco ormai, non ho paura!"

Il cielo terso pian piano comincia a riempirsi di stelle, la sera comincia a calare e nel piccolo porto ormai silenzioso non c'è più nessuno, per le vie è tutto deserto e calmo dopo l'incredibile caos della giornata afosa. La ormai conosciuta ciurma come quella del ragazzo dal cappello di paglia, oppure del ragazzo di gomma, ha attraccato nel porto di un isola non molto grande per fare nuovi rifornimenti visto che l'ultima volta non è stato recuperato molto cibo di scorta. Hanno passato una giornata piacevole ognuno per conto proprio, anzi, Zoro con Rufy mentre gli altri soli e tranquilli.

E' arrivata la sera, l'ora di tornare alla nave dove avevano tutti appuntamento per ritrovarsi e partire. Con i soliti minuti di ritardo ci sono tutti...o quasi. A dire il vero è accaduta una cosa strana, o forse più di una. Il volto di tutti è preoccupato, chi più chi meno, anche se tutti per motivi diversi accomunati comunque da uno unico.

Sono tutti radunati, tutti tranne Nami. Sanji tiene fra le mani un oggetto, ma non è un oggetto qualunque, è il bastone pieghevole della ragazza.

- Cosa vuol dire?-

Sta chiedendo ingenuamente Rufy, ovviamente non viene calcolato da nessuno...ma che razza di domanda sarebbe?

- Strano...Nami non si separa mai dal bastone, è l'unica sua arma da difesa...vuoi che gli sia caduto e lei non se ne sia accorta?-

Questo che parla cominciando a dimostrare la sua preoccupazione è Sanji, gli risponde Usopp anche lui già pieno di timori:

- E' vero...lei ci tiene tantissimo alle sue cose, non se ne separa mai! E' strano...-

- La cosa più strana è che non è ancora arrivata mentre è sempre la prima, è l'unica puntuale di tutti noi!-

Zoro interviene alzando un sopracciglio...effettivamente le cose strane sono troppe!

- Ma che vuol dire tutto questo? Dov'è Nami?-

Continua a gridare il moro capitano cercando di farsi notare, vedendo che non ha successo comincia a saltellare intorno ai ragazzi che parlano assorti distanti anni luce dai segnali stressanti.

- Non le sarà successo qualcosa?-

Ad azzardare l'ipostesi è il pessimista di sempre Usopp, tuttavia questa volta potrebbe avere ragione, una delle poche volte che gli danno retta subito.

- COSA?!?! HO SENTITO BENE?!?! NEMIIIIIIIIII!!!!! COME FACCIAMO ORA?-

Rufy captando quel che basta per cadere nella disperazione più totale si attacca al braccio di Zoro e comincia a piangere fiumi di lacrime imitato da quelle più composte ed eleganti di Sanji che fa:

- Nami....mia adorata...come farò senza di te?-

E il coro ha inizio, un coro di insopportabili ragazzi frignoni che hanno appena disinserito il cervello, anche perchè a ruota li ha seguiti Usopp, figurarsi se doveva distinguersi, lui ha veramente paura perchè già immagina cosa accadrà ora!

Fortuna che l'unico che non fa mai pieghe di nessun tipo rimanendo distaccato col suo leggendario sangue freddo e autocontrollo è Zoro che già senza pazienza con un pugno in testa ad ognuno brontola:

- La finite razza di idioti? Basta andare a cercarla! -

A quelle parole che sembrano magiche, tutti si fermano e rinsavendo dicono normalmente:

- Ah, è vero!-

facendo venire tante goccioline a Zoro segno di quanto sia interdetto!

Sanji si ricompone all'istante riflettendo sul fatto che deve controllarsi di più riguardo Nami, ma il fatto che lo condanna a queste figure è che Nami è una ragazza e pure bella...che può farci lui? I suoi ormoni sono in fermento, o almeno così sembra, in realtà è ben più complicato di quello che da a vedere il biondo.

Alla fine hanno deciso di dividersi e di cercarla per l'isola singolarmente.

Per i sentieri deserti delle collinette si vede una saetta veloce con un certo cappello ci paglia in testa...chi mai sarà?

Rufy forse?

Ma và!

(scusate lo scleretto, ora torno seria! Ndio)

Il ragazzo serio in volto sembra molto concentrato mentre si guarda a destra e a manca aguzzando più che può gli occhi; ovviamente non ha la più pallida idea di dove sta andando, segue il suo istinto come ha sempre fatto. Nella mente si ripete continuamente:

"NamiNamiNamiNamiNami"

Deve assolutamente trovarla il più presto, non può permettere che un membro così importante del suo equipaggio venga portato via dalla sua ciurma. Come hanno osato prenderla? La pagheranno, le cose non si ottengono con questi mezzi sporchi, anche se non ha idea dei mezzi che possano avere usato in realtà e cosa le sia accaduto realmente. Ma poco importa. Nami è la loro cartografa e basta, ha scelto di stare con loro e nessuno potrà più dividere la loro squadra vincente proprio perchè sono così uniti. Lei era con loro e tornerà con loro, gli estranei non devono permettersi di decidere al posto degli altri. La libertà per Rufy è una cosa sacrosanta, come il valore e l'onore di essere uomini. Nami ha promesso che starà con loro e così sarà. Punto.

Il moro è così preso dalla sua arrabbiatura verso qualcuno che ha osato tentare di separarli, che non vede ciò che gli accade intorno, come non vede nemmeno la persona che gli viene addosso.

SBAAAAMMM!!!!!

Un botto non indifferente che a Rufy non fa nemmeno un graffio ma all'altro forse qualcosina si.

- Ahi, ma guarda dove vai!-

Si sente ringhiare contro...ma la voce è familiare, molto familiare; alza lo sguardo e si vede davanti Sanji, costui infatti tratta male solo i ragazzi, e chi altri? Visto che non ha strane tendenze come Zoro e Rufy non deve preoccuparsi di altri che non siano se stesso o le ragazze, esseri così fragili e indifesi.

- Sanji, sei tu! L'hai trovata?-

- Ma che domande fai? Ti sembra che l'ho trovata?-

- No-

- E allora che chiedi?-

- Bè, pensavo che magari l'avevi nascosta...-

- Nascosta...e perchè di grazia?-

- E boh!-

Sanji innanzi alle risposte senza logica del capitano cominciava a seccarsi ancora più di prima. Già era in ansia per via di Nami, se poi doveva avere a che fare con uno come Rufy con il quale bisognava una pazienza infinita(pazienza di cui il cuoco non era affatto dotato con gli esseri di sesso maschile)diventava intrattabile.

Alla fine sorvolando sulle uscite geniali del moro si mettono a setacciare la zona insieme.

Inizialmente stanno in silenzio, ognuno concentrato sui propri pensieri, poi Rufy notando la preoccupazione e la tensione dell'amico accanto a se si incuriosisce, figurarsi se non succedeva anche in una situazione del genere. Dopo la crisi quasi buffonesca iniziale si è ripreso diventando professionale ed 'efficiente' come ogni volta che la situazione lo richiede. Ciò che accende la curiosità dall'altro è un pensiero assurdo del quale non sarebbe il momento più adatto per parlarne, ma come al solito non può fare a meno di dirlo ora:

- Sanji, posso chiederti una cosa?-

Almeno questa volta ha avuto il buon gusto di prepararlo, quando fa così, gli altri sanno che sta per fare una delle sue domande da un milione di soldi!

- No.-

In momenti come questi è più scorbutico che mai, non ha mica tempo da dedicare ad altri che non siano Nami, ma come se non avesse detto nulla Rufy continua:

- Tu vuoi bene a Nami come io ne voglio a Zoro oppure è diverso?-

Praticamente gli ha chiesto a bruciapelo se la ama o no, a poco è servito l'avvertimento! Sanji quasi inciampa appena sente la frase, poi continuando a correre senza smettere di cercare risponde riprendendosi la sua maschera distaccata:

- Ma ti sembra questo il momento? E poi che razza di domande fai?-

Rivolgendogli un espressione sincera per fargli capire la sua serietà sull'argomento l'altro dice semplicemente:

- Certo, ogni momento è quello giusto!-

Lanciandogli un ultimo sguardo per accertarsi sulla serietà e decidere il da farsi, si fa serio anche lui. Rufy è veramente preso da questa cosa, non ha idea del perchè lo voglia sapere, forse ora che ha scoperto quei sentimenti verso Zoro comincia ad essere più interessato all'argomento che non l'ha sfiorato dalla nascita fino a poco tempo fa. Qualunque cosa gli abbia preso, non vede il motivo di rifiutare il discorso, sono soli e se glielo ha chiesto un motivo buono c'è, che male può esserci nell'aprirsi con lui?

- Vedi, quello che lega voi due è un sentimento di puro amore, sincero e grande che va al di là del sesso maschile o femminile. Non è la stessa cosa che sento io per Nami. Quello che provo per lei è più simile a quello che provate voialtri per lei.-

- Vuoi dire amicizia?-

Rufy cerca di capirlo come meglio può e questo lo rende bello agli occhi di chiunque, cosa gli passi realmente per la testa ora non lo sa nessuno ma poco importa, forse vuole capire di più i sentimenti, o forse semplicemente vuole capire di più il suo amico Sanji che sorridendo gli risponde:

- Si, più o meno. E' un modo di rapportarmi diverso che ho con il genere femminile rispetto a quello maschile. Io sono cresciuto in un ambiente che mi ha inculcato un'educazione particolare. Considero gli uomini miei pari o addirittura inferiori e quindi non ho nessun tipo di dovere verso di loro, invece le donne sono esseri a me superiori che meritano più rispetto che posso, loro sono bisognose di protezione e attenzioni, come fossero regine. Ora vivendo con Nami oltre a questo è subentrata l'amicizia, ma ormai l'abitudine a vivere rapportandomi così con le ragazze ha fatto nascere questa sorta di strano comportamento. E' un modo di dimostrare il mio rispetto...o qualcosa del genere...spero di essermi spiegato, non è semplice da spiegare quello che provo per Nami. Non amore, amicizia ma qualcosa di più riassumibile in ammirazione e rispetto verso una creatura ancora più superiore a me degli altri. Hai capito?-

Ricambiando con un sorriso che va da un'orecchia all'altra risponde:

- Un'amicizia col più!-

Sorriso ricambiato anche dal biondo soddisfatto di essersi aperto un po' per una volta con un amico di cui può fidarsi ciecamente. Per un secondo ha fatto vedere al suo capitano la sua incredibile nobiltà d'animo che va decifrata o solamente accettata come fanno i suoi compagni.

Mentre le ricerche proseguono anche da un altra parte, in un altra testa le riflessioni si susseguono. Si tratta di Zoro. Per lui Nami non è solo un membro prezioso dell'equipaggio, una cartografa di cui loro hanno l'esclusiva(anche se nessuno l'ha mai detto), non è solo il genio del gruppo dalle idee più intelligenti e furbe. E' prima di tutto una compagna, una di loro, e il corpo femminile non rappresenta nessun problema o differenza. E' una di loro e in quanto tale semplicemente devono aiutarla come hanno già fatto in passato. Senza di lei non si potrebbe pensare di stare. Semplicemente sarebbero a metà senza di lei. Rappresenta molto. Un amica che è cresciuta ed evoluta nel cuore che prima sembrava non avere insieme a loro. Una persona preziosa che preso tornerà fra loro. Questo pensa lo spadaccino che all'incirca è uguale a quello che diceva Rufy. Sono tutti legati da un sacro vincolo, un principio, una promessa indissol ubili e meravigliose, profonde. Si vogliono tutti bene anche se a parole non lo ammetteranno mai e poi mai visto che fra tutti regna la testardaggine, ma basta che loro lo sappiano e non hanno di sicuro bisogno di parole, non si tradiranno mai. Anche se a voler essere pignoli e precisi due dei membri di quella squadra indissolubile sono legati anche da qualcosa di ben più grande dell'amicizia, ma questo è già stato appurata abbondantemente in capitoli precedenti!

Per altri luoghi non proprio vicini a dove cercano gli altri, anche Usopp si dà da fare, lui ha una velocità notevole accompagnata da un orientamento alquanto pessimi...i risultati infatti si vedono! E' anche lui preoccupato come i suoi compagni per Nami. Anche lui l'ammira tantissimo, per il suo coraggio non indifferenti, per la sua forza d'animo, volontà e vitalità e fa il possibile per aiutare e rendersi utile, anche se il più delle volte finisce per far ridere tutti!

Le ricerche continuano intense nella notte e Nami rimane dentro intrappolata da una semplice banda di teppistelli qualunque che appena si scontreranno con Rufy e gli altri si pentiranno di essere nati. All'apparenza tranquilla la rossa rimane con gli occhi mezzi chiusi riflettendo.

" Quei brutti imbecilli quando si muovono? Ok che questi sono proprio stupidi visto che non mi toccano e aspettano che io mi svegli da sola, ma è snervane sta attesa! Non è che ho paura, ma sentendo ciò che vorrebbero farmi non mi sento a mio agio...diciamo che non è la situazione a me preferita questa, preferisco gestirmela da me invece che lasciarmi gestire dagli altri! Che palle, e poi sono pure in una posizione scomoda, distesa in un letto duro e rovinato dal quale spuntano una marea di molle arrugginite, che cafoni...ci vorrebbe Sanji, lui si che sa come trattarmi....è un po' appiccicoso ma io so che scherza, non potrà mai innamorarsi veramente di me, quello che ha nei miei confronti è più che altro una sorta di amicizia bellissima mescolata ad ammirazione e rispetto...è un aristocratico che sa come trattare le ragazze!

Mi immagino anche Rufy quando li avrà fra le mani...non so cosa rimarrà di loro, senza contare Zoro! So bene che si staranno facendo in mille per trovarmi, saranno anche preoccupati( spero per loro altrimenti me la pagano!), sono dei cari ragazzi in fondo, da un cuore d'oro che cercano tutti di nascondere, tutti legati che si vogliono bene...lasciando il discorso di Zoro e Rufy da parte...siamo come una famiglia, mi fanno tenerezza a pensare a loro in questo modo, la mia nuova famiglia...si però di lumache, accidenti, quanto ci mettono?

Sbuffo senza rendermene conto...ops...sbuffo? Che stupida(a volte capita anche ai perfetti di esserlo per un secondo!) ora mi hanno sentito...ecco si avvicinano...no, non ho paura, non avranno mica il coraggio di toccarmi prima che arrivino gli altri a salvarmi...guardate che io sono Nami, non dovete toccarvi o ve ne pentirete! Tanto fatemi pure quel che volete non mi fate nessun effetto, ho una resistenza storica...non vi darò mai la soddisfazione di sentirmi urlare...già, non urlerò mai e poi mai, scordatevelo...che mani viscide...e che sporchi, dove mi toccate? No lì...come osate porci schifosi? No...non urlerò...non...

- AIUTOOOOOOOOOOOOO RUFYYYYYYYYY SANJIIIIIIIIII ZOROOOOOOOOOOO RAGAZIIIIIIIIII BRUTTI IMBECILLI MUOVETE QUEL CULO GROSSO E VENITEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!-

Come non detto!"

Alla fine non ce l'ha fatta a star zitta, figurarsi se una come lei si lasicava fare passivamente, anche legata e disarmata e stordita non si dà mai per vinta, testarda e orgogliosa, degna compagna della Going Merry(spero si scriva così), usa ogni arma a lei possibile e visto che l'unica in questo momento era la voce ha dovuto cedere un po' del suo orgoglio e reputazione!

Ma per fortuna che ha urlato, altrimenti chissà quanto tempo sarebbero stati a cercarla! Rufy, Sanji e Zoro guarda caso sono tutti e tre nelle vicinanze e sentono l'urlo della ragazza provenire da un vecchissimo fabbricato che cade a pezzi, l'ideale per rapire e violentare qualcuno indisturbati, nei dintorni è tutto deserto e silenzio. Nel giro di cinque secondi sono tutti e tre nel luogo(Chopper è di guardia alla nave e Usopp continua a correre indisturbato dall'altro capo dell'isola); senza farsi troppi problemi buttano giù la porta con un calcio ciascuno dato nel medesimo istante, sono sempre stati di una sincronia perfetta, con lo sguardo percorrono tutto ciò che c'è nella stanza fino ad arrivare alla gente radunata in fondo intorno al letto, anzi a Nami legata. Alla vista delle loro mani sul suo corpo e dello sguardo furente di lei e per nulla impaurito Sanji riesce a perdere il controllo. Come hanno potuto solo osare pensare di fare una cosa così...ignobile, sporca, vigliacca...non hanno capito nulla della vita esseri del genere.

- Voi...brutti schifosi maledetti...-

Questo è tutto ciò che dice il biondo prima di partire dando inizio alle danze con un calcio. Gli altri lo seguono a ruota, non aspettavano altro che un po' di movimento e visto che questa volta sono tutti arrabbiati per l'accaduto vien solo da dire: 'aiuto' ! A parte sempre Sanji che dice :

- resisti Nami, siamo arrivati, ora ti salviamo!- e la relativa risposta non troppo gentile di lei:

- Ed era ora! Lumache che non siete altro!-

Dicevo, a parte questo nessuno dice altro, si concentrano nella rissa.

Gli altri sono abbastanza tanti ma non intelligenti, se lo fossero stati non sarebbero mica ancora li a vedersela con tre come loro!

Zoro si limita ad utilizzare una sola spada, ma dopo il primo impatto, dopo essersi reso conto che non vale la pena sprecare la sua preziosa lama per gente del genere, la mette via e continua di pugni come Rufy che si scatena, entrambi hanno un ringhio sadico stampato in volto, felici di massacrare un po' di botte persone inutili e sciocche. Sanji è semplicemente furioso, lui non ammette assolutamente comportamenti di tale bassezza e come una macchina che ha perso il controllo continua a dare calci ovviamente mantenendo le mani rigorosamente in tasca come fa sempre, è molto agile e bello da vedere. Rufy trasmette allegria anche in una situazione del genere, si diverte, nonostante la situazione non può fare a meno di divertirsi. Zoro trasmette potenza, lui li considera semplicemente nulla.

Tutti con la stessa luce negli occhi ne fanno fuori uno dopo l'altro, una luce di lontana follia incontrollabile uniti dallo stesso ideale, valore, credenza...l'onore di un uomo...essere degni di meritare fiducia, essere degni di darla, di accoglierla e proteggere questa fiducia. Essere degni di essere uomini. Non molti lo sono al mondo, purtroppo, ma loro si, e anche se all'appello manca uno, un certo Usopp ora perso nei meandri dell'isola, ed un altro ancora, un certo Chopper, quest'ultimo perso nei meandri della nave, sono tutti allo stesso modo pieni d'onore, degni di essere chiamati uomini e compagni.

Ancora una volta Nami ha avuto al conferma, guardandoli battersi per lei, una di loro, del rapporto speciale che li lega, una cosa indescrivibile ma che merita assoluto rispetto e fiducia tanto quanto ne merita l'uomo d'onore e il compagno degno di promesse.

Se la sono cavata in poco tempo, la luna è ormai alta in cielo, le stelle sorridono a loro per il legame che li ha uniti ancora di più questa sera. Un altra piccola prova è stata superata, ma tutti sapevano che ce l'avrebbero fatta ad occhi chiusi con un successo pieno.

- Ehi, com'è che siete arrivati insieme tu e Sanji?-

Sulla strada del ritorno Zoro si avvicina, facendo finta di nulla, al suo ragazzo mentre Sanji assilla Nami con attenzioni e preoccupazioni esagerate ma che fanno sorridere la ragazza. Il moro risponde sincero e tranquillo:

- Bè, ci siamo incontrati per caso mentre cercavamo Nami...poi ci siamo messi a parlare e il tempo è volato.-

Vago, piuttosto vago e fin troppo semplice all'apparenza, non basta a Zoro:

- Ah, avete parlato soli soletti, eh? E che vi siete detti di così speciale che vi ha fatto volare il tempo?-

Secondo Rufy si tratta di semplice curiosità, ma suona comunque strano visto che lui non lo è mai stato, tuttavia, anche se sono fidanzati non può dirgli quello che si sono detti i due, è una cosa che rimarrà sempre fra loro, una confidenza sincera in risposta ad una domanda altrettanto sincera grazie ad un feeling speciale che lega due amici.

- Bè...ecco...tante cose! -

- Ma cosa?-

Insiste lo spadaccino.

- E' un segreto!-

No, decisamente non ha gradito Zoro la risposta visto che lo guarda malamente piantando un muso stratosferico...signori, questa non è curiosità...ci troviamo davanti a semplice e pura gelosia!

Alla nave:

- Ma dove cavolo è finito ora Usopp?-

- Sarà stato rapito anche lui, no?- Quest'uscita geniale è di Rufy, e di chi poteva essere?

- Si, ma figurati, chi lo vuole quello? Una bomba sexy come me è naturale che mi vogliano, ma lui...- A scherzare con ironia sottile come al solito è Nami, nemmeno lei sarà mai capace di cambiare.

- Quel tonto si sarà perso!- La risposta di uno stufo Sanji.

- E non andiamo a cercare anche lui?- Chiede candido Rufy.

- Quello può anche aspettare fino a domani!- Scorbutico e seccato Zoro il cui umore non si smentisce mai anche se pensandoci bene Usopp è più solo e indifeso di Nami!

- Già, andiamo a dormire, quando vuole torna!-

La conclusione sconcertante di tutti gli altri che tornano alle camere sbadigliando assonnati!

FINE CAPITOLO 4

PS: quest'ultimo pezzetto era per sdrammatizzare un po', non so se farebbero effettivamente così, ma concedetemelo!

PPS: ce l'ho fatta, l'ho postato prima del 15 agosto! Grande!


NOTE: non state sognando, quello che vedete è veramente il quinto cap della mia fic su One Piece con protagonisti ZoroXRufy. È diviso in 2 capitoli, il pezzo che ho pensato. Mi era venuta voglia di scriverci in questi giorni dopo aver scoperto degli spoiler che hanno alimentato la mia visione della coppia più coppia di OP, così eccoci qua. Io non sono all’altezza di scrivere avventure assurde, avvincenti, incredibili tipiche del manga, ma sono capace di scrivere dei rapporti che legano i personaggi, di amore, amicizia….così eccomi qua a farlo.
La dedico a Asuka che le è sempre piaciuta molto, questa fic.
Non mi resta che augurarvi buona lettura. Baci Akane

 

LASCIA CHE SIA

 

 

CAPITOLO 5:
GELOSIA

 

Anche quel giorno si poteva godere di una giornata di sole stupenda. Il cielo limpido e terso non vantava nemmeno di un nuvola, un venticello fresco rendeva respirabile l’aria pulita che sapeva di mare. Ci si poteva proprio rilassare, si stava bene e in pace col mondo in generale.
E questo poteva valere per tutti tranne che per uno il cui umore era dettato da una cosa in particolare.
Ma prima di parlare di lui sarebbe bene parlare della causa andando in cucina.
La cucina era il regno incontrastato di una persona…ma si poteva dire anche di due, pensandoci bene…il primo era l’indiscusso Sanji, il cuoco che cucinava come un Dio. Il secondo era Rufy, il capitano che si ingozzava come uno che stava perennamente per morire di fame.
Anche contro la volontà del biondo, i due passavano molto tempo insieme se non altro per mangiare quello che veniva cucinato(cioè uno cucinava e l’altro mangiava). Del resto era inevitabile con uno con lo stomaco di quel calibro…per tutti non c’era nulla di male se non il fatto stesso che la maggior parte del cibo veniva divorata prima che potesse essere toccata da altri.
Mentre i due stavano lottando in cucina per la supremazia e la sopravvivenza dei viveri, gli altri membri della ciurma erano fuori intenzionati a farsi ognuno i fatti propri non entrando in quel caos che regnava nella stanza  causa del casinista Rufy. Quasi tutti.
Così era presto spiegato il comportamento musone di Zoro, cioè musone più del solito.
Sembrava proprio che avesse sempre un motivo per arrabbiarsi!
Non era facile essere fidanzati con lui, la sua dolce metà finiva sempre per passare per lo più il suo tempo a decifrare i suoi malumori, cosa decisamente difficile, tutto sommato, trattandosi dello spadaccino più scontroso e freddo di tutti i tempi.
Certo, freddo fino ad un certo punto!
Zoro al momento stava seduto precisamente in un angolo della cucina, seduto sulla panca con la gamba piegata appoggiando la caviglia sul ginocchio dell’altra, il giornale in mano vecchio di parecchi mesi, un aria imperturbabile che pareva scolpita in una statua greca, i corti capelli spettinati, i muscoli trattenuti a stento dalla maglietta chiara a maniche corte.
E gli occhi verde azzurri fissi sulle righe che conosceva a memoria ed ora detestava.
Impenetrabile era sminuire il suo sguardo, come anche provare a parlare del suo stato d’animo, per nulla facile.
A dire il vero si poteva riassumere tutto in una semplice parola:
Gelosia!
Prevedibile conoscendo un po’ il duro musone.
Provando a penetrare un po’ l’invalicabile apparenza del ragazzo, d’altronde, c’era un muro alto, forte, di cemento armato contro cui si sbatteva facendocisi male.
Non si perdeva una virgola di quel che dicevano  e facevano il suo ragazzo e il suo amico.
- Zoro…vieni, non hai fame? Sanji ha fatto una cosa buona, non so cos’è ma è molto buona!-
Spontaneamente allegro Rufy si rivolse al ragazzo in disparte che pareva non  calcolare nessuno, due lampi color mare si posarono in quelli sinceri e vispi del moro che aveva la bocca stracolma.
- non azzardarti! Via uscite che mi date fastidio, se la mangiate tutto voi poi non ce n’è per la mia dolce Nami e la splendida Nico Robin!-
Sanji provò a difendere circa invano il suo territorio coi suoi modi sgarbati, trattandosi loro di ragazzi.
- non ho fame!-
Rispose lapidario Zoro.
A queste parole gli occhi scuri di Rufy si spalancarono fissandolo come fosse un alieno. Per lui era incomprensibile, impensabile che qualcuno rifiutasse il cibo di Sanji.
- ma scusa, allora perché sei qua? Non sai cosa ti perdi…-
L’ingenuità era ancora forte in lui.
Sanji gli lanciò un occhiata stranita senza capire se dicesse sul serio o scherzasse.
Poi capì che era serio!
Per evitare spargimenti di sangue, aveva notato benissimo lo sguardo di Zoro, preferì cacciarli a forza dalla cucina. Potevano litigare quanto volevano, ma non lì dentro.
- via via via…fuori di qua! Mi infastidite!-
Non ebbero quindi il tempo di far nulla poiché si trovarono fuori dalla stanza, anche se di fatto lo spadaccino non aveva fatto nulla!
Con in mano le sue tre spade, Zoro si avviò sul ponte della poppa della nave, quello normalmente più isolato ‘abitato’ da lui, ci andò senza dire una parola.
Rufy al contrario era rimasto a giocare un po’ con Chopper e Usopp come facevano spesso.
Non si poteva essere sicuri se l’umore dello spadaccino fosse guasto oppure normale, ma uno fra tutti l’aveva capito.
Sanji, poiché principalmente la gelosia del ragazzo era dovuta lui.
E probabilmente aveva capito qualcosa anche Nico Robin poiché lei era parecchio sveglia.
Eppure nessuno osava avvicinarglisi.
O quasi.
 - non dovresti essere geloso!-
Fu la voce composta, fredda e dannatamente calma della donna mora a destarlo dalle sue riflessioni.
Il ragazzo spalancò gli occhi per poi assottigliarli puntandoli su di lei. Fra lui e Nico Robin non era mai corso molto buon sangue. Non litigavano, tanto meno si contrastavano in modo particolare…semplicemente lui non si fidava di lei, aveva accettato il suo arrivo in maniera del tutto personale, e non l’aveva combattuta solo per volere del suo capitano. Se Rufy si fidava allora lui si sarebbe fidato del capitano. Ma mai del tutto di lei. Aveva il sesto senso, ma soprattutto era diffidente di natura, ed era per questo suo lato che non era mai stato fregato, non aveva preso cantonate assurde.
Tuttavia preferiva non star solo con la mora, tanto meno parlarci…specie per la similarità dei caratteri.
Si scambiarono un lungo sguardo artico con la differenza che lei con le labbra sorrideva mostrando una calma fuori dal comune, lui invece era talmente serio e imbronciato da far scappare chiunque.
- cosa hai detto?-
Lei accentuò il sorriso gentile senza farlo arrivare agli occhi azzurro gelo.
- ho detto che non dovresti essere geloso, proprio tu…sei il primo che conosce il legame che c’è fra tutti voi…non ha senso, lo sai?-
Zoro si stizzì, suscettibile com’era, tanto da alzarsi in piedi in fretta stringendo i pugni.
Cercava un controllo che sapeva di avere quando voleva…non accettava certi discorsi personali da una che per lui sarebbe inevitabilmente sempre stata una sconosciuta.
Soprattutto quelle parole…come osava capire al volo quel che gli prendeva?
- non ho certo bisogno di sentirmelo dire da te…-
Sostennero lo sguardo a vicenda, era un aria pesante e irrespirabile. Nessuno si sarebbe intromesso. Del resto quando due così parlavano era da stare attenti, non veniva fuori mai nulla di buono.
- come dici…ma il capitano ne risente…non ancora, ma appena capirà che hai qualcosa che non va lo sai bene cosa accadrà!-
Corrugò la fronte infastidito per la verità sacrosanta di quelle parole. Eppure lui lo sapeva…ma forse aveva bisogno di sentirsele dire….anche se quello certamente per lui non era il modo giusto.
Rufy era lento a capire certe cose, spesso gliele si doveva spiegare, ma appena le comprendeva sapeva rimediare…però quando si trattava di loro due era difficile trovare una soluzione subito. Sapeva benissimo, Zoro, che non sarebbe stato facile. L’aveva saputo da subito. Proprio per la particolarità di Rufy, per la sua purezza d’animo. Ma testardamente si era detto che non aveva scelta, così erano andati avanti.
- non so cosa farci!-
Stizzito e sempre più spazientito. Queste cose non erano per lui, le riflessioni e le contemplazioni…i combattimenti si, ma non questo.
- dovresti semplicemente parlarne con lui…-
Effettivamente sentendo lei sembrava facile, sembrava che il problema non esistesse…e forse nemmeno esisteva.
Ma gli bruciava ammettere di essere geloso, e poi non avrebbe nemmeno saputo cosa dirgli, come spiegarsi.
Sapeva che Rufy lo capiva sempre al volo, era un reciproco leggersi dentro in continuazione, senza nemmeno guardarsi. Avevano un feeling che difficilmente si acquistava in quel modo.
Era invidiabile, certo non per i loro amici.
Era anche cosciente che in realtà il problema non si poneva e si sentiva oltremodo stupido.
- parlarne…-
Ripetè fra se scettico. Cosa gli avrebbe detto? Come spiegarglielo? Lui non conosceva sentimenti come la gelosia o l’invidia.
- non sei capace?-
Glielo disse con un po’ di ironia di proposito, per provocarlo cosciente di averci preso.
- esatto!-
Breve, brusco, conciso.
Poi si voltò e prendendo le sue fedeli tre spade si allontanò borbottando scocciato:
- ah, lasciami stare!-
Così scese le scale di legno del ponte entrando in coperta nelle stanze sbattendo la porta violentemente.
Sicuramente si era fatto notare e se prima c’erano dubbi ora non più.
Era nero.
Temporale in vista?
Se lo chiesero i rimanenti che fissarono la porta chiusa.
“Geloso…maledizione, che fastidio….e di cosa poi? Se fosse una cosa sensata non esisterebbe…ovvio che deve essere stupida. Cosa gli dico? Sono geloso di chiunque ti si avvicini? Andiamo…è idiota da parte mia….meglio lasciar perdere…mi passerà….anche se non so come. Io ho fiducia in lui ma la gelosia è tutt’altra cosa, per questo la detesto. Insopportabile. Però non sono tipo da parlarne…e poi anche se gliene parlo che fa lui? Come si risolve? Mica possiamo uccidere tutti quelli che lo toccano, porco cane! Che fastidio, che seccatura. Non lo sopporto. E dipende tutto da me! Ma magari mi infastidisce solo il rapporto speciale che può avere con alcuni, quel rapporto speciale che riesce ad instaurare con gente incredibile dentro. ”
Zoro nella sua stanza sdraiato nel suo letto pensava guardando fisso il soffitto truce.

- Rufy, cosa gli hai fatto?-
Subito lo chiesero al suo fidanzato…effettivamente quando faceva così di solito era sempre colpa sua.
Il moro guardò innocente i compagni senza capire, poi come era ovvio rispose  dimenticandosi di mollare il naso di Usopp che stava tirando per vedere se era di gomma.
- ma io non ho fatto nulla…-
Un gocciolone sulla testa degli altri…effettivamente chiedere a lui era inutile.
- fammi il favore di andarci a parlare…già è intrattabile normalmente, figuriamoci così…-
Era stata Nami ad imporglielo poiché conoscendo i due sapeva che facendo fare a loro sarebbero andati avanti a lungo rendendo l’atmosfera pesante.

Fu con un pugno in testa che entrò irruento e senza chiedere, nella stanza di Zoro…che ormai condividevano da parecchio tempo.
Un gran rumore destò dai cupi e rabbiosi pensieri lo spadaccino, poi un uragano si piantò sul suo stomaco facendolo tossire per una mezz’oretta abbondante.
Quando si fu ripreso sapeva già chi era e con un misto di fastidio e indecisione lo fissò. Rufy steso comodamente su di lui, con il mento appoggiato nei palmi della mano e i gomiti sul petto lo guardava sorridendo contento per chissà quale motivo.
Non gli passava nemmeno per l’anticamera del cervello che il malumore eterno di Zoro in quel momento potesse essere causato da lui. Anche perché per lui era impensabile, non aveva fatto nulla…anche se effettivamente era strano, in quei giorni, il ragazzo.
Poteva sembrare che il capitano non notasse certi dettagli e piccolezze ma in realtà non era così, le captava a modo suo.
Ora un sorriso sincero aleggiava sulle labbra del moro.
- Zoro, cosa c’è?-
In risposta ebbe del silenzio. Eccoci….cosa dirgli ora?
Ma perché non lo capiva da solo? Forse perché non leggeva nel pensiero?
- spostati, sei pesante!-
- ah si? Come mai? Normalmente non lo dici….sono pesante solo ora?-
Candido e spontaneo in modo quasi fastidioso per l’altro.
Non poteva essere veramente così.
In certi momenti il più infantile sembrava Zoro. Infastidito dalla sacrosanta verità e non sapendo cosa dire lo spinse giù di peso e sedendosi, ma senza guardarlo, sbottò:
- vai a chiederlo a Sanji, cos’ho…scommetto che lui l’ha capito!-
Poi prese la spada e dandogli la schiena l’aprì lucidando la lama in modo minuzioso e curato.
Si era ostinatamente chiuso.
Quando faceva così proprio non lo capiva…che c’entrava Sanji in tutto quello?
- ok! Ma se scopro che mi tradisci con lui ti uccido!-
Dicendo ciò sull’arrabbiato andante uscì sbattendo la porta.
Il silenzio lo accolse e nuovi pensieri lo invasero.
Sempre più fastidio, ma solo per se stesso.
Aveva il potere di rovinare tutto con una mare di sciocchezze. Si detestava ma era più forte di lui non reagire in quel modo.
Perché entrambi erano così testardi?
Era solo questo.
Testardaggine.
Ottusità.
Bisogno. Di cosa?
Di qualcosa che solo Rufy poteva dargli.
Certezze, sicurezze in quanto lui era fatto solo di quelle, le dava ma anche le pretendeva.  E poi…si, insomma…voleva sapere.
Non era geloso di chiunque ma solo di particolarità che gareggiavano con l’esclusività del suo rapporto con lui.
Sapeva che in quel senso poteva stare tranquillo, ma a livello inconscio era impossibile trattenerlo. Era possessivo. Tutto parte di un caratteraccio terribile ed affascinante insieme.
Era di questa persona che Rufy si era innamorato. Solo di lui.
Riflessioni, ammissioni…razionalmente sapeva e non aveva mai avuto dubbi di nessun tipo sul fidanzato, ma impulsivamente, inconsciamente a volte si lasciava troppo andare.
Ognuno aveva i suoi difetti. Chi più chi meno.
L’importante era saper compensarli.
E poiché non era stupido avrebbe sistemato e controllato quel che ogni tanto gli sfuggiva.

 

FINE CAPITOLO 5


NOTE: Dunque ringrazio per i commenti ricevuti, cito i nomi che ricordo e che sono segnati nei vari siti, mi scuso per chi dimentico ma non è mia intenzione. Nenya Higurashi (anche io adoro la coppia ZoroXRufy…peccato non ci siano molte fic su questo pairing in rete…sig!), Kairi84 (si, Zoro geloso è fantastico….uhuhu!,. Radano, Noahijiachi, Autrice, Noa90, Parsifal, Mikako. La dedico ancora ad Asuka la lettrice ufficiale di questa fic(ai tempi che fu iniziata è stata la primai a sostenermi e complimentarsi in ogni cap!), la dedico anche a tutte le fan del pairing ZoroRufy…pregate con me affinché un domani tutte le fan di questa coppia scrivano almeno una fic su sti due…così ne avremo di più in rete! A presto e buona lettura. Baci Akane

 

 

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LASCIA CHE SIA

 

CAPITOLO 6:

FARE PACE

 

La porta si spalancò in un tonfo rumoroso mostrando un Rufy alquanto alterato dallespressione contratta dalla rabbia.

Il fumo gli usciva dalla testa, dalle narici e dalle orecchie!

Tutti quelli che fino ad un attimo fa erano rimasti davanti a quella porta per origliare, saltarono allindietro spaventati provando a fare finta di nulla. Invano. Il ragazzo dal cappello di paglia sbuffò come una teiera richiudendosi la porta dietro di se.

Infine si diresse a passo di carica verso la cucina senza guardare nessuno, richiudendosi dentro con un altro rumore sordo.

Gli venne puntato addosso uno sguardo  freddo e indifferente. Gli occhi azzurri di Sanji, per metà coperti dalla barriera di biondi capelli lisci e ordinati, tornarono subito sul cibo quasi pronto.

- già fatto?-

senza tradire curiosità morbosa come gli altri.

Rufy dal canto suo gli si parò accanto stringendo i pugni in un espressione arrabbiata e al contempo in un certo senso infantile…

- dimmi…cosa hai fatto con Zoro?-

glielo chiese mentre stava assaggiando l’ultimo piatto…sputò tutto in faccia al capitano che impavido rimase immobile ad attendere la risposta.

Lo fissò dopo aver tossito. L’impassibilità dal biondo venne meno all’udire una tale domanda.

Ma era convinto?

Fece attenzione…eh si…altrimenti si sarebbe già divorato tutto.

Ma possibile che non ci fosse arrivato?

- e quando? -

effettivamente o si allenava, o mangiava o stava con Rufy…c’era ben poco da fantasticare su lui e qualcun altro…

specie se quel qualcun altro era Sanji il ‘donne-dipendente’.

- e che ne so…rispondi! Zoro ha detto che tu lo sapevi!-

- e cosa sono, un indovino?-

si stizzì della faccenda…lo mettevano in mezzo anche quando non c’entrava!

Rufy lo prese così per il colletto della camicia attirandolo minaccioso a se…aveva disinserito il cervello, ma quando era in quelle condizioni non era pericoloso…bastava dargli un colpo in testa per farlo rinsavire!

- RISPONDI!-

Sanji gli tolse seccato le mani dai suoi vestiti lisciandoseli. Poi con uno sguardo ancor più freddo, ma non ai massimi livelli, disse lapidario e piatto:

- non siate ridicoli! Io non c’entro nulla con le vostre gelosie!-

poi si voltò di fianco e si accese una sigaretta borbottando:

- che idioti…sono gelosi a vicenda e nemmeno se lo dicono!-

dal di fuori poteva sembrare comica poiché entrambi pensavano che l’altro si prendesse troppe confidenze con il biondo, il quale però non c’entrava proprio nulla…e cocciuti entrambi non potevano nemmeno dirsi le cose chiaramente.

Sanji che li conosceva, perdeva facilmente la pazienza!

- eh?-

ovviamente necessitava di spiegazioni più chiare e semplici.

Sanji cercò un po’ di calma che con certe persone svaniva subito. Si sedette in una delle sedie della  cucina e senza guardare il moro spiegò con parole semplici:

- Rufy…hai idea di cosa sia la gelosia?-

- eh, non sono mica scemo…-

un dubbio si insinuò nella testa dell’altro e decise di aver sentito un no per evitare altri equivoci.

- quando vuoi la tua dolce metà tutta per te, non vuoi che guardi, tocchi, si concentri su nessuno. -

- oh…-

come volevasi dimostrare…

- te la metto su un piano semplice. In realtà è una brutta rogna…ma sono solo equivoci…si può evitare…-

Rufy ora pendeva dalle labbra del biondo tanto che non si perdeva nemmeno un suo respiro.

- e come?-

sembrava aver almeno capito che era il loro caso.

- parlando di più con l’altro e rassicurandolo con parole e gesti…-

si, a dirla così sembrava semplice. Si illuminò un attimo il ragazzo ma poi sembrò pensarci(straordinariamente) meglio.

Parlare con Zoro era un impresa…certo loro si capivano al volo…ma allora perché si metteva a pensare certe cose?

- si ma lui se pensa  quelle cose non ha fiducia in me…e poi non è facile con lui…-

un misto di correnti di pensieri diversi unite in una frase. Era confuso e confusionario…stargli dietro era difficile ma possibile conoscendolo bene.

- sei tu che ti sei messo con lui, sai?-

alzò le mani in segno di resa…da lì in poi doveva andare avanti da solo!

- e no…poi scusa di chi dovrebbe essere geloso?-

con un treno un po’ ritardatario ma ci era arrivato…e meno male…

Sanji lo fissò senza capire se era serio o meno.

- ma Rufy…se ti ha mandato da me un motivo c’è…-

- quale, dimmelo!-

gli cadde la cicca mezza consumata dalle labbra…era stressante…non poteva veramente essere così!

Sospirò alzandosi, non ne poteva più, era stancante! Gli aveva fatto venire mal di testa. Battè la mano sul tavolo e autoritario nonché arci stufo sbottò poco gentile:

- è geloso di te e di me!-

la bocca gli cadde a terra facendo sbattere il mento al legno del pavimento. Occhi sgranati in maniera esagerata e incredulità sulle parole ascoltate.

- ma non è vero! Non è possibile. Non…cioè….di cosa?????-

- eh, se è scemo non è colpa mia! Vai a chiederlo a lui!-

tagliò corto Sanji sperando che così lo lasciassero fuori da quei litigi e la pace tornasse.

- si, vado a chiederglielo e lo picchio anche….come può pensare questo? Dove sta la fiducia? Io ce l’ho in lui!-

si stava arrabbiando sul serio ma come al solito era precipitoso.

- non si tratta di questo. La gelosia non è venir meno a fiducia…è solo un mancato ragionamento. Se lo fai pensare ci arriva, non è del tutto scemo come…ehm….-

si fermò, non voleva andare per le lunghe. E se i due litigavano arrabbiandosi seriamente la nave affondava. Voleva evitare un naufragio anche perché nessuno dei due avrebbe vinto mai!

- dici di no? A me sembra proprio quello il punto. Io non sono geloso!-

- Rufy….parla con lui con calma se ci riuscite. Non è quello che pensi. È una brutta rogna ma non una sciagura! Lui in fondo credo sia una brava persona…in fondo…-

il moro si illuminò all’udire quelle parole. Sanji sapeva come prenderlo per farlo tornare come al solito.

- si?-

indifferente col ciuffo biondo di sempre sull’occhio rispose:

- si…ma non quanto il sottoscritto, ovvio!-

Rufy si distese in un sorriso battendogli la schiena. Scherzavano sempre così!

Tuttavia ora aveva la mente da quella testa dura del fidanzato.

Doveva ricordarsi quelle parole. Non mancava la fiducia…era solo stupido, ma una brava persona in fondo!

Ora glielo avrebbe detto e tutto sarebbe tornato come sempre. Lui non poteva fare a meno di quei momenti intimi, del pensiero che avrebbe avuto Zoro sempre accanto a se in ‘quel’ modo…con l’anima, col cuore, col copro. Non poteva pensare di non avere la sua stessa lunghezza d’onda…non poteva fare a meno di lui in ogni gesto, cosa, particolare.

- vado!-

serio e determinato, dopo aver seguito un filo conduttore nella sua mente, uscì risoluto e deciso tornando in coperta nelle stanze.

 

La porta si aprì richiudendosi per l’ennesima volta lasciando ancora fuori il resto della ciurma super curiosa di sapere i dettagli.

L’unica che non era fra loro era Nico Robin che al solito posto, sul retro della nave del ponte più alto, guardava il mare assorta e impenetrabile.

Lo spadaccino con un espressione tetra e cupa più del solito continuava da una mezzora abbondante a lucidare le sue spade. Luccicavano a meraviglia e scivoloso ora le stava affilando. Era riuscito a scrostare tutto lo sporco e il sangue che vi era rimasto negli angolini sotto l’elsa.

Perfettamente assorto, o più che altro testardamente, non si voltò per guardare il nuovo e solito entrato.

Rufy non si perse d’animo a passo di carica si fiondò sul letto e si sedette in modo da vederlo in faccia, di fronte.

Lo fissò concentrato e serio poi disse seguendo i suoi pensieri contorti:

- sei una brava persona ma sei stupido!-

ecco il riassunto della chiacchierata con il cuoco!

Schietta e diretta nonché profondamente onesta!

Zoro fermò la mano sulla lama mentre l’affilava scrupoloso. Cosa diavolo diceva?

Alzò un sopracciglio sforzandosi di non guardarlo e rimanere indifferente. Non avrebbe mai ammesso la sua gelosia…tanto meno a se stesso. Lui aveva comunque ragione e il suo orgoglio smisurato gli impediva di farsi un esame di coscienza…che a livello inconscio, sotto sotto, molto, gli faceva sapere quanto sbagliato e idiota fosse risentirsi del tempo che Rufy passava in privato con gli altri. Non era geloso di tutti. Ad esempio poteva anche dormire con Usop, non lo toccava minimamente. Ma ad esempio sia verso Sanji che verso Nami sentiva sempre la molla…e si spiegava i malumori e le rispostacce acide e taglienti che riservava in alcuni momenti ai due. Ma tutti conoscevano il caratteraccio di Zoro e ormai dopo uno scambio verbale di insulti, lo lasciavano stare!

Era chiara come la luce del sole la gelosia che lo spadaccino provava. A tutti fuorché ai due interessati.

Come al solito.

Rufy stufo di essere apparentemente ignorato gli prese il viso e glielo voltò a forza verso di se.

- guardami, dannazione!-

dopo aver ottenuto, anche se non spontaneo, lo sguardo dell’interessato, proseguì il rimprovero.

- sono arrabbiato con te ma cercherò di non picchiarti….tu però non devi fare ancora lo stupido! Ti rendi conto che lo sei, vero?-

era un discorso tipico del capitano. La solita valanga di parole. Convinto, oltretutto. Ma effettivamente questa volta aveva ragione.

Zoro lo fissava malamente per partito preso. In verità sentiva che aveva ragione l’altro e si imbarazzava solo al pensiero delle ammissioni che la sua coscienza e la sua mente gli stavano facendo fare. Non sopportava fare certe figure. Lui geloso….ci si sentiva in pieno, stupido.

Una volta ammesso era tutto più facile…o difficile…perché sapeva che non aveva avuto senso il suo umore e il suo comportamento…e si vergognava di ammetterlo.

Proprio un testone.

- Zoro, dimmi qualcosa, uffa!-

alzò la voce esasperato.

- e metti giù queste spade, mica mi fai paura!-

gliele prese posandogliele, senza sbatterle visto che sapeva quanto ci tenesse, a terra, accanto al letto. L’altro lo lasciò fare, stava pensando ad una possibile risposta che gli permettesse di non perdere la faccia.

- è impossibile farti paura e fermarti, non ci proverei mai!-

ecco, non ci aveva pensato molto, ma come inizio poteva andare. E che cosa dovevano dirsi di preciso? In certi momenti era lui il più imbranato dei due!

- cosa dovrei dirti, Rufy?-

- che sei effettivamente stupido ma ti impegnerai a dirmelo prima di farlo così mi regolo!-

spontaneamente fece quell’uscita che normalmente avrebbe fatto sbellicare dalle risate Zoro. Ora no. Ora aveva un suo senso, per quanto divertente potesse essere lo stesso. Per loro era giusto.

- non lo faccio a posta!-

il moro si portò una mano al lato del viso prendendosi un po’ di capelli spettinati fra le dita e spettinandoli un po’. I neuroni cominciavano a fumare…aveva pensato troppo…e non aveva ancora finito!

- lo so, Sanji me l’ha spiegato bene quel che hai…non si tratta di fiducia…vero?-

non sapeva bene nemmeno lui cosa dire e come.

- io ho fiducia in te. Credo in te. Non hai bisogno di dubitarlo.-

- io non dubito ma tu ogni tanto metti a dura prova questo!-

Rufy si distese per facilitare le corse dei neurotrasmettitori da una sinapsi all’altra. Non erano per lui quelle cose…parlare, ragionare…che difficoltà.

- a me gli altri non mi interessano nel modo in cui tu mi interessi…-

stettero in silenzio a lungo. Aveva parlato ancora lui. Però non sapeva cosa altro dire. Non era più arrabbiato. Zoro aveva capito ed era semplicemente testardo ed orgoglioso di carattere, questo gli impediva di comportarsi normalmente. Ma se lo fosse stato avrebbe sicuramente perso tutto il suo fascino.Si era innamorato di lui. Di quel ragazzo. Perché  era così pieno di difetti da essere intrattabile, ma anche forte con una forza d’animo che sfiorava l’impossibile. Perché aveva le sue fissazioni e la sua rigidità in certe cose. Perché si fidava ciecamente di lui e non l’avrebbe mai contraddetto.

Perché poteva contare in ogni momento su di lui.

Perché sapeva che se gli avrebbe chiesto di dargli la vita buttandosi in un mare in tempesta da solo, lui l’avrebbe fatto perché glielo chiedeva il suo capitano, perché glielo chiedeva lui.

Perché come lui non c’era nessuno. Erano molti ad essere pazzi lì dentro. Ma nessuno capace di amarlo a quel modo, assoluto e totale, dandogli tutto, rimanendo al suo fianco qualunque cosa accadesse e dicesse.

Sapeva che non si sarebbe mai arreso per lui, non avrebbe mai mollato finchè lui sarebbe stato in piedi. E anche oltre.

Rufy si alzò con queste consapevolezze inconsce nell’animo. Seduto si tese verso il compagno cingendogli con la mano il collo, posò le labbra  sulle sue.

Lieve, leggero. Accennato.

In quel tocco poi sussurrò:

- non importa. Ti amo perché sei così.-

e a costo di affrontare lo stesso discorso miliardi di volte, perdere la pazienza e finire alle mani in litigate furiose…sarebbe sempre finita così. In un ‘non importa’ sussurrato, un bacio approfondito dato col cuore, un ‘ti amo’ successivo, un ‘va bene così, te lo spiegherò un'altra volta. Basta che non cambi…’ e la dimostrazione più pura dei sentimenti.

All’udire quelle due parole, Zoro aprì gli occhi guardandolo in volto. Aveva lo sguardo rilassato e le palpebre abbassate, la cicatrice sotto l’occhio morbida come la sua pelle liscia e calda, i capelli che gli coprivano la fronte spettinati.

Aveva dei lineamenti delicati e affascinanti, puliti in un certo senso. Ma non gli piaceva solo per questo. Era tutto in lui, ogni singolo particolare e dettaglio, che amava.

Gli fecero effetto quelle parole, sentirsele dire così sinceramente. Quando faceva così era disarmante e tutto sembrava insignificante. Perché fissarsi su certe sciocchezze? Quali? C’erano cose più importanti? come non lasciar fuggire quel momento, lasciarlo andare liscio e lento, intenso e violento, libero?

Trattenne il respiro ma se ne accorse dopo averlo trattenuto. Non voleva rovinare con nessun rumore il momento che si era creato.

Annullò la poca distanza che rimaneva e si disse quanto era stupido certe volte. Non era la fiducia a mancargli, tanto meno la sicurezza dei sentimenti e del rapporto, non era nulla. Solo un po’ di quel che si diceva sale in zucca. Bastava ci pensasse solo un attimo in più. O che non pensasse affatto.

Lasciò le loro labbra unirsi, aprirsi e le loro lingue esplorarsi a vicenda in tocchi sicuri e profondi.

Mancava.

Anche se se ne erano scambiato uno la mattina. E la notte. E la sera. E il giorno prima e quello prima ancora.

Mancava sempre.

Zoro immerse le sue dita dalla pelle ruvida e rovinata per le molteplici ferite, fra i capelli morbidi ed ingarbugliati dell’altro. Attirandolo più a se. Si avvicinò col corpo anche lui in modo da attaccarsi in un bacio non solo delle bocche ma anche fisico.

Rufy allacciò le gambe attorno alla vita robusta del compagno incrociando le braccia dietro al collo.

Il bacio passionale sfociò in un esplorazione totale approfondita. Rufy scese sulla clavicola dell’altro seguendo con la lingua i muscoli tesi, amava disegnare sulle linee naturali di quel corpo atletico e forte, non se lo spiegava ma gli dava una sensazione liberatoria e di grandezza. Come pensare ‘lui è mio ed è fatto così bene!’

Per accertarsi che quel fisico forte e sicuro che dava invidia a chi lo guardava, fosse sempre lì per lui.

Febbrile gli alzò la maglietta aderente andando ai capezzoli. Glieli tormentò. Ora non servivano più le direttive di Zoro su come si faceva a dare piacere all’altro.

Andava per intuito…a seconda di quel che piaceva a lui.

Contraendo la mascella cercò di controllarsi, poi decise di fare la sua parte togliendo i vestiti all’altro. Lo stese poco gentilmente coprendo il corpo nudo che non aveva nulla da invidiare agli altri. Certo la magrezza non dipendeva dal fatto che mangiasse poco, visto che mangiava con un maiale(ma non fate caso agli scleri!).

Si trovarono ad unire le loro labbra strofinando i bacini privi di vestiti, l’uno contro l’altro. In languidi movimenti sempre più frenetici, toccarsi sempre di più per sentire veramente l’altro.

 Quando poi non bastava più e averne bisogno di più.

Volerne di più e ancora.

Come una musica sensuale che partiva piano sottovoce e poi andava in crescendo diventando maestosa e apocalittica insieme. Una marcia trionfale che produceva un suono immenso che sapeva di eterno. E lo faceva unendo solo due strumenti che a contatto facevano scintille elettriche.

Contatti intimi e volerne di più.

Ansiti riempivano la stanza, non molto rumorosi. Respiri profondi come in contrasto coi tocchi leggeri per dar più piacere possibile.

E un violino che iniziava la sua sonata nelle loro teste.

Due violini in coro, un terzo che si scostava dalle note degli altri in un suono da solista che si contraeva sovrapponendosi agli altri. Incroci di più parti e sonetti.

Una voce lugubre di sottofondo che mormorava parole arcane incomprensibili, rimbombavano senza far capire che fossero. Brividi su brividi udendo solo questi due. Voce e strumento. Non canto. Non si capiva. Si udiva e spaventava ma rendeva la bellezza più maestosa e grande.

Questo si interruppe con l’unione totale dei corpi degli artefici che creavano la grandezza da brivido.

Zoro entrò in lui accontentando l’eccitazione di entrambi. Sfogando le voglie. Facendo ripartire la musica che non cessava e riprendendo da un violino. Acuto. Due violini in sintonia. Tre violini, uno dei tre che si scostava solista lungo e affusolato. Poi la voce ritornava come un mostro sacro che diceva formule proibite per arrivare al segreto di un apice raggiunto con la sintonia di tutto. E il buio e il silenzio intorno si trasformava in una cascata di rosso, arancio e giallo mentre macchie grandi e piccole sporcavano lo sfondo con cerchi che convergevano ingrandendosi con l’andare della melodia.

I corpi si muovevano l’uno dentro l’altro.

Dentro.

Insieme.

Senza dolore, solo piacere. Per sentirsi di più.

Sollievo iniziale e poi tornò a non bastare più.

Sentimenti fluivano con colori e strumenti che inscenavano uno scenario innominabile.

Dentro.

Movimenti lenti e delicati e via via sempre più forti, ritmici, uniti.

Infine un unico coro di elementi che portavano la fine. Una grande fine. L’inizio si fuse e tutte le forme si unirono, i colori, i suoni, le esplosioni, lo scemare e la voglia che riprendeva. Il movimento che ripartiva. Gli strumenti che risuonavano e la voce che li indicava.

E ancora tornarono a darsi piacere.

Dentro.

Fecero l’amore come molte altre volte l’avevano fatto, con la differenza che lì i sentimenti, ogni volta che lo facevano ancora, erano sempre più forti, potenti e devastanti. Ed ogni volta era più distruttivo e intenso.

Il respiro che non tornava, i battiti che uscivano dal petto, la fatica, il sudore che colava, le lingue danzanti in sincronia coi corpi che non cessavano di aver vita, palpitare e andare.

Per completare un opera già perfetta che arrivava a picchi assurdi.

- ti amo, Zoro…-

perché lui doveva dirlo. Lo sentiva troppo immenso in se. Lo sentiva. Lui non poteva farne a meno. Era così. Liberandosi, lasciandosi andare. Lasciando che tutto uscisse a andasse per la sua strada. Una strada che coincideva con quella del compagno.

Un grazie. Un ricambio. Nel posare le labbra sugli occhi di colui che aveva pronunciato quelle parole magiche.

Una stretta possessiva e forte.

Stare bene dopo aver avuto un incomprensione per una pace fatta in quel modo e dei sentimenti liberati ancora una volta così.

Giusto e perfetto.

Impossibile da scrivere.

Per questo ora mettere la parola fine è giusto come il resto.

Perché più in là di così ci si ripeterebbe e basta.

Perché oltre non si può andare.

Perché non si può descrivere qualcosa di indescrivibile.

Ed è così che li si lascia.

Abbracciati, amarsi, sentirsi, aversi.

Dentro.

 

FINE CAPITOLO 6