Parte: 3/??
Rating: Uhmmmmm pressoché nulla!
Disclaimer: I personaggi la storia è stata ideata e scritta da AMY E KEI in collaborazione.Per questo i complimenti o gli insulti prego rivolgerli a ambedue :P




Keenly

capitolo III

di Amy e Kei


Aleck :
Mattina...sole...si alzò con fatica. Era già mattina?!
Accidenti!
Si alzò di corsa salvo poi ricordarsi a metà strada che oggi Teo gli aveva dato giorno libero.
Teo...già, lui doveva essere a lavoro. Si stiracchiò decidendo che se la sarebbe potuta prendere con calma.
Teo gli aveva lasciato al colazione sul tavolo, già pronta.
"L'ultima colazione..." sorrise annusando l'aria che sapeva di brioches calda.
Accese la tv e iniziò a mangiare con tranquillità.
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Sarebbe stato alzato? O magari dormiva ancora? guardò di nuovo l'orologio e si accorse che non glie ne importava nulla..
Non era abituato ad essere evitato, e soprattutto detestava non avere notizie della persona a cui voleva bene, che oltretutto aveva staccato il cellulare e non si faceva più vivo.
I pensieri negativi lo assalivano a ondate.
E se non gli fosse più importato nulla di lui?
Se non avesse voluto lasciare Teo?
Se Teo gli avesse fatto del male( pensiero questo a dir poco improbabile vista la stazza e il fisico di Aleck) ?
E se si fosse sentito male?
E se?
"AAAAH basta!" disse, bussando con furia alla porta. "Aleck, so che sei lì! Mi vuoi aprire?!" le nocche iniziavano a fargli male, ma nonostante il bussare incessante la porta rimaneva chiusa.
Eppure il rumore inconfondibile della televisione all'interno faceva capire che l'appartamento non era vuoto.
"Insomma! Vuoi aprirmi?!???!!!!!"
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Aleck andò ad aprire la porta con uno sbadiglio.
"Che c'èèèèè?" aprì la porta di scatto e per poco l'ennesimo pugno per bussare alla porta non gli si infrangeva in pieno petto.
"Mbeh?"chiese infilandosi la brioches in bocca e spostandosi quel tanto che bastava per fare entrare quello sconvolto di Mark nell'appartamento.
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"Come, che c'è?" disse, squadrandolo da capo a piedi nella sua poco coprente tenuta notturna, e trattenendo a stento un brivido di desiderio.
Gli era mancato molto anche in quel senso...
"Che c'é, piccolo disgraziato "disse, picchiandogli l'indice sulla fronte con sguardo severo "Che è da un'eternità che non ti fai sentire! Ero preoccupato da matti!!"
Stava quasi urlando ma la paranoi che l'aveva assillato in quei giorni di lontananza era troppa da contenere.
"Si può avere una spiegazione?"
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La testa gli scoppiava e di sicuro le urla di Markie non lo aiutavano a far scemare quel brusio sordo nelle orecchie.
"Shhhhhhhhh non urlareeeeeee!!!!!!!" lo implorò sedendosi al tavolo.
"E' che ieri sera l'ho detto a Teo... ti avrei chiamato oggi se tu mi avessi dato il tempo!" lo freddò con una occhiata fatta di mille lame.
"Tu piuttosto oltre avere chiamato i cani san bernardo hai novità?la zietta?" rabbrividì al ricordo della vecchina malefica.
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Mark scrollò le spalle. Voleva dare la colpa a lui, ora...
"La zia sta bene... io stavo un pò peggio...credi che mi sia piaciuto rimanere in attesa per tutto questo tempo?
Sapere che la nostra storia che era già appesa ad un filo avrebbe potuto finire definitivamente? "disse, con voce calma ma profondamente triste.
"Scusa, non volevo aggredirti in quel modo...è che quando si tratta di te, io ecco... non ci vedo più!" disse, con un certo imbarazzo, guardando il pavimento. Si sentiva terribilmente stupido..
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Aleck sorrise scoccandogli un bacio sulla guancia "sei dolcissimo, zuccherino"  Era così carino, con un leggero rossore che si effondeva sulle guancie.
"Comunque ora possiamo rendere ufficiale la nostra storia" disse tra un sorso di caffè e l'altro.
La camera era illuminata dal sole che filtrava attraverso le tendine effondendo una calda luce color pesca.
E in quell'atmosfera quelle parole vennero così naturali che persino lo stesso Aleck non parve vero.
Pensava sarebbe stato più difficile ammettere anche a se stesso di aver dato un colpo di spugna alla sua vita.
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Alzò la testa di scatto a quelle parole, spalancando gli occhi e la bocca come un pesce lesso.
"Davvero?!" domandò come un bambino a cui regalano una torta enorme e non ci vuole credere.
Lo abbracciò con tutte le sue forze, nascondendo il viso nella sua spalla, prima ancora di rendersi conto di quel che faceva.
Poi si staccò lentamente e assunse un fare distaccato. 
"oh, beh, lo sapevo..." disse, giocherellando con la cinghiette dell'orologio. 
"Sei proprio sicuro della tua scelta? Cioè... Teo è dieci volte meglio di me...è più maturo, più responsabile, più divertente...." si fermò per un attimo cercano di trovare le parole adatte. "Non vorrei averti costretto a fare qualcosa che non volevi..."
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Aleck alzò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere. Vedere così quel pulcino troppo giovane per quell'ambiente gli provocava attacchi di ilarità e tenereazza ad ondate.
"Certo che no!Se l'ho fatto è perché volevo!" disse dandogli una pacca sulla schiena che per poco non gli fece sputare ambedue i polmoni.
A volte non riusciva  acalcolare la propria forza e rischiava di fare del male al suo amichetto di turno.Doveva starci attento se non voleva la pelle di qualcuno sulla coscienza!
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"Ouch! Meno male...." l'ilarità di Aleck era sempre contagiosa e riusciva a rilassarlo in qualsiasi frangente. Afferrò una brioche dal tavolo e la divorò senza complimenti. "Sai, per l'ansia non ho neppure mangiato..." 
Si sporse verso Aleck e gli levò con la punta dell'indice una briciola che gli era rimasta sulla guancia.
Il dito scivolò fin sotto il mento, in cui si fermò, attirando il viso di Aleck, lentamente ma inesorabilmente verso Mark.
Chiuse gli occhi aspirando il profumo di caffè che veniva dalla cucina misto a quello inebriante della pelle di Aleck mentre posava castamente le labbra sulle sue, e rapidamente si allontanava, guardandolo, anzi, venerandolo con gli occhi.
"Grazie..."
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Era magnetico nonché patetico. Ogni volta ch lo vedeva gli veniva voglia di attaccarsi alla superficie più vicina e fare l'amore fino a svenire. Era passione totale, anche un po' impacciata volendo. Di sicuro diverso dalla raffinata sessualità di Teo che era un amante esperto ma poco bruciante.
Certo quelle con Teo a livello di piacere "tecnico" erano le migliori scopate della sua vita ma Mark aveva tutta la passione e
l'impazienza tipica dei giovani della sua età. 
Gli prese la mano e gliela baciò.
POi quasi dolorosamente gliela abbandonò sul tavolo voltando lo sguardo "Scusa ma ogni volta che ti vedo,..mi infiammo..." alle sue spalle ancora l'odore di Teo e di quella che era stata la loro ultima notte "Dovrò trovarmi una casa" ridacchiò.
Avrebbe dovuto abbandonare quel posto che per lui significava moltissime cose...
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I suoi nervi saltarono un attimo: Aleck avrebbe cercato un'altra casa.... ma certo, non poteva mica stare nella casa del suo ex mentre stava con un altro... si sentì un po' in colpa, avrebbe voluto fare qualcosa, ma non poteva certo invitarlo a casa sua... avrebbe voluto vivere da solo, in questo modo avrebbe potuto stare da lui per un po'...
"Ehi, Aleck...perché non la prendiamo insieme? Una casa, dico." chiese, arrivandogli alle spalle e circondandogli la vita con le braccia, poggiandogli la fronte sulla schiena larga e accogliente.
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"Uhmm perchè no?" la lingua era stata più veloce dei pensieri e ancora prima di capire la domanda aveva già fornito la risposta.
"Intanto posso chiedere a Luigi di ospitarmi per un paio di giorni tanto lui vive da solo" e poi era curioso di sapere qualcosa di più di quel giapponesino.
Era curioso come una scimmia quando si trattava degli amanti segreti, ma che ci poteva fare?! E poi Luigi non aveva mai nascosto nulla,anzi forse ostentava troppo ogni suo sentimento e proprietà.Si si era un'ottima idea!
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Mark abbraciò più forte il suo compagno. Non si aspettava che accettasse così di botto!
Gli passò una mano tra le scapole, scendendo giù per la schiena, fermandosi nella tasca posteriore del suo pigiama.
"Andremo a vivere insieme....già non vedo l'ora...edere i tuoi panni sporchi in giro per la casa, lavare anche i tuoi piatti, fare la spesa per due..."
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"Ma così sembrerai mia madre non il mio amante!!!!!!" sospirò esasperato Aleck alzando gli occhi al cielo e quasi casualmente poggiandosi al corpo di Mark.
Era così piccolo se paragonato a lui.
"MArkieeeeee...leva quella mano di li non posso scopare nel letto del mio ex!" *anche se avresti lasciato un lavorino a metà....* ma non espresse mai quel pensiero.
"Dai va vestiamoci e andiamo da Luigi oggi è il suo giorno di riposo se non sbaglio..."

***fine parte******







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