Rieccomi qui! Questa è un'altra storia scritta nei primi tempi in cui ho iniziato ad amare questo genere fantastico. Spero sia di vostro gradimento.
 


 


 

 

Il suo raro sorriso

 

di Vikysweetgirl


La hall dell’albergo è moderatamente affollata. I divani di velluto rosso e i candelabri antichi rendono l’atmosfera comoda e rilassante. E qui i suoi passi decisi si muovono verso l’uscita. Il completo elegante nero che cade perfetto sul suo fisico che lo è altrettanto, la camicia bianca, le scarpe di lusso, contribuiscono ad esaltare la naturale eleganza di quest’uomo. Alto sul metro e 90, con le spalle larghe, i capelli corvini, gli occhi freddi e grigi e il suo innato fascino sono solo poche delle sue qualità fisiche. Esce dal brusio della hall. Si ferma per un momento ad inspirare l’aria della gelida notte e poi ritorna sui suoi passi, entrando in una z4 nera nuova fiammante e accendendo i fari, esce dai confini dell’albergo e si immerge nella notte…



Fa freddo. Il venticello che si respira su quella strada è instancabile, incessante e fastidioso, quasi doloroso per lui che sta su quel marciapiede da ore, aspettando che la notte fosse inoltrata a sufficienza da far uscire “gli uomini dai segreti inconfessabili”. Si riscalda di tanto in tanto le mani con l’alito piacevolmente caldo, che risolve ben poco. Indossa solamente un paio di jeans e una felpa azzurra. I folti capelli castani sono scompigliati dal vento e i profondi occhi azzurri socchiusi dal disagio fisico di quel luogo inospitale; l’espressione corrucciata. Il suo fisico magro ma asciutto, sembra comunque resistere al gelo di novembre e con l’intento di non raggelarsi le gambe, cammina lentamente avanti e indietro davanti la strada. Ci sono altri ragazzi su quella strada, tutti che aspettano qualcosa. Ma lui rimane isolato dagli altri e anch’esso attende. È la prima volta che viene qui. È agitato. Vorrebbe tornare a casa, entrare nella sua stanza, infilarsi nel suo letto…ma non lo farà. Non può. Se la caverà da solo da ora in poi. Ha il suo corpo e la sua testa, non gli serve altro se non un po’ di soldi. Ma sa come guadagnarseli.



La macchina passa per le strade della città, che al buio sembra cambiare faccia in alcuni tratti. Ha proprio adesso superato tre o quattro donne sulla trentina che mostravano senza ritegno le loro prosperità agli automobilisti insoddisfatti della loro vita, o ai mariti che si fermano a farle salire sulle loro auto, annoiati dalla propria moglie che inizia a mostrare le prime rughe e che bada ai bambini a casa. Lui intanto continua la sua coscienziosa corsa al volante sulla strada, ricordando l’ultima volta che ha parlato con la sua ex fidanzata. L’ha lasciato proprio ieri, ad un mese prima del matrimonio combinato dai parenti che non aspettano altro che ammogliare il loro rampollo con una ricca ereditaria. La giovane dai lunghi capelli non lo amava di certo e lui non aveva bisogno nemmeno di fingere di amarla. Era bella, certo, e il suo corpicino sinuoso lo attraeva ma era solo la sposa scelta per lui da altri. Faceva sesso con lei e si era quasi deciso ad accettare il suo destino, quando lei lo ha lasciato con la più patetica delle scuse: -non soddisfi più le mie esigenze…in ogni senso-. Ripensandoci non sa se ridere o essere arrabbiato. Lui non ha certamente bisogno di pregare una donna per stare con lui. Lui aveva accettato le decisioni altrui e lei lo ha umiliato lasciandolo. Ma scherziamo? La strada poco prima deserta, lascia ora sul palcoscenico della notte quegli stessi ragazzi che da tanto sono li ad aspettare. Qualcuno ha trovato compagnia e si è garantito la sopravvivenza per un altro po’ di tempo. La z4 passa davanti quel gruppo di persone che senza pudore esprimono ciò che cercano questa sera e per altre sere ancora, la stessa cosa… Rallenta un po’ e guarda le persone che aspettano solo un invito da qualcuno. La maggior parte sono ragazzi, alcuni abbastanza carini. Carini e non impegnativi, facili e veloci. Poi vede lui. Quel ragazzino con la felpa e gli occhi azzurri. È distante dagli altri, è da solo. L’uomo con la sua bella macchina è fermo. Ormai il suo umore non migliorerà. Ripensare agli ultimi avvenimenti della sua vita l’hanno fatto innervosire. Senza ripensarci accosta al marciapiede, accanto al ragazzo.



Il giovane, con nuvole di vapore che fuoriescono dalla sua bocca, lo guarda da una certa distanza. Chi è alla guida di quell’automobile si affaccia dall’auto:

_Vieni qui.

Sembra che voglia proprio lui. A giudicare dalla macchina è anche ricco. Bene, stasera ha trovato il suo primo lavoro. Un lavoro e un posto al caldo, almeno per un po’. Però esita per un attimo e poi si avvicina alla macchina e vede l’uomo da sopra il finestrino scuro. I due si guardano. Incrociano i loro sguardi. Rimangono in silenzio per un istante, poi il silenzio viene interrotto dal più grande:

_Sali.

Il brunetto ha troppo freddo anche per pensare, così apre la portiera della costosa auto e sale richiudendosela alle spalle con un lieve boato. L’atmosfera calda dell’automobile scura lo avvolge piacevolmente e sembra una benedizione.



Nella macchina i due rimangono in silenzio per un po’. L’uomo nota che il ragazzo è tutto infreddolito. La z4 riparte sfrecciando nel buio interrotto dalle varie luci, contro il vento freddo:

_Come ti chiami?

_J-Jadi.

Jadi non chiede il suo nome. Cosa gliene importa in fondo? Domani non se lo ricorderà nemmeno. Non lo rivedrà più. Intanto però lo guarda di nascosto, con la coda dell’occhio.

Per essere bello è bello. Ha un’aria distinta. Almeno non è un vecchio. Un lato positivo. Quando l’uomo alla guida si accorge degli occhi curiosi del ragazzino su di lui, sposta gli occhi per guardarlo. Jadi abbassa subito gli occhi, istintivamente e arrossisce. Gli batte forte il cuore.

I secondi scorrono:
_ “cosa aspetta? Perché non mi chiede niente?”

Il giovane alza leggermente una mano come per toccarlo, ma la ritira subito. Non ci riesce a prendere l’iniziativa, si vergogna troppo.

Viaggiano tutto il tempo senza parlare, in un atmosfera di lieve imbarazzo, com’è consono tra sconosciuti costretti a dividere un piccolo spazio vitale. Arrivano all’hotel. Jadi guarda l’immenso edificio con sorpresa. Non ha mai visto un albergo così lussuoso a parte nei film.

_Andiamo.

Il moro lo incita ad entrare nell’albergo. Non gliene importa nulla di essere visto dagli altri che porta uno come lui nella sua camera. Pensa che è un tipo che non bada poi così tanto alle apparenze. Salgono con l’ascensore fino all’ultimo piano ed entrano nella suite reale, la 118. è semplicemente meravigliosa! Tutto sa di lusso e comfort. Ci sono tante stanze e altrettanti tappeti. Si respira profumo di pulito. Il moro va a posare le chiavi su di un mobiletto e Jadi è estasiato da quella visione, ma troppo teso per apprezzarlo a pieno. L’aria è calda e finalmente i muscoli del suo corpo tornano a rilassarsi istintivamente da quando è sceso dalla macchina. Guarda i vari ornamenti della stanza si mette a toccare la cornice di uno specchio.



Il moro lo guarda attentamente. il giovane davanti a lui ha l’aria di essere un ragazzino. Il collo è sottile e le spalle sotto la stoffa azzurra sembrano essere molto delicate, nonostante i piccoli muscoli del suo corpo. I capelli gli cadono deliziosi sulla fronte. È davvero molto carino. Però non sembra molto sveglio.

_Quanto prendi?_ chiede improvvisamente il moro.

_I-io? N-non…non lo so, in verità…non stabilisco…mai un…p-prezzo…prima…d…

_Che fai balbetti?

_Mi-mi scusi signore.

Il più grande gli si avvicina e lo sovrasta con la sua altezza. Jadi lo guarda spaventato, il suo cuore batte talmente forte che può sentirlo premere contro il proprio petto, sembra impazzito. Ha paura in verità. Tiene un pugno sullo stomaco tentando di non farlo tremare, ma gli occhi non mentono mai:

_é la prima volta che lo fai Jadi?

Il bruno abbassa la testa in una chiara ammissione.

_Si vede.

Jadi rimane in silenzio, con la testa bassa, con le guance in fiamme e l’umiliazione che pesa.

_Vieni.

L’uomo va a sedersi sul letto e Jadi gli si avvicina timoroso. È in piedi davanti a lui. L’uomo lo attira a se e lo trascina sul letto, facendoglisi sopra. Sovrastato, Jadi lo guarda agitato e tremante, col cuore che martella ancora:
_Il mio nome è David. Almeno potrò sentirti pronunciarlo quando ti farò raggiungere l’orgasmo.

_Ma…

Jadi non riesce a terminare la frase che David lo bacia sulle labbra, leccandogliele e mano mano infilando la lingua dentro la sua bocca e facendolo mugolare. Poi il moro si stacca e lo guarda negli occhi innocenti. Che meravigliose iridi color del mare…non le aveva notate. Ora prende a baciargli il collo morbido con voracità, mordendolo piano e lui geme. Basta il suono della sua voce ad eccitare l’altro che continua a baciarlo lì. Poi prende a toccarlo sul petto attraverso la maglietta fino ad arrivare alla chiusura dei jeans. Jadi trattiene il respiro e serra gli occhi mentre l’uomo glieli apre lentamente. Insinua una mano dentro i pantaloni e inizia a masturbarlo lentamente ma con decisione, poi violentemente fino a strappargli qualche gemito soffocato:

_ Ah…ma cos…ah…

L’uomo è eccitato e soddisfatto dall’espressione stupita e sconvolta del ragazzo. Evidentemente gli sta facendo provare più piacere di quanto voglia ammettere e glielo dimostra con i gemiti e l’erezione tra le sue mani:

_Allora ti piace?

_Ah…gn…oh …ah!

Jadi è arrossato in viso e David è divertito ed eccitato dal suo tentativo di resistere alle varie ondate di piacere che lo invadono. Lo masturba più forte:

_Basta…perf-avore…

Il ragazzo non ce la fa più:
_I-io…sto per venire…

Ma David non gli risponde e Jadi viene in un sospiro di piacere. Le mani del moro sono imbrattate di sperma che pulisce su un lenzuolo. Sorride malizioso, con gli occhi lucidi di piacere:

_Non hai molta resistenza.

Com’è imbarazzante per Jadi. È imbarazzato, umiliato e gli viene da piangere.

_Mi-mi dispiace…

_Che carino che sei…quanti anni hai Jadi?

Chiede con malizia.

_17.

_Hai 5 anni meno di me.

David apre le gambe di Jadi e ci si posiziona nel mezzo, guardando lo sguardo interrogativo dell’altro:

_Io non sono ancora venuto. E voglio farlo dentro di te.

_Cosa?!



Jadi scatta in avanti tentando di alzarsi, ma il peso del moro lo blocca. È troppo pesante per lui.

_BASTA! LASCIAMI!!

David lo tiene fermo per i polsi:

_Quanto vuoi? 500? 1000? Ti darò la cifra che vuoi per scoparti, ragazzino.

_Non voglio, per favore! NO!!

Il ragazzo si dimena con tutte le sue forze, ma ha appena raggiunto un orgasmo ed è troppo debole per respingere l’altro. Piagnucola e le lacrime iniziano ad uscire dai suoi occhi. Trema impaurito mentre si agita. David vede che è terrorizzato. D’un tratto si sposta lasciandolo alzare e questo fa per correre verso la porta ma cade per terra per via dell’agitazione e sbatte la testa alla dura porta di legno. Si tocca la testa dolorante, poi si rialza e tenta di aprire la porta senza riuscirvi. È a combinazione. Forse un nuovo modo per evitare furti o cose del genere. Maledette invenzioni! A loro e a chi le crea. Si volta di scatto posando la schiena a quella porta e guardando terrorizzato il moro. È fregato, tra poco sicuramente si ritroverà in quel letto. Trema convulso. Il moro si avvicina leggermente:

_Tranquillo, non ho intenzione di violentarti.

Con un telecomandino minuscolo David apre la porta che è subito spalancata da Jadi. Che corre a perdifiato per uscire di lì. Non appena si ritrova fuori dall’hotel, il freddo lo riporta alla realtà. Se avesse accettato non avrebbe avuto preoccuparsi del freddo questa notte…pazienza, non farà mai una cosa simile! Non ce la fa proprio. Sospira sollevato e prende dentro di sé l’aria fredda come un respiro di sollievo. Poi prende a camminare verso nessun posto.



Nella camera, David è con i pantaloni slacciati ed il membro semieretto. Tenta di risolvere da solo il guaio che ha combinato quel moccioso. Prende il suo stesso sesso tra le mani e sdraiato sul letto, con le testa riversa all’indietro si masturba e finalmente viene in un grido soffocato e roco. Rimane ancora sdraiato, guarda in alto finalmente appagato.



Le panchine del metrò sono fredde e scomode ed il vento arriva nonostante le coperture. Ma per stanotte può andare…domani andrà meglio, domani forse troverà un posto dove stare e un lavoro. Dentro di lui non si fa tante illusioni e dagli occhi scende una lacrima di dolore e solitudine. Ha paura a rimanere lì, ma non ha altra scelta. Spera solo che il guardiano non arrivi stasera…non stasera…si addormenta, spossato e triste, con il pensiero di quello che stava per fare e con la completa ignoranza di quello che accadrà domani.

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_Ehi ragazzino! Alzati, questo non è un albergo!

_Mh…

Jadi si sveglia gemendo alla luce del sole che gli brucia gli occhi e quando si rende conto che a chiamarlo è il guardiano, si alza di scatto:

_Mi perdoni signore! Mi sono addormentato, io…

_Va, va per stavolta ti lascio stare.

Davvero un bel risveglio! Passato il momento di tensione, Jadi sbadiglia ancora assonnato. Gli fa male il collo e altre parti del corpo, per via della posizione assunta nel sonno scomodo. Si massaggia l’incavo del collo. Si dirige ad una fontana e senza farsi vedere inizia a prendere l’acqua nelle mani e a lavarsi dappertutto. Che vergogna. Sentendosi pulito, ora ha fame. Tanta fame. È da quasi due giorni che non tocca cibo. Dall’altro giorno…Si incammina senza meta cercando qualcosa che non sa neanche lui cosa sia.



Indossando il completo più bello che ha, David cammina per le strade della città deciso e a testa alta. Non è di umore ottimo, cosa che comunque non deve impressionare più di tanto, visto che lui raramente lo è. Pensa alla sua vita senza senso che contiene solo il suo lavoro. Sparita la ex, è sparita anche l’altra metà della sua vita. Ora quella metà vuota non sa cos’altro contenere. Non vuole pensare a queste cose. Forse un caffé lo può aiutare.



Cammina il giovane Jadi, scalciando dei sassolini ogni tanto di quel vicolo lurido. Dove deve andare ora? Cosa deve fare? E soprattutto perché? Perché continuare un’esistenza così inutile? Tanto varrebbe togliersi la vita. Si, buttarsi giù da un ponte sarebbe la scelta più saggia. Un parassita, un inutile pezzo di carne disgustoso come lui, è molto meglio che sparisca. Ora come ora non ha nulla da offrire al mondo. Sente delle voci dietro di lui. Voci che parlottano e ridacchiano fastidiose. Jadi si volta e vede un gruppo di ragazzi sicuramente più grandi di lui che lo guardano divertito. Torna sui suoi passi, fingendo di non essersi accorto di nulla. Continua a camminare ma stavolta più velocemente. Qualcuno corre più veloce e gli si para davanti seguito dagli altri:

_Ehi ciao. Cosa ci fai tutto solo? Non hai una bella ragazza che ti fa compagnia?

_...

Jadi li guarda tra l’infastidito e l’intimorito. Anche altri iniziano a parlare:

_Ma magari non ha una ragazza, forse preferisce i ragazzi.

_Gia…non ci avevo pensato! Allora potremmo fagli compagnia noi no?

_Ma certo. Sei carino ragazzo. Dicci, hai gia avuto esperienze?
_Cosa dite?! Non vi avvicinate!

Due energumeni lo vanno a bloccare:
_Non agitarti tesoro, lo sai che una volta fatto l’amore con un uomo non puoi più smettere?

_Se non lo hai mai fatto sarai strettissimo…faccio io per primo ragazzi.

Dice un biondo tinto cominciando a toccarsi la cerniera dei jeans.

_NO!!AIUTO! FERMI!!

Il gruppetto ridacchia ma smettono all’istante quando uno di loro viene colpito da un pugno in un occhio finendo a terra.

_Ma chi cazzo eh?

È proprio David, che li guarda con sguardo terribile. Jadi è sorpreso, non credeva di rivederlo:
_Cosa vuoi bastardo? Impicciati degli affaracci tuoi!

_Lurida marmaglia, sparite se non volete guai. Chiamerò la polizia se non ve ne andate.

Alla parola “polizia” il gruppo scappa con la coda tra le gambe, tremando al pensiero del carcere, che per alcuni, non sarebbe stata la prima volta. Rimane li fermo, con la maglia stropicciata e la paura che man mano si affievolisce. Davanti a lui, David gli dà le spalle. Poi ad un tratto si gira.



Lo guarda serio. Lo vede con quei pugni portati al petto e gli occhi spauriti. Sembra ne abbia passate parecchie ultimamente. Quel castano naturale lo addolcisce e invece di sgridarlo per la sua debolezza, opta per un approccio diverso. infondo stava per togliergli la verginità la scorsa notte:
_Posso offrirti la colazione?



In quell’istante Jadi sente il suo stomaco reclamare il cibo negatogli per due giorni e fa uscire dalla sua bocca un flebile sì.



Sono seduti al tavolino di un bar. Jadi ha davanti a se una tazza di caffelatte con un cornetto che divora immediatamente; David ha bevuto solo un cappuccino e ora fuma una sigaretta. Guarda il ragazzino con interesse. È gracile. Il viso dai lineamenti delicati e spigolosi lo rendono ancora più penoso, anche se non è bello da pensare. Gli occhi tristi, le labbra screpolate…eppure così carino. Una bellezza al di là dell’aspetto fisico, qualcosa di dentro traspare da lui. E una fame che lo divora!

_Grazie per prima…

_Quello è un brutto posto. Dove vivi?

Gli chiede duro:
_...

_Se non vuoi parlare non ti costringo di certo.

_...non ho una casa.

_E ti lasci rimorchiare sulle strade da uomini sconosciuti per comprartene una?
Dice con sarcasmo:
_Io non mi prostituisco!

David rimane in silenzio. Jadi abbassa lo sguardo imbarazzato:



_...ho detto a mio padre di essere gay.

Ammette imbarazzato al massimo, tanto da non osare nemmeno guardarlo:

_...lui mi ha guardato disgustato. Non dimenticherò mai quello sguardo. Sembrava fissasse un animale…mi ha cacciato di casa. Subito dopo averglielo detto mi ha messo alla porta. Non mi ha fatto prendere cibo, soldi, vestiti, le mie cose, nulla!...mi ha mandato via così come mi vedi, senza niente.

Gli occhi bruciano impazienti di piangere. Si arrossano sconfitti dal dolore. non dimenticherà…la vergogna…l’umiliazione…trattiene a stento i singhiozzi.



David lo guarda, non lo dà a vedere ma è intenerito. Vorrebbe stringere a se quel ragazzo dall’aria innocente, così bambino eppure gia così grande…ha lo sguardo di chi è cresciuto troppo in fretta, in un istante è gia un uomo:
_Ti va di venire da me?

Jadi alza lo sguardo confuso dalla richiesta. Vorrà aiutarlo o vorrà terminare l’operazione della sera precedente? Però sconfitto dai sentimenti che ha dentro risponde:

_Va bene…se non è un disturbo accetto volentieri. Non ho un posto dove andare.

Nella z4, la stessa macchina che la notte prima lo portava quasi al suo primo lavoro come prostituto, ora la sente più amica, non più come il mezzo per l’oltretomba. La casa di David si trova in un quartiere lussuoso. La casa in verità è una villa a tre piani, dagli splendidi ornamenti dorati e l’arredamento in stile gotico. Da incantare anche un re:
_La tua casa è molto bella.

_Non l’ho arredata io.

_L’ha fatto…tua moglie?

David si volta a guardarlo:
_Credi che se fossi stato sposato ieri notte ti avrei fatto salire sulla mia auto per portarti nella camera da letto di un hotel?

_....scusami…

_Ti scusi troppo spesso.

_...scusa…

David lo guarda con sguardo severo. Va ad aprire la porta di una stanza al secondo piano. È abbastanza grande. C’è un letto a una piazza e mezza, una scrivania, un armadio e un appendiabiti. E poi una bella finestra che si affaccia sul mondo. Jadi è estasiato:

_Questa camera è per te, puoi usarla come meglio credi.

Detto questo esce e si chiude dietro la porta. Jadi sospira esausto di tutto e si getta di schiena sul morbido letto. Rimane a contemplare il soffitto per un po’ e poi chiude gli occhi. Ripensa, vede volti, luoghi e situazioni…e risente parole…apre gli occhi di scatto. Non può, non vuole ricordare. Anche se sa che sarà difficile. Si mette a sedere sul letto. Poi va alla finestra e si affaccia. Che bel posto! Altolocato e apparentemente lontano da ogni problema. Sembra regnarvi la gioia. Dopo una mezz’ora che Jadi si rigira per la stanza e guarda fuori dalla finestra, la porta della camera bussa e vi entra David:
_ti ho portato un pigiama, uno spazzolino da denti e un cambio di vestiti. Spero non la prenderai come un’offesa.

Jadi è leggermente imbarazzato:

_Offesa? Tu mi stai aiutando tantissimo, non lo immagini nemmeno. Grazie, grazie davvero. Accetto volentieri tutte queste cose.

_Puoi usare il bagno. Uno è a questo piano, l’altro a quello superiore. Scegli pure. Puoi usare sia la vasca che la doccia, sentiti a casa tua. Io ora devo andare al lavoro. Tornerò stasera.

_Va bene. A stasera.

“A stasera…” sembra di stare in una famiglia…stare col pensiero di rivedersi…questo ragazzo nonostante sia un po’ freddo e burbero, è davvero molto gentile. Non gli sarà mai grato abbastanza. Senza pensarci due volte va al bagno di quello stesso piano e decide di farsi una doccia, nonostante la tentazione del bagno di schiuma. Vuole lavarsi per bene. Esce dal bagno con il pigiama. Deve averlo comprato apposta per lui, dato che è esattamente della sua taglia. Che carino è stato…Sente su di se l’odore di pulito e il fresco della stoffa sulla pelle calda. va un po’ in giro per la casa. Vede in soggiorno di sotto una mega tv al plasma. Non resiste, l’accende e si mette seduto composto sul divano a guardare un documentario programma comico…si sente bene. Pian piano sente gli occhi chiudersi sotto il peso della stanchezza arretrata così spenge la tv, va nella “sua” camera e tirandosi al collo le coperte, si addormenta subito, finalmente in un vero letto.



Dopo molte ore David torna. Si allenta la cravatta e si accende una sigaretta. Fa qualche boccata, poi la spenge. Non sente alcun rumore. Arriva davanti la porta della stanza degli ospiti e non sentendovi dentro alcun rumore la apre lentamente. È buio ma presto i suoi occhi si abituano all’oscurità. Si avvicina al letto e lo vede. Un giovane uomo dall’aria di bambino che dorme mezzo scoperto tra le lenzuola con i capelli sparpagliati sul cuscino e i muscoli del viso dolcemente rilassati. Sembra sereno. Ha il respiro regolare di chi dorme profondamente. Una scena che intenerirebbe anche un sasso. Un bimbo innocente ed indifeso, investito dalla crudeltà della vita che colpisce chi è diverso…anche lui ha dovuto passare quei drammi mentali, che è sicuro, anche Jadi abbia. Quasi senza accorgersene si avvicina ad accarezzare la testa del piccolo che dorme in quel letto sfasciato e caldo…lui è caldo…caldo e dolce…dolce e tenero come non ha mai visto nessuno…stacca la mano da lui per andare a rimboccargli le lenzuola, stupendosi di se stesso e del suo gesto. Lo guarda un’ultima volta e poi esce da quella stanza piena di dolcezza e malinconia. Credeva di aver intravisto le ciglia bagnate di lacrime su Jadi.



I raggi filtrano dalla finestra, rendendo il risveglio di Jadi piacevolmente fastidioso. Si alza e si rende conto dopo un po’ di dove si trova. Si veste con i vestiti datigli da David il giorno prima e scende in soggiorno, aspettandosi di vedere il padrone di casa. Infatti lui è li, con in dosso un pigiama dall’aria importante e una tazza di caffé in mano. È incredibilmente bello anche senza giacca e pensando questo inevitabilmente arrossisce:
_B-buongiorno…

_Buongiorno…ma sei un 17enne o un 13enne?

David si riferisce ai suoi vestiti che ha prestato al ragazzo, che gli stanno parecchio larghi:
_Non sono poi così piccolo.

David trattiene un sorriso divertito:
_Bevi caffé?

Jadi annuisce e si siede a bere la calda bevanda. Però dopo un po’ guarda David con sguardo imbarazzato e supplichevole:
_David?
Il ragazzo più grande lo guarda e attende:
_Sono tre giorni che non mangio…ho fame, potresti darmi qualcosa? Sto ancora col cornetto di ieri mattina.

Imbarazzo e umiliazione lo assalgono. Ma David senza dire niente si dirige al frigorifero e ne tira fuori un piatto con della carne e la mette sul tavolo davanti a Jadi:
_è pollo freddo. È rimasto li da due giorni, ma è ancora buono.

Jadi fa per prendere del pollo ma si blocca, abbassa la testa e piange singhiozzando:
_Cos’hai?

_...che vergogna…devo elemosinare del cibo…che umiliazione…grazie, tu sei così buono…

Piange ancora. Instancabile. David preso dal momento va da lui e lo abbraccia. Il ragazzino trema di vergogna:
_Non devi essere mortificato. Non mi costa nulla, davvero. Non posso permettere che tu decida di vendere il tuo corpo.

Jadi si fa rosso. Non avevano più parlato di quella storia, così imbarazzante per lui. In fondo gli aveva permesso di fargli quello che nessuno aveva mai fatto. Ripensa a quella sera e si chiede il motivo di tanta tenerezza ora verso di lui. Quella notte lo aveva trattato esattamente come quello che diceva di essere. Certo, sempre nei limiti del rispetto.



David è senza fiato. Sente l’odore dei capelli profumati del ragazzino. Inala fino in fondo quella piacevole sensazione e lo stringe ancora di più a se, teneramente, come in segno di protezione. Inspiegabilmente, dal nulla, il suo cuore prende a battere più forte. Il suo viso è vicino a quello del ragazzo e in un attimo sue si ritrovano a guardarsi negli occhi; vicini. Quelli di Jadi sono bagnati e le sue ciglia sembrano ancora più nere e lunghe. Preso da chissà quale misteriosa forza, David posa le sue labbra su quelle dell’altro e le tiene premute così, finché Jadi, preso dall’agitazione, apre la bocca confuso e impacciato, in cerca di aria o di chissà cosa. Ma in quel momento David infila la sua lingua nella bocca dell’altro, cercando un vero bacio.



Jadi è sbalordito, imbarazzato, confuso e qualsiasi altro aggettivo che descriva al meglio ora il suo stato d’animo. È impacciato, non sa che fare. Non ha mai baciato un ragazzo. Non ha mai avuto le labbra di un uomo a contatto con le sue e una lingua maschile incontrare così la sua. Assomiglia al bacio di una ragazza, ma è molto più possessivo. Decide di accettare quel bacio, ma lo fa goffamente, in un modo che diverte e intenerisce il freddo David.



Il moro per toglierlo dall’imbarazzo prende completamente possesso della sua bocca, e gli prende il viso tra le mani, intrecciando tra le dita i capelli dell’altro. Com’è dolce Jadi, com’è indifeso ed impacciato. Potrebbe fargli qualunque cosa confuso com’è ora. Si stacca da lui e posa il viso nell’incavo del collo del ragazzino che apre gli occhi liquidi e imbambolati; dolci.



Silenzio. Un silenzio lievemente imbarazzante, ma colmo di magia e di dolcezza. David si stacca da Jadi e si alza. Senza guardarlo se ne va dal soggiorno, lasciando un Jadi confuso e in preda a mille sensazioni.



David è al lavoro, ma non riesce a impegnarsi davanti a quel computer. Inaspettatamente pensa solo al brunetto che ha baciato quella mattina. Gli ha fatto così tenerezza, così pena, e si è sentito subito attratto da lui, dal suo aspetto, dal suo corpo, dalla sua ritrosia e dai suoi meravigliosi occhi. È un giovane così sperduto e sopraffatto dalla vita. Ingenuo, solo, abbandonato. Un cucciolo in balia della vita, bello e dannato. Lo ama? Lo conosce da neanche due giorni e gia si trova a domandarselo. È solo un ragazzino. Quei 5 anni di differenza tra i due si vedono tantissimo, anche se non sono molti. Lui è un uomo ormai e lui…e lui…un ragazzino cresciuto troppo in fretta. Eppure si sente legato a lui come a nessun’altro nella sua vita.



Jadi non vuole uscire in quella città che odia. Però rimane in giardino e guarda il sole che gli rimpicciolisce le pupille. Pensa…pensa a lui…a David. Non ha bisogno di domande inutili, di mille dubbi sui suoi sentimenti…lo ama. Lo sa. Lo sente. Quel bacio ha come firmato un contratto col suo cuore che gia esisteva. Forse dal momento stesso che ha posato gli occhi su di lui dopo che l’ha salvato da quei maniaci teppisti. Sente ancora le labbra e la sua lingua morbida…il suo profumo di dopobarba…le mani calde sfiorargli le guance. Non ha mai amato una ragazza come ama lui. Le cotte non possono nemmeno paragonarsi a quello che ora alberga nel suo cuore…ma David cosa proverà per lui? In fondo non si conoscono per niente. Lui non sa chi è ne conosce il suo passato. E David sa solo che è stato cacciato di casa perché omosessuale. Si può basare su queste poche cose un rapporto? Non vede l’ora che lui torni. Ma allo tesso tempo teme quel momento…



È buio. La chiave fa rumore nella serratura che sta scattando. David entra in casa nel suo impeccabile completo blu gessato. La casa è immersa nell’oscurità spaccata da una lieve luce nella sua stanza. Vi entra e ci trova Jadi, che guarda delle fotografie sul comodino:
_...chi sono queste persone?

_...questa è mia madre. Lei vive lontano.…lui invece è mio fratello, non siamo mai stati molto legati. Vicino a lui c’è…la mia…ex fidanzata.

_...perchè mi hai baciato?

Chiede al colmo dell’imbarazzo:
_...l’ho sentito.

_David io!

Si alza di scatto facendo cadere una cornice. Si abbassa a raccoglierla:
_...ti amo David.

_Come puoi dirlo? Mi conosci appena.

_Lo so.

_Sono passate appena tre lune da quando ci conosciamo.

_So anche questo.

_E allora? Puoi essere certo di amarmi?

_Si. Non è di certo una cotta.

_Sei giovane, non puoi essere certo di queste cose.

_SI INVECE!

Silenzio:

_...io sono solo. Sono finito. Non ho più una vita. Tu mi stai trattando come un essere umano. Mi stai aiutando in tutto. Mi stai ridando la mia dignità, le mie certezze…io con te mi sento a casa, molto di più di come non mi sentissi prima. Sei il centro dei miei pensieri. Quella notte avresti potuto approfittare di me ma non lo hai fatto. E nonostante ti abbia rifiutato…mi stai facendo tornare a vivere…io non posso non amarti David…

_...

Jadi sorride tristemente:
_Ma a quanto pare per te non sono che un moccioso. Non ti interesso minimamente…mi hai baciato per pena o per un breve piacere…oddio come fa male…



Non può terminare di parlare che David gli si fa addosso abbracciandolo forte. Lo stringe a se portando a contatto ogni parte dei loro corpi. Jadi sbarra gli occhi lucidi sorpreso:
_...non dirlo mai più. Sei molto importante per me. Credo di amarti anch’io…

Il brunetto è al settimo cielo. crede di non aver capito bene:
_Cosa…cosa hai detto?

Chiede con un filo di voce:
_Ti amo anch’io Jadi.

_Ma…

_Ormai mi hai catturato piccolo…cosa mi hai fatto? Mi hai stregato completamente. Dal momento che ti ho avuto sotto di me quella sera in hotel, ti ho amato. Non so come, non so perché, ma ti amo. Mai ho voluto proteggere qualcuno a questo modo. C’è qualcosa di semplice e puro che mi fai provare dentro…

_David…

Detto questo si baciano appassionatamente e Jadi sente la virilità di David erigersi contro la sua. Jadi sussulta a quel contatto:
_Beh, nell’amore c’è anche qualcosa di meno puro.

_...

I due finiscono sul letto. Jadi sotto David che lo abbraccia. Il più giovane arrossito e con gli occhi serrati. David che esplora il suo corpo con le mani che gli hanno tolto la maglietta. Gli tocca il viso, le spalle, il petto per soffermarsi sui capezzoli che si fanno subito turgidi. Jadi geme:
_D-David…

Il più grande si abbassa baciarglieli e a baciare i suoi addominali, il suo ombelico…poi va a sbottonare i sui jeans. Jadi s’irrigidisce e David lo sente:
_Vuoi che continui?

Jadi non risponde. Sta con la testa girata di lato, con gli occhi serrati, rosso in viso, tremante. David gli si avvicina al viso:
_Sei sicuro Jadi?

Jadi esita poi annuisce goffamente:
_Farà male Jadi, vuoi lo stesso?

_...S-si…

David decide di farlo stare un po’ meglio prima, allora va a compiere la stessa operazione che ha compiuto la sera in cui la conosciuto. Gli toglie i pantaloni e abbassa la testa sul suo sesso completamente eretto e inizia a leccarlo lentamente. Pian piano preme sulla punta facendo iniziare a respirare affannosamente il ragazzino gia eccitato. Poi David lo prende in bocca e inizia a fare pressione e a risucchiare con grande abilità. Sa perfettamente come far eccitare un uomo e sa di cogliere nel segno, quando sente gli affanni del più giovane di trattenere l’orgasmo dentro di se. Il bruno sente di non potersi più trattenere:
_Oh…David…ah…non...AAAAH!!

E viene nella bocca dell’altro con un gridolino di piacere, stringendo tra le dita i suoi capelli. David lo guarda negli occhi che ormai sono liquidi, socchiusi, appannati dal piacere, la sua bocca sporca dello sperma di Jadi:
_Mi-mi dispiace…

David si lecca via dalle labbra il liquido bianco e sale a baciarlo con passione. Jadi può sentire il sapore cattivo del proprio sperma, ma non importa, è troppo preso dalle labbra dell’altro per farne un problema. David porta le gambe delicate di Jadi oltre le proprie spalle e lo guarda negli occhi mentre si sbottona i propri pantaloni. La sua camicia è aperta e la giacca costosa riversa sul pavimento ricoperto dal parquet. Jadi lo guarda al colmo della paura, dell’agitazione che contrasta il suo desiderio di sentirlo di più. David inizia a vagare con uno, due, tre dita dentro di lui e lo sente irrigidirsi e indurirsi…in ogni punto…Jadi geme di dolore, poi di piacere quando le dita di David toccano uno sconosciuto punto erogeno del suo interno. Sussulta e si muove sotto si lui, cercando sollievo da quel piacevole fastidio dell’intrusione del moro in lui. Jadi sembra pronto ad accoglierlo. È abbastanza lubrificato e allargato. Sembra anche più rilassato. Lo guarda negli occhi lucidi di lacrime di piacere. Prende quel tacito consenso con se e lo penetra col suo sesso teso tanto che rischia di venire solo al contatto della pelle del ragazzino. Jadi, non appena sente l’intrusione forzata, si stringe e si irrigidisce ancora, gemendo e urlando di dolore:
_AAAH!!! PIANO…DAVID!!!....AH!!.....

Il moro spinge lentamente e ad ogni affondo sente il corpicino di Jadi che cerca un allontanamento istintivo da lui. È normale, è la sua prima volta. Ha paura ed è confuso. Le lacrime scivolano decise in rivoli salati sul suo giovane viso. Lo ama. In quel momento sente di amarlo oltre se stesso. Che sia un amore eterno o meno non importa, perché in questo momento lo ama in modo infinito. La loro può essere una storia bellissima da coltivare come una pianta, dandogli acqua e luce, la luce di un nuovo giorno, al luce di una nuova vita…e Jadi sussulta ancora dolorante. E geme, geme ancora, mugolando tra le braccia di David mentre lo penetra. si ferma. Vuole far abituare il ragazzo alla sua presenza dentro di lui. Jadi smette di gemere ma respira affannoso agitato com’è dalla situazione in bilico. Guarda il suo possessore che lo sovrasta con occhi impauriti e sconvolti. Dopo un po’ prende a muoversi dentro di lui con veemente attenzione, con dolce passione, con rispetto, assaporando ogni ansito, ogni gemito di Jadi, l’ennesimo l’ha fatto venire dentro di lui. Jadi sbarra gli occhi, travolto e sconvolto dentro da questa esperienza nuovo e strana. Il suo seme dentro di lui…poi David ricade dolce sopra di lui. Ansima appagato e travolto dal piacere. Si gode fino in fondo il momento dopo l’orgasmo più impetuoso che ha mai avuto. Poi il suo pensiero va inevitabilmente al ragazzino sotto di lui.



Jadi ansima senza fiato e lo fa più profondamente quando David toglie il suo membro da dentro di lui. È sbalordito, sconvolto, agitato, ma allo stesso tempo felice. David l’ha amato con impeto e passione. Nessuno gli aveva mai fatto provare quelle sensazioni. È ancora più innamorato se possibile. Si sente caldo e protetto sotto il peso di David. Ricorda il modo in cui sentiva sciogliersi quando ha preso il suo sesso nella sua bocca…e mentre lo possedeva nemmeno il suo respiro era più solo il suo…David si alza leggermente dal corpo di Jadi, quel tanto per guardare in viso il ragazzo. È arrossato e il viso è diverso, ancora deliziosamente innocente…gli occhi ancora bagnati di lacrime lo guardano estasiati ed ingenui. Così stravolto da quello che li ha fatto passare, così turbato nell’anima e nei pensieri. Lo bacia delicatamente sulle labbra. Un bacio è ciò che si desidera di più dopo un rapporto sessuale, specie se il primo. Lui è stato il suo primo uomo, l’ha sentito fremere sotto di lui e miagolare come un gattino in calore mentre lo possedeva. L’ha fatto impazzire di piacere. Si sdraia di lato al brunetto che si accoccola accanto a lui, che lo abbraccia dolcemente.



David si addormenta, Jadi no, si appisola soltanto. Come può dormire dopo che ha appena perso la sua verginità? Una volta era stato con una sua compagna di scuola, ma l’aveva posseduta lui e poi non era stato così…con David si è sentito impotente, completamente in mano sua, dolcemente complice di un qualcosa di dolorosamente meraviglioso. Quanto lo ama…



Jadi apre gli occhi. Si mette a sedere e geme di dolore quando sente i muscoli del fondoschiena contrarsi dopo lo sforzo dell’atto d’amore. Si vergogna e arrossisce. Sente una mano afferrargli il braccio. È David, sveglio e più bello che mai. I muscoli dolcemente rilassati rendono i suoi lineamenti mascolini ancora più belli. Gli occhi più sereni, un lieve, raro sorriso sulle sue labbra, rivolto solo a lui…

_Ciao.

_...c-ciao…

Risponde Jadi imbarazzato all’inverosimile. È completamente in tilt. David si alza a sedere, ancora la camicia indosso e gli va vicino col viso, tanto che possono sentire l’uno i respiri dell’altro. Jadi lo guarda con due occhi grandi così, liquidi e sembrano essere contornati da stelline e cuoricini. Sembra una ragazzina innamorata alla sua prima cotta:
_Stai bene?

_S-si…

David lo abbraccia e dopo un attimo di esitazione lo abbraccia anche Jadi. Con tanto, tanto amore. Poi ricadono sul letto, abbracciati, Jadi a guardare David dall’alto. David che lo accarezza, sui capelli e osserva i suoi occhi sognanti…

_Cos’hai?

_...niente…sei bello…

_Ah, si?

_Si…

David si alza leggermente di scatto e cattura le labbra del ragazzo. Un nuovo bacio d’amore. Una volta staccati:
_Vivrai con me.

_Cosa?! Davvero?!

_Si. E ti farò completare i tuoi studi. Non ti farò mai mancare niente. Lavorerai con me una volta diplomato.

_Parli sul serio?
_Dimentica tuo padre, dimentica tutto, i tuoi brutti momenti, le paure e le insicurezze. Ti amo Jadi e non ti perderò. Ti voglio per me piccolo.

Jadi è al colmo della gioia. Non credeva di poter essere così felice. Non aveva mai sentito il suo cuore fremere e aprirsi alla luce della serenità perfetta. Vorrebbe saltare, esprimere al mondo tutto il proprio amore per quell’uomo meraviglioso:

_Grazie.

E sorride e per la prima volta vede un radioso sorriso sulle labbra del moro dagli occhi di ghiaccio.



L’amore che ora li unisce è sicuro e reale. Un qualcosa di vero. Jadi ha finalmente finito di percorrere la strada per la ricerca della sua felicità, che ora ha trovato. Rivivrebbe tutto il suo dolore, tutte le brutte esperienze e le umiliazioni subite solo per ottenere di nuovo la stessa cosa. Per ottenere di nuovo il suo raro sorriso…



FINE…