NOTE: Questa fic la dedico completamente ad Aiko.

  NOTE2: Sono fatti avvenuti collegati e avvenuti prima di "Remember my name" di cui ho quasi finito il primo capitolo....


Il perdono che non merito...

di Neko


Sono seduto in questa sedia.

  Con le braccia tengo le gambe strette al mio petto.

  Mi sento male.

  Sono davvero una persona stupida.

  Crudele e meschina, come mi dice molta gente, penso sia dirmi poco.

  Involontariamente faccio soffrire tutti.

  Amici... conoscenti...

  Anche se amici non ne ho.

  Bè come potrebbe essere il contrario, io non sò tenermi stretto le amicizie.

  Ci provo.

  Ma mi accusano di cose che non faccio e così mi mollano solo in questa pioggia di lacrime che mi continua a rigare il viso.

  Sono un ragazzo, ma piango lo stesso.

  Dicono che gli uomini non piangono.

  Ma non siamo pure noi essere umani, o siamo solo uno scarto dell'umanità.

  Perchè verso lacrime sono forse differente da certe persone che mai hanno pianto.

  Anche se credo non sia possibile.

  Piangere intendo, penso che tutti almeno una volta nella vita abbiano versato lacrime.

  Bè io lo stò facendo pure ora.

  Ma stranamente non l'ho fatto il giorno della sua morte.

  No, non ci sono riuscito.

  Ero lì fermo e impassibile come se non mi toccasse minimamente.

  Il mio sguardo non credo fosse freddo ma non saprei neanche dire io che espressione avevo.

  Non ho opposto resistenza neppure quando mi hanno cacciato via.

  Quando hanno urlato che era colpa mia.

  Ma lo era davvero?

  Davvero Steven è morto per colpa mia?

  Davvero il suo corpo esanime in quel letto di ospedale era causa mia?

  Non sò trovare una risposta.

  Nessuno me ne vuole fornire una adeguata.

  E così penso e ripenso sin quando qualcuno non busserà alla mia porta pronto a fornirmene una.

  Bussano alla porta.

  Non ho voglia ne di alzarmi ad aprire ne di rispondere.

  Ma il bussare non cessa.

  Si fa sempre più forte e sembra voler gettare a forza di colpi la porta.

  E se lo facesse cosa cambierebbe.

  -Nick apri ti prego-

  La voce di mia sorella.

  Ha una voce così triste e preoccupata allo stesso tempo.

  Mi dispiace crearle tanti fastidi.

  In fondo avevo ragione l'ho fatta soffrire.

  Tutti quelli che mi stanno accanto soffrono inesorabilmente.

  Sono come un amuleto della discordia che procura dolore a chi mi stà accanto.

  La porta si apre.

  Alzo gli occhi, ora annebbiati da questo velo di lacrime.

  Lei è lì davanti.

  I suoi lunghi capelli castani, gli occhi che mi fissano con una preoccupazione tale da farmi paura.

  Mi fanno paura perchè la stò facendo soffrire ancora una volta.

  Mi si avvicina piano, mentre noto tutto il suo corpo tremare.

  Ti prego non fare così.

  Non voglio vederti soffrire per me.

  Non merito tutto questo.

  Come non meritavo il sacrificio di Steven per me.

  Lui era tutto.

  Amico, compagno, amante.

  Lui era l'unico che era riuscito ad incatenare il mio cuore.

  Legarlo e sigillarlo al suo.

  E questo nessun altro saprà farlo.

  Perchè io non amerò più...

  ...il mio cuore è morto con lui.

  E avrei voluto morire.

  Sì sarei voluto morire con lui.

  E anche se ora sono qui, sento che in realtà sono morto.

  Sì perchè senza di lui sento che il mio mondo non esiste più.

  -Voglio morire-

  -Cosa?-

  -Non ce la faccio più...-

  -Ma cosa dici... ti sei bevuto il cervello...-

  -Io non riesco a vivere... senza di lui...-

  -Se solo un vigliacco-

  Le sue parole arrivano tanto gelide alle mie orecchie.

  Non sò perchè ma hanno il potere di scuotermi.

  Hanno trafitto quella barriera di dolore che mi ero creato.

  Mi riportano ad un mondo che non vorrei più.

  Scatto in piedi.

  La sedia cade all'indietro... ma non me ne curo...

  Le rivolgo uno sguardo freddo, ma non la tocca.

  -Ripetilo...-

  -Vigliacco... vigliacco...vigliacco...-

  E lei si scioglie in un piano.

  Un pianto disperato.

  Una disperazione che mi distrugge.

  Perchè ancora una volta è colpa mia.

  Ancora una volta sono riuscito a far piangere una persona a me cara.

  Anche se io non voglio.

  -Non piangere...-

  Lo dico mentre mi dirigo verso di lei.

  Intraprendo quello che sembra un lungo cammino, anche se sono pochi passi.

  Lei continua a rimanere ferma, mentre con le mani si copre il viso.

  I suoi singhiozzi sono l'unico suono udibile nella stanza.

  Sono come piccole lame che trapassano il cuore che credevo perso.

  Un cuore che riprende a battere.

  Ora le sono di fronte.

  Mia sorella sembra persa in un pianto che non trova fine.

  La stringo forte a me.

  Voglio darle un po' di conforto per questo dolore che le ho procurato io.

  Lei stringe le braccia attorno alla mia vita, affonda il viso sul mio petto e sembra quasi di poter percepire il suo dolore, quasi come se fosse il mio.

  Le accarezzo piano la schiena, cercando di calmarla.

  -Su basta piangere...-

  Lo dico io.

  Proprio io che fino a pochi attimi prima stavo piangendo per il mio amore perso.

  Per una colpa che sono sicuro mi porterò sempre dietro.

  Anche se dovessi ricevere il perdono per questa mia colpa non lo accetterò.

  No perchè non lo merito.

  Perchè anche senza volerlo lui è morto per colpa mia.

  Io ho distrutto la nostra felicità

  Sento che si calma.

  Si stacca piano da me e mi guarda in volto.

  Il suo viso rigato dalle lacrime viene illuminato da un piccolo sorriso.

  Lo sò cosa provi sorellina.

  Lo sò che tu lo amavi ma hai rinunciato a lui per la mia felicità.

  E' davvero strano ma io sono geloso di te a volte.

  Della tua grande fiducia nel mondo.

  Tu che non mi hai rinnegato solo perchè amo un altro ragazzo.

  Non come nostro padre che si è allontanato da casa solo perchè non voleva portarsi dietro la vergogna di un figlio gay.

  Ma non mi vergogno sai.

  Perchè io non amo il sesso della persona, ma amo quello che è la persona.

  Tutto quello che nasconde di bello dentro di sè.

  E così era Steven, aveva tante qualità che non riuscirò a trovare in nessun altro a questo mondo.

  -Andiamo...-

  Mi dice quella parola mentre mi stringe forte la mano nella sua e mi trascina fuori dalla stanza.

  Mi porta da qualche parte, e non lo la forza di oppormi o forse non voglio davvero farlo.

  Forse voglio che lei mi salvi da questa oscurità che stà per avvolgermi completamente.

  -Eccoci-

  Mi sorride.

  Un sorriso triste, anche se cerca di non farlo notare.

  Ci siamo fermati davanti ad una porta di metallo.

  La riconosco, là dietro si nasconde il mio tesoro più prezioso.

  La mia vita, e anche la mia morte perchè per causa di una di loro Steven ha perso la vita.

  Lei apre la porta.

  Mi trascina al suo interno anche se io cerco di opporre resistenza.

  Non può farmi questo, non può portami lì dentro e rivivere l'incubo.

  Ma lei lo fa lo stesso, nonostante le mie proteste.

  -Fermati...-

  Lo grido.

  Non voglio stare qua dentro.

  Non voglio più vedere una moto in vita mia.

  -Smettila Nick... Non fare il codardo-

  -Io non sono un codardo...-

  -Ah no? Allora dimmi perchè ti comporti così-

  -Io odio le moto... Le odio con tutto me stesso-

  -Dici che le odi, vero? E questo per te non è essere codardi-

  Perchè mi parli così?

  Cosa ne sai tu del dolore che provo nel mio cuore?

  Cosa ne sai del rimorso che mi stà divorando?

  Vedi cosa mi succede?

  Finisco per pensare male di te.

  Per disprezzate te che non stai cercando di fare altro che consolarmi.

  Ti prego aiutami a cambiare, aiutami a tornare la persona fiera che ero.

  Quello che non aveva paura di nulla.

  -Per guarire le tue ferite, devi affrontare le tue paure-

  -Non sono sicuro di farcela-

  -Ce la farai... Devi avere fiducia in te stesso-

  -E tu hai fiducia in me?-

  -Certo...-

  -Non hai paura di me-

  -No...-

  Convinto da lei provo a salire sulla mia moto.

  Colei che mi ha procurato la perdita della persona a me cara.

  Ma anche colei che mi ha regalato molte gioie.

  Che mi ha dato mille e mozioni e fatto vincere tante sfide.

  Mi sento strano.

  Come se lei ancora una volta mi accettasse.

  Come se mi chiedesse di fare parte di lei.

  E io voglio farne parte perchè con lei mi sono sentito sempre al sicuro.

  <Io sono in lei per proteggere per sempre il tuo cuore dal dolore>

  Sento questa voce ma non ci faccio caso.

  Stò correndo con mia sorella stretta a me.

  Ha insistito.

  E forse aveva ragione ora che sono con lei mi sento incoraggiato verso una nuova vita.

  Mi sento al sicuro e allo stesso tempo sento che la stò proteggendo.

  E tutti i miei timori sono svaniti.

  Sono pronto ad una nuova vita, perchè mi sembra che tu mi sia sempre vicino.

  Non sono ancora sicuro di poter meritare il perdono.

  Ma sono sicuro di poter vivere.

  Perchè il mio cuore a ripreso a battere pronto a donarmi una vita nuova.






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