Ho scritto questo racconto prima dell’uscita dell’ultimo libro, quando ancora non si sapeva come J.K. Rowling avesse deciso di terminare la sua saga.

Chi vorrà leggere questo racconto si scordi l’ultimo capitolo e pensi solo a come è finito il 6°.

È la prima volta che mi cimento in un simile genere e spero di non aver troppo esagerato.

Tipo : Harry x Draco

I personaggi, come per tutti, o di proprietà dell’autrice… ma anche di tutti noi.


 


 

 

Il guinzaglio di Draco

 

Parte IV - Il collante della vita

 

di Lady Radcliffe

 


 

Gli Studenti nella Sala Grande per la cena furono stranamente silenziosi.

Tassorosso e Corvonero si erano dichiarati dalla parte di Grifondoro in merito al gesto vile del giocatore di Serpeverde.

L’unico suono che regnava sovrano era il cozzare delle posate sui piatti.

Al mutismo dei Grifondoro si univano i singhiozzi soffocati di Hermione.

A fine pasto la preside raggiunse il posto occupato da Malfoy, che si girò al suo arrivo.

 - Volevo informarla che il signor Potter, seppur ancora sotto l’effetto dei sedativi, è stato riportato nella sua stanza. – gli disse.

Draco la fissò.

Non era certo il suo consenso o il suo diniego che potevano influire su una decisione già presa: ma dato che la donna sembrava in attesa di un… qualcosa, annuì.

-         Molto bene. Se dovessero sorgere dei problemi ci avvisi subito. –

Detto ciò la donna se ne andò.

Draco tornò a volgere l’attenzione al proprio piatto, per un momento inerte, poi, alzando gli occhi, si trovò inchiodato alla panca a fissare le facce speranzose delle due piattole…

 - Vediamo se indovino: volete venirlo a trovare. -

 - Possiamo? – chiesero in coro.

 - Scontato… potrei scrivere un libro sul modo di vivere dei Grifondoro…-

 - E’ un si? – rincarò Hermione sorvolando sul suo sarcasmo.

 - Chi sono io per dirvi di no? Però poi ve ne andate. Intesi? –

 - Sì. – annuirono.

Insieme i tre lasciarono la sala e si diressero all’appartamento nel sottotetto della Torre.

Malfoy aprì la porta e condusse i due nella camera da letto.

I ragazzi entrarono curiosi, poi la loro attenzione si concentrò sul loro amico.

Pallido, tra le lenzuola bianche, dormiva Harry.

In silenzio gli si avvicinarono e Hermione si sedette vicino ai piedi dell’ammalato.

 - Quello che continuo a domandarmi è: perché non si è confidato con noi? – sospirò lei.

 - Non lo so. Non mi sono mai accorto di niente. Mi sento uno stupido. –

 - Normale amministrazione… - borbottò Malfoy dal suo letto, sul quale si era seduto.

Ron lo ignorò. Non aveva nulla da dire che anche quel verme potesse ascoltare.

Voleva discutere con Hermione e non poteva farlo li…

Decise che il suo limite di sopportazione alla presenza di Malfoy si era esaurito… e che restando lì non avrebbero comunque risolto niente… tanto più che Harry dormiva e non poteva fornirgli alcuna spiegazione…

- Andiamo Herm. –

- Si, va bene. – rispose lei. Prima di andarsene prese il volto di Harry tra le mani e lo baciò sulla fronte… la sua preoccupazione era alle stelle!

Ron trascinò via la ragazza, andandosene borbottando un buonanotte, guardando Harry e Draco con un misto di diffidenza e rassegnazione.

Rimasto solo Draco si trovò a fissare l’immobilità del suo compagno di stanza.

Una punta di gelosia lo aveva attraversato quando Hermione lo aveva baciato, seppur riconosceva che non c’era nulla di erotico in quel gesto…

Con sua grande sorpresa gli occhi di Harry si aprirono, fissandolo.

Smeraldo su laghi di sangue.

Stanchi.

 - Non dormi? – sussurrò Malfoy.

 - Non ho mai dormito … -

 - Madama Chips ha detto di averti dato un sedativo. Pensano tutti che dormirai per tutta la notte, almeno… -

 - No, il sedativo che mi ha dato ha funzionato solo come antidolorifico, il suo effetto è discreto, ma non mi fa dormire. Si chiama CrystalDolor. –

Draco rimase silenzioso pensando a quali effetti avevano avuto su di lui quella pozione

 - Cosa ti è successo? – chiese poi senza riflettere, la curiosità fu più forte del suo ferreo autocontrollo. In fondo non era molto diverso dagli amici sfigati di Potter. – Come te le sei fatte quelle ferite? – insistette.

 - Come me le sono fatte non sono problemi tuoi… e non è poi così importante. –

 - Come sarebbe a dire, Potter? Te lo ha mai detto nessuno che le ferite magiche uccidono? –

 - Non importa. Ciò che conta è il risultato ottenuto e quando affronterò Voldemort avrò la certezza di non essermele procurate invano. –

 - Perché, cosa avresti fatto?- chiese, forse aveva qualche notizia da riferire al Primo Ministre, dopo tanto tempo, e cercare così di ‘’guadagnarsi’’ la libertà

 - Non ho voglia di litigare, non mi sento di farti una confidenza che potrebbe costare la vita a molta gente… - gli spiegò.

 - Non fa una grinza… - sospirò deluso Draco.

 - Vai a letto, coraggio, che domani ci attende un’altra giornata piena. –

 - Ci attende??? Tu te ne stai, buono buono, a letto a riposare! Mi vuoi così male, Potter, da farmi uccidere da Madama Chips?-

Harry rise leggero. Non aveva bisogno di fare grandi voli di fantasia per figurarsi la scena.

 - Non sto così male. Non ti preoccupare. –

 - Fa come ti pare… ma ricorda di portarmi almeno un fiore, sulla mia tomba…! –

 - Stupido! – rise Harry.

Draco spense la luce entrando nel suo letto.

Nel buio sibillò un sospiro di Harry.

Il sedativo dell’infermiera lo aveva totalmente immobilizzato.

Era stato penoso anche solo muovere la testa e sostenere una conversazione senza mostrare cedimenti o debolezze.

Ora era lì, a fissare il buio del baldacchino, ad ascoltare il respiro regolare di Malfoy.

 

Malfoy…

Draco….

A viverci assieme aveva scoperto molti lati del suo carattere che non mostrava al pubblico; la sua mania dell’ordine quasi ossessiva, la sua passione per lo studio ( da fare concorrenza a Hermione), il suo senso di responsabilità. Certo erano tutte da abbinare a tutti quei nomignoli che tutti, a ragione, gli avevano coniato: figlio di papà, viziato, borioso, prepotente, strafottente, egocentrico, narcisista… etc.

A che scopo, ora, conoscerlo meglio?

A che scopo approfondire cosa c’era dietro alla sua ironia lapidaria: quel suo nascostissimo lato generoso, quel sorriso raro…

A che scopo soffermarsi a valutare la sua bellezza e la sua innata eleganza?

Sapeva benissimo che a causa delle ferite magiche sarebbe morto, ma stava combattendo affinché riuscisse prima ad incontrare e sconfiggere Voldemort. Era tornato a scuola per quello, no? Per prepararsi meglio.

Harry, forte della situazione che stava vivendo, si rendeva ben conto che, se fin dal primo anno le cose tra  lui e Draco fossero andate diversamente, forse a quest’ora poteva chiamarlo “amico”, come con Ron.

Era inutile, ora, lambiccarsi il cervello.

Draco, ottenuti i M.A.G.O. sarebbe stato condotto ad AzKaban e lui avrebbe ripreso la caccia a Voldemort.

 - Sei sveglio? – chiese la voce di Draco, nel buio.

 - Si.-

 - E’ un po’ che penso a tutta questa situazione. – cominciò a parlare Draco. – Dopo sei anni di ripicche siamo qui, nella stesa stanza, quasi indifferenti… - sospirò – Devo ammettere che è da un po’ che ti osservo e non ti trovo così speciale come ti dipingono… -

 - Non sono speciale. –

 - Effettivamente no. Tu sei un mistero… nella tua testa vorticano tanti pensieri quanti sono i tuoi capelli, e il tu rendimento scolastico fa pena come sempre…-

 - Grazie!-

 - … e i tuoi amici sono gli sfigati che ho sempre immaginato che fossero. – continuò imperterrito il biondo – ciò nonostante godi della stima e dell’ammirazione di tutti.-

 - Non è vero. E’ solo che aspettano, come me, di vedere come va a finire. Tutto qua. Voglio solo sapere chi, alla fine, muore –

 - … -

- Anch’io, sappi, ti tengo d’occhio. –

- Non l’avrei detto. –

- Invece è così, e devo ammetterlo, più ti conosco  meno ti capisco. Ho sempre pensato che la tua famiglia avesse molto influenzato, condizionato, il tuo modo di pensare…. Agire…-

- E…?-

- E non mi ha molto stupito trovarti schierato tra le file dei mangiamorte. Ciò nonostante, quella notte sulla Torre di Astronomia, non hai avuto la forza delle tue tanto proclamate convinzioni. Penso che tu voglia solo imitare tuo padre, ma che poi, quando si passa al dunque… -

- Vuoi dire che sono un vigliacco?- s’inalberò Draco.

- No, solo che non sei quello che vuoi apparire. Tutto qui.-

Il silenzio scese nella stanza.

- Come fai a sapere tutto quello che succede? Come fai a sapere quello che è successo quella notte con Silente? – sbottò Malfoy.

- Ero lì. Ho sentito tutto. Silente voleva darti la possibilità di tornare sui tuoi passi. Era tutto l’anno che sapeva cosa stavi facendo, ma non per questo aveva perso la fiducia in te.- rispose.

Di nuovo il silenzio tornò ad avvolgerli.

- Come ti senti adesso?- chiese Draco cambiando argomento. Le molle del suo letto scricchiolarono.

- Come prima: stanco – rispose. – Che stai facendo?.- chiese Harry quando sentì il bordo del materasso cedere sotto al peso del ragazzo biondo che aveva abbandonato silenziosamente il proprio giaciglio.

 – Tornatene a letto!- sbraitò maledicendo il pozione che lo immobilizzava.

La luce di una candela che Draco accese rischiarò la stanza.

Malfoy lo fissava intensamente. Un’occasione così unica non gli sarebbe capitata neanche se fosse vissuto altri cent’anni!

Avere il moro così indifeso e così a portata di mano era un sogno segreto che si avverava… soprattutto da quando Potter era riuscito a farsi assegnare una camera tutta per loro….

La sua mano percorse in una carezza la mascella liscia di Harry, che rimase immobile in attesa.

- Dì la verità: la pozione ti ha immobilizzato, vero?- conosceva bene gli effetti del CrystalDolor per esperienza personale…

Harry non rispose.

Draco si chinò su di lui con lentezza.

- Non risolvi nulla se mi uccidi. – gli disse mentre il viso di Malfoy era a pochi centimetri dal suo.

- Ucciderti? No…no. – e accorciò ancora la distanza tra loro posando le sue labbra su quelle di Harry, in un bacio dolce.

Draco assaporò la sofficità di quella bocca immobile, troppo sorpresa per qualsiasi reazione.

Sempre lentamente, senza staccare gli occhi da quelli di Harry, il ragazzo si scostò di qualche centimetro, prima di riaffondare in quella bocca che si era schiusa per respirare, in un bacio più profondo.

- Smetti... ti prego. – tremò Harry, non appena ebbe l’opportunità di parlare.

- Perché dovrei?- soffiò Draco.

- Sei sleale… non mi posso difendere.-

- Allora, in virtù del mio retaggio di Serpeverde, ne approfitto… - sorrise il biondo.

Per la terza volta calò su quella bocca immergendo la lingua in quel caldo antro umido.

- No… smettila. – protestò Harry.

- No, che non la smetto, e lo sai perché?-

Harry scosse la testa, i pensieri aggrovigliati.

- Hanno capito tutti che non aspetti altro che di morire, allora io ho pensato ad una soluzione molto allettante e che ti desse la voglia di vivere.-

- State farneticando tutti! Non è vero che attendo la morte! – protestò il moro.

- Ah no? Basta guardarti, sei apatico da “morire”! Appunto! –

- E come pensavi di fare? – soffiò Harry timoroso.

- Oh, non è un problema. Al mondo esiste un collante molto potente… più potente della magia stessa. –

- Quale sarebbe? – dalla voce di Potter traspariva ansia.

- Oh… - disse il biondo afferrando il bordo del lenzuolo che copriva Harry… - Nulla di cui aver paura… - e facendolo scivolare verso il basso… - Si tratta… del sesso! – e con un ultimo strattone buttò le coperte oltre i piedi del letto scoprendolo del tutto. - Sei pazzo! – si arrabbiò.

- No, no, no. – disse tacitandolo poggiandogli l’indice sulla bocca.

- Non puoi davvero pensare ad una cosa del genere! Siamo maschi, l’hai notato? - Protestò Harry.

- Sì che posso!  E certo che l’ho notato… sei sexy da morire….– dicendo questo Draco calò una mano direttamente sull’inguine di Potter, sopra i calzoni del pigiama che Madama Chips gli aveva infilato dopo averlo liberato della divisa da quiddich.

Harry arrossì incredibilmente a quel contatto.

- Per la barba di Merlino! – esclamò Draco volgendo la sua attenzione laddove aveva appoggiato la mano. –  Anche inerte il tuo “pacco” è notevole! – il ragazzo gli abbassò gli indumenti esponendo il sesso del moro alla sua vista.

Harry volse il viso verso il cuscino all’apice dell’imbarazzo.

Immobilizzato e senza la possibilità di difendersi, il ragazzo pregò che Draco terminasse in fretta il suo delirare.

Le mani di Draco gli sfiorarono le spalle… percorsero il bordo della fasciatura e si allargarono accarezzando il torace attraverso le bende mentre Potter si ostinava a voltare il viso e a strizzare gli occhi.

Gli faceva tenerezza quella sua silenziosa, imbarazzata, protesta.

Le mani scesero ai fianchi, al ventre tonico e piatto, fino a tuffarsi nei setosi riccioli scuri del pube…

Harry boccheggiò, era immobile non insensibile, ad ogni tocco delle mani del serpeverde,che lo stavano, nonostante tutto, eccitando….

Nonostante l’immobilità forzata, Draco vedeva i risultati delle sue carezze concretizzarsi nella crescente erezione che aveva tra le mani, gonfia e sempre più marmorea.

Un vero gioiello che si chinò a baciare con venerazione…

Potter volse finalmente il viso per vedere che cosa gli stesse facendo… il respiro, che già gli usciva a rantoli, gli si fermò in gola nel vedere il volto di Malfoy in contemplazione, che lo stava baciando profondamente nel suo punto più intimo…

Harry sussultò fissandolo stravolto

- No..- mormorò con voce roca.

- Oh.. sì... invece...- soffiò Draco piantando gli occhi grigi in quelli verdi nell’istante in cui abbassava le labbra sulla sua punta, prendendolo in bocca.

 - Non immaginavo che tu avessi un fisico così: da urlo. – gli disse denudandosi.

 - Fermati, ti prego… - lo supplicò ancora una volta Harry.

 - Non posso… - Draco era preda di un vero e proprio sogno dal qual non si voleva svegliare…

Gli occhi verdissimi di Potter trasudavano ansia e timore.

Draco, ormai completamente nudo, lo sovrastava, incutendogli un certo senso di disagio.

- Perché lo fai? Ti ho quasi ucciso, l’anno scorso, te ne sei dimenticato? – chiese incerto il Grifondoro, cercando una via di fuga. Contemporaneamente ammirava la bellezza mascolina del suo assalitore…

- Lo faccio per me… per te. Riguardo all’anno scorso so che si è trattato di un incidente… avrai pure la zucca vuota, ma so che non saresti mai capace di uccidere un compagno,seppur un rivale come me. Poi, se muori tu, che ne sarà di me?-

Harry tornò al presente.

- Non sto morendo! – si arrabbiò Harry, anche se il cuore aveva accolto con un sospiro la dichiarazione del ragazzo che non lo reputava del tutto responsabile del suo ferimento. L’aver usato l’incantesimo Sectumsempra era stato angosciante….

- … -

- Sei fuori di testa! Smetti con questa commedia! Mi stai facendo paura… -

- Paura? Non devi aver paura, sai? Sarò delicato… -

Detto questo l’ex-serpeverde salì sul letto e si sedette a cavalcioni sulle gambe unite di Harry.

Con lentezza scese un’altra volta a baciarlo, i vividi occhi verdi lo fissavano astiosi, mentre con una mano tornava ad accarezzare il membro del ragazzo.

Harry era indeciso se essere arrabbiato o imbarazzato, in qualunque caso il suo corpo faceva quello che gli pareva e la sua erezione divenne sempre più dura tra le mani del nemico.

- Cosa vuoi farmi? – la sua voce ora tremava.

- Shhhh… -

- Draco… no… -

- Zitto Potter, mi devo concentrare. –

Detto questo il biodo si sistemò meglio e s’impalò con un unico movimento dei fianchi.

L’ansito di dolore che sgorgò dalla sua gola mentre tutto il suo corpo s’inarcava all’indietro, fece coro all’urlo che Harry emise quando il suo corpo fu inghiottito in quell’unico colpo.

Malfoy rimase immobile per un interminabile istante mentre il suo corpo si adattava a quell’intrusione programmata ma comunque nuova e dolorosa.

Lentamente, ricordando la regola fondamentale del vivere, riprese a respirare e il dolore un po’ si attenuò.

Tornò a piegarsi su Harry con il viso solcato da sottilissime lacrime argentee, scendendo a baciarlo mentre coi fianchi tentava brevi movimenti.

Il grifondoro respirava come se fosse stato a lungo in apnea, misteriosi impulsi di piacere gli si propagavano dal ventre al cervello, mentre il suo sesso era avvolto stretto fra le pareti carnose del corpo del serpeverde, sopra di lui.

La testa Harry scattò all’indietro affondando nel cuscino, gli occhi strettamente serrati, il viso arrossato…

Draco s’intenerì a quella visione e scese a posare baci leggeri lungo la linea della mandibola, scendendo poi sul collo che, così arcuato, forniva ampio spazio al girovagare della sua bocca.

Dopo un tempo che sembrò infinitamente lungo, Harry cominciò a sciogliersi al piacere che il biondo gli stava dando.

Piano, piano, Malfoy cominciò a muoversi su e giù, lungo il pene, facendolo entrare e uscire dal suo corpo in una danza ipnotica e sempre più coinvolgente.

Con decisione Draco cominciò a muovere il bacino sempre più velocemente, il suo corpo non soffriva quasi più, godendo della gamma di emozioni che variavano continuamente sul volto del moro.

Forse mi odierai ancora di più per averti obbligato a subire questa violenza…” pensò”…ma se l’odio mi può aiutare a tenerti in vita, accetto anche quello…..” poi il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’orgasmo, lento e sfibrante, che giunse per entrambi come una liberazione.

Draco gli si accasciò addosso, sfinito ma soddisfatto; diede un bacio a Harry che, nello stordimento dei sensi, ricambiò con foga, poi gli rotolò al fianco, liberandolo del suo peso, timoroso di fargli male.

Harry era immobile, gli occhi chiusi, il battito del cuore veloce.

Passarono parecchi minuti di straordinario silenzio prima che Draco, che respirava ancora con molta fatica, si decise a guardarlo in faccia.

Harry si era addormentato.

Da un certo punto di vista preferì il suo sonno a eventuali insulti…  non sapeva bene che cosa aspettarsi dopo quello che gli aveva fatto.

Stancamente recuperò le coltri e ci si coprì facendo attenzione che anche Harry fosse a posto; lo pulì e lo rivestì con un tocco di bacchetta.

Spossato si addormentò.

  

Più tardi, a notte fonda , Harry fissava il soffitto al buio.

Si era svegliato a causa del formicolio che aveva a braccia e gambe, la pozione stava esaurendo la sua potenza.

L’esperienza vissuta era stata sconvolgente.

Non sapeva davvero quale doveva essere la sua reazione. Aveva una gran voglia di prenderlo a pugni…

Al sesso tra ragazzi non ci aveva mai pensato.

La motivazione adottata da Draco per giustificare quei momenti di fuoco gli era sembrata improvvisata, voleva tanto sapere come lui e gli altri fossero giunti alla conclusione che non avesse più voglia di vivere!

Era vero che era un periodo un po’ così per lui, rinchiuso a scuola anziché libero di dare la caccia a Voldemort. Capiva benissimo che ottenuti i M.A.G.O. aveva più possibilità di vincere quella che ormai considerava la sua “personale” guerra.

Ciò nonostante continuò a sentirsi frastornato a lungo, e si riaddormentò.

 

La luce del mattino filtrava dalle finestre quando Harry si svegliò con una sensazione di benessere.

Volse il viso verso Draco che dormiva con la testa sul cuscino accanto al suo. Arrossì.

Con cautela scese dal letto e si avviò, barcollando, verso il bagno. Il dolore al torace si era svegliato in tutta la sua potenza.

Quando uscì dalla doccia il suo cervello era decisamente meno annebbiato.

Tornò in camera e in silenzio si vestì, mentre Draco continuava, ignaro, a dormire.

Era presto… non voleva svegliarlo. Non se la sentiva di affrontarlo subito…

Piano uscì dalla stanza e si diresse verso il portone del castello, lo aprì e uscì nell’aria frizzante del mattino.

La botta del giorno prima ora la sentiva tutta e affannosamente decise di scendere lentamente fino alla riva del Lago Nero dove si sedette sotto un giovane pioppo.

La tranquillità che si respirava nell’aria tersa, lo aiutò a riflettere su ciò che aveva fatto fino a quel momento.

 

Certo Harry non poteva immaginare che, giunto al portone, qualcuno ai piani alti veniva bruscamente tirato giù dal letto con uno strattone…

Accadde così che un’impenitente entità ‘birichina’ agguantasse Draco per l’ombelico e lo scaravoltasse poco carinamente giù dal letto.

Fortunatamente il suo cervello prese a funzionare alla velocità della luce consentendogli di afferrare al volo la bacchetta e pronunciare pochi, ma essenziali, incantesimi d’Appello.

Così mentre Harry scendeva lentamente, molto lentamente, verso il lago Nero, Malfoy imprecava, saltellando su un solo piede, pregando Merlino di assisterlo in quella complicate esibizione circense che era il vestirsi, saltando giù per le scale, bacchetta in bocca e chiappe al vento, un calzino infilato e uno a metà.

- Se lo agguanto lo uccido! Antro che povero Potter! Quando avrò finito con lui le ferite magiche sembreranno una passeggiata! -  imprecò il biondo saltando nei pantaloni e contemporaneamente mancando 3 scalini atterrando poco elegantemente sulle pietre dell’ingresso.

E, come Salazar volle, Harry giunse dove voleva e finalmente si fermò.

Draco riuscì così a completare la vestizione senza rischiare oltre l’osso del collo.

Poi decise di vedere che cosa c’era di così importante là fuori da spingere Harry ad andarci così improvvisamente di mattina presto. Si augurò che avesse avuto un buon motivo….

 

Harry, ignaro di tutti quei ‘gentili’ pensieri che Draco gli stava indirizzando, trascorse diversi minuti in completa pace e solitudine in contemplazione del paesaggio che si risvegliava.

- Non pensare troppo, ti si fonde il cervello. – disse una voce nota alle sue spalle.

- Sempre gentile, vero Malfoy?- s’irritò Harry senza degnare di uno sguardo il ragazzo.

- Soprattutto se mi sveglio, non ti trovo, e sono costretto a rotolare nudo giù dalle scale. –

- Non ti facevo così delicato. –  ‘’ops…! mi ero dimenticato del guinzaglio…’’ sorrise tra sé il moro.

- Mph! –

- Non hai nulla da dire riguardo a ieri notte? – si decise il Grifone ad affrontare l’argomento.

- Se vuoi delle scuse, dimenticale. – ribatté Draco.

- Scuse? Da te non me le aspetto proprio. Voglio delle spiegazioni… sono un po’ deboluccie quelle che mi hai rifilato ieri sera, non trovi? –

- Probabile, però è vero che il pensiero della Granger e della preside era indirizzato così. –

- E tu ne hai approfittato… -

- Spudoratamente, direi. –

- Ma perché? –

- Perché deve esserci per forza un perché? - Ribatté Malfoy.

- Ho capito. Per ora lascio perdere, ma scoprirò che cosa frulla in quel tuo cervello da furetto! – sbuffò Harry spazientito tornando al suo silenzio.

Harry non riusciva a staccare lo sguardo dall’acqua del Lago e Draco si unì al suo silenzio.

- Non ti sembra il caso di andare a fare colazione, dal momento che, a tutti i costi, ti sei voluto alzare dal letto e uscire? –

- Si, va bene; ma c’è così tanta pace qui che mi dispiace andarmene. –

- Coraggio! Sto morendo di fame.-

I due giovani rientrarono al castello, Malfoy più spedito e Potter arrancando…

 

Al suo ingresso nella Sala Grande tutti si stupirono di vederlo già in piedi.

Fermato più volte dai ragazzi delle varie Case che s’informavano sulla sua salute, alla fine raggiunse il suo posto a tavola, dove Draco già si era avventato famelico su una brioche, pronto a subire l’incredibile mole di domande e rimproveri che, sapeva, Ron e Hermione gli avrebbero fatto.

 

Quando andò per la consueta medicazione da Madama Chips, Harry trovò ad attenderlo Lupin e la McGranit.

Entrambi manifestarono la loro preoccupazioni per la sua salute e l’infermiera brontolava sul fatto che lo preferiva a riposo almeno un giorno o due.

- Non vi dovete preoccupare. Sto bene adesso!- cercò di rassicurarli.

- Il colpo di ieri non è stato uno scherzo per il tuo fisico, devi rendertene conto! – protestò Lupin preoccupatissimo. – Devi riposare! –

- Non è necessario che io salti le lezioni. Basta che non compia movimenti troppo bruschi e va tutto bene, no? – rispose cocciuto il ragazzo.

- Non ti facevo così ligio alle lezioni. – borbottò Lupin.

- Sono qui su vostra insistenza e prenderò i M.A.G.O. per essere più preparato, su vostro consiglio. Se salto le lezioni che senso ha? –

- E va bene! – cedette Madama Chips – Ma se appena non ti senti bene vieni qua subito. D’accordo? –

- Va bene, se non ce la faccio ve lo dico. – cedette Harry

- A proposito, Potter. Ieri sera ho parlato a lungo col signor Weasley e la signorina Granger, e mi hanno raccontato cosa è successo durante l’ultima cerca, mi hanno parlato dei trabocchetti che ha dovuto affrontare… -

- ? –

- Trabocchetti che è chiaro non si è neanche accorto… - borbottò -  ho dato queste informazioni a Madama Chips nella speranza che possa meglio indirizzare le sue cure. – lo informò la Preside.

- E’ una brutta faccenda, Potter, la combinazione di quelle due maledizioni è mortale… è già un miracolo che sei ancora vivo, che sei sopravvissuto anche alla botta di ieri… -  disse l’infermiera.

- … e alla notte… - borbottò Harry tra se.

- Già. La pallonata… - disse Lupin che non aveva colto le parole di Harry. - Una cosa buona l’ha fatta. Ha risvegliato i centri del dolore ed è un buon passo in avanti verso la guarigione.- disse con entusiasmo.

- Lei dice professore? Ora però è meglio se vado. La prima ora è…trasfigurazione. Preside, siamo in ritardo.-

- Oh, certo, Potter, andiamo.-

 

 

 

 

                                                                                             Continua…