Il giocattolo

parte IV

di Victor


…tu mi appartieni…

 

Il rumore della risacca, il freddo, lo stordimento…

Goku spalancò i suoi grandi occhi dorati e si guardò intorno confuso. Era approdato su una delle rive del fiume che lo aveva ingoiato dopo quella terribile caduta. Aveva creduto di morire ed invece era sopravvissuto, ma Sanzo????

Il terrore di aver perso Sanzo lo costrinse a sollevarsi in piedi, nonostante gli abiti fradici e appesantiti dall’acqua,  nonostante il terribile dolore che sentiva un po’ da per tutto.

Con gli occhi stanchi cominciò a cercare il bonzo ma non lo vide da nessuna parte. Forse la corrente lo aveva trascinato lontano da lui… il solo pensiero di ritrovarsi da solo, senza il suo bonzo lo fece tremare fin nel più profondo anfratto della sua anima demoniaca. Con voce roca e tremante a causa del freddo cominciò a gridare il suo nome, ma Sanzo non rispondeva. L’idea che il monaco potesse essere morto non lo sfiorava nemmeno, perché Sanzo lo diceva sempre che sarebbe morto solo dopo averli seppelliti tutti e tre. Quindi doveva essere vivo, ma dove?

Scrutò lungo le rive del fiume visibili dall’ansa sulla quale si era arenato. Senti il cuore perdere un colpo quando vide il corpo del bonzo abbandonato dalla corrente sullo steso lato del fiume a pochi metri da lui. Corse verso il ragazzo inciampando per la fretta in una radice, ma alzandosi subito per poi crollare ai piedi di Sanzo, rivoltarlo con il capo verso l’alto per ascoltare trepidante il suo respiro. Era vivo, Sanzo era vivo… avrebbe voluto piangere per la gioia, ma si limitò a stringersi addosso il bonzo, stritolandolo quasi nella forza del suo abbraccio, ma Sanzo non riprese conoscenza. Era gelato fino all’osso e anche lui aveva freddo. Caricò il monaco sulle sue spalle e si incamminò alla ricerca di una qualche tipo di rifugio.

Il cielo sopra le loro teste era grigio e lampi di luce attraversavano le nuvole gonfie che infine cominciarono a sfogarsi con un temporale.

Goku si rifugiò dentro un piccolo rientro sul fianco di una parete rocciosa. Non era un gran ché come rifugio, ma almeno non sarebbero rimasti sotto la pioggia.

Posò delicatamente Sanzo sul pavimento e osservò il lieve rossore sul suo volto, con la piccola mano tastò la temperatura della fronte e si accorse che era davvero alta…

“Sanzo…” lo chiamò con voce incerta, ma il monaco non rispose.

Non aveva alcuna possibilità di accendere un fuoco, le poche frasche sparse qua e là davanti all’ingresso della grotta erano bagnate fradice.

 

“Maestro io non volevo tradirvi…” .

Stava delirando. Goku ripensò a quello che era successo nell’incubo creato da quel dannato demone, aveva riportato violentemente alla mente del bonzo ricordi troppo dolorosi per lui, ma adesso non era il momento di lasciarsi prendere dalla rabbia, doveva agire in fretta e aiutare il suo Sanzo… il suo Sanzo… si perché lui voleva bene a Sanzo, gliene avrebbe sempre voluto, indipendentemente da quanto male lo trattasse.

 

L’unica fonte di calore che aveva a disposizione in quel momento era il proprio corpo, e non si sarebbe fatto remore ad usarlo. Si spogliò totalmente, e fece lo stesso con l’amico. Non aveva mai visto Sanzo nudo… non lo aveva mai visto, ma quante volte aveva provato ad immaginarlo. I pettorali scolpiti, la vita esile, i fianchi accattivanti, le gambe lunghe e forti, per non parlare poi della sua zona più segreta… aveva la bocca secca e si sentiva accaldato. Aveva anche lui la febbre, ma una febbre diversa da quella del monaco.

Con gli abiti ancora umidi preparò un giaciglio, sarebbe stato il calore dei loro corpi ad asciugarli, sistemò il monaco sul giaciglio improvvisato e lo coprì con la sua veste sacerdotale. Lo raggiunse sotto quello scomodo e umido letto, e lo abbracciò con un braccio e una gamba. Dopo un po’ Sanzo parve accorgersi della presenza di qualcuno accanto a sé, perché si voltò fino a posare il capo sul piccolo petto di Goku che sussultò, mentre qualcosa giù in basso si destava. Il ragazzo deglutì a fatica e lo abbracciò. Lentamente la tensione si sciolse e Goku si rilassò sulla spalla del bonzo. Il profumo di quei capelli biondi e di quella pelle lattea lo investì, aumentando la sua eccitazione e facendogli fornicare in testa strane scene a dir poco inadatte a quella situazione. Quante volte aveva desiderato trovarsi nudo accanto a Sanzo, mentre i loro corpi si scambiavano calore? Lo strinse più forte a sé, così come aveva fatto il bonzo con lui, poche notti prima nella camera di una locanda. A quante cose aveva pensato quella notte ed invece adesso la sua mente sembrava una pagina bianca. nessun pensiero, nessuna parola, solo la beata certezza di stringersi Sanzo addosso e il profumo invadente del suo corpo.

 

“Ho freddo…” mormorò il monaco e Goku si destò dal leggero dormiveglia nel quale era caduto. Il kimono sulla loro pelle era ormai asciutto, così come gli abiti sotto di loro. Forse l’umidità aveva solo peggiorato le condizioni del bonzo… aveva paura di non essere all’altezza della situazione… dov’era Hakkai? Come mai lui e quel pervertito di un kappa non li avevano ancora trovati? Lui non era bravo a prendersi cura delle persone, anche se si trattava di Sanzo, anzi forse il fatto che si trattasse proprio di lui lo rendeva ancora più incapace.

Sanzo cominciò a rabbrividire e Goku comprese che era inutile starsi a lamentare. Allontanò il kimono e gli si sedette accanto cominciando a sfregargli il corpo con le sue piccole mani…

“Non mi lasciare Sanzo… non lasciarmi solo un’altra volta…” gli mormorò mentre le lacrime gli salivano agli occhi senza che lui potesse controllarle in alcun modo.

 

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C’era qualcosa di caldo che si muoveva su di lui, piccole schegge di luce e fiamma e l’odore, il buon odore di dolci e cioccolata. Sollevò appena le palpebre per scoprire che il giorno aveva già ceduto il posto alla notte, poi lo vide… il volto di Goku, sfigurato dalle lacrime, le sue braccia e le sue mani che si muovevano convulse sulla sua pelle. Com’era bello il tocco di quelle mani, quante volte aveva desiderato sentirsele addosso, anche se in modo diverso, più lento, più sensuale.

Il volto della sua piccola scimmia era stanco, le sue labbra tremanti, aveva freddo, ma non se ne curava tanto era impegnato a scaldarlo.

Sanzo mosse una mano per sfiorare quel volto e Goku si arrestò bruscamente, afferrando avidamente la mano fra le proprie.

“Sanzo, ti sei svegliato finalmente, Sanzo…” piangeva e rideva insieme e con gioia infinita si gettò su di lui per dimenticare il dolore che aveva provato quando aveva creduto di perderlo.

Sanzo accarezzò quella meravigliosa testolina castana con affetto e possesso. Quella era la sua scimmia, il suo giocattolo, non aveva importanza se l’affetto che nutriva per lui offendesse il tempio e la memoria del suo maestro, lui era suo e non vi avrebbe rinunciato mai per nessun motivo. Ecco perché durante quel maledetto delirio aveva scelto di sparare a sé stesso invece che al ragazzo… Goku era tutto per lui adesso, la sua famiglia, la sua scimmia, il suo giocattolo…il suo amore. Basta prendersi in giro, decise nella sua mente, basta girare intorno alle parole per nascondere il segreto nascosto nel cuore, lui amava la sua scimmia. Ecco lo aveva ammesso e adesso si sentiva molto meglio, adesso era legato, schiavo di Goku e dell’amore folle che nutriva per lui. Non c’era insegnamento che tenesse davanti alla forza devastante dei suoi sentimenti, che ora, come un fiume in piena lo sommergevano facendolo tremare per l’emozione e per l’intima consapevolezza di essere nudo accanto alla sua scimmia che piangeva senza ritegno per la paura.

“Non mi hai lasciato andare…” mormorò il bonzo e Goku sollevò lo sguardo verso il suo e rimase incatenato alla forza di quegli occhi così magnetici. La mano di Sanzo afferrò la sua testolina e l’avvicinò alla propria.

Voleva le sue labbra, voleva le labbra della sua scimmia, adesso lo voleva così come non l’aveva mai desiderato prima e la cosa gli faceva paura, ma allo stesso tempo lo riempiva di eccitazione.

Goku lo assaggiò, così come lo assaggiava Sanzo. Anche la scimmia voleva essere baciata… stupida scimmia perché non glielo aveva mai fatto capire prima…forse sarebbe stato inutile, lui non era ancora pronto.

Lo lasciò andare solo per guardarlo negli occhi. “Tu sei solo mio, scimmia!” gli mormorò e il volto di Goku si illuminò di un sorriso. Che stupido, pensò Sanzo era persino felice di sentirsi dire che apparteneva a qualcuno… forse dopo cinquecento anni rinchiuso in una grotta senza niente da fare se non aspettare, il semplice fatto di poter appartenere era tutto.

Lo baciò ancora con la dolce speranza di annegare nella forza di quelle labbra dolci e sensuali, ma questa volta voleva di più, voleva invaderlo e lo costrinse a dischiudere la bocca, per poterne prendere possesso. Ecco, quello era il sapore di Goku, il sapore della sua scimmia. Non esisteva niente di più buono di quel sapore proibito. Era suo e solo suo e lo avrebbe preso tutte le volte che lo desiderava, senza farsi più problemi di morale o altro, senza preoccuparsi di indagare se fosse giusto o sbagliato. Lo avrebbe preso e basta. E Goku? Lui si comportava come se non desiderasse altro. Seguiva prepotentemente il ritmo del bacio, lui lo voleva, non aveva dubbi. Anche la sua piccola scimmia lo amava? Forse la parola amore era lontana dalla sua testa, ma lo adorava, di questo era certo, lo adorava come il sole al mattino, anche se nel suo caso era meglio dire che lo adorava come una tavola imbandita, quello come paragone era senz’altro più azzeccato.

 

Goku non riusciva a credere a quello che stava succedendo, Sanzo lo stava baciando con un ardore e una veemenza da fargli tremare le ginocchia. Quanta passione si nascondeva dietro il suo monaco freddo e distaccato? Tanta, pensò felice, e adesso lui gli apparteneva, apparteneva a quel ragazzo meraviglioso con i capelli biondi come l’oro e gli occhi profondi come laghi di alta montagna.

Com’era dolce il sapore delle sue labbra, voleva assaggiarlo tutto, voleva conoscere il sapore di ogni centimetro della sua pelle e quando si separarono per riprendere fiato, ne approfittò per scendere con le labbra lungo il suo collo, sul suo petto voluttuoso, concedendosi una lunga sosta fra i capezzoli che sembravano non aspettare altro che la sua bocca. Sanzo gemeva di piacere. Lui che restava impassibile davanti a tutto adesso gemeva senza pudore per la sua lingua e per le sue labbra.

 

Il bonzo affondò le mani nella criniera castana per richiamarlo a sé, per riportare le sue labbra alla bocca, ancora assetata del suo sapore e Goku lo raggiunse per imprigionarlo nel suo bacio affamato.

Sanzo ribaltò le posizioni e fu lui a trovarsi sopra la scimmia. Goku sorrise pensando che anche nell’amore era come nella vita, gli piaceva decidere. Lo avrebbe lasciato fare, almeno per ora, pensò. Aveva aspettato troppo quel momento per sciuparlo inutilmente.

 

 

Non credeva che Goku fosse così attratto da lui, così come non credeva a se stesso che mugolava sotto la bocca maliziosa della scimmia. Dov’era finito il suo orgoglio? Non lo sapeva e non gliene importava nulla, preferiva rotolarsi insieme con la sua scimmia piuttosto che restarle indifferente.

Adesso era il suo turno di farlo gemere, voleva essere lui a domarlo e non il contrario (un po’ di orgoglio in fondo gli era rimasto). Percosse le sue carni con lo stesso ardore con le quali Goku aveva fatto avvampare le sue. Prima il collo, poi il petto e infine i capezzoli, piccoli bottoni che si rizzarono al semplice contatto con la sua lingua, mentre la sua mano scendeva in basso verso i fianchi forti e sodi, per poi afferrare il suo membro turgido e pulsante, Goku trasalì per il piacere. Era davvero ben dotata la sua scimmia, non lo avrebbe mai pensato… bene, la cosa non gli dispiaceva affatto. Scese con le labbra fino alla base dell’asta e cominciò a torturarla con piccoli morsi strappati con le labbra, con la sua lingua infuocata e con le dita. Goku ansimava e affondava le mani fra i suoi capelli biondi cercando di convincerlo ad afferrarlo in bocca, e quando finalmente Sanzo lo accontentò il ragazzo non resistette a lungo alla tensione e sfociò inondandolo con il suo seme.

“Sei proprio buona, mia piccola scimmia!” la sua voce era scandalosamente lussuriosa e Goku la trovò ancora più irresistibile. Il monaco si sollevò per baciarlo, così da dividere con lui il sapore della sua virilità, dolce e buona proprio come lui.

Goku non credeva a quello che aveva appena fatto, era imbarazzato, ma allo stesso tempo così eccitato.

Ritornò all’attacco sul monaco, che adesso lo lasciò fare, lo lasciò indagare sul suo corpo così come non avrebbe permesso a nessun’altro.

Goku era una scimmia anche mentre faceva l’amore, ingordo e affamato della sua carne non ci mise molto a raggiungere la sua intimità e a torturarla così come aveva fatto lui. Sanzo tentava di resistergli, ma quella bocca maliziosa era brava a “mangiare”. 

Stava per esplodere quando lo fermò. Goku lo guardò con un misto di incomprensione e delusione, forse aveva fatto qualcosa che non andava. Il bonzo comprese al volo i suoi pensieri e gli sorrise afferrandogli teneramente il mento fra le dita. Quel breve attimo di pace gli permise di avere il controllo di sé.

“Non così, mia piccola scimmia ingorda, voglio il tuo corpo prima!” non aveva mai immaginato che proprio lui, il venerabile Sanzo potesse desiderare così il corpo di un’altra persona. Lui che si era estraniato dal mondo degli uomini per ascendere a quello celeste. Sorrise, in realtà non gliene era mai importato nulla di essere il venerabile Sanzo, ma di Goku… della sua piccola scimmia gli importava davvero molto e la voleva, così come non aveva mai desiderato niente in vita sua. Lasciò che le sue mani avide, più della bocca di Goku, scendessero lungo il fondoschiena e si posassero con un lento movimento circolare sul piccolo pertugio nascosto fra le natiche. Goku sobbalzò per quell’improvvisa violazione. Il suo volto divenne rosso per l’imbarazzo, ma Sanzo gli sorrise e continuò a baciarlo.

Un dito lo penetrò lentamente facendolo trasalire, continuò il suo lento e ritmico movimento dentro le sue carni ardenti che protestavano e accompagnavano quell’invasione.

“Ho paura!” mormorò appena Goku irrigidito e Sanzo si bloccò.

“Va bene!” sussurrò abbandonando il suo obbiettivo. Goku era molto più importante della sua soddisfazione, avrebbe aspettato si promise, fino a quando lui non si sentisse pronto.

 Tornò a baciarlo e Goku si sentì confuso. Adesso che le dita di Sanzo non erano più nella sua carne ne sentiva la mancanza. Forse Sanzo adesso gli voleva meno bene perché lui lo aveva rifiutato, eppure lo baciava con ardore.

Goku si scostò appena dalle sue labbra e il bonzo lo guardò con fare interrogativo.

“Cosa c’è?” gli chiese con voce pacata

“Vieni in me!” gli mormorò con tanto imbarazzo

“Non hai detto di aver paura?” non era arrabbiato, pensò Goku

“Sì, ne ho tanta, ma ti amo… – si portò le mani sulle labbra come per coprire la pesantezza di ciò che aveva detto – scusa non volevo…”. Abbassò lo sguardo, ma Sanzo gli accarezzò la meravigliosa testolina castana.

“Anch’io ti amo, stupida scimmia!” questa volta lo aveva detto con un inflessione nuova e carica di sentimento che riempì il cuore di Goku di una gioia infinita. Il ragazzo gli saltò al collo e Sanzo lo abbracciò a sua volta.

“Sono felice Sanzo, io sono l’essere più felice dell’universo!” disse e il bonzo rimase sconvolto da quella dichiarazione. Era davvero così importante per quel ragazzo? Non aveva mai creduto di poter essere importante per qualcuno, non nel modo in cui Goku lo riteneva importante.

“Anch’io sono felice, Goku…” avrebbe voluto dire altro ma le labbra della sua scimmia coprirono le sue con un bacio, mentre la mano del ragazzo afferrò la sua per condurla lì dove voleva che lo prendesse. Sanzo esitò a toccarlo e Goku lo guardò sorridente. “Non ho più paura adesso, perché so che tu mi ami!” mormorò diventando rosso come un peperone e Sanzo lo guardò confuso.

Tornò a penetrarlo con le dita, più perché gli era stato chiesto che per convinzione, ma questa volta Goku non reagì con il nervosismo di prima, bensì si rilassò e quando il membro eretto del bonzo premette contro il suo piccolo antro segreto sentì che niente lo avrebbe reso più felice che accoglierlo nel suo corpo così come lo aveva già accolto nella sua anima.

Sanzo entrò dentro di lui con dolce prepotenza, strappandogli lacrime e gemiti misti di dolore e piacere. Con l’affetto di un amante premuroso, asciugò con piccoli baci le lacrime che gli rigavano il volto mentre il suo bacino spingeva sempre di più dentro quel corpo meravigliosamente caldo, lo invase totalmente e quando l’anello del desiderio non contrastò più la sua erezione, cominciò con foga a spingere strappando gemiti di piacere a Goku che, con le dita si era artigliato alle sue spalle, lasciandovi sopra i segni del suo amore.

Goku non sapeva che potesse essere così bello essere invasi totalmente dal corpo della persona amata, Sanzo non stava riempiendo un vuoto fisico, ma anche psicologico. Il vuoto generato dall’abbandono in una grotta buia e solitaria. Per questo dentro la sua mente Goku gridava: “Riempimi Sanzo! Riempi il vuoto che c’è in me! Cancella quella prigionia!” e questo era proprio quello che il bonzo stava facendo. Cinquecento anni di solitudine cancellati dall’ardore e dal profumo del suo corpo.

Dal canto suo Sanzo sapeva di essere ormai prigioniero della sua scimmia , bel modo il suo di non avere legami…

Il suo corpo stava arrivando all’apice del piacere. Un dolore infinito che precede lo scoppio di un incanto sublime così intenso da far diventare le carni molli come gelatina. Un riverbero che partiva dal pube e si diffondeva come un onda sismica in tutti i muscoli, facendo tremare le ginocchia e le labbra, mentre la voce viene meno, spezzata dall’emozione.

Era in quello stato quando scivolò via dal corpo che lo aveva accolto, abbracciandolo con possesso.

Libero, pensò esausto.

Libero dalle sue emozioni che lo avevano imprigionato più del dolce sorriso di Goku. Adesso era libero di amare e Goku non era più il suo giocattolo, ma il suo amore, il suo meraviglioso amore.

 “Sanzo…” mormorò il suo nome e il bonzo si perse in quegli occhi dorati.

“umh!”

“Sono ancora tuo?” chiese con voce flebile e Sanzo sorrise scompigliandogli i capelli

“Pensi che avrei donato me stesso a qualcuno che non fosse mio?” gli disse con quel nuovo sguardo intrigante e malizioso

“Mi amerai ancora come prima?” quanta insicurezza c’era nella sua voce, l’insicurezza di chi sa di aver donato tutto se stesso e teme di essere abbandonato. Forse era proprio per questo che Goku lo adorava, poiché nel suo lontano e perduto passato era stato abbandonato da chi si era preso tutto…

“Sì, ancora molte volte!” e il sorriso sulle labbra di Goku si allargo e stanco di quello che avevano appena condiviso si addormentò. Sanzo lo guardò confuso, coprendolo e coprendosi con la sua veste cerimoniale, niente aveva mai riempito il suo cuore come il sorriso della sua scimmia. Era spaventato perché sapeva che da adesso in poi in ogni battaglia avrebbe avuto il terrore di perderlo, più di quanto già non lo avesse avuto in passato, ma questa volta il terrore sarebbe stato dettato non dalla paura di assaporare nuovamente il dolore di chi resta in vita, bensì dalla paura di perdere il suo sorriso.

 

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Hakkai e Gojo li ritrovarono poche ore dopo, mentre Goku era intento a pescare per saziare il suo “insaziabile” (gioco di parole obbligatorio) appetito e Sanzo restava seduto su una roccia a leggere il giornale del giorno prima (lo so a cosa state pensando: da dove lo tira fuori il giornale visto che poche ore prima aveva gli abiti inzuppati? Non lo so, la storia è mia e me la sbroglio come voglio; ops scusate, ma a furia di imitare il carattere di Sanzo, mi sono in-sanzita il cervello).

 

La mattina dopo:

“Dammi la mia ciambella, stupida Scimmia!”

“È mia, l’ho ordinata io! Pervertito di un kappa!”.

“Possibile che abbiano tutte queste energie anche di primo mattino!” pensò ancora Sanzo sbadigliando vistosamente, sorseggiando il suo caffè nero e cercando di leggere il giornale. Aveva trascorso una piacevole notte insonne. Aveva fatto l’amore con Goku ancora e ancora e ancora… mai stanco delle sue attenzioni, mai pago del piacere di possederlo e lasciarsi possedere.

Hakkai osservava divertito i due litiganti continuando a spalmare il pane con il burro. Quella scena era ormai in replica da troppe mattine.

“Ti ho detto di darmi la ciambella, scimmia!!!”

“NO! NO! E NO! È mia!”

“Ora ti uccido!”

“Io ti disintegro!”

“Io ti ri-uccido!”

“Io ti ri-disintegro!”.

“Io ti ri-ri-uccido!”

“Io ti ri-ri-disintegro!”.

“Io ti ri-ri-ri-uccido!”

“Io ti ri-ri-ri-disintegro!”.

Sanzo posò rumorosamente la tazza del caffè sul tavolo e li guardò torvo. I due si ritirarono come per paura di essere fulminati da quello sguardo di fuoco. Goku deglutì temendo l’immancabile sventagliata e Gojo cercò automaticamente rifugio vicino ad Hakkai.

Il bonzo, però, sorprendendoli avvicinò il piatto con le sue ciambelle a Goku che non riuscì a credere ai suoi occhi. “Adesso mangia e sta zitto, stupida scimmia. Voglio leggere in pace il mio giornale!” continuò con quel tono duro, sistemando meglio gli occhiali. Non avrebbe mai lasciato trapelare l’intensità dei suoi sentimenti davanti agli altri.

Goku, che ben conosceva il carattere di Sanzo, comprese l’amore nascosto in quel gesto e in quelle dure parole. Sanzo era Sanzo in fondo e ci teneva alla sua immagine, quindi non gli dava affatto fastidio che si comportasse in quel modo, anzi, proprio perché lo conosceva sapeva bene sapeva che era davvero di buon umore per trattenersi dal prenderli entrambi a sventagliate. Comunque era meglio non approfittare troppo della sua buona sorte per quella mattina, così soddisfatto si fiondò sul piatto che il ragazzo aveva appena toccato e si abbuffò senza ritegno sotto gli occhi sorpresi di un kappa incredulo.

“Hai visto che ha fatto?” bisbigliò ad Hakkai attirando la sua attenzione con piccole gomitate, senza smettere di fissare Sanzo.

“L’ho visto, l’ho visto! Adesso basta però non è buona educazione fissare le persone!” gli disse Hakkai con quel suo sorriso che voleva dire: “penso di aver capito tutto”.

 

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ED INFINE ECCOCI ARRIVATI AL TRAGUARDO. SPERO CHE LA STORIA VI PIACCIA E CHE LA LEGGIATE CON LA STESSA PASSIONE CON LA QUALE IO L’HO SCRITTA. QUESTA FF MI HA AIUTATO A SUPERARE UN MOMENTO DI PURA CRISI ARTISTICA, NON TANTO SCRIVENDOLA QUANTO VEDENDO CHE VENIVA APPREZZATA. INFATTI I MIEI AMICI SI SONO SEMPRE RIFIUTATI DI LEGGERE QUELLO CHE SCRIVO E QUESTO MI FA UN PO’ RABBIA, PERCHE’ SE NON TI AIUTANO LORO CHI TI AIUTA? INVECE GRAZIE AGLI UTENTI DI QUESTO SITO HO RIACQUISTATO FIDUCIA IN ME E NEL MIO TALENTO (LO SO CHE SONO ESAGERATA, MA MI SONO APPENA RIPRESA DA UNA CRISI, FATEMI GLORIARE UN PO’). VOLEVO RINGRAZIARVI TUTTI E PROMETTERVI CHE PRESTO TORNERO’ CON UNA NUOVA FF. COMUNQUE LEGGETEVI ANCHE “IL RICORDO DI LEI” ANCHE SE NON è YAOI NON È MALE. CIAO A TUTTI E A PRESTO!!!!!!

 

 




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