DISCLAMER: La Rowling li ha creati e se li tiene ben stretti!ç_ç DATEMI DRACUCCIO-TESORO!
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Harry Potter e il patto col diavolo

parte XII

di Nuel


La prima ora del martedì mattina era universalmente considerata una pacchia dai ragazzi del settimo anno che, ormai, sapevano volare alla perfezione. Specialmente i membri delle squadre di quiddich si esibivano in acrobazie che suscitavano scrosci di applausi da parte dei compagni di classe. Nell’ultimo inverno, oltre ad aver studiato la storia dell’evoluzione del manico di scopa (strettamente legata alla storia del quiddich), avevano dovuto applicarsi nell’apprendere il codice delle vie aeree, fondamentale per quando avrebbero cominciato a volare al di fuori della scuola per non essere scoperti dai Babbani dato che, come era riportato in tutti i libri che parlassero di scope volanti si faceva cenno al fatto che esse fossero “il segreto peggio custodito” di tutti i tempi.
Quando le giornate si erano fatte, però, più calde, non c’era stato verso di impedire ai ragazzi di svolazzare liberamente per l’atrio.
In fin dei conti, il corso di volo occupava una sola ora alla settimana, negli ultimi due anni e non c’era motivo di impedire agli studenti di rilassarsi un po’.
Quel giorno, Draco Malfoy, cercatore della squadra di quiddich di Serpeverde e provetto volatore su scopa, volava basso, lento e lontano dagli altri.
Quel giorno, Harry Potter, cercatore della squadra di quiddich di Grifondoro e talento naturale del volo, si limitava a facili evoluzioni assieme al suo inseparabile amico Ron Weasley.
Quel giorno, per disdetta delle due classi, i loro campioni non si sfidarono in nessuna gara di voli acrobatici, giri della morte, voli radenti, picchiate ed impennate.
Draco Malfoy stava prendendo una decisione importante, aiutato dal rilassante frullo del vento sul viso.
Harry Potter aveva preso già la sua decisione e non doveva essergli costata poco. Draco voleva essere degno di quella decisione, voleva dare ad Harry qualcosa in cambio.
Forse sarebbe stato un po’ plateale, ma sarebbe rientrato nel suo personaggio. Avrebbe palesato una parte del suo cuore, del cuore di un Serpeverde, se non altro... gli avrebbe dato un’ancora perché non lo odiasse completamente, anche se... Draco strinse gli occhi. In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa perché i genitori di Harry non fossero morti. Se loro fossero stati vivi, tutto sarebbe stato più facile.
Draco planò piano accanto all’insegnate, che li osservava da terra e chiese il permesso per rientrare al castello, dicendole che doveva conferire con il professor Lupin e con il professor Vitius. In realtà approfittò del cambio dell’ora anche per vedere Ginny e chiederle di restare nell’aula di Storia della magia nell’ora seguente.
La ragazza cercò di obbiettare che doveva frequentare Pozioni, ma Draco insistette che poi avrebbe sistemato lui tutto con Piton.
Quando tutti i Grifondoro ed i Serpeverde si furono seduti ai loro posti e la lezione stava per iniziare, alla porta dell’aula bussarono il professor Lupin e Ginny.
Draco si alzò e si diresse alla cattedra, mentre il piccolo professor Vitius si metteva da parte.
I ragazzi delle due case assistettero incuriositi alla scena.
Draco salì sulla pedana tenendo in mano un libro dalla copertina rossa. Si girò verso i suoi compagni e rivolse un saluto con la testa a Lupin e Ginny. Aprì il libro (“Gli animali fantastici: dove trovarli” di Newt Scamandro), ne scorse rapidamente le pagine e lo richiuse, tornando a fissare i suoi compagni.
Harry non gli staccava gli occhi di dosso, con una strana agitazione che gli rimescolava lo stomaco.
-Prima di tutto, voglio ringraziare il professor Vitius per avermi consentito di fare questo discorso ed il professor Lupin e Ginny per essere venuti. Vi ho chiesto di essere qui perché quello che devo dire riguarda anche voi. Quello che voglio dire non sarà una sorpresa per i Serpeverde perché sono cose che sanno già, ma forse, per qualche Grifondoro potrebbe essere un punto di vista molto diverso da quello che ha avuto fin’ora.
Questo libro lo conoscete tutti: l’abbiamo usato il primo anno. C’è un capitolo intereassante: “Breve storia della consapevolezza Babbana degli animali fantastici”.
Tutti sapete che a Serpeverde vengono smistati i figli delle famiglie più antiche, i Purosangue ed anche che molti di noi sono figli di seguaci del Signore Oscuro.
Sappiamo tutti che molti di noi seguiranno le orme paterne, finita Hogwarts...-
Un brusio si sollevò tra i Grifondoro, mentre i Serpeverde non batevano ciglio. Ginny congiunse le mani al petto, preoccupata ed i due insegnanti si fecero molto attenti.
Draco fissò Harry e non seppe come riuscì a mantenere la voce ferma e non scoppiare a piangere davanti al suo sguardo freddo. Deglutì e riprese.
-I giornalisti che all’epoca si occuparono delle stragi operate dal Signore Oscuro e dai suoi seguaci coniarono quei nomi che oggi conosciamo tutti, da Tu-sai-chi a Maghi Oscuri. Nomi che il Ministero adottò di buon grado. Come reazione il Signore Oscuro prese a farsi chiamare così e chiamò i suoi fedeli Mangiamorte.... nomi che non invitano certo ad avere fiducia in loro... ma quello che voglio dire... è che questi nomi non se li sono dati loro, spontaneamente, ma per reazione.
Tutti conosciamo mastro Gazza. Un Magono è considerato una disgrazia per ogni famiglia di maghi, no?
Vi siete mai chiesti perché nelle famiglie di Purosangue non nascona mai Magono?
Alcuni di voi sono figli di Babbani o ne hanno tra i loro antenati. Queste persone sono consapevoli del fatto che i loro figli potrebbero nascere senza poteri?
Voi criticate la rigidità di famiglie come la mia, vi opponete al Signore Oscuro ed ai suoi fedeli e... non posso negare che i fatti del passato non siano da condannare, ma vorrei che consideraste l’ideale e le necessità che ci sono dietro, che hanno spinto tanti maghi famosi e rispettabili a diventare Mangiamorte.
Rileggetevi questo libro e considerate quanti studenti ci sono ad Hogwarts e quante scuole come questa ci sono al mondo. Considerate quanti maghi ci sono al mondo e quanti Babbani.
Se non sbaglio, c’è qualcuno, tra i Grifondoro che ancora nasconde alla propria madre di essere un mago... -
Dean abbassò lo sguardo ed i suoi amici evitarono di girarsi a fissarlo per un misto di affetto e compassione nato quando, al sesto anno, avevano saputo che la madre Babbana del loro amico ignorava di aver sposato un mago e di averne messo al mondo un altro. Anche il padre di Dean era una vittima dei Mangiamorte...
-Se cominciassimo a legare troppo con i Babbani, per una banale questione statistica finiremmo per estinguerci.
Credete che sia una cosa così di poco conto? Se ogni mago sposasse un Babbano, le percentuali di mettere al mondo Maghino salirebbe ad ogni generazione, senza contare che i Babbani potrebbero mettersi in testa di sfrutare i nostri poteri...
In questo libro si parla brevemente degli enormi sforzi che da secoli i maghi fanno per proteggere gli animali magici. Tra questi ci sono anche i licantropi, professore.
I licantropi sono schedati come animali, non come uomini o come creature e sono animali pericolosi. Se i Babbani li scoprissero quanto ci impiegherebbero a deciderre di sterminarli? Cosa accadde durante la caccia alle streghe ce lo ha insegnato il professor Vitius. I Babbani hanno ucciso migliaia di altri Babbani innocenti accusandoli di stregoneria. Oppure parliamo dei draghi: degli sforzi incredibili che dobbiamo fare perché i draghi tendono ad uscire dalle aree protette e sono particolarmente aggressivi. Parliamo delle zone indisegnabili?- Drago scosse la testa. -Se noi non dovessimo esserci più, per tutte queste razze sarebbe la fine. Quando scegliamo di unirci a qualcuno che non è come noi, dobbiamo considerare anche la responsabilità che abbiamo verso queste creature. Noi facciamo da cuscinetto tra due mondi diversi e non credo che... che sia sbagliato voler mantenere puro il sangue magico o tenere i mezzosangue all’oscuro della magia, impedendo loro di frequentare scuole come questa. Loro continuerebbero a vivere da Babbani e noi avremmo maggiori possibilità di sopravvivere...-
Il silenzio regnava incontrastato nell’aula.
Draco strizzò gli occhi per impedire ad una lacrima di fuoriuscire. -...Grazie-
Abbandonò la cattedra e tornò al suo posto. La campanella suonò, ma nessuno si mosse.
Ginny, lentamente, un passo dopo l’altro, si avvicinò a Draco e lo abbracciò.
Pansy Parkinson piangeva silenziosamente. I Serpeverde, un po’ alla volta, accerchiarono il loro leader e lo tolsero alla vista dei Grifondoro.
Lupin lasciò la stanza dopo un cenno al suo collega, che riprese posto sulla sua sedia. Lentamente tutti lasciarono l’aula ed, all’ora di pranzo, nella Sala Grande, non si parlava d’altro che del discorso di Malfoy.
-Roba da non credere! Ma cosa vuole Malfoy? Che diventiamo tutti Mangiamorte?!- Borbottava Ron, incredulo e quasi offeso.
Hary non parlava, Ginny taceva, Hermione non toccava cibo.
-Piantala Ron!- Lo sgridò la sorella all’ennesimo commento del fratello.
-E perché mai?!- Incalzò lui.
-Ron! Malfoy ha ragione- Sibilò Hermione senza alzare lo sguardo.
-Ma ti sei bevuta il cervello?!-
-E’ per questo che tra noi non funzionerà mai: sei un superficiale, Ron!- Hermione lasciò la Sala di corsa.
Ron rimase basito ad osservarla, incapace di credere a quello che aveva sentito.
-Non capisci proprio niente Ron: né che Hermione è innamorata di te, né che Draco non ci ha detto di diventare Mangiamorte o di approvare le loro azioni, ma di capire il perché molti di loro lo fanno!- Lo rimproverò Ginny.
-Non è solo desiderio di potere.... per qualcuno è istinto di sopravvivenza, senso di responsabilità verso le razze che dipendono da noi...- Proseguì Harry.
Vedeva Malfoy sotto una tremolante luce diversa. Era certamente l’arrogante rampollo di una famiglia antica e blasonata, il viziato e capriccioso bugiardo e ruffiano che aveva imparato a disprezzare in quei sette anni. Era il figlio di un mangiamorte che aveva contribuito all’assassinio dei suoi genitori e di Sirius.... Harry non poteva cancellarlo.
Ma Draco gli aveva detto che non era solo questo. Aveva parlato di responsabilità, di dovere verso chi aveva bisogno di essere protetto... l’aveva fatto per.... Ginny? Si sentì stringere il cuore. Avrebbe voluto che Draco avesse detto quelle cose per lui.... Si rendeva conto che Draco aveva ammesso che sarebbe diventato un Mangiamorte, ma che l’avrebbe fatto perché riteneva che i suoi privilegi fossero al servizio di altri.... com’era diverso dal ragazzino che aveva incontrato a Diagon Alley tanti anni prima, mentre, in piedi sopra una sedia, si faceva prendere le misure dell’uniforme.

Dopo la fine delle lezioni Harry si diresse nei sotterranei. Attese di incontrare un Serpeverde qualsiasi e gli chiese di dire a Draco che era lì.
Il ragazzino del secondo anno si riaffacciò al muro scorrevole qualche minuto dopo e gli disse che Malfoy non voleva vederlo, quel giorno. Senza permettere ad Harry di insistere tornò dentro ed ad Harry non rimase che fissare il muro grigio e vuoto.
Vi appoggiò la schiena e si lasciò scivolare a terra, cominciando a piangere sommessamente.
Draco attese che la sala comune si svuotasse e si diresse al muro d’uscita. Vi appoggiò una mano. Non credeva che Harry fosse ancora lì fuori, ad aspettarlo, ma era bello che fosse andato a cercarlo. Chissà se aveva capito che quel discorso era per lui? Se lo avesse preparato, sicuramente sarebbe stato più chiaro, invece aveva parlato a ruota libera e non era sicuro che avesse capito quello che aveva voluto dirgli.
Si sedette a terra con la schiena contro la parete.
Dai sotterranei non si vedevano le stelle. Peccato. Gli sarebbe piaciuto andare fuori a guardarle, magari tenendo per mano Harry.... così si addormentò segnando il cielo stellato sopra di loro e le sue labbra morbide da baciare.
Pansy, a piedi nudi, gli si avvicinò e gli drappeggiò addosso come poté una coperta leggera. Benché fosse estate faceva freddo nei sotterranei. Gli appoggiò un bacio lieve sui capelli e tornò a dormire.

Quella notte, più di qualcuno non dormi, ad Hogwarts, perché uno strano senso di ineluttabilità aveva cinto le loro anime. Qualcuno volle dare la colpa alla pressione degli esami ormai alle porte, qualcun altro, capì che una stagione della propria vita stava finendo e che, crescere, talvolta non è piacevole perché anche le magie meglio costruite per nascondere la realtà, prima o poi si dissolvono e nessuno può aspettare che il proprio destino venga deciso da un altro.

Continua

Nota: “Gli animali fantastici: dove trovarli” Di Newt Scamandro, pseudonimo della signora Rowling esiste veramente, è edito da Salani in Italia, in collaborazione con Comic Relief, che, con le sue edizioni, dal 1985 raccoglie fondi per per aiutare chi è colpito da miseria, malattie e calamità.
Della stessa collana: “Il quiddich attraverso i secoli”. I libri costano solo E 4.00 l’uno e sono stati pubblicati nel 2002, ma si trovano ancora.