DISCLAMER: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 

 


Inferno

parte XIX

di Nuel

 

Harry si svegliò piuttosto presto, quella mattina e corse, senza aspettare nessuno, nell’ufficio del preside.
Silente gli aveva detto che per quella mattina avrebbe sicuramente saputo qualcosa di più preciso riguardo a Remus e lui era impaziente di sapere.
Scendendo i gradini due a due, buttò casualmente lo sguardo fuori da una vetrata. La bruma si alzava dall’erba che già aveva preso un grazioso color verde ed avvolgeva ogni cosa. Harry scorse una figura ammantata di nero e riconobbe la divisa di Hogwarts. Doveva trattarsi di uno studente mattiniero quanto o più di lui. Non prestò altra attenzione alla figura solitaria e riprese il suo cammino.

Blaise Zabini, avvolto strettamente nel proprio mantello, imprecava contro l’aquila reale del suo padrone. Il maledetto uccello era in ritardo e lui aveva freddo, ma, soprattutto, voleva tornare a letto prima che Draco si svegliasse. Voleva essere lì a dargli il buon giorno con un bacio.
Per fortuna Draco non aveva dormito molto, quella notte, quindi si sarebbe svegliato tardi.
Finalmente il rapace apparve come una macchia scura nel cielo incolore. Spiegò le grandi ali e planò silenziosamente fino a Blaise, che allungò il braccio per farlo appoggiare.
Svolse rapidamente dalla sua zampa la pergamena arrotolata e trovò la tanto attesa risposta.
Draco ne sarebbe stato felice.
Con una piccola spinta verso l’alto del braccio congedò l’animale, che in pochi attimi sparì nuovamente. Il messaggio che aveva portato non necessitava di risposta.
Blaise fendette la bruma ed attraversò il portone della scuola, scese silenziosamente i gradini e bisbigliò la parola d’ordine, confortato dal tenue tepore dei sotterranei.
Abbandonò la sala comune ancora vuota e risalì in camera, spogliandosi rapidamente per tornare a letto.
Draco mugugnò nel sonno e si accoccolò contro di lui, ritraendosi subito per il freddo.
Blaise sorrise. Draco era caldo e lui aveva bisogno di qualcuno che facesse alzare la sua temperatura. Lo abbracciò, stringendolo a sé e Draco brontolò infastidito, fino a svegliarsi.
-Buongiorno- Lo salutò allegro.
Senza neppure aprire gli occhi Draco si sporse verso di lui per avere il bacio del risveglio, ma appena in contatto con lui, li spalancò contrariato.
-Sei bagnato!-
Blaise rise sommessamente.
-Sei stato fuori?- Gli chiese, asciugandogli il viso e strofinandogli i capelli con il lenzuolo.
Blaise gli porse la pergamena, che aveva tenuto sotto il cuscino.
Di colpo completamente sveglio, Draco la afferrò, leggendola velocemente.
-Ci siamo, amore- Gli sorrise Blaise.
-Si- Rispose solo Draco, appoggiando la pergamena sulle ginocchia.
-Non sei felice?- Gli chiese Zabini, preoccupato.
Draco gli rivolse un sorriso tirato. -Si, Blaise. Solo mi chiedo se andrà tutto bene-
Blaise si alzò a sedere, ponendosi accanto al suo compagno e lo guardò attentamente.
-Draco, in meno di due settimane sarà tutto finito, quindi, se vuoi tirarti indietro o se devi dirmi qualcosa, devi farlo adesso, altrimenti non ci sarà più tempo-
Draco ripensò al suo incontro con Potter alla torre nord, qualche notte prima ed al sogno che aveva fatto poi. Blaise aspettava una risposta. Blaise che lo amava più di quanto uno come lui meritasse e che si stava dando tanto da fare solo per lui. Non poteva deluderlo. Non ci sarebbe mai stato un futuro insieme per lui e Potter. Solo per lui e Blaise c’era.
-Nessun ripensamento, Blaise- Gli disse allora.
Blaise si rilassò, afferrandolo per i fianchi e spingendolo giù, salendo su di lui e coinvolgendolo in un bacio lungo ed appassionato.
-Dimmi che mi ami- Gli chiese dolcemente.
Draco sorrise sornione, circondandogli il collo con le braccia candide. -Lo sai che ti amo, Blaise- Draco si disse che non era una vera bugia e mise a tacere la sua coscienza.

I giorni successivi furono piuttosto pieni per i due Serpeverde.
Harry era troppo impegnato a seguire a distanza le valutazioni mediche che venivano fatte a Remus per accorgersene, ma i loro movimenti non passarono del tutto inosservati all’occhio vigile di Hermione.
-Vi dico che stanno preparando qualcosa!-
-Ma cosa può essere, Herm’?-
-Non lo so, ma ad Aritmanzia, Zabini e Malfoy hanno chiesto di poter vedere il registro del professore-
-Pure a Pozioni, Herm, ma non ne capisco il motivo-
-Dai, amore, magari stavano solo contando le assenze di Malfoy!- Intervenne Ron, ma la sua ragazza non sembrava del tutto convinta.

Nonostante la sfiducia di Hermione, quello che i due Serpeverde facevano, era proprio controllare le assenze di Draco.
-Per il dieci di Maggio, allora. E’ deciso- Decretò Draco, chiudendo il diario di classe della professoressa Sprite. Dai loro calcoli basati sui registri consultati precedentemente quella era la data ricavata. Ritirandosi da scuola in quel giorno Draco non avrebbe perso l’anno.
Piton era già d’accordo e con Silente stava valutando di richiedere un nulla hosta speciale per fargli sostenere gli esami per i M.A.G.O. all’ospedale.
Sicuramente grazie all’influenza del vecchio matto avrebbero ottenuto una commissione speciale che lo avrebbe esaminato al di fuori della scuola.
Come suo padrino e con l’autorizzazione di Narcissa, l’insegnante di Pozioni si era già messo in contatto con il San Mungo perché in quella data Draco potesse essere ricoverato. Gli sarebbe stata riservata un’ampia stanza debitamente arredata per il suo soggiorno. Draco Malfoy non sarebbe mai finito in compagnia di veri malati come Allock o i coniugi Paciok!
L’aquila reale che consegnava i messaggi del suo padrone all’alba fece ancora un paio di visite ad Hogwarts prima del dieci Maggio.
-A quanto pare quel rifiuto di Minus conosce parecchi segreti di questa scuola!- Constatò Draco esaminando la descrizione di alcuni passaggi segreti di cui neppure sua zia Bellatrix era a conoscenza.
-Già, ma potremo fidarci di quel sorcio? Era amico del padre di Potter, in fondo- 
Draco alzò gli occhi su Blaise e li riabbassò sulla pergamena. -Gente come lui non dovrebbe nemmeno essere un mago! E’ troppo vigliacco per tradire il Signore Oscuro e troppo stupido per tentare di organizzare un suo piano. No, sono certo che questi passaggi siano tutti sicuri-

Harry stava facendo colazione come ogni mattina, in compagnia dei suoi amici, sbirciando al tavolo dei Serpeverde ogni volta che poteva.
I gufi cominciarono a scendere dalla volta azzurro cielo, movimentata da qualche nuvola bianca e dall’apparenza soffice ed Harry vide che Draco, approfittando di una momentanea distrazione di Zabini, gli sorrideva e gli indicava col dito un gufo che stava scendendo verso di lui.
Harry ricevette una breve pergamena da uno dei gufi della scuola.
La svolse e guardò verso il mittente, ma Malfoy stava conversando con Zabini, allora decise di leggere le poche righe vergate in una grafia elegante, stretta ed inclinata.
Subito le teste di Hermione e Ron si avvicinarono alla sua per vedere di chi fosse l’insolito messaggio ed Harry reagì nascondendo la pergamena contro il petto, arrossendo.
-Harry di chi è quella lettera?- Chiese stupito il suo migliore amico.
-Non dirmi che è “sua”?!- domandò invece Hermione.
Harry annuì rigidamente, mormorando uno “Scusate” e lasciando il tavolo e la Sala Grande per poterla leggere in pace.
“Ciao Harry,
Ti scrivo perché fra pochi giorni lascerò la scuola e prima vorrei rivederti e parlare di nuovo un po’ con te. 
Continuo a ripensare al nostro ultimo incontro alla torre nord... credo che se Blaise lo sapesse ti schianterebbe immediatamente, ma non posso farci nulla: non posso negare per sempre i miei sentimenti. Per ora non c’è spazio per un “noi”, ma forse, in futuro, se tu sconfiggerai il mio Padrone... si, Harry: sono un Mangiamorte. Lo sono diventato la notte in cui mio padre è morto.
Voglio iniziare adesso ad aprirti il mio cuore, prima che ci siano troppe cose nascoste da non essere più in grado di farlo.
Ti aspetterò alla Stamberga Strillante il dieci di Maggio, alle 10.30. Sarò al piano superiore.”
La lettera non era firmata, ma non era necessario. 
Harry scorse mentalmente il calendario, il dieci Maggio era il sabato successivo e per quella data era prevista un’uscita ad Hogsmeade, ma quello che davvero turbava Harry e non gli permetteva di godere della gioia di quell’incontro, era il fatto che Draco lasciasse la scuola. Perché? Dove sarebbe andato poi? Quando avrebbe potuto rivederlo?
Persino la scoperta che fosse un Mangiamorte era meno importante.
Harry raggiunse Ron ed Hermione all’uscita della Sala Grande. Aveva gli occhi sbarrati e lucidi ed il volto pallido.
I suoi amici lo circondarono subito, allontanandosi dalla massa degli studenti che si dirigeva alle varie aule.
-Cosa c’è Harry?-
-Sembra che tu abbia appena visto un Dissennatore!-
-Ron aveva ragione: stavano controllando i registri perché Draco lascia la scuola- Spiegò con voce rotta.
-Lascia la scuola? Ma non ha senso!- Esclamò Hermione, basita.
-Mi ha scritto che vuole vedermi e dirmi alcune cose....-
-Quando?- -Dove?- Chiesero in simultanea i due Grifondoro.
-Sabato prossimo, alla Stamberga Strillante-
-Vuoi che veniamo con te, amico?- Chiese Ron, agitato.
Harry fece un gesto di diniego.
Hermione occhieggiò la pergamena, approfittando che Harry avesse ammorbidito la presa e le poche parole che riuscì a leggere non le piacquero affatto.
-Harry. Per qualsiasi cosa, sai che puoi contare su di noi. Concorderemo un segnale, qualcosa, che ci permetta di sapere se sei in pericolo o hai bisogno di noi. Saremo lì vicino. Sei d’accordo, Harry?-
Harry annuì in silenzio, ma non aveva ascoltato neppure la metà delle parole della ragazza.

Blaise Zabini camminava avanti indietro per la loro camera. Draco era seduto tranquillamente sul letto ed aspettava che il suo ragazzo sbollisse la rabbia.
-Dimmi almeno perché l’hai fatto?!-
-Ho le mie ragioni, Blaise. Non ti basta? Non puoi fidarti di me?-
-C’è un piano, Draco! Un “piano”! E tu rischi di mandare tutto a monte rivelando a Potter che sei un Mangiamorte!-
-Non lo dirà a nessuno, fidati-
-Da quando garantisci per lui?-
Draco lo fulminò con uno sguardo freddo e tagliente.
-E poi non voglio che passi tanto tempo con lui in quella catapecchia!-
-Hai paura che possa rotolarmi con lui tra le lenzuola per l’ultima volta prima che arrivino?!- Lo provocò ghignando alla sua solita maniera.
-Ho paura che possa metterti le mani addosso, si. Ho paura che tu non lasci in tempo quella casa. Ho paura che qualcosa vada storto e ti possa succedere qualcosa, Draco!-
-Non mi succederà niente, Blaise! Sarò di ritorno per l’arrivo dei medimaghi, Potter non mi salterà addosso e il nostro piano sarà un successo tale che il Padrone ci farà diventare i maghi più potenti del pianeta, dopo di lui-
-Non è necessario che tu vada veramente alla Stamberga Strillante. Mandiamo una lettera al nostro Signore e gli diciamo di anticipare l’attacco-
-No, Blaise. Ho un piccolo piano tutto mio da realizzare. E’ mio padre che è morto per colpa di Potter, se ben ricordi, quindi ho il diritto di affrontarlo. Ti giuro che Potter non avrà neppure la voglia di combattere, quando avrò finito con lui!- Sibilò cattivo.
Blaise rabbrividì riconoscendo quella particolare determinazione così Serpeverde nel ragazzo che amava.
-Ma perché tanto tempo? Non puoi affrontarlo un po’ più alla svelta?-
-Mi prenderò tutto il tempo necessario, Blaise. E’ la mia vendetta. Tu rimani qui e aspettami. Andrà tutto secondo i nostri piani!-
Blaise non poté che sperare che Draco avesse ragione.
Ormai non potevano più tirarsi indietro.


Continua.....