Disclaimers: Per loro fortuna questi pg sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio. Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi i deboli di cuore/stomaco

 

 


Inferno

parte XVII

di Nuel

 

Kreacher scivolava silenzioso e rapido nei corridoi bui. I piccoli occhi malevoli si spostavano rapidamente scrutando le ombre, assicurandosi di passare inosservato.
Padron Draco gli aveva dato l’ampollina con la pozione da aggiungere a quella che il professor Piton preparava mensilmente per il licantropo.
Arrivò alla porta dell’insegnate di Pozioni e si fermò ad ascoltare. Nessun rumore all’interno, segno che l’uomo era andato a dormire.
In punta di piedi, l’elfo domestico si introdusse nello studio, sciolse le protezioni intorno all’ampolla in cui concludeva il suo ciclo la pozione antilicantropia e versò il suo veleno. Si concesse il tempo di un sorrisetto compiaciuto, prima di ripristinare le protezioni ed uscire dalla stanza.

-Chi è questo Mathias Colmar?- Chiese Draco, sdraiato su un fianco, la testa appoggiata sul palmo, mentre Blaise gli leggeva il messaggio che aveva ricevuto quella mattina.
-Tassorosso, terzo anno. E’ il maggiore di tre fratelli, tutti licantropi, contagiati dalla madre. Il padre lavora in una piccola tipografia che, anni fa, stampava i volantini propagandistici del nostro Signore. Il titolare è un Mangiamorte, ma se la cavò come i nostri genitori, dicendo di essere stato sotto Imperius-
Draco sghignazzò al pensiero di come i loro padri se la fossero cavata con una menzogna tanto semplice e palese.
-Se si sapesse in giro che tutta la famiglia è affetta da licantropia l’uomo perderebbe il lavoro. La moglie non lavora: il figlio più piccolo ha solo otto anni e lei lo accudisce ancora-
-Così comprano la pozione in nero dalla tua famiglia!- Concluse per lui il principe dei Serpeverde.
Blaise annuì. -Con il magro stipendio del padre non arrivano a fine mese da quando devono prendere cinque pozioni, così spesso il bambino più piccolo viene lasciato senza e chiuso in una stanza, dato che non è ancora pericoloso-
-Mostruoso!- Commentò Draco, veramente sorpreso.
-Non tutti navigano nell’oro, Draco!- Lo ammonì serio Blaise. -Comunque, gli ho offerto una buona soluzione: farà in modo di essere ferito da Lupin, così non dovrà più nascondersi: la notizia che un ex insegnante affetto da licantropia era ospitato ad Hogwarts ed ha contagiato uno studente finirà su tutti i giornali-
-E così, essendo minorenne, la sanità fornirà gratuitamente la pozione al ragazzo- Capì Draco.
-Si, se poi, lui, dovesse, incidentalmente contagiare il resto dei familiari, i figli avrebbero la pozione gratuitamente ed i genitori per vie legali, e quindi a prezzi più accettabili. Inoltre, dato lo scalpore che farà la cosa, il padre non potrà essere licenziato proprio per le passate accuse del suo datore di lavoro-
-Se lo licenziasse perche è un licantropo o lo è un membro della sua famiglia, nessuno crederebbe più alla balla e verrebbe riconosciuto come Mangiamorte. Ottimo piano, Blaise!- Si complimentò Draco, che languidamente, aveva cominciato a stiracchiarsi, offrendo la piega sinuosa della sua schiena e del suo sedere allo sguardo compiaciuto del suo complice, che abbandonò la pergamena per dedicarsi ad un delizioso trastullo.

Mancavano ancora cinque giorni al plenilunio, Harry era preoccupato, ma si ostinava a non volere che gli amici parlassero con Silente. Eppure il preside doveva essersi accorto che qualcosa non andava in Lupin.
Camminava lentamente verso il campo da quidditch, con la sua scopa in mano, ma non riusciva a rilassarsi al pensiero dell’allenamento.
La settmana seguente avrebbero giocato contro Corvonero ed il morale era abbastanza alto: la squadra avversaria non era così temibile. La verità era che, da quando Draco non giocava più il quidditch aveva perso un po’ del suo fascino. Harry non sentiva più lo spirito di competizione, gli mancava un avversario capace di infervorarlo.
Per le due ore seguenti volò assieme ai suoi amici, provando strategie di gioco ormai collaudate e senza riprendere mai i suoi compagni. Ormai erano mesi che la squadra era formata e c’era un’ottima sincronia tra di loro.
-Vinceremo di sicuro il torneo, quest’anno!- Esclamò Ron, sotto la doccia, sporgendosi verso il box in cui era Harry.
Il capitano sussultò ed arrossì. -Scusa Ron, non ti stavo ascoltando-
-Me ne sono accorto!- Sbuffò il rosso, chiudendo l’acqua ed acciuffando l’asciugamano che aveva appeso fuori dalla cabina che stava occupando. -Harry, si può sapere che hai?-
Harry chiuse l’acqua ed uscì a sua volta. Si guardò intorno per assicurarsi che altri non lo ascoltassero. -Sono preoccupato per Remus-
Ron sbuffò. -Anche io, Harry. Ma, sinceramente, dopo come si è comportato con Hermione, davvero: vorrei che lo dicessimo a Silente!-
-Ancora qualche giorno, Ron. Ti prego!-
-Ok, amico. Ma tra qualche giorno sarà luna piena. Prega che nessuno si faccia male!-
-Cosa state borbottando voi due?- Furono sorpresi da due braccia gocciolanti che si posarono sulle loro spalle.
Harry sobbalzò, mentre Ron riconobbe subito uno dei loro cacciatori e sghignazzò: -Harry ha problemi di cuore!-
Il ragazzo fischiò e sorrise ad Harry. -E chi è la fortunata?-
Harry arrossì, ma continuò il gioco di Ron. -Segreto!-
Un quarto d’ora dopo i due amici camminavano sotto le stelle, verso il castello, avendo seminato il resto della squadra, terribilmente curioso.
-Comunque è vero, Ron: ho davvero un problema di cuore...-
Ron sospirò sonoramente. Odiava parlare di Malfoy, ma non poteva esimersi.
-Non ci hai più parlato?-
Harry scosse la testa. -No. E’ sempre con Zabini... non mi ha più cercato-
Ron sentì la sua voce incrinarsi appena e gli circondò le spalle con un braccio. -Il mondo è pieno di uomini migliori di lui, Harry. Prima o poi incontrerai quello giusto!-
Harry scosse la testa. -E’ lui che voglio, Ron! Non un uomo migliore!-
-Senti amico, lo sai che a me Malfoy non piace, ma se non vuoi fartene una ragione, allora, lotta! Non lasciarlo a Zabini! Mandagli un gufo chiuedendogli di incontrarvi, oppure chiediglielo apertamente, fa qualcosa!-
Harry sospirò a sua volta e sollevò lo sguardo per guardare la luna. Mancava solo un piccolo spicchio a renderla un cerchio perfetto.
-Prima devo pensare a Remus- In cuor suo, sentiva la devastante certezza che Draco era ormai troppo lontano per lui.

La notte del diciotto aprile un ululato squarciò le tenebre. Poco dopo si sentì un urlo ed il castello si risvegliò di soprassalto.
Capiscuola e prefetti tennero a bada gli studenti nei dormitori e presto vennero raggiunti dai professori responsabili che li pregavano di tornare a dormire.
Harry vide l’ombra di dolore sul volto della professoressa McGranit e la seguì fino all’uscita della sala comune.
-Non ora, Potter. Domani- Lo fermò la donna prima che la seguisse oltre il ritratto.
Harry tornò in camera propria, afferrò il mantello dell’invisibilità e la seguì di corsa.
Ron ed Hermione stavano tranquillizzando i ragazzi più giovani, ma l’avevano visto. Hermione aveva spalancato la bocca come per dire qualcosa, ma poi l’aveva richiusa senza parlare. Ron gli aveva fatto un cenno affermativo con la testa, dandogli la sua benedizione.
Harry corse fuori e seguì ad una certa distanza la vicepreside. Passando davanti ad una finestra fu colpito dalla luminosità della luna. Della luna piena.
Le lacrime gli salirono agli occhi senza motivo apparente. Fissò l’astro con odio e tornò a seguire la professoressa.
-Minerva...- La chiamò accorato il preside, quando giunse nella Sala Grande.
I prfessori sembravano essersi dati tutti appuntamento.
-Non so come sia stato possibile! Sembra quasi che la pozione fosse sabotata!- Sbraitò il professor Piton, torcendosi le mani.
-Severus, qualcuno avrebbe potuto farlo?- Gli chiese gentilmente il preside.
-Assolutamente no, Albus! Mi occupo personalmente della pozione e dei sistemi di sicurezza della mia stanza!- Rispose stizzito l’insegnate di Pozioni.
-Resta il fatto che Remus ha morso un ragazzo...- Stirò le labbra la McGranit.
Harry sussultò, in preda al panico.
-Ora il povero ragazzo è in infermeria con Poppy ed Hagrid è uscito a cercare Remus, possiamo solo sperare- Disse il preside, con lo sguardo stanco.
Harry non rimase più ad ascoltare. Un ragazzo era stato ferito, forse contagiato. Tutto perché lui non aveva voluto dire quello che sapeva. Era colpa sua!
Corse fuori. In lontananza sentì un ululato ed il latrare di un cane. Sicuramente si trattava di Thor. Scese un gradino. Non si vedeva la luce della lanterna di Hagrid. Il guardiacaccia doveva essersi addentrato nella Foresta Proibita.
-Sicuramente Hagrid tornerà con il nostro povero amico. Purtroppo dovremo avvisare il Ministero... E’ inutile uscire a cercarlo adesso- La voce calma del preside gli fece sapere che era al corrente della sua presenza. Come Silente fosse in grado di vederlo sotto il mantello dell’invisibilità, per Harry, era un mistero, ma già al terzo anno gli era accaduto qualcosa di simile. Proprio nella capanna del mezzogigante.
Harry sospirò ed annuì.
Seguì i passi lenti dell’uomo, che trascinava un po’ le pantofole di un blu brillante e si diresse all’infermeria.
Entrò silenziosamente ed individuò il ragazzo. Sembrava dormire sul lettino candido, mentre Madama Chips lo vegliava.
Lasciò l’infermeria con un peso sullo stomaco. Era come se quel ragazzo l’avesse ferito lui. Pregava solo che il contagio non fosse avvenuto.
Mentre si dirigeva alle scale, colse di sfuggita un’ombra sospetta.
Trattenne il fiato per un momento riconoscendo Piton che, furtivamente, lasciava la stanza di Lupin e si avviava ai sotterranei continuando a guardarsi alle spalle, con la bacchetta in mano.
Lo seguì per un po’, finché non scomparve nel labirinto di cunicoli che erano il covo dei Serpeverde.
Harry attese qualche minuto, riflettendo intensamente, poi corse a perdifiato, raggiungendo la torre di Grifondoro.
Hermione e Ron lo aspettavano seduti sul divano, i volti tesi e le mani giunte.
-Harry!- Lo chiamò la ragazza, pur non vedendolo, appena sentì il passaggio aprirsi.
Harry si tolse il mantello e li fissò con gli occhi dilatati dall’ira.
-E’ stato Piton!-
-A fare cosa, Harry? Spiegati!- Lo interruppe Ron.
-Ha sabotato la pozione antilicantropia! Ha detto che nessuno poteva farlo, quindi deve essere stato lui!-
-Ma perché avrebbe dovuto...?- Chiese Hermione, sconcertata.
-Per difendere Zabini dall’accusa di essere un Mangiamorte, per vendicarsi di quando erano ragazzi, non lo so! Ma so che è così-
-Harry, prendi fiato! Siediti e raccontaci tutto! Come sta Remus?- Si impose la ragazza.
Harry respirò a fondo e si sedette al posto di Ron che si era alzato per farlo accomodare.
-Remus si è trasformato nonostante la pozione stanotte ed ha morso un ragazzo..-
-Merlino!- Esclamò Ron, mentre Hermione si copriva la bocca con entrambe le mani.
-Ora il ragazzo è ricoverato in infermeria. Non sanno ancora se sia contagiato, ma non sembra in pericolo di vita. Hagrid sta cercando Remus e Piton ha detto che pare che la pozione fosse sabotata, ma che la fa lui personalmente e che nessuno può entrare nel suo studio senza che scatti un allarme o qualcosa del genere, ma poi l’ho visto uscire furtivamente dalla stanza di Remus e sono sicuro che è andato per cancellare qualche prova!- Harry aveva parlato concitatamente, restando senza fiato.
I suoi due amici l’avevano ascoltato sconvolti e preoccupati. Dopo qualche minuto Ron ruppe il silenzio.
-Anche Malfoy è accusato di aver partecipato alla strage di Natale e questo, effettivamente, potrebbe essere un motivo plausibile per spingere Piton a cercare di eliminarlo-
-Draco non c’entra!- Scattò Harry, fulminando il rosso.
-Harry, mantieni la calma- Lo prese per il braccio Hermione. -Piton è nell’Ordine e Silente si fida di lui. Ha superato l’animosità con Remus da tanto tempo e sicuramente sa che non è eliminando un testimone facilmente screditabile che può proteggere i suoi studenti-
-Hermione, chi può essere stato allora?-
-Non lo so, ma sicuramente c’è una spiegazione, dobbiamo solo trovarla!-
-“Solo”?! Hermione, Silente avviserà il Ministero! Lo rinchiuderanno!-
“I Lupi Mannari sono stati smistati tra la divisione Animali ed Esseri per molti anni; attualmente esiste un ufficio per i Servizi di Sostegno ai Lupi Mannari nella Sezione Esseri mentre il Registro dei Lupi Mannari e l’Unità di Cattura Lupi Mannari ricadono sotto la Sezione Animali. Parecchie creature d’intelligenza superiore sono classificate come “animali” perché sono incapaci di dominare la propria natura bruta.”*
Harry sentì la voce piatta del loro insegnante di Storia della Magia che leggeva il passo sulla classificazione delle varie specie magice.
-Dio mio, Hermione.... per loro non è nemmeno un essere umano!- Le lacrime minacciavano seriamente di lasciare i suoi occhi ed Hermione lo abbracciò strettamente, con quel fare materno così protettivo che scaldava il cuore di Harry.
-Se è diventato pericoloso... non c’è altra scelta Harry- Bisbigliò Ron, incredibilmente a disagio.
-Lui non vorrebbe mai fare del male a degli innocenti, Harry! Bisogna fermarlo- Gli disse gentilmente Hermione.
Harry sapeva che i suoi amici aveano ragione, ma non bastava a farlo stare meglio.


Continua