Free Talk 1: Ebbene sì, sono ancora qui a rompere le scatole che volete
farci?Spero solo di azzeccare il formato giusto e che non mi escano tutti
quegli orribili segnacci>.<!!!E spero soprattutto di non farmi odiare a
forza di postare le mie follie notturne-perchè non ho assolutamente tempo di
giorno a parte rarissime eccezioni..sì vabbè...diciamo pure nulle
eccezioni..-, pregando per la vostra clemenza...
Un bacione a tutti i coraggiosi^^!Kara, la prossima è la tua fic!!

 


Green Bird

parte I

di CastaliaRimu



Era notte.
Le stelle rilucevano in quell'enorme velluto color tenebra che lo
sovrastava, un delicato profumo di mare e olivi, misto a quell'inebriante
aroma delicato e forte allo stesso tempo, che solo le rose sapevano
trasmettere.
Le SUE rose.
Ogni sentimento pressoché umano e positivo, lo aveva mantenuto solo grazie a
tutto l'amore che riversava in esse, come un'ancora di salvezza.
Ogni volta che si sentiva troppo vicino all'orlo del precipizio, si gettava
anima e corpo nella cura di quella sua piccola oasi.
Quel fiore così insolito ed atipico in quelle zone, quel fiore che lo
accompagnava in ogni momento, in ogni cosa, con il suo profumo.
Anche quando uccideva.
Soprattutto quando uccideva.
Ne aveva bisogno, un bisogno fisico ormai, altrimenti sapeva che se si fosse
perso di nuovo, senza di esse non sarebbe più riuscito a tornare indietro.
Ultimamente però avvertiva dentro di sé un cambiamento.
E questo forse lo spaventava ancor più che lo smarrimento.
Sentiva come un calore estraneo, una forza che gli stringeva le viscere e
l'anima, una cosa strana che gli serpeggiava dentro senza preavviso, che non
emetteva segnali, dalla prima volta che si era presentata e lo lasciava lì,
impalato, senza parole, senza fiato, il sudore freddo che scorreva sulla
pelle solitamente tiepida e liscia, inumidendola.
Odiava questa sensazione.
Odiava non riuscire più a mantenere il controllo di quel corpo che, sebbene
perfetto, subiva senza sosta le ripercussioni della propria mente, della
propria anima.
Che cosa gli stava succedendo?
Aveva paura.
E lui detestava, avere paura.
Odiava questa specie di adrenalina viscida che gli si contorceva dentro.
E si preoccupava anche perchè sapeva fin troppo bene, qual'era il nome di
questa anomalia che lo percuoteva e tartassava, ogni giorno di più.
A,m,o,r,e.
Lui, era innamorato.
LUI!
Che immane follia!
Che fosse per tutto quel che stava subendo, da quando il santuario aveva
cambiato regime, da quando il cavaliere di sagitter aveva rapito la dea
bambina? Che fosse per quello che aveva paura di non saper più mantenere il
controllo?
L'aria, era innegabile, era cambiata, e molte cose lo lasciavano perplesso,
molte cose sembravano solo costruzioni di inganni su inganni, come un
patetico ritornello.
Era per quello?
O per altro..?
Lo specchio dentro di sé, sul quale aveva sempre catalizzato le sue
attenzioni, del quale credeva fino a poco tempo prima di essere innamorato,
del quale si era sempre sentito attratto, si era incrinato
irrimediabilmente.
<<Maledizione..Maledizione!>>
Un leggero alito di vento gli mosse la splendida capigliatura turchina, che
produsse riflessi argentei, sotto la luce della luna, concorrendo con essa
in bellezza.
Perchè questo era quello che era, un figlio dell'astro notturno, delle
tenebre vellutate, delicate, sensuali, dei mille fruscii che non si riesce a
cogliere, ma che tuttavia ci sono.
Lui, si era innamorato, paradossalmente di una persona che era il suo esatto
contrario, nella quale non vedeva alcuna similitudine, nell'aspetto e nel
carattere.
Un figlio del sole, come mai altri ne potevano esistere al mondo.
La pelle scura, dorata, profumata nella sua mascolinità, i capelli
scurissimi, gli occhi profondi e neri come le tenebre di quegli inferi di
cui era signore.
Si era innamorato contro la sua volontà e pure della persona sbagliata.
Di certo, era innegabile che questo andasse contro ogni logica, ma che
arrivasse a terrorizzarlo, questo proprio non riusciva ad accettarlo.
Non riusciva a darsi pace.
Passò una mano delicata tra i capelli, ravviandosi una ciocca che si era
postata fastidiosamente sul viso.
-Uff..-
Si decise a cercare di mandare i propri pensieri a nanna per quella sera,
mentre si dirigeva dal giardino alla casa di cui era custode, la dodicesima,
quella dei Pesci.
Che strano, a volte si sentiva così terribilmente stanco di tutto..
Avrebbe voluto potersi alzare la mattina, sapendo di non avere nulla a cui
DOVEVA dedicarsi, nulla a cui DOVEVA pensare -attività quella che da una
certo periodo di tempo aveva cominciato ad odiare..-...
Oh! come sarebbe stato tutto più semplice!
Certo le cose intricate gli piacevano, nulla da dire, ma odiava con tutto se
stesso ciò a cui non riusciva a venire a capo.
E di punti oscuri, in quella situazione, ce n'erano anche troppi al
santuario..
-Bah, ma in fondo a me cosa me ne importa?-
Se lo disse, più per convincere la parte reticente alle conclusioni
menefreghiste che si agitava indisturbata dentro di sé che per altro,
prendendosi il suo infuso alle rose e mettendosi a letto.

****
POV Death Mask

E' notte, anche oggi.
Come non la sopporto la notte! Così piena di ombre, ombre che ti confondono
la vista che non ti permettono di vedere ciò che si cela dietro di esse.
Ma più di ogni altra cosa, odio questa maledetta luna!
Così bianca, lattea, il suo riflesso pallido mi ferisce gli occhi.
E' troppo tagliente.
Il sole, invece rende tutto più chiaro, non ti acceca, non ti ferisce gli
occhi precludendoti la vista di ciò che invece dovrebbe essere chiaro,
dinnanzi a te.
Quando arriva la notte, mi sento prendere da un fortissimo senso di
fastidio, divento ancor più duro ed irritabile del solito.
Santi dèi, mi sento poco bene..
Ultimamente il clima che si respira al santuario non è certo dei più
piacevoli, ma io mi trovo perfettamente a mio agio nelle direttive che mi
vengono date dal Gran Sacerdote.
In fondo sono un assassino, no?
L'assassino perfetto, il signore dei morti...
Uff..questo maledetto dolore alla testa non se ne vuole andare..
Ultimamente, disturbi anomali come questi mi accadono sempre più spesso,
chissà a cosa sono dovuti..
Domani mi devo ricordare di andare da Aprho' e farmi dare una delle sue
tisane sdolcinate.
Certo, hanno un sapore terrificante per i miei gusti, sono dolciastre e
profumate come fossero fatte apposta per ripugnarmi;ma in fondo fanno il
loro lavoro, quindi devo prenderle come vengono...
Che strana persona il cavaliere dei pesci..
A volte sembra tanto affemminato da sembrare la brutta copia di una donna ed
altre ancora così spietato ed allo stesso tempo ebbro di quella sensualità e
lussuria che sembrano far parte di lui - oltretutto, come fosse la cosa più
naturale e logica del mondo- da lasciarmi completamente senza parole.
Che non mi si fraintenda, io non amo certo gli uomini, ma con lui è una cosa
così strana che non so trovarci un nome.
Non che tra di noi ci sia chissà quale rapporto, una cosa normale, come con
ogni altro cavaliere del santuario, ma mi trasmette un sentimento strano,
ogni volta che per caso mi capita di posare gli occhi su di lui.
E' come se volesse lacerarmi l'anima per vedere cosa nasconde, le mie
energie se ne vanno a farsi benedire e rimango lì come un cretino a fissarlo
con una faccia ebete -o, per lo meno, questa è l'impressione che mi sembra
di dare-!
Per Athena, che uomo ridicolo che sono!
Ma non posso farci nulla.
Quei suoi occhi strani, come pezzi di un vetro rotto mi scavano dentro
peggio che tutto il nero e lo sporco che mi porto appresso da sempre.
Ohi..la mia testa..
E meglio che me ne vada a letto e la smetta con tutte queste scemenze da
femminuccia.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

POV Aphrodite

Ma porca miseria!
Con tutto lo spazio che c'è in questa maledetta stanza, proprio sulla mia
faccia dovevi cadere, insulso ed odioso raggio di sole!?
Mi sollevo a sedere, ormai completamente sveglio, accompagnato dal secco
frusciare delle lenzuola.
Sento i capelli arruffati, spettinati, che mi cadono sulla faccia peggio di
una tenda e mi irrito ancor di più.
Mi alzo di scatto, e per un attimo sento il terreno mancarmi da sotto i
piedi.
Con un tonfo, avverto la mia pelle venire a contatto con il freddo del
pavimento marmoreo.
-Lenzuolo maledettooooo!!!-
Lo mugolo stridulamente, mentre con una manata mi libero dell'odiosa coperta
attorcigliatamisi attorno ad una caviglia.
-Cos'è? La giornata deve iniziare storta oggi?-
Come mi rendono nervoso le mattinate iniziate male.
Mi sollevo in piedi ed un piccolo alito di vento tiepido mi accarezza il
corpo.
Oh, ma tu guarda, ho dormito nudo un'altra volta.
Lo faccio inconsciamente, come se fossi in attesa di qualcosa di così
importante e nascosto che solo tramite la pelle mi possa giungere.
-Oh, adesso mi metto pure a vaneggiare assurdità..Andiamo bene, davvero
bene..-
Mi siedo alla mia bellissima specchiera, ricordo di mia madre e mi pettino i
capelli.
Per un attimo, attratto da un riflesso dorato sullo specchio, mi fermo a
fissare la mia immagine.
Un corpo sottile, diafano, pallido come porcellana; occhi azzurri, così
azzurri da sembrare finti e questa capigliatura lunghissima e folta dello
stesso colore.
Una cosa che noto sempre, però, è quel neo proprio sotto ad un occhio.
Quelle piccole macchie vicino agli occhi hanno un significato particolare in
oriente, qualcosa che ha a che fare con le lacrime..bah, non mi ricordo..
Osservando quell'immagine, la sola parola che mi si forma nella mente è:
"bello".
Anche troppo per un uomo..
Beh, quello lo sono solo nell'anima, il mio corpo non sembra voler
collaborare in questo senso.
Troppo sottile, flessuoso e delicato, che da un'idea di morbido e soffice,
come la pelle di un bambino.
Questi miei occhi, maliziosi e pieni di una luce lussuriosa che è parte di
essi, che rispecchia la segretezza delle mie pulsioni più profonde, mi
lasciano sconcertato.
Ma questo, sono davvero io?

****
POV Death Mask

Cammino lentamente lungo la strada acciottolata che mi porterà direttamente
alla casa di Aphrodite.
Sarebbe solo una scocciatura passare per la via principale che collega tutte
le case; non mi piace vedere gente, alla mattina presto.
Questo dolore alla testa mi sta facendo uscire di senno..
Stanotte non ho praticamente chiuso occhio, per la miseria!
Mi sento tremendamente stanco..
A dir la verità non avrei nemmeno voglia di andare da Aphro', vorrei solo
starmene per i conti miei..ho sonno..tanto sonno..
Passa un quarto d'ora e tra un pensiero e l'altro sono arrivato dinnanzi
alla porta d'entrata della dodicesima casa.
Sento un tonfo fortissimo e una voce rabbiosa ma tuttavia incredibilmente
melliflua urlare:
-Lenzuolo maledettooooo!!!-
Ma che cavolo ha da urlare contro il lenzuolo?!
M'incammino nell'entrata spaziosa completamente scoperta, eccezion fatta per
le colonne marmoree laterali, avvicinandomi alla zona adibita alle camere
private.
Non vorrei disturbare..
Sì, sì a chi la voglio dare a bere?
Sto solo cercando un pretesto per giustificarmi la coscienza ed andarmene da
lì.
Certo che sono veramente patetico ultimamente.
Getto distrattamente lo sguardo oltre una larga finestra che da sulla camera
da letto.
La porta della stanza è aperta, ma non ho né la voglia né la minima
intenzione d'entrare.
Per poco non mi s'incolla la lingua al palato, gli occhi si spalancano
mentre il cuore accelera impercettibilmente.
Mi sembra quasi, all'improvviso, di assistere ad una visione: Aphrodite è in
piedi, completamente nudo, i capelli spettinati ed arruffati, quegli occhi
famelici incupiti ancora dal sonno.
La luce tiepida del sole gli si dipinge addosso rendendo la sua figura
diafana ultraterrena, splendente, quasi fosse una superficie lucida sulla
quale scivolare.
Si allunga, sinuoso come un gatto, i muscoli eleganti guizzano come dotati
di vita propria sotto la pelle, in una lenta danza, tornado poi, quasi per
magia alla posizione originale, mentre il suo sguardo è attratto dalla
grande specchiera che ha sulla sinistra.
Ci si siede e prende ad osservarsi con lascivia, probabilmente però la
scintilla di attenta curiosità che possiede in quelle iridi celesti rivela
il vero motivo della sua analisi di se stesso.
Che persona singolare...
Mi attrae.
E per questo mi spaventa a morte.
Credo sarebbe stupido gettarmi dalla follia che vivo in questo confuso
presente all'incoscienza di rischiare per un futuro che non da garanzie.
Ma il mio desiderio verso di lui non è fisico.
Mi incuriosisce, mi cattura lo sguardo, m'incatena dinnanzi ad una
consapevolezza che detesto.
Sto cominciano a provare un sentimento estraneo, un sentimento lontano dalla
freddezza, dalla morte.
E questo mi spaventa.
Che cosa devo fare?
Mi ritraggo dalla vista che mi offre quella finestra, appoggiandomi contro
il muro completamente,facendovi aderire anche i palmi delle mani.
E' incredibile come io stia giocando a rincorrermi con me stesso..
Mi racconto persino delle bugie, una dietro l'altra.
E da quando devo cercare di darmi delle risposte in continuazione, quando in
vita mia non ne ho mai avuto bisogno?
Dèi, che squallore..
Sentii come una morsa di freddo trafiggermi la testa, facendomi piegare su
me stesso, tenendomi con una mano la testa che pulsava dolorosamente.
Non c'è niente da fare, devo per forza andare da Aphrodite e farmi dare la
polvere per la tisana.

****
POV Aphrodite

Sento un rumore strano provenire dall'esterno.
Come un lamento sommesso, soffocato.
Ma chi accidenti può essere a quest'ora?
Ci manca solo il simpaticone di turno a rovinarmi del tutto l'umore!
Mi avvolgo il lenzuolo attorno al corpo, plasmandolo fino a farlo diventare
una lunga e sofice tunica che mi fasci il corpo.
Muovo qualche lento e misurato passo verso la porta aperta della mia camera,
appoggio una mano ad uno stipite, piegando il corpo in avanti, scrutando
prima a destra poi a sinistra l'aria spaziosa della mia casa.
Ma qui non c'è proprio nessuno..mah, comincio pure a sentire i rumori
adesso..
Ho bisogno di una luuunga vacanza!
Un altro mugolio, però, mi fa tornare ad ispezionare l'ambiente.
Nel voltarmi verso sinistra, notò solo in questo momento la possente figura
di Death Mask mezza raggomitolata contro il mio muro portante.
-Deathy!-
Lo esclamo, inconsciamente, con una certa nota di sorpresa che mi è scappata
in mezzo allo stato di stupore e preoccupazione che mi è salito in corpo.
Mi avvicino a lui, che pare non avermi notato minimamente e gli poso una
mano sulla spalla sinistra e l'altra sul braccio destro contratto.
Lo chiamo ancora una volta e lui stavolta alza uno sguardo confuso e
dolorante su di me.
-Aphro'?-
Lo guardo di sbieco e con un certo fastidio.
-Che hai? Cosa sei venuto a fare qui conciato in questo modo?-
-La testa..-
-Eh?-
Il mio sguardo si fa interrogativo.
-Sono venuto qui per chiederti se potevi prepararmi uno di quei tuoi
sdolcinatissimi intrugli alle rose per farmi passare questo maledetto mal di
testa.-
Mi raddrizzo, posando la mani sui fianchi, sbuffando sonoramente.
-Alle sei della mattina?-
-Uffa, senti, se non hai voglia io me ne torno indietro, basta che me lo
dici, perchè non ho intenzione di mettermi a discutere con te!-
Spalanco un pochino gli occhi.
-Sai cosa ti dico? Oltre che essere inopportuno sei pure un gran maleducato!
Ma, dato che mi sono svegliato e comunque non ho nulla da fare, ho deciso di
fare una buona azione lo stesso! E adesso muoviti ad entrare, così finiamo
in fretta!-
Mi giro e me ne torno dentro, sentendo poi che lui mi segue, chiudendo la
porta dietro di sé.
Segretamente, sono in subbuglio per la sua presenza così vicina a me, e pure
in privato, senza l'attenzione di occhi indiscreti che irrimediabilmente mi
mettono a disagio per i sentimenti che provo.
Un sorriso malizioso mi nasce sulle labbra.
Certo che la cosa mi stuzzica in maniera perversa, mentre la mia mente
affamata per l'intossicante attrazione che provo mi mette in subbuglio il
sangue nelle vene.
NO!!No Aphrodite, vedi di smetterla!
Le tue sono solo fantasie, mere fantasie, lo sai benissimo che nulla di quel
che desideri si potrà concretizzare.
Death Mask di certo non mi considera minimamente e la sua fama di cacciatore
di donne è consolidata qui al santuario.
Maledetto italiano...perchè proprio di lui, che cuore maledetto?!
Finisco di preparare l'infuso -già che ci sono glie l'ho anche cotto- e
torno verso l'entrata dove l'ho lasciato, la tazza fumante tra le mani
lascia una delicata scia di profumo dietro di sé.
E quando lo vedo, sento il mio cuore perdere un colpo, inchiodandomi sul
posto.
E' sdraiato languidamente sul piccolo divano viola che ho messo di fianco al
letto, la camicia nera sbottonata completamente che gli carezza i cesello
marcato dei pettorali e degli addominali bruniti, una lunga gamba cala per
il lato destro del divano, piegandosi appena fino a toccare con il piede il
pavimento.
Un suo piccolo movimento, come un sussulto, mi riscuote, mentre lascio
andare il respiro.
Ehi! Un momento! Avevo trattenuto il respiro?!
Due occhi nerissimi mi scrutano opachi.
Rimaniamo in silenzio per un breve attimo, solo scrutandoci.
-L..la tua tisana..-
E' un sussurro e per un attimo la voce mi ha pure tremato.
Santi Dèi, ma che mi sta succedendo??!
Lui si solleva, con una fatica immensa, sempre sostenendosi la testa.
-Grazie..-
No, non dirmelo con quel tono così caldo, altrimenti perdo quel poco di
ragione che mi è rimasto..






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