I personaggi di Weiss Kreuz non appartengono a me ma al rispettivo autore…io li sfrutto e basta per soddisfare la mia perfidia! ihihi!^_^

 

[…..] sono i dialoghi telepatici di Schu

 

Freihet und Gewissen

parte VI

di Miyuki

 

Schuldich fu il primo a svegliarsi. Ormai non riusciva più a dormire molto. Aveva il timore di sognare e di incontrare il volto del suo amato, perché sapeva che la sua forza di volontà era appesa ad un filo sottilissimo, che dopo tutti i duri colpi che aveva retto sembrava sul punto di spezzarsi da un momento all’altro.

Si alzò lentamente dal suo futon senza fare rumore e si guardò attorno. Fuori dalla finestra era appena sorto il sole e la stanza era ancora avvolta da una semi-oscurità. Poi il suo sguardo cadde sui suoi due compagni e non riuscì a trattenere un sorriso alla vista.

Nagi era accoccolato contro Farfarello come se quest’ultimo fosse la sua ancora di salvezza ed aveva un’espressione talmente beata da fare tenerezza. L’irlandese invece circondava con un braccio la sua vita con fare protettivo.

Schuldich scosse la testa in un gesto esasperato. Se quei due si decidessero a confessarsi sarebbero davvero una coppia perfetta…ma uno era ancora troppo inesperto dal punto di vista emotivo, l’altro era guidato dal timore di soffrire e di perdere le persone amate come era successo in passato. Era difficile che si dichiarassero senza una piccola spintarella esterna….e forse quest’assurda situazione porterà qualcosa di buono se quei due finissero per mettersi assieme.

Per quanto riguardava il suo caso, le cose non potevano far altro che peggiorare.

Estrasse cupamente dalla tasca della giacca la foto che aveva raccolto nel loro appartamento e la osservò con occhi improvvisamente lucidi. Quei giorni felici sembravano così maledettamente lontani. Il suo animo era talmente abbattuto che ormai tirava avanti per forza d’inerzia e con l’unico scopo di vendicare la morte di Bradley.

Una volta uccisi nel modo più doloroso possibile tutti quelli che si erano macchiati del suo sangue, avrebbe anche potuto lasciarsi andare e raggiungere il suo amato con il cuore sereno. Ancora un po’ di pazienza e poi sarebbero stati di nuovo assieme…e questa volta per sempre.

Rimase perso nei suoi pensieri per molto tempo, quasi in trance, per poi uscirne lentamente quando si accorse della presenza di qualcun altro.

[Farfie….so che sei sveglio quindi smettila di fingere…]

[Non volevo disturbarti. Sembravi così assorto.]

[Diciamo che non volevi svegliare Nagi piuttosto…]

[Anche.]

Seguì un lungo momento di silenzio. Schuldich aveva ‘parlato’ senza mai distogliere lo sguardo dalla foto che teneva ancora in mano mentre Farfarello aveva aperto quell’occhio dorato sempre vigile ed attento e lo aveva puntato sul tedesco.

[E’ bello stringere tra le braccia la persona che si ama vero?] gli chiese mentre un sorriso cupo faceva la comparsa sulle sue labbra.

[Già…] fu la risposta quasi sospirata mentre aumentava inconsciamente la presa sulla vita del ragazzo che giaceva felicemente addormentato. Comprese al volo lo stato d’animo del compagno.

[Non temere Schuldich, li troveremo e li uccideremo tutti, fino all’ultimo…]

[Speriamo che questo momento arrivi presto.]

 

Nel giro di un’ora la casa fu invasa da rumori e voci, segno che i Weiss si stavano svegliando ed in breve tempo si ritrovarono tutti seduti al tavolo della cucina a fare colazione, discutendo di ciò che era accaduto la sera precedente.

Nagi e Omi stavano ascoltando con la massima attenzione il resoconto fattogli dagli altri, alla ricerca di qualche appiglio su cui basare le loro ricerche e quando arrivarono alla misteriosa comparsa del membro della Zerstőrung i loro occhi si illuminarono.

“Un tatuaggio avete detto?” chiese il giovane Weiss incuriosito.

“Esatto. Quando abbiamo voltato il corpo abbiamo visto che alla base della nuca portava uno strano tatuaggio…uno scorpione con un ala di pipistrello…può essere un indizio?” chiese Ken.

“Forse….o forse no. Potrebbe anche non essere affatto collegato all’organizzazione…magari era qualcosa che il ragazzo aveva prima che venisse convertito….però è una buona pista da seguire, di sicuro migliore dei vicoli senza uscita in cui siamo finiti Nagi ed io.”

“Quindi non avete scoperto nulla di rilevante?” chiese Aya.

“No purtroppo. Con la mia ricerca incrociata sulle vittime non è venuto fuori nulla che caratterizzi le scelte della Zerstőrung oltre a quello che già sappiamo”…” rispose Nagi sconsolato “…mentre la lista di persone reclutate ha continuato ad allungarsi in modo allarmante.”

“Io invece mi sono infiltrato nei database di alcuni governi, tra cui quello giapponese, nella speranza di trovare qualche informazione che li riguardasse….ma o i sistemi di sicurezza dati sono migliorati talmente tanto da rendere vana la mia ricerca, oppure le alte sfere sono completamente allo scuro dell’esistenza di questa organizzazione….e devo ammettere che questa idea mi fa rabbrividire.”

“Non è una bella notizia da sentire di prima mattina” mormorò Youji con la sigaretta tra le labbra.

“In ogni caso io ed Omi siamo arrivati ad una conclusione logica ma esatta al 100%…”

“E sarebbe?”

“Perché la Zerstőrung possa agire così liberamente come ha fatto fin’ora, senza attirare l’attenzione nostra o della polizia, deve di sicuro avere un centro operativo in città o per lo meno non molto lontano da qui. Altrimenti sarebbe impossibile per i verkűndend sparire senza lasciare traccia….ed i lavori a lunga distanza non sono mai comodi.”

Il ragionamento sembrò passare nella mente di tutti i ragazzi che furono subito d’accordo con loro.

“Quindi non ci resta che trovare questo centro operativo per ottenere tutte le informazioni necessarie.” disse Manx entusiasta, vedendo spuntare una piccola speranza in quella missione che sembrava impossibile.

“Ma qui torniamo al punto di partenza.” si apprestò a precisare Omi “Senza qualche indizio più preciso noi non sappiamo dove puntare la nostra attenzione. Ci sono milioni di nascondigli possibili in questa città e nei dintorni e di certo non possiamo controllarli tutti.”

“Speriamo allora che quel tatuaggio ci aiuti” disse Ken.

Non sapendo più che altro dire o fare i ragazzi si concentrarono sulla loro colazione mentre ognuno loro pensava ad un modo per raccogliere nuove informazioni e chiudere in fretta quella situazione che stava facendo diventare tutti paranoici, ma le risorse in quel campo erano piuttosto limitate. La perquisizione a casa degli Schwartz era stata un’ottima traccia da seguire, peccato non avessero trovato quello che speravano. Ma non erano tornati a casa proprio a bocca asciutta.

“Senti Farfarello..” disse improvvisamente Youji rompendo il silenzio “..avrei una domanda da farti.”

L’altro ragazzo lo fissò un attimo incuriosito prima di fare un cenno col capo per fargli capire di continuare.

“La storia del Vedente….non l’ho ben capita….non è che ci potrebbe aiutare in qualche modo a trovare l’ubicazione della loro base? Non so come funzionano questo genere di poteri ma magari…”

“Un Vedente!?” spuntò fuori Nagi con espressione sorpresa “Non starete dicendo che quel verkűndend era un Vedente vero?”

“No, certo che no….non lo avrebbero mai sacrificato in quel modo, lo sai anche tu….solo che Farfie era convinto che qualcuno avesse visto l’accaduto attraverso i suoi occhi…” precisò Schuldich.

“Ma è impossibile…nessuno può vantare un simile potere…”

“Sentite ragazzi…riavvolgete il nastro perché state parlando a gente completamente ignorante in fatto di esper….perché è impossibile? E poi cos’è di preciso un Vedente?” chiese Birman incuriosita.

“Un Vedente è una persona che possiede la Vista, ma non intesa come potere di preveggenza come quello che aveva Crawford…bensì come capacità di inviare le immagini di ciò che sta vedendo ad un’altra persona…” spiegò Farfarello.

“Possiamo dire che funziona come una telecamera, registra ed invia le immagini ad un destinatario…solo in tempo reale.” intervenne il tedesco.

“E questo non ci può aiutare ad inviduare la loro base? Che ne so…un potere a raggio limitato?”

“No perché quel ragazzo non era dotato di alcun tipo di potere…ed anche se fosse stato un Vedente sarebbe stato impossibile determinare il campo d’azione del suo potere. Poteva anche essere in contatto con qualcuno che se ne stava tranquillamente in Africa per quanto ne sappiamo….gli bastava sapere esattamente a chi inviare le immagini ed il gioco è fatto….”

“Senza neppure sapere dove questo si trovi? Com’è possibile?” chiese Omi colpito.

“Qui andiamo a toccare il trascendente…” disse Farfarello con espressione quasi disgustata (lui e lo spirituale non vanno proprio d’accordo^^;;), passandosi una mano tra i capelli mentre cercava le parole adatte con cui spiegarsi “Si dice che questo particolare tipo di esper sia in grado di percepire l’essenza delle persone…il loro spirito se vogliamo….e questo funziona come una specie di filo invisibile che lo riconduce all’origine.”

“Quindi, visto che ogni persona ha uno spirito diverso dalle altre, gli basta conoscere il ‘filo’ da seguire ed ha il suo destinatario.

“Esattamente.”

“E perché l’ipotesi di Farfarello è impossibile?” chiese infine Aya.

“Perché il loro potere dovrebbe essere a senso unico, nel senso ‘io vedo e ti mando le immagini’…quello che intende il mio amico qui, invece, è che un Vedente, appostato chissà dove, sia in grado di entrare nella mente delle persone e collegarsi a loro tanto da riuscire a vedere con i loro occhi….in poche parole il procedimento contrario ‘tu vedi ed io con te’.” spiegò Schuldich.

“Ma tu hai detto ‘dovrebbe’….”

“Infatti…..questa ipotesi sarebbe possibile, a patto che questo qualcuno oltre alla Vista abbia anche una vena di Telepatia. Io posso entrare nella mente delle persone ma posso attingere solo ai loro pensieri ed emozioni….mentre con l’abbinazione delle due sarebbe possibile……ma in questo caso il nostro esper dovrebbe avere un potere enorme per riuscire a controllare alla perfezzione entrembe le doti….e non oso immaginare che qualcuno di simile sia al servizio della Zerstorőrung.”

 

Finita colazione Nagi e Omi si misero subito a lavoro cercando sul computer qualsiasi cosa si potesse ricollegare a quel misterioso tatuaggio. Gli altri purtroppo non avevano altro da fare che attendere e sperare in un esito positivo…altrimenti avrebbero dovuto ricominciare tutto da capo.

I Weiss se n’erano andati in negozio, a tenere a bada quelle ragazzine urlanti ed adoranti che si piazzavano davanti alla vetrina e non li mollavano più….tutto era meglio che stare in casa senza far niente. Schuldich e Farfarello non potevano che essere d’accordo con loro….ma non avevano possibilità di scelta, non potevano uscire neanche volendo….ed ora che anche Manx e Birman erano uscite per motivi loro, l’appartamento era piombato nel silenzio più assoluto.

L’unico rumore era quello delle dita agili dei due genietti dell’informatica che scrivevano con rapidità sulla tastiera del pc ed il silenzio era loro d’aiuto per concentrarsi ma per gli altri due non era di certo la compagnia migliore. Ti costringeva a pensare…e nessuno dei due Schwartz era in vena di pensare cose molto allegre al momento.

A metà pomeriggio Farfarello decise che era tempo di far staccare la spina a Nagi e Omi. Preparò loro una tazza di tea caldo ed alcuni panini e li costrinse a riposarsi un attimo. Il sorriso che ottenne come ringraziamento dal suo giovane compagno fu la migliore ricompensa che potesse ottenere. Schuldich intanto era perso nel suo mondo, seduto davanti ad una finestra ad osservare con sguardo vuoto il panorama. Non c’era molto che lo potesse riscuotere dai suoi pensieri ed ormai i suoi amici avevano imparato a lasciarlo fare, limitandosi a tenerlo sotto controllo da lontano.

Solo verso sera la casa tornò a ravvivarsi. I ragazzi stavano rimettendo a posto la cucina quando Nagi tirò un urlo d’esultanza dal salotto.

“Ce l’ho fatta! L’ho trovato!”

Tutti accorsero subito al suo fianco, incuriositi da cosa aveva scoperto. Il giovane Schwartz si era rifiutato di cenare poiché si sentiva vicino alla soluzione dell’enigma tatuaggio e con ben celata disapprovazione di Farfarello l’aveva spuntata. Era rimasto incollato al computer….ed a quanto sembrava era riuscito a risolvere davvero il dilemma.

“Che cosa succede?” chiese Aya con la solita espressione seria sul volto.

“Ho trovato le origini del tatuaggio!”

“Hanno qualcosa a che fare con la Zerstőrung oppure no?”

“Oh eccome!” rispose Nagi con un sorriso estremamente soddisfatto.

“Allora illuminaci, avanti! Non tenerci sulle spine!” disse Youji incuriosito.

“Allora, per metterla giù semplice e diretta, all’inizio ho fatto delle ricerche base….negozi di tatuaggi, bande di strada, teppisti, sette…ho curiosato un po’ qua, un po’ là….poi ho provato con delle ricerche più serie ed approfondite. Ho messo mano negli stessi database dei governi che aveva rastrellato precedentemente Omi ma questa volta, sapendo cosa cercare, non è stato difficile trovare le informazioni.”

Nagi fece comparire sullo schermo del computer una serie di file, documenti e foto in bianco e nero così che tutti potessero vedere quello che aveva scoperto e seguire con maggiore facilità la sua spiegazione.

Erano una lista di nomi, date e luoghi….alcuni documenti erano di facile comprensione, altri in codice e quindi impossibili da leggere. Le immagini erano poche, molto vecchie ed ingiallite e ritraevano uomini in divisa, del periodo delle Grandi Guerre ad occhio e croce. L’elemento su cui cadeva l’occhio però era il piccolo e famigliare stemma che questi soldati portavano impresso sulle loro uniformi.

Lo scorpione con l’ala da pipistrello.

“Dove le hai trovate?” chiese attentamente Aya.

“Questa cartella classificata come Top Secret l’ho trovata in mezzo a vecchi archivi del governo tedesco….probabilmente non sono neanche più a conoscenza della sua esistenza.”

“E chi sarebbero ‘questi’?” chiese Ken indicando gli uomini delle foto.

“Questi sono alcuni membri di un reparto segreto dell’esercito tedesco nato nei primi anni del ‘900. Erano soldati altamente addestrati che venivano usati dai capi di stato della Germania per svolgere i loro lavoretti sporchi. Erano i migliori in assoluto, ogni missione che veniva affidata nelle loro mani era portata a termine con la massima precisione ed efficacia. Erano talmente abili che non lasciavano traccie del loro passaggio, nessuno è mai riuscito a vederli in faccia ne a sapere quanti fossero….neppure lo stesso governo conosceva le loro identità, solo i loro nomi in codice ed il modo per contattarli. Di loro hanno solo queste poche foto. Proprio per questo motivo questo gruppo di assassini venne soprannominato ‘Geist’.”

“Gli spettri” sussurrò Schuldich con fare pensoso.

“Nome appropiato, non c’è che dire.” osservò Youji.

“E che fine hanno fatto questi ‘spettri’?” chiese Aya, memorizzando rapidamente tutte le informazioni che venivano fornite.

“Scomparsi…..morti si suppone. Durante una missione in Russia sono rimasti isolati e circondati dai soldati al servizio di un generale corrotto del KGB che avevano il compito di uccidere, non entro nei dettagli perché non sono rilevanti. Comunque fatto sta che la Germania li ha abbandonati a loro stessi, rifiutando loro rinforzi o mezzi di fuga d’emergenza, e così sono periti.”

“Il governo tedesco non poteva fornirglieli perché non essendo una missione ufficiale e per di più contro uno stato, in teoria, loro alleato, non potevano permettersi di scoprirsi.” osservò prontamente Birman.

“Esattamente.”

“Ma questo cosa ha a che fare con la Zerstőrung, oltre al fatto che usano lo stesso stemma? Sono tutti morti lo hai detto tu.”

“Non necessariamente.” disse Nagi facendo scorrere rapidamente le immagini ed i documenti sullo schermo fino a fermarsi su alcuni fascicoli da lui messi in evidenza “Analizzando le varie missioni che i Geist hanno portato a termine, vi posso garantire che alcune di queste…molte ad essere sinceri….non possono assolutamente essere opera di uomini normali. I metodi utilizzati ed i risultati ottenuti sono troppo ‘particolari’.”

Il ragazzo marcò in particolar modo l’ultima parola, quasi ad imprimere nella mente dei compagni un concetto che non sapeva bene come esprimere….così cercava di farli arrivare, ragionando, alla sua stessa conclusione.

“Se ho seguito tutto il discorso correttamente, ci stai dicendo che questi Geist erano in realtà esper, almeno in maggior parte, assoldati dal governo tedesco per risolvere i loro problemi, che forse uno o più di loro potrebbero essere ancora vivi e che proprio questi ultimi sarebbero la mente dietro la Zerstőrung?” chiese Schuldich, indeciso se essere felice per la scoperta o scettico.

“Pressappoco è così.” confermò il giovane Schwartz.

“Ma è impossibile….sono passati decenni! Se uno di quei soldati fosse ancora vivo avrebbe quasi la bellezza di cento anni!” protestò Ken, cominciando a camminare ansioso per la stanza.

“Dobbiamo per caso ricordarvi l’età degli Estet?” fece notare con calma Farfarello.

Per alcuni istanti la stanza piombò nel silenzio. Ognuno sembrava prendere attentamente in considerazione l’idea che Nagi avesse scoperto il misterioso segreto che circondava l’organizzazione. Se avesse davvero visto giusto sarebbe stato un grande colpo.

“Beh ragazzi…a mio parere il ragionamento di Nagi non fa una piega.” disse Omi “E poi cos’abbiamo da perdere a seguire questa pista? Non abbiamo altro su cui basarci che questo!”

“Omi a ragione….ci sono troppe coincidenze in questa storia da poterla scartare così su due piedi.” disse Aya con aria pensosa prima di fissare con sguardo serio lo Schwartz “Hai altre informazioni da darci?”

“Sui Geist no, mi spiace….ma sul tatuaggio in sé si.”

L’attenzione era di nuovo concentrata su di lui.

“Ecco..vedete…il tatuaggio dello scorpione alato non è stata una loro invenzione bensì apparteneva ad un’antica tribù celtica particolarmente violenta che sembrava praticare il cannibalismo ed il culto del dio della morte. Infatti sembravano credere che l’incarnazione della divinità fosse proprio uno scorpione alato, che stava a signicare per loro ‘la morte che colpisce all’improvviso’. Questo è quanto ho scoperto.”

“Direi che ora le coincidenze sono davvero troppe…la Zerstőrung, ovvero l’Apocalisse….un gruppo di assassini che si muovevano nell’ombra…..un tatuaggio che riporta ad una tribù celtica che venera la morte….se non siamo sulla strada giusta adesso non so più che pensare!” disse Youji passandosi una mano tra i capelli.

“Con queste informazioni possiamo anche sperare di scoprire il loro nascondiglio qui in città!” disse Omi entusiasta “Domani cominceremo subito a lavorarci!”

Con questo i ragazzi cominciarono un po’ a disperdersi, chi per andare nella propria stanza, chi in salotto. Ora vedevano un speranza di riuscita in quella missione che all’inizio aveva dell’impossibile. Una scarica di determinazione invase le loro menti…ce l’avrebbero fatta.

Farfarello intanto si avvicinò alle spalle di Nagi, che se ne stava ancora seduto di fronte al computer, e gli accarezzò delicatamente i capelli con una mano. Il moretto alzò lo sguardo sorpreso e vide sulle labbra del compagno un lieve sorriso.

“Bravo Nagi. Hai fatto davvero un ottimo lavoro. Devi esserne fiero.” disse l’irlandese con espressione soddisfatta.

Il giovane sorrise apertamente mentre si sentiva invaso da uno strano tepore a quelle parole di lode. Un complimento fattogli da Farfarello per lui non aveva prezzo.

“Ho voluto rendermi utile anch’io in quale modo.”

“Ma tu ci sei sempre d’aiuto….basta la tua sola presenza.”

Nagi lo fissò sorpreso e non riuscì a trattenere un leggero rossore che andò a tingergli le guancie. Non se l’aspettava e ciò lo aveva messo in imbarazzo ma sotto sotto quelle parole gli facevano molto piacere….lo lusingava il fatto che Farfarello lo ritenesse così importante.

Quest’ultimo, nel dire esattamente quello che pensava, non si era neppure accorto di essersi sbilanciato un po’….e se si fosse girato, avrebbe visto Schuldichi sgignazzare mentre fingeva di guardare fuori dalla finestra come suo solito.

 

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Un paio di giorni dopo la grande scoperta di Nagi, l’appartamento dei Weiss sembrava un vero campo di battaglia. I ragazzi vagavano avanti  ed indietro per le stanze come anime inquiete, con indosso le loro divise da combattimento. Presto infatti sarebbero entrati in azione…per infliggere un colpo notevole alla stabilità della Zerstőrung e recuperare le informazioni necessarie.

Gli unici ad essere spaventosamente calmi e silenziosi erano i tre Schwartz. Si stavano preparando spiritualmente a ciò che li avrebbe attesi.

Entrare nella base di qualcuno che stava smuovendo mari e monti per trovarti non era di certo la cosa più intelligente che si potesse fare, ma loro non avevano altra scelta e non si sarebbero mai tirati in dietro.

Vi era solo un piccolo problema.

Per quanto Nagi e Omi avessero analizzato a fondo i dati a loro disposizione non erano riusciti ad escludere tutte le possibilità…ovvero erano rimasti due luoghi diversi, ugualmente validi, dove i loro nemici si potevano nascondere.

Uno era un vecchio magazzino abbandonato vicino al porto, sotto il quale però risiedeva una base militare segreta inutilizzata da almeno vent’anni, l’altra era un’idustria farmaceutica fallita poiché si era scoperto che nascondeva laboratori chimici e trattava virus ad alto contagio.

Se avessero fatto una scelta, avrebbero avuto il 50% di possibilità di azzecare il luogo giusto, ma Aya non era di questa opinione. Non potevano permettersi di perdere tempo e dare magari alla Zerstőrung il tempo di fuggire, dopo aver fiutato il pericolo nell’aria.

Così aveva deciso di formare due gruppi, ognuno dei quali si sarebbe occupato di una delle due destinazioni. Nagi aveva protestato non poco dicendo che per entrare in una base brulicante di esper avevano bisogno di tutti i tre i loro poteri e non potevano, quindi, dividerli. Aya però aveva proposto delle ragioni ancora più valide. Nel caso uno dei due gruppi dovesse fallire rimarrebbe sempre l’altro che potrebbe portare a termine la missione mentre se si buttavano tutti allo sbaraglio rischiavano di fare una brutta fine, in oltre la Zerstőrung stava cercando loro tre….quindi rimanere uniti significava cedere le loro teste su un piatto d’argento.

Nagi non ebbe più motivo di replicare, in fondo aveva ragione ma non gli andava di separarsi dai suoi compagni….da Schuldich in questo caso. Infatti i gruppi erano stati divisi nel seguente modo: Ken, Birman, Farfarello, Nagi e Manx si sarebbero occupati della base militare mentre Aya, Youji, Omi e Schuldich avrebbero pensato all’industria farmaceutica.

Lo scopo era semplicemente quello di infiltrarsi, senza essere visti magari, e scaricare dal computer principale tutti i dati relativi all’organizzazione, poi filarsela a gambe levate. Dovevano scorpire chi c’era a capo di tutto e dove era la loro base principale, perché una volta fatta fuori la mente i verkűndend cessavano di agire e diventavano inoffensivi.

Così eccoli giunti all’ora prestabilita. Schuldich lanciò un’ultima occhiata alla foto sua e di Brad prima di infilarla nella tasca della giacca e raggiungere i suoi compagni. Nell’oltrepassarli si fermò un attimo accanto a Nagi e Farfarello.

“Vedi di stare attento Schuldich” disse l’irlandese con il volto inespressivo che nascondeva una vena di preoccupazione per il loro amico.

“Puoi contarci…e lo stesso vale per voi.” disse prima di far comparire un sorriso perfido sulle labbra. Non poteva trattenersi, doveva assolutamente farlo. “Però Farfie….sono sicuro che se mi dessi un bacetto porta fortuna, la missione andrebbe senz’altro a gonfie vele!”

“Schuldich….” intimò Farfarello con sguardo minaccioso scatenando la risata del rossino.

“Scherzavo scherzavo!!” sorrise [Lo so benissimo che preferiresti dare a Nagi un bel bacio porta fortuna, non a me!]

[Schuldich….]

Il tedesco sorrise divertito ed ignorando lo sguardo omicida dell’altro si volse verso Nagi. Gli appoggiò una mano sulla spalla come gesto d’incoraggiamento e salì su una delle due auto, dove lo aspettavano gli altri.

[Stagli vicino e non cacciarti nei guai Nagi-boy]

[Di solito quello di combinare guai è compito tuo.]

E così la prima vettura lasciò l’edificio.

 

Alcuni minuti dopo anche il secondo gruppo partì per la sua parte di missione. Con Birman al volante i ragazzi si stavano dirigendo velocemente verso il porto, con l’ormai familiare protezione della notte. Le due donne sedevano davanti mentre i ragazzi se ne stavano in rigoroso silenzio nei sedili posteriori.

Nagi era un po’ nervoso anche se non lo dava a vedere ma Farfarello poteva percepire facilmente il suo stato d’animo. Lui, d’altro canto, era perfettamente rilassato. Poco prima di una missione sprofondava in una specie di vuoto sensoriale dove riusciva a concentrarsi e a focalizzarsi solamente sul proprio incarico, ignorando tutto il resto.

Cercò di trasmettere un po’ della sua calma e sicurezza al compagno, appoggiando una mano sulla sua gamba e fissandolo negli occhi.

“Non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene.” sussurrò.

“Lo spero…” rispose poco convinto “Chissà chi di noi troverà la vera base.”

“Non ha importanza…avremo comunque la meglio noi.”

Nagi gli regalò un sorriso forzato prima di tornare a fissare il portatile che teneva aperto sulle ginocchia.

Poco dopo Birman fermò la macchina in un vicolo nelle vicinanze del porto. Da lì avrebbero proseguito a piedi. Presero il loro equipaggiamente e sgusciarono nell’oscurità di quel quartiere abbandonato.

Manx e Birman erano armate di due pistole ciascuna con sufficienti ricariche da assediare la centrale della polizia ed indossavano una semplice tuta in pelle nera. Gli altri portavano con sé le loro solite armi, oltre ad un paio di occhiali a visione notturna che erano stati forniti a tutti. Se dovevano muoversi senza essere visti o sentiti era meglio che non urtassero per sbaglio qualche bidone o che altro.

Avanzarono rapidamente e senza esitazione fino a raggiungere la loro destinazione. Il magazzino era giusto davanti a loro e non vi era alcuna traccia di sorveglianza umana o elettronica…e questo non sapevano se interpretarlo come un buon segno oppure guai in arrivo.

Questa volta si avvicinarono con cautela e con i nervi tesi, pronti a scattare ad un minimo movimento estraneo o rumore. Scassinarono la porta senza troppi problemi ed entrarono nell’edificio, indossando gli occhiali ad infrarossi per vedere se all’interno c’era qualche pericolo in agguato.

Nulla. Il magazzino era in maggior parte vuoto ad eccezione di qualche cassa di legno e lastre di metallo arrugginito sparpagliate qua e là.

I ragazzi perlustrarono rapidamente tutto il perimetro alla ricerca della botola che li avrebbe condotti nella base militare ma non riuscirono a trovarla.

“Io qui non vedo nessuna entrata! Siamo sicuri di essere nel posto giusto?” chiese Ken nervoso e spazientito.

“Se l’entrata fosse facile da trovare non sarebbe più una base segreta.” osservò Nagi mentre lavorava velocemente sul suo portatile, che fluttuava a mezz’aria grazie ai suoi poteri.

Stava analizzando la piantina dell’edificio per localizzare il luogo esatto della botola…il puntino rosso lampeggiante sul suo schermo indicava il pavimento al di sotto di un enorme cassa. Con un gesto della mano allontanò l’ostacolo dalla sua postazione.

“Io non vedo ancora niente” borbottò Ken.

Nagi sbuffò mentre si inginocchiava sul pavimento perfettamente omogeneo. Fece scorrere lentamente le dita su di esso, assumendo un’espressione concentrata. Alla fine un sorriso compiaciuto comparve sulle sue labbra mentre colpiva con forza un punto ben preciso.

Subito dopo si sentì uno scatto e dal pavimento comparve un piccolo tastierino numerico con scheda magnetica. Nagi vi collegò alcuni cavi del portatile ed avviò un programma di decodifica. Alcuni minuti dopo tutte e otto le cifre cominciarono a lampeggiare sul display ed un quadrato di pavimento si aprì rivelando l’entrata da loro tanto cercata.

“Bel lavoro Nagi” disse Farfarello facendo oscillare lungo il fianco la sua katana.

“Grazie”

“Ora non ci resta che entrare…” osservò Manx mentre aprivà lo sportello della botola e fissava lo stretto passaggio a scale.

“Scendo io per primo…voi seguitemi” disse l’irlandese cominciando a calarsi nell’apertura.

La discesa sembrava non finire mai, erano circondati dall’oscurità. Finalmente arrivarono sul fondo e cominciarono a guardarsi stupiti….poi si scambiarono un’occhiata incredula.

“Cazzo…” mormorò Ken.

In quella base non c’era anima viva. Loro erano i primi visitatori che riceveva nel giro di vent’anni a questa parte.

 

“Cazzo….a quanto pare la fortuna ha deciso di sorridere a noi.” mormorò Youji mentre osservava dall’alto il via vai di gente che passava in quei corridoi. Ci saranno state almeno una sessantina di persone là dentro…e se erano tutti esper e affini com’era probabile la vedeva molto dura.

Loro quattro erano nascosti nel condotto di aerazione del laboratorio segreto dell’industria farmaceutica. Entrare nell’edificio non era stato difficile, avevano soltanto duvuto eludere le telecamere a circuito chiuso della vigilanza. Più complicato era stato accedere a quel livello….poiché si erano accorti subito che quella zona non era deserta come doveva essere, com’era il resto del palazzo oltretutto.

Così avevano imboccato il condotto d’aerazione un piano più in alto per poi calarsi in quello sottostante, dopo aver scassinato un pannello che ne impediva l’accesso. Ed ora erano lì, a pensare ad un modo per gironzolare per i corridoi senza essere beccati ed arrivare nella sala centrale dove avrebbero scaricato i dati di cui avevano bisogno.

“Siamo sicuri che non si siano accorti della nostra presenza?” chiese Aya lanciando a Schuldich un occhiata poco velata.

“Fino a quando terrò schermati i miei poteri o uno di voi non avrà la brillante idea di farsi vedere, saremo al sicuro…ma nel momento in cui dovrò usare la telepatia loro sapranno di avere ospiti.”

“Allora vedi di tenere sotto chiave il tuo cervello Schuldich.”

“Agli ordini hauptmann!” (=capitano) rispose il rossino con un sorriso beffardo.

“Che facciamo adesso?” chiese Youji.

“Secondo i miei calcoli la sala di controllo dovrebbe essere qui…” disse Omi inicando un punto su una cartina “…nel vecchio laboratorio ricerche. Purtroppo questo condotto d’aerazione non ci porta in quella zona del piano….ne ha uno a sé stante. Quindi dobbiamo uscire di qui e raggiungerlo a piedi.”

“In mezzo ad un branco di esper scatenati…magnifico…” borbottò Youji passandosi una mano tra i capelli.

“Non abbiamo altra scelta. Mi spiace.”

“Allora vediamo di uscire da qui e portare a termine la missione senza farci ammazzare…e mi raccomando Omi, qualsiasi cosa succeda tu preoccupati solamente di raggiungere la sala dei computer e recuperare i dati…e se ci dovessimo dividere ci ritroveremo fuori dall’edificio. Per nessuna ragione vi voglio vedere girare qua dentro inutilmente, capito?” chiese Aya fissando seriamente i suoi tre compagni che annuirono.

“Ragazzi…posso chiedervi un favore prima di buttraci allo sbaraglio?” sussurrò il rossino.

“Avanti sentiamo”

“Se mai dovessero catturarmi e….non fossi in grado di uccidermi da solo…voglio che lo facciate voi. Non voglio assolutamente finire vivo in mano loro.”

I tre Weiss rimasero un po’ colpiti da quella richiesta ma l’espressione seria di Schuldich fece capire loro che non stava assolutamente scherzando. Alla fine acconsentirono.

Così strisciarono per qualche metro in quel condotto impolverato per poi sbucare fuori in un corridoietto deserto. I quattro ragazzi estrassero fuori le loro armi, pronti ad usarle in ogni momento. Schuldich controllò il caricatore della sua pistola prima di impugnarla saldamente nella mano destra.

Avanzarono cauti ed attenti, nascondendosi non appena intravedevano una figura nemica, ma non avrebbero potuto continuare così a lungo. Sembrava di giocare al gatto col topo…solo che in questo caso quattro topolini, invece di scappare, erano finiti in una tana brulicante di gatti dagli artigli molto affilati.

Dovevano attraversare tutto il piano per raggiungere la sala di controllo e fortunatamente erano già a metà del percorso, ma da lì in avanti la strada sembrava prendere una piega tutt’altro che favorevole.

Omi mise fuori la testa dall’angolo del corridoio, per vedere se la strada era libera, ed imprecò sottovoce.

“Cosa succede?” chiese allarmato Youji.

“Telecamere….”

“Ma non le avevi disattivate?”

“Quelle della sorveglianza che controllava il palazzo…ma non le loro. Queste sono controllate direttamente dalla sala di controllo…e per arrivarci dobbiamo proprio passare di qua. Dannazione, avrei dovuto pensare a questa possibilità…”

“Ormai è fatta…” sospirò Aya “Ora dobbiamo pensare ad un modo per passare senza farci vedere dalle telecamere….”

“Io un’idea ce l’avrei….anche se non ne sono entusiasta.” disse Schuldich con espressione seria e forse un po’ rassegnata.

Tre paia di occhi si puntarono su di lui in attesa che li illuminasse.

“Voi tre potreste fingervi dei verkűndend se riusciste ad impossessarvi della loro divisa…e quindi passare inosservati le telecamere…ma anche così sareste ‘riconoscibili’ se vi osservassero attentamente. Perciò io farò da diversivo, rivelando la mia presenza così da scatenare una caccia all’uomo. Nella confusione nessuno farebbe caso a voi tre.”

“Può funzionare…” disse Aya pensoso “..ma io verrò con te. Youji, Omi, voi due penserete a raggiungere la sala di controllo mentre noi ci occuperemo dei nostri amici.”

“Ti stai per caso preoccupando per me Fujimiya?” chiese Schulidich con un sorriso divertito sulle labbra.

“No…sto solo aspettando il momento per mantenere la mia promessa ed ucciderti.”

Du bist so freundlich” rispose continuando a sorridere.

Quasi qualcuno avesse pensato di assecondarli, due figure vestite di nero svoltarono l’angolo e si diressero nella loro direzione, ignare del pericolo in agguato. I quattro ragazzi si appostarono nell’ombra e attesero.

“Ecco le nostre prede.” sussurrò Youji estraendo il suo filo mentre Omi caricava la sua balestra e prendeva accuratamente la mira, scegliendo la ragazza come bersaglio.

Non appena i due verkűndend furono a portata di tiro entrarono in azione. Omi conficcò un dardo dritto nel collo della ragazza mentre Youji strangolò l’altro con la sua arma. Non ebbero neppure il tempo di rendersi conto di quello che era successo che caddero a terra privi di vita….coglierli impreparati sembrava l’unico modo per sconfiggerli senza rischiare di rimetterci la pelle.

Trascinarono i due cadaveri in una stanza lì vicino e li spogliarono per appropiarsi della loro divisa.

“Perché devo indossare io gli abiti della donna?” protestò il giovane Weiss.

“Perché l’hai uccisa tu, perché sono troppo piccoli per me e perché ti donano!” quell’ultima affermazione Youji l’aveva sussurrata direttamente nell’orecchio del ragazzo, con un tono alquanto seducente che fece arrossire non poco Omi.

“Allora siete pronti?” chiese spazientito Aya, non sopportava quando i compagni entravano in quell’atteggiamento da piccioncini durante una missione.

“Prontissimi…cavolo…questi occhiali sono più neri della pece…vedo a malapena le figure.” mormorò Youji.

“Allora voi rimanete qui fino a quando non avremo scatenato un putiferio e poi correte subito in sala controllo, scaricate i dati ed uscite….ci terremo in contatto. L’appuntamento è fuori dal palazzo se tutto va bene.”

Con questo Aya e Schuldich uscirono nuovamente nel corridoio e non fu difficile attirare l’attenzione. L’attimo dopo che un gruppo di verkűndend li vide, scattò l’allarme ed incominciò la caccia.

I due riuscirono a fare subito fuori alcuni di loro ma poi si diedero alla fuga. Dovevano intrattenerli il più a lungo possibile per dare ai compagni il tempo di svolgere la loro missione ma non era facile con quello sciamare di persone che li stava inseguendo.

Schuldich cercava di scrutare con la mente il loro percorso alla ricerca di qualche pensiero sfuggente o traccia del nemico ma percepiva solo il vuoto più assoluto.

Improvvisamente si trovarono la strada sbarrata da quattro uomini tutt’altro che raccomandabili. In vita avrebbero potuto essere tranquillamente dei teppisti di strada dalle loro capigliature sgargianti. Questi li fissavano impassibili senza tentare nulla contro di loro….ma Schuldich avrebbe messo la mano sul fuoco che stavano puntanto tutti lui.

“Non opponete resistenza.

“Vieni con noi.”

“Ci servi vivo.”

“Vieni con noi e diventa un nostro compagno.”

I due rabbrividirono percependo quella voce spenta e priva di vita, ma quel turbamento durò solo un attimo. Il tedesco afferrò Aya per un braccio e lo trascinò in un corridoio laterale.

“Grazie ma sono costretto a rifiutare!” e sparirono dalla loro vista proprio un attimo prima che un’onda d’energia si abbattesse sul muro dove si trovavano loro giusto un momento fa.

I due continuarono a correre a casaccio, evitanto o affrontando se era proprio inevitabile i membri della Zerstőrung. Alla fine Aya decise di mettersi in contatto con gli altri due compagni per sapere come procedeva la missione.

“Ragazzi, a che punto siete??” chiese il leader dei Weiss nell’auricolare. Fu Youji a rispondere.

“Siamo riusciti ad entrare ed Omi sta scaricando i dati dal computer principale…..è al 45%!”

“E quanto tempo vi ci vuole per finire?”

“Almeno altri 10 minuti.”

“Dannazione datevi una mossa! Noi non stiamo facendo una scampagnata!” e con questo interruppe il contatto.

Stanchi di correre e girare in tondo per i corridoi decisero di entrare nella prima porta raggiungibile e fermarsi un attimo a riprendere fiato e riflettere. Finirono così in una specie di ripostiglio o dispensa di medicinali.

Schuldich colse l’occasione di togliere il caricatore, ormai vuoto, della sua pistola per inserirne uno nuovo mentre Aya manteneva una presa salda sull’impugnatura della katana.

“Non ti ho chiesto di seguirmi sai.” disse il rossino fissando il leader dei Weiss con sguardo serio e forse un po’ dispiaciuto per averlo coinvolto.

“Te l’ho già detto…non potevo perdere un’occasione del genere per ucciderti.” rispose con tono indifferente, alzando le spalle.

Schuldich rise.

“Per riuscire in una simile impresa ti ho dovuto mettere la mia vita su un piatto d’argento, eh Fujim…” ma le parole gli morirono in gola mentre la risata si spegneva rapidamente sulle labbra, sostituita sostituita da un’espressione sorpresa.

“Che succede?” chiese Aya notando quel repentino cambio d’umore.

“E’ impossibile….” sussurrò l’altro.

“Cosa è impossibile!?” chiese l’altro irritato ed allarmato.

“Sento una presenza….”

“E’ ovvio siamo circondati!”

Schuldich roteò gli occhi sospirando. Doveva proprio mettergliela giù sottile eh?

“Io SENTO una presenza!” e si tamburellò con un dito la tempia per rendere l’idea che stava usando il suo potere “Per quanti verkűndend ci siano non posso percepirli perché sono come delle macchine, non hanno pensieri propri…quindi per quanto mi concentri sento solo il vuoto. Mentre ora sento qualcosa!”

“Non possono essere Youji o Omi?” chiese cominciando ad afferrare il senso del discorso.

“No….le loro menti le conosco….questa è diversa…ed è vicina….”

Aya pensò rapidamente a quello che gli era stato detto, ovvero che ci doveva essere qualcun altro su questo piano come ‘loro’, qualcuno che era libero di pensare. Non gli ci volle molto perché raggiungesse una decisione.

“Andiamo a fare una visitina a questa misteriosa presenza.”

“Sei sicuro? Potrebbe essere benissimo una trappola!”

“Beh, io sono stufo di girare a vuoto e tu?”

Schuldich sorrise. “Anch’io.”

“Allora fai strada”

Così i due uscirono dalla stanza e si inoltrarono nuovamente nei corridoi. La presenza proveniva da qualche parte in fondo al corridoio che stavano percorrendo. Entrambi brandivano saldamente le loro armi pronti ad usarle in un eventuale agguato mentre si avvicinavano ad un enorme portone metallico.

Schuldich fece cenno che quel qualcuno era nascosto proprio dietro quella porta. Aya, quindi, si avviciò al pulsante d’apertura e, quando ricevette l’assenso del tedesco, lo premette e si tuffarono all’interno della stanza.

Era grande ed a differenza del resto del piano, che era vuoto e spoglio, era perfettamente arredata. Il mobilio era sobrio e ben distribuito. In un angolo stavano alcuni divanetti con un basso tavolino il legno, poco distante c’era un piccolo frigo bar ben fornito mentre sull’altra parete stava un’altissima libreria piena di libri.

Di fronte a loro stava un’antica scrivania perfettamente lavorata ed incisa….ed una persona seduta dietro di essa.

“Bene bene, cosa abbiamo qui….il nostro ricercatissimo Mastermind!”

La voce apparteneva ad un ragazzo di circa trent’anni, dai capelli neri con strani riflessi blu ed occhi di un tagliente azzurro ghiaccio. Il fatto che stesse sorridendo era di poco conforto anzi, era una scena alquanto agghiacciante pensando nella base di chi si trovavano.

Schuldich prese ad osservare attentamente il ragazzo. Era da lui che percepiva quella strana sensazione, non aveva dubbi.

Indossava la stessa divisa degli altri verkűndend ma era cosciente, fin troppo cosciente per i suoi gusti….ed il fatto che conoscesse il suo nome in codice non preannunciava niente di buono. Chi poteva essere quel tipo e cosa ci faceva lì se non era stato convertito come tutti gli altri? Di certo non era un prigioniero…possibile che fosse una specie di ‘capo’, di supervisore di quella base? Supervisore…..

Improvvisamente sgranò gli occhi mentre un’idea assurda gli balenava nella mente….ma sapeva di aver trovato la risposta giusta….

[E’ il Vedente!] disse indirizzando il messaggio telepatico ad Aya che si voltò a fissarlo sorpreso.

Il misterioso ragazzo rise di gusto facendoli rabbrividire.

“Vedo che sai già chi sono! Sono colpito!”

Schuldich sussultò. Come aveva fatto a…..e subito tornò a schermare la propria mente tanto da rederla impenetrabile a chiunque. Le parole di Farfarello presero una certa consistenza ora…..non poteva credere che avesse avuto ragione.

“Immagino tu abbia già capito che possiedo anche un po’ di telepatia….non abbastanza da sondare a fondo una mente o infrangere le tue protezioni ma sufficiente per ottenere ciò che voglio.”

“Che cosa ci fa un tipo come te in questo posto? Non mi sembri di certo un decerebrato come tutti gli altri qui dentro!” disse infine Aya riassumento quel suo comportamento serio e sicuro di sé.

“Oh no, certo che no! Quelli sono soltanto dei soldatini, molto utili senza dubbio, ma pur sempre delle pedine!”

“Immagino…ma non hai risposto alla mia domanda.”

“Vedo che non ti sfugge nulla…chiunque tu sia…immagino siate stati voi ad aiutare gli Schwartz a sfuggire alle nostre ricerche, siete stati bravi.….comunque, tornano alla tua domanda, non avete mai pensato che qualcuno potesse essere qui di propria iniziativa?”

“Stai dicendo che hai scelto tu di…essere un membro della Zerstőrung?” chiese allibito Schuldich, come se quella semplice possibilità fosse impensabile, una vera e propria eresia.

“Esattamente”

“Ma come…perché..?”

“Per il potere no?” rispose il ragazzo con il sorriso compassionevole ed accondiscendete che si regalerebbe ad un bambino piccolo “Quando Zerstőrung otterrà il potere assoluto io sarò uno dei pochi prescelti a godere del suo favore e dei suoi privilegi!”

“Sei pazzo!”

“E’ chi non lo è?” rise.

“E perché mai non ti hanno convertito come tutti gli altri? Si sarebbero risparmiati una buona dose di ‘favori’!” disse Aya.

“Beh…diciamo che per la mia piccola variante di potere la mia mente deve essere ‘immacolata’…oltre al fatto che ho scelto io di essere qui e la mia fedeltà verso l’organizzazione è totale…in caso contrario un piccolo detonatore all’interno del mio corpo mi farebbe saltare in aria senza secondi pensieri!”

Il ragazzo aveva parlato con una naturalezza ed una serenità che mettevano seriamente in dubbio la sua sanità mentale. Li stava fissando con i gomiti sulla scrivania e le mani incrociate sotto il mento. Pareva particolarmente divertito e molto sicuro di sé, forse troppo per il suo bene. Era probabilmente quella sicurezza che non lo aveva ancora portato a chiamare qualcuno dei suoi soldatini per sistemarli. Un errore che gli sarebbe potuto essere fatale.

Schuldich intanto lo fissava intensamente cercando di comprendere le sue intenzioni. Sapeva con certezza matematica che avrebbe cercato di convincerlo a passare dalla loro parte…ma gli avrebbe dimostrato che su quel punto era irremovibile.

Poi i suoi occhi intravidero uno strano luccichio provenire dalle mani del ragazzo. Affinò lo sguardo e vide che al medio della mano destra portava un anello….un anello che avrebbe riconosciuto tra mille e si sentì mancare il respiro mentre la sua carnagione assumeva un colorito spettrale.

Quasi per conferma abbassò lo sguardo sulla sua mano sinistra…ma sapeva già che i due gioielli erano identici. Quella era la sua metà dispersa….

“Tu….quell’anello….sei stato tu….” disse tornando a fissare con sguardo vuoto il moretto ancora seduto pacifico alla sua scrivania.

“Oh….- si osservò distrattamente la mano- …hai notato il mio piccolo trofeo eh? Se vuoi ti dico a chi l’ho preso…anche se penso che tu lo sappia meglio di me!” sorrise divertito.

Aya fissò Schuldich preoccupato. Il ragazzo era tutto un tremito, tremava di rabbia allo stato puro. Le dita gli si erano strette spasmodiche contro l’impugnatura della pistola….quello era uno dei carnefici del suo amato Brad….avrebbe potuto fare fuoco da un momento all’altro.

“Tu eri là…” sibilò. 

"Certo che c’ero...era compito mio assicurarmi della vostra cattura. Peccato che il vostro amico avesse predetto il nostro arrivo e vi avesse permesso di fuggire….vuoi vedere una cosa patetica?”

Un ghignetto perfido comparve sulle sue labbra e l’attimo dopo Schuldich lasciò cadere a terra la pistola per portarsi le mani alla testa, gemendo di dolore, mentre delle immagini si facevano largo nella sua mente.

 

Una camera buia, illuminata scarsamente dalle luci della città che filtravano attraverso la finestra.

Una scia di sangue conduceva ad una sagoma scura inginocchiata sul pavimento che reggeva tra le mani tremanti una cornice.

Poi sulla soglia della porta comparve un’altra persona, il misterioso ragazzo dai capelli neri, affiancato da altri due misteriosi ragazzi.

“Ormai sei in trappola Oracolo, smettila di fare resistenza e vieni con noi…la tua vita sarà molto più facile e longeva se lo farai.”

Crawford si voltò lentamente lasciando aderire la sua schiena contro la parete. Le sue braccia e gambe erano segnate qua e là da profondi tagli e sul davanti della sua camicia si potevano distinguere due fori rossi, non in punti vitali.

Il ragazzosorrise tranquillamente ai suoi carnefici.

“Vai al diavolo, questa è la mia rispota …e non pensate di poter trovare gli altri, non ce la farete mai…loro sono fuori dalla vostra portata ormai!”

“Peccato…io volevo darti la possibilità di venire con le buone ma sembra proprio che non sia possibile…”

I due verkűndend fecero un passo avanti su indicazione del loro capo ma a causa dell’oscurità della stanza nessuno di loro notò la pistola che Crawford teneva stretto in una mano.

“Già, direi proprio di no…”

E prima che qualcuno dei presenti potesse fare qualcosa per impedirlo il leader degli Shwartz si era portato la pistola alla tempia ed aveva fatto fuoco.

Poco prima di premere il grilletto, però, sembrava che le sue labbra si fossero mosse in un muto sussurro.

Una sola parola.

Un solo nome.

Schuldich.

 

Schuldich era a terra, in ginocchio con le mani che premevano sulle tempie nella speranza di cacciare via quelle atroci immagini. Aya gli si era avvicinato per scuoterlo e farlo tornare in sé ma senza successo.

Poi il volto del tedesco si alzò ed i suoi occhi colmi di odio, rabbia, sofferenza e fuoco di vendetta si puntarono sul viso sorridente del suo nemico. Calde lacrime gli rigavano le guancie.

“Sei stato tu….sei stato tu…tu l’hai ucciso…” sussurrò.

“Tecnicamente si è ucciso da solo ma…sì, puoi dire che ho fatto la mia parte…” rispose compiaciuto senza scomporsi.

“Maledetto…maledetto….MALEDETTOOO!!!” e con un rapido gesto afferrò nuovamente la pistola e la puntò contro il ragazzo ma prima che potesse fare fuoco, si ritrovò una pallottola conficcata nella spalla e fu costretto a far ricadere l’arma a terra.

Il Vedente aveva misteriosamente estratto a sua volta un arma ed aveva fatto fuoco prima di lui.

“Troppo lento, mi spiace. Ora lascia che ti faccia la stessa domanda che ho fatto al tuo ragazzo…vieni con noi e vivrai, rifiutati e dorvò usare la forza!”

“Fottiti!!” rispose l’altro stringendosi la mano sulla spalla ferita.

“Chissà perché lo avevo immaginato!”

Il moretto si alzò finalmente dalla scrivania ma prorio in quel momento le pareti ed il pavimento vibrarono terribilmente, facendolo barcollare tanto che si dovette reggere con le mani sul bordo in legno del mobile. Poi si sentirono in lontananza una serie di esplosioni.

“Aya!! Aya rispondi!!!” urlò Youji nell’auricolare.

“Che succede?” chiese subito Aya.

“Omi ha finito di scaricare i dati ma ha accidentalmente innescato l’auto-distruzione di questo posto! Noi stiamo uscendo dal palazzo, voi muovete il culo e fate altrettanto! Alla svelta! Avete 5 minuti!!”

“Cazzo..” imprecò il leader dei Weiss mentre si stava voltando per riferire il messaggio a Schuldich, ma il rossino era sparito anzi, era scattato verso il Vedente approfittando della sua confusione.

Aveva estratto da un fodero alla caviglia un pugnale, che gli era stato imprestato da Farfarello prima della missione, ed aveva scavalcato con un balzo la scrivania piombando sul ragazzo, che non aveva fatto in tempo a reagire.

I due caddero a terra e nel processo Schuldich riuscì a conficcargli il pugnale nel petto, giusto all’altezza del cuore. Il Vedente lo fissò con espressione sorpresa.

“Questo è per aver ucciso il mio Brad e per aver profanato un oggetto sacro come questo!” e con quelle parole sfilò dal dito del morto l’anello del suo amato.

Ora aveva fatto giustizia. Lo aveva vendicato. Il suo spirito sembrò privarsi di un peso enorme.

“Schuldich! Piantala di perdere tempo! Questo posto sta per saltare in aria! Dobbiamo uscire!” gli urlò Aya mentre altre esplosioni rieccheggiavano per i corridoi.

Il tedesco lo raggiunse rapidamente ed insieme uscirono dalla stanza per dirigersi verso l’uscita. Certi corridoi erano già completamente distrutti e presto le fiamme avrebbero avvolto tutto ciò che li circondava. Qua e là si potevano trovare i cadaveri delle persone rimaste coinvolte nelle esplosioni mentre gli altri verkűndend sembravano non sapere che fare dopo la morte del loro supervisore.

I due corsero a perdifiato, ormai dovevano mancare meno di tre minuti ma fortunatamente erano quasi all’uscita. In quel momento però un’esplosione colpì proprio il corridoio che stavano percorrendo e li sbattè bruscamente contro la parete mentre il muro e parte del soffitto stavano per crollare su di loro.

Seguì un attimo lunghissimo e poi Aya aprì lentamente gli occhi, che cominciarono a bruciargli per la polvere ed il fumo…ma sapeva già quello che avrebbe visto.

“Perché?” chiese in un sussurrò.

Schuldich gli sorrise mentre un rivoletto di sangue gli usciva dalle labbra. Una spranga di ferro lo aveva trapassato da parte a parte e lo aveva bloccato alla parete. Durante il crollo infatti aveva spinto Aya lontano dal pericolo ma non aveva fatto in tempo a mettersi al sicuro lui stesso…o forse non aveva voluto.

“Perché ormai non ho…più un motivo p-per vivere…Brad mi sta a-aspettando ed io voglio andare..da lui…” tossì “E poi loro hanno b-bisogno di te…hanno bisogno di tutti voi….loro devono..sopravvivere…”

Schuldich allungò faticosamente una mano verso Aya, che fece altrettanto, e così lasciò scivolare dentro il suo palmo i due anelli, quello suo e quello di Crawford.

“Dalli a Farfarello e…e digli che la vita è troppo b-breve per sprecare tempo..inutilmente…”

“Lo farò.” rispose solenne, stringendogli la mano.

Aya aveva gli occhi lucidi. Per quanto non avesse voluto farlo aveva smesso di odiare Schuldich ed aveva cominciato a stimarlo e rispettarlo ed ora…vederlo morire così….era una sofferenza…

“Ora va….” sorrise e con un ultimo sguardo Aya si alzò e corse via da quel palazzo in fiamme, con gli anelli stretti saldamente nella sua mano.

Schuldich, in fin di vita, si concesse un ultimo saluto.

[Aufwiedersehen…]

 

Farfarello e Nagi stavano correndo assieme agli altri in direzione del palazzo in fiamme quando si bloccarono di colpo. Gli altri tre si voltarono verso di loro sorpresi, pronti ad incitarli a continuare, visto che erano vicinissima alla loro meta, ma l’espressione dei loro volti stroncarono sul nascere qualsiasi parola.

Nagi aveva gli occhi colmi di lacrime mentre si mordeva un labbro per trattenere i singhiozzi. Farfarello invece livido di rabbia. La sua iride dorata ardeva di furia e disperazione. Poi, senza preavviso, scagliò la sua katana con forza contro il tronco di un albero lì vicino, dove si conficcò.

“Maledizione!!” urlò.

Entrambi avevano sentito per l’ultima volta la voce del loro compagno.

 

 

Fine Sesta Parte

 


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