I personaggi, tranne Sunny, sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me… Dedicata a tutti quelli che amano questa coppia, forse sarà un addio, forse un arrivederci. Buon Anno a tutti!
 


 


 

 

Come divenni uomo

 

parte III - L'ispettore che ispeziona

 

di Mia

 



All’inizio del nostro rapporto ero talmente ingenuo da poter credere che il nostro amore potesse rimanere tra di noi, con il tempo scoprii che questo non era possibile se si voleva stare con Cort quindi finii per adeguarmi a lui e alle sue esigenze a tal punto da fare l’amore con lui anche in presenza di altri, assomigliavamo sempre di più a Sunny e a Steven. Quel giorno in particolare mentirei se dicessi che non mi ero accorto che non eravamo più soli ed è ridicolo solo pensare che non se ne fosse accorto Cort, semplicemente decidemmo liberamente di ignorarlo. Purtroppo Sunny non dimostrò alcuna sensibilità, palesò subito la sua presenza interrompendo il nostro “bacio” che in realtà era diventato molto di più da quando le mani di Cort si erano perse sotto i miei vestiti… le mie ovviamente non erano state da meno e il risultato era che eravamo più che pronti a passare alla fase successiva… Sunny sfortunatamente stroncò sul nascere ogni occasione di spingerci oltre.
- Cort vieni in sala riunioni...- Smettemmo di baciarci ma rimanemmo abbracciati, questo non sembrò disturbare né Sunny né Cort che gli rispose come se avesse appena ricevuto un ordine, in realtà era proprio così, dimenticavo sempre cosa era Cort…
- Come mai?-
- Se non lo sai tu-. Sunny fece spallucce e Cort tirò fuori il suo sarcasmo, faceva lo stronzo con Steven figurarsi se non lo faceva con gli altri. Solo io parevo essere al riparo dal suo caratteraccio forse riservava a me il meglio di se stesso…
- Sei tu che ti scopi il re…-
- Non dire stronzate, Steven era piuttosto nervoso non farlo aspettare…- Sunny per la prima volta non cedette all’impulso di scendere in rissa con Cort e questo mi rese un po’ inquieto, cosa poteva rendere nervoso una persona tranquilla come Steven e rendere mansueto un uomo passionale come Sunny?
- Non ho mai fatto aspettare il mio Re scemo-. Quando vidi farsi serio anche Cort mi agitai decisamente, che aveva combinato stavolta? Un richiamo ufficiale era abbastanza grave da far passare qualche notte nelle segrete e le segrete mi riportavano brutti ricordi. Preoccupato non riuscii a tenermi dal chiedere e dal rassicurarmi…
- Non è niente di grave vero?-
- Nonostante l’idiozia di Cort no, credo che riguardi il suo ruolo-. Le parole e lo sguardo rassicurante di Sunny mi fecero tirare un sospiro di sollievo, quando si parlava di Cort non si poteva mai sapere ed io ne ero la prova vivente.
- E’ ovvio altrimenti perché mi manderebbe a chiamare, voglio che venga anche Vanny-. Anche Cort cercò di rassicurarmi… a modo suo… senza nessuna vergogna mise le mani sotto la vestaglia facendomi arrossire più per la vergogna che per il piacere immediato che riuscii a darmi… non mi piaceva molto quando dava dimostrazione del potere che aveva su di me in presenza di altri, ancora non capivo che non servivano dimostrazioni, era chiaro a tutti che ci appartenevamo e che tutti e due avevamo il pieno controllo dell’altro.
- Fai pure, deciderà Steven se farlo entrare o meno…- Mi vestii in fretta, avevo quasi dimenticato la facilità di un tale gesto quando non c’era nessuno che ti importunava o che continuava a spogliarti ma devo dire che era anche più noioso… era decisamente meglio avere Cort tra i piedi. Seguimmo All fino alla stanza di Steven, lui non entrò, forse le cose tra loro non si erano ancora stabilizzate del tutto, forse ancora non riusciva ad accettare di doverlo dividere con la Regina. Per nulla al mondo mi sarei voluto trovare al loro posto…
- Ehi che ti sei portato la guardia del corpo?- Steven mi salutò dandomi un bacio sulla guancia, Cort mi strinse subito a sé marcando la sua proprietà, è geloso marcio anche del più piccolo gesto di affetto nei miei confronti. Sunny e Steven lo sanno e non possono fare a meno di stuzzicarlo, non si rendono conto che scherzano con il fuoco…
- Era troppo in apprensione per lasciarlo a casa, sai com’è fatto-. Sottolineai le sue parole stringendomi ancora di più a lui e andai subito al punto, non avrei permesso più a nessuno di fare del male a Cort, ero già bastato una volta io.
- Che è successo?-
- Tranquillo Vanny non ho ancora intenzione di far impiccare Cort-. Crollai libero dall’angoscia su una sedia di fronte a lui; Cort, del tutto serio, fece altrettanto al mio fianco. Potevo ancora sentire la sua tensione anche ad una simile distanza, mi chiesi il perchè di tanta ansia da parte sua, in realtà, stava solo interpretando la parte del servo fedele…
- Di cosa volevi parlarmi?-
- Non so mio padre come gestiva questa cosa con te, so che vieni esaminato ogni cinque anni e oggi mi è arrivata la lettera di richiesta di ispezione…- Cort sembrò risollevarsi, io non sapevo di cosa stessero parlando ma se per lui non era niente di grave non lo era neanche per me…
- Me ne ero proprio dimenticato…- Ero forse io la causa della sua improvvisa scarsità di memoria?
- Cosa pensi di fare?- L’unico che sembrava ancora preoccupato era Steven dopotutto era la prima volta per lui che gli si presentava una simile questione, ora che era all’inizio del suo regno gli sembrava tutto incredibilmente importante e difficile da risolvere, come lo capivo… per me tutto ciò che riguardava Cort mi sembrava lo stesso, ancora non avevo capito tutto il suo mondo quindi mi limitavo a stargli semplicemente dietro ad aspettare un suo cenno.
- Quello che ho fatto sempre, gli mostro il mio lavoro senza esagerare troppo…- Rispose sfacciatamente sicuro di sé. Quando parla del suo lavoro si sente tutto l’orgoglio che prova per esso, lo potrà anche odiare ma è ciò che gli darà l’occasione di lasciare una traccia nella storia di Gilead, dopotutto lui è il miglior Maestro di tutti i tempi.
- Sai che io non ho nessun tipo di influenza su questa persona vero? E’ stato nominato direttamente dal popolo…- L’ansia di Steven quasi si trasmise nuovamente a me, mi chiesi cosa doveva affrontare veramente Cort per far agitare così il mio migliore amico, quali sarebbero potute essere le conseguenze?
- Infatti non devi fare nulla-. Cort sembrava tranquillo… non sapevo a chi credere, dopotutto Cort quando si tratta del suo ruolo si trasforma in una macchina fredda capace di nascondere ogni sentimento.
- L’ultima volta com’è andata?-
- E’ finita che ho dovuto pagare quel bastardo per comprarmi il suo silenzio…- Sorrise sarcastico storcendo la bocca, i soldi non erano un problema per lui ma il fatto di essersi dovuto sottomettere ad un ricatto gli rodeva parecchio, sapevo bene come trattava i sporchi ricattatori e sapevo bene che cosa ne rimaneva: niente. Questi ispettori invece erano così importanti da risultare intoccabili anche per lui…
- Perché non l’ha fatto mio padre?- Già sapevo la risposta, un re non si sarebbe mai sporcato per salvaguardare un suo servo, lo avrebbe sacrificato e basta…
- Non muoveva un dito per te figurarsi per me…-
- Io non sono mio padre, se hai bisogno di aiuto vieni da me e cercherò di trovare una soluzione, basta che mi assicuri che non combinerai nessun casino…- Steven non era molto diverso da suo padre in realtà, ciò che disse lo disse solo perché Cort era il mio compagno se non lo fosse stato lo avrebbe lasciato a sbrigarsela da solo, non gli davo tutti i torti, probabilmente il Re aveva ben altri problemi da risolvere per pensare anche a salvare il culo ad un suo servo. Forse mi sbaglio, forse Cort è talmente importante per Gilead da non poterne più fare a meno e per questo gode di tutta la protezione possibile….
- Sul lavoro non li faccio mai lo dovresti sapere, ma tutti gli ispettori che ho incontrato si sono sempre rivelati degli sciacalli…-
- Tu non dargli occasione di approfittarsene allora…-
- Ci proverò… quando viene?- Dalla domanda capii che Cort era realmente preoccupato anche se non lo voleva dare a vedere; il suo nervosismo divenne anche il mio. Non era passato molto tempo da quando ero un suo allievo e sapevo bene come e cosa insegnava e ad una persona esterna potevano sembrare cose disumane…
- Non è specificato, ti contatterà lui-.
- E’ tutto?- Si alzò mostrando tutto il desiderio di andarsene per concentrarsi su come affrontare la nuova situazione, aveva bisogno di un piano strategico per riuscire a soggiogare l’ispettore e fargli credere quel che voleva lui, nell’arte della manipolazione Cort è un vero maestro…
- Aye-. Prima di alzarmi mi levai un dubbio che mi terrorizzava al solo pensiero, non avevo il sangue freddo di Cort io…
- Ehi devo essere messo sottoesame anche io?-
- Per quale motivo dovresti essere sorvegliato principessa per essere scandalosamente irresistibile?- Giocò con i miei capelli facendomi ben intendere che la mia domanda aveva acceso tutto il suo desiderio. Scansai la sua mano, ero mortalmente serio e preoccupato e quindi non certo propenso alle sue voglie… magari più tardi però… Poi come sempre mi faceva incazzare il fatto che sottovalutasse così tanto il mio ruolo.
- Scemo, sono un Maestro anche io!-
- Mphf… non ho ancora capito perché danno un titolo del genere a chi fa il tuo lavoro!- Avendo capito di avermi fatto incazzare e di non poter ottenere nessuna mia particolare attenzione si alzò dalla sedia ma prima di poter uscire le parole di Steven lo bloccarono, forse perché gli rammentarono quello che un giorno sarebbe potuto diventare…
- Cort deve essere esaminato perché la gente teme che possa perdere la ragione o che fisicamente non possa più compiere il suo dovere e poi vengono controllati i suoi metodi di insegnamento-.
- Beh allora verrà sicuramente silurato: è fuori di testa, fisicamente sta a pezzi ed è un sadico maniaco…- Cercai di sollevargli lo spirito scherzando e montandogli sulla schiena, non si ribellò affatto anzi mi tenne ferme le gambe impedendomi di scendere, dopotutto non ne avevo una così gran voglia di farlo… mi faceva sentire bene il contatto con il suo corpo e probabilmente era lo stesso per lui infatti tornò subito ad essere il Cort malizioso e strafottente di sempre…
- Ti farò vedere più tardi quanto so essere maniaco ragazzino…-
- Non vedo l’ora…- Steven scoppiò a ridere probabilmente ignaro del fatto che dicevo sul serio, se lo avesse saputo sarebbe rimasto sicuramente sconvolto nel sentirmi dire certe cose, questo era un lato di me che gli avevo tenuto sempre nascosto più per pudore che per vergogna… Purtroppo quando tornammo a casa Cort non mantenne la sua minaccia anzi mi ritrovai a che fare con il Maestro per tutto il tempo ed era certamente da suicidi cercare di sedurre lui… Sembrava veramente preoccupato della futura ispezione, passò il pomeriggio a studiare e a rielaborare tutte le sue lezioni che ovviamente dovevano essere cambiate. Fortunatamente non era periodo di esami…
Una settimana dopo il ka bussò alla nostra porta… Non erano stati giorni facili e forse neanche felici, Cort era troppo nervoso per averci a che fare e più passava il tempo più peggiorava. Tentai vari approcci fallendo ogni volta, mi scansava irritato e svogliato, la cosa stava diventando veramente snervante per me che vivevo per il suo amore e il suo corpo. Finii per domandarmi del perché per lui non era la stessa cosa… come poteva stare senza di me così tanto da ignorarmi e non sentirsi morire? Dubitare di Cort era l’ultima cosa che volevo fare ma non sono mai stato un tipo sicuro di me anzi se possibile faccio di tutto per affossarmi da solo. Non vedevo l’ora che venisse l’ispettore e che tutto questo periodo passasse lasciandomi solo un pallido brutto ricordo. Il giorno arrivò trovandomi impreparato come tutti i giorni importanti sembrano arrivare; cucinavo per Cort nella mia e sua tenuta preferita, ovvero vestaglia di seta con sotto assolutamente nulla: anche se non era dell’umore giusto io cercavo comunque di tentarlo ogni volta con scarsi risultati purtroppo… Appena sentii aprire la porta mi portai dietro di essa per accoglierlo come ormai ero abituato a fare dopo ogni dura giornata di lavoro, pessimo umore o no le buone abitudini non erano cambiate e non volevo che cambiassero assolutamente…
- Finalmente!- Saltai in braccio a Cort tenendomi stretto al suo collo, nascosto nel suo petto non vidi chi parlò alle sue spalle, sobbalzai dalla paura ma anche dall’imbarazzo per essermi comportato in quel modo in presenza di un estraneo…
- Questa è la tua donna?- L’imbarazzo passò subito e al suo posto provai la solita rabbia che provavo quando venivo scambiato per una donna e più crescevo più la mia furia aumentava. Cort mi anticipò ma il cattivo umore non mi passò affatto…
- Aye se non fosse che è un uomo-.
- Chi è?- Approfittai della sua sorpresa per lanciargli sguardi di odio, facendogli ben capire che non era il benvenuto chiunque fosse…
- E’ la persona che mi starà attaccato al culo fino a quando non finirà il suo lavoro…-
- L’ispettore?- Fui costretto a cambiare espressione per il bene di Cort ma questo non cambiò il mio giudizio su di lui, lo odiai fin da subito.
- Aye… vai a metterti qualcosa di più decente…- Non lo disse imbarazzato al contrario era divertito, allungò addirittura una mano verso la vestaglia con l’intenzione di alzarmela, io invece mi vergognai non appena mi resi conto di cosa indossavo e scappai di corsa a rinchiudermi nella nostra stanza, ma questo non mi impediva di ascoltare i loro discorsi…
- E’ veramente un uomo?- Strinsi i pugni per la rabbia cercando di controllarmi il più possibile, purtroppo non ero bravo a nascondere le mie emozioni quindi decisi di rimanere in camera il tempo necessario per calmarmi anche se mi ero già vestito.
- Vuoi ispezionare anche lui?- Sentii Cort scherzare ma se fossi stato con loro avrei sicuramente percepito l’atmosfera cambiare, non permetteva a nessuno di mancarmi di rispetto anche se poi magari lui mi faceva ogni tipo di dispetto, ma lui poteva.
- N-no solo che è…-
- Il mio uomo-. Chiarì subito, potevo ben immaginarmi il Maestro al posto del mio Cort che segnava la sua proprietà su di me, la sua gelosia riusciva sempre a farmi sentire bene…
- Oh ma c-certo-.
- Vedi di tenere a freno la tua libido-.
- Veramente io…-
- So quale effetto fa Vanny ma non per questo io sono costretto ad accettarlo-. Non c’era più nessun segno di divertimento nella sua voce e se lo avessi potuto vedere in viso sono sicuro che avrei visto il suo sguardo da assassino, forse per questo non ci fu nessun commento da parte dell’ispettore, forse era momentaneamente pietrificato dalla paura. Aspettai che l’atmosfera tornasse alla normalità per tornare da loro, le parole di Cort mi avevano incoraggiato ed erano riuscite a darmi una sicurezza che di mio io non avevo. Vestito mi sentivo decisamente più a mio agio così quando mi trovai gli occhi dell’ispettore addosso riuscii a sostenere il suo sguardo. Servii la cena che avevo preparato per me e per Cort ma visto che non bastava per tutti e tre io mi limitai a guardarli mentre mangiavano, fortunatamente quella visita inaspettata mi aveva tolto del tutto la fame. Cort non accennò nemmeno ad offrirmi un po’ della sua parte, senza accorgermene misi su il broncio come facevo sempre quando mi sentivo trascurato, una sua mano sulla mia coscia e un sorriso malizioso sulle sue labbra mi fecero capire che si stava prendendo gioco di me e si stava divertendo parecchio, sapeva che poi si sarebbe dovuto impegnare parecchio per ottenere il mio perdono e questo non poteva che eccitare entrambi… tanto da dimenticare quasi il nostro ospite che ci riportò bruscamente alla realtà…
- Da quando state insieme?- L’ispettore cercò di intromettersi nella nostra intimità ma la sua intrusione venne respinta bruscamente da entrambi ma lasciai che se ne occupasse Cort che è l’uomo più spietato e freddo che il mondo abbia mai visto…
- Ha qualche attinenza per caso?-
- Forse ma la mia era semplice curiosità…-
- Da più di un anno ormai…-
- Da quando hai lasciato l’accademia?-
- Aye…Che stai insinuando che mi sbattevo un mio allievo per caso?- Cort sorrise freddamente e quasi il tempo smise di scorrere, mi chiesi se l’avesse lasciato andare sulle sue gambe o se aveva già preso la decisione di ammazzarlo…
- Non l’hai fatto?- Questo di certo non andava a suo favore, quasi provavo pietà per lui, quasi però, la sua antipatia non me lo faceva vedere come un uomo ma come un verme che strisciava viscidamente nella nostra cucina.
- Dovrei spaccarti la faccia solo per avermelo chiesto…-
- Ma non mi hai ancora risposto…- Ingenuo, incauto o pazzo… non sapevo ancora come definirlo ma presto sarebbe morto sicuramente. Cort mi stupii continuandogli a rispondere senza alzare un dito su di lui. Solo allora capii l’importanza che quell’uomo aveva per lui.
- Ho aspettato che finisse l’accademia per stare con lui-.
- Sei riuscito a stargli lontano per così tanto tempo? Non ci credo…-
- Non sono andato a letto con lui…- Cort mostrò i primi segni di cedimento stringendo i denti e veder crollare la sua freddezza era uno spettacolo che mai avrei voluto vedere, ma lo stronzo insisteva a pungolarlo non sapendo quale bestia stava per svegliare…
- Forse, ma di sicuro non gli sei rimasto lontano come da regolamento…-
- Sono stato io a non riuscire a rimanergli lontano, Cort non centra nulla-. Mi intromisi cercando di calmare Cort dopotutto non volevo un morto che mi sporcava il pavimento.
- Centra visto che non è riuscito a resisterti… come dargli torto infondo…- Lo stronzo si concentrò su di me non tanto sulla mia persona quanto sulla mia bellezza, come tutti non riuscii a resistere dal provocarmi e dal guardarmi con desiderio, ovviamente Cort esplose non perdonava nessun oltraggio fatto ai miei danni…
- Ehi non esagerare!-
- Allora penso che non ti piacerà quello che sto per dire…- Sembrò non recepire il messaggio oppure era talmente stupido da voler sfidare l’ira di Cort.
- Allora stai molto attento…-
- Vorrei ma il mio ruolo mi impone di chiederlo, Vanny puoi spogliarti per favore?-
- Cosa?- Fui io a sbloccarmi per primo dalla sorpresa ma Cort coprii subito la mia voce con una risata folle che mi fece accapponare la pelle, dopotutto io odiavo la violenza e la odiavo anche se fatta su quell’idiota pervertito che mi trovavo davanti…
- Vuoi morire forse? So che tutta Gilead gli sbava dietro ma che tu lo venga a fare in casa mia ha dell’incredibile!-
- Devo controllare tutta la tua vita Cort e questo mi impone di controllare anche il tuo uomo, devo vedere con i miei occhi come lo tratti, se il suo corpo porta eventuali segni delle tue percosse…-
- Smettila con le stronzate non l’ho mai picchiato!- Una volta mi aveva fatto male ma il dolore che gli avevo procurato io era assolutamente più grande e quella volta ci eravamo perdonati reciprocamente ma questo l’ispettore non aveva bisogno di saperlo.
- Allora non hai niente da nascondere…-
- Non ti darò la possibilità di fare il porco con lui, lui è mio!- Cort lo spinse lontano da me ma questo non lo fermò dal mangiarmi con lo sguardo e continuare ad offendere lui…
- La parola mio non dovrebbe fare parte del tuo vocabolario Cort, sai cosa sei quindi non puoi avere simili pretese. Ed è anche pericoloso affermare una cosa del genere visto che ogni cosa tua è anche di Gilead…- Rinfacciare lo status sociale di servo a Cort è una di quelle cose che non si devono fare se si vuole rimanere in vita, infatti mi misi in mezzo io per non far degenerare la situazione ancora di più…
- Fottiti!-
- Vanny spogliati se non vuoi creare problemi a Cort…- Cercò di strapparmi i vestiti di dosso mentre Cort faceva di tutto per cacciare quelle mani tentacolari dal mio corpo, ero praticamente dilaniato in due.
- Non farlo!-
- Se non lo farà non solo avrai un giudizio negativo ma farò in modo di farti stare il più lontano possibile da lui a tempo indeterminato-. A questo mi feci sentire io… nessuno doveva dividermi da Cort e non volevo che esistesse neanche la più piccola possibilità che questo potesse accadere. Avrei fatto di tutto per lui…
- Ora basta!- Cominciai a spogliarmi in silenzio con gli occhi bassi per la vergogna…
- Dovresti imparare dal tuo uomo un minimo di umiltà ed obbedienza Cort…-
- Fai una mossa falsa e ti uccido, toccalo e ti stacco il braccio…-
- Mi basta guardarlo, ora capisco il perché tutti hanno un debole per lui, è bellissimo… voltati-.
- Hai visto abbastanza!- Cort mi passò tutti i vestiti ma io non mi mossi, ero deciso ad obbedire all’ispettore per sbarazzarcene il prima possibile, così mi voltai.
- Lo hai mai violentato?-
- Che cazzo dici?- Cort si fece pallido, non so se per la rabbia o per il ricordo di quando mi violentò veramente, gli accarezzai una gamba sperando di trasmettergli che andava tutto bene che per me il passato era passato…
- Te lo chiedo perché dovrò controllare anche che questo non sia mai successo…-
- Fallo e ti ucciderò prima che tu possa toccarlo!- La cosa ormai era degenerata ed io non volevo più stare al gioco di quel mentecatto; presi i vestiti che Cort ancora mi intimava di prendere e cominciai a rivestirmi. Avevo fatto tutto quello che potevo se quel coglione voleva morire era un problema suo.
- Non intendo farmi toccare da te, devi indagare sulla vita di Cort non sulla mia quindi ora lasciami in pace-.
- Magari avrò un’altra occasione…- Mi accarezzò lascivamente i capelli ma Cort lo allontanò subito strappandomene almeno un ciuffo…
- Porco schifoso esci da casa mia prima che ti ci butti fuori a calci!!!-
- Non ti alterare dovremmo avere a che fare l’uno con altro per ancora un po’ di tempo, abbiamo solo iniziato…- Cort gli sbatté letteralmente la porta in faccia, era incazzato nero non ebbi il coraggio di andargli vicino per cercare di calmarlo, rimasi dov’ero in attesa che ritornasse in sé. Dopo qualche attimo riuscì a ricomporsi, e appena lo fece si preoccupò subito per me, dopotutto rimanevo sempre il suo primo pensiero come lui lo era per me…
- Stai bene?-
- Dovrei chiedertelo io visto che ti stava per venire un infarto…-
- Mi dispiace per quello che è successo-.
- Non è colpa tua…-
- Lo è, se non fossi quello che sono tu non saresti stato costretto a farlo…- Cort mai rimpiangeva quello che era e vederglielo fare in quel momento mi fece stringere il cuore, per me lui era mio e soltanto mio, il suo status di servo non mi era mai interessato… forse però interessava a lui…
- Va tutto bene Cort, non è successo niente di grave…-
- Sì che è successo, quel bastardo mi ha fatto ricordare che io sono niente e non posso reclamare come mio niente e nessuno…-
- Ti sbagli puoi reclamare me…- Mi strinsi al suo corpo ma lui mi respinse gentilmente mostrandosi più depresso che mai. Insicurezza e sfiducia non erano parole che Cort poteva permettersi e invece in quel momento si mostrava totalmente distrutto… forse perché con me poteva ostentare tutta la sua umanità, sapeva che io amavo tutto di lui anche quei rari momenti di debolezza.
- Nay… neanche te, sei mio solo perché vuoi esserlo tu ma se dovesse dipendere da me tu saresti la puttana di Gilead…-
- Dove vai?-
- Ho bisogno di bere…- Strinsi i pugni, mi irritava sentirglielo dire, l’unico suo vizio e unica sua droga dovevo essere io, l’alcool lo faceva diventare un’altra persona di cui a volte avevo paura e a volte mi faceva pena, non avevo alcuna voglia di avere a che fare con lui quando era ubriaco…
- Rimani con me te la faccio passare io la rabbia…-
- Impossibile sei tu la causa della mia rabbia…- Mi sorrise tristemente dandomi un casto bacio sulla fronte, non ce l’aveva con me ma solo con se stesso e questo non era affatto giusto.
- Cort…-
- Non preoccuparti mi passerà…-
- Ti aspetto…-
- Non farlo, vai a dormire non so quando tornerò…-
- Non esagerare…-
- Se non esagero come faccio ad ubriacarmi principessa?- Il suo ragionamento non faceva una piega infatti mi fece rimanere senza parole e Cort se ne approfittò per andarsene via… Lo rividi solo la mattina dopo e nonostante non avesse dormito e avesse bevuto Gan solo sapeva quanto era in splendida forma sicuramente meglio della sera prima. La sua resistenza e la sua forza mi fecero provare invidia ma anche ammirazione ancora una volta. Era stato un periodo difficile quello, le prove di sopravvivenza e gli esami ci avevano tenuti lontano facendoci sentire il bisogno di riavvicinarci l’uno all’altro, non c’era da consolidare il rapporto che mai si era sfaldato ma avevamo bisogno della presenza dell’altro sia fisica che mentale. La nuova tegola che ci stava per cadere addosso non migliorava di certo la situazione. Quella domenica Cort decise di non pensare a niente altro che a noi; per la prima volta decise di portarmi fuori piuttosto che rimanere a casa e anche se quest’ultima opzione non mi avrebbe dispiaciuto affatto fui felice della sua proposta, l’importante era stare con lui, possibilmente da solo. Ovviamente mai le cose vanno come devono andare così quella mattina usciti dalle stalle con i nostri cavalli ci imbattemmo nell’ostacolo più grande che potessimo incontrare: l’ispettore. Solo lui sembrava felice dell’incontro, Cort era incazzato nero, io mi sentivo quasi impaurito per i fatti della sera precedente.
- Invoco il vostro perdono per il mio comportamento disdicevole di ieri sera…- Sospirai di sollievo e subito i miei muscoli si rilassarono.
- Per quanto mi riguarda ho già dimenticato-. Le scuse erano l’unica cosa che potessero rendere la situazione meno pericolosa ed imbarazzante ed ero sicuro che anche Cort non avrebbe fatto troppa resistenza a perdonarlo…
- Io no-. Cort sapeva sempre come sorprendermi… ci mancava solo che gli saltasse alla gola. Sapevo che non avrebbe fatto nulla ma se uno sguardo avesse avuto la forza di uccidere quello sarebbe stato il suo.
- Dove state andando? Prendo il cavallo e vengo anch’io!- Non fece in tempo a girarsi che Cort lo prese per la maglietta strattonandolo, se possibile l’incazzatura gli salì di livello, dopotutto mi incazzai addirittura io per la sua intromissione. Era un uomo viscido e malizioso, mi ripromisi di stare alla larga da lui…
- Scordatelo! Questo è il mio giorno libero e nessuno può rovinarmelo tanto meno tu!-
- E’ il mio lavoro seguirti!-
- Il tuo lavoro è seguire il Maestro non me, oggi il Maestro non esiste… Andiamo-. Mandammo i nostri cavalli al galoppo ma potevo sentire il suo sguardo fisso sul mio corpo e dalla mascella contratta di Cort capii che lo percepì anche lui, poteva dirsi una giornata fortunata se quell’uomo ne uscì con nessun osso rotto… Non sapevo nulla della nostra gita se non quello che mi aveva detto Cort: poteva fare freddo e che ci avremmo messo un po’. Intuii che ci saremmo immersi nella foresta di Gilead, chissà dove però... Andammo con i cavalli fin quando il terreno ce lo permise poi quando si fece troppo scosceso scendemmo e li legammo agli alberi più robusti. Da quando eravamo partiti non ci eravamo scambiati neanche una parola, Cort per sbollire la sua furia io per non dargli ulteriore fastidio. L’atmosfera si era fatta pesante e dire che era il nostro giorno libero, il giorno che doveva essere vissuto da noi solo, qualcuno invece si era intromesso rovinandolo. Camminavo senza guardare dove mettevo i piedi troppo preso dai miei pensieri e questo mi costò una ruzzolata di parecchi metri. Cort fu subito dietro di me con un’espressione lievemente preoccupata. Non mi ero fatto niente, non potevo dire lo stesso dei miei pantaloni che avevano uno sgarro dalla vita fino al ginocchio e non avendo nulla addosso mostravano più di quello che avrei voluto far vedere se non fossi stato solo con Cort… con lui invece mi andava più che bene magari questo imprevisto avrebbe spezzato l’atmosfera gelida che c’era tra noi…
- … addio pantaloni…- Mostrai a Cort lo sgarro e come bonus anche gran parte del mio corpo, ero sicuro che avrebbe apprezzato.
- Per quello che ti serviranno…- Sbuffò senza darmi la soddisfazione di guardami, di farmi sentire apprezzato. Mi rabbuiai anch’io… quella domenica era stata ormai rovinata e non c’era niente di peggio che una domenica sprecata… Ebbi giusto la voglia di mugolare…
- Hmm?-
- Non ti ho portato qui per fare solo una passeggiata e mangiare fuori sai?- Storse la bocca maliziosamente e all’improvviso tutto per me si fece più colorato, forse dopotutto i piani domenicali non erano stati dimenticati o cambiati per colpa dell’ispettore…
- No?-
- No…-
- Bene… stavo cominciando a preoccuparmi…- Mi rialzai con tutta l’eleganza che possedevo senza preoccuparmi di coprire lo strappo, con noncuranza lasciai che Cort sbirciasse tra i miei pantaloni…
- Ragazzino insolente…- Mi accarezzò i capelli e con la sua voce fece altrettanto su tutto il mio corpo. Dimostrai tutta la mia insolenza mettendogli una mano nei pantaloni sfiorandogli quella che presto sarebbe diventata una bella erezione che avrebbe dato finalmente inizio alla giornata che ci eravamo prospettato e desiderato…
- Proprio come piaccio a te…-
- … seguimi…- Cacciò la mia mano con fatica, me la baciò e poi tornò a camminare come se non avesse la mia stessa voglia di fare l’amore in quello stesso momento e posto… ma ora sapevo che aveva un suo piano in mente quindi non mi arrabbiai mi feci solo più curioso… il mistero e l’attesa non faceva altro che alimentare il mio desiderio…
- Dove?-
- Niente domande-. Mi conosceva bene e sapeva come portarmi al limite. Potei solo seguirlo in preda alle mie fantasie più sfrenate chiedendomi quale di esse sarebbe diventata presto realtà. Avevo voglia di fare l’amore con lui adesso figurarsi quanta ne avrei avuta quando Cort si sarebbe deciso a fermarsi e a prendermi… Arrivammo in un altura dove un piccolo lago con la sua cascata faceva da padrone per la sua bellezza tanto da sembrare irreale. Cort si fermò buttando per terra il sacco che si era portato dietro, si girò e finalmente tornò a sorridermi.
- Sai dove siamo?-
- Dove?- Sapevo solo che ci trovavamo ancora a Gilead visto che a Cort non era permesso superarne i confini.
- Qui in passato i Re e i pistoleri portavano i loro e le loro amanti per dare sfogo ai loro sentimenti… ormai non si usa più, come tu ben sai ora organizzano festini e orge direttamente nelle segrete del castello, è più comodo ma molto meno romantico…- Allargò il sorriso facendomi arrossire per il ricordo di quando ero ancora un ragazzino e con All e Steven eravamo riusciti a spiare i grandi in uno dei loro festini. Ci saremmo dovuti beccare una bella punizione quella volta ma Cort stranamente ce la fece passare liscia…
- Tu che ne sai?-
- Li ho visti con i miei occhi… tutti in acqua a fare l’amore come se fosse la loro ultima volta… mi è sempre sembrato un posto sacro-.
- Forse lo è…- Lo guardai sorridendo, capivo quello che sentiva perché stranamente il posto sembrava davvero emanare un aura positiva e dava la stessa sensazione a me. Mi faceva sentire bene, tutti i brutti pensieri erano spariti per magia.
- Per questo siamo qui, anch’io voglio poterci fare l’amore con la persona che amo-. Non c’era nessuna malizia nella sua voce, era mortalmente serio e mi fissava come se stesse già facendo l’amore con me. Quando distolse lo sguardo mi sentii le gambe come gelatina, ero stato completamente assorbito da lui. Mentre aspettavo che Cort sistemasse il telo e tutte le cose che ci eravamo portati dietro, io perlustrai la zona e scoprii il posto dei miei sogni. Mi infilai sotto la cascata e capii subito che quello era il posto in cui avrei voluto fare l’amore con Cort.
- Li conosci tutti te i posti migliori eh?- Urlai perché pensavo che il rumore dell’acqua coprisse il suono della mia voce invece Cort era proprio dietro di me e le sue mani mi accarezzarono subito la pelle denudata dai pantaloni strappati.
- Che vuoi farci principessa io non sono mica come un ragazzino sprovveduto di mia conoscenza, ho abbastanza anni da conoscere ogni posto di Gilead, anche i più nascosti…- Mi accarezzò la valle delle natiche sfiorandomi appena l’ano che si contrasse al suo passaggio, volevo averlo stretto dentro di me…
- Mi consideri davvero un ragazzino sprovveduto…- Mi strusciai contro di lui mentre con le mani cercavo di spogliarlo, eravamo troppo vestiti entrambi, ma presto il problema non sarebbe più esistito lui stava pensando a me io a lui.
- Forse ti ho sottovalutato… Cosa vuoi Principessa?- Fui liberato da tutti i miei vestiti e un brivido di freddo attraversò il mio corpo. Cort mi strinse subito a sé scaldandomi con il suo calore, si sbrigò a spogliarsi per far combaciare la sua pelle bollente con la mia fredda e stavolta il brivido che provai fu un lungo sospiro di piacere.
- Quello che vuole il mio corpo…-
- Cosa?-
- Non lo sai? Cosa ti dice…-
- Questo?- La sua carezza da esterna si fece interna e Gan se mi appagava di più. Mi appoggiai alla parete rocciosa per non rischiare di crollare, non mi fidavo molto delle mie gambe in quel momento.
- Lo capisci bene…-
- E il mio che ti dice?- Il suo mi diceva che aveva una bellissima erezione che solo io avrei potuto soddisfare. Sussurrai quasi con soggezione le parole che quello stupendo corpo mi stava urlando. Io ero il suo Dio lui era il mio e questo mi sembrò infinitamente più grande di me, come se stessi peccando per aver ottenuto così tanto dalla mia miserabile vita, forse solo i Dei si meritavano tanta felicità e un così totale appagamento.
- ‘Ti voglio’…-
- …i nostri desideri si fondono l’uno nell’altro…-
- …sbrigati a far fondere anche i nostri corpi…- Non gli serviva di certo un mio invito per prendersi quello che voleva, mi sollevò per i fianchi e prima ancora di riuscire ad allacciare le gambe alla sua vita lui era già scivolato dentro di me… una vera goduria. Sentivo che era ancora contrariato dal suo modo di fare l’amore, niente parole dolci o frasi d’amore, si spingeva in me con più foga possibile il che andava più che bene per me, quello che mi stava dando era esattamente quello che volevo, le belle parole sarebbero arrivate un altro giorno. Il bello di quella volta fu che ci riducemmo allo stremo delle forze tutti sudati e ansanti come una coppia di animali in calore e a volte mi piaceva sentirmi e comportarmi come un animale, stranamente mi faceva sentire più vicino a Cort. Avevo ancora gli occhi chiusi quando la sua voce mi accarezzò il collo come se me lo stesse baciando e di rimando io gli spinsi ancora di più la testa contro la mia pelle accaldata…
- Cazzo quanto è bello vederti così aperto dopo averti scopato… mi fai venire voglia di scoparti ancora…- Non feci in tempo a rispondergli che di certo non sarei stato io a vietarglielo che si servì da solo. Mi ritrovai girato con la faccia schiacciata al muro e con lui di nuovo dentro di me prima che potessi formulare il più semplice dei pensieri. Dopotutto andava bene così ero esattamente dove volevo stare e stavo facendo esattamente quello che volevo fare. Il mio corpo iniziò a ribellarsi al suo ritmo forsennato e non riuscii più a trattenere piccoli gemiti di dolore, non che mi dispiacesse infatti la mia mente era ancora totalmente presa e l’orgasmo che ne derivò non fu meno intenso del primo. Ero veramente distrutto e non ero sicuro di poter soddisfare nuovamente il desiderio di Cort se me lo avesse chiesto ma forse il mio aspetto parlò per me perchè Cort mi prese in braccio e mi portò nel nostro giaciglio per farmi sdraiare.
- Tutto bene?- I gemiti e le smorfie non gli erano sfuggiti ma nessuno di due si sarebbe mai tirato indietro per un po’ di dolore, il rapporto fisico per noi era indispensabile. Si preoccupò comunque delle mie condizioni appena finito di fare l’amore…
- Hmmm… un po’ indolenzito…-
- Per colpa del freddo eri più stretto e quindi ho dovuto forzarti…- Mi era piaciuto più del solito ma mi vergognavo ad ammetterlo; a volte la sua forza e la potenza mi eccita ancora di più della sua accortezza e della sua dolcezza.
- Ehi mica ho detto che non mi è piaciuto, sono solo terrorizzato all’idea di dover salire in sella al cavallo per tornare a casa…-
- Ci avremmo dovuto pensare prima…-
- Perché credi che mi sarei tirato indietro?-
- Immaginavo che mi avresti risposto così…- La sua risata roca fece sorridere anche me infatti non smisi di stuzzicarlo per sentirla ancora…
- Se vuoi possiamo fare anche il bis…-
- Mi immaginavo anche questo…-
- E allora perché non mi sei ancora saltato addosso?-
- Riposati…- Mi baciò sulla fronte come se mi stesse dando il bacio della buonanotte ma io non avevo proprio voglia di dormire, volevo stare con lui, guardarlo, parlargli, toccarlo….
- Io non sono affatto stanco…-
- Beh mettiamola così sono stanco io-.
- Cazzate!-
- Vero ma ti riposerai comunque, so di aver esagerato e non voglio peggiorare le tue condizioni-.
- Ti comporti come se fossi mio padre…- Misi il broncio come un bambino, a volte funzionava altre volte Cort lo ignorava totalmente quella volta fu così.
- Beh se così fosse sarei un padre davvero pervertito e degenere principessa, i miei pensieri e le mie fantasie non hanno niente di paterno… riposa ora-. Riposai come voleva ma non riuscii a dormire, avevo ancora troppa adrenalina in corpo per poterlo fare quindi mi accontentai di stare tra le sue braccia e inebriarmi del suo odore e del suo calore. Non ingannai Cort per molto tempo che si staccò da me per guardarmi in volto con un sorriso divertito e malizioso che gli dipingeva le labbra…
- Stavo dormendo davvero!- Mi difesi prima di ogni sua possibile battutina che sapevo sarebbe arrivata. I suoi occhi mi accarezzarono come le sue mani e io non potei fare a meno di sospirare. Mi era impossibile poter dormire con lui così vicino quando il piacere era ancora padrone assoluto della mia mente.
- Fatti dare una controllata…- Mi stesi a pancia sotto per facilitargli l’operazione ma non riuscii a trattenere una risatina maliziosa…
- Cominci a sentirti in colpa forse?-
- No visto che la cosa è piaciuta a te tanto quanto a me…-
- Forse anche di più…- Lo guardai sfacciatamente tra le gambe facendogli capire quanto lo desideravo anche in quel momento che il mio corpo era stato martoriato dall’atto appena compiuto.
- Impossibile-. Si impose tutto il suo autocontrollo per non accettare il mio invito e continuò nella sua perlustrazione senza cadere in facili tentazione visto in quale posto mi stava toccando.
- In che condizioni sono?- Con i miei muscoli anali cercai di catturare il suo dito indagatore ma lui fu più lesto di me nel ritirarsi. Avevo provato dolore al passaggio del suo dito ma non potevo fare a meno di desiderarlo, volevo Cort dentro di me sempre e comunque…
- Si cicatrizzerà presto-.
- Una nuova cicatrice che segna il tuo possesso…-
- Il mio pieno possesso ragazzino…Vanny…- Mi diede una palpata che mi fece arrossire un po’ per l’imbarazzo un po’ per l’eccitazione, dovetti mordermi il labbro per non lasciarmi scappare nessun gemito. Il mio nome detto da lui portava sempre a discussioni serie a cui non si addiceva un’erezione e una voglia folle di fare l’amore.
- Cosa?-
- Sei felice?- Lo guardai sbalordito come se quello che avevo davanti non era lo stesso Cort con cui avevo passato l’ultima ora a fare sesso, la persona a cui avevo permesso di prendere il mio corpo in ogni modo possibile e tutte le volte che voleva… la sua domanda meritava una risposta?
- Vuoi davvero che ti risponda?-
- Sei diventato quello che sognavi di essere da bambino?- La risposta vera è che non avrei mai sperato tanto quando da piccolo non sapevo neanche chi ero e come ero, di certo tra i miei sogno c’era sempre stato Cort… ma c’era anche altro: come potevo arrivare a sognare di poter diventare un giorno un Maestro di Gilead? O ad essere il veterinario delle stalle reali? Gan se la mia vita era andata al di là di ogni mia più rosea fantasia! E di certo non avrei mai potuto immaginare di essere così felice con Cort che era la persona più intrattabile di tutto il Medio-Mondo! Ma non serviva dirgli tutto, la risposta era sola e unica…
- Molto di più… tu hai ottenuto tutto quello che volevi?-
- Non ho mai avuto tempo per sognare o per fantasticare, ho cominciato a farlo da quando sto con te…sei tu la mia unica fantasia…- Stranamente questo pensiero mi mise tristezza, da troppo poco tempo ero entrato nella vita di Cort per fargli dimenticare tutti gli anni di solitudine e sofferenza passati…
- Ho esaudito tutti i tuoi desideri?-
- Molto di più…-Sorrisi per avermi rubato la battuta ma anche perché farlo felice faceva felice anche me ed ero intenzionato di fare sempre di più per lui.
- Spero di poter continuare a farlo anche in futuro… vivo solo per questo… la tua felicità è la mia-.
- E’ bello sentirtelo dire… non vorrei mai conoscere il dolore di fare a meno di te. Voglio poterti cercare e trovare ogni volta…- Sentirsi dire simili cose da un omone grande e grosso come lui mi faceva commuovere ogni volta. Nessun altro avrebbe mai conosciuto questo suo lato del carattere dolce e insicuro, era una prerogativa che aspettava solo alla sua principessa…
- Ed ogni volta io non ti dirò mai di no…-
- Farei di tutto per te, lo sai?- Credo di averlo saputo da sempre, forse perché sono stato il suo unico vero legame della realtà da quando avevo quattro anni.
- Forse ma è sempre bello sentirtelo dire, ora sta zitto ho voglio di dormire-. Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi beandomi di tutta la sua consistenza e del suo odore mascolino. Ero veramente stanco e quello che volevo di più in quel momento era addormentarmi tra le sue braccia calde e il suo petto muscoloso….
- Mi stai dando degli ordini ragazzino?-
- Sì perché io posso…-
- Hai indubbiamente ragione… ordinami di spararmi in testa e io lo farò, dimmi di essere il tuo schiavo e io lo sarò…- Erano le stesse cose che avrei fatto anch’io per lui ma a me bastava l’essenziale: essere il suo unico desiderio e il suo unico amore.
- Sii solo il mio amante e il mio compagno non chiedo altro-.
- Ai tuoi ordini principessa… ora riposati non ti disturberò più…-
- Mi piace essere disturbato da te Cort…- Glielo dissi lascivamente perché volevo una certa reazione da lui che ovviamente non faticò ad arrivare, cominciò ad accarezzarmi i capelli e man mano le sue mani si spostarono sempre più giù proprio come volevo io fino a quando presero pieno possesso del mio corpo… mugolai subito di piacere mostrando sfacciatamente la mia debolezza a quello che una volta era stato il mio Maestro ma che ora era semplicemente il mio uomo, la mia vita.
- Allora non credo che riuscirai a riposarti molto amore mio…- Si sdraiò su di me senza gravare mai sul mio corpo ma questo bastava per mandarmi a fuoco, il contatto con la sua pelle mi accendeva di desiderio fino alla punta delle dita dei piedi e Gan ancora non aveva fatto niente con quelle grosse mani che erano capaci di mandarmi in paradiso in pochi secondi…
- Dico grazie…- Attesi pazientemente e fui ricompensato presto, le sue mani guizzarono subito su tutto il mio corpo fermandosi nei posti che sapeva più eccitabili e sensibili. Mi fece venire senza aver fatto l’amore ma l’orgasmo fu altrettanto inteso e sfibrante… rimasi senza fiato nel vedere la bellezza rude del mio uomo mentre si leccava le dita sporche del mio seme. Quando riuscimmo a tornare a casa dopo varie soste per il dolore lancinante del mio fondoschiena entrambi eravamo pienamente soddisfatti per quello che avevamo ottenuto. Ci addormentammo esausti subito dopo aver cenato senza pensare a nient’altro che a noi, dopotutto i problemi sarebbero arrivati solo il giorno dopo… e così fu. Il primo giorno delle cosiddette lezioni costrette andò piuttosto male, non seppi mai cosa successe veramente ma mi bastò avere a che fare con Cort la sera stessa, sembrava un animale in gabbia e di conseguenza si comportò come tale… Stavo cenando da solo, Cort non ha orari ed io a volte mi stufo di aspettarlo, e una furia mi investì all’improvviso; piatti e utensili volarono per aria infrangendosi appena toccato il pavimento ed io mi ritrovai sdraiato con la faccia premuta sul legno del tavolo senza rendermi conto di cosa stesse accadendo. Mi vennero abbassati i pantaloni e solo quando venni preso bruscamente capii che dietro di me c’era un Cort infuriato e incontrollabile. Sopportai in silenzio la sua violenza, per quanto riuscivo a trattenere i gemiti di dolore. Quando finì dopo un rapporto del tutto straziante uscì da me e se ne andò senza dirmi nulla, senza scusarsi, ma sapevo che dentro di sé già si stava pentendo per quello che aveva fatto, era solo troppo orgoglioso per potermelo dire. Gli era ancora difficile controllare la sua parte violenta e se ne vergognava. Ci misi un po’ a trovare il coraggio per rigirarmi e alzarmi, la cosa più difficile era stare in piedi per non parlare del camminare… Non era la prima volta che Cort era violento con me ma era talmente raro da farmi dimenticare il dolore ogni volta, di solito dimostrava piena adorazione. Accettavo questi momenti perché sapevo che in realtà lui non era così, era solo stato istruito ad esserlo. Lentamente pulii la cucina, raccolsi i cocci dei piatti e dei bicchieri per terra con il dolore che mi attanagliava tutta la zona lombo-sacrale ma non me ne lamentai. Distrutto mi coricai a letto cercando di dare meno fastidio possibile a Cort ma lui appena mi avvicinai mi strinse a sé quasi stritolandomi. Era il suo modo di chiedermi scusa ed io lo accettai, sapevo che non era affatto facile per lui e non volevo dargli altri problemi… e poi Cort sapeva sempre come ripagarmi, poteva essere estremamente violento ma anche estremamente dolce… ovviamente solo con me. La mattina quando mi svegliai lui non c’era già più ma la sua parte del letto era ancora calda così mi crogiolai ancora un po’ nel suo calore e nel suo odore. Il dolore non mi aveva ancora lasciato ma non provavo alcuna rabbia nei suoi confronti, anche Cort sicuramente aveva cambiato umore e poi ero sicuro che non si sarebbe mai azzardato a farmi del male di nuovo, almeno non tanto presto. Potevo anche sopportare il suo caratteraccio ogni tanto se in cambio mi aspettava una vita intera con la sua parte che più amavo, ovvero quella umana. Ci incontrammo solo durante la pausa pranzo e tutti e due facemmo finta di niente come se la sera prima non fosse mai accaduta. Tuttavia Cort non aveva cambiato umore era ancora incazzato nero da mettere paura… ma non a me. Entrò nelle stalle urlando spaventando così tutti gli animali ma poco importava questo, finalmente potevo guardarlo in faccia e dargli il vero conforto che gli serviva che la violenza non era riuscita a dargli.
- Non posso lavorare in queste condizioni!- La sua voce tuonò nel silenzio e la sua presenza era ancora più palpabile, solo il Maestro che era in lui riusciva ad essere tanto imponente, questa era l’unica cosa che mi piaceva ed eccitava della sua parte oscura.
- Che è successo?-
- Oltre al fatto che mi hanno sequestrato il bastone?- Stizzito agitò la mano destra abituata a stringere la sua arma come un bambino a cui hanno strappato di mano il suo giocattolo preferito. Sorrisi divertito del suo broncio e mi avvicinai per abbracciarlo.
- Sapevi che l’avrebbero fatto…-
- Forse ma non era previsto che non potessi picchiare i miei allievi! Sembra che stia addestrando dei poppanti invece che futuri pistoleri!-
- Pazienta ancora per qualche giorno…- Gli baciai il viso avvicinandomi sempre di più alle sue labbra, ovviamente non tralasciai neanche un millimetro della sua cicatrice…
- Per quell’idiota anche l’immersione è una lezione troppo dura!- Solo allora mi accorsi della presenza dell’ispettore poco dietro di me, smisi di baciare Cort ma non di abbracciarlo, mi imbarazzava sentire il suo sguardo voglioso su di me e non volevo che Cort facesse una scenata di gelosia…
- Beh fatta da te…-
- Non ti ci mettere pure tu! I miei allievi stanno perdendo il rispetto di me stesso…-
- Presto tutto tornerà alla normalità e tu tornerai ad essere il brutto orco cattivo di Gilead, il ruolo che ti spetta di diritto…-
- Come sempre hai ragione tu… peccato non avere il tempo per ringraziarti…- Il vero problema era l’ispettore che ci guardava a pochi metri, non mollava Cort neanche per un secondo e questo rendeva impossibile qualsiasi tipo di approccio tra di noi. Il malumore di Cort non faceva che aumentare e devo dire che anche il mio solito buon umore era messo a dura prova.
- Il dispiacere è anche mio, ho finito la mia pausa… a stasera allora…- Stavolta lo baciai veramente fregandomene di chi ci stava intorno, poi cercai di districarmi dal suo abbraccio che non voleva lasciarmi andare. Sospirando mi lasciò andare ma non prima di avermi accarezzato con desiderio i capelli e capii subito che quella giornata non aveva niente a che fare con quella precedente…
- Puoi scommetterci…- La scommessa andò a vuoto, la sera quando Cort tornò era già tardi ed entrambi eravamo troppo esausti per fare qualsiasi cosa che non era dormire in un innocente e tenero abbraccio. Non stavamo insieme da quella splendida domenica ed io cominciavo a sentire la sua mancanza e la voglia che avevo di lui cominciava a farmi prudere addirittura la pelle… avevo bisogno di sentirlo dentro di me, di farci l’amore fino a svenire. Ovviamente quello che era successo la sera prima non era certo quello di cui avevo bisogno… Il mercoledì fu il giorno buono per noi, anche se clandestinamente riuscimmo finalmente a trovarci. Non ci speravo quasi nutrivo la speranza di non incontrare Cort per tutto il giorno, vederlo e non poterlo avere mi faceva male, sia fisicamente che mentalmente. Ma a volte le cose belle ti accadono nei momenti più bui sorprendendoti come se fossero dei miracoli facendoti scordare che invece quello che ti accade è semplicemente la vita in tutte le sue sfaccettature. Ero nelle stalle a contare come ogni giorno gli animali sani dividendoli da quelli mutanti, ero distratto con il cervello lontano miglia ruote da lì, in realtà solo le poche ruote che mi distanziavano dalla mia casa, dal mio letto, da Cort. Probabilmente quel giorno i miei conteggi furono tutti sballati.
- Facciamo pausa?- Mi sentii tirare per la cinta e il mio corpo venne catturato da quello più grande e muscoloso di Cort, mi strusciai su di lui come se fossi un felino, la sua proposta pensavo che fosse un invito a fare l’amore in quel momento e in quel luogo.
- Come faccio a dirti di no?-
- Infatti non farlo…- Mi voltò e mi baciò facendomi rimanere senza fiato, ormai il mio corpo rispondeva più al suo che alla mia mente ma a me andava più che bene, se voleva ero pronto a darmi a lui anche subito…
- Come va?- Misi le mani sui suoi glutei per annullare qualsiasi distanza tra noi, non trovai nessuna resistenza da parte sua anzi lo trovai piacevolmente eccitato, la sua non era di certo una visita di cortesia… era venuto per ottenere qualcosa e di certo io gli avrei dato qualsiasi cosa che avrebbe voluto…
- Sono riuscito a seminare l’ispettore quindi non posso lamentarmi…-
- Mi sembri stanco…-
- Lo sono ma ora ho altro per la testa…-
- Cosa?- Giocai con lui facendo finta di non sapere il sottinteso delle sue parole, mentre la mia e la sua voglia cresceva inesorabilmente, il mio corpo non mentiva: ero accaldato ed eccitato in attesa che lui mi prendesse…
- Tu… mi basta stare con te per essere felice principessa…-
- Bugiardo… ti conosco troppo bene…-
- Dico il vero…- Mi fece stendere su una balla di fieno e abile fece sparire in pochi secondi i miei vestiti, me ne fregai di tutto anche della possibile presenza dell’ispettore vicino a noi, in quel momento poteva guardarci tutta Gilead per quanto me ne poteva importare. Finalmente avevo Cort il resto non contava. Quando sentii le sue dita ispezionarmi non mi importava neanche più che qualcuno mi potesse sentire, premiai Cort con i miei gemiti e ansiti cercando però di mantenere ancora un po’ di lucidità per godermi al meglio quello che mi stava facendo e quello che mi avrebbe fatto fra pochi attimi…
- Sai mentire bene e usi metodi di distrazione non proprio convenzionali Cort…-
- Non ti vanno bene?- Smise di toccarmi e subito mi lamentai, ormai non potevo più fare a meno di lui, il mio corpo chiedeva solo una cosa: fare l’amore con lui, sentirsi pieno del suo corpo e del suo seme.
- Non ti ho detto di smettere…-
- Ti assicuro che non ho nessuna intenzione di farlo…- Si spogliò anche lui facendomi beare di tutta la sua nudità e possanza; il desiderio si trasformò in piacere non appena entrò con una spinta in me facendogli ritrovare finalmente il suo giusto posto nella vita: dentro di me, nella mia carne… un solo cuore un solo corpo.
- … dico grazie…-
- Puoi ben dirlo…- Facemmo l’amore come due disperati che non si ritrovavano da giorni, in realtà ne erano passati solo tre ma a noi erano sembrati mesi. Bellissima fu anche la notte… purtroppo però stava diventando una triste consuetudine svegliarsi la mattina da solo e trovare la parte del letto di Cort ancora calda… lo mancavo sempre per poco tempo e questo era veramente sfibrante, volevo che le cose tornassero come prima che l’ispettore si mettesse di mezzo. Il giorno andò pesantemente avanti, tolto da tutte le mie abitudine mi trascinai da un posto all’altro inquieto senza trovare pace. Sentii una scossa lungo la schiena appena Cort mi venne a trovare, non mi serviva guardarlo per sapere che era lì mi bastava captare la sua potente presenza. Sapevo di averlo dietro di me ma non feci nulla per rivelarglielo, mi piaceva farmi guardare da lui e sapevo che piaceva anche a lui. Mi sentivo studiato e perlustrato fino ad ogni antro del mio corpo e il pensiero che i suoi occhi mi stessero accarezzando, toccando, amando mi faceva eccitare, mi sembrava di fare l’amore con lui anche stando distanti. Ovviamente la resistenza ad un tale richiamo era minima per entrambi: io mi voltai, lui si avvicinò… una sincronizzazione perfetta…
- Come fai a profumare anche in un letamaio simile…- Mi annusò i capelli come un drogato, sorrisi divertito ma anche compiaciuto per l’effetto che gli facevo anche nel terribile stato in cui sto ogni volta che mi capita di stare nelle stalle…
- Infatti credo proprio di puzzare…-
- Ti assicuro di no altrimenti non desidererei così tanto leccarti tutto…- Mi leccò il collo facendomi rabbrividire e subito mi accesi di desiderio per lui, feci capire alle sue mani dove volevo che fossero e poi aspettai che il piacere diventasse padrone di me…
- Il tuo è un semplice pretesto per farlo…-
- Forse… ma il tuo odore è lo stesso che mi risveglia tutti i sensi ogni mattina o semplicemente è perché ti amo troppo da non riconoscere la puzza di merda che ti porti dietro… ma questo non lo ammetterò mai…- Le sue dita mi stavano dando tutto quello di cui avevo bisogno ma cominciavo a volere di più; misi le mani dentro i suoi pantaloni e cominciai a toccarlo come sapevo che l’avrebbe fatto eccitare…
- Io invece non ho nessun problema a dirtelo… a dimostrartelo…-
- Per la dimostrazione dovremmo rimandare a stasera, devo incontrare l’ispettore-. Si liberò delle mie mani come se non avessero avuto alcun effetto su di lui, ma io sapevo che stava esibendo tutto il suo autocontrollo per non saltarmi addosso e per non mostrarmi quanto lo avevo eccitato… vivere con Cort mi aveva fatto capire molte cose su di lui. Più che scocciato mi mostrai sorpreso…
- Come mai?-
- Non lo so lui ordina e io obbedisco ricordi? Sto cercando di fare il bravo ragazzo…-
- Spero che passi presto questo periodo. Rivoglio indietro il mio cattivo ragazzo…-
- Ti assicuro che mi riavrai più cattivo di prima, sono esausto…-
- Resisti presto tutto finirà…- Lo abbracciai dolcemente cercando di infondergli la poca forza che avevo e l’immenso coraggio che mi sentivo dentro ogni volta che stavo vicino a lui.
- In un modo o nell’altro finirà sicuramente… Ci vediamo dopo ragazzino-. La sua risposta mi mise un po’ di apprensione, non volevo che facesse qualche cazzata in preda alla rabbia e mandasse a puttane tutta la sua vita, omai la settimana di prova stava finendo, dovevamo tenere duro ancora per un po’ e poi saremmo stati finalmente liberati da quella presenza maligna che era l’ispettore. Per prudenza lo seguii cercando di non farmi notare da lui e penso che doveva essere molto pensieroso per non essersi accorto di me, di solito niente sfugge a Cort. Vidi l’ispettore appoggiato alle mura della nostra casa io mi avvicinai il più possibile per poter sentire ma senza farmi scoprire così potei sentire fino all’ultimo la loro conversazione. Non ci furono saluti ma si andò subito al nocciolo della discussione e fu difficile per me rimanere in disparte senza intervenire…
- Che effetto ti fa insegnare Cort? Ti fa ancora ribollire il sangue nelle vene? Ti fa sentire vivo? Non venirmi a raccontare balle, il tuo non è solo un lavoro, ciò che fai è quello che sei…- Prima di incontrarmi questo era tristemente vero ma speravo che da quando stava con me Cort avesse motivi in più per sentirsi vivo… purtroppo però sapevo bene anch’io che la sua vita era sostanzialmente il suo lavoro, io, forse, gliela coloravo un po’…
- Pensala come ti pare ma non lascerò mai toccarti Vanny, preferirei morire piuttosto…-
- E allora morirai, appassirai come una pianta senza il suo nutrimento perché tu ti nutri della violenza e del potere Cort, senza di essi non sei nulla-.
- Fai quello che ti pare ma sta’ lontano da Vanny stronzo-. Preferiva cancellare se stesso pur di non vendermi ma io non ero dello stesso accordo, fin da bambino mi ero ripromesso di non essere mai un peso per Cort e di certo non volevo diventarlo adesso, presi in mano la situazione agendo secondo il mio istinto, avrei salvato Cort e anche me stesso se possibile. Mi avvicinai all’ispettore appena rimase solo e misi in atto il mio piano che prevedeva prima la seduzione e poi l’uccisione del bastardo, dopotutto la mia bellezza tornava ad essermi utile ancora una volta…
- Cosa vuoi in cambio di una tua valutazione positiva di Cort?- Non fu sorpreso di vedermi eppure ero sicuro di non essere stato scoperto mentre li spiavo, forse aveva capito che se c’è Cort nei paraggi di sicuro ci sono anche io…
- Pensavo di avervelo fatto capire…- Ovvio, ma di certo non sarei stato io ad ammetterlo per primo…
- Cosa?-
- Te-.
- Cosa di me?-
- Tutto-.
- Ti concedo una sola notte-.
- Non chiedo di più, mi annoia avere la stessa persona per più di una volta…-
- Sei disgustoso…-
- Questa non è di certo la strada giusta per far passare l’esame al tuo uomo…-
- La notte non è ancora iniziata e non intendo darti più di quel che ti ho promesso-.
- Che ragazzino testardo…- Non era il primo a dirmelo e di certo non sarebbe stato l’ultimo, sembrava che questo mio aspetto eccitasse chiunque incontrassi sulla mia strada e dire che non lo facevo neanche apposta… Cort non avrebbe mai accettato un simile patto, piuttosto si sarebbe fatto cacciare da Gilead, ovviamente lo sapevo ma non per questo me ne potevo stare con le mani in mano mentre quel pervertito gli rovinava la vita solo perché non mi poteva avere. Non avevo nessuna intenzione di tradire Cort al contrario ero pronto a fargli la dichiarazione d’amore più sentita che mai gli avrei potuto fare, avrei ucciso quell’uomo per lui. Mi era bastato guardarlo soffrire per prendere la mia decisione, per lui avrei fatto qualsiasi cosa come agire senza pensare alle possibili conseguenze. Se Cort mi avesse scoperto mi avrebbe probabilmente lasciato, se fossi riuscito ad uccidere quell’uomo probabilmente non sarei più riuscito a rimanere me stesso. Mi ero incasinato da solo ma tra me e Cort era sicuro che preferivo sacrificare me stesso. Quando andai a casa mi preparai per la serata, mi vestii abbastanza elegante ma sotto alla camicia sistemai i pugnali che per la prima volta avrebbero assaggiato il sangue di un essere umano, erano un regalo di Cort e non c’era miglior modo di inaugurarli di quello di sporcarsi per amor suo. Cort tornò quando ero già pronto per uscire, gli bastò guardarmi per farmi parlare, o meglio mentire…
- Esco con Steven e Sunny per una bevuta…-
- Da quando bevi?-
- Beh in effetti guardo loro che bevono ma l’importante è stare insieme, ultimamente ci siamo persi un po’ di vista…-
- Ti stai portando dietro tutto l’arsenale?-
- Aye, già preparato…-
- Mi sentirei meglio se ti portassi anche le pistole… ma credo che quelle di Sunny e Steven possano bastare…-
- Tu che farai?-
- Pulirò un po’ di armi, quando ci sei tu finisce sempre che le armi rimangono sul tavolo e io e te a letto… o viceversa…-
- Troppo comodo questo tavolo per non approfittarsene…- Mi misi seduto su di esso e mi portai appresso Cort che ovviamente non fece alcuna resistenza anzi ne sembrò più che felice dopotutto era stata una settimana dura per entrambi in cui non eravamo riusciti a ritagliarci molto tempo per noi…
- L’ho comprato apposta… non provarci principessa se vuoi ancora uscire…- Mi sdraiai sul tavolo offrendomi totalmente a lui come una portata della cena e da come mi stava guardando sembrava proprio che mi stesse mangiando… la sua debole protesta si spense appena me lo feci sdraiare addosso.
- E’ ancora presto… aiutami a far passare il tempo più velocemente…- La voglia era talmente tanta da saltare ogni preliminare, purtroppo non avevamo molto tempo a disposizione il mio appuntamento con l’ispettore si avvicinava inesorabilmente… Quando mi ripresi mi accorsi subito di essere in ritardo ma questo non mi fece accelerare in nessun modo le cose con Cort anzi, rimasi tra le sue braccia a farmi accoccolare fin quando il mio corpo tornò di nuovo a rispondere ai miei comandi e non ai suoi. Se fosse stato per me avremmo continuato così per tutta la serata ma Cort convinto del mio appuntamento con gli altri si staccò da me per darmi la possibilità d darmi una ripulita… non sapeva certo dove sarei andato una volta uscito di casa… Lo baciai un’ultima volta e mi sembrò di tradirlo ancora prima di aver incontrato l’ispettore, forse mi sarebbe dovuto servire da presagio… Mi chiusi la porta di casa alle spalle con il cuore che mi batteva a mille e che pesava più di un macigno, sapevo che avrei fatto soffrire ancora una volta Cort se mi fossi fatto scoprire ed io mi ero ripromesso che dopo la storia di Tux non gli avrei più fatto male… non pensavo che potesse essere così difficile mantenere una promessa… La taverna che l’ispettore aveva scelto era una delle più costose di Gilead e ciò che la contraddistingueva dalle altre erano i tavoli separati dagli altri in quelle che sembravano piccole stanzette private… il pervertito voleva passare dalla cena al sesso senza perdere tempo o forse voleva proprio saltarla la cena… a me importava poco perché non gli avrei mai permesso neanche di avvicinarsi, lo avrei ucciso al primo tentativo di approccio. Nonostante fosse un uomo spregevole quando mi misi di fronte a lui non si comportò come un animale in calore, arrivai al dolce con tutti i vestiti ancora addosso, quasi rinunciai nel mio proposito di ucciderlo a fine serata. Non parlammo molto e il discorso non finì mai su Cort piuttosto furono tutte chiacchiere boriose delle sue presunte gesta e abilità. La sua arroganza me lo fece odiare ancora di più, pensava di potermi comprare con simili cazzate ma io non gli diedi neanche la soddisfazione di farmi vedere interessato alle sue chiacchiere così rimasi in silenzio per quasi tutto il tempo.
- Pensavo che non saresti venuto…-
- Perché?-
- Non dai di te un’immagine molto coraggiosa…-
- E che immagine do?-
- Non credo che vorresti sentirtelo dire… magari te lo mostro però…- Appena mi sdraiò le sue mani finirono prontamente sui miei glutei ma non gli diedi il tempo di spogliarmi che avevo già impugnato i pugnali e puntati sulla sua schiena… farmi sentire una puttana era un buon motivo per ucciderlo senza alcun senso di colpa. All’improvviso sentii distintamente uno spostamento d’aria e percepii immediatamente la presenza di qualcun altro in quella stanza, la conoscevo talmente bene che non mi serviva guardare il suo viso per sapere chi era. Era veloce e silenziosa e non mi diede il tempo di pensare a nulla, fu così che fui anticipato. Non feci in tempo a conficcargli i pugnali nella schiena che la testa dell’ispettore rotolò decapitata, il suo sangue mi schizzò in faccia e mi macchiò i vestiti… sarei dovuto rimanere freddo visto l’addestramento ricevuto ma allontanai quel corpo ormai morto con tutta la forza lanciandolo il più lontano possibile da me. Sapevo di non essermi comportato da pistolero ma non mi aspettavo lo sguardo deluso, arrabbiato e di odio di Cort posato su di me… Aveva appena ucciso una persona ma sembrava che questo lo avesse dimenticato per il troppo rancore che provava per me. Sapevo cosa stava pensando ma non avevo ancora recuperato il mio sangue freddo per potermi spiegare, per poter spiegare quello che aveva creduto di vedere. Mi avvicinai e lo vidi tremare ma non mi feci impaurire, dopotutto a me non aveva mai fatto male e credevo che mai me ne avrebbe potuto fare…
- Non toccarmi! Stammi lontano se non vuoi fare la sua stessa fine!-
- Cort…- Se ne andò portandosi via il cadavere senza darmi occasione di spiegarmi. Certamente i fatti sembravano dire una cosa ma le mie ragioni sicuramente gli avrebbero fatto capire la situazione reale. Dovevo trovarlo, il prima possibile, prima che il veleno della sua rabbia potesse intaccare il suo animo, fragile come mai lo era stato prima. Lo aspettai a casa ma non riuscii a stare fermo per più di dieci minuti, uscii con l’intenzione di cercarlo in tutta Gilead se necessario, ma poi mi bastò fermarmi un attimo e ricordare chi era Cort e come agiva per capire dove si era rifugiato. Dopotutto era il mio compagno ed io sapevo tutto di lui o quasi. Sicuramente sapevo dove era in quel momento. Quando lo raggiunsi il cuore sembrò battere di nuovo regolarmente…
- Non mi hai lasciato spiegare…- Mi misi seduto affianco a lui, la riva del lago per Cort era sempre stato un posto su cui riflettere. Me lo ricordo sin da bambino perché erano quei rari momenti in cui dimostrava un po’ della sua umanità.
- Non c’è molto da spiegare mi è bastato quello che ho visto, ho perdonato già una volta un tuo tradimento, ora dovrei ucciderti…- Tremava non per il freddo di quella notte ma per la rabbia trattenuta a stento. Avevo paura in quel momento ma sapevo che se non avessi affrontato subito l’argomento probabilmente avrei perso Cort per sempre… quindi meglio rischiare la mia vita che un’eventualità del genere.
- Non ti stavo tradendo volevo fare quello che hai appena fatto tu…-
- Hmm?- Mi guardò freddamente ma il suo sguardo omicida era scomparso lasciando il posto ad un volto totalmente privo di ogni espressione… forse era meglio la furia a questo vuoto assoluto, sapevo che stava attingendo alla forza del Maestro per reggere un confronto ravvicinato con me, senza esplodere… e il Maestro non era umano, non era reale e soprattutto non era lui.
- Volevo ucciderlo per te…-
- Non mi sembrava che tu lo stessi facendo-.
- Certo hai visto solo le sue mani e non le mie che avevano già impugnato il mio pugnale…-
- Ti sei lasciato toccare…- Si mise le mani davanti agli occhi come per non vedere quello che l’aveva tanto sconvolto, ma la realtà gli si ripeteva migliaia di volte nell’oscurità non facendogli trovare alcun conforto.
- Non come pensi tu, non glielo avrei mai permesso…- Gli scansai le mani perché volevo che mi guardasse in faccia, volevo fargli vedere che non mentivo, che mai gli avrei potuto fare del male. Volevo che la fiducia che aveva in me vincesse sul sospetto del tradimento.
- Giuramelo sul tuo onore…- Uno spiraglio di luce si stava affacciando su quell’atmosfera cupa e pesante, per me fare un giuramento di amore per lui era una cosa che mi veniva totalmente naturale fare… come concedermi a lui.
- Lo giuro sul mio onore e ancora più importante lo giuro su di te…-
- Perché hai fatto tutto questo?- La rabbia lasciò il posto alla stanchezza sul suo volto, forse ero già stato perdonato ma voleva sapere le motivazioni del mio comportamento, per me era naturale fare di tutto per lui ma forse non era tanto chiaro al soggetto in questione. Ancora non sapeva quanto io lo potessi amare, col tempo lo avrebbe capito ed io altrettanto avrei capito di essere l’umano più amato al mondo.
- Te l’ho detto, per te. Vi ho sentito oggi pomeriggio e non mi ci è voluto niente per concludere con lui l’affare che mi avrebbe avuto solo se avesse cambiato giudizio. Ho visto come mi guardava…-
- Aye l’avrei voluto uccidere molto prima, non ti saresti dovuto sporcare per me…- La furia gli accese gli occhi ma appena gli presi una mano tra le mie tornò a rilassarsi. Sembrava più triste che incazzato non potevo sopportare di vederlo così, sembrava che avessi ammazzato tutta la sua vitalità, che avessi abbattuto la grande bestia con un colpo solo.
- Se non lo faccio per te per chi lo dovrei fare?-
- Per nessuno, non voglio che tu conosca il sapore della morte…- Finalmente mi abbracciò ma fu più confortevole per lui che per me ma andava bene così, dopotutto ero stato io a fargli del male…ancora una volta.
- Per te questo e altro…-
- In questo bosco sono seppellite tutte le persone che ho ucciso nella mia vita, ogni albero è una morte che ho causato. Seppellisco i corpi e ogni volta ci pianto sopra una pianta per farmi sentire meno sporco… ho trent’anni e corpo dopo corpo ho creato un bosco…- Rimasi di sasso, questo era un lato di Cort che non avevo mai conosciuto, l’assassino che era in lui non si era mai presentato a me. Ho sempre saputo chi era e chi era stato ma era facile scordarsi del suo lato oscuro quando con me non si era mai mostrato…
- E’ orribile…-
- Lo so…-
- Non tu, quello che hai dovuto fare finora, ma ora basta ci sono io con te e non ci saranno più altri alberi da dover piantare…- Gli baciai la cicatrice bagnata dalla luce lunare e gli sorrisi sicuro, non avevo mai avuto paura di lui e non l’avevo neanche adesso. Provai un senso di protezione che lui provava ogni giorno per me, mi sembrava fragile che si potesse rompere da un momento all’altro e dire una cosa del genere di Cort e come ammettere che esiste l’assurdo.
- Io sono solo un servo se mi viene ordinato io devo solo obbedire…-
- Nessuno ti chiederà più niente, Steven dovrà cercarsi un nuovo assassino…- La mia era un’affermazione certa, non parlo mai a vanvera e se si tratta di Cort ancora meno. Volevo che quella parte della sua vita non esistesse più, purtroppo per i suoi ricordi dolorosi non potevo farci nulla ma almeno potevo preservargli il futuro.
- Vuoi dare ordini al tuo Re?- Mi sibilò nell’orecchio facendomi venire i brividi lungo la schiena. Era tornato ad essere il Cort malizioso e sfacciato che conoscevo e che avevo sempre amato, non mi aveva ancora fatto niente ma sapevo che si stava preparando a fare la prima mossa a cui sapevo non sarei riuscito a dire di no…
- Aye se è il mio migliore amico e se ha la tendenza a non riuscire a dirmi di no…-
- Vorrei sapere se esiste qualcuno capace a dirti di no…- Mi stese sull’erba portandosi sopra di me, potevo sentire tutta la forza confluire di nuovo nel suo corpo. La sua potenza non poteva fare a meno di richiedere assoluta obbedienza, era uno schiavo che con il suo karma era capace di sottomettere chiunque, era un Re mancato non togliendo nulla a Steven.
- Tu…-
- Non dire assurdità io sono il primo fatto solo per servirti e per amarti…- Mi spogliò di tutti i vestiti come aveva già fatto prima che tutto l’incubo iniziasse ma io guardando i rami e le foglie che mi sovrastavano non riuscii a rilassarmi, cercai anche di concentrarmi solo su di lui ma fu inutile, quel posto mi rendeva inquieto, mi sembrava che il terreno sprigionasse tutta la sofferenza di Cort.
- Non voglio farlo qui, mi mette i brividi…-
- Questo è il mio passato Vanny devi amare anche lui se vuoi continuare a stare con me, hai sempre saputo che sono stato un assassino prima di diventare Maestro…- Smisi di opporre resistenza, dopotutto per me non era mai stato importante il luogo, l’essenziale era stare con lui e curare ogni sua ferita con la mia presenza… mi accorsi di aver voglia di fare l’amore con lui anche in quel luogo inquietante e questo un po’ mi spaventò. Forse ero arrivato al punto di annullarmi pur di stare con lui…
- Vieni qui, se hai bisogno di certezze io non mi tirerò indietro…- Come ogni volta che avevamo litigato Cort entrò in me con un po’ più di violenza del solito ed è strano dirlo ma io desideravo quella violenza, forse perché metteva a posto le cose tra noi due o forse semplicemente la paura di perderlo mi faceva sentire il desiderio di sentirlo fortemente dentro di me…
- Sei il mio ragazzino…-
- Aye…-
- Sei la mia principessa…-
- Aye…-
- Sei il mio compagno…-
- Aye…-
- Sei l’unico per me…-
- Aye…-
- Ed io sono l’unico per te…-
- Gan sì…-
- Ti amo Vanny, sei tutto per me…- Questa era l’unica cosa che contava per me e il fatto che lo dicesse mentre era nel mio corpo la faceva sembrare ancora più vera, ne potevo sentire tutta la sua sostanza…Insetti-luce danzavano frenetici intorno a noi e alcuni sfrontati si posarono sui nostri corpi accaldati. Eravamo un vero spettacolo… Il bosco non era più un luogo di morte bensì il nostro covo d’amore… Mi svegliai sull’erba ancora bagnata di rugiada e Cort era già vestito al mio fianco. Una nuova fossa era stata scavata ma ero sicuro che quella sarebbe stata l’ultima. Qualcosa mancava in quel quadretto…
- La pianta?-
- Non serve-.
- Perché?-
- Abbiamo già purificato il terreno e il luogo…-
- Davvero?-
- Puoi scommetterci… stanotte sei riuscito a purificare anche me…-
- Mi piace avere un simile potere…-
- Mi piace che tu ce l’abbia…- Mi abbracciò facendomi sdraiare di nuovo, ma in lui non c’era niente di malizioso mi baciò delicatamente e con quell’innocenza tipicamente sua, rude ma pura. Mi lasciò subito andare prima che la passione ci travolgesse di nuovo, si alzò e con una mano fece alzare anche me… era arrivato il momento di fare i conti con la realtà e di certo non avrei lasciato che Cort si prendesse tutta la colpa. Con me Steven forse sarebbe stato più tenero ma sicuramente ci trovavamo in guai seri, sapevo che non avrebbe mandato giù tanto facilmente la faccenda dell’ispettore… odiava i casini specialmente quelli che gli procurava Cort. Infatti non ci accolse molto calorosamente, quasi ci incenerì con lo sguardo, d’impulso mi nascosi dietro Cort poi ricordai della mia decisione di prendermi tutta la responsabilità, raddrizzai la schiena e il mento ma poi sentendo una risatina di scherno da parte di Cort mi sgonfiai come un palloncino.
- Posso sapere che cazzo avete combinato voi due? Oltre al fatto certo che vi siete imboscati per tutta la notte?- Non riuscii a capire se era più incazzato o più divertito, dopotutto avevo ancora dei fili d’erba tra i capelli e un aspetto alquanto arruffato ma il suolo ruolo gli imponeva di rimanere serio.
- Mi prendo io tutta la responsabilità-. Mi feci avanti con l’intenzione di difendere l’omone grande e grosso che era il mio amante come se avesse avuto bisogno di essere difeso…
- Sta’ zitto ragazzino si sa che non riusciresti ad uccidere una mosca…-
- Quindi sei stato tu Cort?- Steven scartò subito l’idea di me come un feroce assassino e quasi la presi come un’offesa. Forse stare di fianco ad un assassino di professione faceva perdere di credibilità a chiunque.
- Aye l’ho visto che stava importunando Vanny ad una locanda…-
- E che ci facevi nella locanda?- Mi guardò ad occhi spalancati non credendo minimamente che potessi uscire con un altro uomo che non fosse Cort se non sotto minaccia… beh più o meno era così ma non volevo perdere la faccia, continuai nella mia inutile difesa nei confronti di Cort.
- Lo volevo uccidere, come ho fatto…-
- Sentite me ne frego di chi ha ammazzato quel mentecatto, non credo che ci sia qualcuno che lo rimpiangerà ma ora mi tocca spiegare comunque la sua morte, che facciamo?- Si stropicciò gli occhi per l’impazienza e forse anche un po’ per la stanchezza dovuta al suo ruolo… immagino che in quel momento sognasse di stare in tutt’altro posto con tutt’altra compagnia ed ero sicuro che quella compagnia lo stesse aspettando fuori dalla porta per donargli quella tranquillità che sembrava aver perduto da quando era diventato Re.
- Non guardate me siete voi i geni…- Cort si tirò fuori subito mettendosi impunemente comodo sulla sedia di Steven il quale fece finta di nulla… Sicuramente era il primo servo che era riuscito a salire, anche se per poco tempo, sul trono del Re.
- In effetti se pensassi di più non ci troveremmo in questo casino-. Il passare subito ai fatti di Cort è una delle cose che mi piace di più di lui, è così diverso da me in questo… Ma in quel caso Steven aveva pienamente ragione: era stato un pazzo, ma a lui non importava, continuava a sfottermi e a punzecchiarmi come se niente fosse accaduto…
- Vedi Vanny che non ti crede?-
- Guarda che mi hai anticipato solo di pochi secondi, il mio pugnale era già sulla sua gola!- Mi scagliai contro di lui come se potessi avere la meglio, a volte mi fa incavolare così tanto da farmi dimenticare la differenza tra i nostri corpi e soprattutto della forza fisica…
- Ehi! Ma vi rendete conto che se vi sentisse qualcuno vi dovrei condannare a morte! Abbassate la voce idioti!- Io impallidii subito Cort invece sorrise divertito ma tenendo ben chiusa la sua boccaccia. Ritrovai il controllo per cercare di uscire vivo da quella situazione e possibilmente far uscire vivo anche Cort…
- Scusaci…-
- Cort non c’era altro modo per rabbonirlo?-
- Io l’ho ucciso perché si stava facendo Vanny mica per il suo giudizio…-
- Allora è vera la storia?- Steven mi guardò con rimprovero ma il suo in realtà era più uno sguardo preoccupato, poteva andarmi male lo sapevo io, lo sapeva lui e soprattutto lo sapeva Cort che rimase in silenzio abbassando gli occhi. A volte nel nostro rapporto è capitato che Cort avesse voglia di picchiarmi per qualche cazzata combinata, quella volta fu una di quelle. E’ meglio specificare che la voglia non si è mai trasformata in realtà.
- Aye ma era tutto un mio piano per farlo cadere in trappola!-
- Sì certo tanto quello si stava facendo un bel giretto con il tuo corpo, scemo!-Sentii tutto il suo spirito investirmi anche se il suo corpo era ancora comodamente seduto sulla poltrona, la sua forza riuscì a farmi ammutolire. Scordavo sempre che quell’uomo era lo stesso che era stato capace di farmi diventare un pistolero usando metodi disumani e con un carattere brutale… dopotutto continuava ad essere il Maestro di Gilead quindi la sua indole non era di certo migliorata…
- Allora fatemi capire quel tizio voleva farsi Vanny e lui ha acconsentito per ammazzarlo al momento giusto ma è stato fregato sul tempo da te…-
- Giusto…- Lo sussurrai ancora intimorito e con gli occhi abbassati per la vergogna.
- Siete due idioti!Non vi avevo forse chiesto di venire da me se sorgevano problemi?- La sgridata di Steven servì per farci svegliare dal trance emotivo in cui eravamo caduti. Io non ero ancora in grado di riprendere la discussione, avevo ancora il corpo percosso dai brividi per essere stato ripreso così brutalmente da Cort, lasciai la parola a lui che come sempre si dimostrò impassibile come se la cosa non lo riguardasse affatto
- Non avresti potuto fare niente quello voleva avere solo Vanny…-
- Hai provato ad offrirgli del denaro?-
- Aye gli ho detto addirittura di stabilire lui una cifra ma ha rifiutato-.
- Però avrebbe chiuso un occhio se gli avessi ceduto Vanny per una notte…-
- Aye dovrei avere un premio in denaro per il mio autocontrollo, quel porco se n’è andato sulle sue proprie gambe senza un livido addosso…- Il suo autocontrollo però era andato a pezzi appena mi aveva visto con lui, dopotutto non se lo meritava così tanto quel premio…
- Perché non spargiamo in giro l’idea che gli abbiamo dato tanti di quei soldi che se n’è andato dalla periferia per un posto migliore?- Dopo tanto pensare era l’unica idea che mi era venuta in mente ed era dannatamente buona… almeno per me.
- In un posto migliore è di certo!-
- Scemo… non sarebbe male ma perderei di credibilità se si sapesse che vado in giro a comprarmi l’istituzionalità…- In effetti un Re venduto non aveva molta speranza di vita a Gilead, soprattutto perché era un diretto discendente del grande Eld. Aveva troppo da perdere così pensai all’unico di noi tre che non avrebbe sortito effetti se colpito nella sua persona…
- Faremo credere che è stato Cort, non devi entrarci per forza tu in questa storia-.
- Effettivamente… viene già considerato una bestia da tutti, la corruzione è sicuramente l’ultimo dei crimini che gli attribuiscono…- Io avevo pensato a Cort perché era l’unico di noi tre che risultava essere intoccabile ma in effetti anche Steven aveva pienamente ragione, Cort non poteva fare niente di peggio di quello che la gente già gli imputava…
- Ehi!-
- Ehi cosa? Non hai mica una buona reputazione sai!- Sorrisi per l’espressione fintamente scioccata di Cort ma poi mi venne in mente una questione che mi stava molto a cuore, una promessa fatta che dovevo e volevo mantenere…
- Su questo vorrei chiederti una cosa Steven…-
- Cosa?-
- Non chiedere mai più a Cort di uccidere per te…- Cort si fece serio e Steven sembrò quasi voler scappare dalle sue responsabilità ma non poteva scappare da me.
- Io non l’ho mai fatto, è stato mio padre a sfruttare le sue doti assassine…- Sfuggii al mio sguardo e capii che anche se non l’aveva fatto finora avrebbe potuto farlo in futuro. Lo costrinsi a fissarmi, contando sulla nostra fraterna amicizia lo implorai…
- Allora ti prego di non farlo in futuro…-
- Userò il tuo uomo solo come Maestro ma se dovesse accadere di nuovo una cosa del genere sarò costretto a rivedere la situazione, dopotutto Cort appartiene a Gilead e deve essere al suo servizio in qualunque modo e se io lo esonero da questo e poi lui tradisce la mia fiducia non avrò più scrupoli anche se questo vorrà dire farti soffrire Vanny…-
- Mi sembra un patto giusto…- Cort si alzò dalla poltrona e si inginocchiò al cospetto del suo Re, ora davanti a lui non c’era nessun Steven ma soltanto il suo sovrano. Preoccupato mi rivolsi a lui dandogli una mano per alzarsi da terra, mai avrei voluto vedere Cort inginocchiato davanti a qualcuno…
- Dici?-
- Il migliore che uno schiavo possa ottenere dal suo Re…-
- Non lo faccio mica per te bestione…- Steven gli diede una finta gomitata sullo stomaco, probabilmente si sentiva imbarazzato per l’insolito comportamento di Cort, non era abituato ad essere trattato da Re da lui e sicuramente non con un’obbedienza simile. Il momento durò poco, Cort tornò ad essere quello di sempre appena posò lo sguardo su di me, mi sorrise con adorazione e sentii a pelle la sua forza e il suo amore avvolgermi.
- Lo so, hai un debole per Vanny-. Ovviamente anche la sua gelosia era tornata più forte che mai ma a questa eravamo abituati tutti, nulla di preoccupante.
- Grazie Steven…- Lo abbracciai stretto così stretto che Cort per non dare di matto uscì dalla stanza. Io rimasi abbracciato a Steven non sapevo in quale altro modo potevo ringraziarlo; quello che gli avevo chiesto era un favore enorme ed io non lo avrei mai dimenticato e anche se non lo avrebbe mai ammesso anche Cort non lo avrebbe fatto.
- Di niente fratellino. Tieni d’occhio il tuo uomo-.
- Lo farò, non è vero che appartiene a Gilead lui è mio…- Gli dissi quello che avevo sempre pensato e quello che gli avevo continuato a ripetere fin da quando eravamo piccoli, la totale appartenenza che legava Cort e me, il mio ka.
- Lo so è il mio regalo per te ma è meglio che non si sappia in giro…-
- Non lo saprà nessuno…- Gli baciai una guancia e me ne andai alla ricerca del mio uomo che sicuramente si stava rodendo di gelosia. Appena lo trovai mi spiaccicò al muro togliendomi il respiro con un bacio che non aveva niente di innocente ma che voleva marcare di nuovo il suo territorio. Non cercai mai di respingerlo anzi cercavo in ogni modo di andargli in contro, di farmi violentare la bocca ancora di più. Quando ci staccammo mi faceva male con le labbra graffiate dai suoi assalti e dai suoi morsi ma ne fui immensamente contento. Ogni volta che passavamo un brutto momento chissà come ne uscivamo violentemente e questa non era certamente un’eccezione. Si era preso tutto il mio respiro, per un po’ vidi oscurato ma appena riuscii a stare in piedi senza dovermi reggere a lui mi misi in piedi e cominciai ad incamminarmi. Cort mi venne subito dietro sapendo bene qual era la mia destinazione. Volevo mettere fine a tutta quella situazione volevo tornare alla nostra normalità, senza più intrusione né limitazioni, solo io e lui…
- Ho un impellente bisogno di sentirmi felice…- Lo sussurrai come se lo avessi voluto far sentire solo al mio corpo ma Cort sentì benissimo…
- Sei fortunato, io sento un impellente bisogno di farti felice principessa…- Mi mise un braccio intorno alla vita spingendomi a camminare più velocemente, forse non ero il solo a voler essere di nuovo felice e la nostra casa non era poi molto distante, eravamo vicini… sempre più vicini.


Fine.