Ovviamente i personaggi sono di Re King, io non mi permetterei mai di rubarglieli e poi non c’è neanche Cuthbert l’unico per cui sarei disposta a finire in prigione e solo se lo rinchiudessero insieme a me… Questo capitolo ha rotto le scatole persino a me…

 


 

Come divenni uomo

parte V

di Mia

 

Dormii tranquillo quella notte; tra le braccia di Cort riuscivo sempre a farmi tutta una tirata fino alla mattina presto. Avvolto nel suo calore nessuna preoccupazione riusciva a raggiungermi. Neanche la puzza di alcool, era un tale bevitore accanito che probabilmente era capace di annientare lo spiacevolissimo odore del post sbornia, ciò che sentivo io era il suo inconfondibile odore che avevo sempre amato e non quello del whisky. Anche quella mattina in cui mi svegliò baciandomi le guance il suo alito aveva il solito sapore irresistibile che ogni volta mi faceva venire voglia di rubarglielo e il fatto che non ci ero ancora riuscito non faceva altro che alimentare il mio desiderio. Mi stiracchiai contro di lui ritrovando la familiare e bellissima sensazione della sua erezione premuta contro di me, mi approfittai del buon umore di Cort per strusciarmi un po’ su di lui e poi lo abbracciai spezzandomi quasi le braccia per tenderle al massimo all’indietro. Cort continuò a spargermi il viso di baci cominciando a darsi da fare con le mani lasciandole scivolare per tutto il mio corpo. Non mi aspettavo un simile risveglio, temevo che una volta sveglio Cort si irritasse vedendomi nel suo letto. Forse aveva dimenticato la nostra chiacchierata ma non aveva scordato di avermi invitato a restare da lui… 
- Ero rassegnato ad essere svegliato in un modo decisamente più violento…-
- Te l’ho detto che non mi sarei dimenticato… grazie per essere rimasto…-
- Mi stai ripagando a sufficienza… come se mi fosse dispiaciuto poi…-
- Ehi non abbiamo fatto niente di cui mi dovrei pentire vero?-
- Ti dimenticheresti una cosa del genere?- Mi girai nel suo abbraccio per guardarlo con la mia espressione più scioccata ed imbronciata facendo finta di essere mortalmente offeso.
- A volte mi succede…- Ricorderà solo un terzo delle puttane che si è scopato, è una vera fortuna, uscirei di matto se sapessi tutte quelle che si è fatto.
- Non so se te ne sei accorto ma qui stiamo parlando di me, la scopata migliore di Gilead almeno stando a sentire quanto si dice in giro, non credo proprio che ti dimenticheresti di avermi brutalmente deflorato…- Gli presi le mani e le misi sul mio sedere.
- Brutalmente?- Cominciò ad accarezzarmi sfiorando pericolosamente la palpata per poi farlo indecentemente con rudezza per sottolineare il brutalmente di cui stavamo discutendo. Cort ha il dono di essere brutale e dolce allo stesso tempo, almeno con me… 
- Non mi sembri il tipo di farlo delicatamente…-
- Vorrei rimanere e convincerti con la pratica quanto posso essere delicato ma devo preparare la colazione e se non mi alzo subito il tuo corpo intossicante è capace di farmi rimanere a letto per tutto il giorno-.
- Aspetta due minuti e ci penso io alla colazione…- Lo trattenei per il braccio, non avevo voglia di allontanarmi da lui… con mia enorme sorpresa mi ritrovai ribaltato sul letto schiacciato dal suo corpo. Mi parlò con le labbra ad un millimetro dalle mie, tant’è che ero sicuro che mi stesse finalmente per baciare. Ovviamente mi sbagliavo si limitò a darmi prima un casto bacio all’angolo della bocca e poi sulla fronte e infine si tuffò sul mio collo tornando a torturarlo come il pomeriggio del giorno prima. 
- Stai giù, oggi sei mio ospite principessa…-
- E’ bello essere tuo ospite e non tuo schiavo…-
- Aspetta a dirlo…di solito a che ora ti alzi?- Si alzò liberandomi di tutta la sua pressione, quella era ed è la mia posizione preferita, sentire tutto il corpo di Cort che mi preme contro… è anche la più straziante, quando si toglie sento doppiamente la sua perdita.
- Non chiedermelo…-
- Torna a dormire ti sveglierò… alle sette-.
- E’ solo un’ora prima di quando mi sveglio io…-
- Ecco perché fai sempre tardi… alle otto inizia la mia lezione!- Dopo uno sguardo vagamente divertito se ne andò in bagno lasciandomi a letto a bearmi ancora del calore e dell’odore dei nostri corpi. Quando uscì rivestito feci finta di dormire per avere la possibilità di guardarlo senza essere visto, mi piaceva guardare ogni parte del suo corpo vestita o meno, il suo modo di camminare e muoversi. La sua schiena ampia era l’incarnazione stessa della forza e anche il più semplice dei movimenti era carico di una sicurezza che riusciva a trasmettere fino a me avvolgendomi come una coperta calda. La sua forza, potenza, sicurezza volevo tutto questo da lui e sapere che Cort non era solo questo ma anche dolcezza, affetto e protezione lo rendeva l’uomo perfetto. E poi più lo guardavo più mi convincevo che era bellissimo, più bello di me, di All e di qualsiasi altro essere umano. Mi faceva impazzire il suo corpo, mi sembrava un dio reincarnato in un comune mortale, era semplicemente magnifico, troppo per poter rimanere solo fermo a guardarlo e non toccarlo, baciarlo e amarlo. Mentre stava preparando la colazione io non facevo altro che desiderarlo, immaginare di farci l’amore sfrenatamente e come già spesso era successo non mi limitai ad immaginarlo lo sentii e lo percepii come se davvero lo stessi facendo, il mio corpo era già bello pronto per accoglierlo se solo lo avesse voluto e già bruciava come se ci fosse già passato. Quasi cedetti all’impulso di masturbarmi, cosa che non avevo mai fatto prima ma ora con il colpevole dei miei desideri davanti agli occhi era maledettamente difficile non farlo. Sarebbe stato così facile immaginare le mie dita le sue e poi farle diventare il suo corpo che mi prendeva e che mi faceva urlare di dolore, piacere, frustrazione e che si prendeva ciò che era suo e mi dava ciò che era mio. Chiusi gli occhi per riprendere il controllo sulle mie emozioni ricordandomi della promessa che mi ero fatto, ovvero solo Cort mi avrebbe toccato e mi avrebbe dato piacere, a nessun altro glielo avrei permesso neanche a me stesso. Quando riaprii gli occhi, di nuovo padrone delle mie azioni, me lo ritrovai pericolosamente vicino e non potei impedirmi di arrossire per i pensieri poco pudichi che avevo avuto fino a un momento prima. 
- Lo so che sei sveglio principessa…-.
- Hmm… volevo solo un altro bacio del buongiorno-.
- Tieni la colazione, finirai per far fare tardi anche me…- Si mise seduto al mio fianco dandomi comunque un bacio sul collo molto più simile ad un succhiotto, mi chiesi se allo specchio mi sarebbe sembrato di avere una collana visto tutti i succhiotti che mi aveva fatto il giorno prima e quelli di quella mattina. Appena il disgustoso liquido toccò le papille gustative quasi lo risputai fuori come un veleno ma con un enorme sforzo di volontà riuscii a mandarlo giù trattenendo i conati di vomito che minacciavano di stravolgermi lo stomaco, tipici effetti del famigerato caffè di Cort.
- Ma che schifo! Ma con che l’hai fatto ‘sto caffè?-
- Con il caffè ovviamente-.
- Ma non senti la differenza con quello che preparo io?-
- Ammetto che il tuo è più buono ma non mi pare che il mio sia una tragedia!- Qualsiasi cosa Cort tocchi in cucina diventa immangiabile, l’unica cosa in cui riesce è mettere la pentola sul fuoco e far bollire l’acqua e una volta ha bruciato la pentola…
- Sa di morto! E le uova non hanno niente di normale!-
- Ti ho comunque preparato la colazione dovresti dimostrare un minimo di riconoscenza…-
- Cort hai il potere di uccidere una persona anche con un semplice caffè!- Lo scavalcai per prendere possesso di quello che in futuro sarebbe stato territorio severamente vietato a Cort, la cucina, ma mi bloccò un braccio facendomi aggrovigliare tra le lenzuola e gli crollai addosso in una posizione a dir poco imbarazzante. Con le mani toccavo il pavimento e il sedere era in bella vista spudorato vicino la faccia di Cort. 
- Dove stai andando?-
- A preparare una colazione decente e a cercare di levarmi questo schifo di sapore dalla bocca-. Cercai di strisciare a terra per riprendere un minimo di dignità una volta tornato in piedi ma mentre stavo scivolando sul pavimento Cort frenò la mia caduta. L’unica cosa che mi fece avere il coraggio di guardarlo negli occhi era il fatto che avevo almeno le mutande che mi coprivano e che limitavano il disastro della mia pessima figura.
- Non sei affatto una principessa educata…- Mi baciò l’osso sacro, l’ultimo punto scoperto del mio corpo, e poi tenendomi in braccio, come lo sposo con la sua sposa, mi mise giù.
- Meglio maleducato e vivo che educato e morto-. Soprattutto meglio in piedi e di nuovo con un briciolo di dignità che in una posizione in cui sembrava che volessi essere sculacciato da lui… a questo la mia fantasia ancora non ci era arrivata, ancora non sapevo quanto potesse essere piacevole farsi sculacciare dalle mani di Cort… 
- Mettiti la mia vestaglia, sentirai freddo a girare mezzo nudo…- Presi la vestaglia e la indossai circondandomi subito dell’odore di Cort. Finì che preparai la colazione con un erezione in bella vista per tutto il tempo ma anche se la notò Cort non disse una parola anzi si comportò come se con lui non ci fosse nessuno, era rientrato nei panni del Maestro e non c’era bisogno di aggiungere altro. Appena finimmo di fare colazione Cort se ne andò non prima di lanciarmi uno sguardo di avvertimento che voleva dire: “non azzardarti a fare tardi”. Ormai ero abituato a quel cambio di personalità che quasi non ci facevo più caso. La mia vera vita si consumava all’interno di quella casa, fuori era tutta una sceneggiata sia mia che di Cort, passavo la giornata a desiderare che arrivasse al più presto la sera per poter stare di nuovo con lui e se non era la serata giusta passavo due giorni con quel pensiero fisso nella mente: tornare da lui. Ci tornai la sera dopo, mi addormentai tra le sue braccia mentre ancora mi accarezzava e mi svegliai di nuovo con la piacevolissima sensazione di qualcosa di duro che mi premeva contro il sedere. Stava diventando un magnifico tran tran svegliarsi in quel modo, un vizio a cui difficilmente sarei riuscito a farne a meno se ne fossi stato costretto. Gli feci capire che ero sveglio stringendomi a lui e accarezzando la sua mano appoggiata sul mio stomaco. Lo sentii muoversi dietro di me e lo anticipai prima che potesse sfuggirmi.
- Non ci provare ad alzarti, ci penso io alla colazione…-
- Non ci pensavo proprio oggi sei tornato ad essere il mio bellissimo schiavo personale…- Si limitò a sistemarsi meglio il mio corpo contro il suo per potermi accoccolare meglio, quasi mi misi a fare le fusa, dopotutto non mi dispiaceva essere definito suo schiavo personale avrei voluto solo poterlo essere anche in altre cose oltre a quelle domestiche.
- Devo imparare a non farmi illusione quando si tratta di te…-
- Già forse quando smetterai di fartele otterrai quello che vuoi…-
- Certo ed io sono il miglior allievo che hai mai avuto nella tua vita…-
- Beh sotto certo aspetti lo sei davvero…- Mi sollevò e mi mise sopra di lui, quasi mi lamentai per il cambiamento di posizione ma appena mi appoggiò al suo corpo le nostre erezione entrarono in contatto e le sue mani subito presero il posto che gli spettava sul mio sedere, dovetti chiudere gli occhi e mordermi le labbra per non lasciarmi sfuggire un’imprecazione. Cort consapevole di quello che mi stava provocando non mi diede tregua, continuò a palparmi con una tale forza che anche il mio bacino seguiva i suoi movimenti facendomi scontrare ogni volta con la sua erezione. 
- Ehi almeno abbi la decenza di tenere le mani a posto!-
- Mi piace importunarti mentre ti comporti come una principessina tutta stizzita come se ti dispiacesse quello che ti faccio…- 
- Mi dispiace eccome visto che non fai praticamente nulla…- Misi una mano tra le nostre eccitazioni, strinsi la sua e mi venne il pensiero perverso che essere scopati da lui sarebbe stato come essere infilzato da un grosso palo di ferro, solo che l’erezione di Cort era bollente e leggermente bagnata. Era di una simile grandezza che la mia mano non riusciva a racchiuderla… era indiscutibile che era in perfetta armonia con la stazza bella grossa del suo corpo.
- Ora sei tu quello che è indecente ragazzino, fai la brava mogliettina e preparami la colazione…-
- Fottiti!-
- Con te in questa posizione lo farei ma poi andrei contro i miei principi e non sopporto di avere sensi di colpa. Se solo la situazione fosse diversa ragazzino…-
- Come dovrebbe essere?- Mi ribaltò sul letto finendomi sopra facendomi capire che su tutto era sbagliata la posizione, già allora che non facevamo niente aveva messo subito in chiaro che io sarei dovuto stare sempre sotto di lui, metaforicamente parlando ovviamente, ora che stiamo insieme qualche volta sto sopra ma sono sempre io ad essere preso o meglio ad impalarmi su di lui… e devo dire che non è affatto male farlo così… 
- Totalmente diversa ma soprattutto non dovrei volerti bene, non sono abituato a scoparmi qualcuno a cui voglio bene…- Mi diede un bacio sulla guancia che cercai di catturare con le labbra fallendo essendo stato di nuovo ribaltato su di lui. Non mi andava giù il fatto che ancora non ci fossimo mai baciati e che lui evitava accuratamente di farlo…
- Contorto come sempre…-
- Magnifico come sempre…- Non mi baciava ma il pervertito mi palpava come se fossi già una sua proprietà, la mia carne morbida e delicata diventava pasta frolla tra le sue mani. Ogni volta che mi alzavo mi sentivo tutti i muscoli del sedere indolenziti come se avessi subito un massaggio forzato piuttosto che una palpata. Poi non contento della sua opera mi abbassò le mutande per poter avere più manovra con le mani e comunque era indiscutibilmente più eccitante così non potevo certo dargli torto.
- Smettila se vuoi che mi alzi!- Sapevo di dovermi alzare ma rimasi comunque spiaccicato su di lui come una frittata che aveva bisogno di essere cotta ancora un po’ nella padella, la mia padella ovviamente era il corpo di Cort. Anche quando smise di strapazzarmi continuai a stringermi a lui, non ero ancora pronto a staccarmi volevo sentire di nuovo le sue mani su di me…
- Va bene sarà meraviglioso anche solo guardarti…- Mi rovesciò sul letto dalla sua parte per farmi scendere senza mai staccarmi gli occhi di dosso. Fu incredibile la mia sfacciataggine di quella mattina quando in genere arrossivo per molto meno. 
- Ti piacerebbe eh? E se mi coprissi mentre sto ancora sotto le coperte…-
- Non lo farai ti piace troppo farti guardare da me-. Mi guardò malizioso e sicuro delle sue parole, sapeva che se me lo avesse chiesto avrei subito improvvisato uno spogliarello solo per lui o visto che ero già nudo avrei fatto qualunque altra cosa mi avesse chiesto. Amavo avere addosso quel suo sguardo famelico, era la prova che per lui non ero uguale agli altri e poi dietro al desiderio potevo leggergli la frustrazione che anche se non era immensa come la mia era presente. Lui mi voleva… forse voleva solo il mio corpo ma il desiderio era lampante e presto ero sicuro che l’affetto che provava per me si sarebbe trasformato in amore e allora non ci sarebbe stato più alcun motivo per non donarmi a lui. 
- Se raggiungiamo un accordo potrei prepararti la colazione nudo…-
- E cosa vorresti in cambio? Niente sesso lo sai…- Gli brillarono gli occhi e un sorriso di divertimento gli segnava le labbra facendomele desiderare ancora di più. Ormai guardavo più la sua bocca che i suoi occhi…
- Potresti puntarmi questa meravigliosa eccitazione contro e fare finta di farlo… finora ti ho sentito sempre attraverso strati di stoffa ora ti voglio a pelle…- Gli misi una mano nelle mutande e gli strinsi l’erezione cercando di contenerla tutta nel palmo ma per questione di differenza di misure il mio tentativo fallì; mi accontentati di accarezzarlo nella mia stretta facendo assomigliare pericolosamente la mia carezza ad una sega che ancora non avevo mai fatto neanche a me stesso. Cort si stiracchiò beato nel piacere del mio tocco ma dopo un attimo si ricompose e mi tolse la mano dal suo corpo.
- Spudorato…- Mi morse a sangue sulla clavicola e mi stritolò la mano colpevole nella sua, nonostante il dolore però non mi ruppe niente e per lui non ci voleva veramente nulla a spezzarmi qualche dito. Forse ricordava il mio terrore di rompermi le mani e non poter più suonare, anche se non avevo più un mio piano ogni tanto suonavo quello di Steven ed ero così bravo che a volte il Re mi faceva suonare quello della Grande Sala nelle feste. 
- Ahia!-
- Ricordi il patto? Sono io a dare il limite… ora alzati altrimenti mi farai fare tardi-.
- Non sei affatto simpatico quando fai il disfattista-. Mi scansai da lui, sentii le mutande scendere sulle caviglie e prima di alzarmi me le tolsi del tutto per levarmi d’impiccio e anche perché mi piaceva da morire lo sguardo di Cort che si oscurava ogni volta che mi vedeva nudo, il desiderio in lui era palpabile, aggettivo più giusto non esisteva.
- Se fossi simpatico non potrei fare il mio dovere… Gan principessa hai davvero il culo più bello del creato lasciatelo dire-. Quando mi alzai tutto Cort, i suoi occhi, la sua voce, il suo corpo cambiò. Per un attimo rimase senza parole ma dopo aver deglutito più volte mi fece un complimento che di romantico non aveva nulla a che fare ma io ne fui comunque compiaciuto, abbastanza da stuzzicarlo ancora un per po’. 
- Grazie per il complimento, ora salutalo visto che se vuoi vederlo di nuovo ti dovrai inventare una nuova sessione di immersione…- Mi misi a raccattare i vestiti sparsi sul pavimento ancora totalmente nudo e ogni volta che mi piegavo vedevo Cort sporgersi dal letto per godersi meglio il panorama che gli stavo platealmente offrendo.
- Pensi che non possa aspettare fino a domani?- 
- E chi ti dice che mi lascerò spogliare ancora?-
- Il fatto che non ti sei ancora rivestito è un buon indizio. Hai troppa voglia di me per poterlo camuffare principessa, cerchi di provocarmi in tutti i modi possibili-. Sapevo che le mie intenzioni erano stampate a chiare lettere su tutto il mio corpo e che una puttana sarebbe stata meno insistente e provocante di me ma sentirmelo dire mi faceva tornare il pudore che in genere avevo quando non avevo a che a fare con Cort, lui mi trasformava. Mai avrei creduto possibile di poter girare nudo davanti a lui a farmi mangiare dal suo sguardo e a farmi piacere e anelare una tale infrazione della mia intimità. 
- Forse hai ragione ma scordatelo che ti prepari la colazione nudo…- Appena trovati i pantaloni me li infilai senza neanche preoccuparmi di rimettermi le mutande che lasciai vicino a letto dove ancora giaceva la mia camicia, in quel momento non avevo più il coraggio di stare nudo ma non ero neanche tanto imbarazzato da non poter stare a torso nudo. Un compromesso per entrambi, avevo scoperto che non era solo il mio sedere che gli piaceva ma che tutto il mio corpo aveva un effetto eccitante su di lui e quando stavamo soli io volevo che Cort fosse in uno stato perenne di eccitazione. 
- Meglio non riuscirei a mangiare con te che giri nudo per casa…- Gli lanciai un’occhiataccia per fargli capire che era una cazzata bella e buona quella che aveva detto visto che non aspettava altro che vedermi gironzolare nudo davanti a lui, tutto il suo corpo me lo diceva, se non fosse stato Cort avrei giurato che mi stesse implorando con lo sguardo di tornare a svestirmi. Cercai di ignorare la sua richiesta muta occupandomi della colazione ma sentire addosso quegli occhi famelici faceva vacillare pericolosamente le mie intenzioni. Solo il fastidio di non trovare il caffè riuscii a distrarmi da Cort, la ricerca occupò abbastanza pensieri da farmi stare tranquillo. Non lo trovai da nessuna parte così cominciai a cercarlo in posti dove non avevo mai curiosato. Preferii non chiedere direttamente a Cort dove fosse il caffè almeno avevo la possibilità di curiosare in posti in cui avrei sempre voluto impicciarmi. Aprii armadi e cassetti senza alcun risultato fino a quando non aprii l’ultimo dove non trovai il caffè ma qualcosa di molto più prezioso. Una foto. Un Cort giovane forse quanto me mi sorrideva spensierato con un fisico già ben strutturato ma senza alcuna cicatrice che gli segnava il viso. Ovviamente il suo sorriso non era affatto spensierato ma essendo abituato allora ai suoi soliti ghigni quello mi sembrava un sorriso genuino. Era circondato da persone che sospettavo fossero i suoi Maestri e da una ragazzina più piccola di lui che lo abbracciava come se volesse essere tutt’uno con lui. Furba la ragazzina, voleva la stessa cosa che volevo io… sicuramente lei ci era anche riuscita nel suo scopo da come la guardava Cort se non ci era andato ancora a letto l’avrebbe fatto presto. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel ragazzo che mi sembrava totalmente diverso dal mio Cort ma che comunque mi trasmetteva una tristezza immensa, per il tempo perduto per la differenza di età che quella foto brutalmente indicava. Io non ero ancora nato mentre lui era già un uomo…
- In che cosa stai ficcando il tuo grazioso nasino principessa?- Mi beccò in fragrante quando ancora ero piegato sul cassetto aperto, mi sorprese a tal punto che scattai in posizione eretta dando una craniata incredibile sulla mensola che stava all’altezza giusta per farmi venire un trauma cranico. La cosa buffa fu che quando alzai la testa trovai il maledetto caffè proprio sopra di me. Incosciamente nascosi la foto dietro di me prima di voltarmi e affrontare l’interrogatorio che sapevo dover affrontare… 
- N… niente…-
- Allora non ti dispiace farmi vedere cosa stai nascondendo vero?-
- Non ho niente…- Mi agitai sul posto il più del necessario spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Non sapevo mentire, ero la persona più schietta, sincera e ingenua che potesse esistere e per Cort sarebbe stato un divertimento scovarmi e poi mangiarmi.
- Sono di buon umore Vanny, te lo chiedo un’altra volta, cosa stai nascondendo?-
- Stavo cercando solo il caffè…- La strategia era mentire il meno possibile ed era vero che tutto era cominciato dalla ricerca del caffè ma che era stato totalmente dimenticato a favore del piccolo tesoro che nascondevo dietro le mani.
- Questa ricerca ti ha addirittura commosso?- Non mi ero accorto di aver pianto davanti alla foto di quel Cort così giovane e bello eppure stranamente estraneo al Cort di adesso. Credo di aver pianto più per quello che la foto significasse che per la bellezza “perduta” di Cort che l’immagine evidenziava. Per me lui era bellissimo ora e per non cadere in nessun equivoco mi arresi volontariamente.
- Invece del caffè ho trovato questa…-
- Non avresti dovuto impicciarti-.
- Non volevo, quando non ho trovato il caffè stavo per richiudere il cassetto ma poi ho visto la foto…- Sentivo la rabbia scivolare sotto la sua pelle pronta ad esplodere a qualsiasi altro stimolo negativo che io di certo non gli avrei dato. Era abbastanza sconvolto da poter perdere la sua solita lucidità e controllo in qualsiasi momento. Non pensavo che una semplice foto potesse causare simili sentimenti ed emozioni così contrastanti. 
- Pensavo di averla buttata già da tempo…-
- Ma che fai?- Impallidii quando mi strappò dalle mani la foto e lo vidi appallottolarla.
- La butto ora…-
- Perché?-
- Ormai questa foto parla di cose e persone che non esistono più-.
- Tu esisti ancora-.
- Ti sembro io?- Stirò nuovamente la foto e poi puntò il dito quasi con rabbia e una punta di disperazione sull’unico ragazzo immortalato. 
- Mi sembra un ragazzo bellissimo e sì mi sembri proprio tu… quanti anni avevi?- Gli dissi l’unica verità che conoscevo, vederlo fare un sorriso normale e non il solito ghigno a cui eravamo tutti abituati mi aveva stretto il cuore e forse era anche questo ad avermi fatto commuovere. Forse era quel sorriso a rendere quel ragazzo così bello… 
- La tua età-.
- Davvero? Sembri più grande…- Fu un’osservazione stupida ma fortunatamente Cort fece finta di non irritarsi, mi rispose più con ironia che con sarcasmo. Era ovvio il motivo del suo fisico possente, il suo addestramento era stato molto più duro di quello che impartiva lui ai suoi allievi e se il suo fisico non si fosse adattato sarebbe probabilmente morto invece di diventare il futuro Maestro di Gilead.
- Sei tu che sembri più piccolo-.
- Dov’eri?-
- Nell’accademia-.
- Stavi ridendo… eri felice?- Un’altra domanda sciocca ma con lui davanti che mi sovrastava come se fosse un gigante mi faceva venire meno la capacità di pensare razionalmente. 
- La odiavo ma dovevo ridere per forza, se avessi dimostrato i miei veri sentimenti i miei Maestri mi avrebbero massacrato di botte-.
- Sembrano persone normali…-
- E’ quello che hanno insegnato anche a me, spacciarsi per normali quando in realtà si è dei mostri-.
- Tu non sei un mostro-. Lo abbracciai sentendo tutta la tensione del suo corpo man a mano sciogliersi tra le mie braccia fino a quando non mi strinse lui cominciando ad accarezzarmi la schiena come se fossi io quello da tranquillizzare e non lui.
- Lo sono, ora almeno il mio aspetto è in linea con quello che sono, prima ero troppo bello per essere scambiato per il lupo cattivo…- Lui è veramente il lupo cattivo, non potrebbe essere altrimenti ma non ha mai capito che le principesse hanno un debole per i cattivi e non per i principi azzurri. E poi i cattivi in genere sono anche i più affascinanti e lui infatti ai miei occhi è una bomba sexy capace di farmi perdere del tutto il controllo. 
- Hai ragione eri molto bello…-
- Già, non avrei potuto competere con te ma avrei fatto anch’io una bella figura…-
- E’ stata una fortuna allora…-
- Scusa?- Lo senti di nuovo irrigidirsi non so dire se più per la confusione o per la rabbia di quello che stavo sottintendendo che ovviamente fraintese…
- Ora sei bellissimo, molto più di me…- Gli baciai il viso, il collo, ogni parte che mi era permessa ovvero ovunque tranne le labbra. Si lasciò baciare chiudendo gli occhi come se la mia fosse un’azione benefica e lenitiva al suo cuore.
- Ma chi pensi di prendere in giro-. Si rifiutava di credermi. Mi immaginai un Cort giovane piangere lacrime di rabbia davanti a quella foto ad ogni cicatrice che gli veniva inflitta, a maledire tutto e tutti per la devastazione che lo colpiva. Guardava la foto e vedeva un ragazzo giovane molto bello, si vedeva allo specchio e vedeva un uomo sfregiato ed amareggiato, non era difficile capire perché odiasse tanto quella foto…
- Parlo sul serio, mi sono commosso a vederti così giovane… io non ero ancora nato a quel tempo e tu già c’eri, vedere una parte del tuo passato per me è importantissimo-.
- Hai guardato anche com’era la mia faccia…- Non capiva come potesse piacermi più adesso che prima quando non aveva ancora nessuno sfregio e comunque era più giovane e più vicino alla mia età. Per me in realtà la differenza di età non mi importava affatto, per me Cort era rimasto l’uomo che avevo conosciuto a quattro anni.
- Beh non era difficile da immaginare, basta pensare alla tua parte sana raddoppiata per due… ma io non lo farò mai… mi piace troppo la tua cicatrice… mi fa amare ancora di più il tuo viso ed è ciò che mi fa dire che sei bellissimo…- Gliela leccai come facevo spesso, come non gli fosse chiaro che era la parte di lui che più amavo era un vero mistero, quasi gliela spianavo a forza di passarci la lingua e le labbra… è strano che ancora non ci sia riuscito anche adesso non faccio altro che baciarla.
- Sei pazzo lo sai?- Mi ficcò le mani dentro i pantaloni e cominciò ad accarezzarmi il sedere, per facilitarlo mi staccai dalla cassettiera dove ero appoggiato. Volevo che quelle mani esplorassero più pelle possibile e poi così poté attirarmi ancora di più verso di lui e torturarmi meglio con la bocca e con tutto ciò che essa contiene, denti compresi. Non avrei sbagliato di molto a dire che la foto era stata quasi del tutto dimenticata per il momento…
- E’ una cosa ereditaria credo-.
- Davvero pensi che il ragazzo della foto sia più brutto di me?-
- Io con quello non vorrei averci niente a che fare, mentre con te…- Gan solo sa quello che ero disposto a fare con lui in quel momento, forse tutto quello che ho fatto in un’intera vita l’avrei fatto in un giorno solo per quanta voglia avevo di lui e quanto ne avevo bisogno. Mi limitai a mettergli anch’io le mani dentro ai pantaloni ma ovviamente il mio obiettivo non era affatto il suo sedere, che se anche bellissimo non mi dava la stessa soddisfazione di quello che aveva davanti e che desideravo più di tutto.
- So bene cosa vorresti da me ragazzino non c’è bisogno che allunghi le mani…- Mi tolse la mano e me la baciò e poi fece qualcosa che rischiò di farmi perdere la ragione in quel preciso momento, mi leccò dito per dito guardandomi con occhi da predatore. Quando finì la sua dimostrazione di potere su di me riuscii a ricompormi solo dopo vari respiri profondi e finti colpi di tosse poi fu inevitabile ritornare al discorso di prima se non volevo farmi del male fisico violentandomi su di lui.
- Chi è la ragazzina che ti sta appiccicata come una seconda pelle?-
- Quella era la principessina dell’accademia, è la figlia di questa qui…-
- Principessina?- Avevo sollevato l’argomento tanto per distrarmi ma sapere che esisteva un’altra principessa mi fece drizzare tutti i peli del corpo. Sollevai un sopracciglio in un atteggiamento altezzoso per far finta di essere solo curioso e non mortalmente ferito nell’orgoglio come ero in realtà. Pensavo di essere l’unico ad avere un simile onore e scoprire che non era così era maledettamente difficile da mandare giù tanto quasi da voler cercare quella puttanella e farla fuori e riconquistare così l’esclusività su Cort.
- La chiamavamo così perché era l’unica dell’Accademia libera di fare quello che voleva e poi era veramente carina. Quando ti ho visto la prima volta mi è venuto naturale chiamarti principessa, gli assomigliavi molto… gli assomigli ancora parecchio…-
- Non è vero! Non assomiglio più a una donna…- Sapere di assomigliarle non migliorava affatto la situazione anzi… potevo accettare di assomigliare a una donna ma non a LEI , un’altra persona speciale per Cort. Sapevo che era speciale anche se non me l’aveva detto ma lo si vedeva sia dal ragazzo della foto da come la guardava sia dal Cort adulto da come ne parlava. Sospetto che avrebbe parlato di me con lo stesso tono e sguardo…
- No ma hai ancora i lineamenti molto delicati, e la bocca è uguale a quella di una donna-. Mi passò un pollice sulle labbra che quasi gli morsi per dispetto ma sapevo che se avessi aperto la bocca avrei finito per succhiarglielo mandando di nuovo a rotoli il mio autocontrollo, così finii per dirgli quello che pensavo.
- Io pensavo di essere l’unica principessa…-
- Sei l’unico ragazzo principessa mentre lei è l’unica donna principessa…- Spiegazione del cazzo. Ovviamente non glielo dissi ma lo pensai e lo pensai talmente tanto che lo penso ancora adesso…
- L’hai più rivista?-
- No, te l’ho detto una volta uscito da lì mi sono voluto lasciare il passato alle spalle e lei era la figlia del Maestro che più odiavo e temevo, la mia insegnante di tortura…-
- Che razza di Accademia hai dovuto affrontare per diventare Maestro?-
- Ho affrontato abbastanza cose da diventare l’uomo più forte di Gilead, ti sei già impicciato abbastanza ragazzino-. Mi baciò il naso e tornò a rimettere al suo posto la mano che prima mi aveva accarezzato le labbra, quanto mi piacque stare tra le sue braccia in quel modo, avrei voluto non staccarmi mai da lui, così continuai a parlare per non fargli capire quanto tardi stavamo facendo quella mattina. Ero un vero ingenuo Cort sapeva benissimo che ora fosse e quanto tempo poteva ancora perdere con me, magari avrebbe saltato la colazione ma non sarebbe mai arrivato in ritardo ad una sua lezione. 
- Posso tenerla?- Avrei fatto di quella foto il tesoro più prezioso che avevo se solo me lo avesse permesso.
- Scordatelo, e poi che ci fai? Hai detto che non ti piaccio in quella foto-.
- Ho detto che non verrei a letto con te ma sei molto bello. Vorrei mostrarla al mondo intero per dimostrare che se eri bello allora lo sei anche adesso solo terribilmente più sexy con quella cicatrice…- Il mio discorso non faceva una piega quella cicatrice gli da un’aria vissuta che fa venire voglia di violentartelo o meglio d farti violentare a morte da lui, il ragazzo della foto è oggettivamente bello ma non ha nulla di particolare, ha una bellezza un po’ più maggiore di quella di Steven e per i miei standard non è abbastanza. L’unico altro uomo che nella mia vita ho considerato come mio possibile compagno è stato All e lui è di tutt’altra bellezza. 
- L’hai più trovato il caffè?- Per un attimo mi spiazzò il suo cambio di argomento così repentino ma poi sorrisi perché capii che era terribilmente emozionato è quello era stato il suo modo di dissimularlo. Non ero il solo ad andare vicino alla perdita del controllo quando mi trovavo vicino a lui, anch’io forse gli facevo lo stesso effetto.
- Che fai cambi argomento?-
- Anch’io ho un limite ragazzino e tu me lo stai pericolosamente facendo superare…- Si staccò da me dandomi le spalle, magari se lo avessi visto in volto lo avrei visto anche con le guance un po’ arrossite. Ma questa è pura supposizione non credo di aver mai visto Cort davvero imbarazzato.
- E’ una cosa positiva…-
- Affatto è negativa visto che siamo in ritardo e io non ho ancora fatto colazione…-
- Sai che cederai?-
- Allora sarà peggio per te, potrei durare una settimana di fila per quanto sono eccitato-.
- Parole, parole…- Gli avrei potuto rispondere che se fosse stato per me io avrei potuto durare anche un mese basta che si decidesse…ma sapevo che non potevo farmi troppo spinto altrimenti avrei rischiato di nuovo una scarica di botte indimenticabile come quella che mi aveva dato solo qualche giorno prima. Ne portavo ancora i lividi e non ero tanto sciocco da dimenticare una lezione impartita da Cort. 
- Ehi rimetto a posto la foto, non voglio più vederla in giro capito?- Mi guardò con uno sguardo d’avvertimento ma il suo corpo era ancora rilassato quindi capii d poter ancora scherzare con lui senza subire la sua furia omicida. Cort è veramente pazzo, non so come sia possibile il fatto che non mi abbia più picchiato da quando sono diventato suo compagno ma io so che un po’ folle lo è e come potrebbe non esserlo dopo aver subito tutto quello che ha subito durante l’Accademia?!
- Questo non mi prelude allora di andare a dare una sbirciatina ogni tanto…-
- Fa’ come ti pare basta che non la lasci in giro, ora vai a vestirti altrimenti farai tardi-.
- Ma non ho ancora mangiato!-
- Peggio per te, così impari a curiosare-. Cort era evidentemente entrato nel ruolo di Maestro Gran Bastardo sospirai e obbedii non mi pareva il caso di farlo incazzare prima ancora di cominciare la giornata. Mi presi almeno la libertà di palparlo io quando gli passai accanto e appena mi guardò scioccato gli feci il sorriso più innocente del mondo e andai subito a ripararmi in bagno, Cort in genere aveva tempi di ripresa da record e sapevo che avrebbe trovato un modo per farmela pagare se mi avesse preso. Un’altra giornata era iniziata nel miglior modo possibile ora non c’era altro da fare che vederne la fine e l’inizio di un’altra. Ormai mi ero abituato a non dormire quando mi trovavo nella mia stanza e di dormire come un bambino quando mi trovavo fra le sue braccia e le abitudini sono sempre dure a morire una volta prese… La volta successiva al contrario di quello appena affermato mi svegliai nel suo letto quando ancora era notte fonda mentre ancora Cort dormiva. Non so cosa mi svegliò, forse un movimento di Cort, ma fatto sta che avevo gli occhi belli aperti senza alcuna intenzione di riaddormentarmi. Non potendomi muovere per non rischiare di svegliare Cort mi guardai intorno cercando un modo qualunque per farmi passare il tempo finché il mio sguardo non si fermò sulla finestra della cucina. Non avevo mai notato che dava sul lago e vederlo di notte alla luce della luna piena lo faceva diventare uno specchio argentato… bellissimo. La mia fantasia è sempre stata fervida quindi ci misi un attimo ad immaginarmi io e Cort in quel lago al chiaro di luna uno nelle braccia dell’altro… Rimasi incantato a guardare fuori come se bastasse questo a trasformare le mie fantasie in realtà, mi concentrai per cercare di rendere le immagini il più concrete possibili per assaporare anche le emozioni che un momento del genere mi avrebbe procurato. Mi estraniai del tutto come se fossi flippato in un altro mondo. Ci pensò la voce di Cort a riportarmi nel tempo e nello spazio giusto. 
- Cosa stai guardando?- 
- Sei sveglio?- Sapevo che lo era ma quel pezzettino di mondo mi aveva ipnotizzato tanto da non riuscire a distogliere lo sguardo per poter vedere il volto dell’uomo che amavo. Mi limitai a stringermi a lui quando mi allacciò le braccia intorno la vita.
- Mi hai svegliato tu, ho un istinto di sopravvivenza molto sviluppato-.
- Non è che una notte mi ammazzi se ti do un calcio mentre dormo?- Ero inebetito, la voce priva di qualsiasi inflessione e gli occhi fissi fuori lontano da quella stanza. Temevo di tornare alla realtà. Continuavo a sognare ad occhi aperti, continuavo a farmi del male. Percepivo in tutto il corpo che non mi bastava più quello che Cort mi dava. 
- Potrebbe capitare…- Mi riportò alla realtà lui, mi prese a baciare il collo e le guance mentre con una mano mi accarezzava la coscia fino alla natica con l’altra si mise a giocare con i miei capelli facendomi fare quasi le fusa.
- Correrò il rischio…- Anche se essere abbracciato da lui da dietro era la seconda posizione che preferivo, dopo quella di averlo sopra di me, mi girai per guardarlo in faccia e lo abbracciai nel più classico degli abbracci senza metterci niente di sessuale. Mi limitai a guardarlo cercando di trasmettergli tutto l’amore e l’adorazione che provavo per lui.
- Allora che fissavi imbambolato?-
- Il lago… sembra così bello-.
- A volte vado a nuotare quando non riesco a dormire… perché quell’espressione?-
- Mi stavo solo immaginando il tuo corpo bagnato e baciato dalla luce della luna…- Leccato. Baciato. Morso. Toccato. Amato. Da me.
- Un giorno potremmo farlo se vuoi…-
- Un giorno in quel lago di notte faremmo altro che nuotare te lo dico io-. Gli accarezzai dolcemente la cicatrice guardandolo con sicurezza per fargli capire che non stavo scherzando, era una promessa fatta con il solo sguardo ma pur sempre una promessa e io quando promettevo una cosa la mantenevo sempre. 
- Ah sì?-
- Sì faremmo l’amore, io anche se infreddolito andrei a fuoco per te e tu ti riscalderai nel mio corpo… volevi sapere cosa stavo guardando? Stavo guardando il futuro… questo-.
- Mi rimane difficile mantenere buoni propositi se mi dici queste cose principessa…-
- Avrei tante di quelle cose da dirti…-
- Non dire più niente…non serve…- Me lo trovai sopra di me prima che potessi registrare con gli occhi il movimento del suo corpo. L’aveva già fatto altre volte, ovvero montarmi sopra ma stavolta il suo sguardo era diverso era sia da predatore che dolce e poi cosa che non aveva mai fatto prima avvicinò sempre di più il suo viso al mio. Fino a quando il contatto fu inevitabile. Un Bacio. Secondo Bacio. Terzo Bacio… semplici tocchi tra labbra. Avido di avere tutto gli allacciai le mani dietro la testa e quando arrivò il Quarto Bacio gli impedii di ritrarsi e catturai la sua bocca con la mia, quello fu veramente il Primo Bacio tra noi, durò talmente tanto da lasciarmi sfinito e con delle macchie di luce sulla mia visuale, eravamo arrivati pericolosamente vicini all’asfissia. Finalmente ero riuscito ad assaporare la sua bocca e il suo sapore e ovviamente lo trovai magnifico qualcosa da ripetere assolutamente all’infinito. Lo feci appena ritrovai di nuovo la lucidità e il fiato per farlo e fu ancora meglio, riuscii a sincronizzarmi meglio con la sua lingua e con i suoi movimenti, dopotutto quello di prima era stato il mio primo bacio in assoluto e si sa che l’unico modo per migliorare è fare tanta pratica. Io avevo intenzione di farne così tanta da consumarmi le labbra pur di baciarlo ancora. 
- Cort…- Mi azzittì tappandomi la bocca con la sua e con le mani già messe nei punti giusti mi fece allargare le gambe per posizionarsi meglio su di me. Sentivo tutta la sua eccitazione premermi contro facendomi pregustare e immaginare il momento in cui mi sarebbe entrato dentro. Quando mi tolse le mutande non stavo più nella pelle e gli allacciai subito le gambe intorno alla vita sentendo la sua erezione direttamente sul sedere. In quel momento si staccò da me ritornando al suo posto con una mano che gli copriva gli occhi e con il respiro che sembrava più un ansito. Io giustamente non ci stavo capendo un cazzo e mi girai a guardarlo confuso in cerca di una spiegazione. Non era necessario che Cort mi guardasse per capire che stavo aspettando che mi dicesse qualcosa, ero sicuro che percepiva il mio sguardo su di lui anche in quella posizione. Lo sentii sospirare e poi si girò verso di me e io dal suo sguardo capii che era già tutto finito, quello che era appena cominciato a nascere tra noi Cort lo aveva troncato da solo.
- Non posso più andare avanti così Vanny, ci ho provato questi giorni ma non ce la faccio. Non riesco più ad accontentarmi di quello che mi permetto di prendermi da te, più ti sto vicino e più vorrei tutto, sono stato un idiota a pensare che mi sarei accontentato delle briciole quando tu mi offri tutto te stesso… Finiamola qui-.
- Finiamo cosa se non abbiamo mai iniziato?-
- Abbiamo iniziato eccome lo sai, non voglio che continui…- Lo sapevo per questo non volevo arrendermi ora che ero così vicino al mio scopo. Sapevo anche che era prevedibile la reazione di Cort ma non per questo potevo accettarla.
- Voglio sentirtelo dire chiaramente-. Così mi avrebbe spezzato il cuore definitivamente e non avrei più continuato a soffrire, sarei semplicemente morto appena Cort avesse pronunciato quelle parole. Ma dubitavo che le cose stessero così ero più propenso a credere che la mia sarebbe stata una morte lenta e dolorosa. E’ proprio vero che è la perdita l’unica misura per l’amore… 
- Vattene Vanny-. Non sentii con l’udito il mio cuore spaccarsi ma era palese che fosse successo, per un attimo i polmoni si rifiutarono di rilasciare ossigeno e i muscoli di rispondere ai miei comandi lasciandomi in uno stato momentaneo di coma. Quando riuscii a ritrovare l’uso della parola la mia voce risultò morta, totalmente priva di alcuna emozione.
- Se vuoi che me ne vada mi dovrai buttare fuori tu-. Io davvero non avevo le forze necessarie per andarmene da solo sulle mie gambe, ero nudo come un verme e in tali condizioni che pareva che fossi appena scampato alla morte per poco ma ero certo che Cort avrebbe avuto il coraggio di buttarmi fuori lo stesso. Infatti non mi sbagliavo.
- Sai che lo farò se mi costringi-.
- Voglio fare l’amore con te…- Provai a fagli cambiare idea anche se sapevo che sarebbe stato inutile anzi forse controproducente. Già allora conoscevo abbastanza Cort da sapere che non cambiava mai idea, sbagliata o giusta che fosse andava sempre fino in fondo.
- Per questo non puoi rimanere, mi stai facendo venire voglia anche a me e non posso permettermelo… vattene Vanny-
- No-. Appena pronunciai questa semplice sillaba esplose l’uragano Cort. Si alzò bruscamente da letto e come una belva col suo fiuto andò alla ricerca dei miei vestiti, appena trovati li buttò fuori dalla porta. Poi venne verso di me e mi riservò lo stesso trattamento, mi strinse con forza il braccio e quasi mi trascinò per tutta la casa fino alla porta d’ingresso lasciandomi finalmente andare. Mi aveva sbattuto fuori di casa totalmente nudo, non mi aveva dato neanche il tempo e la possibilità di rivestirmi. 
- Soddisfatto? Vuoi farmi sentire uno stronzo anche per questo ora?-
- Tu sei uno stronzo Cort, non c’è bisogno che ti ci faccia sentire io e non è neanche perché mi stai buttando fuori di casa con la forza!- Piansi di rabbia e gli tempestai il petto di pugni come se così facendo sarei potuto rientrare in casa, ero talmente infuriato con lui che se avessi potuto l’avrei voluto spazzare via dalla faccia della terra per l’umiliazione che mi aveva inflitto. 
- Cazzo vattene hai bisogno che ti ammazzi di botte per farti andare via?- Mi diede uno schiaffo che valeva un milione di quei miei pugnetti ridicoli e mi fece barcollare pericolosamente rischiando quasi di farmi cadere a terra.
- Non è facendo così che risolvi il problema Cort, non mandandomi via e facendomi ritrovare con il culo al vento a congelarmi le chiappe …- 
- Lo risolverò vietandoti di venire a casa mia, ora vattene-. Mi diede una spinta per farmi allontanare dalla porta e poi la chiuse… Piangevo ancora quando mi abbassai a prendere i vestiti per indossare almeno i pantaloni poi me ne andai lungo la riva del lago a guardare ciò che mi aveva attirato tanto e che mi aveva portato a questo. Ci passai il resto della nottata, mi rimisi la maglia che nel frattempo avevo inzuppato di lacrime e rimasi ad aspettare l’alba. Quando mi unii agli altri allievi devo aver avuto una faccia stravolta visto che sia Steven che All vennero subito da me a chiedermi spiegazioni che non gli diedi, almeno non sul momento. Cort era dietro di loro e notò subito che indossavo i vestiti del giorno prima, sarei curioso di sapere cosa gli passò per la mente. Comunque ci ignorammo per tutta la lezione e così facemmo per molto tempo. Io non misi più piede in casa sua, ovvero per un periodo abbastanza lungo altrimenti ora non sarei il suo compagno ma abbastanza da farmi diventare da un quattordicenne ad un quindicenne. Non sto a specificare i mesi passati sarebbe veramente troppo patetico ma di sicuro stanno stampati bene nella mia testa… L’’importante è che per mesi io e Cort non ci parlammo, non ci guardammo, non ci toccammo, quasi smise di farmi da Maestro, con me si sprecava solo per darmi le punizioni. Io persi molta della mia energia vitale, ero sempre stanco, sembravo malaticcio, mi sembrava impossibile poter continuare a vivere senza di lui. Dormivo molto poco e mangiavo ancora meno se non ci fossero stati Steven e All probabilmente sarei morto di inedia, invece loro mi costringevano a riposare e a mangiare e a stare con loro il più possibile. Poveretti quanto tempo hanno sprecato per colpa mia, chissà quante maledizioni mi hanno lanciato… se me lo chiedessero farei di tutto per loro, la mia vita gli appartiene. Poi arrivò il periodo peggiore della mia vita… Un giorno come tanti altri mia madre morì. Era così giovane che nessuno si è fatto un’idea precisa su cosa sia successo, neanche il dottore, semplicemente smise di respirare. Forse la delusione per non essere riuscita a sistemarmi come voleva è stata troppa o forse gli era giunta la notizia che avevo dormito con Cort per un certo periodo… Era da tempo che non l’andavo a trovare, da quando avevo iniziato a dormire da Cort, erano mesi… Me ne vergognai ma non avevo avuto il coraggio di presentarmi davanti a lei tenendomi dentro quel segreto, avrebbe finito per scoprirmi provocando non pochi problemi. Venni a sapere della sua morte dal mio servo Sergej, mi era molto legato e mi abbracciò appena data la notizia. Io in un primo momento non seppi come reagire, ero triste? Arrabbiato? Sollevato? Probabilmente ero tutto questo e molto di più, mi sentivo vuoto, erano troppe le emozioni per poterle sopportare. Quando mi staccai dal mio servo avevo gli occhi completamente asciutti ma un pallore malato aveva preso il posto del mio solito colorito rosato e sentivo le membra pesarmi come se fossero piene di piombo. Sarei dovuto andare nella stanza di mia madre ma sapevo che se lo avessi fatto sarei scoppiato in lacrime quindi decisi di fare prima la cosa più facile, avvertire Cort che l’indomani sarei stato assente… e anche questo non era affatto facile. Da quando mi aveva cacciato da casa sua non solo non avevamo più parlato ma ci evitavamo pure come se fossimo contagiosi, fu un’impresa trovarlo. Quando ormai credevo che si era rifugiato in qualche bordello lo vidi in riva al lago a mangiare qualcosa di incommestibile sicuramente. Spesso andava lì è un posto che gli dà tranquillità e visto quanto il suo animo è tormentato ne ha proprio bisogno. Mi misi seduto al suo fianco anche perché le gambe non mi reggevano più.
- Mi dispiace per tua madre…- Non mi guardò, continuò a magiare il suo panino e a fissare la superficie luminosa del lago. Sembrava incantato come se non percepisse appieno la mia presenza affianco a lui, forse la sera che mi aveva cacciato anch’io avevo lo stesso tipo d sguardo, sperai allora che anche i suoi pensieri fossero simili ai miei. 
- Mi sembra difficile crederlo-.
- E’ vero ho sbagliato, volevo dire mi dispiace per te-. Finalmente mi diede tutta la sua attenzione e si azzardò ad accarezzarmi una ciocca di capelli che era scappata al groviglio composto che erano il resto dei miei capelli. 
- Grazie-.
- Ti do solo domani per i funerali, dopodomani ti rivoglio a lezione-. La sua voce fu veramente dura e priva di tatto quel giorno, non mi aspettavo niente di affettuoso da parte sua ma di certo neanche una simile freddezza, sapeva quanto volevo bene a mia madre. 
- Sempre comprensivo eh?-
- Cercavi comprensione da me? Pensavo che fossi venuto solo a dirmi che domani non saresti venuto…- Ogni volta che andavo da Cort per qualsiasi motivo andavo lì sempre con il cuore colmo d’amore quindi potevo benissimo affermare che ero andato da lui in cerca di comprensione, di affetto e di assoluzione ma visti i nostri ultimi rapporti non mi sbilanciai così tanto.
- Con te è chiedere troppo anche un abbraccio vero?-
- Se è solo un abbraccio quello che vuoi sì, sai che ho grossi problemi a controllarmi con te, tua madre aveva ragione sono uno stupratore di bambini innocenti-. In realtà ero io ad avere dei grossi problemi di controllo quando lo avevo vicino ma quella volta soffrivo talmente tanto che a malapena il mio corpo si accorgeva della forza attrattiva del suo.
- Io non sono un bambino. Hai sempre dato due giorni per un grave lutto perché a me no?-
- Perché tu tua madre l’hai già persa da tempo, da quando hai scoperto che era pazza. La sua morte fisica non merita tanto dolore da parte tua-.
- Io ho bisogno di piangere mia madre-. Pensai che non sapeva un cazzo, non sapeva come mi sentivo e cosa provavo. Non sapeva il bisogno che avevo di rinchiudermi in una stanza e sfogare tutto quello che mi portavo dietro, svuotandomi con la speranza di riempirmi di cose nuove che non mi avrebbero fatto più soffrire. Dimenticare mia madre, lui e la nullità che continuavo ad essere. 
- Puoi farlo domani, hai un intero giorno per dimostrare la tua debolezza è tantissimo tempo, io non l’ho mai avuto e nonostante questo vado avanti tranquillo-.
- Io non sono te-.
- Lo so, sia fisicamente che caratterialmente non esiste nessuno più diverso di te da me. Non costringermi a venirti a prendere nella tua stanza dopodomani, non lo apprezzerei-. 
- E questo lo apprezzeresti?- Gli mostrai il dito medio, il nostro rapporto non era certo idilliaco e non mi aspettavo di essere consolato ma neanche di essere liquidato così velocemente e freddamente. Nonostante tutto sapevo che Cort mi voleva bene e mi sarei aspettato qualcosa in più da lui.
- Ancora meno. Non mi eccita come ecciterebbe te…- Non apprezzai l’allusione, probabilmente in un altro momento l’avrei fatto visto che non ci rivolgevamo parola da un po’ di tempo e da ancora di più non scherzavamo tra noi ma volevo solo andarmene e piangere in santa pace mia madre e non stare lì ad ascoltare le sue stronzate.
- Fottiti Cort, se non me la sento non verrò a lezione-.
- Allora ne pagherai le conseguenze, io ti do il permesso di assentarti solo domani ricordatelo-. Capire Cort è sempre stato difficile e anche quella volta mi fu impossibile decifrare il suo comportamento. Sapevo che odiava mia madre, non ne aveva mai fatto un mistero ma comunque rimaneva mia madre e un essere umano, come tutti meritava rispetto anche perché oltre a me non aveva mai fatto del male a nessuno. E il male che mi aveva fatto non si era neanche accorta di farmelo aveva sempre pensato di farmi del bene. Me ne andai da lui più pesante di prima non mi aspettavo che mi avrebbe consolato ma che almeno comprendesse la mia sofferenza. Andai nella stanza di mia madre e rimasi accanto al suo corpo freddo per tutta la notte, per me non era ancora diventato un morto era ancora mia madre, mi immaginai la sua voce e la sua bellezza cullarmi come faceva quando ero un bambino. Cercai di non piangere ma sentendo diventare il suo corpo sempre più freddo e rigido alla fine scoppiai in lacrime, piansi fino alla mattina, mi addormentai mentre ancora singhiozzavo. Mi svegliai quando vennero a portare via mia madre per prepararla per la celebrazione funebre, non li feci avvicinare, nessuno avrebbe toccato mia madre, mi presi io il compito di vestirla con il suo più bell’abito bianco. Spogliandola mi accorsi che lei era la mia gemella, se fossi stato una donna sarei stato uguale a lei, eravamo identici, la cosa mi mise i brividi non volevo assomigliargli così tanto, non volevo impazzire come lei… La lavai con l’essenza di rose e quando finii richiamai i servi che la portarono via. I nobili e i pistoleri hanno diritto ad una cerimonia funebre e i loro corpi vengono bruciati sotto una grande pira di legna, è un rito che significa grande rispetto per il morto e la sua famiglia, per il ceto basso invece non c’è niente di tutto questo. All’ora di pranzo mia madre venne messa in cima alla pira, c’erano tutti i nobili del Castello compreso il Re, che poi era cugino di mia madre. C’erano anche Steven e All che erano in pausa pranzo dalla lezione ed erano venuti a darmi sostegno ma io non avevo voglia di stare vicino a loro, piangevo ancora ed erano anni che nessuno mi vedeva più piangere quindi mi cercai un angolo appartato dove potessi vedere mia madre senza essere visto. Vedevo i miei amici cercarmi preoccupati, gli chiesi mentalmente scusa e rimasi da solo nel mio dolore, nessuno poteva capire il mio stato d’animo per l’emozioni complesse che mi passavano per la mente, la più straziante era il sollievo che sotto sotto provavo per la morte di mia madre, mi faceva sentire orribile, sporco e i sensi di colpa minacciavano di annientarmi. Non volevo che nessuno mi vedesse in quelle condizioni, mi feci dare le condoglianze dal Re e poi mi nascosi. Tutto il cortile era pieno di persone e anche se ci si aspettava che io mi mettessi in prima fila mi defilai dietro a tutti nascosto da una colonna. Quando diedero fuoco alla pira mi venne l’impulso di correre da mia madre e riportarla giù, solo stringendo i pugni e ficcando le unghie nei palmi riuscii a resistere e quando mia madre prese fuoco le lacrime cominciarono a scendermi senza sosta. Ad un tratto mi sentii abbracciare da dietro e delle labbra mi baciarono i capelli, pensai che fosse Steven ma vedevo le sue spalle proprio davanti a me, mi girai per vedere chi fosse per prenderlo a pugni, non ero proprio dell’umore giusto per sopportare l’assalto di qualcuno… Poi però incontrai gli occhi della persona che meno mi aspettavo di trovare lì, l’odore era il suo e anche le grandi mani erano le sue…
- Ehi tutto bene principessa?-
- Cort…- Piansi ancora più forte e mi girai nel suo abbraccio per soffocare il pianto nel suo petto. Le sue mani mi accarezzarono dolcemente la schiena e i capelli e con le labbra mi dava piccoli baci sulla testa.
- Shh… hai tutto il diritto di provare quello che provi Vanny, non vergognarti…- Lo guardai stupito non credevo possibile che potesse capire quello provavo, Cort non aveva avuto i genitori, forse semplicemente mi stava dando una spalla su cui piangere ed era proprio quello che mi serviva in quel momento anche perché era la sua…
- Non riesco a credere che sia morta… non ho avuto neanche il tempo di salutarla…-
- Salutala ora, anche se non credo che gli piacerebbe molto vederti tra le mia braccia…-
- Sarebbe come tornare ai vecchi tempi allora, magari si scandalizza talmente tanto da ritornare in vita solo per darti del pervertito… mi mancherà ogni cosa di lei anche la sua pazzia, le volevo bene…-
- Non avrebbe potuto avere un figlio migliore di te Vanny, hai sempre pensato prima al suo bene poi al tuo, non devi avere sensi di colpa su niente…-
- Più ci penso e più mi vengono in mente cose che avrei potuto fare o dire…-
- Per questo voglio che domani torni a lezione, non voglio darti il tempo di farti male, la tua testolina bacata si farebbe solo del male a rimanere da solo. Invece vedrai che con me non avrai neanche il tempo di pensarci…- Ci pensai eccome, durante tutta la lezione del giorno dopo non feci altro che casini ma Cort me li lasciò passare tutti ma probabilmente aveva ragione lui da solo sarei stato peggio. Per tutto il funerale rimasi abbracciato a lui a guardare il corpo di mia madre bruciare, non smisi un attimo di piangere e lui non smise mai di accarezzarmi. Quando tutto finì mi asciugò le lacrime con la sua camicia, mi spinse del tutto dietro la colonna e mi baciò, quella fu la seconda volta che lo fece, premendosi addosso a me facendomi sentire tutto il suo calore. Poi dopo una pacca sulla schiena tornò a fare la lezione. Appena mi feci vedere dagli altri fui circondato da gente che neanche conoscevo pronta a dire quanto mia madre fosse una brava e bella persona e quanto sarebbe mancata a tutti e stranamente tutti erano molto inclini a baciarmi e ad abbracciarmi in modo un po’ troppo espansivo… Provai schifo per ogni persona che si diceva tremendamente dispiaciuta per me ma che intanto tentava di allungare le mani, se ci fosse stato ancora Cort credo che avrebbe fatto una bella strage. Non feci in tempo a vedere All e Steven anche loro erano tornati a lezione lasciandomi da solo in una marea di sconosciuti pervertiti. Nonostante il passere degli anni non sono riuscito a fare pace con le mie emozioni per quanto riguarda mia madre. I sensi di colpa mi accompagnano ancora durante tutta la giornata. La verità è che amavo e odiavo mia madre e la sua morte prematura non ha fatto altro che complicarmi il problema. Dopo il funerale per molto tempo non fui più lo stesso divenni schivo e irritabile, quasi tutti mi evitavano pensando che stessi impazzendo come mia madre, a me andava bene così visto che sopportavo solo la vicinanza di All e Steven e che Cort dal giorno del funerale aveva rotto la tregua tornando a trattarmi come se non esistessi. Anche questo periodo passò e tornai ad essere quello di un tempo e successe tutto per caso. Una domenica decisi di andare a cavallo per cercare di uscire dall’apatia che mi aveva colto e appena uscii dalla stalla feci l’incontro che mi avrebbe fatto ritornare ad essere quello di prima, chi se non lui? Vidi Cort davanti casa sua che sembrava indeciso sul da farsi, appena mi vide gli si illuminarono gli occhi e subito capii che in qualche modo ero fottuto… I miei piani sarebbero andati sicuramente a rotoli per colpa sua. Decisi quasi di tirare avanti senza rispondergli quando mi parlò…
- Ehi Vanny dove stai andando?-
- A fare un giro…-
- Allora dammi un passaggio…- Non feci in tempo a dirgli di no che me lo ritrovai di dietro pronto a partire. Il mio cavallo era molto alto ed è un mistero come avesse fatto Cort a montare senza mettere il piede nella staffa…
- E il tuo cavallo?- Cercai di fargli capire che la sua compagnia non era affatto apprezzata ricordandogli che anche lui aveva un cavallo.
- Voglio tenerlo a riposo ieri aveva fastidio ad una zampa, sei capitato nel momento giusto non mi andava di andare in città a piedi-.
- Dove devi andare?- Rassegnato cercai di mettermi più comodo ovvero il più lontano da lui ma più cercavo di staccarmi più lui mi si appiccicava addosso mandando a quel paese la tranquillità che volevo ritrovare quel pomeriggio.
- Dall’artigiano. Quello dall’altra parte della città-.
- Ma è aperto?- Provai l’ultima scappatoia possibile per cercare di riprendermi il mio pomeriggio di pace, già stavo cominciando ad andare a fuoco a sentirmelo premuto dietro.
- Per me sì-.
- Ma che l’ho chiesto a fare… cosa devi farti fare?-
- E’ meglio che non me lo chiedi potresti rimanere scioccato…-
- Un nuovo letto?- Mi girai a guardarlo con sospetto, conoscendo quanto il suo letto fosse scomodo mi immaginai una sua amante più esigente delle altre che minacciava di lasciarlo a secco se non si fosse procurato un giaciglio più comodo del letto di chiodi che aveva… 
- No, ce l’ho già un letto…-
- Certo il letto più scomodo e brutto che abbia mai visto-. Avendolo provato io stesso potevo ben dirlo specialmente se messo a confronto con quello che avevo nella mia vera stanza, non nella topaia. Spesso sognavo che una volta insieme saremmo andati a comprarne uno nuovo e troppo eccitati non avremmo aspettato neanche di tornare a casa l’avremmo inaugurato direttamente dall’artigiano, magari proprio davanti a lui… questa è una delle poche fantasie che non mi sono tolto una volta messomi con Cort, abbiamo ancora quello schifo e scomodissimo letto di allora.
- Cos’ha che non va?-
- Non ha niente che va, è basso, piccolo, duro, scricchiola…-
- Mi serve basso visto che a volte faccio fatica ad alzarmi, con i piedi puntati a terra mi riesce meglio; non è piccolo è ad una piazza e mezza per me è più che sufficiente e se ho qualcuno da portarci tanto meglio, ci teniamo ancora più stretti; è duro perché morbido diventa troppo accogliente e induce alla pigrizia; scricchiola per due motivi: il primo è perché è vecchio, il secondo evidentemente ci faccio troppo movimento sopra…-
- Questo è certo anche se non con me…- Strinsi le briglie per scaricare la rabbia e il cavallo per un attimo sembrò protestare ma poi sia io che lui tornammo alla normalità.
- Hai detto qualcosa?-
- Sì hai fretta di arrivare?-
- Non molta no-.
- Meglio non avevo intenzione di andare a galoppo…- Anche se stavo frettolosamente cambiando idea, pensare di stare così a stretto contatto con lui per troppo tempo non faceva affatto bene alla mie facoltà mentali. L’ultima volta che avevamo avuto una simile vicinanza era stato al funerale di mia madre e ricordarlo faceva doppiamente male.
- Me ne sono accorto di questo passo facevo prima ad andare a piedi…-
- Non sono stato io ad invitarti a salire sai?-
- Ah no?- Mi sussurrò all’orecchio dandomi la sensazione che me lo stesse leccando, un brivido mi attraversò subito la schiena ma per mandare via lo stordimento che stava minacciando di ottenebrarmi la mente attinsi all’aggressività che mi portavo dietro dal funerale di mia madre ma anche da quando Cort mi aveva cacciato dalla sua casa.
- No, come sempre hai deciso tutto tu-.
- Saggia decisione come sempre…-
- Fottiti Cort, almeno risparmiami le tue battutine-.
- Sei troppo astioso principessa… vedi di scioglierti un po’-. Si avvicinò ancora di più al mio corpo rendendo a zero la distanza e poi prese ad accarezzami l’anca e i fianchi. Era anche fortunato quel giorno non indossavo i soliti jeans ma dei pantaloni di cotone che al tatto lasciavano sentire tutta la consistenza e il calore della mia pelle.
- Per te è tutto un gioco vero?- Gli levai bruscamente le mani come centinaia di volte aveva fatto lui con me prima di quel giorno poi lavorando di gomito cercai di allontanarlo nuovamente ad una distanza più sicura. 
- Affatto. Se ti chiedessi scusa?- Non si lasciò scacciare ma anzi mi abbracciò alla vita e appoggiò la testa sulla mia spalla per guardarmi in faccia.
- Il grande Cort che chiede scusa?- Mi girai a guardarlo stupito e lui subito se ne approfittò per leccarmi le labbra, mi tirai indietro più per riflesso che per voglia. In realtà avevo una voglia pazzesca di poterlo baciare di nuovo e mi aveva appena offerto la possibilità di farlo. Non ero davvero in me se non colsi al volo l’occasione. Anche Cort parve stupito della mia scontrosità e si fece più rigido e composto.
- Non te l’ho ancora chiesto era un’ipotesi…-
- Perché mi dovresti chiedere scusa?- Mi voltai di nuovo incuriosito dal suo atteggiamento ma stavolta Cort si limitò ad alzare le spalle… 
- Dillo tu a me… sei tu quello mortalmente offeso e acido-. Gli avrei potuto dare mille motivi validi per la mia irritabilità, il novantanove per cento dei quali riguardavano lui. Mi chiesi con che coraggio me lo chiedesse, visto che era arrivato addirittura a cacciarmi dalla sua casa. E poi la morte di mia madre era un motivo per essere ben più che semplicemente irritato… 
- Perché tu credi di essere diverso?-
- Io faccio solo il mio lavoro ora che non lo sto facendo sto cercando di avere una conversazione civile con te-.
- Perché vuoi avere una conversazione civile con me? Pensavo che non volessi avere niente da me…- Cercai di fargli capire il motivo della mia freddezza sbattendoglielo in faccia per fargli almeno un po’ male ma mi sarei anche accontentato di imbarazzarlo.
- Vanny…-
- Lo so lo so, non mi è permesso parlare di quello che è successo-. Non c’era bisogno di parlarne le immagini erano chiarissime nella mia mente sempre, sia quelle piacevolissime che quelle che avrei voluto dimenticare ma il comportamento alterno di Cort, ogni carezza e allusione mi riportavano a quella fatidica mattina facendomi sanguinare le ferite non ancora rimarginate.
- Ti chiedo scusa-.
- Per cosa?- Mi voltai di nuovo guidato dalla sorpresa e mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo volto serio.
- Per tutto quello che ho fatto quando non ero Maestro e per quello che farò in futuro…-
- Farai in futuro?-
- Sì… probabilmente continuerò a commettere gli stessi errori con te, anche cercando di evitarti e di stare attento, potrebbe succedere d’incontrarci per caso e che io non resista dal fare qualcosa di stupido…-
- Ovvero…- Lo guardai spalancando ancora di più gli occhi, già sentivo le sue mani tornare a strofinarmi i fianchi. Era come rivivere un bellissimo sogno o un incubo a seconda di come sarebbe andata a finire…
- Qualcosa tipo questo…- Mi tenne ferma la testa con la mano e poi mi baciò, un bacio lungo e intenso come quello che mi aveva dato al funerale di mia madre e come quella volta non ci misi molto a cedere e a rispondergli. Quando ci staccammo sospirai di piacere e felicità e chiusi gli occhi come se fossi arrivato in paradiso e per un caso disperato fossi di nuovo precipitato sulla terra.
- Beh non mi sembra un grosso problema…-
- Pensi di riuscire ad affrontarlo…- Continuò a leccarmi le labbra mentre cercavo di catturargli la lingua con la mia fallendo miseramente. Alla fine anch’io gli leccavo solo le labbra con mia enorme delusione.
- Credo di sì…-
- Io no… ferma il cavallo siamo arrivati principessa, ti basta poco per perdere coscienza…- Mi morsicò le labbra per risvegliarmi e quando tornai alla realtà effettivamente eravamo arrivati dall’artigiano. Mi annullavo totalmente quando ero tra le sue braccia… 
- Se si tratta di te anche meno… altrimenti non ti lascerei giocare così-.
- Non sto giocando, se ti sto lontano riesco a controllarmi ma quando mi sei vicino ho una continua voglia di saltarti addosso-. Mi abbracciò stretto a lui accarezzandomi ovunque le sue mani riuscivano ad arrivare.
- Mi chiedo che cosa tu stia aspettando…- Mi spinsi verso di lui invitandolo per la milionesima volta a prendersi il suo premio ma come sempre Cort mi rifiutò smontando dal cavallo..
- Che si liberi l’artigiano, aspettami qui-.
- Cort sei il solito bastardo!-
- Lo faccio apposta pare che ti piaccia ancora di più principessa masochista e pervertita!- Mi accarezzò l’inevitabile erezione che le sue carezze e i suoi baci mi avevano causato ma anche il solo pensiero di averlo avuto a così stretto contatto dietro di me per tutto il viaggio mi sarebbe bastato per sciogliermi tra le sue braccia. 
- Vuoi vedere come ti lascio a piedi?- Gli allontanai bruscamente la mano più per paura di venire che per reale irritazione, ormai ero abituato alle sue battute maliziose, mentre alle carezze lì non ero affatto abituato tant’è, anche se mi vergogno ad ammetterlo, non avevo ancora avuto il mio primo orgasmo…
- Non lo faresti mai-. Mi guardò sicurissimo delle sue parole e come dargli torto in effetti ma mi mostrò una tale sfrontatezza che il pensiero di lasciarlo e andarmene mi passò pericolosamente vicino per la mente tanto da provocarlo un po’…
- Ah no?- 
- No, ti piace troppo avermi dietro di te…- Con Cort finisce sempre così, io inizio a provocarlo ma alla fine riesce comunque a rigirare la situazione. Arrossii e mi imbarazzai a tal punto che per un po’ non riuscii a fare altro che balbettare frasi incomprensibili. Dopotutto aveva perfettamente ragione, adoravo averlo stretto dietro di me, era quello che c’era di più vicino a donarmi a lui…
- Non esserne così sicuro!-
- Allora in caso che tu non ci sia al mio ritorno ti saluto ora… mi dispiacerebbe non ritrovarti qui principessa…- Mi trascinò giù dal cavallo e mi spalmò sul muro del negozio dell’artigianato, per altro proprio davanti ai suoi occhi, e mi baciò risucchiandomi ogni linfa vitale. Quando mi lasciò andare quasi non avevo la forza di tenermi in piedi da solo, mi appoggiai a Cort e solo dopo vari respiri profondi il mondo cominciò a fermarsi permettendomi di risalire sul cavallo. Non dissi una parola, non ne ero capace e la risata compiaciuta di Cort segnò la mia totale sconfitta. Ma se le sconfitte avevano tutte quel dolce sapore sarebbero state le benvenute. Cort entrò nella bottega con un artigiano alquanto scandalizzato ma in linea con il suo carattere se ne fregò altamente come se non avesse appena spiaccicato al muro un ragazzo e poi succhiato via l’anima per quanto la lingua me l’aveva cacciata in gola. Appena sparirono dalla mia vista mi stesi sul cavallo sospirando come una ragazzina scema e pazzamente innamorata, mi sentivo come se mi fossi trasferito sulla mia nuvoletta personale dove l’unica cosa che importava era Cort. Chiusi gli occhi per richiamare alla mente il suo sapore e il suo odore ma anche tutto l’ardore che aveva messo in quel semplice bacio. Mi chiesi cosa sarebbe stato fare l’amore con lui se un solo suo bacio era capace di ridurmi così…
- Sei ancora qui… sei voluto rimanere o sei ancora imbambolato per prima?- Erano vere tutte e due le cose così mi limitai a fare finta di niente dandogli una mano a risalire che ovviamente non accettò, non ho ancora capito come diavolo fa a montare il cavallo senza mettere un piede nella staffa.
- Scemo… Sali…-
- Ora ti metti anche ad offendere e a dare ordini al tuo Maestro ragazzino?-
- Sì se se lo merita…-
- Vorrei poter mettere le mani sul tuo culetto delizioso e punirti come meriti…- Ce le mise davvero ma non per punirmi anzi mi accarezzò attraverso la sottile stoffa facendomi sentire la sua pelle calda e ruvida. Mi alzai appena dalla sella per permettergli di sistemare meglio le mani sotto di me migliorando di molto le sensazioni che mi trasmetteva. 
- Come mai così esplicito oggi?-
- La tua vicinanza mi eccita all’inverosimile, il tuo corpo, il tuo odore sono un richiamo al sesso a cui mi è sempre più difficile resistere, mi eccita il solo pensiero di averti…- Mi spinsi verso di lui sbattendo contro la sua eccitazione e lì rimasi godendomi in pieno quel meraviglioso gonfiore che mi premeva fra le natiche… era da troppo tempo che non succedeva più una cosa del genere quando invece sarebbe dovuta essere la normalità…
- Cort… se continui a dirmi certe cose dovrai legarmi per tenermi fermo…-
- Legato sei ancora più fottutamente scopabile ragazzino…- Mi baciò e mi succhiò ogni centimetro di pelle del collo per poi leccare il lobo dell’orecchio… le mani da gentili carezze passarono a profonde palpate che quasi mi strapparono i pantaloni di dosso…
- Smettila di provocarmi se poi non sei disposto ad andare fino in fondo, tu ti starai anche divertendo ma io no-.
- Hai ragione scusami…- Si ricompose all’istante, rimise le giuste distanze tra i nostri corpi e tolse mani dal mio sedere per appoggiarle distrattamente sulle mie gambe e allontanò la bocca dal mio collo facendomi smettere di rabbrividire dal desiderio.
- Hai da fare oggi?-
- Dovrei aggiustare le pistole che qualche stupido allievo ha danneggiato, perché?-
- Vorrei andare in un posto e se venissi anche tu sarebbe perfetto-. Glielo chiesi cercando di avere il tono più disinteressato possibile quando in realtà stavo pregando tutti i dei che accettasse di accompagnarmi visto che senza di lui era del tutto inutile andarci.
- Ai suoi ordini principessa mi tratti pure per il servo che sono-.
- Bene allora torna ad accarezzarmi e a baciarmi come prima…- Gli presi una mano e la misi sotto la mia camicia direttamente sul mio stomaco, eliminai le distanze createsi tra i nostri corpi e infine mi girai a fronteggiarlo con gli occhi lucidi di desiderio e d’infinita adorazione mentre la mia lingua tornava ad accarezzargli le labbra… mi sentivo come un drogato, sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato ma non potevo fare a meno di perseverare nel mio errore e così lo baciai. Ero condannato, Cort era la mia droga. 
- Non hai detto che non volevi essere illuso?- Capivo la confusione di Cort, io mi ero arreso davanti alla mia incoerenza già da tempo e quando avevo voglia di lui mandavo a quel paese tutto quanto anche il mio benessere pur di arrivare il più vicino possibile a realizzare quelle illusioni. 
- Non voglio che parli di cose che poi non vuoi mettere in atto-. Quello che mi dilaniava di più infatti era sentire dalle sue stesse labbra quanto mi desiderasse, tutto il resto era niente in confronto.
- Come vuoi… dove andiamo?-
- Fuori Gilead, quindi dovremmo andare al galoppo, tieniti forte-. La mano che mi accarezzava lo stomaco si fece più forte stringendomi di prepotenza al suo corpo facendomi diventare nuovamente la sua seconda pelle mentre con l’altra mano si divertiva ad accarezzarmi ogni punto sensibile del mio corpo. Sentire di nuovo la sua eccitazione premuta su di me mi fece venire un nuovo capogiro e nella debolezza momentanea presi a strusciarmi incosciamente su di lui. Ero di nuovo sulla nuvoletta Cort ma stavolta andando a galoppo non era per niente saggio avere la testa cosi per aria e un controllo così scarso del proprio corpo, difatti Cort me lo fece notare subito…
- Contaci, vuoi dare le briglie a me?-
- Scordatelo è il mio cavallo e poi voglio le tue mani su di me…- Mi staccai da lui, era sentire la sua erezione tra le natiche quello che mi mandava del tutto fuori di testa il resto ero abbastanza sicuro di poterlo sopportare senza fare strani miagolii. 
- Allora io mi dedicherò in altre faccende… sperando che tu non ti distragga troppo da farci cadere…- Tornò a lasciarmi succhiotti sul collo e qualche morso per prendermi in giro, nelle sue intenzioni avrebbero dovuto svegliarmi in caso di un nuovo intorpidimento da parte mia, non sapeva che se fossi partito nuovamente per la tangente quei morsi mi avrebbero fatto solo eccitare di più.
- Anche se mi distraessi ci penserebbe il cavallo a portarci a destinazione…-
- Cavallo intelligente… è una femmina vero?-
- E con questo cosa vorresti dire?- Lo guardai freddamente e malevolo sicuro che stesse per fare qualche battuta stupida sul mio aspetto femmineo e sul fatto che avevo un cavallo femmina. Da quando ero cresciuto ero diventato insofferente alle battute sul mio sesso e forse la morte di mia madre aveva accentuato il tutto.
- Nulla ho solo chiesto-. Mi accarezzò i capelli forse conscio del disagio che mi aveva causato la sua domanda. Mi ha sempre rilassato farmi accarezzare i capelli da lui.
- E’ un regalo di mia madre…-
- E’ superstizione popolare credere che il cavallo femmina sia meno resistente e veloce
di un purosangue… è una menzogna, ci sono esemplari che hanno prestazioni migliori, certo sono più delicate…-
- Cort?- Lo guardai stupito come se fosse andato in trance, il suo corpo si era fatto improvvisamente rigido, la sua voce totalmente atona, gli occhi privi di qualsiasi emozione e le sue mani avevano smesso di accarezzarmi.
- Sì?-
- Che mi stai facendo una lezione sui cavalli per caso?-
- No volevo solo dire che è un bellissimo esemplare femmina il tuo…-
- Grazie…-
- Prego…-
- Perché ti sei imbarazzato tanto?-
- Io non mi sono imbarazzato…-
- Appena ho nominato mia madre ti sei messo a parlare come se ad un tratto ti fossi trasformato nel Maestro…-
- Ma…-
- Non dirmi che tu sei il Maestro, sai benissimo di cosa sto parlando…-
- Non ero imbarazzato Vanny, non credo che esiste qualcosa capace di imbarazzarmi-. Su questo non avevo dubbi dopo lo spettacolo offerto all’artigiano era intuibile ma lo sentivo ancora teso e lontano come se si fosse rifugiato in un nascondiglio segreto di cui avevo ignorato l’esistenza fino a quel momento. E non mi piaceva per niente, ero convinto di conoscere ogni cosa di Cort non pensavo che ci potessero essere dei buchi neri tra di noi. 
- E allora che c’è?-
- Quando hai nominato tua madre ho sentito la collera montare per questo mi sono messo a parlare a raffica per non pensarci. Ogni volta che ci penso mi sale su la rabbia come se fosse viva e stesse ancora davanti a me a urlarmi assurde accuse e folli piani per te…-
- Mi dispiace che ti abbia fatto soffrire…- Ricordavo bene la lite furibonda di anni addietro e sapevo che da quel giorno Cort cominciò ad odiare cordialmente mia madre fino alla fine dei suoi giorni ma avevo sperato che dopo la sua morte gli fosse passata…
- Scemo sempre a preoccuparti per gli altri… la furia che mi monta dentro è per quello che ha fatto a te…- Sorrisi amaramente e appoggiai la testa sulla sua spalla. Nessuno poteva sapere cosa mi aveva fatto e lasciato mia madre, ne avrei patito le conseguenze per sempre eppure non riuscivo ad odiarla continuavo ad amarla come quando ero solo un bambino e lei era la mia regina. Situazione simile a quella con Cort…
- E’ strano come siano state le due persone che più amo al mondo ad avermi fatto soffrire di più-.
- Evidentemente ti affezioni alle persone sbagliate principessa…- Mi baciò una guancia mentre mi massaggiava le spalle con l’intenzione di trasmettermi comunque il suo affetto.
- Questo mi pare ovvio…- Mi voltai per guardarlo negli occhi poi intercettai le sue labbra e lo baciai, anch’io avevo da trasmettergli qualcosa ovvero che poteva farmi tutto il male del mondo ma non avrei mai smesso di amarlo. Il messaggio gli arrivò forte e chiaro, quando ci staccammo per riprendere fiato lo trovai sorridente con uno sguardo malizioso. 
- Ma continui a perseverare…- La sua insolenza e arroganza non faceva altro che accendermi di più… Sapeva che effetto mi faceva e di certo non era così umile da non farmelo notare. Cercai di fare finta di nulla anche perché finalmente eravamo arrivati dove volevo andare, al posto più bello che fino a quel momento avevo mai visto. In mezzo al bosco avevo scoperto un’altura con un piccolo lago dove l’erba verde era alta fino al ginocchio e gli animali si avvicinavano a bere l’acqua ignari della presenza umana. Era la natura nella sua manifestazione più magnifica. 
- Siamo arrivati, che ne dici?-
- Molto bello, luogo ideale per coppiette in amore-.
- Lo conoscevi già vero?- Lo capii subito dal suo sorrisetto sornione e poi mi aspettavo un altro tipo di espressione davanti ad un simile spettacolo e anche se Cort mi pareva piuttosto felice e allegro non era affatto stupito.
- Tutti i pistoleri lo conoscono, specialmente quelli che vogliono nascondere le loro scappatelle o magari non vogliono far sapere in giro chi sono i loro amanti…-
- Non mi dire che ci sei stato anche tu!- Il solo pensiero che potesse esserci stato con qualcuno quasi mi fece venire un attacco di panico, finora l’avevo visto scopare solo in posti squallidi ma se me lo fossi immaginato anche in un luogo di una bellezza del genere non sarei riuscito a sopportarlo. Ciò che mi dicevo a quei tempi era: lo squallore se lo prendessero pure gli altri ma quando toccherà a me Cort mi darà solo il meglio e non permetterà a nessuna puttana di sporcare il nostro futuro letto che in quel caso era quel manto di erba morbida. Alla fine mi sono beccato sia lo squallore che il meglio ma almeno non ho dovuto vivere l’esperienza di farlo in un bordello…
- Ti pare che faccio una fatica del genere per arrivare fin qui quando posso sbattermela in un comodo letto?-
- Certo che non conosci proprio il romanticismo eh?-
- Per una puttana no… come mai ti sei agitato così tanto all’idea che c’ero già stato qui?- Mi strinse forte a lui impedendomi quasi di respirare e mi parlò con le labbra appoggiate al collo provocandomi nuovi brividi per tutto il corpo.
- Lascia stare…-
- Dimmelo-. Mi baciò il collo per poi morderlo e succhiarlo, Gan se ci sa fare con le torture ed ha un dono naturale per farsi dire le cose che uno vorrebbe tenersi per sé. 
- Lo sai già quindi lasciami stare-.
- Principessa guardami negli occhi e dimmelo-. Ormai ero gelatina tra le sue braccia, mi voltai e mi persi nei suoi occhi e nella sua bocca ma avevo ancora la forza di lottare con la lingua per rendere più intenso quel bacio insperato. Dopo di che mi arresi e lo accontentai, tanto già sapeva che avevo una voglia pazzesca di fare l’amore con lui non mi cambiava molto dirgli anche come volevo che succedesse, anche se poi ciò che contava veramente era che succedesse e basta, il resto potevano anche rimanere semplici fantasie…
- Va bene… la prima volta che sono capitato qui ho subito pensato: Gan questo è un posto ideale per poter fare l’amore con lui per tutto il giorno … contento?- Non feci in tempo a finire di parlare che mi ritrovai di nuovo la sua lingua in gola, diedi un calcio nel sedere all’imbarazzo e mi limitai solo a rispondergli il più urgentemente possibile. Con un’acrobazia riuscii a girarmi stando ben attento a non fare male al mio cavallo e poi una volta davanti a Cort misi le gambe sulle sue mettendomi quasi in braccio a lui. Nella nuova posizione tornai a baciarlo riuscendo anche ad accarezzarlo ovunque intrufolando le mani sotto la sua maglietta… 
- Spogliati-. Le cose tra di noi avevano spesso rischiato di degenerare e vista la posizione in cui stavamo non mi stupii tanto il fatto che stesse degenerando anche in quel momento ma mai mi aveva detto a parole di spogliarmi…
- Cosa?-
- Non ti fare strane idee ragazzino, ti voglio far vedere io un posto veramente bello non sporcato ancora da nessuno solo che dobbiamo farci un bagno prima-.
- E dov’è?-
- Pazienza ragazzino, l’unica virtù che ti manca…- Veramente me ne mancano tante, ho la faccia da innocente ma sotto alla maschera sono più perverso di lui, non capisco come faccia a dire ancora ora che sono pieno di innocenza quando le uniche parti di me che sono state innocenti l’ha violate lui stesso. Ogni volta che glielo chiedo mi risponde che la mia innocenza non ha niente di sessuale che potrei mettermi a fare anche la puttana e non cambierei comunque il mio stato di eterno ragazzino puro e conviene con me che per quanto riguarda il sesso non ho veramente più niente di innocente e che a volta lo spavento quasi e detto da lui che è praticamente il Re del sesso è un gran bel complimento, almeno credo.
- Perché non ti spogli?- Io mi ero spogliato mentre Cort era rimasto con le mutande con nessuna intenzione di togliersele. Lo avevo capito perché stava aspettando me per buttarsi nel laghetto. Non mi aspettava per semplice cortesia ma più probabilmente si stava godendo lo spettacolo del mio spogliarello o almeno è così che mi dicevano i suoi occhi che me li sentivo bruciare addosso. 
- Sono nudo-.
- No, sei in mutande-.
- Non me le levo perché poi ti spaventerei per quanto ce l’ho grosso-. Arrossii per la sua battuta, la prima e unica volta che lo vidi nudo effettivamente pensai tutto il contrario, ricordo di essermi sentito orgoglioso di ogni centimetro del suo enorme uccello e che lo bramai tutto millimetro per millimetro solo per me… 
- Scemo, dimmi la verità-.
- E’ un’abitudine spogliarmi il meno possibile …-
- Con me potresti evitare di farlo, amo ogni singola cicatrice che ti segna il corpo, mi piaci così come sei e ti trovo terribilmente eccitante. Se fossi io il Re ti ordinerei di andare in giro nudo per tutto il tempo per il piacere dei miei occhi…-
- Sei adorabile non c’è che dire… andiamo-. Mi baciò con la lingua e poi poggiò la mano sul mio sedere, mi accompagnò sul bordo del lago e con una pacca mi diede la spinta per tuffarmi in acqua. Io ovviamente obbedii come un cagnolino fedele ad ogni suo gesto, quasi mi misi a scodinzolare per la felicità. 
- L’acqua è molto meno fredda del lago di Gilead-.
- Certo questo in confronto è una pozzanghera principessa-. 
- Mi hai fatto spogliare solo per goderti lo spettacolo o andiamo da qualche parte?- Per me saremmo potuti stare così anche per sempre ma mi aveva promesso di farmi vedere un posto veramente bello e l’unico sentimento capace di scuotermi dal torpore che ogni volta mi prendeva con Cort era la curiosità. E poi non è che mi stava dando molta attenzione sembrava piuttosto impegnato in un suo ragionamento interno… 
- Insolente. Il tuo record di apnea è di quattro minuti noi dobbiamo nuotare sott’acqua per cinque minuti circa…-
- Come facciamo?- La mia era stata una domanda retorica ma Cort come sempre mi prese sul serio e mi elenco punto per punto il suo piano che risultò alquanto interessante.
- Migliori il tuo record, nuoti più veloce del solito e se non bastasse ci sarò io ad aiutarti… fammi un gesto quando non ce la fai più. Ora prendi tutta l’aria necessaria, dobbiamo infilarci in quel buco-.
- Mi farai crepare lì dentro per liberarti di me, già lo so-.
- Mai detto che voglio liberarmi di te principessa, su vai-.
- Ci vediamo dall’altra parte allora…- Lo baciai come se fosse l’ultimo bacio di addio e lui per ripicca mi morse il labbro, non è mai stato romantico Cort se non ci fossi io il nostro rapporto si baserebbe solo sul sesso…
- Sicuramente prima… dubito che ce la farai da solo-. Già prima di tuffarmi decisi che mi sarebbe servito comunque il suo aiuto anche se non fosse stato vero mica potevo sprecare l’occasione di farmi fare la respirazione bocca a bocca da lui! Il problema comunque non si pose, non so se quel giorno migliorai il mio record o se nuotai più forte fatto sta che quasi annegai sul serio in quel maledetto buco se non ci fosse stato Cort al mio fianco a condividere un po’ della sua aria. Grazie al suo aiuto riuscii a nuotare recuperando anche la lucidità e la baldanza di prima. Infatti appena uscito dall’acqua tornai a cercare di approfittarmi della situazione come se non fosse successo nulla. E poi anche Cort se l’andava a cercava appena emerso mi si avvicinò e mi abbracciò con uno sguardo preoccupato da mamma chioccia in volta che stentava appena da farmi un controllo completo sulla mia salute fisica. 
- Tutto bene?-
- Aria…- Ci provai a fargli credere di stare soffocando ma Cort oltre che poco romantico è anche maledettamente furbo e competente quindi mi andò ovviamente male.
- Ne hai abbastanza non ci provare ragazzino-.
- Ma come diavolo hai fatto?- Mi stupii il fatto che sembrava fresco come una rosa senza neanche avere il respiro più accelerato del solito dopo una nuotata in apnea del genere.
- A fare cosa?-
- Mi hai dato l’aria che avevi nei polmoni e nonostante tutto sei emerso come se niente fosse, io sono senza fiato!-
- Per questo tu sei una schiappa e io no principessa-.
- Mai che mi rispondessi seriamente…-
- Se sono il Maestro di Gilead ci sarà un motivo tu che credi?-
- Non lo danno al più bastardo, meschino e opportunista stronzo di Gilead quel ruolo?- Avrei potuto aggiungere anche altre cose tipo bellissimo, sexy ed eccitante ma quelle erano qualità già note ad entrambi e visto che ogni volta che gliele dicevo si sentiva a disagio preferivo elencare i suoi difetti, che io ovviamente amavo come i suoi pregi.
- Anche questi sono dei requisiti necessari certo… ti piace?- Ero talmente occupato a bearmi della sua vista che ancora non mi ero guardato intorno. Cort mi aveva portato in una grotta sotterranea di una bellezza mai vista. Non ci sono parole per descriverla non le trovai allora non le trovo ora, il massimo che seppi dire furono una sfilza di frasi sconclusionate rese ancora più incomprensibili dall’emozione che provavo.
- Uahooo… è bellissimo! Non pensavo che esistessero simili colori. Riunisce la terra, la luce e l’acqua e tutte le loro combinazioni…è semplicemente stupendo-.
- Ti ci vedo bene come elemento naturale, come se fossi stato generato direttamente da qui. Sembri dargli ancora più lucentezza… sicuro che sia stata tua madre a crearti e che non sei una creatura bellissima della terra?-
- Magari lo era mia madre…- Rabbrividii un attimo al pensiero della terribile assomiglianza che avevo con mia madre temendo come sempre che la sua pazzia un giorno avrebbe avviluppato anche me ma al sicuro con Cort non volevo di certo perdermi quel momento prezioso pensando alle mie fisime mentali. Cort evidentemente se ne accorse, tornò ad abbracciarmi e a coccolarmi con una tenerezza che solo lui aveva. 
- E’ difficile tenere le mani a posto… mi verrebbe voglia di mangiarti tutto-. Mi mordicchiò il collo e io continuai a rabbrividire ma stavolta di desiderio.
- Pensavo che lo stessi già facendo…-
- Sdraiamoci così riprendi un po’ il fiato… fra un po’ farà troppo freddo per rimanere-.
- Mi viene quasi voglia di trasferirmi qui-. Mi sdraiai al suo fianco ma anche stringendomi a lui continuavo a tremare di freddo, faceva più caldo dentro l’acqua che fuori… 
- Sì certo e tremeresti di freddo per tutto il tempo… vieni qui-. Mi prese per la vita e mi portò sopra di lui per riscaldarmi meglio ma anche per baciarmi meglio visto che appena lo fece mi cacciò la lingua in gola prima che potessi permettermi una posizione comoda per entrambi. Comoda non è la parola giusta forse adatta fila di più…
- Sì… penso proprio che mi trasferirei subito se avessi una stufa calda come te… che dici ti trasferisci con me?-
- In un’altra vita sicuramente… non pensi che sia questo il posto ideale per fare l’amore?- Mi guardò malizioso e penso che non abbia mai sospettato quanto sia stato vicino a farmi perdere totalmente il controllo quella volta. Avrei voluto dirgli che il posto ideale per fare l’amore era ovunque ci fosse stato lui, il contorno ero bello sì ma di certo non essenziale…
- Il più bello visto finora… dovrai arrenderti Cort visto che solo con te posso raggiungerlo dovrai essere per forza tu a fare l’amore con me qui…-
- Chiudi quella bella bocca maliziosa che ti ritrovi ragazzino…- Ovviamente me la chiuse lui se fosse stato per me avrei continuato fino a farlo impazzire con le sole parole e non lo dico tanto per dire, ora che stiamo insieme non è raro che capita che lo faccio venire con la mia sola voce e lo stesso effetto mi fa lui… 
- Sei eccitato…- Essendo più basso di lui e stando all’altezza della sua testa l’unica cosa che potevo strusciare su di lui erano le gambe… sempre meglio di niente, non volevo di certo rinunciare ai suoi baci… 
- Smettila di strusciare la coscia…-
- Sono eccitato anch’io… Cort le tue mani sono fatte per farmi impazzire lo sai?- Mi accarezzava il sedere mentre con il respiro e il fiato mi solleticava il collo… una vera tortura erotica a cui era quasi impossibile resistere. 
- Magari fossero fatte per uno scopo così nobile principessa…-
- Tu sei fatto per me come io sono fatto per te…-
- Scendi Vanny…- Sentivo che il suo corpo era vicino al limite così me ne approfittai per estorcergli quello che volevo sapere già da tempo… perché non mi voleva?
- No, prima voglio sapere perché non vuoi farlo-.
- Sei un mio allievo-.
- Stronzate non mi avresti neanche fatto quello che mi hai fatto se fosse per questo…-
- Ti sbagli questo è uno dei due motivi e hai ragione non dovrei fare neanche quello che faccio per questo cerco di tenerti lontano-. 
- E il secondo motivo qual è?- Con il primo mi aveva già fregato, era abbastanza buono da non poter controbattere nulla, sapevo che era illegale e moralmente sbagliato frequentare un allievo, il fatto che io mi sentissi tutto tranne un allievo questo non contava almeno non per Cort. 
- Per me sarebbe semplicemente sesso-. Un altro colpo basso che cercai di mascherare. 
- E allora?-
- Non venirmi a dire allora Vanny, da quando ti conosco hai sempre parlato di voler fare l’amore e che del sesso te ne freghi. Io non ti amo ti desidero come chiunque mi porto a letto, non voglio avere la tua prima volta. Ti voglio bene, forse sei l’unico di cui mi importi non ti farei mai una cosa del genere… quindi è inutile che insisti-.
- Allora tutto questo?-
- Mi piace coccolarti e baciarti, e poi sai che solitamente tendo a ragionare con l’uccello. Non voglio sentirmi un mostro anche per averti fatto perdere la tua verginità-.
- Io ti voglio Cort, non importa se per te non sarà amore, lo sarà per me…- Cercai di convincerlo con i fatti anche se poi ero io il primo a dargli ragione. Misi una mano tra i nostri corpi e cominciai ad accarezzarlo fino a trasformare le carezze in una lenta ed energica masturbazione. 
- Togli la mano Vanny… Sei ancora giovane ti innamorerai di nuovo e sarai felice di non aver sprecato la tua prima volta…-
- Cort… sei un bastardo…-
- E’ vero, l’unica scelta giusta della mia vita è non scopare te…-
- Non mi innamorerò mai di nessun altro…-
- Non farò sesso con te ma voglio farti provare qualcosa di simile…- Mi bloccò i fianchi e mi sistemò addosso a lui, poi si mise a giocare con le mie natiche fino a quando non si ritenne soddisfatto del risultato ovvero spalancato come se mi avesse preparato per riceverlo cosa ovviamente impossibile… 
- Cosa?-
- Stai fermo…- Mi bloccò nuovamente i fianchi senza lasciarmi più andare e si mise in attesa…
- Ma che…-
- Shh… ecco così dovrebbe andare…- Qualcosa di freddo e umido riempì i mio stretto anello di carne dilatato dalle mani d Cort che mi spalancavano le cosce, lì per lì non capii cos’era mi persi solo nelle incredibili emozioni che provai a quella dolce invasione. Rabbrividii ogni volta che la situazione si ripeteva e a me sembrava che si ripetesse di continuo, mi sentivo pieno di qualcosa che non sapevo ma che era maledettamente eccitabile e per nulla doloroso… 
- Gan!... Ma cosa… ah… Cort…-
- E’ l’umidità della grotta, sono solo gocce d’acqua…- Per essere solo gocce mi avevano del tutto mandato in pappa il cervello e messo fuori controllo il mio corpo.
- Ah… è freddo…-
- Ti piace? Da come ti tendi pare proprio di sì principessa-. Mi piaceva talmente tanto da rendermi incapace di mettere in fila una frase sensata. Per esprimere tre concetti diversi usai una sola frase rendendola incomprensibile persino a me…
- E’ questo… che si prova… E’ bellissimo… Cort…- Nonostante tutto Cort mi capì, mi strinse a lui più forte e poi mise una mano a protezione del mio sedere per evitare che altre gocce entrassero in contatto con la mia fessura, protestai subito senza che nessun suono uscisse dalla mia bocca, ero ancora troppo sconvolto per riuscirci.
- Ora basta…-
- Ancora…-
- No può bastare mi sembri già abbastanza sconvolto…- Mi sorrise sadicamente sapendo bene in quali condizioni mi aveva lasciato quello che mi aveva fatto. Mi chiesi come poteva farmi una cosa del genere e poi rimanere così tranquillo, come poteva vedermi contorcere dal piacere e rimanere impassibile? Questo mi preoccupò un po’. 
- Ma come ti è venuta in mente?-
- Mi basta guardarti per avere qualsiasi fantasia perversa… Andiamo stai cominciando a tremare di freddo-. Mi tirò su insieme a lui strofinando le braccia per cercare di riscaldarmi e non farmi morire di ipotermia. Battevo i denti dal freddo mentre lui era ancora bollente, mi spiaccicai su di lui con la ferma intenzione di rimanerci per molto tempo ancora. 
- Non credo di farcela a tornare ora…- E non era solo una scusa ero veramente andato.
- Non ti preoccupare ti aiuto io, tu fai quello che puoi fare…-
- Così mi fai venire voglia di chiedere aiuto subito…- Mi avvinghiai a lui mimando il mio ipotetico affogamento e il suo repentino salvataggio con la respirazione bocca a bocca. Ma quando unii la bocca alla sua ci fu un bacio che ci tolse il fiato ad entrambi. Davvero avevo paura di affogare dopo pochi metri ero spompato prima ancora di iniziare solo a pensare di nuotare per tutto quel tragitto… 
- Non ci provare non ho fiato per tutti e due…-
- Ehi se volessi portarci qualcuno posso chiamarti per aiutarmi a portarlo fin qui?-
- Scordatelo-. Si irrigidì e mi mise il muso, non mi feci scappare l’occasione di stuzzicarlo anche se poi pensavo veramente quello che gli dissi.
- Geloso? Sicuro di non amarmi nemmeno un pochino?-
- Vai scemo prima che ti affogo…-
- Non hai negato, è già qualcosa-. Mi ritenei soddisfatto della sua non risposta che aveva un margine abbastanza ampio di ottimismo e di buone possibilità di trasformarla in una risposta affermativa, avevo intuito che Cort era soprattutto confuso e non essendo abituato ad esserlo si limitava a negare qualsiasi sentimento contrastasse la sua solita razionalità. Mi tuffai prima che Cort potesse dire o fare qualcosa e come facilmente prevedibile a metà tragitto ebbi bisogno del suo aiuto e nonostante la difficoltà del momento non potei fare a meno di volerlo baciare intensamente mentre mi stava trasferendo parte della sua aria con la bocca premuta alla mia, non lo feci solamente perché ero davvero distrutto e probabilmente sarei morto affogato. Quando uscii dall’altra parte mi ci volle qualche minuto per riportare la respirazione e il battito cardiaco ad un livello normale. Cort mi aiutò ad uscire e questa sua premura quasi mi commosse perchè sapevo che il Cort Maestro non si sarebbe mai preoccupato delle mie condizioni. Mi stesi per un attimo sull’erba con Cort vicino che mi accarezzava dolcemente i capelli per tranquillizzarmi con la sua vicinanza. Poi mi alzai e recuperai i miei vestiti.
- E’ un peccato vederti nuovamente vestito principessa, mi stavo piacevolmente abituando ad averti attorno nudo…- E pensare che mi ero rimesso solo le mutande… chissà se Cort si è mai reso conto quanto fosse assatanato ogni volta che mi aveva davanti nudo. C’è da chiedersi anche se si è mai reso conto di quanto sia assatanato io quando vedo nudo lui, come successe quella volta…
- Sei un pervertito… perché ti levi le mutande?-
- Non voglio bagnarmi i vestiti…-
- Potevi levarle prima allora…- Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e non mi importava minimamente se era chiaro quale parte del suo corpo il mio sguardo stesse fissando. C’era troppo poco tempo per osservare per provare imbarazzo o vergogna e poi Cort già sapeva quanto lo desideravo… 
- Ti sarebbe piaciuto eh? Dai andiamo…- Lo spettacolo era già finito, ero di nuovo più nudo di lui così indossai tutti i miei vestiti e montai sul cavallo sentendomi come se avessi appena perso qualcosa che mi apparteneva un’appendice del mio stesso corpo…
- Gan tu vuoi uccidermi, come pretendi che riesca a stare tranquillo con te dietro sapendo che sei senza biancheria?- Appena si mise dietro di me capii che non sarebbe stato affatto tranquillo il viaggio di ritorno; anche se non eccitato sentivo perfettamente i contorni nudi del corpo di Cort che premevano contro il mio e ovviamente il mio corpo rispondeva subito spingendosi verso di lui. Se l’andata era stata una tortura il ritorno avrebbe segnato la mia morte consenziente…
- Infatti non credo che riuscirai a stare tranquillo visto che molto probabilmente mi ecciterò a sentire il tuo bel culetto che mi sbatte addosso…- Lui che poteva mi mise una mano dentro le mutande e premendo forte mi spinse contro di lui e non soddisfatto prese ad accarezzarmi facendomi eccitare di nuovo. Poi soddisfatto del risultato tirò fuori la mano e prese a massaggiarmi a pelle gli addominali. La cosa buffa fu che lui si eccitò almeno quanto me tanto che quasi mi trovai incastrato tra le natiche la sua erezione… 
- Per uno che non ha intenzione di scoparmi sei abbastanza tirato…-
- Non ne ho intenzione ma ne ho una voglia pazzesca…-
- Non dirlo a me…- Tornammo indietro prendendoci tutto il tempo possibile, a volte ci fermammo perché era troppa la voglia di baciarci e di strusciarci e anche quando cavalcavamo non smettevamo mai di stare appiccicati come due sanguisughe. Le mani e le labbra di Cort arrivavano ovunque mentre io ero costretto a guardare avanti o almeno fare finta per non perdere troppo di vista la traiettoria che il mio cavallo molto intelligentemente aveva deciso di prendere senza nessun ordine preciso. Non ci eravamo mai assaltati cosi a vicenda con una disperazione tale e quindi non sapevamo neanche come fermarci. Io completamente stordito lasciavo che Cort mi facesse qualunque cosa e se non scopammo su quel cavallo fu solo una semplice casualità od una semplice dimenticanza. Arrivammo sani e salvi alla città solo grazie al mio cavallo e quando ci trovammo al quartiere malfamato Cort si staccò appena dal mio collo per parlarmi… 
- Gira dietro quell’angolo e ferma il cavallo…-
- Dillo al cavallo io ho smesso di ragionare nel momento stesso in cui hai cominciato ad accarezzarmi e leccarmi contemporaneamente…- Ovvero appena saliti sul cavallo… ero talmente frastornato che non mi chiesi neanche il perché della sua richiesta, infondo in quel momento mi trovavo sulla nuvoletta Cort e non me ne fregava niente di un cazzo. Il cavallo girò quasi da solo per la strada che Cort aveva indicato e poi ci pensò lui stesso a fermarlo. Quando smontò mi sembro di spaccarmi in due, una parte era ancora con Cort al caldo e al sicuro l’altra abbandonata a se stessa e infreddolita su un cavallo che come sostituto faceva abbastanza pena. 
- Scendi…- Senza aspettare che il mio corpo si mettesse in moto mi prese per la vita e mi portò giù lui dove come dall’artigiano mi sbatté alla prima parete vicina e continuammo quello che avevamo appena interrotto. Solo che fu mille volte meglio, potei baciarlo meglio, gli allacciai le gambe alla vita e lui poté toccarmi più a fondo. Mi sembrò quasi di essere tornato indietro alla notte dell’ultimo giorno passato a casa sua. Ma quando la situazione cominciò a sbollire e il mio cervello riprese a funzionare mi ritrovai nella dura e cruda realtà, io non ero niente e nessuno per Cort se non un passatempo… Arrivai a questa conclusione vedendo per la prima volta dove effettivamente eravamo… 
- Non ci credo… ti sei fatto portare al bordello proprio da me… devi scoparti una puttana? Non fai sesso con me perché mi tratteresti come una puttana ma come credi che mi senta ora?-
- Per questo non voglio avere niente a che fare con te Vanny… torna al castello-. Il suo tono sinceramente dispiaciuto per me se lo poteva mettere in quel posto in quel momento, ero talmente infuriato che come minimo volevo che si chinasse davanti a me e mi chiedesse perdono in ginocchio. Ma l’orgoglio di Cort gli lasciò esprimere solo semplice dispiacere senza neanche una punta di rimorso o di colpa come a voler dire: ‘Ehi ragazzino stavamo solo giocando, ricordi?’ Oppure: ‘Questo sono io, mi dispiace per te fratello’. Mi fece incazzare ancora di più ben sapendo che Cort mi avrebbe seguito a ruota. 
- Tu pensi di risolvere tutto così vero?-
- No, potrei risolvere tutto comportandomi come dovrei, se è questo quello che vuoi quando ci incontreremo fuori dall’orario di lezioni continuerò a comportarmi come tuo Maestro e non permetterò che ti prenda nessuna libertà. Che dici ti va bene?-
- Fottiti Cort, fottiti tutte le puttane di Gilead e lascia in pace me-. Montai sul cavallo con l’intenzione di andarmene visto che le sue parole per me non avevano alcun senso, pensavo solo al perché mi aveva fatto una cosa del genere se mi voleva così bene come aveva detto lui stesso. In genere non si fa soffrire chi si vuole bene, o almeno si cerca di non farlo ma Cort non sapeva assolutamente come ci si comportava con gli altri, fino a quel momento aveva vissuto solo per se stesso ed era cresciuto con la mentalità “pensa a te stesso e alla tua pelle”, gli altri non contano nulla. Io per lui ero un piacere come lo erano le puttane di quel bordello e non capiva perché dovesse fare una scelta quando lui stava semplicemente vivendo la vita come gli avevano insegnato di fare i suoi maestri. 
- Se è questo quello che vuoi, non pensare però che quando hai voglia di giocare puoi tornare da me …- Riscesi dal cavallo e per la prima volta mi permisi di offenderlo davvero, gli misi anche le mani addosso stracciandogli in parte la maglia che indossava.
- Pezzo di idiota! Io ho sempre fatto sul serio a differenza di te! Basta rinuncio! Di tutte le persone al mondo proprio del più deficiente mi dovevo innamorare! Non verrò più da te in cerca di qualcosa che in te non esiste nemmeno e tu non dovrai più permetterti di avvicinarti a me, altrimenti vado dal Re inventandomi che mi hai molestato. Ti rovino la vita come tu stai rovinando la mia!- Non avevo nessuna intenzione di farlo ma sapevo che facendo una simile minaccia Cort si sarebbe allontanato per sempre da me, era la stessa che gli aveva fatto mia madre e lui non l’aveva perdonata neanche da morta. Io volevo solo starmene in pace e dimenticarmi di lui e se ci fossimo odiati magari sarebbe stato tutto più semplice o semplicemente mi stavo solo illudendo che lo fosse.
- Vanny stammi lontano… se ci tieni alla vita stammi il più lontano possibile…-
- Lo stesso vale per te Cort-. Ordinai al cavallo di portarmi lontano da lì e me ne andai ma non resistetti alla tentazione di voltarmi indietro per vedere Cort entrare nel bordello. In realtà dopo venni a sapere che non era andato lì in cerca di compagnia ma per questioni di affari infatti il bordello oltre ad essere il paradiso del sesso a pagamento era anche una bettola dove incontrarsi fra amici o per concludere appunto affari di ogni genere. Rimane il fatto che quel giorno tagliammo ogni tipo di rapporto se almeno prima mi puniva come suo Maestro ora Cort mi ignorava totalmente. Un giorno provai a presentarmi ad una sua lezione con un’ora di ritardo e lui mi guardò appena prima di girarsi e continuare a fare quello che stava facendo, ormai per lui non ero altro che un cadavere che camminava. Sembrava che riuscisse con tutta la facilità possibile ad ignorarmi mentre io mi stavo praticamente uccidendo per non andare da lui e mettermi in ginocchio e pregarlo di perdonarmi, anche se poi non avevo nulla da farmi perdonare. La lontananza non servì a nulla, il sentimento che provavo per lui non si placò e il bisogno di lui si era addirittura moltiplicato. Mi aveva fatto scoprire troppe cose per riuscire a rinunciarci, Cort era il mio Maestro di vita e senza di lui mi sembrava che la mia crescita interna si fosse bloccata in attesa del suo ritorno. Solo con lui sarei riuscito a diventare l’uomo che volevo, l’uomo degno di stargli vicino come suo compagno; senza di lui ritornavo ad essere il ragazzino insicuro di un tempo che veniva sì accoccolato ma non amato come avrebbe voluto. Diventare un uomo per me era possibile solo se si era in due a percorrere insieme la via difficile della crescita e io come mio compagno di viaggio avevo scelto Cort, senza di lui ero completamento perso e disorientato come se stessi regredendo invece di andare avanti. Il fatto che lo avessi allontanato io non rendeva le cose migliori, presente o meno Cort continuava a farmi soffrire quindi mi chiesi l’utilità di una simile scelta da parte mia. L’utilità era sempre la stessa: non volevo diventare la sua puttana e da come stavano andando le cose stavo cominciando a sentirmi tale. Lo volevo ma lo tenevo distante, mi voleva ma mi teneva distante, così non saremmo andati da nessuna parte e lo sapevamo entrambi, quindi era ovvio che la situazione si sarebbe dovuta sbloccare prima o poi… e non avvenne così tardi…

Continua…