Ciò che davvero conta

di Unmei



 

Note: il 29 novembre è il compleanno del mio amato venerabile Sanzo ^__^, e questa fic è in suo onore!

 

 

"Non ci posso credere. Non è possibile. Questo…… questo segna senza dubbio la fine della mia carriera di giocatore professionista! Non posso continuare come se nulla fosse, il pensiero di ciò che è accaduto oggi non mi lascerebbe in pace!"

 

 "Avanti Gojyo, non prenderla così male! Una sconfitta a poker non è mica la fine del mondo."

 "Certo, quando proviene da te sono abituato….. ma farmi battere dalla scimmia! No….. non lo ammetto! Che ne sarà del mio onore?"

 "Sarà stata la fortuna del principiante: una sola mano e via, e gli è andata bene."

"Sigh….. non avrei dovuto accettare. Se avessimo continuato ancora un po' sarei riuscito a recuperare i miei soldi."

"Ma non pensi che sarebbe stato un peccato?"

"Un peccato?! Senti, ma da che parte stai?"

"Voglio dire….. Goku era così contento. Io credo che quei soldi gli servano per qualcosa di speciale, altrimenti non gli sarebbe mai venuto in mente di farsi una giocata con te. E ricorda che non avendo denaro da scommettere aveva promesso di cederti nientemeno che la sua parte di cena, in caso di sconfitta."

 "Questo in effetti è considerevole, - ammise Gojyo, pensieroso – anzi, l’idea della scimmia che salta un pasto è qualcosa che mette i brividi.”

 

Hakkai sorrise, togliendosi il monocolo e poggiandolo sul comodino; prese ad accarezzare Hakuryu, che sonnecchiava acciambellato sul suo letto.

 

 “Goku non si preoccupa mai dei soldi; Sanzo gli compra tutto ciò di cui ha bisogno, e a parte il cibo sai bene che non è per nulla capriccioso.”

 “….. ma certo! – saltò su Gojyo, improvvisamente – Quel bonzaccio corrotto! Ormai siamo a fine novembre e tra pochissimo sarà il suo compleanno. La scimmia vorrà comprargli un regalo, per questo gli serve del denaro!”

 “Hai ragione! Ora che ci penso…..gli anni scorsi gli ha sempre fatto regali realizzati con le sue stesse mani, però…..”

 “Però questa volta siamo in viaggio e quindi non ne ha la possibilità…..Così alla fine quel senza Buddha avrà un regalo comprato con i *miei* soldi.”

Si lamentò il rosso, e Hakkai capì  che l’amico non era più dispiaciuto per la perdita, e che forse in fondo non lo era mai stato.

Non si poteva esserlo: Goku era stato così incredulo e contento di avere vinto che solo a vedere il suo ampio sorriso si provava simpatia per lui. Certo, avrebbe potuto risparmiarsi la danza di vittoria attorno al tavolo, ma gliela si poteva perdonare considerando che era la prima volta che si aggiudicava una somma discreta giocando d'azzardo.

 

 "Sono proprio curioso di vedere che cosa gli comprerà; fare regali a Sanzo non è semplice."

 "Hakkai, ma che dici! Un paio di pinte di sakè e quello è contento."

 "Non credo che Goku penserà al sakè….. anche perché di solito glielo prendi tu…..e lo aiuti pure a finirlo."

 "Insinui forse che io faccia regali interessati?"

 "L'hai detto tu e non io."

Rispose innocentemente Hakkai.

 

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Il giorno dopo, ventotto novembre, verso ora di pranzo, Goku fece rientro bungalow che avevano affittato.

 

***

 

La giornata era già invernale ma il cielo era sereno, sgombro da nubi, e l'aria frizzante gli aveva messo fame….. tanto per cambiare.

 Quella mattina era uscito presto, con lo scopo di cercare un regalo per Sanzo, e non era stata impresa facile; il bonzo non dava mai alcun indizio di cosa desiderasse, nessuno spunto, niente di niente. Anche quando aveva tentato di capire cosa potesse gradire, provando a girare intorno al discorso durante qualche chiacchierata, non aveva ottenuto risultati….. era stato persino sul punto chiedergli direttamente cosa avrebbe voluto in dono, ma s'era trattenuto: un regalo doveva essere una sorpresa, altrimenti non aveva senso.

Indovinare e precedere i desideri di qualcuno, vedere l'espressione mentre la persona scartava il pacchetto e capire di averla resa contenta: lì stava tutta la bellezza del donare.

Già, però con Sanzo tutto ciò era molto difficile, e ogni anno si scervellava per trovare un'idea in grado di stupirlo o compiacerlo….. qualcosa che gli facesse capire quanto ci tenesse a lui.

 

Aveva così gironzolato per ore, vagliando e scartando un'idea dopo l'altra, a volte perché riteneva la scelta banale, altre semplicemente perché l'oggetto prescelto, che magari sembrava perfetto, superava le sue finanze.

 Si era pentito di non essersi messo a cercare prima un dono, ma d'altra parte non è che avesse avuto molta scelta: erano sempre in viaggio, attraverso boschi, deserti e montagne….. spesso sostavano in villaggi che offrivano ben poco, giusto una locanda in cui soggiornare e un paio di empori polverosi.

La città in cui si trovavano era invece piuttosto grande, ricca di negozi….. era lui che non sapeva dove sbattere la testa.

Poi era capitato davanti ad una piccola bottega, ed era rimasto a lungo a guardare la vetrina; infine si era risolto ad entrare, incuriosito e speranzoso di aver trovato la soluzione.

Ne era uscito poco tempo dopo, raggiante, stringendo a sé un sacchetto bianco, con dentro il dono finalmente scelto e la carta colorata per confezionarlo lui stesso.

 

***

 

Come entrò nella casetta fu accolto da un buon profumo di carne arrosto e salsa al sesamo, tanto che sentì chiaramente la salivazione aumentare e lo stomaco contrarsi d'impazienza.

 

"Che bello, si mangia!"

Esclamò, fiondandosi in cucina per spiare tra le pentole, sperando di riuscire a strappare qualche assaggio prima dell’inizio del pasto….. tanto Hakkai gli permetteva sempre di spiluccare, sapendo che non c’era pericolo che si rovinasse l’appetito.

Con disappunto, però, ai fornelli trovò Gojyo.

Il pervertito di un kappa stava usurpando il regno di Hakkai! Goku gli puntò contro un indice tremante di sdegno.

 

 “Cosa ci fai qui?”

 

 “Controllo che il pranzo non bruci mentre Hakkai è fuori, non si vede? – il rosso guardò ispirato la pietanza ormai quasi pronta – Uhm….. magari se mi ci mettessi potrei diventare anche io un bravo cuoco. Per esempio credo non sarebbe male se ora aggiungessi un po’ di mirin…..”

 

Allungò una mano verso la bottiglia, ma Goku gli saltò addosso, bloccandolo.

 

 “Non osare, sai! Lo rovineresti di sicuro!”

 “Ma come ti permetti? “

 “Nemmeno io mi azzarderei mangiare qualcosa cucinato da te!”

 “Ma tu vuoi prenderle, stupida scimmia!”

 

 

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Hakkai si era allontanato per dieci minuti, non di più….. il tempo di andare a raccogliere della salvia che aveva visto crescere ai margini di un muretto poco distante: le foglie di tale pianta impanate e fritte erano ottime, come antipasto.

Dieci minuti…..

….. non è che possa accadere un granché, in dieci minuti…..

Ingenuamente, aveva dimenticato chi fossero i suoi amici.

Quando entrò in cucina, Goku e Gojyo si fronteggiavano battaglieri su un pavimento innevato di farina, e cosparso di uova infrante e verdure spiaccicate, di cui i due avevano traccia anche sui vestiti.

 

Hakkai si schiarì la voce, strappando i contendenti al loro fissarsi in cagnesco, ed innescando una sequela di spiegazioni.

 

 “Quel kappa voleva rovinare il tuo arrosto!”

 “La stupida scimmia mi ha offeso!”

 "Se tu non avessi minacciato il pranzo….."

 "Se tu non avessi insinuato….."

 

Hakkai chinò il viso, coprendosi la fronte con la mano:

 

 "Non posso girare gli occhi un momento…..nemmeno la mia classe di ragazzini era così! E quando Sanzo vedrà questo disastro….."

 

 "Non dirà nulla - concluse Gojyo - Primo, perché tanto non è casa sua. Secondo, perché in ogni caso lui non alzerà un dito per pulire."

 

 "Nemmeno io, se è per questo."

Rispose affabilmente l'altro, implicando un cordiale 'perché sarete voi due a farlo'. Gojyo intese la velata minaccia e preferì non ribattere, ma Goku si avvicinò sorridente ed ignaro all'amico.

 In realtà la scimmietta non correva alcun rischio: in fondo, anche con tutta la buona volontà, Hakkai non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi con lui.

 

 "Sai - sorrise - ho trovato un bel regalo per Sanzo! Sono sicuro che gli piacerà!"

 

 "Immaginavo che stamattina fossi uscito così presto per sceglierlo. Ed allora, che gli hai comprato?"

 

 "Oh, una cosa bellissima! Ora ti faccio vedere!"

 

Goku fece per tirare fuori l'oggetto, ma sentì dei passi avvicinarsi, leggeri e conosciuti, e riuscì a fermarsi prima che Sanzo superasse la soglia.

Il biondo non ebbe particolari reazioni, vedendo il disastro in cui versava la cucina, ne badò all’espressione vagamente imbarazzata, da 'quasi colto sul fatto' di Goku; in verità non sembrava particolarmente di buon umore, nemmeno per i suoi parametri. Aveva la faccia di uno che si era appena svegliato, e che per di più aveva dormito male.

 

Prese una lattina di birra, il giornale, e voltò le spalle tornando sui propri passi per nulla interessato ad iniziare una conversazione, ma Hakkai lo fece per lui.

 

 "Sanzo, domani è il tuo compleanno; che ti piacerebbe mangiare? Voglio preparare qualcosa di speciale per il festeggiato, quindi scegli pure quello - "

 

 "Lascia stare - lo interruppe - non voglio niente. Anzi, gradirei che non menzionaste ancora il mio compleanno. Domani sarà un giorno esattamente come gli altri, evitate di uscirvene con auguri o stupidaggini del genere."

 

Fece per andarsene, chiudendo il discorso, ma Gojyo sembrò non essere del pensiero di accettare pacificamente i suoi capricci.

 

 "Ehi, ma ti pare il modo di comportarti? Potresti mostrare almeno un po' di gratitudine, Hakkai stava solo tentando di essere gentile!"

 

Sanzo si fermò e si voltò brevemente di profilo, sentenziando seccatamente.

 

 "Nessuno glielo ha chiesto. E già che ci siamo, domani ci rimetteremo in viaggio." 

 

Prese immediatamente la porta, chiudendosela seccamente alle spalle in modo da tagliere gli insulti che Gojyo gli indirizzò, e che furono udibili anche attraverso di essa.

L'atmosfera allegra si era piuttosto guastata, e ai due ragazzi più grandi non sfuggì che Goku fosse un po' impallidito, e che fissasse con faccia intristita il suo regalo.

 

 "Non ci badare, - tentò Hakkai - vedrai che domani gli sarà già passata….. nemmeno lui sarebbe così freddo da rifiutare un dono offerto con il cuore."

 

Il ragazzo sorrise a quelle parole d'incoraggiamento; le apprezzò ma non vi credette.

 

 "No….. dopo tanti anni so distinguere quando l'arrabbiatura gli sbollirà in fretta e quando invece si tratta di qualcosa di più duro a passargli. Stavolta ho l'impressione che non sarà una faccenda veloce….. e quel che è peggio, non riesco a immaginare perché sia tanto irritato."

 

"Davvero? - domandò Gojyo con aria complice, cingendogli le spalle con un braccio - Secondo me è in crisi proprio per via del compleanno: ha paura di invecchiare perché teme che la sua bella faccia si riempia di rughe, hai capito?"

 

Goku sapeva che la battuta aveva lo scopo di sollevargli il morale, ma essa raggiunse solo parzialmente lo scopo: era contento che i suoi amici si dimostrassero premurosi nei suoi confronti, ma ciò non bastava a fargli dimenticare che il giorno lui desiderava fosse una festa si era trasformato repentinamente in occasione di rimpianto.

Il ragazzo strinse tra le mani la busta che conteneva il dono: avrebbe sempre potuto darglielo in un altro momento, e sarebbe andato bene lo stesso….. l'ultima cosa che voleva era andare contro il volere di Sanzo.

 

 "Non importa! - esclamò - Ora vado a metterlo nel mio zaino, e poi aspetterò, anche il prossimo anno, se necessario."

 

 

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Sanzo sedette al davanzale della finestra, aprendo la lattina e scorrendo la prima pagina del giornale.

 

Il suo compleanno….. bah!

 

Non aveva voglia di pensarci: i compleanni erano occasione per tirare le somme della propria vita, tracciare il bilancio degli obiettivi raggiunti, e porsene di nuovi, ed erano tutte cose che lui non aveva voglia di fare.

Non in quel periodo, per lo meno.

Il fatto era che….. che non gli sembrava d'aver raggiunto molto, ed il tempo pareva scorrere sempre più in fretta. Ogni singolo giorno, sia trascorso nella noia sia in mezzo ai combattimenti, giungeva al termine quasi senza che lui se ne accorgesse.

 E così cresceva e si consolidava uno strano senso di disagio, insoddisfazione….. e se quasi sempre riusciva ad ignorarlo, talvolta esso si prendeva la rivincita facendosi sentire con tutto il suo peso.

Il suo compleanno….. avrebbe voluto trascorrerlo in un sonno profondo post-sbronza….. una di quelle dormite in cui affondi nell'oblio più scuro come un sasso in uno stagno, in cui ti svegli anchilosato per essere rimasto immobile come un cadavere, buttato di traverso sul letto.

 

Compleanno.

Un tempo, da bambino, c'erano stati due soli uomini a festeggiarlo; con discrezione, per rispettare la sua riservatezza, e con sincero affetto: il suo maestro e Shuei. Non che fosse sicura, la data della sua nascita, ma Komyo Sanzo aveva detto di sapere per certo che il suo compleanno era il 29 novembre….. che lo sentiva.

 E lui non l'aveva mai messo in dubbio, anzi: era convinto che un giorno pungente di tardo autunno gli si addicesse….. Con il suo carattere non poteva certo esser nato in primavera o nel mezzo dell'estate.

 

Dopo aver perso quelle persone per anni non aveva festeggiato più nulla, e nemmeno lo aveva desiderato: non aveva senso farlo….. a nessuno interessava, tanto meno a lui. C'erano ben altri pensieri che gli ronzavano in testa, a quei tempi, e nemmeno uno di essi era lieto.

 

Poi una scimmia aveva scoperto la sua data di nascita, e aveva deciso che era un giorno speciale.

Non sapeva come l'avesse conosciuta, se fosse andato a chiederla all'anziano del tempio o se avesse ficcato il naso fra le sue carte, e lui non glielo aveva mai domandato perché preferiva non sentire una risposta che avrebbe potuto farlo arrabbiare.

Fatto sta che da quella volta aveva riavuto indietro il suo compleanno, anche se in una forma un po' diversa da come lo ricordava….. una forma più colorata, rumorosa, ogni volta imprevedibile.

Quasi non voleva ammetterlo, ma in quelle fredde mattine di novembre, quando era Goku a correre a svegliarlo, con grida di buon augurio e una colazione rubata nelle cucine, era come se s'intrufolasse nella sua stanza, e in lui, qualche zefiro di primavera. Ed era giunto ad aspettarlo, quel giorno fatidico, per farsi scaldare il cuore.

Ma quell'anno era diverso.

Forse era il fatto di essere in viaggio, lontano da casa e senza alcuna certezza d'essere ancora vivo domani, o il giorno dopo ancora, o dopo una settimana.

E se fosse morto presto, che utilità avrebbe avuto la sua vita?

Che scopo?

 

Non sapeva di preciso quali fossero le sue speranze per il futuro, i suoi desideri….. ancora non aveva deciso cos'era importante, se la sua vita gli piacesse, o se andasse avanti giorno dopo giorno semplicemente perché aveva un cuore che batteva, e polmoni che incameravano ossigeno.

No, davvero non se la sentiva di ammettere che un altro anno era passato senza che lui fosse riuscito a trovare il giusto sentiero. Certo, la ricorrenza sarebbe scoccata anche senza gli auguri dei suoi compagni, ma se loro avessero taciuto almeno poteva far finta scordarsene. Rimettersi in viaggio così bruscamente era un buon modo di distrarsi, e se fosse riuscito a non pensarci il suo umore sarebbe migliorato….. e tutti ne avrebbero giovato, senza dubbio.

In fondo sì…..gli dispiaceva d'aver avuto un atteggiamento tanto aggressivo, ma era da escludere l'idea di scusarsi o di spiegare le proprie ragioni.

Dopotutto potevano anche arrivarci da soli, no? Hakkai e Gojyo erano grandi abbastanza per capirlo.

Loro sì, però…..

.…. l'espressione desolata di Goku, che probabilmente aspettava quella ricorrenza sin dall'anno precedente…..

…..Al massimo poteva….. poteva essere un po’ gentile con la scimmia, il giorno dopo.

 

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Goku percorreva a passo svelto la via centrale del paese stringendo al petto il sacchetto contenente le provviste che Sanzo lo aveva spedito a comprare all'ultimo minuto, poco prima di ripartire.

 

<<E vedi di spicciarti, o dovrai correrci dietro per raggiungerci: non ho intenzione di attendere a lungo.>>

 

…..uffa, però.

 

Va bene che in tanti anni aveva fatto il callo a quel brutto carattere, però certe volte si sentiva un po' arrabbiato con Sanzo.

Era di cattivo umore, d'accordo…..ma era il caso di dire così?

Avrebbe voluto provare a non farsi vivo, per vedere se davvero Sanzo avrebbe avuto il coraggio di ripartire senza di lui.

Su due piedi l'idea gli sembrò magnifica, geniale: poteva trovarsi un posticino tranquillo e mettersi ad aspettare, magari sgranocchiando qualcosa, che i suoi amici…… o meglio, che *Sanzo* lo andasse a cercare, preoccupato.

Non aveva ancora finito ci compiacersi con se stesso per quella trovata che fu gelato da un pensiero orribile: e se Sanzo sul serio se ne fosse andato, lasciandolo lì?

Che avrebbe significato, il realizzarsi di un'ipotesi del genere?

Che al bonzo non importava nulla di lui?

Proprio non ci teneva a scoprirlo….. se anche fosse stato così era meglio vivere nella beata ignoranza e continuare a credere che Sanzo almeno un po' gli fosse affezionato. Perché, in caso contrario….. in caso contrario la sua amarezza sarebbe stata troppo grande da sostenere.

 

[Se almeno mi volesse bene la metà di quello che gliene voglio io. Ma neanche la metà….. mi basterebbe!]

 

Ah, chissà se le cose sarebbero andate avanti così per tutta la vita, tra dubbi e silenzi incomprensibili. C'era un modo per farle cambiare? Forse, ma aveva la sensazione di dover essere lui a trovarlo.

Doveva tentare, inventarsi qualcosa…..

 

[E pensare che potremmo essere tutti seduti a tavola a divertirci, bevendo e mangiando, e invece sono qui a starci male!]

 

Pensò sconsolatamente, calciando un sassolino che gli era capitato tra i piedi.

Aveva ormai l'intenzione di tornare subito dai suoi amici, lasciando perdere ogni tentativo di provocare una reazione in Sanzo, quando i suoi sensi furono distratti da un profumo incantevole, speziato e piuttosto dolce, con un fondo di rose.

Non era cibo….. si trattava senza dubbio di incenso, anche se di un tipo che non aveva mai sentito bruciare a Chou 'An.

Seguì la traccia ed arrivò alla soglia di un piccolo santuario, decorato con smalti dai colori vivaci, con ghirlande di fiori e argentine campanelle appese sopra l'entrata.

Era passato altre volte davanti a quel luogo ma non ci aveva mai badato molto….. ora però aveva voglia di entrarci. Forse perché sprigionava un grande senso di quiete e felicità, ciò di cui lui aveva bisogno….. una decina di minuti poteva prenderseli, magari il ritorno lo avrebbe fatto di scorsa per recuperare il tempo perso.

 

Per terra tappeti soffici, stoffe dai colori caldi erano morbidamente drappeggiate alle pareti; i coni d'incenso bruciavano su piattini dorati e fiori, frutti, statuette ed altre offerte erano posti davanti ad un grande e variopinto dipinto ornato d'oro, raffigurante una donna.

Ella non pareva un essere umano. Era bella, sorrideva dolcemente e sedendo nella posizione del  loto, e possedeva sette occhi: oltre i due canonici ne aveva altri sui palmi delle mani e dei piedi, e uno in mezzo alla fronte.

Goku si mise a guardarla, cercando di capire chi fosse quella persona, ma la sua vista non risvegliava in lui alcun ricordo.

 

 "Senta, mi scusi - chiese, rivolgendosi ad un uomo poco distante da lui, che si era appena rialzato dopo aver terminato le preghiere - Chi è questa signora?"

 

il tale, un monaco novizio, guardò Goku come se fosse stupito della domanda.

 

 "Non conosci Tara?"

 

 "Mhhh…..credo proprio di no."

 

 "Lei è il Bodhisattva dei miracoli e dell'infinita compassione. La madre amorevole che libera da tutte le paure e ci protegge dai pericoli; i suoi occhi servono a vedere ogni sofferenza che c'è al mondo, e poter aiutare chi le chiede aiuto. Vuoi rivolgerle una preghiera?"

 

"Veramente io….. non è che abbia molte paure…..e Sanzo dice che non è certo pregando che ci si può mettere al sicuro."

 

"Sanzo? Tu conosci un Sanzo?"

 

Goku si morse la lingua: Sanzo era stato ben attento a non farsi riconoscere per il suo rango, e non era il caso di farlo scoprire all'ultimo minuto. Se quell'uomo avesse scoperto che uno dei custodi dei sacri sutra soggiornava in città forse sarebbe stato anche capace di corrergli dietro….. e visto che il bonzo era già di cattivo umore era meglio evitargli un simile incitamento alla violenza.

 

"Aaaahh…..una volta ne ho visto uno, ecco. Ma molto lontano da qui, sì."

 

"Capisco. Però sei entrato qui ….. ed io credo che nulla di ciò che facciamo avvenga per caso. Forse in fondo hai bisogno dell'aiuto di Tara, ma nemmeno tu lo sai. Io devo riordinare il suo altare ora…..dammi una mano, facendo sì che questo sia la tua offerta. Io intanto ti parlerò di lei e potrai decidere se davvero non hai bisogno del suo aiuto."

 

 A Goku piaceva ascoltare nuove storie….. però Sanzo e gli altri lo stavano aspettando….. e il biondo gli aveva anche detto di fare alla svelta.

 Eh già…..

Ma forse era giusto che almeno per una volta Sanzo attendesse un pochino, che fretta c’era?….. e poi non ci sarebbe voluto molto…..

 

La scimmietta posò la spesa, mentre il giovane bonzo cominciava a raccontare di un dio e delle sue due mogli…..

 

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 "Maledizione….. quando torna mi sente!"

 

Sanzo terminò la sigaretta con un ultima boccata, e gettò il mozzicone fuori dalla macchina.

Il moccioso era in ritardo….. e sì che gli sembrava d'essere stato chiaro. Non occorrevano più di trenta minuti per andare al negozio, comprare le quattro cose che aveva chiesto e tornare indietro. Ed invece la peste mancava da quasi due ore…..

 Avrebbero aspettato ancora dieci minuti e poi via, sarebbero partiti  con o senza Goku; quella era la sesta e ultima volta che se lo prometteva.

 Per fortuna, prima che il bonzo uscisse definitivamente dai gangheri, un ragazzo arrivò trafelato, balzando poi agilmente sulla jeep e consegnando la spesa a Gojyo.

Aveva il fiato un po' corto ma prima che potesse recuperarlo un grosso ventaglio calò impietoso sulla sua testa.

 

 “Hai perso tempo a guardare le vetrine delle rosticcerie, razza di scimmia?”

 

Tutti si aspettarono accese proteste, lamentele e piagnucolii, ma Goku tacque; si massaggiò la testa, si sedette e rimase a fissare a terra senza dire nulla.

I tre compagni si guardarono allibiti, increduli davanti a quell’atteggiamento docile.

 

Gojyo si sporse a guardarlo bene in faccia.

 

 “Dì, hai combinato qualcosa di grave ed ora stai tentando di non innervosire ancora di più il signor grilletto facile?”

 

Goku si rannicchiò in un angolo del sedile, scosse velocemente la testa, senza rispondere a parole.

 

 “Ma stai bene?”

 

Domandò preoccupato Hakkai, ed un’altra volta Goku rispose con un cenno: affermativo, ma di nuovo muto.

 

 “E lasciatelo perdere; se non bercia almeno potrò starmene tranquillo.”

 

 

************

 

Perfetto, davvero….. Il giorno prima si era ripromesso di usare un po’ di cortesia verso Goku e lo aveva investito come al solito alla prima occasione. Probabilmente ormai si trattava di un comportamento automatico!

Pazienza; la giornata era appena iniziata, faceva ancora in tempo a mantenere il proposito; doveva cercare di essere sereno e tollerante, la cosa avrebbe anche fatto bene al suo karma bistrattato.

Quindi….. come iniziare?

 

[Quando lui e Gojyo cominceranno a fare gli idioti, li lascerò stare. Non urlerò, non lo insulterò, non sparerò. Non lo rimprovererò se parlerà con la bocca piena. E per tutto il giorno non lo chiamerò ‘stupido’. Posso riuscirci, basterà un po' di autocontrollo.]

 

Decisissimo a comportarsi per una volta, se non come un vero bonzo, almeno come una persona priva di manie omicide, Sanzo si rilassò contro la schienale, soddisfatto.

 

Ma il destino è beffardo e, per una volta che aveva deciso di usare gentilezza nei confronti della scimmia, le circostanze operarono contro di lui.

Il sole pallido si fece alto nel cielo e i chilometri si susseguirono uno dopo l'altro, nella placidità assoluta.

 

Niente litigi.

Niente lamentele.

Nemmeno un ‘Saaaanzooo, ho faaaame!!!”

 

Il bonzo si voltò a guardare il silenzioso passeggero; il ragazzo era seduto, con i gomiti poggiati sulle ginocchia, a fissare per terra, indifferente anche agli scossoni della jeep.

 

 “Goku, tutto bene?”

 

L’altro non alzò nemmeno gli occhi.

 

 “Goku, mi hai sentito?”

 

Fece un rapido e distratto cenno positivo con la testa, ma non lo guardò. Sanzo lo fissò, mezzo sconcertato e mezzo irritato.

Ma che cosa…..

Lo stava forse ignorando?

Aveva solo da provarci e si sarebbe ritrovato a scansare i proiet –

 

Un momento, si ricordò; aveva promesso di non perdere la pazienza con Goku.

Sanzo spostò il suo sguardo sospettoso su Gojyo, che si stava appisolando sul sedile.

 

 “Ehi, tu! Che cosa gli hai fatto?”

 

Il kappa sussultò e lo guardò stranito.

 

 “Che vuoi dire?”

 

 “Guardalo! Ti sembra forse che si stia comportando normalmente? Ha qualcosa che non va e può essere solo colpa tua!”

 

 “Senti, bonzo mal riuscito! Qui l’unico che può aver causato qualche trauma alla scimmia sei tu!”

 

***TWACK!!!***

 

 “Ahia! Dannato, ma che motivo avevi per farlo?”

 

 “Con te un motivo c’è sempre!”

 

 “Guarda che solo perché sei vecchio non vuol dire che devi essere per forza acido!”

 

***TWACK!!!***

 

“Vecchio!”

 

***TWACK!!!***

 

“Vecchio-vecchio-vecchio!!!”

 

***TWACK TWACK TWACK!!!***

 

Incurante della rissa appena dietro di lui, Hakkai continuò a guidare tranquillamente, e Goku non diede cenno di provare interessamento in essa: in silenzio col mento tra le mani continuò a rimuginare pensieri noti a lui soltanto.

 

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 [Questa è l’occasione per essere gentili con lui. Durante il viaggio è stato tranquillo, ma davanti al cibo è impossibile che si trattenga.]

 

Mentre preparavano il bivacco dove poter pranzare Sanzo faceva i suoi progetti: il riuscire a mostrarsi paziente con Goku aveva ormai preso una valenza di scommessa con se stesso.

Il bonzo diede un'occhiata alle pietanze che Hakkai stava preparando; nonostante tutto non aveva rinunciato a cucinare qualcosa di buono, seppure semplice, visto che un paio di fornelli da campo non offrivano grande comodità. C'erano, quasi pronti, oyako donburi e jagaimo manju (ma quello doveva averlo preparato già il giorno prima..…ci voleva troppo tempo!), ed il profumo era ottimo….. la scimmia avrebbe dovuto gironzolare lì intorno chiedendo incessantemente quanto mancava alla messa in tavola.

Avrebbe dovuto.

Invece Goku era ancora al suo posto in macchina, sempre pensieroso; a braccia conserte e con la testa rovesciata guardava il cielo bianco. Sembrava serio e concentrato, molto più di quanto l'avesse mai visto….. e poi così silenzioso. E quel ragazzo non si riduceva al silenzio nemmeno con la raucedine.

A cosa fossero rivolti i suoi pensieri, però era impossibile dirlo, e a Sanzo non sembrava che fosse accaduto qualcosa di insolito negli ultimi giorni.

A meno che….. non ce l'avesse con lui per il mancato festeggiamento.

Il bonzo gli si avvicinò, appoggiandosi allo sportello dell'auto.

 

 "È quasi pronto, vieni."

 

Disse laconicamente; attese che il ragazzo si alzasse, o per meglio dire, si buttasse smanioso giù dalla macchina….. ma inutilmente. Quando si voltò a guardare lo vide ancora seduto con il volto verso il cielo, stavolta ad occhi strettamente chiusi.

 

 "Mi hai sentito?"

 

Inutile. Dove diavolo aveva la testa quella scimmia? E come si permetteva di non rispondergli?

Sanzo lo afferrò per un braccio, dandogli uno scossone.

 

 "Smettila di perdere tempo e vieni a mang -"

 

Ma non riuscì a terminare la frase: Goku, come scottato, si divincolò da lui e lo guardò con autentico sgomento.

Nell'istante in cui i loro occhi si incrociarono Sanzo cercò di leggere in quelli dorati il motivo di un simile, strano comportamento; una qualsiasi risposta, un indizio, un aiuto.

Non fece in tempo, perché il ragazzo fuggì letteralmente, correndo via e sparendo tra gli alberi che circondavano la radura, lasciando dietro di sé Sanzo incredulo e sbalordito come non mai.

 

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Il rimanenti del gruppo, dopo aver aspettato per quasi un’ora il ritorno di Goku, si decisero a pranzare, anche se era strano farlo senza la scimmietta.

Hakkai e Gojyo mangiavano lentamente, lanciando di tanto in tanto occhiate al posto vuoto, poi al bosco, poi ancora a Sanzo, ed il loro muto discorso era ben  chiaro.

Il bonzo, da parte sua, non dava segno di sentire la mancanza dell’assente, o di provare preoccupazione; mangiava tranquillo ed in silenzio come se nemmeno gli altri suoi compagni fossero presenti.

La giornata sembrava andare di male in peggio, ma forse era possibile recuperarla un po’, se non altro alleggerendo la tensione che sembrava essersi creata tra Sanzo e Goku…..

Hakkai tentò con tutto l'ottimismo di cui era capace.

 

 "Goku è solo un po' deluso perché sperava di poter festeggiare il tuo compleanno….. ti aveva anche comprato un regalo, sai? Ci teneva…..forse, se tu gli parlassi….."

 

 "Non ho tempo né voglia di stare dietro alle sue bambinate."

 

La risposta secca implicava che la discussione era già chiusa; Sanzo continuò a mangiare come se nulla fosse, speranzoso che gli altri avessero afferrato che aria tirava e lo lasciassero in pace.

Insomma, cosa poteva andare a dire a Goku?

Lui non era mai stato un granché nello scusarsi con la gente….. e poi perché avrebbe dovuto scusarsi?

Forse per puro caso o per reazione inconscia, lo stomaco, traditore, gli si chiuse e gli passò completamente l'appetito; posò la ciotola con una smorfia seccata e lasciò i commensali per tornare alla macchina, indeciso se mettersi a leggere o a far finta di dormire.

 

Era un’esperienza insolita e del tutto nuova, che Goku fosse arrabbiato con lui; non era mai successo, non in quel modo.

 Non era insolito che tra loro volassero insulti, o che la scimmia gli tenesse il muso, ma mai per più di dieci minuti, poi tutto veniva velocemente dimenticato.

 Da qualche parte dentro di lui la coscienza gli fece disinvoltamente notare che lui decine di volte non aveva rivolto la parola a Goku, per ore intere se non per giorni, e spesso senza alcun motivo valido…..ora stava venendo semplicemente ripagato allo stesso modo.

Non era una bella sensazione, faceva provare una gran rabbia, e a sconvolgerlo era soprattutto il fatto di non sapere proprio come comportarsi. Tentare il dialogo si era dimostrato inutile, e temeva che anche un approccio più brusco sarebbe stato altrettanto vano….. se Goku l’avesse ignorato anche dopo una ventaglia probabilmente gli sarebbe scoppiata una vena.

E poi non gli andava di essere il primo a cedere!

L’unica cosa logica da fare era ignorare a sua volta la scimmia.

 

Però, era sempre quella voce invadente a farsi sentire, lo sai e non lo puoi negare, quello che provi per lui…..  e non sopporti questo stato di cose, perché ancor più ti rendi conto di come ti sentiresti a perderlo, se un giorno ne avesse abbastanza di farsi bistrattare.

E quando sarà troppo tardi, poi, che farai?

Riesci davvero ad immaginare la tua vita senza di lui?

 

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Era già pomeriggio quando Goku tornò al campo; spiò la situazione da lontano per controllare che non ci fossero pistole puntate nella sua direzione e poi si avvicinò, affamato e stanco.

Hakkai e Gojyo lo videro per primi e in fretta gli si fecero incontro, esprimendo ognuno a proprio modo l’apprensione per la sua condotta. Anche se le loro parole e il tono usato erano molto diversi, in entrambi sentiva la sincerità, l’invito accorato a chiarirsi, a maggior ragione perché aveva sempre detto di odiare i segreti, ed ora proprio lui sembrava averne uno.

 

Con grande stupore dei due amici Goku, non rispose; si allontanò in fretta da loro e andò ad accucciarsi vicino al fuoco, scoprendo la porzione di pranzo che gli era stata messa da parte. Piuttosto affamato si mise a mangiare la carne a grandi bocconi appaganti, ma con una lentezza non abituale; era arrivato a tre quarti del piatto quando, sentendosi addosso sguardi insistenti, alzò la testa e incontrò i volti straniti dei due compagni.

Che facce strane avevano….. facevano quasi ridere! Goku rivolse loro un gran sorriso che voleva essere anche un complimento della bontà della pietanza, e stava per tornare a fare onore alla pietanza quando vide Sanzo avvicinarsi.

 

Panico.

 

Pregò che il bonzo non gli rivolgesse la parola.

Anzi, che facesse dietro front e non si avvicinasse a lui.

Si fissarono in silenzio, e nell’atteggiamento calmo di Sanzo vide l’invito ad iniziare un discorso….. a spiegare che cosa non andava, e perché.

Lo sguardo viola e intenso che lo scrutava sembrava persino essersi parzialmente spogliato delle proprie barriere; forse, continuando a guardarlo, Goku avrebbe finalmente potuto leggere più chiaramente nel cuore del suo amatissimo bonzo, scoprendo anche il ruolo che vi occupava.

Ma non poteva cedere, non ancora, non dopo essere arrivato così avanti. A malincuore abbassò lo sguardo e continuò a mangiare, con l'animo in tumulto.

Poi, con la coda dell'occhio, vide Sanzo passargli oltre, andandosene.

 

 

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Il cielo s'era fatto scuro, e il campo era illuminato da un vivace falò e da varie torce; per quella sera ormai si sarebbero accampati là, sperando che non facesse troppo freddo. Per lo meno il cielo era limpido, sicuramente non avrebbe piovuto.

 

 "Spero che torni presto la primavera."

 

Mormorò trasognato Goku, con il viso rivolto alle prime stelle che s'erano accese tremolanti sopra la sua testa. Quelle sue parole, le prime dopo tante ore di anomalo silenzio, risuonarono nell'aria quieta, attirando immediatamente l'attenzione di Gojyo e Hakkai, che gli furono accanto con la solerzia di infermieri nei riguardi di un ammalato che ha appena ripreso conoscenza.

 

 "Finalmente sei tornato fra noi, scimmia! Ma che ti era preso?"

 

 "Per tutta la giornata ti sei comportato in un modo che non ti si addice affatto. Eravamo in pensiero!"

 

 “Sembravi posseduto!”

 

Goku si grattò la nuca imbarazzato e sorpreso da tanto interessamento.

 

 "Scusate! Ma è una cosa che dovevo fare proprio oggi! Non è mica stato facile, sapete….. credevo proprio di non riuscirci!"

 

 "Non riuscire a fare cosa, scimmia? Non rivolgere la parola a nessuno? Non ti pare d'aver un fatto un po' troppo l'offeso? Tutto il tempo con lo sguardo nel vuoto….. eri inquietante!"

 

Borbottò il kappa, ricevendo uno sguardo stupito dal più giovane compagno.

 

 "Offeso? Perché?"

 

Hakkai e Gojyo si guardarono perplessi; ora cominciava ad avere anche la memoria corta?

 

 "È tutto il giorno che non dici una parola - si spiegò Hakkai - e specialmente hai  evitato in ogni modo Sanzo. Viene spontaneo pensare che tu te la sia presa per la sua freddezza riguardo il compleanno, e perché stamattina ti ha sgridato per il ritardo."

 

 "Ma no! - esclamò il ragazzino, incredulo. Non gli era passato per la testa che il suo comportamento potesse essere frainteso a tal punto, benintenzionato com'era  - Niente affatto! È che avevo paura di perdere il conto….. Sanzo non si è arrabbiato, vero?"

 

 "Tu che ne dici?….. e poi vuoi spiegarti, dannazione? Perdere il conto di che cosa? Sei forse rimbecillito del tutto?"

 

 "Non ci penso nemmeno a dirtelo! Tu mi prenderesti in giro, pervertito di un kappa!"

 

  "Gojyo non ti dirà nulla di male….. e poi ormai ci hai incuriositi."

 

Incoraggiò Hakkai, sorridendo, e Goku, dopo averlo guardato in viso per alcuni secondi, diede  un sospiro e si decise.

 

 "Stamattina mentre tornavo dalle compere mi sono fermato ad un piccolo tempio lungo la strada. Volevo solo curiosare un po' e tornare subito indietro, ma ho incontrato un tale che mi ha raccontato la storia della bodhisattva a cui era consacrato, Tara. Tra le altre cose mi ha detto che ella può compiere miracoli….. e che se pregando pronunci un desiderio positivo e reciti il suo mantra per diecimila volte, lei lo esaudirà. Così ho pensato di esprimere un desiderio per Sanzo, ma non sapevo bene cosa lui potesse volere…… quindi ho semplicemente chiesto che fosse felice. Volevo assolutamente recitare tutto il mantra entro oggi, così sarebbe stato come un regalo sostituvo….. solo che  Sanzo non l'avrebbe saputo, e così non si sarebbe arrabbiato perché gli ho disobbedito."

 

Il ragazzo si stiracchiò, compiaciuto della trovata, e poi si rivolse ancora ai compagni, entusiasta.

 

 "Om tare tuttare ture soha; questo è il mantra. Sono stato in gamba, no?"

 

Gojyo, impressionato, fischiò tra i denti;

 

 "Caspita, non avrei mai creduto che il tappo fosse capace di contare fino a diecimila!"

 

 "Ehi, avevi promesso di non prendermi in giro!"

 

 "Guarda che io non avevo detto nulla, era stato Hakkai."

 

Puntualizzò il rosso con un ghigno, ma non avendo intenzione di battibeccare cambiò immediatamente tono, intenerito suo malgrado.

 

 "Così non potevi distrarti, e ti ci sono volute comunque parecchie ore….. proprio una bella voglia, scimmia."

 

 "È stato un pensiero molto gentile da parte tua."

 

Si complimentò Hakkai, dicendosi che erano stati ingiusti e frettolosi nel valutare la maturità di Goku: non si era comportato come un bambino capriccioso, ma aveva compiuto un gesto di grande dolcezza,una cosa che sarebbe potuta venire in mente solo ad una persona con un cuore davvero generoso. Quel ragazzo era proprio incredibile.

 

 "Già che ci siamo, toglici una curiosità Goku. Cosa avevi comprato, come regalo, l'altro giorno? Stavi per farcelo vedere, ma poi….."

 

 "Oh, certo! Avevo preso un portasigarette d'argento, con i bordi d'ambra. Lo avevo trovato in un negozio di vecchia roba; era un po' malconcio, ma dopo averlo lucidato è tornato come nuovo – sorrise, pensieroso - In verità non mi piace che Sanzo fumi, lo so che fa male…..però non smetterebbe di certo, se glielo chiedessi….. allora tanto vale regalargli una cosa che gli sia utile. Con quello le sigarette non gli si sarebbero più rovineranno più….. ora aspetterò che gli sia passata e troverò un'altra occasione per darglielo. Dite che gli piacerà?"

 

I tre continuarono la loro chiacchierata, poco importa quello che dissero….. ciò che conta è che a qualche passo da loro, nell’ombra, nascosto da un albero, Sanzo riposava.

Era rilassato e ad occhi chiusi, ma non dormiva, anzi: era fin troppo vigile…..dopotutto era una sua caratteristica, quella del non abbassare mai la guardia.

Si alzò pigramente e si avviò verso lo stagno che aveva scoperto un paio d'ore prima, gironzolando tra gli alberi.

 

 "Diecimila mantra…..tzk….. stupida scimmia superstiziosa e credulona."

 

Commentò, nell'allontanarsi.

 

 

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La luna piena che splendeva nel cielo era grande e luminosissima, e grazie alla sua luce e a quella della torcia Goku non aveva alcun problema  a procedere tra gli alberi, guardandosi attentamente intorno. Era andato a cercare Sanzo, che non si era fatto vivo nonostante fosse ora di cena.

 

[Spero tanto che non sia perché ce l'ha con me!]

 

Pensò inquieto; quello sarebbe stato proprio un pasticcio….. pregava di non aver peggiorato la situazione, con i suoi buoni propositi.

 

 "Sanzo! Ehi, Sanzo! - certo non poteva essersene andato per conto suo….. e se gli fosse capitato qualcosa? Se fosse stato preso alla sprovvista da qualche demone? Chiamò ancora più forte il suo nome - SANZO! DOVE SEI? RISPONDIMI!"

 

 "E piantala, brutto idiota! Vuoi svegliare anche gli orsi in letargo?"

 

La voce secca e imperiosa lo fece trasalire, ma non vide nessuno; girò intorno la torcia, gettando un cono di vivida luce tra gli alberi.

 

 "Sanzo, sei qui? Non ti trovo!"

 

 "Vieni più avanti."

 

Goku procedette ancora per qualche passo, titubante, e d'improvviso si trovò davanti un'altra radura, più piccola di quella dove si erano fermati, ma più bella, se non altro per lo stagno scuro dentro al quale la luna si specchiava nitida.

 

 "Che meraviglia!"

 

Esclamò colpito; la luce argentea che si rifletteva sull'acqua era uno spettacolo magico, così incantevole che facilmente ci si sarebbe potuti fermare a guardarlo, e continuare a farlo, senza stancarsi. Seduto sulla riva, sopra una grossa roccia, stava Sanzo. La brace della sigaretta accesa spiccava come un rubino sulla seta nera.

 

 "Finalmente! Dai, torniamo al campo, Hakkai e Gojyo ci aspettano."

 

 "Toh, l'animale ha ritrovato la parola."

 

Fece indifferentemente il bonzo, respirando un'altra boccata e Goku strinse più forte la pila, dicendosi che era normale che Sanzo fosse brusco: lo era quasi sempre!

 

 "Senti…..volevo anche dirti che mi dispiace se mi sono comportato in modo strano, oggi - sostenne lo sguardo del monaco, che era penetrante e scettico allo stesso tempo - E' che….. avevo mal di testa, e così preferivo stare un po' tranquillo, non ti stavo tenendo il muso, davvero!"

 

Pessima scusa, si rese conto Goku nello stesso momento il cui la pronunciava; l'avere mal di testa non comportava certo il mutismo. Probabilmente il suo tentativo era inutile….. probabilmente aveva davvero inasprito l'umore di Sanzo, e doveva prepararsi ad una sonora sventagliata.

No….. doveva essere così irritato nei suoi confronti che non avrebbe nemmeno usato l'harisen, e nemmeno la pistola….. Sanzo lo avrebbe ignorato e basta!

 

Con suo stupore, invece, il bonzo parve rilassarsi; finì la sigaretta e la spense, alzandosi e spolverandosi la veste.

 

 "Non farla tanto lunga, non sono arrabbiato. Il contrario, direi."

 

 "Co-cosa?"

 

 "Ho passato una giornata tranquilla, senza la tua voce querula e molesta sempre nelle orecchie. Magari fosse sempre così, sarei molto meno stressato."

 

 "Cioè….. non sei dispiaciuto che non ti abbia mai parlato?"

 

Da un lato il sollievo, dall'altra il pungente dispiacere che Sanzo avesse trovato gradevole il suo silenzio. Era così, davvero?

Sanzo lo trovava tanto fastidioso da accogliere benevolmente il suo essere taciturno e sfuggente?

 

 "Perché mai dovrebbe dispiacermi il fatto che per una volta ti sei comportato da essere umano e non da scimmia chiassosa? Dovresti farlo più spesso. Allenati a mantenere una condotta composta e discreta: ne avrai bisogno….. - si avviò, con calma - …..quando lascerai Chou 'An per vivere in città: non tutti hanno la pazienza dei bonzi."

 

Nel petto di Goku il cuore si fermò per un istante, e poi riprese a battere con tonfi affrettati e potenti; il sangue cominciò a rombargli nelle orecchie coprendo tutti i suoni notturni del bosco.

Per un attimo fu come se i suoi piedi avessero messo radici, e gli impedissero di muoversi, di correre dietro a Sanzo che si stava allontanando. Poi, raccolta tutta la propria volontà, si mosse e lo raggiunse, afferrandolo per una delle ampie maniche.

 

"Aspetta! - la sua voce era stridula, scossa - Stai scherzando, vero?"

 

 "Quante volte mi hai visto scherzare, in questi anni? E lasciami, mi stai stropicciando la veste."

 

 "Ma….. ma perché dovrei andarmene dal tempio? Ho sempre vissuto lì, è la mia casa!"

 

 "Nella vita le case si cambiano. Una volta tornati da questo viaggio sarebbe il caso che ti costruissi un'esistenza per conto tuo, sei grande abbastanza."

 

 "Ma io….. voglio continuare a vivere con te! Non voglio stare senza vederti! Sanzo, per favore!"

 

 "Come sei stato capace di rimanere senza parlarmi, puoi benissimo stare senza vedermi. Se proprio ci tieni, però, potrai venirmi a trovare una volta ogni tanto."

 

Goku cercò di convincersi che non poteva essere altro che un sogno; strinse gli occhi invocando il risveglio, ma già sapeva che sarebbe stato inutile, che quella era la realtà….. Sanzo aveva deciso che preferiva non averlo più tra i piedi, e lui non poteva fare a meno di pensare che fosse tutto nato dalla sua idea di quella mattina. Sentì un groppo formarglisi in gola, e lo ingoiò, tentando di parlare fermamente, cercando sul volto del suo interlocutore un segno che gli desse una speranza.

 

 "Fammi restare al tempio! Mi comporterò meglio, non creerò più confusione! Non ruberò nelle cucine, non ti darò fastidio, non mi arrampicherò sul pesco, non farò arrabbiare i bonzi! Ti prego, Sanzo!"

 

Lui lo squadrò, inarcando le sopracciglia, esprimendo solo un minimo di perplessità.

 

 "E pensare che di solito i ragazzi sono felici di andarsene a vivere da soli, appena possono.

Non lo capisci? Non si tratta del tuo comportamento….. un monastero è un monastero, non un albergo vita natural durante per i laici. Quelli che vi entrano come ospiti o prima poi se ne vanno, o entrano nell'ordine."

 

 Goku pestò un piede a terra, furente e ormai sinceramente spaventato dall'irremovibilità di Sanzo; sembrava impossibile discutere con lui, ogni parola gli tornava indietro come se avesse sbattuto contro uno spesso muro.

 

 "Ed allora mi farò bonzo anche io!"

 

A tale progetto proclamato con assoluta determinazione Sanzo riuscì a stento a dominare una risata. Goku….. bonzo?

Nemmeno con un titanico sforzo di immaginazione riusciva a figurarselo con il cranio rasato  come un novizio, o a rispettare gli orari e la disciplina a cui sarebbe stato soggetto….. la scimmia era probabilmente l'essere vivente con meno predisposizione al mondo per la vita monastica.

Scosse la testa, divertito.

 

 "Lascia perdere, ti conviene."

 

"NO! Non lascio perdere per niente! Non puoi mandarmi via, non puoi!!"

 

[Che bambino ostinato!]

 

Pensò Sanzo, comunque colpito da un simile atteggiamento risoluto; non se lo aspettava, in un certo senso. L'esile figura di Goku sembrava tremare da capo a piedi, forse per la rabbia, forse per il timore, forse per il vento freddo che s'era alzato. Il bonzo incrociò le braccia sul petto, pensando di verificare se la scimmia testarda avesse qualcosa di più sensato da dire.

 

 "D'accordo, potrei anche permetterti di restare, ma a condizione che tu mi dica tre buoni motivi, e intendo *davvero* buoni, per cui dovrei tenerti con me."

 

********************

 

Ingaggiare una battaglia dialettica con Sanzo era fiato sprecato….. non poteva certo sperare di vincere. Qualsiasi cosa potesse dire, lui avrebbe ribattuto con argomenti più validi dei suoi….. tre buoni motivi…..la sua mente girava a vuoto.

 

[Se ti dico che sto bene con te, che sei la mia persona più importante…..che senza vederti tutti i giorni mi sentirei perso…..tu mi volteresti le spalle dicendo che sono sciocchezze, lo so! Diresti che è solo colpa mia e che non avrei dovuto attaccarmi a te….. ma spiegami come avrei potuto evitarlo!]

 

 "Sto ancora aspettando….. o non hai niente da dire?"

 

Goku trasalì, e vinto dalle emozioni agì d'impulso, senza rendersene pienamente conto.

 Prese uno slancio e alzandosi in punta di piedi gettò le braccia al collo di Sanzo, baciandolo sulle labbra con un goffo impeto che li sbilanciò entrambi, rischiando per un attimo di farli finire a terra.

Lasciò cadere la torcia elettrica e si strinse a lui con quanta più forza poteva permettersi, sfiorando con le dita i sottili capelli dorati che ricadevano sul collo, sentendo contro la propria pelle quella di Sanzo, resa fresca dall'aria della sera.

Era incredulo e felice, da un lato, di poter godere di tanta vicinanza….. e dall'altro terrorizzato dal proprio gesto, che avrebbe potuto mandare in frantumi il rapporto fra loro.

Il bacio….. avrebbe voluto fosse eterno….. in quel caso non ci sarebbe stato alcun problema, Goku ne sarebbe stato felice. Invece, naturalmente, doveva avere una fine, ed era ciò che temeva: il momento in cui avrebbe staccato le sue labbra da quelle di Sanzo, per guardarlo ancora negli occhi, per scoprire i destino che lo attendeva; per fronteggiare le sue parole, che avrebbero potuto essere aspre.

 

Che sicuramente lo sarebbero state….. ne ebbe la certezza quando il bacio, rimasto non ricambiato, terminò; volse gli occhi a Sanzo, al suo viso soffuso di sconcertata incredulità. Un’espressione inconsueta, che lui non voleva vedere trasformata in sdegno; preferiva andare via da lì, e poi far finta che nulla fosse accaduto….. nulla degli ultimi due giorni, duranti i quali mai avrebbe creduto che le cose potessero precipitare in tal modo, e tanto in fretta.

 

Voltò le spalle per correre via; aveva pensato di andarsene dignitosamente, avviandosi con calma, ma le gambe parvero non dare retta ai suoi pensieri, esse desideravano solo mettere in fretta una gran distanza tra lui e Sanzo….. e poi, se le il pianto che gli lottava in gola avesse preso il sopravvento, desiderava esser solo, senza dare spettacolo davanti a nessuno.

 

Quasi si spaventò nel sentire una mano serrarsi con forza attorno al suo braccio. Istintivamente avrebbe voluto lottare, e non farsi fermare tanto facilmente, ma ancora una volta il corpo lo tradì, ignorando il suo volere. In modo rassegnato lasciò che Sanzo lo voltasse verso di lui, preparandosi a tutto.

 

*******

 

 “Che stupido….. e non sono del tutto sicuro di stare parlando di te.”

 

Che stupido, sì….. ad averlo spaventato a quel modo di proposito, e per niente.

Non aveva pensato neppure per un attimo a mandare via Goku, aveva solo voluto….. che cosa?

Divertirsi alle sue spalle? O punirlo?

Punirlo per quel prolungato silenzio che lo aveva impensierito?

Punirlo perché proprio con quel silenzio lo aveva costretto a riflettere sulla ragione per cui si sentisse a disagio senza di lui?

O punirlo perché non sapeva come reagire di fronte a quel mantra, al pensiero caloroso di Goku, che lo aveva lasciato senza parole e con la netta e misteriosa sensazione di essere un verme.

Comportarsi così da bastardo non era certo il modo migliore per fare ammenda…..

 Mise una mano sotto il mento della scimmietta intristita e gli alzò il viso….. quanto detestava vederlo con le lacrime che minacciavano di spuntare!

Dannazione anche al codice genetico che scatenava l'istinto di protezione, davanti a visi morbidi dagli occhi grandi!

 

"Potrai rimanere, se vorrai - disse, nel tono più tenero di cui era capace - ma sappi che in tal caso dovrai restare con me per sempre."

 

"Per….. sempre?"

 

"Potrebbe essere un periodo molto lungo, Goku."

 

 "Ma è quello che voglio, stare con te! Il più lungo possibile! Perché non capisci? Io -"

 

 "Capisco anche troppo bene - sospirò Sanzo, interrompendo la voce concitata, e accarezzando distrattamente i folti capelli castani – Solo che a volte mi domando se sia tu, a capire veramente cosa significa.”

 

Perché il legame che ormai li stringeva era talmente stretto che chiunque sano di mente ne avrebbe provato timore…..ma con la sua mente semplice Goku non era spaventato da esso, tutt’altro. E forse….. forse in quella semplicità c’era saggezza.

 Mentre quei preziosi occhi dorati lo fissavano, risoluti e trasparenti, Sanzo si rese conto che non aveva importanza se ancora non sapeva quale fosse lo scopo, il sentiero della sua vita. Ciò che davvero contava era avere una persona speciale con cui percorrere quella strada, qualunque fosse, e lui l’aveva già trovata, da tanto tempo…..

 

 “Avanti, ora torniamo indietro – ma nonostante quelle parole non levò la mano dalla testa di Goku – Immagino che avrai fame.”

 

 “Non sei….. arrabbiato?”

 

 “Per cosa, in particolare?”

 

“Perché…..perché ti ho baciato!….. non mi hai detto nulla, ma credevo ti saresti infuriato.”

 

 “Quello era un bacio? – fece una specie di ghigno beffardo – Avevo pensato fosse un tentativo di buttarmi giù gli incisivi, vista la botta che mi hai dato.”

 

Goku arrossì offeso, sentendosi preso in giro, ma poi sorrise, notando l’espressione rilassata di Sanzo, completamente diversa dal viso scuro che aveva avuto solo il giorno prima.

Lo considerò come l’invito a tentare ancora, perché ebbe il presagio che il massimo del danno che avrebbe potuto procurarsi sarebbe stato solo un colpo di ventaglio in testa.

Poggiò le mani sul petto del bonzo e si alzò in punta di piedi, questa volta sfiorandogli con leggerezza le labbra, senza la brusca urgenza di poco prima; felice come non ricordava d’esser stato mai….. ed ancora più felice nell’accorgersi  che Sanzo non lo stava rifiutando.

 

 “E questo per cos’era?”

 

Domandò il monaco discostandosi appena da lui, emozionato anch’egli, anche se si sarebbe buttato in una vasca di coccodrilli famelici, piuttosto che ammetterlo. Tanto, probabilmente, sarebbero state quelle bestiacce ad avere la peggio

 

 “Mi avevi chiesto *tre* buoni motivi!”

 

Fu l’entusiasta spiegazione, offerta con espressione furba.

 

 “Tre, eh? Beh, almeno per una volta quella boccaccia non la usi per blaterare o mangiare.”

 

Mancava ancora il terzo motivo, lo sapevano….. e dopo un tentativo maldestro e un carezzarsi a fior di labbra, finalmente si baciarono davvero.

Una sensazione strana, il mescolarsi dei respiri e l’umida morbidezza di una bocca straniera, ma neppure per un attimo la trovarono insolita.

No, era bella, avvolgente, come se quel momento racchiudesse il significato ultimo delle loro vite, il perché del loro incontro….. come se semplicemente si fosse compiuto ciò che già da tempo era loro riservato, e che fino a quel momento era stato ignorato, rimosso, negato.

 Forse era un sentimento troppo grande persino per l'amore, una relazione davanti alla quale ogni altro vincolo impallidiva.

 

Difficile trovare le parole….. o trovarle subito; ma c'era davvero bisogno di dire qualcosa? Di esprimere ad alta voce l'ovvio?

Era una cosa che poteva essere tranquillamente rimandata: al momento era molto più bello cercare l'uno negli occhi dell'altro il proprio riflesso. Le parole potevano essere sussurrate dopo, quando il buio sarebbe stato completo, e invece che con gli occhi si sarebbero guardati con le mani.

 C'era una sola cosa,però, che la scimmietta teneva ad esprimere subito.

 "Sanzo…..lo so che non volevi  nemmeno sentirlo nominare, ma….. posso dirtelo lo stesso?"

"Perché mai me lo chiedi? Tanto alla fine fai sempre quello che ti pare."

Goku ridacchiò, e poggiò la fronte contro Sanzo, chiudendo gli occhi, sciogliendosi al tocco gentile e caldo delle sue mani.

"Buon compleanno."  

 

____________Owari_________________________

 

Nota: la leggenda che recitando il mantra 10.000 volte si avvera un desiderio esiste davvero! L’ho scoperta vagando su internet alla ricerca di notizie sul buddismo ^_^. Ora non ci resta che armarci di pazienza e provare anche noi!

Seguendo questo  link invece potete trovare un’immagine in cg di Tara Bianca.

 

http://www.cc.rim.or.jp/~atsuro/complex00/art/deguchi_tara.jpg






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