E finalmente ecco l'ultimo capitolo di CALORE. Spero che questa storia vi sia piaciuta^^

 


 


 

 

Calore

 

parte XV - La rivelazione

 

di Vikysweetgirl

 


 

La porta sbattè e mark sussultò.

_E’ mio padre! AHI!!

Fece per alzarsi ma non ci riuscì e rimase seduto con una smorfia sul viso. Il fondoschiena gli faceva troppo male. Riuscì solo ad indossare un paio di boxer e Junta che aveva gia indossato un paio di pantaloni lo guardò preoccupato.

_Non dovresti muoverti così bruscamente adesso.

_Non può trovarci così. Lui non bussa mai. Se entra adesso e… e…_ si coprì le braccia con le mani e guardò nel vuoto terrorizzato.

Junta gli si inginocchiò di fronte e lo scosse piano per le spalle.

_Ehi! Mark! Calmati, va bene?

_Non posso… non so cosa…

Ma era tardi, il padre era gia salito e aveva spalancato la porta trovandoli mezzi nudi, con i capelli arruffati e il letto che era un disastro.

Rimase immobile a guardare prima suo figlio poi l’altro ragazzo. Mark intanto, pietrificato, lo guardava senza sapere cosa fare.

_... cosa state facendo? Chi è questo?_ chiese l’uomo con tono freddo rivolto al figlio terrorizzato.

_Non è come sembra signore…

_Tu chi diavolo sei?! Cosa ci fai in casa mia? E per di più in camera di mio figlio!

_Papà non…

_Mark, cos’hai sul collo…?

Mark si coprì istintivamente la pelle del collo, capendo di dover avere almeno un succhiotto. Guardò dall’altra parte vergognandosi come un ladro.

Suo padre guardò furioso e sbalordito prima il figlio poi quel ragazzo che stava disprezzando con tutto sé stesso.

_Cos’hai fatto a mio figlio bastardo?!
_Cosa?! Io non… non è come crede.

Suo padre stava avvicinandosi a Junta per colpirlo, ma Mark lo fermò.

_NO PAPA’! Non mi ha fatto niente… siamo stati… entrambi… a…_ era un concentrato di imbarazzo, tanto che non riusciva a distinguere il confine fra coraggio e stupidità.

Suo padre lo guardò allibito.

_Cosa stai dicendo?... Mark…

Il brunetto tacque, ma quel silenzio valeva più di mille parole.

Il padre indietreggiò disgustato e di corsa scese le scale.

I due giovani rimasero in silenzio. Mark cercava lo sguardo di Junta che non esitò, con gli occhi a rassicurarlo. Ma la situazione non cambiava.

 

Dopo pochi minuti e dopo essersi rivestiti, i due scesero per trovare il padre di Mark intento a fumare una sigaretta seduto al tavolo del soggiorno.

_Papà…

L’uomo non rispose.

_Papà, non fare così.

_Smettila. È inutile che cerchi di giustificarti. È… disgustoso!

_Ma papà…

Ed è meglio che non vada a controllare quel letto o non rispondo più delle mie azioni.

_Vuoi ascoltarmi?! Non è successo niente di terribile!

_ NIENTE DI TERRIBILE DICI?!?!!? TI SEI LASCIATO FOTTERE DA UN UOMO E TU DICI CHE NON E’ SUCCESSO NIENTE DI TERRIBILE?!?! SMETTILA DI DIRE STRONZATE!!!
_Come puoi parlarmi così… io sono tuo figlio.

_Non sei più mio figlio. Credevo di aver tirato su un uomo, non una donnicciola!

_Maledizione, io SONO un uomo papà!

L’uomo ridacchiò.

_Si, certo e io sono un super eroe!
_Sgnore, non crede di star  esagerando?
_TU FA SILENZIO!! COSA CI FA ANCORA IN CASA MIA QUESTO MOSTRO?! Ti sei lasciato sedurre da lui? Avevi abbastanza soldi per poter pagare una prostituta…

_PAPA’ IO LO AMO!!_ sorpreso dalle sue stesse parole guardò Junta_ … io ti amo…

Il moro rimase allibito. Contento ma sorpreso.

Il padre di Mark era fuori di sé.

_Mi fai schifo… tu non sei mio figlio. Sei uno schifoso finocchio!!
_ ORA BASTA!!_ era la voce di Junta quella che si levò.

_Cosa hai detto?
_Basta mortificarlo così. Crede di avere il diritto di parlargli in questo modo?! C’è mai stato quando lui aveva bisogno di lei?! Mark è mille volte migliore di lei!
_Come ti permetti…

_Io lo amo oltre me stesso e non permetterò che lei gli faccia del male.

Andò a cingere le spalle di Mark con un braccio e lo guardò con forza, con dolcezza. Si baciarono e poi guardarono l’uomo che andò a chiudersi in camera sua.

Mark sospirò e Junta gli fece forza.

Preparati pochi bagagli, lui e Junta se n andarono da quella casa. Nella macchina di quest’ultimo Junta lo guardò preoccupato.

_E’ tutto a posto Mark?
L’altro annuì tristemente.

_Non ho più niente ora…

_... hai me.

Mark lo guardò e gli sorrise.

Si diressero a casa di Junta e si stesero sul letto, abbracciati teneramente.

_Insomma cosa ne pensi? Di tutto ciò intendo…

_E che ne so?! Non ho mai avuto un rapporto omosessuale. Ti pare che mi immaginavo che finivo a letto con un uomo?
Junta sorrise.

_No. Ma… combatterai per noi? Perché io sono pronto a farlo.

_Lo sono anch’io. Ti ho gia detto… che ti amo?
_Si, un’oretta fa!_ disse il moro tutto contento.

_UFFA!! Non te lo dirò più!

_Ah, si?_ gli andò ad accarezzare una guancia facendolo arrossire e sapevano entrambi che non avrebbe mantenuto quel proposito.

Infatti gia si sospiravano addosso parole d’amore, parole che avevano il suono di una promessa, una promessa che andava al di là di pregiudizi e cattiverie.

 

FINE