Note dell’autrice:

Tutti i personaggi appartengono agli aventi diritto.

I pensieri sono racchiusi tra le virgolette, i ricordi sono anticipati da §§§§§ e sono in corsivo, i dialoghi telepatici anche e sono racchiusi tra le due barre /../

Dedico questa FF a Coma che mi sostiene sempre, mi aiuta e mi fornisce spunti per le mie storie.

Taihen arigatoo gozaimashita (grazie mille ^_-). 

****Minako****

 


Are you sure?

parte II

di Minako



Subaru abbassò il capo inondato dalle lacrime.

Si toccò il volto stupito.

“So ancora piangere?” si chiese, ma le gocce di rugiada che scendevano lungo le gote pallide davano una risposta più che sufficiente.

Il suo shikigami lo guardava inclinando il capo verso sinistra.

Mormorò qualcosa e l’uccello scomparve tra piccole fiammelle.

Alzò lo sguardo per un istante e ritrovò un sé stesso deluso, stanco ed affranto che lo guardava dallo specchio; gli occhi arrossati e il viso umido completavano il tutto.

Come aveva fatto a ridursi in quello stato?

Il picchiettare leggero della pioggia lo fece voltare verso la finestra.

Si buttò sul letto e nascose il volto nel cuscino; desiderava svegliarsi e scoprire che era stato tutto un brutto sogno, oppure… oppure non svegliarsi mai più!

I Draghi della Terra erano in ansia: il loro Kamui non si vedeva dalla sera prima, il Sumeragi si era rinchiuso in camera sua e gli attacchi dei Messaggeri non facevano che moltiplicarsi.

- Appena lo vedo gli faccio una bella ramanzina!- prometteva Sorata.

- Ma se non sai stare serio per due minuti filati!- esclamò Nekoi ridendo.

- Ora sono serio!- protestò quello.

- Sì, ma solo perché Arashi ti tiene d’occhio!

- Miss cosa…? Ah! Miss! Finalmente si è decisa a ricambiare il mio amore! Sono commosso! Vedrà che non la deluderò!

-  Mphf!- e Arashi uscì dalla stanza seguita da Sorata.

Subaru si stropicciò gli occhi, evidentemente si era addormentato.

Alzò lo sguardo sino ad incontrare lo specchio sulla sua traiettoria; nonostante fosse sicuramente sveglio gli occhi erano ancora arrossati.

“Allora… Allora non era un sogno! Kamui e Sei-chan…!” gli tornò alla mente il momento in cui aveva mandato il suo shikigami alla ricerca di Seishiro per controllarlo e sapere dove fosse e aveva visto lui e Kamui baciarsi rotolando sul letto.

In un primo momento aveva creduto che il Sigillo stesse per essere violentato, di poi aveva compreso che anche il ragazzino bramava quel momento e che non doveva intromettersi.

“Sei-chan! Il MIO Sei-chan! Il mio unico amore! Con lui! Kamui! Che è ancora un bambino! Mi ha tradito con un bambino! Anzi… forse è meglio dire che mi ha preferito un bamboccio e mi ha scaricato! Ed io che credevo potessimo di nuovo stare insieme! Anche se per un minuto! Un attimo! Almeno un istante per baciarlo e dirgli quanto lo amo! Ero disposto a tutto per lui! Eppure… purtroppo la cosa non sembra interessarlo…”.

Scoppiò nuovamente in lacrime.

Il suo cuore, che era stato calpestato più volte sino a farlo quasi morire, aveva ripreso dolorosamente a vivere e tutto ciò era uno shock per lui che aveva rinunciato alla vita tanti anni prima.

Seishiro si risvegliò, una voce nella sua mente lo assillava:

/Sei sicuro?/ gli domandava la voce /Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta? Sei sicuro di essere con la PERSONA giusta? Non ti pare ci sia qualcosa che non va? Sei sicuro…? Sei sicuro…?/

Si alzò e si guardò intorno smarrito, poi ricordò.

/Sei sicuro…? Sei sicuro…?/

“E basta! Ora sono sveglio!” scosse i ricci castani, poi guardò la figura addormentata al suo fianco. 

“Uhm? Il bamboccio è ancora qui! Che scocciatura! Lo lascerò nei pressi dell’istituto… che me ne faccio di uno come lui?” si vestì e rivestì anche l’altro.

“Sarebbe troppo facile ucciderlo ora e Fuma non mi perdonerebbe mai d’avergli fregato il divertimento! Neanche si veste ‘sto qua!!!!”

Cominciò a trascinarlo attraverso le stanze, poi convenne che era più pratico prenderlo in braccio.

Era davanti alla porta quando suonarono.

“E che diammine! Mai che uno possa fare una buona azione in pace!” pensò, riferendosi sia al caso presente sia ai suoi omicidi vari.

-  Ma che cos’è? Una riunione?- domandò guardando il ragazzo con i capelli scuri che gli stava di fronte.

-  Non mi dai il benvenuto Sei?

-  Da quando ne hai bisogno, Fuma?

Senza continuare il battibecco Fuma entrò in casa e sbatté la porta.

- Prego, accomodati pure. - commentò divertito Seishiro.

- E questo cos’è?- domandò il moro indicando Kamui.

- Il difensore del Sumeragi. - rispose l’assassino imitando il tono infantile di Kamui.

- Che cosa?

- Lui s’è definito tale! 

- Ah bhè… e che ci fa in casa tua?

- È venuto a dirmi di stare alla larga da Subaru e siamo finiti a letto. 

- CHE??????????????????????????????

- Chiudi la bocca o entrano le mosche.

Fuma richiuse la bocca, ma subito le sue labbra furono increspate da un sorriso diabolico.

-  E così hai tradito il Sumeragi…

-  No.

-  Certo, certo. Ma a chi la racconti!

-  Se ti dico di no è no.

-  Va bene, come vuoi… E com’è il piccoletto a letto?

-  Sufficiente… nulla di più.

-  Davvero?- e diresse lo sguardo verso il ragazzino- Ma cosa gli hai dato per farlo dormire così?

- Sinceramente niente… ha fatto tutto da solo. È piuttosto efficace, non trovi?

- Già. - un altro sorrisetto diabolico.

-  Ma ora dobbiamo riportarlo indietro.

- Cosa???? Perché???- domandò come un bambino viziato.

- Se no non possiamo divertirci a sufficienza.

-  Ma tu ti sei già divertito e io no!!!!!!!!

- Vedrai che troverai qualcosa da fare! La giornata è lunga.- e fece l’occhiolino caricandosi il giovane Kamui sulle spalle.

“Oh! Al diavolo anche Seishiro! Posso vivere benissimo anche senza di lui! Io… Ma a chi lo racconto? Ho vissuto otto anni solo con la speranza di rivederlo, nascondendo questo mio reale desiderio sotto quello di volerlo uccidere…” sospirò “Sono davvero irrecuperabile! Perdonami Hokuto-chan… ho mentito anche a te. Non lo cercavo solo per vendicarti… perdonami…”.

Si alzò, prese il suo spolverino beige e uscì senza salutare nessuno.

-  E lo lasciamo qui?- domandò Fuma osservando il grande albero di Sakura. 

-  Esatto. Vedrai che Subaru passerà…

-  E se non passa?

- Allora ti do il permesso di portarti il draghetto dove vuoi e di divertirti con lui.

-  Bene!- e fece per avventarsi sul giovane.

- Alt! Ho detto se non viene… come minimo dovrai aspettare due ore.

-  Due ore??????????

- E se ti becco con il tipino qui prima che passino le due ore mi arrabbio.

-  Uffa!!!!

- Fai buona guardia…- una risata e poi l’assassino si dileguò.

Subaru si fermò davanti al semaforo rosso. 

Stava andando al Sakura, ormai quando era soprappensiero gli capitava di andare lì (anche solo idealmente se era lontano da Tokyo).

Gli tornò in mente il momento in cui Seishiro l’aveva obbligato a ricordare il loro primo incontro ed il loro patto.

§§§§§

 

- Cerca di ricordare cosa c’era ai miei piedi Subaru.

“Ai piedi… ai piedi di quel ragazzo… di Seishiro… c’era…

-  UNA BAMBINA!

 

§§§§§

 

Alzò lo sguardo, ai piedi dell’albero sembrava ci fosse qualcun…ooo…no.. era possibile!!!!

-  KAMUIIIII!!!!!!!!!!!!!- correndo si avvicinò al ragazzino.

Per fortuna respirava ancora e non sembrava essere stato aggredito.

- Kamui…- lo prese in braccio e si voltò per ritornare sui suoi passi.

-  Uhm…- il ragazzino si stropicciò gli occhi

- Kamui, stai bene?

-  Su-kun! Ma dove…?

-  Ti porto a casa… questa volta una bella lavata di capo non te la toglie nessuno.

-  Tu… tu sei arrabbiato?

-  Io?- sorrise amaramente- No di certo, perché dovrei?

- Bene.- così dicendo si mise in piedi e cominciò a correre.

-  Ma…? Kamui! Perché  corri?

Un sorrisetto rispose alla sua domanda.

-  Kamui!- era inutile.

“Al diavolo! Fai quello che vuoi!” pensò sconsolato.

- Buon giorno.

- Buon…- la risposta partì meccanicamente, ma poi riconobbe la voce e si bloccò- Sei-chan!

- Come stai Subaru?

- No…- doveva trattenersi! Non doveva fare una scenata! Lui…

- No? Non stai bene? Cos’hai?- lo sguardo di quell’unico occhio castano si fece preoccupato.

- Io… Come puoi venirmi a chiedere come sto?! Come puoi fingere che ti interessi ancora qualcosa di me? Credi che non lo sappia, forse? Mi credi così stupido?

- Non capisco di che parli!

- Pensa a ieri sera e capirai!- gli urlò, poi anche lui corse via.

- Ieri sera! O c***o! Non ci avrà mica visto?! SUBARU-KUUUUUN!!!! Aspetta!!!! Ti devo spiegare!!!!!

-  Dove diavolo ti eri cacciato Kamui?

-  In giro.- rispose l’interrogato evasivamente.

- Che cavolo vuol dire “in giro”? Eravamo preoccupati!

-  Senti Sorata, piantala di farmi la predica!

- E no che non la smetto! Sai cosa poteva succederti?

-  La mamma mi ha già insegnato a non accettare caramelle dagli sconosciuti!

-  Non fare battutine idiote! Sai che si avvicina il giorno del giudizio? Ti vuoi mettere in testa che è una cosa seria!

- Proprio tu mi parli di cose serie?

- Kamui!!!!!!!

- Ho capito. Ci vediamo dopo.- e detto ciò si diresse verso camera sua e chiuse la porta.

“Chissà cosa direbbero se sapessero dov’ero ieri e cos’ho fatto!” pensò divertito, poi si sdraiò sul letto.

“Subaru… perdonami! Volevo che la prima volta fosse con te… invece… Ma sta tranquillo, quella è stata solo una prova! Il mio cuore continua ad appartenerti!”

“Cretino! Scemo! Deficiente!” Subaru pensava insulti da così tanto tempo che non sapeva più se fossero riferiti a lui o al Sakurazukamori.

- Su-kun!

- Lasciami in pace!

- Ascoltami prima!

- Non abbiamo più niente da dirci! Aspetta la nostra battaglia ed io esaudirò il mio desiderio.

- Ma Subaru-kun!

- Vattene!

Invece di andarsene Seishiro lo abbracciò da dietro appoggiando il capo sulla sua spalla.

- Ora ascoltami. Quello non è altro che un bambino! Non vale neanche la metà di te!

- Lo dici ora! Ma ieri pensavi altro!

- È vero. Ieri pensavo a quanto Kamui ti somigliasse. Ma al di fuori della somiglianza data dall’innocenza sua, così simile alle tua quando ti ho conosciuto, non c’è nient’altro che vi renda simili. 

- Dovrei essere contento di questo?

- Non mi basta una somiglianza, voglio l’originale.

- Lo hai detto anche tu, prima ero innocente, ora non più.

- È vero… ma non ho mai detto che così non mi piaci.- strofinò la guancia sinistra contro quella destra di Subaru.

- Smettila.

- Perché? Tu non vuoi che io mi fermi…- gli sussurrò all’orecchio.

- Smettila!

- Sicuro?- gli leccò il padiglione auricolare.

-  Devi smetterla.

-  Uhm?- la sua mano sinistra s’infilò nello spolverino beige e nella camicia nera.

-  Non sono più un tuo giocattolo!

-  Lo so…- lo girò di scatto e lo baciò sulla bocca con passione.

La sua lingua cominciò a premere contro le sue labbra rosee, ma quelle erano chiuse ostinatamente.

Finalmente, in preda alla passione, Subaru rinunciò al suo astio e lasciò che la lingua curiosa dell’assassino perlustrasse la sua bocca.

Seishiro si perse in quel gusto dolcissimo, cercando di prolungare quel momento il più a lungo possibile, poi furono costretti a separarsi per respirare.

Le gote del Sumeragi erano leggermente arrossite mentre lo guardava ansimando per riprendere fiato.

-  Allora? Ancora arrabbiato?

Questa volta fu il turno del Sumeragi di prendere il controllo della situazione e poco dopo erano di nuovo l’uno nelle braccia dell’altro.

Kamui sentì picchiettare alla finestra della sua stanza e si alzò; i suoi occhi violacei incontrarono quelli neri del suo antagonista.

Tremò.

- Cosa vuoi Fuma?

-  Quello che hai dato al Sakurazukamori.

-  Che?

-  Ma visto che ormai non mi è più possibile avere la tua verginità, mi accontenterò di una botta e via.

-  Scordatelo!

-  E perché? Non dirmi che sei innamorato di Seishiro!

- Certo che no!

-  E allora non vedo perché non dovremmo!- Fuma mosse il braccio e la finestra andò in frantumi travolgendo Kamui.

Lo prese tra le braccia e si allontanò velocemente.

- KAMUI!- urlò Sorata osservando la finestra in pezzi.

 

 


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