b ARABIAN NIGHTS a

 

by Voce del silenzio

 

Chapter three

 

c Promise d

 

 

Tutti credono nei colpi di fulmine… anzi, tutti sperano che un colpo di fulmine capiti a loro perché, innamorarsi semplicemente incrociando gli sguardi, è una magia bellissima. Oh, no, nessuno sa come succeda di preciso, si pensa però che possano centrare in qualche modo le particelle di polvere che, nel momento in cui vengono colpite dai raggi del sole, diventano diamanti per pochi, bellissimi, secondi.

Io non ci credevo nei colpi di fulmine, perché a me non era mai successo… mai, finché non ho visto lui.

Ho alzato gli occhi dal terreno, così, per puro caso, solo per vedere dove stavo andando. Forse è proprio perché è stato un caso… ma in quel momento i miei occhi hanno visto i suoi, leggermente tagliati a mandorla, scuri come l’ebano, e ci si sono persi, come una stella si perde nella notte.

Tu hai continuato a camminare, e io mi sono fermato, e quando poi ti sei fermato a tua volta, io ho iniziato ad allontanarmi. È come un gioco. Ci si muove a turno, ma si ha lo stesso obiettivo. Ma alla fine, io me ne sono andato. Non sono mai stato coraggioso.

Quella notte non ho dormito, nella mia mente continuava a girovagare il desiderio di sognarlo, ma se una volta addormentato, non fossi riuscito a vederlo?

È strano non riuscire a dormire pur essendo stanchi, è una sensazione bruttissima, come di sudore che ti si appiccica addosso.

 

Il giorno dopo l’ho rivisto ancora, e anche lui mi ha visto. Ci avvicinavamo, ci avvicinavamo, e quando ci siamo incrociati, superandomi, mi ha sfiorato la spalla con il suo braccio. Ci siamo voltati nello stesso momento, l’uno verso l’altro, ci siamo guardati per il medesimo tempo e, nel rigirarci, ci abbiamo impiegato gli stessi secondi. Incredibile come un semplice scambio di sguardi renda tutto così sincronico, armonico.

Ci siamo allontanati. Ho nuovamente desiderato sognarlo, e anche se mi sembra di non esserci riuscito, sono stato bene, perché lì sulla spalla, avevo come un altro cuore che pulsava più velocemente e più intensamente. E il rumore soffocato di questo nuovo cuore, è stato per me come una ninna nanna calmante e rassicurante.

 

L’ho rivisto una settimana dopo, sempre nel solito posto e alla solita maniera. I nostri sguardi si sono incrociati, ci siamo avvicinati per superarci a vicenda, ma proprio in quel momento le sue mani sono scattate sulle mie spalle, facendomi girare verso di lui, e nel tempo che io ho impiegato per capire cosa mi stesse succedendo, la sua bocca ha assaggiato la mia.

Il mio primo bacio, dato ad un estraneo. È stato così meraviglioso che avrei voluto riavvolgere la mia vita molte e molte volte per poter avere molti primi baci.

“Scusami, ma volevo tanto farlo” mi disse. Io non risposi, rimasi muto, ma sapevo che lui capiva che, di scusarsi, non ce n’era affatto  bisogno.

È stato da quel momento, da quel preciso  istante in cui io non ho detto niente, che abbiamo iniziato a conoscerci. Loji veniva dalle terre alte, ed si trovava nel regno dei sette deserti con il solo scopo di cambiare aria. Era il tipo di persona che la gente ama sentir parlare, perché ha un sacco di storie da raccontare, ma che allo stesso tempo non accoglierà mai, perché è uno sporco girovago che non conosce famiglia ed è privo di leggi.

Da quel momento, da quel preciso istante in cui lui mi ha assaggiato, io ho voluto diventare la sua unica legge e l’unica famiglia di cui lui  avesse mai avuto bisogno.

 

Loji è stato il maestro che mi ha iniziato all’amore carnale, il lato della passione che più temevo e che, allo stesso tempo, più desideravo.

È stata una gioia immensa e un immenso dolore sentirlo entrare in me. Ho gridato, e non so ancora se è stato per il male o perché altro. Il suo corpo si abbatteva contro il mio, e aveva scoperto che facendomi soffrire, la mia brama di lui aumentava. E allora lui mi possedeva, mi possedeva come un tiranno possiede i nemici conquistati, e io che lo vedevo come la persona a cui ho dato il mio primo bacio, lo idolatravo.

Ero perso, completamente perso tra le sue fibre, tra le sue parole, tra i suoi respiri affannosi, così simili ad una smorfia bestiale.

Lo amavo alla follia.

Non vedevo nulla di tutto ciò che non era lui. Nulla. Lo amavo e lui mi amava. Mi amava a suo modo, ma mi amava.

 

Abbiamo girovagato molto. Io lo seguivo ovunque lui volesse andare. Incontrammo moltissime persone e visitammo moltissimi luoghi, fino ad oltrepassare i confini dei sette deserti. Ho visto sterminate distese d’acqua e sono rimasto sorpreso  nel trovarle salate. Ho visto zone verdi come cento e più delle nostre oasi.

Ho camminato molto e l’ho seguito sempre.

Ho visto le terre alte, le sue terre, ed è stato bellissimo. Abitano sospesi nel cielo. È meraviglioso. Era una città intera, completamente costruita legno, che galleggiava nell’aria. Vi si accede passando attraverso un arco d’oro, che si trova nell’oasi di Alimaj. Si viene come scomposti in tanti brillanti, e ci si ricompone sotto un arco in legno, nella città di Mala, la capitale delle terre alte. È stato bellissimo guardare giù e vedere le nuvole e il cielo, proprio come noi guardiamo in su… si vede la stessa cosa. E ci sono boschi, e prati, e piccoli laghi, e tutto è sospeso nell’aria, proprio tutto. Sono perfino andato in cielo, per lui… ed è stato bellissimo…

 

È stato durante il viaggio di ritorno che abbiamo conosciuto Alì. Era in sosta ad un’oasi. Era come è sempre stato e sempre sarà. Enorme nel suo portamento e gentile nei suoi modi.

Lui ci ha ospitato senza sapere chi eravamo, ma, in fondo, anche lui era un girovago. Viaggiava per il piacere di avere ricchezze uniche. Viaggiava, perché amava troppo la bellezza per rimanere sempre fermo nel solito posto.

È stato in quel momento, mentre guardavamo le cose belle di Alì, che tutto ha cominciato ad incrinarsi più velocemente.

Loji era più bello che mai, e Alì amava le cose belle. Gli promise che se fosse rimasto con lui, avrebbe potuto avere tutto ciò che desiderava. Oh, sarei potuto rimanere anch’io, perché ad Alì non interessava avere Loji fisicamente, o sentimentalmente, lui lo voleva per mostrarlo, perché era una cosa bella.

Io amavo Loji, ma lui amava sentirsi potente, amava sapere che qualcuno avrebbe fatto di tutto per lui… io avrei fatto di tutto per poter stare con lui…

Fu in quel momento, quando lui prese in considerazione l’idea di rimanere, che io capii di non essere l’unico suo amore, l’unico suo amante…

Alla fine partimmo, dopo due mesi, perché lui si era già stufato di essere solo guardato.

 

Abbiamo viaggiato per tre anni, poi siamo ritornati  nella mia città, la città che ha visto i nostri incontri. E lui mi amava, mi amava sempre allo stesso modo, sempre con lo stesso calore, sempre con la stessa cruda brutalità, sempre… allo stesso modo.

“Promettimi che non mi lascerai mai! “

“Lo prometto!” mi disse, ma non lo pensò.

Passarono due giorni, e quando entrai in casa, lui non c’era, e non ci fu più.

 

L’amore è una così grande illusione… nessuno ti assicura di essere ricambiato, tu devi decidere se è il caso di rischiare, o no… ma alla fine si rischia sempre, perché l’uomo è un essere stupido, e da solo non sa stare.

L’amore è un grande gioco, tu fai vincere l’altro, perché ami vederlo ridere, ma l’altro vince, e poi va a vincere in un altro gioco. Ma tu continui ad amore il suo sorriso, così rimani ad aspettarlo, giocando da solo, ma si aspetta in eterno…

Io ho aspettato, ho aspettato lasciando entrare la sabbia, lasciandola salire perfino sul letto. È stata lei la mia amante, lei è il ricordo di lui, e le sue parole “Lo prometto!”, perché in amore si crede a tutto.

Sono rimasto ad aspettare, e mentre giocavo, continuavo a far vincere il suo spirito incorporeo.

Non mi stancai mai di aspettare, no, perché mentre si sta aspettando, si ha la speranza che ti accompagna sempre, che non ti abbandona mai, ed è una sensazione meravigliosa, perché si è convinti che prima o poi, lui ritornerà.

Non fu così.

 

Partii. Partii perché la speranza cominciava a perdere troppe partite.

Iniziai a camminare e passando davanti al tempio del sole sentii il canto dei sacerdoti dorati:

 

“Quanto bello appari all’orizzonte del cielo!

Tu, Iten  vivente, che per primo hai cominciato a esistere,

nasci dal cielo occidentale e illumini ogni paese con la tua bellezza.

I tuoi raggi abbracciano tutte le terre che hai cerato.

Tu sei lontano ma la tua luce è presso di noi.

Tu stai davanti agli occhi degli uomini,

ma noi non riusciamo a vedere la tua vita.

Quando discendi sotto il cielo occidentale,

la terra resta nel buio e sembra morta.

Allora tace perché colui che l’ha creata riposa

Dietro il suo orizzonte.

Quando si fa giorno e tu ti levi di nuovo e,

nell’immagine da Iten, illumini la nostra giornata,

allora allontani le tenebre e ci doni ancora i tuoi raggi.

Tu sei colui che dà il respiro

E infonde la vita in tutte le creature.

Tu poni ciascuno al suo posto

E gli doni ciò di cui ha bisogno.”

 

Ho capito, che tu sei come il sole, illumini ogni cosa con la tua bellezza. Tu sei lontano, ma la tua luce la vedo proprio qui, nel mio cuore, che non smette di volere il tuo calore.

Quando non ti vedo più, resto nel buio e sembro morto, forse sono morto. Rimango zitto perché tu non sei con me, e allora non ho niente da dire.

Quando tu ritorni, ritorno alla luce anch’io, e tutti i mali spariscono, ma questo deve ancora succedere, tu devi ancora riapparire. Stai creando una notte che la mia anima non riesce a sopportare, e io voglio morire…

 

Me l’avevi promesso. Tu! Me l’hai promesso!

 

E io ho finto, finto di credere che tu abbia detto la verità, che tu non mi  avresti  lasciati mai, che fosse solo un altro dei tuoi viaggi da cui saresti ritornato. È solo che.. non avevo più la forza di aspettare.

Sono uscito dalla mia casa e sono uscito dalla città, perché ho pensato che il deserto era il luogo migliore per cercarti, perché se non ti avessi trovato, sarei morto.

 

 … continua…

 

Disclaimer: storia e personaggi sono completamente miei, ribadisco però che la storia è nata ascoltando “Arabian nights”, una canzone di Sarah Brightman contenuta nel cd “Harem”. Non è comunque una song fiction e la storia non centra pressoché niente con la canzone.

 

Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, per critiche o elogi, per chiarimenti o delucidazioni… io sono sempre qui

 

Saluti!!!