Titolo: Angelo custode
Autore: ki_chan
Parte: 16
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting: pg13


Angelo custode

Capitolo XVI

Sono passate due settimane da quando siamo tornati dalle vacanze e tra me e Fabio non è cambiato nulla. Ci comportiamo come due semplici amici ad eccezione di qualche bacio sulle labbra e qualche carezza. Ma siamo giunti ad una svolta. Mi ha invitato ad uscire insieme. O meglio mi ha detto “Ti va di uscire domani sera?” e sicuramente intendeva noi due da soli. Ammetto di essere un po’ agitato ma non sto più nella pelle.
Ho passato tutto il pomeriggio in giro per negozi per cercare qualcosa di bello da mettermi. Odio andare in giro per negozi da solo ma Fabio certo non potevo trascinarmelo dietro. Primo ho anche disperatamente cercato nel mio guardaroba ma mi sembrava tutto così poco adatto. Alla fine sono tornato a casa con un maglioncino molto carino. Poco sexy ma per vestirmi in un certo modo posso aspettare anche il secondo appuntamento.
Manca ancora un’ora all’appuntamento e io sono già pronto per paura di essere in ritardo. Non so cosa fare per il tempo che rimane. Sono agitato. Ma già mi immagino come andrà la serata, seduti in un angolo appartato di un ristorantino a guardarci felice. Poi mi riaccompagnerà e mi bacerà come Dio comanda… insomma un bacio serio e io felice tornerò a casa e passerò l’intera notte a pensare alle sue labbra sulle mie. Forse una visione un po’ troppo romantica… ma non mi dispiacerebbe se andasse davvero così.
Sto impazzendo dall’attesa quando finalmente suonano al citofono. Corro a rispondere. Per fortuna è Fabio. Mi precipito giù dalle scale e reprimo la voglia di abbracciarlo solo grazie alla presenza di due signore che passavano sul marciapiede.

« Ciao »

« Ciao »

Gli rispondo emozionato senza riuscire a togliermi un sorriso compiaciuto e anche un po’ ebete dalla bocca.

« Oggi è un giorno da scrivere negli annali »

« Perché »

Chiedo stupito. Sperando si riferisca al fatto che è il nostro primo appuntamento.

« Non ti sei fatto aspettare per ore… dimmi, sei sicuro di sentirti bene? »

« Ma piantala. Piuttosto dove andiamo? »

« In pizzeria. Prima però dobbiamo passare a prendere Gabriele »

« Gabriele? »

« Si. Martina non viene perché ha la febbre così gli ho detto che passavamo a prenderlo. »

Che stupido che sono… dovevo capirlo subito che non era un appuntamento ma una semplice uscita tra amici. Fabio però poteva anche essere più chiaro avrei evitato di illudermi e sentirmi uno schifo ora. Fabio mal’interpreta il mio silenzio e dice:

« Non credevo ti desse fastidio. Siamo sempre passati a prenderlo… »

« Ma no figurati. Non mi da fastidio! »

Abbozzo un sorriso ma credo sia solo una smorfia. Lungo tutto il tragitto in macchina cerco di essere più naturale possibile ma non faccio altro che ripensare a quanto sono stato stupido e la tristezza aumenta.
Mentre siamo fermi sotto il portone di Gabriele, Fabio mi dice:

« Andrea che cos’hai? »

« Niente »

« Non hai detto una parola da quando siamo saliti in macchina e questo non è certo da te. In più hai un’espressione così triste … »

« Non preoccuparti ho solo mal di testa »

Mento per giustificare il mio umore. Non voglio dirgli la verità

« Possiamo chiedere a Gabriele se ha in casa un’aspirina »

« Non ce n’è bisogno! »

« Sicuro? »

« Si »

Sorride dolcemente e appoggiandomi la mano dietro la nuca mi attira verso di se. Mi da un leggero bacio sulla fronte mentre mi accarezza il collo e la testa. Scende poi a baciarmi la guancia e infine la bocca, dandomi piccoli baci. Mi sento felice e per un po’ dimentico anche la questione dell’appuntamento.
Ci accorgiamo dell’arrivo di Gabriele troppo tardi. Quando sentiamo il rumore di una portiera che si apre ci allontaniamo di scatto entrambi in imbarazzo.
Gabriele, che probabilmente prima di entrare in macchina non si era accorto di nulla, a disagio dice:

« Vi ho interrotto? »

Fabio facendo finta di essere arrabbiato dice:

« Si Gabriele! Come sempre hai un tempismo impeccabile »

Fortunatamente Gabriele e Fabio parlano per il resto del tragitto in macchina. In questo modo non si nota molto il mio umore nero anche se Fabio ogni tanto volta lo sguardo verso di me forse preoccupato per il mo mutismo.
Davanti alla pizzeria ci aspettano Fabrizio e Giacomo, anche loro giocatori della squadra di pallanuoto.
Per il resto della serata cerco invano di scherzare ma proprio non ce la faccio. A metà della pizza Fabrizio con candore mi chiede:

« Ma voi due vi siete messi insieme? »

Mi sento gelare a quelle parole. Non so cosa rispondere. Con il viso in fiamme mi volto verso Fabio sperando che risponda lui ma Fabio ha lo sguardo fisso sul tavolo. Un moto di rabbia e vergogna mi assale mentre rispondo:

« No, no … cosa ti viene in mente? »

« Scusa per essermi impicciato. Sembrate più intimi, ecco. Non volevo mettervi in imbarazzo… »

Il resto della serata finisce peggio di come era cominciata. Oltre che sentirmi stupido sono anche arrabbiato con Fabio. Mi tratta come se fossi un semplice amico. Non me lo merito. Si vergogna di me questa è la verità. L’ho capito quando non mi ha voluto guardare negli occhi. E dal fatto che non mi ha ancora invitato ad uscire.
Demoralizzato mi alzo e vado in bagno. Mi sciacquo la faccia sperando di trovare un po’ di calma senza però ottenere un gran risultato. Non voglio tornare di là con gli altri, non credo di essere capace di far finta di niente … oddio mi sa che per tutta la serata non sono stato in grado di sembrare normale.
Sto cercando il coraggio per uscire dal bagno quando entra Gabriele. Mi sorride e dice:

« Cosa succede? »

« Perché? »

« Sei triste e sembri anche arrabbiato con il mondo intero »

« Ti sbagli! »

« Ce ne siamo accorti tutti e siamo preoccupati … soprattutto Fabio »

« Allora perché non è venuto lui? »

« Allora è lui il problema?! »

« Forse… »

« Forse?! »

« Non ho voglia di parlarne! »

La verità è che mi vergogno troppo per dirglielo. Io stesso mi sento uno stupido figuriamoci cosa potrebbe pensare lui.

« D’accordo. Ma almeno parlane con lui. Non mi piace vederti così disperato »

« Non dovresti preoccuparti per me »

« Come potrei. Ormai mi sono affezionato a te! Torniamo di là, ora… »

« Tu vai, io rimango qui ancora un po’ »

« Forza, andiamo! »

Dice trascinandomi fuori praticamente di peso. Quando ci si mette è un pochino troppo dittatoriale. Ma almeno sa sempre quando ho bisogno di essere costretto a fare qualcosa.
Quando usciamo dalla pizzeria Giacomo propone di andare a bere qualcosa in un locale. Sono tutti d’accordo ma io non vedo l’ora di tornare a casa e dico:

« Io preferisco tornare a casa. Ma non fatevi problemi, andate voi »

Fabio mi guarda stupito ma si affretta a dire:

« Vado a casa anch’io, allora »

« Non è necessario. Torno a casa con il tram »

« Non essere stupido. Ti accompagno a casa volentieri »

« Ti ho detto che torno a casa da solo! »

Per poco non ci mettiamo a litigare ma alla fine Fabio ha la meglio e mi riaccompagna a casa mentre gli altri vanno in un locale sui navigli.
Quando parcheggia sotto il mio portone mi limito a salutarlo ed esco dalla macchina ignorando Fabio che mi chiama. Sceso dalla macchina mi raggiunge e dice:

« Non puoi andartene così. Dobbiamo parlare »

« Di cosa? »

« Del perché ti sei arrabbiato. »

« Non sono arrabbiato, sono solo nervoso! »

Fabio non dice nulla ma sembra poco convinto. Lo saluto apparentemente distratto ed entro nel portone. Quando entro in casa mio padre è ancora alzato. Mi saluta stupito di vedermi a casa così presto. Non lo saluto nemmeno e mi chiudo in camera mia. Non faccio altro che pensare all’espressione di Fabio quando l’ho salutato. Mi sento in colpa e allo stesso tempo sono arrabbiato con lui. Ma presto la rabbia svanisce e rimane solo quel senso di disagio e di tristezza. Ho esagerato come sempre e l’ho fatto soffrire. Ora non so cosa fare. E’ ormai notte fonda quando mi decido e a prendere il cellulare e chiamarlo. Lo lascio suonare a lungo ma non mi risponde.
Forse sta dormendo dato che sono le due di notte. Si deve essere così! O forse non vuole parlare con me. Si, deve essere così. Si sarà arrabbiato e ora non vuole più saperne! Se prima mi sentivo uno schifo ora sto molto peggio. Paso la notte praticamente insonne. Sono le sette di mattina quando gli mando un sms nel vano tentativo di scusarmi con lui. L’ho riscritto una decina di volte ma continua a non convincermi. Gli ho scritto che sono uno stupido e che mi dispiace per il modo in cui l’ho trattato e per finire gli dico che la prossima volta potremo uscire noi due da soli.
Passo un’ora intera a fissare agitato il display del cellulare in attesa della risposta che appena arriva mi fa esultare e temere allo stesso tempo. Agitato apro il messaggio e leggo:

“ Ora sono più tranquillo! Passo da te più tardi, ok? Dobbiamo parlare “

Quel ‘dobbiamo parlare’ mi lascia molto inquieto. Mi fa penare per due lunghissime ore. Tanto che quando suona alla porta sono quasi isterico oltre che schifosamente pieno di tutto il cibo che mi è capitato sotto mano. Quando sono nervoso tendo a mangiare come un maiale e in due ore si riescono a mangiare tante cose!

Lo accolgo con un sorriso titubante e ci dirigiamo in camera mia. La prima cosa che mi dice è:

« Sono un po’ di fretta perchè fra due ore ho una lezione ma volevo vederti »

« Hai fatto bene a passare! »

Fabio sembra a disagio e ne capisco il motivo quando dice:

« Riguardo a quello che hai scritto nel messaggio. Sei sicuro di voler uscire con me? »

« Perché mi fai una simile domanda? »

« Non vorrei che tu non fossi pronto… »

« Pronto per cosa? Per passare una serata con te? Abbiamo fatto di tutto insieme perché non dovrei essere pronto per questo? »

« E’ molto diverso! »

« Sai invece io cosa credo? Che tu non voglia uscire con me! »

« Cosa? »

« Ti vergogni di me, non è così? »

« Che stupidaggini stai dicendo?! »

« La storia dell’appuntamento e ieri quando Fabrizio ha chiesto di noi. »

« Sei tu che hai negato non io! »

« Ho negato perché tu ti vergognavi! Non mi hai nemmeno guardato in faccia. »

« Non ti ho guardato perché non volevo influenzarti sulla risposta. E poi scusa, di cosa dovrei vergognarmi? Sanno che sono gay e che ti sono sempre venuto dietro. Tu invece? »

« Io? Certo che non mi vergogno di te! »

« La questione non è se ti vergogni di me ma se ti vergogni di dire che sei insieme ad un ragazzo! »

« Io… io… no! »

Gli dico anche se non completamente convinto. Fabio mi regala un pallido sorriso prima di dire:

« Dovresti cominciare a fidarti di me! »

« Io mi fido di te! »

« Allora non tenerti sempre tutto dentro. Mi hai fatto star male per una notte intera per una cretinata simile. Se me lo avessi detto ieri sera avremmo potuto chiarire subito tutto. »

« Lo sai che ho un caratteraccio! »

« Lo so fin troppo bene! »

« Sei arrabbiato? »

« No »

Sono felice anche se mi sento stupido ma ormai è la regola. Mi avvicino e trovando un coraggio che non pensavo di avere gli sussurro tremendamente in imbarazzo:

« Baciami »

« Sei bellissimo quando arrossisci »

Non faccio in tempo a ribattere che mi zittisce con un bacio. Un semplice e troppo casto bacio. Deluso dico:

« Ti sembra un bacio? »

Istintivamente nascondo il viso sul suo petto troppo in imbarazzo per sostenere lo sguardo stupito di Fabio.

« Se ti nascondi come faccio a baciarti? »

Mi allontano ancor più in imbarazzo ma quando vedo il suo viso farsi sempre più vicino al mio non penso più a nulla. Ho il cuore che batte all’impazzata e smetto di respirare. Quando le sue labbra fresche si posano sulle mie non riesco più a percepire nulla se non le sue labbra.
Quando mi lecca le labbra, apro la bocca titubante ed eccitato allo stesso tempo. Rispondo timido a quella piacevole intrusione che dura fino a quando ci allontaniamo entrambi senza fiato.
Ho le gambe che sembrano gelatina e il cuore che non accenna a rallentare i battiti ma sono felice.
Fabio mi accarezza la guancia guardandomi con dolcezza cercando al contempo di capire le mie razioni. Lo rassicuro con un sorriso compiaciuto.

Fabio guarda preoccupato l’orologio e dice:

« Devo assolutamente scappare o arrivo tardi. »

« Okay, ci sentiamo »

Dico deluso dato il troppo poco tempo a nostra disposizione. Lo accompagno fino alla porta ma prima di uscire Fabio dice:

« Ti va se stasera usciamo? »

« Noi due da soli? »

Chiedo speranzoso.

« Noi due da soli… »

« A che ora passi a prendermi? »

« Ti faccio sapere »

Lo saluto felice e mi precipito a letto. Devo riposarmi o stasera sarò peggio di uno zombie.


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