Titolo: Angelo custode
Autore: ki_chan
Parte: 15
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting: pg13


Angelo custode

Capitolo XV

Quando mi sveglio sono le 11 passate… E’ strano che nessuno mi abbia svegliato prima. Ma la cosa sorprendente è che Fabio è ancora a letto. Probabilmente non si è alzato perché gli sto praticamente dormendo addosso ma mi piace pensare che sia rimasto a letto per aspettare che mi svegliassi.
La situazione è alquanto surreale. Le persiane sono aperte ed entra un bel sole caldo (mi chiedo come ho fatto a dormire fino a quest’ora con tutta questa luce). Fabio ha la schiena appoggiata sui cuscini e con una mano sorregge il libro che sta leggendo, mentre l’altra è appoggiata sulla mia schiena.
Io, per l’appunto, ho il viso appoggiato sul suo petto e le mani artigliate alla sua maglietta. Nella stanza c’è insolitamente caldo e un buon profumo di legna bruciata. Che ci sia lo zampino di Gabriele?
In quel momento Fabio distoglie l’attenzione dalla lettura e si accorge che mi sono svegliato. Mi sorride dolcemente mentre mi accarezza, quasi impercettibilmente, la schiena. Riesco a stento a ricambiare il sorriso troppo stupito e scosso dalle tonnellate di adrenalina e ormoni che il mio corpo stupidamente ha pensato bene di produrre in quell’istante.

« Perché sei arrossito? »

Mi chiede tra lo stupito e il divertito. Scuoto la testa e non so nemmeno se per negare l’evidenza, per chiedergli di farmi il favore di non infierire sul mio già precario stato emotivo o cos’altro. Mi allontano dal suo petto decisamente troppo comodo e mi sorreggo su un braccio restando però sul fianco in modo da poterlo guardare.
Mi chiedo come possa essere così tranquillo e rilassato in una situazione simile. Io sono decisamente nervoso e a disagio. Non certo perché non mi piaccia ma perché non so cosa dire o cosa fare.
Sono combattuto sull’eventualità di coricarmi nuovamente o svignarmela, ma l’insistente bisogno di andare in bagno mi fa optare (senza troppa fatica ad essere sincero) per la seconda. Mi alzo dal letto e senza dire una parola esco dalla camera e vado in bagno. Quando torno Fabio è ancora nella stessa posizione di prima. Questo certo non mi facilita le cose… ora infatti non so cosa devo fare. Dopo parecchi istanti, decisamente molto imbarazzanti, in cui sono rimasto immobile sulla porta come uno stupito decido di andare a sedermi sul letto.
Devo dire che come soluzione non è niente male. Non rischio di sembrare sfacciato nel cercare un’intimità ancora precoce ma nemmeno di sembrare frigido e insensibile fregandomene di lui.
Seduto sul letto a gambe incrociate cerco invano tra le trame del disegno della trapunta uno spunto per cominciare uno straccio di conversazione perché questo silenzio mi sta uccidendo. Giuro che nella prossima vita scelgo come compagno qualcuno logorroico così questi silenzi me li risparmio!
Forse grazie ad un’illuminazione divina trovo qualcosa da dire che non sia troppo banale o senza senso:

« Perché le altre mattine te la sei svignata prima che mi svegliassi? »

Fabio distoglie l’attenzione dalla lettura e mi guarda un po’ stupito. Bene, mi sa che ho detto una stupidata. Lo sapevo!!! Lo sapevo!!!

« Pensavo potesse essere imbarazzante per te svegliarti tra le mie braccia »

« Beh … anche stamattina è stato imbarazzante … oddio, lo è ancora!! »

« Trovi sempre motivi assurdi per imbarazzarti! »

« Stamattina sei rimasto… »

« Stamattina è diverso. »

Già, molto diverso ... Ricomincio a studiare i disegni (un po’ assurdi per la verità) della trapunta sentendomi stupidamente a disagio. E’ Fabio a parlare nuovamente:

« Dobbiamo parlare »

« Di cosa? »

Sembra leggermente a disagio quando comincia a parlare:

« Posso capire se l’hai detto solo per farmi contento e ora non ne sei più tanto convinto. Capisco se vuoi tirarti indietro … »

« Questa è tutta la fiducia che hai in me? »

« Andrea ti conosco e so cosa vuol dire all’improvviso rendersi conto di … di essere innamorato di un uomo. Se hai dei dubbi meglio non cominciarla affatto questa relazione… »

« Non ho dubbi. Ho paura, quella sì. Ma ho solo bisogno di un po’ di tempo per abituarmi all’idea di… di… fare determinate cose con te. »

Mi sorride in imbarazzo e io davvero mi sciolgo. Mi avvicino a lui appoggiando la testa sulla sua spalla e piano gli dico:

« Per una volta cerca di non preoccuparti! »

« Tu mi fai paura. Sei imprevedibile e dissennato, come faccio a non preoccuparmi?! »

« Beh … ora sono il tuo ragazzo, no?! Dovrai farci l’abitudine »

Dove ho trovato il coraggio di dire una cosa simile davvero non lo so, ma ora mi sento uno strano formicolio allo stomaco che si moltiplica all’infinito quando Fabio sorride prima di darmi un bacio sulla fronte. Dice un semplice ‘si’ che però mi chiedo se ha pronunciato davvero o è solo frutto della mia immaginazione.

*** ***

Mentre Fabio si fa la doccia io scendo in cucina dove trovo Gabriele alle prese con la preparazione del pranzo e Martina che ride come una matta della sua totale incapacità. Appena Martina mi vede smette di ridere e con occhioni sbrilluccicosi mi chiede:

« Allora? »

Capisco subito a cosa si riferisce. All’inizio vorrei liquidare la domanda con una frase di circostanza ma il suo sguardo speranzoso e la consapevolezza che è anche merito loro se le cose si sono risolte, dico:

« Ci siamo chiariti e… e… »

Oddio non riesco proprio a dirlo!! Sono troppo imbarazzato.

« Cosa? »

La fa facile lei!! Insomma è… è…
Infondo è una cosa semplice, sono io che sono uno stupido!
“Ci siamo messi insieme” semplice, veloce, chiaro. Allora perché non riesco a dirlo?
Martina sorridendo dice:

« Ho capito, avete fatto l’amore »

« No!! No!! Che dici!! Ci siamo messi insieme ma non abbiamo fatto nulla!! »

Oddio l’ho detto! Beh, non era poi tanto difficile.

« Sei tutto rosso! Come sei tenero! »

« Gabriele vai al diavolo! »

Sorride divertito e con un tono incredibilmente dolce dice:

« Sono davvero felice per voi! »

« Grazie! »

Passiamo il resto della giornata, l’ultima della nostra vacanza, nel giardino che in realtà è un prato enorme ricoperto di neve. Cominciamo con l’idea di fare un enorme pupazzo di neve che si trasforma presto nel fare quattro distinti pupazzi di neve in una specie di gara a chi fa il pupazzo più bello. La cosa degenera e ci ritroviamo a tirarci palle di neve in una lotta all’ultimo sangue tutti contro tutti.
E’ ormai sera quando esausti torniamo in casa. Questa volta tocca a me preparare la cena. Decido di preparare la minestra. Sicuramente non il cibo più gustoso del mondo ma sicuramente molto adatto a chi è praticamente congelato dopo aver passato il pomeriggio nella neve.
Per poco non mi taglio un dito nell’affettare la verdura, procurandomi le attenzioni di Fabio che con fare molto protettivo mi medica il taglio. Alla fine la minestra è molto buona e viene apprezzata anche dagli altri.
Finito di mangiare Martina e Gabriele vanno subito in camera da letto. A far cosa non l’hanno detto ma certo si può immaginare. Fabio ed io ci mettiamo sul divano a guardare la televisione ma c’è ben poco da guardare o forse sono io che sono particolarmente distratto. Più che distratto sono proprio preoccupato… terrorizzato rende meglio!
Prima o poi dovremmo andare in camera anche noi e io non ho la più pallida idea di come mi devo comportare. Certo, un comportamento naturale sarebbe la cosa migliore ma ne sarò davvero capace? E se Fabio volesse già iniziare ad approfondire la nostra relazione? Cosa sarebbe il caso di fare? So già cosa succederà, sarò preso dal panico e comincerò a comportarmi in modo stupido e Fabio sarà tanto dolce da non prendersela ma comincerà a ridere o peggio prendermi in giro e io rovinerò la prima notte insieme. Oddio, detto così sembra la prima notte in cui facciamo l’amore. Ma io non voglio fare l’amore con lui, non subito almeno … credo, non lo so.
Preso come sono dalle mie elucubrazioni finisco per non accorgermi del tempo che passa. Me ne rendo conto solo quando Fabio mi dice:

« Andiamo a dormire? »

« Eh?? »

« Stai già dormendo? »

« No, ero soprapensiero »

« A cosa stavi pensando? … alle posizioni da provare stanotte? »

« Ma che dici?? »

« Ho indovinato!! »

« Noooooo!!! »

« Allora dimmi a cosa stavi pensando »

« A niente!! »

« Ho ragione io! »

« Ma piantala »

Dico scherzosamente mentre mi alzo e faccio per andarmene in modo da uscire da questa situazione decisamente imbarazzante. Fabio però cerca di trattenermi afferrandomi per un polso. Mi divincolo e dico:

« Non ti sarà semplice prendermi »

Per un buon quarto d’ora corro per tutta la casa tentando di fuggire a Fabio che mi insegue senza mai riuscire a prendermi. Ma alla fine devo cedere alla stanchezza. Mi fermo per riprendere fiato ma Fabio non ha pietà di un povero moribondo e abbracciandomi da dietro mi dice:

« Spiegami perché sei scappato e soprattutto perché io ti sto inseguendo da mezzora per tutta la casa come uno stupido? »

Non riesco a trattenermi e comincio a ridere presto seguito da Fabio. Non ci muoviamo di un millimetro anche quando le risate cessano e cala il silenzio. La stretta di Fabio si fa impercettibilmente più stretta mentre mi dice:

« E’ strano … ma no lascia stare! »

Mi da un leggero bacio fra i capelli e mi lascia libero facendo qualche passo indietro. Mi volto e gli chiedo:

« Cosa è strano? »

« Abbracciarti, guardarti… anche solo starti vicino e sapere che tra noi c’è qualcosa che va oltre l’amicizia »

« C’era anche prima solo che non era ufficiale … »

Fabio sorride e scherzosamente dice:

« Allora perché non potevo fare le porcate con te? »

« Non le puoi fare nemmeno adesso!!! Maniaco!! »

« Andiamo in camera, va! »

La frase che speravo di non dover sentire.
Lo seguo in silenzio fino in camera. Mi stupisco del fatto che sembra la persona più tranquilla del mondo. Io invece sembro posseduto.
Fabio va subito a letto mentre io temporeggio facendo finta di sistemare le ultime cose nella valigia. Ma presto finiscono anche quelle. Dopo aver tirato fuori e rimesso dentro tutto due volte non so più che fare.
Mi sento stupido ma non posso farne a meno. La cosa più sensata sarebbe andare a letto e finirla lì ma non ce la faccio proprio.
Mi viene in mente che potrei mandare un sms a mio padre per avvertirlo che domani tornerò a casa. Una telefonata sarebbe stato meglio ma non ho abbastanza soldi nel cellulare. Scrivo il messaggio ma penso a tutt’altro. Quando appoggio il cellulare sul comodino mi tremano un po’ le mani.
Non ho più scuse ora. Devo per forza andare a letto. Non che abbia paura che mi salti addosso, per carità, ma non ho la più pallida idea di come devo comportarmi e soprattutto cosa si aspetta Fabio da me. Devo far finta di niente e coricarmi dalla mia padre oppure devo “invadere la sua parte di letto”?

« Perché sei teso? »

La sua voce mi fa letteralmente trasalire. Mi volto verso di lui e semplicemente dico:

« Non sono teso … Sto proprio avendo una crisi di panico! »

« Perché? »

« Perché?? Mi chiedi perché? Non ci arrivi anche da solo? »

« Pensi troppo e ti fai problemi che non esistono! Non hai motivo di preoccuparti! Non ho intenzione di fare niente stanotte! Scherzavo prima … »

« Lo so! Non è quello. E’ tutto l’insieme, la situazione … Non so cosa devo fare, non so come comportarmi! »

« Fai quello che ti senti di fare »

Già … cosa voglio io? Voglio che mi stia vicino, che mi abbracci. Voglio sentirlo accanto a me. Già ma a lui basta?
Mi sa che ha ragione lui, penso troppo!! Siamo insieme da un giorno e già mi faccio tutte queste paturnie!
Finalmente mi corico anche se poco convinto e non molto meno nervoso di prima. Rimango immobile con i muscoli in tensione e probabilmente un’espressione orribile per una buona mezzora, tempo che Fabio passa a leggere quell’onnipresente libro … chissà se è davvero così interessante.
Quando Fabio chiude il libro e lo appoggia sul comodino penso che forse lo strazio è finito. Lui spegnerà la luce, si coricherà e farà finta di nulla. Io troverò un po’ di pace e forse non morirò di infarto.
Fabio spegne la luce ma invece che mettersi a dormire buono buono si avvicina a me e mi sussurra:

« Buona notte »

I nostri corpi non si toccano ma sono molto vicini. Mi sento avvampare e stupidamente non rispondo nulla. Fabio si allontana forse arrabbiato o scocciato non ne ho idea dato che non posso vedere il suo viso. L’idea che possa davvero essersi arrabbiato mi fa stare peggio di prima. Una vocina dentro di me dice che Fabio è troppo dolce per arrabbiarsi per una cosa simile ma la paura ha il sopravvento.
Titubante mi sposto per avvicinarmi. Gli appoggio una mano sul petto che viene subito catturata da quella di Fabio che si posa sopra la mia.

« Io … »

Parlo ma non so nemmeno per dire cosa. Ma Fabio, vedendo la mia esitazione e forse capendo le paure che ho mi dice:

« Solo quello che ti senti. Non mi arrabbierò se preferisci dormire dalla tua parte »

« Sei troppo buono! Non credo proprio di meritarti. »

« So cosa stai passando. Non è facile per te e lo capisco! »

Non puntualizzo sul fatto che quello che mi preoccupa in questo momento non è il rapportarmi alla mia ormai innegabile omosessualità. Per quello avrò sicuramente molte altre occasioni per farlo. Adesso quello che mi preoccupa è quello che potrebbe pensare di me se facessi o non facessi determinate cose. Non vorrei fare cose stupide che finiscono per farlo soffrire.
Mi sistemo meglio contro di lui e rimango lì tutta la notte senza muovermi di un millimetro.
Il mio sonno non è del tutto tranquillo tanto che mi sveglio un paio di volte durante la notte in seguito a dei brutti sogni.
Mi sveglio a mattina inoltrata (così la definisce Fabio, per me le nove e trenta di mattina è ancora notte fonda!). Fabio gironzola mezzo nudo per la camera alla ricerca di non so cosa barbellando per il freddo. Una scena alquanto irreale ma decisamente piacevole. Quei boxer gli esaltano la forma degli addominali e dei fianchi. Non che abbia bisogno di esaltarli.
Sorrido involontariamente mentre non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Passano almeno cinque minuti prima che si accorga del mio sguardo alquanto indiscreto.

« Ben svegliato! … hai visto i miei vestiti? »

« No. Cosa ti sei fatto al braccio? »

Chiedo vedendo dei segni rossi sul braccio che sembrano dei graffi.

« Dovresti saperlo … sei stato tu! Stanotte mi hai infilato le unghie nella carne!! »

« … »

« Evidentemente hai della rabbia repressa che sfoghi durante la notte!! Si spiegherebbe perché mi graffi e mi tiri i calci »

« Invece di torturare il sottoscritto trovati dei vestiti che sei indecente! »

« Piacevolmente indecente o solo indecente? »

« Che domanda stupida! »

« Alla quale però tu non vuoi rispondere … »

Mi alzo dal letto facendo finta di niente. Mi vergogno decisamente troppo per dirgli che è ben più che piacevole.
Mi stiracchio inarcando tutta la schiena. Fabio mi si avvicina e prendendomi per i fianchi mi dice:

« Anche tu sei decisamente indecente! »

« Piacevolmente? »

Ovviamente non mi risponde e mi attira a se abbracciandomi. Appoggio il viso sul suo petto. La pelle è liscia e morbida come seta, ma fredda. Si starà congelando. Allontano il viso e mi volto per dirgli di darsi una mossa a coprirsi. Inaspettatamente mi trovo il suo viso a pochi centimetri dal mio. Rimango immobile, il viso in fiamme e il cuore in gola. I suoi occhi sono fissi nei miei. Rimaniamo in quella posizione per qualche secondo ma il tempo sembra dilatarsi all’infinito. E’ Fabio a muoversi per primo. Sento le sue labbra fresche sulle mie. Un semplice bacio molto simile a una delicata carezza. Breve … troppo breve. Si allontana quasi subito. Decisamente in imbarazzo mi dice:

« Vado a vedere se ho lasciato i vestiti in bagno »

Esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle mentre io rimango immobile nella stessa posizione in cui mi ha lasciato con il cuore in gola e le gambe che sembrano gelatina. Quando riesco a riprendermi dallo shock l’unica cosa che riesco a pensare è che sono un grandissimo stupido!! Non dovevo lasciarlo andar via così!!
Fabio torna, vestito, dopo una buona mezzora e dubito che ci abbia impiegato così tanto tempo solo per trovare i vestiti e indossarli. Da parte mia non ho fatto altre che stare steso sul letto a maledirmi e a cercare le parole giuste.

« Sei ancora in pigiama? Guarda che si parte fra un’ora »

« Fabio, io … sì, insomma… riguardo a quello che è successo prima… »

« Lo so! Scusa, non avrei dovuto baciarti! »

« No, no non è quello! Volevo scusarmi per essermi comportato in quel modo. Non è che non mi piacesse solo mi ha preso alla sprovvista! »

« Stupido! Non hai motivo per scusarti. »

E’ decisamente troppo accondiscendente per meritarmelo, davvero!!

Il viaggio passa in fretta tra un discorso e l’altro e senza nemmeno accorgermene arriviamo a Milano. Dopo aver portato a casa Martina e Gabriele, Fabio ferma la macchina sotto il mio portone. Rimaniamo in un imbarazzante silenzio per qualche minuto. Forse dovrei salutarlo e dargli un bacio.
Non è così semplice!
Alla fine prendo coraggio e mi sporgo verso di lui e gli do un bacio sulla guancia.

« Ciao »

Ricambia semplicemente con un sorriso. Gongolo per tutto il tragitto che mi separa dall’appartamento e non sento nemmeno la fatica di trascinarmi dietro per quattro piani le due valigie pesanti una tonnellata ciascuna.


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