Questa fic è tradotta dall'inglese da Vitani, tutti i personaggi appartengono a Kazuya Minekura

 


Adolescenze

parte I

di Abelle tradotta Vitani


Hakuryu era stato guidato per quelle che sembravano otto ore filate oggi, senza segni apparenti di una città nelle vicinanze. Ora, la notte era calata, e il gruppo avrebbe apprezzato la vista della luna piena nel cielo se non fosse stato per il loro nervosismo, la loro fame e il dolore dei loro fondoschiena per essere stati seduti troppo a lungo nella jeep, specialmente Sanzo, che ebbe un leggero capogiro. A peggiorare i problemi, aveva iniziato a piovigginare, e non c’erano  ancora segni di un hotel, anche solo di un piccolo villaggio. Soltanto Cho Hakkai era rimasto sveglio, Sanzo e gli altri si erano addormentati.

 

Son Goku stava scomposto sul suo sedile e cambiò la sua posizione (o meglio, ci provò) in modo da avere un sonno più confortevole. Concluse piantando dolorosamente il suo gomito nelle costole della persona vicino a lui, costringendo l’uomo a guaire e poi a guardarlo nervosamente di traverso. Goku scelse di ignorare la testa rossa e concentrarsi invece sui chiari capelli biondi che erano direttamente nel suo campo visivo, sapendo che soddisfare il suo desiderio di dormire era ora totalmente impossibile per via dello spazio troppo stretto nei sedili posteriori, e per via delle gocce di pioggia che cadevano leggermente lungo il suo viso.

 

I capelli di Sanzo sembrano un panino con carne di maiale. Goku inghiottì, ipnotizzato. Illusioni iniziarono a danzare di fronte a lui, da riempire di cibo la sua bocca per soddisfare il suo insaziabile appetito per solo Dio sa quanto tempo. Tagliatelle, minestra, gnocchi e panini caldi, continuavano a sparire ed apparire anche quando Goku faceva del suo meglio per acchiapparli, ovviamente, invano. I capelli di Sanzo... panini con carne di maiale... Goku allungò lentamente la mano, le sue dita leggermente tremanti per l’insopportabile fame. Ai suoi occhi dorati, i capelli di Sanzo si trasformarono all’istante in un magnifico tondo panino con maiale, la cui vista tentatrice  fu troppo per Goku da sopportare. Con un mugolio, facendo sobbalzare Hakkai che stava guidando e Gojyo che si svegliò con un sussulto, Goku saltò immediatamente dal suo sedile con l’intento di masticare via ogni pezzo dei bei capelli di Sanzo... solo per fermarsi bruscamente quando si trovò a stare ad occhi spalancati contro la canna di una pistola.

 

“Che cosa diavolo pensi di stare facendo?” Chiese in tono debole il panino con maiale. L’illusione del panino con maiale svanì nell’aria leggera, e quello che ne prese il posto, era un acido viso completato con capelli biondi che lo osservava come se avesse potuto sparargli in qualunque momento. Lo stomaco di Goku scelse quel preciso momento per brontolare profondamente, guadagnando un ‘ch!’ da Sanzo che rimise la pistola al suo posto. Senza un’altra parola, Sanzo si voltò e incrociò le braccia sul petto, guardando di traverso a nessuno in particolare. Gojyo si limitò a scuotere la testa e riprese la sua dormita, per una volta, passando sopra all’opportunità di irritare il diciottenne. Goku, dall’altra parte, stava soffrendo. Sono così affamato, mugolò dentro di sé, temendo ogni minuto di stare impazzendo. Non sapendo cos’altro fare, si piegò in avanti.

 

“Hakkai,” si lagnò. “Quando raggiungeremo la città più vicina?” Un altro brontolio  dal suo stomaco supportò quella domanda. Dovunque intorno a lui, c’era fango e sabbia, la polvere turbinava dappertutto a causa delle raffiche di vento che si levavano in continuazione, anche negli occhi di Goku. Lui era già mezzo bagnato per la pioggerella, e se questo fosse continuato per un’altra ora, Goku non sarebbe mai stato in grado di sopportarlo ancora.

 

“La città più vicina?” Hakkai controllò la mappa. “Direi... non prima di domani pomeriggio,” cinguettò, il suo sorriso neanche una volta vacillante. Goku si colpì irritato il viso con le mani, mentre una vena pulsante esplodeva sulla sua fronte. Hakkai è per caso felice di questo? La sua testa stava cominciando a girare, probabilmente perché aveva pensato troppo durante l’intero viaggio. Ho bisogno di cibo... cibo... cibo! Cadde indietro sul suo sedile e mise il broncio. Come se non bastasse, la testa di Sanzo si era nuovamente tramutata in un panino con maiale. Goku gemette.

 

“Bene, una cosa è certa,”  asserì Hakkai con noncuranza, senza staccare mai gli occhi dalla strada. “Con i nostri approvvigionamenti di cibo e acqua andati, non possiamo stare così l’intera notte.” Si girò verso Sanzo con occhi preoccupati. “Dovremmo passare per la Foresta di Eden entro quindici minuti. Ti va bene di trovare rifugio lì?”  Senza alcun avviso, la leggera pioggerella divenne presto un violento acquazzone. Tutti e quattro vennero inzuppati d’acqua all’istante. Sanzo mise via i suoi occhiali da lettura e il giornale, restando scontrosamente in silenzio. “Devo prenderlo per un sì?” Hakkai sorrise nervosamente.

 

Nel momento in cui la jeep si fermò vicino all’entrata della foresta, Goku scese dalla jeep, si fece strada attraverso i rami e se ne andò a cercare cibo. Corse dritto nel profondo centro della foresta, il profondo ruggito emesso dal suo dolorosamente vuoto stomaco che sovrastava gli irritati richiami ed esclamazioni dei suoi compagni. I suoi capelli erano inzuppati con un misto di acqua e sudore, restando ai lati delle sue tempie mentre si affrettava in una parte della fitta foresta alla ricerca del suo agognato nutrimento. Cibo! Diamine, non posso sopportarlo un altro po’! Hey, cos’è questo? ... funghi velenosi? Nah. Goku gettò gli immangiabili funghi sopra la sua spalla ed esaminò i cespugli per qualcosa di commestibile. Era talmente preso dalla sua caccia che il pensiero di perdersi e restare separato dal suo gruppo di compagni non l’aveva minimamente sfiorato. Un lampo blu brillante catturò allora il suo sguardo, e si voltò istintivamente verso sinistra, con gli occhi larghi quando vide un immenso fiume che si stendeva da un’estremità all’altra. Il riflesso della tonda luna piena era chiaro come l’acqua stessa. Acqua! Goku si dimenticò dei cespugli e si incamminò verso quella zona. Assetato, si abbassò e bevve la deliziosa acqua, felicemente consapevole che questa non era un’illusione che la sua mente aveva progettato.

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Sanzo sentì i primi segni della sua tempra ardere come spostò rudemente i ramoscelli e rami via dal suo viso. Era stato, in qualche modo, costretto da Hakkai and Gojyo, che testardamente erano rimasti indietro, a trovare la stupida scimmia. Ora come ora, avrebbe potuto giurare di stare camminando in cerchio nella foresta, senza alcun segno di Goku da qualche parte. La sua febbre si era seriamente alzata, facendo provare a Sanzo sia caldo che freddo, completata con un tremendo mal di testa. Sanzo smise di muoversi. Si sostenne debolmente, mentre in quel momento la sua temperatura corporea si alzava ferocemente. Sanzo cercò di calmare il suo respiro. Stupida pioggia. Il suo viso era una vittima dei piccoli graffi che gli aguzzi ramoscelli avevano fatto, e per la seconda volta, Sanzo giurò che avrebbe sparato a Goku. Se l’avesse trovato prima. Sanzo si fermò bruscamente, azzardandosi negli sconosciuti dintorni attorno a lui. Non aveva la minima idea di dove fosse in quel momento, e avendone apparentemente abbastanza, Sanzo alzò esasperato le mani e iniziò a correre attraverso la foresta  con sorprendente velocità, con l’intenzione di chiudere quella storia il prima possibile. Un fiume giunse in vista.

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"Quello andava bene," Goku sentì un ridicolo sorriso espandersi attraverso la sua faccia quando si alzò in piedi e si stiracchiò. “Ma io ho ancora fame! ... E dove sono gli altri?” Quello significava... era corso via senza di loro, e quello significava... Con una penetrante sensazione, sentì una grande presenza dietro le sue spalle e la tagliente voce di Sanzo dire, "Io ti ammazzo.” Goku fu immediatamente percosso dall’irritante ventaglio che il bonzo corrotto tirava sempre fuori da non si sapeva dove.

 

Goku guaì dolorante. La sua mano sfregò la parte indolenzita dietro la sua testa prima di guardar torvo Sanzo e gemere,” Perché l’hai fatto?!” Quando una sfilza di imprecazioni volò fuori dalle labbra di Sanzo, Goku alzò le mani in segno di resa, non notando il breve spasmo di dolore che attraversò i lineamenti di Sanzo.

 

“Noi. Ci siamo. Persi.” Sanzo strascicò deliberatamente fuori ogni parola, accigliato  mentre si guardava intorno, chiedendosi quale fosse la via per tornare indietro. Con un’ultima scusa mormorata, Goku lo seguì in silenzio, le sue mani infilate nelle sue tasche mentre cercava di non agevolare ulteriormente la rabbia del bonzo.

 

“Uh, così cosa dobbiamo fare? Urlare?” Goku pensava ad alta voce, mordendosi il labbro. Stava piangendo in silenzio. “Hey, Sanzo...!” Nervoso, Goku corse di fronte a lui. “Hey...!” I suoi occhi si allargarono.

 

“Hai una cera orrenda!” Quella era troppo modesta come affermazione, era il minimo. Gli occhi di Sanzo erano gonfi, col sudore gocciolante lungo i lati del suo viso. Piccole ciocche di capelli biondi gli pungevano la faccia, e i suoi normalmente profondi occhi erano leggermente... anche più profondi.

 

“E’ solo febbre, idiota.” Sanzo cercò di aggrottare le ciglia ma ci rinunciò dato che la sua gola stava cominciando ad infiammarsi e iniziò ad allontanarsi passando oltre Goku. Immediatamente, il suo polso venne afferrato saldamente da dita ora più forti, e Sanzo mandò tutte le stupide scimmie all’inferno eterno. Strattonò invano la sua mano, che era ancora imprigionata nelle dita di Goku. La forza di Sanzo era, sfortunatamente, diminuita a causa della febbre che si era preso ore fa. Sanzo, di cattivo umore, mormorò qualcosa sottovoce quando venne appoggiato gentilmente contro un albero che l’avrebbe riparato dalla violenta pioggia. Goku, l’animale sempre fedele, corse all’argine del fiume dove strappò la sua leggera maglietta e la bagnò con l’acqua, la sua fronte segnata dalla preoccupazione e il suo feroce appetito ormai volato fuori dalla sua mente, rimpiazzato dalla sua crescente preoccupazione per il bonzo corrotto ammalato. Camminò velocemente verso un leggermente stordito Sanzo, che stava spostando un poco il suo corpo per evitare un’aguzza spina che lo colpiva dietro la schiena. La mano di Goku gli sollevò il mento e rivelò al suo sguardo i suoi gelidi occhi viola e altrettanto gelide guance. Goku chiuse gli occhi e deglutì, aspettando uno dei taglienti ed infami commenti per cui Sanzo era famoso.

 

Non arrivò.

 

Goku era invece divertito dall’ovvia vulnerabilità nel volto di Sanzo, e anche veramente preoccupato, per la febbre che doveva essere veramente grave se lasciava inconsciamente mostrare a Sanzo questa rara espressione. Sanzo era sempre stato così sicuro di sé e serio; era come se niente sulla Terra potesse colpirlo. Goku piegò accuratamente il pezzo di stoffa umida e lo premette sulla fronte bollente di Sanzo. Deve averla presa per via della pioggia. Odia la pioggia, pensò distrattamente Goku. Dannazione, vorrei che Hakkai fosse qui. Io non sono bravo con questa roba. Tolse il Sutra dalle spalle di Sanzo e aprì la sua veste bagnata con qualche difficoltà, rivelando il fortunatamente asciutto e attillato top nero che i santi monaci del rango di Sanzo non dovrebbero neanche pensare di indossare. Giornali, i suoi occhiali, la sua pistola e il ben noto ventaglio, tutti saltarono fuori dalle larghe maniche del vestito e Goku cercò di reprimere un sorriso. Non ci riuscì molto bene, perché Sanzo lo notò anche nelle sue deboli condizioni e quasi minacciò di guardarlo storto. Quasi. Goku sospinse il vestito  giù fino ai magri polsi di Sanzo, per poi fermarsi bruscamente, incerto su cosa fare dopo. Non era mai stato bravo a curare le persone, non che fosse un’impresa impossibile, ma rimuovere la veste di Sanzo non gli avrebbe fatto alzare la febbre, dato che la pioggia sembrava non voler smettere di cadere?

 

Goku abbassò le spalle, rimproverandosi per la sua inutilità. Alzò timidamente il suo viso fino ad incontrare quello di Sanzo, confidandogli silenziosamente il suo dilemma. Per una volta, ignorò il profondo ruggito che il suo stomaco continuava ad emettere. Rimosse la stoffa dalla fronte di Sanzo e si alzò silenziosamente per bagnarla nuovamente nell’acqua fredda, certo in qualche modo che occhi stavano  scavando cerchi nella sua schiena. No di certo; probabilmente era solo la sua immaginazione. Questa volta, quando tornò indietro, l’espressione vulnerabile che Goku aveva visto era stata rimpiazzata da una più vigile, fredda e calcolatrice che fece mordere a Goku le labbra per il disagio. Lo ignorò di proposito e appoggiò la stoffa sulla fronte di Sanzo, guardando dappertutto tranne che nel ghiaccio degli occhi viola di Sanzo. Cos’è che non va con lui? Sto solo cercando di aiutare! Ma non poteva negare che il comportamento che Sanzo stava tenendo ora lo stava  infastidendo. A disagio per il modo in cui lo fissava, si tirò in disparte più che poté, posandosi le mani sui fianchi e tirando fuori la lingua. Incrociando lo sguardo di Sanzo, piagnucolò, "Qual’è il problema? Sto solo cercando di rendermi utile." Vide la fredda espressione sul volto di Sanzo cadere, per essere sostituita da qualcosa che Goku non riuscì a definire. Che era anche peggiore.

 

"Tu... il minimo che potresti fare è di dire grazie, o meglio ancora, offrirmi qualcosa da mangiare.” Ora il suo appetito era tornato, sapendo pienamente che se Sanzo riusciva minimamente ad adottare quell’espressione, allora significava che era in via di guarigione (o almeno così pensava). "Sanzo...” Si lamentò Goku. “Sono così affamato! " Sanzo si limitò a coprirsi il viso e guardare testardamente da un’altra parte (con grande apporto di fatica), incrociando le braccia (cosa che gli comportò un altro grosso sforzo) in risposta alla famosa frase di Goku.

 

“Puoi anche andare all’inferno per quello che mi riguarda,” disse Sanzo con tono  noncurante,  e soltanto dei leggeri tremiti tradivano come si sentisse stanco ed accaldato.

 

In quel momento, gli occhi di Goku erano stati momentaneamente ombreggiati dal dolore, che se n’era andato non appena era comparso. Incerto e sbalordito con sé stesso, saltellò di fronte a Sanzo, incrociando le braccia, assumendo la stessa posa che Sanzo aveva assunto in quel momento. Da quando se la prendeva tanto per quello che il bonzo corrotto gli diceva? Goku lo esaminò attentamente, cercando di scoprire cos’era cambiato. La pesante sensazione di qualcosa simile a tensione nell’aria, a Goku non era familiare. C’era un’inspiegabile sensazione nel suo stomaco, sensazione senz’altro non causata dalla fame. Forse è solo la sofferenza per la mancanza di cibo, pensò Goku e si strinse nelle spalle, lasciando perdere visto che non riusciva a darle un nome. Scrutò Sanzo.

 

Stava dormendo. Alla fine la febbre era scesa un pochino, anche se la pioggia aveva iniziato a cadere più forte. Goku si spostò per ripararsi, sedendosi esitando accanto a Sanzo nell’appartato e parzialmente asciutto luogo e cercò di non bagnarsi. Gemette con forza e nascose la sua testa nelle mani. “Niente cibo,” Goku finalmente ammise la sua sconfitta e abbassò la testa.

 

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Per mezza nottata, Goku non era riuscito ad addormentarsi, e invece si era portato le ginocchia al petto circondandole con le braccia. Si scansò un poco, per dare al Sanzo addormentato più spazio. I suoi denti battevano leggermente, per il freddo che gli penetrava nella pelle e che la sua maglietta non bastava a prevenire. Aveva cercato di pensare al suo cibo preferito, le polpette, aveva cercato di fare l’impossibile contando ogni capello sulla testa di Sanzo, e aveva anche cercato di convincersi a dormire. La strana sensazione che l’aveva roso internamente si era presto trasformata in qualcosa di molto, molto di più, qualcosa che Goku non si trovava in grado di comprendere; era quella la ragione per cui non riusciva a dormire. Le palme delle sue mani diventavano sempre sudate, e la gola gli si chiudeva sempre ogni qualvolta guardava Sanzo. Forse aveva preso la febbre anche lui.

 

Sanzo osservò attraverso le palpebre pesanti un’espressione curiosamente strana apparire sul viso di Goku. Sanzo era soltanto leggermente sorpreso, perché non era cosa da tutti i giorni vedere la stupida scimmia seria. Non aveva la forza di muoversi dalla sua posizione, per la febbre che era calata solo un po’ e per non accentuare il suo mal di testa. Lo studiò, notando che Goku si era, più che spesso, voltarlo per guardarlo, probabilmente preoccupato per la sua febbre. Stupida scimmia. Gli angoli delle labbra di Sanzo si sollevarono in un piccolo sorriso, piccolo abbastanza da sfuggire all’attenzione di Goku. In quel momento era più che interessante, esaminare le varie emozioni che Goku stava apertamente mostrando. Le incontrollate emozioni, quel mosaico, Sanzo si chiese cosa stesse passando per la testa della stupida scimmia.

 

Durante la notte, Goku aveva appoggiato la testa di Sanzo sulle sue spalle lasciandolo dormire, il leggero ma definito russare che gli sfuggiva dalla bocca, il quasi angelico aspetto che aveva quando non era accigliato. Sanzo non si era svegliato nemmeno una volta dal suo sonno. Goku scoprì che toccare Sanzo sotto le braccia lo portava automaticamente ad alzare la mano, come se schiacciasse via una mosca irritante. Basilarmente, era come baciarlo, come la dea della Misericordia aveva fatto qualche tempo prima. Goku ghignò e arrossì, pensando a che cosa Sanzo avrebbe fatto se per caso lui l’avesse baciato. Non che dicesse sul serio, ovviamente.

 

Lo stomaco di Goku stava divenendo incontrollabile di minuto in minuto. Non posso sopportarlo un altro po’! Goku gemette in silenzio e si alzò dalla sua posizione. Si preoccupò di reggere Sanzo per le spalle per non farlo cadere col viso sull’erba umida e appoggiò gentilmente Sanzo contro l’albero, controllando che non si svegliasse. Il respiro di Sanzo era regolare. Bene. Sgusciò via come un topolino, e si affrettò verso i cespugli dove aveva scavato e cercato qualcosa di commestibile. Anche i funghi che aveva trovato prima gli sarebbero andati bene. Ad ogni modo, lui non sarebbe morto per il veleno. Aspetta un minuto... questa è... fragole! Goku si tappò la bocca per nascondere le sue urla eccitate e ne raccolse più che poté. Devo lasciarne qualcuna anche per Sanzo. Ne ficcò una dopo l’altra nella sua bocca, sospirando felice quando il dolce sapore gli esplose in bocca. Devo aver cercato parecchio. In compenso, Goku si disse che sarebbe stato peggio aspettare.

 

“Oi, Sanzo,” Goku scosse le spalle del bonzo con una mano mentre cullava le preziose fragole con l’altra. Non importava con quanta forza Goku lo scuotesse, ancora non si svegliava. E’... Gli occhi di Goku si allargarono per un istante. Nah. Aveva detto che non si sarebbe lasciato morire prima di noi. Prendendo un profondo respiro, squadrandogli le spalle, Goku afferrò le fragole e praticamente le spinse nella bocca di Sanzo.

 

Una mano lo fermò bruscamente.

 

Il tempo sembrò immobilizzarsi mentre Goku e Sanzo si osservavano. Occhi che potevano appartenere solo a Sanzo brillarono leggermente, e questo ricordò a Goku le volte in cui gli occhi di Sanzo avevano bruciato in quel modo quando era stato spinto al limite. Venne trascinato sul terreno. Cosa sto facendo? Il cuore di Goku sembrò balzargli fuori dal petto. Perché Sanzo mi fissa in quel modo? Deve stare delirando per via della febbre... Eppure... questo sembra così giusto... Gli occhi di Goku tremarono quando Sanzo si piegò su di lui, e il primo tocco delle sue labbra lo sorprese, perché non fu né violento né morbido, solo... perfetto. Sfregò leggermente la sua bocca ancora e ancora, finché non fu turgida. Lui non respirò nemmeno, cercando di non muoversi, non importava quanto minimamente, per paura che Sanzo fermasse ciò che stava facendo. La strana sensazione nel suo stomaco esplose in qualcosa che Goku non poté liberamente afferrare, ma era un sensazionale sentimento che non aveva mai sperimentato prima, fino ad ora.

 

La sensazione era opprimente, e Goku ne venne immediatamente sommerso. Sanzo avvolse le braccia intorno alla sua vita e violò ripetutamente la sua lingua. Goku sentì sé stesso andare in fiamme e si perse nel silenzioso desiderio di Sanzo. Sentì sé stesso emettere continuamente piccoli gemiti animaleschi, eppure, non se ne curò, perché non c’era niente che potesse estinguere questo... questo volere Sanzo. Inconsciamente spostò le ciocche bionde via dagli occhi di Sanzo, iniziando a rispondere ai suoi baci, le ginocchia leggermente tremanti che tradivano quello che stava provando in quel momento. Il bacio era meno violento ora, meno aspro, ma era lungo, e dolce, come prezioso miele.

 

Dita forti afferrarono i lati delle braccia di Goku – Sanzo stava succhiando leggermente la piccola vena pulsante sotto la sua mascella, lanciando un vortice di onde elettriche ad attraversarlo da parte a parte  – e poi si era spinto via tenendogli stretto il braccio. Gli occhi di Goku erano ancora semichiusi, sbalorditi, finché la confusione si definì e spazzò via tutta la nebbia che aveva occupato la sua mente. Goku sbatté le palpebre, e fissò il gelidamente tranquillo Sanzo.

 

Genjo Sanzo finalmente guardò Goku, la sua voce calma e i suoi occhi nuovamente gelidi. “Scusa,” fu tutto quello che disse.

 

Goku lo fissò con sbalordita sorpresa prima di lasciarsi sfuggire di bocca “Sanzo?" Si trovò ad osservare un viso disinteressato. Che cosa... sta succedendo? Un minuto siamo... e il successivo... Goku, per la prima volta nella sua vita, era rimasto senza parole. L’espressione di Sanzo non cambiò e, se possibile, il suo sguardo divenne più freddo come Goku continuò a fissarlo scioccato. “Non succederà più un’altra volta,” disse inesorabilmente Sanzo  con quello stesso tono neutrale. Lentamente si lasciò cadere. Goku esitò, e alzò le mani. “Ah! Mi sono anche fatto trascinare, giusto, Sanzo? Non significa l’uno o l’altro. Heh.” Goku sapeva di stare balbettando frasi senza senso, ma non poteva fermarsi. Nella disperazione, si alzò in piedi e si sforzò di stiracchiarsi con naturalezza prima di dire,” Bene, io ho ancora fame, Sanzo. Così tornerò più tardi.” Iniziò a camminare via, scacciando l’enorme bisogno di correre. No, non doveva correre, perché niente avrebbe potuto essere più doloroso e umiliante che lasciare che Sanzo vedesse quanto in profondità l’aveva ferito. Ma perché era doloroso? Non era come se in quel momento avesse amato Sanzo, vero? No, decise rapidamente Goku. No, non era per quello. Ma qualunque fosse la ragione...

 

Fa male.

 

In silenzio, Sanzo lo guardò camminare via nella pioggia. Mormorando, maledì sé stesso per aver ceduto ad una passione animalesca. Cercò di alzarsi in piedi, appoggiandosi all’albero per sostenere le ginocchia vacillanti, e iniziò a rimettere a posto la sua veste. Fece un paio di passi e sollevò il viso, le fastidiose gocce di pioggia che schizzavano sul suo volto liscio. Se non avesse fatto il primo passo nell’attraversare quella linea, se non avesse... c’erano troppi se, e Sanzo non aveva intenzione di pensarci ulteriormente. La stupida scimmia dovrebbe ringraziarmi per questo.

 

“Tu...!”

 

L’urlo oltraggiato portò immediatamente l’attenzione di Sanzo nella sua direzione. Alzò un sopracciglio quando un apparentemente arrabbiato Goku si precipitò verso di lui. Goku grugnì leggermente quando cominciò a riportare Sanzo indietro al riparo. “Tu non dovresti camminare fuori sotto la pioggia quando sei malato!” Ebbe cura di non incrociare i suoi occhi con quelli di Sanzo, certo del fatto che Sanzo potesse vedere attraverso qualunque cosa. I suoi sentimenti erano stati lasciati da parte per un momento mentre rimproverava Sanzo per essere stato suicida, anche pensando a quella che Goku sapeva essere solo una febbre che si era già abbassata. Voleva disperatamente mascherarlo, coprire il doloroso sentimento che non voleva andarsene via! Quello che non si aspettava era che Sanzo in quel momento gli prendesse il mento e lo sollevasse, facendo urlare Goku in agitazione...

 

... mostrando occhi che erano sospettosamente rossi.

 

All’inferno le morali.

 

Sanzo scosse la testa, perdendo totalmente il controllo, e allora le sue forti braccia circondarono lo sbigottito Goku. Abbassò la testa, nascondendosi nei capelli marroni di Goku e respirando il loro profumo di pioggia, erba fresca e sudore. Sanzo acconsentì completamente al proprio desiderio. Sanzo lo baciò, ora più violentemente della prima volta che si erano baciati. Sanzo gli baciò le labbra più e più volte ancora; i suoi occhi si chiusero mentre lo assaggiava. Sanzo aveva lasciato sé stesso perdere il controllo per la prima volta...

 

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Tra le braccia di Sanzo Goku tremava come una foglia, impaurito ma allo stesso tempo, la sensazione di attesa lo invase intimamente, e il precedente sentimento che aveva provato presto si era piacevolmente espanso a tutto il suo corpo. Si sentì posare sul terreno umido, il peso di Sanzo in parte sopra di lui, senza rompere il contatto fra le loro labbra. Goku chiuse gli occhi, le sue labbra leggermente separate per il bisogno di ossigeno quando Sanzo iniziò a succhiare ancora la sensibile area sul suo collo. Mai nelle sue fantasie più selvagge avrebbe creduto che sarebbe stato steso sul terreno con Sanzo, avvolto con sicurezza tra le sue braccia, baciando il soffio vitale via da lui. Questo deve essere come Gojyo ha provato quando è fuori con le donne, aveva pensato brevemente Goku con meraviglia prima che il pensiero volasse via mentre Sanzo catturava le sue labbra con le proprie ancora una volta. Gli occhi di Goku si appannarono.

 

Era inesperto, lo sapeva, ma fece del suo meglio per rispondergli, non volendo lasciar pensare a Sanzo  di essere totalmente impacciato. E poi era perso, insieme con Sanzo, perso in un vortice di emozioni che si mescolavano in parte col desiderio e la passione. Tutti i pensieri avevano già abbandonato la sua mente, e decise fermamente di non pensare, ma di percepire. Le sue mani si trascinarono sulla veste di Sanzo, aiutandolo a toglierla, e una mano corse distrattamente attraverso la levigatezza del top nero, la sola cosa che in quel momento impediva a Goku di assaporare la morbidezza della sua pelle. L’insistenza dei baci di Sanzo cominciò a crescere, e le sue mani iniziarono a trascinarsi lungo il corpo di Goku, sulle sue gambe e su prima di intrecciarsi negli ormai scompigliati capelli di Goku. Le mani di Sanzo erano dovunque, diventando leggermente più sicure mentre sollevava la maglietta di Goku e la gettava dietro le sue spalle. Sanzo diede un tenero bacio sulla sua spalla, facendo trattenere a Goku il respiro per la sorpresa. Dita liscie sfiorarono i suoi capezzoli, e lui dovette lottare per non urlare a quella meravigliosa sensazione. Sanzo profumava di sapone e di un odore unico che era solamente suo, e le sue labbra che sfioravano ogni possibile centimetro di pelle sul torace di Goku gli stavano inconsciamente facendo emettere piccoli gemiti di piacere. Goku non poté sentirsi tremare sotto di lui, occhi leggermente chiusi, come Sanzo si alzò verso di lui e lo baciò nuovamente.

 

Sanzo si fermò per un istante posizionando entrambe le braccia ai lati del viso, sollevandosi leggermente per osservare la creatura davanti a lui. Eccitati occhi chiusi, labbra leggermente socchiuse con una linea di sudore che scivolava in basso dai lati delle sue tempie, Goku non avrebbe mai saputo quanto era seducente in quel momento, quando Sanzo abbandonò i suoi ultimi pensieri, almeno per questa notte. Sfiorò un capezzolo con la lingua, leggermente consapevole degli strani, morbidi suoni che Goku stava facendo. Si assicurò di andare il più lentamente possibile, mordicchiando prima uno e poi l’altro capezzolo. Il suo movimento era atrocemente lento, guidando Goku quasi al limite della follia, dall’autentica tortura della bocca di Sanzo, l’elettrizzante sensazione che gli correva nelle vene. Goku era conscio della sua dolorosa reazione ai movimenti di Sanzo. Iniziò ad afferrare capelli biondi, inconsciamente cercando di portare la bocca di Sanzo dove ve ne era più bisogno, il suo corpo fremente sotto di lui. La bocca di Sanzo iniziò ad aumentare la velocità, i suoi morsi divennero più lunghi, mentre le sue mani tenevano le anche di Goku per fermare l’agitato movimento che stava facendo. L’innegabile prova del desiderio di Sanzo iniziò a spingere sulla coscia di Goku, con solo il pesante materiale dei pantaloni di Goku e la leggera tunica di Sanzo a tenerli separati.

 

Lasciando improvvisamente che il suo corpo si staccasse leggermente dal suo, Sanzo cacciò ciocche umide via dai suoi occhi e guardò in basso. Si fermò per un istante prima di sollevare Goku per incontrare i suoi occhi. Non protestò quando Goku fece scorrere le mani lungo il suo petto, raggiunse il tessuto della veste e lo sollevò, esponendo il suo petto, succhiando i suoi capezzoli in rivincita per quello che Sanzo gli aveva fatto in precedenza. Sanzo cercò di trattenere un involontario gemito, scioccanti onde di piacere correvano dentro di lui. Fece scorrere le sue dita attraverso la fitta oscurità dei capelli di Goku, gettandole uno sguardo attraverso le palpebre semichiuse. Sanzo abbassò la testa, catturando ancora una volta le già gonfie labbra di Goku e spingendo profondamente la sua lingua all’interno dell’umida e calda caverna della sua bocca, forzando Goku a rispondere, le loro lingue iniziarono ad intrecciare e ballare una danza sensuale, che divenne sempre più selvaggia mentre si assaporavano l’un l’altro, come se non potessero avvicinarsi abbastanza quando il corpo di Sanzo era già quasi un tutt’uno con quello di Goku, rendendo impossibile anche far scivolare un foglio di carta tra di loro. Riluttanti, si separarono solo quando il bisogno di aria crebbe, il loro respiro roco ed ansante, e allo stesso tempo, impazienti di passare la notte ad esplorare i piacevoli cenni di quanto era in serbo per loro. Entrambi scacciarono il bisogno di parlare, come se anche una sola parola mormorata potesse istantaneamente distruggere l’estasi e il quasi irreale sentimento che li cingeva come un manto. Ma Sanzo sapeva che se non avesse proferito parola, avrebbe potuto fare qualche involontario danno al ragazzino, e quella era quasi l’ultima cosa che voleva, perché il ragazzo aveva già sofferto abbastanza.



“Tu lo sai,” Sanzo parlò a bassa voce, per non disturbare la calda atmosfera, a dispetto della continua e fredda pioggia,” Che questo cambia ogni cosa?” Sentì delle braccia circondargli il collo, con sorpresa e sollievo di Sanzo, anche se lui non l’avrebbe mai ammesso a sé stesso, e iniziare a trascinarlo giù. Questa volta, Goku aveva già acquistato consapevolezza nel contraccambiare i suoi baci, ed era più dolce, lento e assolutamente privo di alcuna esitazione. Spinse leggermente la sua lingua sulla bocca di Sanzo, scivolandovi senza difficoltà quando le labbra si aprirono, permettendo a Goku di riprendere ancora una volta il loro infuocato bacio. Sanzo si appoggiò al tronco dell’albero, chiudendo gli occhi mentre accoglieva la magia che la lingua di Goku gli stava donando. Non c’era bisogno di parole, dopo tutto. Era tutto negli occhi di Goku, il bruciante desiderio che stava acuendo la brillantezza dei magnifici occhi dorati di Goku facendoli ardere, l’esatta richiesta che non poteva rifiutare, quando Sanzo lo fissò con crescente stupore, e indubbiamente,fiducia.



Continua
 

 

 


 

 

 


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